30 settembre 2012

Datemi un martello











Datemi un martello. 
Che cosa ne vuoi fare? 
Lo voglio dare in testa 
A chi non mi va, sì sì sì, 
A quella smorfiosa 
Con gli occhi dipinti 
Che tutti quanti fan ballare 
Lasciandomi a guardare 
Che rabbia mi fa 
Che rabbia mi fa 

Datemi un martello. 
Che cosa ne vuoi fare? 
Lo voglio dare in testa 
A chi non mi va, eh eh eh 
A tutti le coppie 
Che stano appiccicate, 
Che vogliono le luci spente 
E le canzoni lente, 
Che noia mi dà, che noia mi dà 

E datemi un martello. 
Che cosa ne vuoi fare? 
Per rompere il telefono 
L'adopererò perché sì! 
Tra pochi minuti 
Mi chiamerà la mamma, 
Il babbo ormai sta per tornare, 
A casa devo andare, ufa, 
Che voglia ne ho, no no no, che voglia ne ho 

Un colpo sulla testa 
A chi non è dei nostri 
E così la nostra festa 
Più bella sarà. 
Saremo noi soli 
E saremo tutti amici: 
Faremo insieme i nostri balli 
Il surf il hully gully 
Che forza sarà...




Oggi il martello lo darei in testa a tutti quelli che questo venerdì hanno aspettato in fila per delle ore pur di accaparrarsi l'ultimo modello di smartphone.
Costo?
Circa 800 euro.


E scusate se mi limito alla canzone.








27 settembre 2012

[CINEMA] Breakfast at Tiffany's: il film della mia vita







Chi è Holly Golightly?

Sicuramente non una donna come tutte le altre.
Ha provato a spiegarlo la stessa Audrey Hepburn con queste parole:




Non avevo nulla in comune con Holly, ma intuivo che potevo caratterizzarla.Sapevo che sarebbe stato difficile, ma avevo voluto lo stesso la parte. A quel tempo dovevo essere anche un po' impudente.Ma come neo mamma mi sentivo più selvaggia che mai."



Partiamo da qui.
Dal fatto che Truman Capote voleva Marilyn nella parte di Holly. La trovava selvaggia e poco incorniciabile, esattamente come il personaggio nato dalla sua penna.
Indomabile e allo stesso tempo fragilissima, con un passato pesante come un macigno dal quale non riusciva a liberarsi.

L'elenco delle attrici proposte dalla  Paramount a Capote per la parte della protagonista era lungo.
Comprendeva Jane Fonda e Shirley MacLaine. Per la produzione poi, Rosemary Clooney, zia di George, era perfetta.

Rosemary Clooney

Ma l'autore era irremovibile, voleva Marilyn o in alternativa Elisabeth Taylor.

Ma la Monroe, sua prima scelta era lontana, alle prese con i suoi problemi di alcool e con il complesso matrimonio con Arthur Miller.
La produzione non la ritenne adatta e impose a Capote, Audrey Hepburn.
Truman riteneva che quel qualcosa di indefinito che aveva Holly, non era nel carattere di Audrey ma sicuramente in quello di Marilyn.
Non lo ascoltarono.
Non sapremo mai come sarebbe andata se Marilyn fosse stata scelta per quella parte.
Ma sappiamo che Audrey ha reso il personaggio di Holly immortale.

23 settembre 2012

Italia Loves Emilia e Campovolo: essere nell'evento


Locandina Evento





Quando ieri pomeriggio siamo arrivati a Reggio nell'Emilia, solo allora ci siamo resi conto che stavamo cavalcando un evento: vedendo la massa di persone di tutte le età, giovani, famiglie intere, ragazzi, adulti freschi di terza età, tutti migranti verso Campovolo, in perfetta armonia.

Camminiamo tutti insieme, si sentono nell'aria canzoni diverse, si mischiano i testi di Ligabue con quelli di Lorenzo Cherubini, un gruppo di ragazzini canta Tiziano Ferro, altri più maturi si divertono a rispondere  con le canzoni di Renato Zero.

La strada verso il punto d'incontro per noi è lunga, per evitare lunghe file abbiamo lasciato la macchina indietro, all'altezza dello svincolo con la tangenziale, purtroppo la lungimiranza non servirà a molto a fine serata.

Lo spazio è enorme, non ci eravamo mai stati prima, i due precedenti concerti di Ligabue, per vari motivi non ero riuscita a vederli.
C'è tantissima gente, in vita mia così tanti tutti insieme per un concerto, non li avevo mai visti.
L'idea di essere lì, con un intento così nobile in comune, credo abbia dato a tutti la carica per esserci; e per esserci  con correttezza e responsabilità.

Cerchiamo posto, ma capiamo subito che sarà dura avvicinarci più di tanto al palco, hanno allestito campi per camper e tende perchè da giorni stanno arrivando da tutta Italia, e avendo aperto i cancelli alle 9.00 di questa mattina, sappiamo che ci dovremo accontentare di trovare un punto in cui vedremo forse meno, ma saremo sicuri di sentire bene.
Un po' di timore ce l'ho: non è passato molto tempo dal Campovolo del 2005 di LL in cui piovverò critiche fortissime sull'organizzazione, che trascurò l'impianto audio al punto che in fondo, del concerto non si sentì assolutamente nulla.

Troviamo uno spazio per fermarci, come detto non è vicinissimo al palco, ma la visuale è buona e incrociamo le dita per i volumi.
Ma subito, dopo qualche minuto, partono gli altoparlanti con i jingle delle radio private che tutte insieme in diretta faranno sentire la voce dell'Emilia e dell'Italia ovunque, e ci rassereniamo, si sente benissimo, meno male.

