24 aprile 2012

MALACRIANZA: INFANZIA RUBATA



Non è stato facile leggere questo libro.

Sono passata dall'infanzia problematica ma alla fine risolta del precedente, alla sopraffazione e violenza pura di questo.

45 capitoli dedicati a bambini e a storie che si incrociano, ci sfiancano e stordiscono, incessantemente.
Nessuno salva nessuno, e nessuno si salva.
Giovanni Greco l'autore, ci porta, anzi ci sbatte senza alcun pudore in pieno volto, l'universo dei bambini rubati, respinti, violati, usurpati e venduti.
Si parte dal sud Italia, dai bambini che rubacchiano per noia e insofferenza e quelli maleducati figli dell'ignoranza, passando ai bimbi del sud America che vengono reclutati dal potere violento che abusa di loro; poi bambini che si arrangiano e campano nelle fogne dei paesi dell'Est e bambini che vengono venduti a capi militari nel mondo arabo, diventando piccoli e precoci soldati della morte.
Infine bambini violati, che sono costretti alla prostituzione che subiscono quasi passivamente un orrore del quale sembra non si rendano conto.
Gli "adulti" non appaiono quasi in questo libro di racconti, lo attraversano da invisibili, fautori di tutti gli orrori descritti ma nascosti da questo stesso orrore.
Il titolo del libro riporta a "Maleducazione"(cattiva educazione) e a "Crianza" che in Sudamerica si traduce in bambino mentre in Italia o meglio nel sud Italia vuol dire il pezzetto di cibo che non deve essere lasciato nel piatto ma sempre terminato.
Un termine che conosco bene, perchè fin da piccola mi è stato insegnato a terminare il mio pranzo e a non lasciare nulla nel piatto, la "crianza" appunto.

E allora bimbi affamati, bimbi perduti.

Bimbi che osano tutto per disperazione o per noia, cui tutti chiedono sempre e ossessivamente "che stai facendo?"
Ricordate quante volte anche a noi è stata posta la stessa domanda, che ci faceva sentire colpevoli automaticamente e senza renderci conto fino in fondo di cosa?

Bimbi accusati e derisi, bimbi perduti.

L'autore esplora, inventa, incrocia il presente con il futuro ed il passato, usando una scrittura che racconta con i termini e i pensieri dei bambini le loro storie.
Loro non comprendono questi adulti e spesso non riescono a capire nemmeno i termini esatti che usano i grandi, e per questo motivo stravolgono la terminologia e il lessico trasformandolo in qualcosa di più semplice.
Vincitore del premio Calvino 2011 e tra i finalisti del Premio Strega 2012, questo libro è una sfida.
A noi per comprendere meglio ciò che ci circonda.
Ciò che ci sopravvive accanto.
Questa realtà che ci sembra lontanissima.
Noi siamo ben coperti come i nostri affetti e in queste condizioni è difficile immaginare cosa riesce a fare la disperazione; ma se voltiamo l'angolo delle nostre fredde città quasi asettiche, immediatamente li vediamo i piccoli descritti in questo libro...
Se facciamo un giro nel nostro quartiere, ci avvicinano chiedendoci l'elemosina, lavandoci i cristalli della macchina.
Ci guardano con quegli occhi beffardi e tristi di chi non avendo nulla da perdere, osa tutto.
E' doloroso pensare che questa nostra acclamata civiltà, non li difende, non li protegge.
E soprattutto non li accoglie.
Li lascia nel ghetto.

Greco ci insegna ad arrivare in fondo al pozzo, in fondo alla fogna.
Per cercare di dare ad almeno una delle storie un lieto fine.

Ma quale potrebbe essere la nostra occasione? Io ho pensato che possa passare attraverso la dichiarazione dei redditi.
Molte volte abbiamo parlato sul mio blog della casa famiglia La Nuvola.
L'associazione senza scopo di lucro gestita da Ai e da sua madre tra mille difficoltà.
Bambini con vite familiari difficili, con problematiche di dimensioni tali da portare a volte ad episodi, fortunatamente sporadici, che mettono a rischio il lavoro di mesi o di anni della psicologa che li segue.
Ma bambini che trovano rifugio e sostegno in un luogo dove ci si occupa di loro con amore e attenzione, senza alcuna differenza.
Bambini di cui ho visto in prima persona, l'accoglienza meravigliosa a loro prestata fin dal primo giorno, dall'arrivo.
Perchè come ho già detto altre volte, i bambini sono tutti uguali.

I bambini ad oggi presenti nella struttura li conosco tutti, come del resto conosco e amo chi da sempre si batte per loro.

Chi ogni giorno li fa crescere nel modo migliore.
Regalando attenzioni e sorrisi, senza risparmiarsi.

Per chi, tra voi amici miei, volesse devolvere il 5 per mille a una parte del nostro prossimo, a bambini come quelli di Greco, con situazioni complicate alle spalle e volesse il codice fiscale dell'associazione non deve fare altro che chiedermelo.
In un primo momento avevo pensato di lasciarlo in coda al post, ma poi l'ho tolto, mi sembrava volervi imporre qualcosa.
Sarete voi a decidere dopo aver letto se è il caso che io l'aggiunga.

Io come tutti gli anni l'ho già fatto questo piccolo passo, un passettino dopo l'altro possiamo migliorare il mondo, senza inutili e grandiosi proclami.

Ecco, tutto qui.


il codice fiscale della casa famiglia La Nuvola è: 94204110632.




75 commenti:

  1. Cara Mari mandamelo appena riesci perchè ho appuntamento per 730 domani.
    Grazie.
    Ti abbraccio.
    Torno in serata sul post.
    veru

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  2. Cara Mari, ho riletto questo post diverse volte, tra ieri sera e questa mattina.
    Se vivessi in Italia mi farei mandare gli estremi per la donazione dal reddito. Però se ti va di mandarmi lo stesso un recapito, magari una donazione volontaria riesco a farla lo stesso da qui? Ci devo studiare un po' forse, ma mi farebbe piacere.
    Il libro sembra uno di quelli da pugni nello stomaco continui...

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    1. Cara Mary,

      ho letto il tuo post ieri sera, ma non ho trovato le parole per intervenire. Sul tema dell'infanzia violata, negata, uccisa, calpestata, ogni frase sembra inoppotuna, se mi puoi passare il termine. Perchè in fondo servirebbe solo un "j'accuse" da parte di noi adulti, incapaci di tutelare coloro i quali detengono le chiavi del futuro dell'umanità intera.
      Per quanto riguarda il 5 per mille, sia io sia mio marito lo abbiamo già destinato altrove. Ma come Arnika sarei felice di fare una donazione. Come Onlus, la casa-famiglia ha un conto corrente di riferimento?
      Bacini

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    2. Arnika, lo so questo post è difficile.
      Ho aspettato quasi un mese a pubblicarlo. Tutte le volte che lo riguardavo lì nelle bozze, mi chiedevo sarà il momento adesso?
      E' stato difficilissimo leggere questo libro, alla seconda pagina stavo già mollando la presa.
      Poi mi sono detta eh no, non fare come gli struzzi vai avanti anche se fa male, dopotutto è questo lo scopo arrivare fino in fondo come un calice amaro da bere fino alla fine.
      E ho fatto così con difficoltà, capitolo dopo capitolo, fino alla fine che potrebbe essere l'inizio in realtà.

      Realtà, come mi è sembrata dura questa parola alla fine, più dura che mai.

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    3. Manu, la prima botta questo libro la da al nostro equilibrio e al nostro volere cercare le parole per commentarlo.
      E' davvero difficile, ti assicuro.
      La seconda è invece tutta per lo sdegno e il rifiuto per quanto stiamo leggendo.
      Poi tutto crolla e andiamo avanti spasmodicamente nella speranza che capitolo dopo capitolo mentre il passato diventa futuro e poi presente e ancora passato, ci sia una soluzione.
      Ci sia un raggio di sole.
      Poi arriva l'impotenza.

      Infine la rabbia perchè non debba finire così.

      Per la Onlus, come già detto se c'è una possibilità Ai ci dirà.

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  3. Ciao a tutti. Ho letto i vostri commenti ma non riesco a rispondere prima di stasera. Comunque non so se e' possibile fare una donazione all'onlus di Ai. Eventualmente ce lo comunicherà lei. Vorrei sottolineare che e' stata una mia iniziativa parlare dell'associazione perché stavo parlando di bimbi. Niente altro. A dopo per continuare a parlare del libro mari

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  4. Cara Mari
    hai avuto un'ottima idea.
    Non ci trovo nulla di male ad inserire il codice fiscale alla fine del tuo post.
    Se poi Ai comunica anche la possibilità di fare eventuali donazioni è giusto lo dica senza remore.
    La mia stima nei confronti del suo lavoro è totale.
    Per il resto.
    Non ho letto il libro.Sicuramente però andrò a comprarlo il prima possibile.
    E' intollerabile SAPERE che ci sono bambini che subiscono tali soprusi.
    Penso alla bimba di 18 mesi finita in coma perchè di fronte ad un pianto insistente il padre l'ha presa a calci.
    O penso all'articolo su Vanity di questa settimana dal titolo "i pedofili nel mio carcere fanno giardinaggio".
    Il problema è che poi quelli dal carcere escono e la loro ultima intenzione è continuare nell'attività di giardinaggio.
    Mi spiace io per padri come quello sopra e per adulti che fanno male ai bambini non riesco ad avere pietà e parlare di riabilitazione.
    Butterei proprio via la chiave.
    Lo so che sbaglio perchè in un paese civile bisogna credere nella riabilitazione,nell'inserimento nella società,perchè sbagliare è umano etc etc ma quando si tratta di bambini per me vale la tolleranza zero.
    Figuratevi che mi impossibile sopportare o perdonare chi fa violenza agli animali.
    Gli taglierei la mano io a chi picchia i cani.
    Mi scuso per il paragone che forse urterà qualcuno ma io mi sento di dire anche questo.
    Fanno sentire male queste realtà.
    Ma mi fa sentire ancora più male il mio senso d'impotenza.
    veru

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    1. Ciao Veru, ieri sera ho inserito il codice fiscale ma ero cotta come il giorno prima.
      Sto diventando anziana ormai non reggo più i ritmi del mio lavoro e ogni settimana avrei bisogno di una pausa di una settimana ghghghghhghghghghhghgh.

      Io il libro lo consiglio, ma avviso che va letto con lo stomaco pronto.
      A tutto, e mi auguro davvero che vinca il premio Strega, sarebbe ora che andasse ad una casa editrice come Nutrimenti che per la prima volta è in corsa, è che da fiducia ad artisti innovativi con la loro scrittura e con una struttura alternativa.
      E che non si dica come al solitio che le "grandi" vincono sempre.
      Ho bene in mente la storia a cui accenni, mi sembra che la bimba sia morta o mi sbaglio?
      Queste sono le violenze che emergono perchè arrivano ai mass media, ma la maggior parte resta nascosta coperta dall'omertà delle famiglie, che per vergogna nascondono quelle familiari.
      E che sono molto frequenti, molte di più di quelle che immaginiamo.
      Noi spesso le colleghiamo a famiglie disagiate che vivono in condizioni precarie e diamo loro la giustificazione dell'ignoranza che avvolge tutto.
      Ma non è così, la violenza pura nei confronti dei bambini, ma anche delle donne, appartiene a tutti i ceti anche quelli più abbienti, abituati a cultura e conoscenza.
      Perchè il male che nasce dal disagio psicologico non ha frontiere, copre tutti gli spazi.
      LA VIOLENZA anche come malattia che per me è il simbolo del male assoluto ovvero la pedofilia.

      Non ho letto l'articolo di Vanity, non mi interessa, anzi contesto lo spazio che gli si è dato.
      Non accetto che si pensi si possa guarire, non si guarisce da questo male, mai.
      Qualche anno fa, forse più di dieci ci fu il caso in Italia di quel geometra che uccise più di un bimbo.
      Preso e condannato, è stato in cura tanti anni in una clinica privata e poi finalmente libero quando lo intervistarono disse che sinceramente non era in grado di dire se fosse guarito davvero, perchè loro non guariscono mai.
      Altro che giardinieri!
      Altro che castrazione chimica!
      Li chiuderei in una cella 2 metri per 2 per il resto della loro vita senza nemmeno l'ora d'aria per sempre.

      mari

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    2. Aggiungo che anche io mi sento impotente, ogni giorno.

      Quando cammino e per strada incontro un bambino che chiede l'elemosina o ruba.
      In ogni caso non lo fa di propria iniziativa ma perchè costretto, se torna a casa senza nulla sono botte da orbi.

      Quando sento di mamme che lasciano i propri figli in balia di compagni che non sanno badare a loro stessi, figuriamoci ad un bimbo che spesso non è neanche il loro.

      Quando padri infami ammazzano le proprie figlie colpevoli di non volere sottostare alle leggi e alla cultura della propria razza.
      Quando ogni cosa che mi circonda mi fa sentire in un mondo in cui tutto è al rovescio e mi sembra di guidare a "fari spenti nella notte".

      Quando lo Stato è assente e lo è spesso.

      Quando mi sembra di non avere alcuna arma per proteggerli questi bambini, e non so che darei per riuscirci.

      Quando...

      mari

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  5. Veru, domani trascriverò il codice fiscale sul post.
    Il libro fa male ma va letto, dovremmo leggerlo tutti.
    Il tuo commento ha bisogno che io ti risponda su tante cose.
    Stasera non riesco ad essere abbastanza fresca per dire la mia su tutti gli argomenti che hai posto sul piatto.
    Sappi che condivido ogni cosa.
    E che domani ci torno con attenzione.

    Dico solo questo e non me ne frega niente se incorro in critiche.
    La pedofilia è una malattia dalla quale non credo si guarisca mai. Altro che giardinieri.

    Facciamo attenzione ai nostri bimbi, sono troppo esposti e quello è un male troppo grande, spesso coperto dall'omertà familiare.

    Ti abbraccio, vi abbraccio tutti.
    A domani.

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  6. Non ho letto il libro. Penso che non lo leggerò mai. Difficilmente leggo questo genere di libri. A mio avviso me ne sono bastati 2: Brutta e Le storie del giorno che non muore. Se ne ho letti altri li ho volutamente dimenticati. Nella lettura ho bisogno di svagare, non di ricordare ciò che già vedo e sapere che c'è sempre di peggio.
    Proprio due giorni fa ci hanno telefonato per accogliere una bambina di tre anni che al momento è in coma in ospedale, picchiata dal padre. Anniamo dovuto rifiutare perchè ci sarebbe voluta una persona fissa accanto a lei in ospedale fino al risveglio ed alla ripresa. E dove la prendiamo questa persona. Già non ci pagano e siamo stretti stretti io mamma e zia, chi delle tre sarebbe dovuta stare accanto alla bimba.
    Ma la domanda era anche un'altra "e se la bimba non si risveglia?" Noi ci leghiamo, sono per noi figli, fratelli, il dolore sarebbe stato atroce, ma intanto il pensiero è forte. Stiamo ancora pensandola e sperando che ci sia qualche comunità che abbia accettato di mettere un proprio operatore in ospedale. Non è facile ragazzi. Noi già abbiamo più bimbi del solito (ne possiamo accogliere 6 e ne abbiamo 8), in più ne abbiamo una con lieve handicap mentale e stiamo facendo tutti i controlli, poi stiamo facendo il passaggio con due fratelli che devono andare in adozione e stiamo anche seguendo la coppia. Ma come avremmo fatto. Noi siamo solo 3. 2 se consideriamo il fatto che zia viene solo la mattina e mai nei giorni di festa, anche se sa che comunque il lavoro non si ferma!
    Ringraziandovi e ringraziando anche Mariella per aver pensato alla casa famiglia La Nuvola, il C.F. ve lo fornisco io 94204110632.

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    1. Carissime,

      quanti pensieri mi stanno passando per la testa leggendovi!! So che fa un po' "ragioniere", ma vi spiace se procedo a punti?? Con un elenco mi sembra di riuscire a inquadrare meglio cio' che vorrei dire.

      Partendo dal messaggio di Veru:

      - no, non è azzardato nè sbagliato a mio modo di vedere chiedere rigore nell'applicazione della pena nei confronti di chi compie abusi o violenze sugli anelli più deboli della nostra società. Che per me sono proprio i bambini, gli anziani, gli ammalati non autosufficienti (di qualsiasi età) e certamente, anche gli animali. La violenza che si dirige su questi soggetti ha un'aggravante pesantissima: è rivolta a chi non sa come difendersi, nè può farlo.

      - riguardo alla pedofilia, istintivamente sono d'accordo con la posizione di Veru, ma poi penso anche alle parole di Mariella: quei mostri sono malati, sono affetti da turbe e molto spesso sono stati loro stessi vittime di violenza.
      E allora mi chiedo: per questi soggetti, il carcere è davvero la soluzione ottimale? Se si arriva al reato come conseguenza di un disturbo psichico, allora bisogna curare questo per evitare il reato. Punire con il carcere non basta. Perchè alla fine della detenzione, il soggetto tornerà libero e con l'acquisita libertà potrebbe tornare a rappresentare un pericolo per la società. Per questi soggetti il carcere dovrebbe per forza essere l'occasione di recupero e di cura.
      Certo, da un punto di vista squisitamente personale, mi faccio anche un'altra domanda: ma un pedofilo puo' guarire?

      - le violenze sui bambini non sono certamente solo quelle derivanti dalle attenzioni morbose dei pedofili. E forse sono queste altre violenze (quelle che perseguite dai non-pedofili) ad essere le più difficili da comprendere. I bambini maltrattati, sfruttati, dimenticati, abbandonati, umiliati. Magari proprio da quegli adulti che dovrebbero prendersene cura. E se mi fa schifo il pedofilo nella sua perversione, mi fa andare in bestia il pensiero che sia un genitore, magari, a maltrattare il proprio bambino. A rappresentare egli stesso un pericolo laddove invece dovrebbe esserne il primo custode. E'questa omissione di responsabilità, di maturità, di civiltà che mi indigna profondamente. E che mi fa più paura. Perchè potenzialmente tutti gli adulti possono diventare nemici dei bambini con le loro disattenzioni, nevrosi, debolezze, incertezze, paure e via dicendo

      - la mercificazione non ha risparmiato i bambini. E non si pensi soltanto al Terzo mondo o alle situazioni degradanti che si vedono ai margini delle nostre città. La giornalista Marida Lombardo Pijola ha curato delle inchieste sul mondo dei preadolescenti che mi hanno fatto rabbrividire. Perchè non riguardano casi di famiglie che vivono situazioni difficili, magari di forte disagio sociale. Sono storie che hanno per protagonisti figli di famiglie come tante e raccontano soltanto la deriva di una generazione di adulti (quella dei 30-40enni) e dell'incomunicabilità familiare. Storie di ragazzini che comprano e vendono corpi per pochi euro, giusto il necessario per una ricarica del cellulare o per avere un aiuto nei compiti oppure ancora per una banale scommessa... e lo fanno a scuola, imboscati nei cessi o in palestra. L'ordinario di questi eventi mi provoca la vertigine dell'abisso: adulti caduti così in basso da non vedere, neè capire, nè sentire che un figlio, un allievo sta vivendo esperienze di un certo tipo... Pensare che a mia madre non riesco neppure adesso a tacerle qualcosa perchè mi legge tutto in faccia...!!

      - Ai, grazie per darci questa opportunità. Ma nel caso volessimo fare una donazione che non contempli il 5 per mille, si puo' fare? Avete un conto corrente? Possiamo girarvi un assegno? Io sarei felice di poter contribuire a mandare sempre più in alto la tua Nuvola!

      baci

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    2. Ai tienici al corrente.
      Facci sapere se hai notizie della bimba.
      Mi straziamo queste notizie vorrei fare come i bambini portare le mani alle orecchie e urlare contemporaneamente per non sentire.

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  7. Manu, condivido tutto.
    Ho letto di foto e sms di giovani depravate senza alcuna spina dorsale che per comprarsi una nuova borsa firmata non esitano a svendere loro stesse.
    Senza vergogna.
    Il problema è che non sanno cosa sia la vergogna.
    In questo paese la scuola non educa più da tanto tempo.
    La famiglia delega perchè non ha voglia e forza per sostenere e guidare questi ragazzi.
    Gli riempiono magari le tasche di soldi, che poi non sono mai abbastanza.
    I figli crescono senza regola e senza etica.
    Oddio, sto dicendo tante di quelle banalità, ma è tutto maledettamente reale.
    Un mondo banale, schiavo dell'immagine e senza riferimenti.
    Potrebbe essere la fine.

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  8. Come è difficile commentare questo post vero?
    Bisogna esporsi troppo, lasciarsi andare dire tutto quello che si pensa.
    Ci vuole coraggio.

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    1. Cara Mary,

      non è solo una questione di coraggio. Per quanto mi riguarda, nemmeno il fatto di "esporsi troppo": credo di averlo già fatto ghghghghhghgh
      La difficoltà di confrontarsi con il libro che ci hai proposto e con i temi duri, difficili della violenza e degli abusi sui bambini sta altrove, almeno a parer mio. E' sta in quelle parole che hai splendidamente riunito nei messaggi di risposta all'intervento di Veru. E cioè: dato che il fenomeno è noto, visto che è stato denunciato da inchieste giornalistiche e da libri coraggiosi, noi cosa possiamo fare?
      Perchè, vedi, lo Stato e lo società non sono entità astratte: alla fine, siamo tutti noi. Certo, non mi è mai venuto il dubbio che nella mia cerchia di conoscenze potessero esistere situazioni tanto difficili. Pero' vedo e ascolto giornalmente modi di essere genitore molto distanti dal modello che si è formato nella mia testolina dopo essere stata cresciuta nella mia famiglia. Come dici tu, bisogna esporsi parlando di queste cose. Io non ho timore alcuno nell'affermare che il male sta tutto in questa equazione: adulti che non crescono, bambini che crescono troppo in fretta. E male. Perchè non hanno regole, non hanno una guida. Un tempo i nostri genitori ci hanno detto cosa dovevamo fare e cosa no. Ci hanno educato secondo principi che contemplavano l'impegno, la disciplina, l'educazione, il rispetto. Non erano i tempi del "tu" imperante: io ancora oggi fatico a dare del tu alle persone che non siano amici o conoscenti di vecchia data. Nel dare del "lei" si marcava una distanza: fosse stata anche solo di ordine anagrafico. Oggi viviamo in una società labile al punto che non esistono più confini: i bambini danno del tu all'insegnante a scuola, al prete all'oratorio, al pediatra che li visita. E per me questo è un po' il simbolo del sentirsi "alla pari" con i grandi (continua)

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    2. Il bambino oggi chiede e ottiene da genitori incapaci di scegliere per lui. Ci rendiamo conto?
      A mio modo di vedere, poi, si è troppo concentrati sui bisogni materiali, come se i bambini fossero dei consumatori non solo per i pubblicitari e gli esperti del marketing, ma soprattutto per i loro genitori. Per poi vedere come in queste camerette stracolme di giochi questi bambini siano sempre soli. La tv e il pc fagocitano lo spazio del dialogo. Diventano sempre di più gli strumenti di elezione per parlare di sè. E i genitori spesso hanno troppo da fare per accorgersi che in quelle scatole si nascondono un sacco di pericoli per i loro bambini. Ed è proprio per questo che l'azione di vigilanza del genitore dovrebbe essere presente. E quando serve spegnere questi benedetti elettrodomestici. Guardare i propri bambini, parlare. Accompagnarli nelle loro attività e rimanere lì ad aspettarli. Parlare con gli educatori senza avere la presunzione di saperne più di loro, perchè un altro guaio dei nostri giorni è che manca l'umiltà, diamine. Mia madre a colloquio con un docente non si sarebbe mai permessa di dargli del cretino. Oggi si arriva alle minacce di morte in caso di ventilata bocciatura (cronaca di non molto tempo fa). Il dialogo tra scuola e famiglia deve riprendere sulle stesse basi e sulle stesse premesse per il bene dei bambini. E forse bisognerebbe riflettere anche su quali basi fondare l'educazione dei pargoli che non sono e non devono essere solo i consumatori di una società bulimica di merci.

      So che i tempi cambiano, mi rendo conto che sto facendo della dietrologia. Ma un bambino è un bambino, non un piccolo adulto.

      Per il resto, sono consapevole che io parlo da un pulpito comodo: non ho figli. Sono solo una zia e nemmeno troppo impegnata nel ruolo. Ma uno dei motivi per cui la voglia di diventare madre non mi arriva è proprio questa: lo sforzo immane che richiede l'essere genitore. E l'oggettiva paura di non poterne essere all'altezza.

      Un bacione

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    3. Manu, il coraggio che intendevo era solo una riflessione.
      Non era mirato nè a te nè ad altri che scrivono in questo piccolo posto e che si espongono sempre fin troppo.
      Qualunque sia l'argomento, e sempre con tanta passione.
      Che sia lieve come un battito d'ali di farfalla, che sia pesante come un mattone pieno sullo stomaco come l'ultimo che ho lasciato sul piatto.
      Era insomma, un complimento a tutti voi.
      Anche a quelli che talvolta sono silenti e quando si affacciano poi, scoppiano in maniera fragorosa.

      Sai il lei (a dire il vero al sud si usa ancora il voi reminiscenza fascista) io l'ho sempre visto e utilizzato come segno di rispetto.
      E da adulta, lo uso ancora.
      E la mia mamma, lo ha sempre usato con i suoceri fino a quando loro ci sono stati.
      E non perchè non gli volesse bene, anzi!

      A dopo.

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    4. Cara Mary,

      Non so quanto contino le reminiscenze fasciste nel darsi del voi. Mio nonno di parte materna, nato a Orzinuovi prov di Brescia nel 1908, dava del voi ai suoi genitori. Se lo ricorda ancora mia mamma! I miei geniori hanno sempre dato dei lei ai rispettivi suoceri. Un lei colloquiale, ovviamente. Ma pur sempre lei.

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    5. Manu il voi fu imposto da Mussolini intendevo dire questo.

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    6. Ma spero che non debba dirti perché fummo costretti ad evitare il lei e passare al voi nel centro sud. Nom credo sia importante no? Si può sorvolare...Mari

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    7. Mary, a me certe cose incuriosiscono. Le lingue e i dialetti sono depositari di tradizioni e storie affascinanti. Ti farà ridere, ma io non sapevo che in Meridione si usasse darsi del voi ancora oggi. Quello che hai scritto non mi ha fatto pensare alla Storia (con la S maiuscola), ma alla memoria di famiglia. Riguardo ai pronomi allocutivi di cortesia, comunque, credevo fossero retaggio di un passato ben più remoto rispetto all'epoca fascista. Che, certamente, ha avuto il suo peso a riportare in auge il "voi" a scapito del "lei".
      Del resto, in francese si da' del "voi" o del "tu": il lei non esiste.
      Ma sono dettagli. In cui mi perdo solo io ghghghghghhghg

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    8. E naturalmente, anche "you" in inglese ha la duplice valenza di "tu" e "voi"...

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    9. Infatti non interessa almeno non in questo contesto. Ma vedo che sei andata avanti che dire... Mari

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    10. Aggiungo che dovrei a questo punto entrare meglio nel merito del discorso, visto che sono la titolare del blog, ma scusa Manu se ti dico che proprio non mi va.
      Ci sono alcuni personaggi storici che aborro e di cui non mi viene proprio voglia di parlare: uno di questi è proprio Mussolini.

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  9. Più che coraggio( ? ) servirebbe la voglia.
    Ma capitano passaggi di vita in cui si ha più voglia di cazzeggiare, poltrire sul divano, concentrarsi su quei quattro problemetti che affliggono casa propria.
    Una casa senza bambini.

    Paolino Paperino

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    1. Ma il problema, non sono, i bambini.
      Al limite lo era la TIPO.
      Tuttavia, miracolosamente, ha superato ancora una volta la revisione.

      Paolino Paperino

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    2. Caro Paolino,

      la 313 del tuo omonimo era assai più sfortunata. Dì la verità: la Tipo era la macchina di tuo cugino Gastone? Potresti almeno fregargli quella che ha adesso. Giusto per essere un po' più al passo con i tempi...

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    3. Hai ragione paolino. Ci sono dei momenti in cui si ha proprio voglia di pensare alle piccole problematiche familiari che comunque impegnano e non sempre ci possiamo preoccupare di come salvare il mondo. Oltretutto ci dobbiamo pensare noi? E chi siamo? Mari

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    4. Papero la tua Tipo è da collezione. tra poco meriterà la targhetta argentata...
      Certo che sarebbe davvero facile beccarti in giro!
      Se volessimo.

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  10. A proposito di problemi: credo siano a milioni luoghi le persone che gradirebbero il mio contributo del 5 per mille.

    Paolino Paperino

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    Risposte
    1. Già... pero' io non te lo chiedo: gli AUGURI!!!!! te li faccio gratis

      ps. li hai già compiuti gli anni????

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    2. La questione non è relativa a persone che informano all' esistenza di una determinata struttura che gradirebbe - senza obbligare nessuno - un aiuto economico ( ma non solo) o che sollevano e richiamano l' esistenza di problemi.
      E' il senso d' impotenza di fronte a tutte quelle difficoltà.

      Paolino Paperino

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    3. Sì la questione è l'impotenza.
      Che porta rabbia e fa girare le balle ad elica.

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  11. Non ora, ma tempo fa lessi uno sfogo di Ai.
    E la stragrande maggioranza dei suoi problemi - e relative ansie - erano dettati da motivi economici.
    E' un classico: i soldi non fanno la felicità , ma...

    Paolino Paperino.

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    1. Ma se certa gente nemmeno conosce cosa costa la benzina o il pane o tirare avanti con una pensione sotto i mille Euro manco riesce ad apprezzare cosa significa svegliarsi la mattina senza l' assillo di rate bollette e cazzi vari.

      Paolino Paperino

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Scusate, ho cliccato su "elimina" ma volevo solo correggere un refuso!
      Rifo...

      Le tue parole, Papero, mi fanno venire in mente quelle di Aristotele Onassis che era solito dire qualcosa del genere: meglio essere disperati appoggiando il culo sul sedile di una Rolls Royce che su una panchina del parco.

      Chissà cosa ne penserebbe la tua Tipo... ghghghhghghgh

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  12. Ovviamente, a proposito di cazzi, se una bambina o bambino viene indotto a ciucciare quello di un adulto non è strettamente legato a motivi economici.

    Paolino Paperino

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  13. E pure rabbia verso una società malfunzionante ( nelle strutture, nelle persone incaricate ) che induce privati cittadini - paganti le tasse - a metterci le pezze.
    La carità andrebbe abolita.

    Paolino Paperino

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  14. La carità non dovrebbe esistere.
    Dovremmo essere tutti in grado di provvedere alle nostra necessità.
    Ribadisco che lo Stato è assente e diversamente da Manu ritengo che lo Stato, questo Stato, non siamo noi.
    Non più.
    E non lo accetto.
    E lo vorrei diverso.
    Per quello che pago, e pago fin troppo, avrei bisogno di vedere riconosciuti i miei diritti e quelli dei cittadini italiani.
    Non vedo questo, vedo ben altro.

    Vedo addirittura il Far West, ormai ci facciamo giustizia da soli. Perchè siamo soli.

    Io non mi riconosco in tutto questo.
    E non lo voglio.
    Combatto con l'unica arma che ho, la parola.

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    1. La carità non dovrebbe esistere per sanare le falle di un sistema che non funziona. In questa accezione, sono d'accordo. E di certo non servirebbe se tutti fossimo nelle condizioni di avere una casa, un lavoro e quanto necessario a vivere dignitosamente. Ma guardandomi attorno non ho ancora trovato un Paese sulla Terra in cui questo avvenga. Forse l'Islanda, forse. Ma bisogna abituarsi a vivere in un Paese che ha una capitale che sembra uno scioglilingua...! E forse le cose li funzionano perché vivono in isolamento, lontani dai problemi imposti dai grandi numeri e dalle dinamiche di integrazione/emarginazione che stanno interessando tutti gli altri paesi europei. Ad ogni modo, il funzionamento dello stato sociale ha come problema fondamentale la mancanza di fondi. Ma perché mancano i soldi? E torniamo al discorso della responsabilità individuale per la collettività. E' per questo che a me non piace il discorso delle entità astratte. Perché alla fine il nostro Paese non funziona perché noi italiani non lo facciamo funzionare:voghino guarda al proprio interesse fregandosene degli altri. Da chi evade le tasse all'assenteista cronico, passando per chi intraprende la carriera politica solo per intascarsi i privilegi connessi alla poltrona... Chi agevola l'amico, il parente, il conoscente "a prescindere" dal merito. Lo Stato non funziona perché non funzioniamo noi come Stato. Io sono convinta di questo.

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    2. Cara Mary,
      lo Stato in cui tu, io, noi non ci riconosciamo è lo Stato che è finito nelle mani di altri cittadini italiani che hanno tradito il mandato elettorale e si sono dimostrati incapaci di gestire la cosa pubblica con onestà e competenza. Il tutto a vario titolo e grado, ma i mali sono sempre gli stessi: assenteismo, mazzette, tangenti, scambi di varia natura per soldi e "cadreghe". Il tutto condito da incompetenza e disinteresse per quello che dovrebbe essere il bene comune.

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  15. A livello individuale anch'io mi dico: lavoro, pago le tasse, mi impegno ad essere un cittadino e un individuo onesto. Che altro posso fare? Rompo per avere le fatture da chi non vorrebbe farmele. Non dimentico il valore della solidarietà nella misura in cui posso fare qualcosa per un altro. Non mi posso imbarcare in grandi battaglie, ovvio. Ma io credo nel valore del singolo contributo. Una collettività e' un insieme di individui: per me e' da qui che bisogna partire

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  16. Proseguendo sulla linea... so che sto per dire qualcosa di molto impopolare, ma l'unica via d'uscita è buttare fuori da parlamento, regioni, comuni, province rappresentanti politici e dipendenti pubblici incapaci. Ma se l'obiettivo dei sindacati resta la difesa del lavoro a oltranza "a prescindere", allora non si riuscirà mai a far funzionare la macchina pubblica. Mai. Perchè il dipendente pubblico resta pur sempre un dipendente di un'altra casta. Ora lapidatemi pure...

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  17. Ragazzi.
    Ecco cosa mi perdo quando mi assento per troppo tempo.
    Direi che il post ha scaldato notevolmente gli animi.
    Condivido molto di quello che è stato detto.
    In effetti persone normali non possono che provare ribrezzo quando si parla di bambini abusati nel significato più ampio del termine.
    Quindi mi pare inutile aggiungere altro.
    Vorrei però dire una cosa ad Ai.
    Sto seriamente valutando di prendere in affido un bambino.
    Mi rivolgo direttamente qui alla mia città o può essere utile anche per la tua comunità sapere di questa mia disponibilità?
    Ovviamente non immediata.Deve avere almeno 9/10 mesi Noa.
    Mi auguro si convinca mio marito,perché per me sarebbe importante,è una cosa che sento molto.
    Non manca la paura di soffrire come già avevo detto in passato però essere diventata mamma mi ha rinforzato.
    Lo Stato.
    Ho capito cosa intendi Mari.Perfettamente e ti comprendo.
    Tuttavia resto convinta che lo Stato siamo noi.
    Ogni Stato rispecchia il proprio Paese e chi ne fa parte.
    I cittadini hanno il potere di poter cambiare le cose.
    Se poi le cambiano in peggio che ci vuoi fare?!

    Ora altre due cosine.
    Fuori tema.
    PAPERO mi sei mancato tanto tanto tanto.
    Ma adesso che so che era perché eri tutto preso dalla tua Tipo sono più tranquilla.
    Poi dai su un po’ di ottimismo.
    La ruota gira.
    Fatti qualche gratta e vinci.
    Non si sa mai.

    Invece.
    Vi ricordate del mio vicino?
    Quello strano che apriva poco le finestre e puliva altrettanto poco?
    Ecco nonostante ciò io lo trovavo simpaticissimo.
    Sempre allegro,musica a palla.
    Per me era una compagnia nell’ultimo mese di gravidanza visto che ero segregata in casa.
    Mio marito mi chiedeva “ma non lavora mai???”.
    “Ma a te che interessa almeno è simpatico mica come i musoni che c’erano prima di lui” rispondevo.
    Morale.
    Ormai sono due mesi che è sparito.
    Arrivo al succo:era agli arresti domiciliari e non si è presentato all’obbligo di firma.
    Ora suppongo sia direttamente dentro.
    Vi evito il cazziatone che mi ha fatto mio marito che dice che gli ho dato confidenza.
    Bò.
    Sono rimasta male.Comunque non è detto abbia proprio fatto qualcosa di grave.
    Insomma siamo in Italia.
    Per uno spinello finisci dentro e ai pedofili fanno fare giardinaggio.
    Vedremo.

    Ultimissima cosa.
    Io uso sempre il TU.
    Mi diverte vedere la faccia allibita che certe persone fanno.
    Ghghghghghg

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    1. Oddio, il vicino agli arresti domiciliari, Veru! Ma allora aveva ragione il Papero quando ti diceva di prestare attenzione al tuo pelosetto! ghghghhghghghg
      Per la questione "lei/tu" (Mary, la questione ha il suo fascino...!), devo dirti che io do il lei per la tua stessa ragione quando mi rivolgo a persone di età compresa tra i 30 e 50 anni. Quasi tutti, dopo le prime battute, mi dicono: "Ma dammi del tu! Mica sono così vecchio/a!!". E io imperterrita continuo a dare del lei, mentre l'interlocutore si dà un'occhiata furtiva su tutte le superfici riflettenti possibili e immaginabili che ha nei paraggi... Sarà che nonostante la mia pallosità intrinseca nessuno riesce a darmi tutti gli anni che ho. Ammetto di essere un po' sadica in queste cose ghghgghhghghg

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    2. Che diano del lei, del tu, o del voi, a certi adulti non importa.
      L' importante è che il bambino gli dia il culo.

      Paolino Paperino

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    3. In effetti il vicino di casa aveva destato qualche sospetto: e come ricorda libellula Emanuela avevo speso qualche battuta.
      Ma non è detto che tutti coloro che hanno problemi con la giustizia siano soggetti pericolosi.
      Ma se la teoria è una cosa, alla luce dei fatti, nessuno vorrebbe nella pratica una comunità rom accampata nei pressi di casa.
      Per esempio.
      Ti sono mancato Veru?
      Ma va' là.
      Comunque non sono assente dai blog.
      Ho moltissime brevi brevissime firme cazzeggianti nel gruppo face “ Quelli dei Blog Vanity”
      Ultimamente c' è discreta animazione.
      Ho pure fatto alcune incursioni dal Bianchini con la maschera di Paperinik.
      Ti leggo dal Direttore: ultimamente latito.
      Ma latita pure lui.
      Vorrei capire.
      O forse da capire non c'è niente.
      Forse.

      Paolino Paperino

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    4. Cara veru, arrivo sempre tardi nel rispondere.
      Ma purtroppo ieri ero in giro ed ero costretta a risposte brevi e concise.
      A parte che non amo i proclami come ben sai.

      Mi spiace ma non credo tu abbia capito fino in fondo perchè io non mi riconosco nello Stato.
      L'idea che ho di stato è simile alla tua, alla nostra.
      E' quello che dovrebbe essere, quello che riscontro in altre nazioni, che pure tra tante difficoltà comunque garantiscono al cittadino molteplici servizi e sono molto più attente nei confronti della collettività che da noi.

      Inoltre il cittadino è molto più cosciente e responsabile di noi.
      Con questo concordo con quanto già detto.

      Ma questo Stato, ovvero lo Stato che c'è dal giorno 12 dicembre 1969, non è più il mio specchio.
      Disonesto, intrigante, omertoso, colluso.
      Io e la stragrande maggioranza di cittadini, non possiamo ritenere che lo Stato siamo noi.
      Io sono uno Stato ben diverso da quello che MI rappresenta.
      Se appena appena, abbiamo ancora un po' di forza, dobbiamo cambiarlo.
      Uno degli errori che non dobbiamo più fare è arrenderci, pensare che nulla possa cambiare e rassegnarci alla rovina.
      Dobbiamo combattere, perchè la melma sparisca.
      E allora le forze come la mia possono unirsi e modificare.
      Bene ora torno tranquilla.
      E che il sangue mi va al cervello.
      Perchè le utopie non reggono mai.
      E noi abbiamo una idea utopica dello Stato.

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  18. Sulla questione voi lei, permettetemi uno scopiazzamento da wikipedia perchè non avrei saputi dirlo meglio:
    Il fascismo tenta di imporre l'uso del voi, al posto del lei, considerato "residuo del servilismo italiano verso gli invasori stranieri ed espressione di snobismo borghese"[29] nella lingua parlata; quest'ultima imposizione diede agio alla fronda antifascista di esprimersi a motteggi come "da oggi vietato parlare di Galileo Galilei, si dovrà parlare di Galileo Galivoi e Benedetto Croce, uso a tenere una corrispondenza epistolare con cui dava del voi al suo interlocutore, cambiò l'incipit delle sue lettere passando al "lei".[30] Tuttavia questa campagna contro il "lei" godrà anche dell'appoggio di uomini di cultura, come il linguista "neopurista" Bruno Migliorini[29] ed il romanziere Bruno Cicognani che, nella terza pagina del Corriere della Sera, definirà questo pronome come "aberrazione grammaticale e sintattica... spagnolismo... prodotto del cortigianismo ... servilismo e goffaggine, auspicando un ritorno al “tu” espressione dell’universale romano e cristiano e al “voi” segno di rispetto e di riconoscimento di gerarchia"

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    1. Grazie Ai.
      Io ieri ero via e non riuscivo ad essere più precisa di quanto sono stata.
      e POI l'argomento Mussolini mi innervosisce.
      Come mi aveva stravolto essere stata costretta a studiarlo in tutte le sue sfaccettature ambigue per l'esame di storia contemporanea che comprendeva fascismo e antifascimo.
      Costretta a studiare anche Renzo De Felice e ho detto tutto.
      Credo di averlo odiato.
      Inoltre non amo sfoggiare i miei percorsi di studio.
      Non mi interessa, non è quello che mi preme da sempre e da quando vivo le esperienze di blog poi, le ho cancellate.
      Le mie passioni sono ben altre.
      Sono quelle che vi scrivo.
      Sono semplici, concise.
      Come me.

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    2. Cara Mary non volevo sfoggiare percorsi di studio, tant'è che come hai visto ho scopiazzata da wikipedia era giusto perchè sono andata a soddisfare la mia curiosità (anche io non sapevo perchè usavamo il voi) ed anche quella di Manu

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    3. Ai. se anche tu mi fraintendi forse è il caso che per qualche giorno io faccia silenzio.
      Mi sembra che nel mio blog non mi capisca più nessuno e che tutte le mie parole vengano prese come messaggi ad personam.
      Stiamo parlando di tante cose, in particolare di violenza su bambini.
      Ti ho ringraziato per avere fatto la ricerca.
      Poi parlavo di me, e del perchè sul mio blog non amo parlare del mio passato di studentessa universitaria.
      Ma non avevo intenzione nè di offendere te nè altri.
      Chiaramente mi riferivo al mondo esterno ad altri blog dove chi scrive ci mette nozioni da scienziato e applica tutto il suo scibile e fa sfoggio di tutta la sua cultura.
      Per di più sguaina la spada nei confronti degli altri blogger che magari aprono i loro mondi solo per passione e sono come me, mettendo passione e esperienza di vita.
      Era una risposta ad una polemica che non si era aperta qui ma altrove, in cui alcune frasi mi avevano infastidito e nel quale ho risposto a dovere.
      Ho sbagliato io a farne menzione.
      Pensavo fosse chiaro che nessuno di voi poteva essere il destinatario.
      Dovreste conoscermi bene per sapere la stima che ho per voi tutti.
      Evidentemente mi sbagliavo.
      Starò più attenta.
      In ogni caso sono contenta che tu e Manu abbiate scoperto qualcosa di nuovo quasi per caso.
      Io ci ero stata costretta.
      E mi ribolle ancora il sangue se ci penso.

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    4. Apro una parentesi nella parentesi dell'Off Topic, non per farti arrabbiare, Mary, ma perchè quello che scrivi non mi lascia indifferente. Sei un'amica, accidenti, anche se un po' particolare!
      Quando proponi argomenti duri, difficili come questo è difficile sostarci a lungo. Parlo almeno per me: che lo abbiate capito o meno, ho una spiccata sensibilità e certe cose, anche se sono semplicemente degli scritti, mi toccano nel profondo. Mi fanno riflettere. Post come questo mi fanno soffrire. Se mi sono attaccata all'argomento del Tu e del Voi è stato anche per questo desiderio che ho sentito di divagare un po': non era mia intenzione assolutamente mancare di rispetto a te o al contenuto del post. Magari è una sottolineatura inutile, ma scriverlo fa bene soprattutto a me. Nello specifico, il discorso storico del tu e del voi non l'ho affrontato, perchè nella tua risposta mi è parso chiaro che già le righe che avevo dedicato all'argomento ti avevano indisposto. O almeno così ho interpretato questa tua frase: "Infatti non interessa almeno non in questo contesto. Ma vedo che sei andata avanti che dire... Mari". Ad ogni modo, se avessi voluto affrontare il discorso storico della faccenda sarei risalita a tempi molto più antichi rispetto all'epoca fascista così come vorrebbero i capitoli di storia della lingua letti e studiati. Come del resto è già capitato altre volte di inserire qua e là il frutto delle "sudate carte": non per sfoggio di cultura fine a se stesso, ma per suffragare tesi o affermazioni.
      Detto questo, nessuno di noi è onniscente: scoprire cose nuove è sempre qualcosa di positivo. Anche quando magari arriva in un contesto che meriterebbe tutta l'attenzione possibile.

      Riguardo ai tuoi percorsi di studio, a me sembra che qui ce ne siano i frutti. Che tu voglia condividere o meno i momenti della semina non è poi così importante. Ma tutti noi li abbiamo intuiti, apprezzati, ammirati. Di questo, dovresti essere orgogliosa, dal mio punto di vista. Per tutti gli altri riferimenti, purtroppo non ti seguo, ma perchè credo di essere proprio fuori dal giro di blog che leggete e frequentate fuori da qui. Normale amministrazione, direi. Pero', se permetti che condivida con te una mia impressione, è che forse proprio perchè non siamo tutti al corrente di tutto è inevitabile pensare che le tue parole siano rivolte a noi del doremifasol. Non prendertela per questo. E nemmeno per quello che ti ho scritto qui, spero.
      Un bacione

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  19. Dunque, sempre sulla stessa questione, io dò il voi ai miei suoceri, come mio marito ai suoi. Mia madre dà il voi a suo padre ed il tu a sua madre e come lei ben 8 figlio così, solo gli ultimi 2 danno del tu ad entrambi i genitori.
    Per come sono abituata mi viene molto più facile dare il voi che il lei e faccio uno sforzo notevole nell'usare questo pronome.

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  20. Cara Veru per l'argomento affido devi rivolgerti alla tua città. Giusto per chiarire un attimo: I bambini da casa nostra escono solo con decreto di affidamento o di affidamento preadottivo del Tribunale o del Comune di appartenenza (solo nel primo caso). Non decidiamo noi le coppie, non decidiamo noi se propendere per il ritorno in famiglia, l'affido o l'adozione, noi relazioniamo e comunichiamo il nostro parere spesso in accordo all'assistente sociale ed al tutore. Poi attendiamo decisione del Giudice, con il quale non sempre concordiamo!per esempio ora abbiamo 3 bambini (ora=settembre) che erano stati in una comunità 3 anni fa perchè il padre era un pò troppo violento, o meglio manesco sulla madre, ma non era uscito nulla sui figli, il giudice, che ogni tanto capita si voglia togliere i casa da mezzo subito subito, dopo un paio di mesi li ha rimandati dai genitori. A distanza di tre anni i bimbi sono più cresciutelli, quindi si ha più difficoltà per un'eventuale adozione, mettiamoci pure che sono tre e con questi tempi di crisi! Inoltre loro stessi hanno subito violenza (non la terza) e non si capisce fino a che grado (comprendetemi!).
    Allora io dico fanculo a ste leggi che devono tutelare la famiglia prima di tutto con corsi di recupero, sert, psicologhe e quant'altro che per far vedere che il loro lavoro è riuscito scrivono quasi sempre bene delle coppie; fanculo chi non si prende la responsabilità delle proprie azioni ed il coraggio di dire BASTA questi bambini DEVONO andare in adozione, è vero ci sarà una coppia in + che piange ma dei bambini in + che quantomeno sorridono. Pensate che gli hanno cambiato anche assistente sociale adesso perchè per quanto voglia l'adozione anche lei non ha il coraggio di dichiararlo al giudice visto che abitando nella stessa zona vede la coppia (a cui sono stati sottratti i bambini) quasi tutti i gg.

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    1. Quindi Veru decidere di prendere in affido un bimbo è una bellissima cosa, soprattutto considerando il fatto che di coppie affidatarie in Italia ce ne sono poche, aggiungiamoci poi che molte preferiscono prendere i bambini che vengono dalla Russia, anche se sinceramente non ne capisco il motivo (per fargli vivere un periodo sereno e respirare aria buona mi dissero una volta, mah!). Qualche anno fa girò la notizia che alcune associazioni(almeno nel sud Italia) che avevano accordo con le associazioni russe scoprirono che la Russia in realtà mandava in Italia figli di famiglie + ricche per fargli passare una vacanza diversa e facendoli poi passare per bambini bisognosi.
      Cmq devi andare al Comune e dirgli che vuoi fare richiesta di affido. Vi faranno fare un corso e poi dipende tutto dalle assistenti sociali...
      in bocca al lupo ma se tuo marito non è d'accordo non farlo perchè nascono molti litigi quando un figlio non è il proprio ed antrambi non hanno la consapevolezza e la certezza di ciò che stanno facendo.
      Anche se molti litigi nascono anche con le adozioni: qualche bimbo mio dopo essere stato adottato ha visto la propria famiglia dividersi ed essere affidato alla madre; un'altra coppia (giudice penale lei, avvocato lui), nonostante una figlia, ottennero in adozione una bambina che si trovava nella ns casafamiglia, bella sorriso splendido, 2 anni, nera, capelli crespi tipici, simpaticissima e sveglissima. Dopo il passaggio non ci vennero + a trovare, fortuna che esistono i ancora i controlli delle assistenti sociali tre v all'anno prima dell'adozione definitiva, scoprirono che la piccola veniva trattata come la servetta della loro figlia naturale.
      Dunque attenzione perchè quando si ha un figlio proprio si innescano dei meccanismi di difesa e di protezione che vanno oltre a quanto ci si possa aspettare da noi stessi. Per esempio se il piccolo preso in affido desse uno schiaffo a Noa (cosa normale tra bambini) o gli tirasse un gioca da mano, tu.....? Pensaci bene e siamo onesti con noi stessi. Se pensi di essere onesta nei tuoi confronti e della tua famiglia allora va avanti. K2, mio figlio, ha 2 anni ed è stato spinto cadendo numerose volte di testa, ha preso schiaffi sempre dalla stessa bambina, ma lui sorvola e vuole stare con loro, allora, sorvolo anche io, senza gridare spiego ai bimbi che le mani non si usano eccetera. (ovviamente stiamo parlando di bambini entro i 5 anni, perchè dagli altri mi aspetto atteggiamenti diversi visto che c'è una consapevolezza diversa...altrimenti son strilli)

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  21. Per la questione affido.
    Se Ai è d'accordo oltre a quanto già ti ha scritto qui, posso darti il suo indirizzo mail.
    E lei potrebbe fornirti tutti gli indirizzi utili a cui rivolgerti presso la tua città.
    Gran bel passo cara, dimostra che non solo hai bene in mente cosa significa essere madre responsabile di un figlio tuo, ma anche cosa significa essere madre responsabile di un figlio che non è tuo e tale punto costa maggiore fatica.
    Dimostra che anche Ale è un gran padre.
    Non tutti ci riescono.
    Ad essere genitori intendo.
    In ogni senso.

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  22. Mi ricordo bene il vicino.
    Ero molto preoccupata, te lo dicevo scherzando perchè non volevo spaventarti.
    Avevo anche ipotizzato una cosa del genere, ma me l'ero tenuta per me.

    Concordo con te e il papero, che dite che non tutti sono soggetti pericolosi, ma di sicuro hanno sbagliato in qualcosa.
    Se poi si è fatto pure beccare perchè non era andato a firmare, deve essere proprio una bella testolina di c....

    Io non riesco ad immaginare me stessa agli arresti domiciliari, scusate.

    E per come sono diffidente per natura, mai e poi mai legherei con uno che ha degli atteggiamenti strani e non mi sconfinfera a pelle.

    Ma sono antica lo sapete...

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  23. Papero, ti ci manchi sempre lo sai.
    E non me ne frega niente che sei attivo sul gruppo FB.
    Noi non siamo su quel gruppo. Non ci saremo mai.
    A dire il vero saranno attivi per forza essendo scomparsi tutti dal blog del dir.
    Ti hanno preso in parola, lasciano spazio alle nuove leve, che a dire il vero sono noiose e senza nerbo.
    Per il resto anche io ho deciso di prendermi una pausa da quel blog.
    Mi piace sempre meno, e preferisco altri in questo momento più interessanti.
    Forse tornerò, forse no.

    Tornarno a te quando scompari, immagino sia per ossigenarti, come dici sempre.
    Però quando passano troppi giorni, e non appari nemmeno con una battutaccia delle tue, mi preoccupo.
    Per questo fatti vivo più spesso anche solo per mandarci a quel paese e dirci secchiona ecc...

    Andrebbe bene, mi rassicurerei.

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  24. Più che ossigenarmi, mi sono abbastanza spremuto ultimamente del gruppo blog quelli di Vaniy.
    Conta 55 iscritti: ma attivi, poco più di una decina.
    Tra l' altro c' è pure la possibilità di postare foto.
    Ci si diverte cazzeggiando.
    Quel tuo “ non c' iscriveremo mai” esprime una sorta di negatività .
    E non capisco perché verghi al plurale.
    Da parte mia mi sono “ messo “ su facebuc utilizzando un nick name, ho respinto le richieste di amicizia, e non utilizzo – se non per la presenza dell' album foto – lo spazio a disposizione.
    Insomma, nel mio face non scrivo.
    Mi serve unicamente per essere in contatto con quel gruppo.
    E colgo attimi: domani chissà.
    In fondo è una costante delle mie peregrinazioni blog.
    Ti leggo sempre – commenti compresi.
    Non sempre vergo.
    A volte i temi sono impegnativi.
    O poco inclini alle mie corde.
    E quando tu e la libellula pigiate, mamma mia.
    Come ho più volte affermato sarei in grado di entrare – magari utilizzando chiavi personali – in vari e differenti temi: tuttavia non sempre trovo input sufficienti.
    E fatico a scrivere frasi di circostanza, o peggio, di cortese presenza.
    Ma ci sono.
    E ti leggo pure altrove.

    Paolino Paperino

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    Risposte
    1. Ciao Papero.
      Vedo che FB ti diverte e sono contenta per te.
      Non c'è negatività in me, o meglio non solo, c'è rifiuto.
      Ma ne ho parlato molteplici volte.
      Ho vergato al plurale perchè ad esclusione di te, tutte le persone che frequentano questo blog assiduamente la pensano come me.
      Le ho comprese nella risposta.
      Credo condividano il mio punto di vista.
      Hai ragione anche nel fatto che io premo sull'accelleratore spesso se poi i temi mi stanno particolarmente a cuore di più.
      Del resto, in questo spazio tutti i temi sono nelle mie corde.
      Quindi lascio sempre il piedino che preme al massimo.
      Alcuni possono sembrare noiosi, hai ragione.
      Tipo la musica americana degli anni 70.
      O le poesie ghghghghhghghghgh.
      Non voglio frasi di cortese presenza, "cortese"?
      Preferisco il papero.

      Lo sai che dico sempre quello che penso qui e altrove.
      Ad esempio ora sto seguendo un blog(come lettrice) solo perchè imperversa un certo Paperinik che mi diverte.
      E che con il suo tocco fa in modo che la lettura di quel blog non mi annoi.
      Perchè è noioso sai, ma proprio tanto.
      Anche sdolcinato, sarà colpa del titolare che non mi è simpatico?
      Forse.

      Comunque, per te e voi una canzone che in questo periodo mi piace tanto.
      La lascio tra le pagine.

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  25. The Overtones sono molto bravi e fanno musica pop davvero gradevole.
    La canzone che ho scelto si traduce con un " dico quello che sento" e mi sembrava appropriata.

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    Risposte
    1. The Overstones?
      Certa gente la conosci solo tu.
      Comunque , se è vero che ti sei espressa alcune volte su facebuc, continui ad essere rigida: hai sempre davanti agli occhi il modello classico, con nome e cognome veri , le richieste di amicizia, schiribizzi vari.
      In realtà, come sto cercando di spiegare da tempo, l' iscrizione è solo una piattaforma per garantirmi ingresso e presenza in quello spazio: funziona come una sorta di blog di gruppo, da casinisti dell' ultimo banco. Unisce e rafforza.
      Tra l' altro permette di associare nick name dei blog Vanity a volti e persone.
      Tempo fa ho avuto pure uno scambio di battute con il tuo amico Fiorini.
      Non è che ci sia grande frenesia nel suo sito, a proposito di noia, visto che “critichi “ il Bianchini...

      Paolino Paperino

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    2. Papero, non ho presente nomi veri e richieste d'amicizia.
      E' proprio un mondo che non mi interessa.
      Con i suoi giochini e fattorie poi, con la curiosità becera di chi si iscrive solo per potere poi curiosare sui profili degli altri per farsi i fatti loro.
      O la ricerca assurda di compagni di scuola e amici d'infanzia che ci siamo persi per strada.
      Poi associare i nick name ai volti e persone di Vanity, e perchè?
      Che divertimento c'è?
      Davvero un mistero.
      Una volta ci univa anche il blog del direttore e mi bastava quello.
      Non desidero altro.
      Non sto nemmeno criticando chi c'è all'interno del gruppo, credimi non me ne frega niente.
      Le persone che mi piacciono posso frequentarle altrove su altri blog e nella realtà.
      Poi ti do una notizia è davvero out FB.

      Il mio amico Fiorini è una gran bella persona, mai noiosa.
      Scrive cose interessanti.
      Almeno per me e per tutti gli altri che sono frequentatori assidui.
      Mi ci trovo bene in quello spazio e lo sai.
      Non è frenetico e dispersivo.
      Appunto è proprio quello che mi piace.
      Come mi piace la sua umiltà e il fatto che riesca sempre e dico sempre a prestare attenzione a tutti.
      Credimi non è poco e non è da tutti.
      Capito mi hai?

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  26. Va be' Mariella, rinuncio.
    Sei elastica tanto come i miei vecchi muscoli d' atleta.
    Mamma mia che rigidezza.
    Continui a ragionare con l' idea classica di Facebuc.
    Hai vissuto esperienze traumatiche?
    Sei troppo impostata.
    E non sono del tutto sicuro che non te ne freghi niente.
    Tra l' altro della moda me ne sbatto ( ALTAMENTE) le palle.
    E poi, al limite, sono solo fittizio su FB.
    Come già detto è solo un modo per comunicare nel gruppo Quelli dei Blog Vanity.
    Salutami quel bravo ragazzo del Fiorini.
    Prima o poi verrò a trovarlo.

    Paolino Paperino

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    1. ghghghghghhgh
      La frase sulla moda l'ho messa apposta, sapevo che avresti reagito così.
      Riconosco che su FB sono molto rigida, hai ragione.
      Ma non impostata direi tonica, mi difendo bene.

      Ti saluto il Fiorini, e ti aspetto.
      Lo so che arrivi, non vedo l'ora.

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  27. IL BAMBINO DEI TOPI ( A. BRANDUARDI)

    Parliamo ancora di lui
    sottovoce quando viene sera,
    seduti vicini, con un po' di paura.
    Di quando ci rincorreva
    ridendo in quel modo strano
    e poi si nascondeva
    a spiarci da lontano.
    Viveva là sulla collina.
    Passava le sue giornate
    a guardare i passeri volare,
    giocava con i topi, ma con noi non parlava.
    Noi lo tormentavamo
    cercando di farlo piangere
    ma lui non ci badava e se ne andava.
    Suo padre non lo amava,
    ogni giorno lo picchiava:
    non poteva sopportare quei suoi occhi strani.
    Sua madre lo consolava,
    lui se ne andava sotto la pioggia
    a piedi nudi, camminava adagio.
    Sono così lontane
    le cose accadute allora
    ma qualche volta di lui noi parliamo ancora.
    Nelle sere d'estate
    quando qui ci si annoia,
    seduti vicini lasciando che il tempo passi.

    Paolino Paperino

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  28. Vale una pagina tutta sua questa canzone.

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  29. Su Fiorini e Bianchini non mi esprimo.
    Non li conosco bene.
    Purtroppo non ho proprio tempo materiale da dedicare ai loro blog.
    Ora sone le 21.15 e vi giuro non vedo l'ora di fiondarmi a letto.
    La pistolina è con papà ma c'è pelosetto da portare a fare i bisognini...e lei ancora non dorme.
    Ha ragione il Papero a volte sembra che faccia "compitini".
    Tuttavia non voglio rinunciare almeno al blog del Dir e di Mari.
    La colpa è mia perchè non avrei dovuto abituare la bambina a stare sempre solo in braccio.
    Echecazzo la culla esiste!
    E' che me la volevo godere...ma ho esagerato!
    Bene ora che mi sono lamentata a dovere che ho da dire?
    Bè su FB poco.
    Non ho nulla in contrario.
    I miei amici ci sono tutti.
    Io non mi sono iscritta perchè non avevo voglia di ritrovare persone del passato con cui poi devi necessariamente rendere conto della tua vita attuale.
    Perchè poi è quello che vogliono sapere.
    Certo come l'utilizza il Papero può essere interessante.
    Mi piacerebbe poter scambiare due righe con Bri Ale66 Aldamar ecc ecc...ma ora come già detto manca il tempo materiale.
    Inoltre odio postare foto personali.
    Niente da nascondere,ma proprio non mi va.
    Così per dirvi il mio parere.
    Vi abbraccio
    veru

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    1. Ciao veru.
      Disciplina ci vuole, disciplina.
      Ma poi loro ti guardano e va tutto a puttane...
      Io sarei stata una pessima madre, il pupo me lo sarei spupazzato notte e giorno.
      Sarebbe stato viziatissimo tanto da non poterne più lui di me.
      Disperato, mi avrebbe chiesto di dormire nel suo letto.
      E mi avrebbe odiato fin da piccolo.
      Sarei stata insopportabile. Sempre a verificare che respirasse.
      Lo facevo con Dani quando era neonata, controllavo sempre quando dormiva che respirasse e se non ero sicura la svegliavo.
      Se piangeva mi rilassavo. E poi le prendevo da mamma.
      Così ansiosa da sfiorare l'assurdo.
      Però io adoro i bambini quando dormono, mi incanto a guardarli. Anche perchè hanno sempre espressioni differenti.
      E guardo anche lo scorrere delle pupille, quasi frenetico nel sonno.
      Ma chissà che cosa sognano i bambini, ve lo chiedete mai? Io sempre.
      Io spero che siano cose belle e serene.
      Altri bambini e tanto amore, corse nei prati con pelosetti.

      Tornando a noi, mi piace parecchio che su questo blog parli di te e anche delle tue difficoltà come delle tue gioie, ci rendi partecipi della tua vita e questo credo faccia piacere a tutti noi.
      Hai il tuo posto fisso sul divano di casa mia.
      Fra qualche mese tornerai ad avere più tempo.
      E chissà magari anche a frequentare FB.
      Ma chiacchierare con gli altri puoi farlo anche dal Dir o su i loro blog.
      O via mail.
      Per questo io in particolare non lo ritengo necessario.

      Sulle foto poi, la penso esattamente come te.

      Il tuo parere è estremamente importante.
      Per me e per tutti noi.

      Ti abbraccio.

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  30. Ghghghghgh...no no niente facebuc!!!

    Mari ora un po' meno ma fino dieci giorni fa,mi alzavo dal letto e mi chinavo sulla culla per sentire se respirava ;-)

    Sinceramente non mi pongo il problema se sarò una buona mamma o meno.
    Mi basterebbe riuscire ad insegnarle l'onestà e il rispetto per se stessa e per gli altri.
    Il resto è amore e la veru così come sono senza riserve.

    Tu invece sei una donna e un'amica splendida e ti assicuro che non è da tutti.
    E la ziotta tutta Napoli verace...che bello!

    bacio con tutto compreso

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  31. Sul tema del post, faccio davvero fatica ad esprimermi. Mi mette a disagio. E lo scrivo con umiltà e sincerità. Non trovo parole, e mi dispiace.

    Ti ammiro tantissimo, Ai, per il tuo lavoro e davvero mi farebbe piacere contribuire con una donazione volontaria alla tua casa famiglia, come ho scritto poco più su. Ogni parola che scrivi quando ne parli mi lascia a bocca aperta, per il coraggio e l'amore che ne emerge.

    Alla fine penso davvero che i soldi possono essere davvero una preoccupazione enorme, e forse non danno la felicità ma di sicuro quando non se ne ha a sufficienza il problema esiste.

    Sulla questione FB: io sono iscritta e partecipo al blog su Vanity. È vero che, da quando ci è arrivato il Papero, molto dello svacco che prima si svolgeva dal Dir si è in parte trasferito lì... È anche vero che, personalmente, sono saltuaria lì, qui, dal Dir, da me... insomma ovunque!!! Un vero disastro :P
    Alla fine FB in pratica lo uso quasi solo per quel gruppo anche io, nella mia bacheca non scrivo nulla da secoli ghghghgh Diciamo che chi volesse curiosare sulla mia vita attuale non troverebbe grandi soddisfazioni ghghghghghghgh

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  32. Arnika, non c'è bisogno di molte parole se non te la senti.
    Basta la tua presenza, che è sempre importante...

    Ho riconosciuto io per prima e molte volte nei commenti che non era facile.

    Affronteremo il problema economico anche nel mio prossimo post.

    Bacio grande.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)