19 settembre 2012

La zona d'ombra: poesia e ossessione




Mi hai reso qualcosa d’ottuso,una foresta pietrificata,
una che non può piangere per le maternità disfatte.Mi hai reso una foresta dove serpeggiano serpi velenose e la jena è in agguato,perché io ero una ninfa innamorata e gentile,e avevo dei morbidi cuccioli.Ma le mie unghie assetate scavano nette la terra, così io Medusa fissa ti guardo negli occhi.Io esperta sognatrice che anche adesso mi rifugio in un letto ammantata di lutto per non sentire più la carne.

(Rivolta - Alda Merini)





Partire da queste dolorosissime parole per ricordarla.
Con la sua purezza, il suo spessore, la sua follia mai negata.


Uno dei più grandi rimpianti della mia vita e avere avuto tempo fa la possibilità di parlarle e non averlo fatto.
Bloccata da un attacco di timidezza nei confronti della sua bellezza.
Ci siamo solo guardate, io sorridevo, lei no.
Mi aveva guardato avvolgendomi con quel suo sguardo disperato e bellissimo.
Non avevo osato chiederle nulla ed ero andata via.
In realtà avrei solo voluto abbracciarla.


lo faccio ora.


Parliamo di Alda insieme.









18 settembre 2012

Blog Diamond Award




Ho ricevuto un premio bellissimo e luminosissimo da una cara amica di blog Claudia, che ringrazio con tutto il cuore.
Il premio è per la padrona di casa e il suo angolo ovvero il mio blog.
Ringrazio la mia amica e il suo pensiero che è volato fino a me.

Seguendo il regolamento nomino l'ideatrice del premio: Roby.

Mi accingo a nominare a mia volta cinque amiche di blog, molto speciali.
Avrei voluto nominarle tutte, ma mi attengo alle regole.
                                                             Alessandra
                                                               Alice
                                                               Arnika
                                                                Elisa
                                                              Lucietta

E poichè nel mio blog la musica la fa da padrona, dedico questa canzone alle amiche e gli amici di blog. Tutti nel mio cuore.









14 settembre 2012

VIOLA ARDONE: LA RICETTA DEL CUORE IN SUBBUGLIO



Questo libro l'ho ricevuto in dono per il mio compleanno da un'amica, Stefy, che mi conosce molto bene.
Solo una persona che ha letto fino in fondo al mio cuore, poteva regalarmi un libro che ha fatto riaffiorare così tanti ricordi che è stato difficile arginarli.
E' stato un turbine questo ritornare indietro, riaffacciarmi alla mia infanzia, rivedere mia nonna, così simile alle diverse figure di nonne raccontate da Viola Ardone nel suo romanzo.
E mia mamma, lontana anni luce dalla madre della protagonista eppure in tante cose e situazioni, uguale.
La prima cosa che mi ha stupito è stato il lessico che utilizzava la protagonista da bambina, molto simile a mio, anzi alcune volte identico.

Ecco due dei brani che mi hanno fatto sgranare gli occhi dallo stupore, voi dovete immaginare me che pronuncio le stesse parole, identiche:
" Mi ha detto Maddalena Sarnacchiaro che è la mia amica del cuore NUMERO 1, che il mio nome non esiste nemmeno sul calendario perchè non c'è nemmeno un santo che si chiama come me e che quindi non ho un onomastico come tutti gli altri." ( Dialogo davvero accaduto tra me e la mia amica del cuore alle elementari, che non si chiamava Sarnacchiaro naturalmente, a proposito del fatto che tutti mi chiamavano Mariella, che secondo lei non esisteva.

" Mi sembra di camminare con i piedi sul soffitto, come ho visto in un film, dove un signore prendeva una piccola rincorsa, saliva sulla parete e poi arrivava al soffitto e invece di cadere riusciva proprio a camminare, senza mai perdere l'equilibrio e poi iniziava pure a ballare.
Io una volta ho pensato di provare. Però appena ho messo un piede vicino al muro del corridoio si è fatta una macchia nero chiaro, della grandezza della mia scarpa. In quel momento è arrivata mia mamma e allora me ne sono andata di là con i piedi molto leggeri. Mia mamma quel giorno non faceva silenzio e quindi iniziò a chiedere ad alta voce CHI ha messo i piedi in faccia al muro anche se credo che lo sapeva che ero stata io. Io però non dicevo niente e giocavo con Dalia, che è la mia bambola preferita NUMERO 1, in cameretta aspettando che mia mamma smetteva di parlare con il muro. E infatti smise." (Uniche differenze, non muro ma carta da parati e la mia bambola NUMERO 1 si chiamava Michela. C'è solo da indovinare il film!).

Rivedere la grande cucina di casa mia, e il tavolo di legno su cui nonna Carmela (mia nonna) preparava la pasta fatta in casa.
Mi è sembrato perfino di potere riascoltare il suono della sua voce, che pensavo di avere dimenticato, con quella cadenza napoletana così familiare e così cara, sempre presente dentro di me.

" Io e mia nonna quando una di noi due combina qualche guaio non lo diciamo a nessuno. E se ci fanno delle domande diciamo boh e ridiamo sotto i baffi cercando di non farci scoprire."
Accadeva che mia nonna, pur essendo molto severa, vivendo con noi, ci coprisse con mia mamma o mio padre quando ne combinavamo una delle nostre e lei riteneva che fosse cosa lieve. Grazie nonna!

Tornando al bel romanzo della Ardone, si divide in due spazi e momenti:
il presente con Dafne che vive la sua vita milanese con sicurezza esteriore ma tanta fragilità interiore e che ha perduto parte del suo passato e non lo rivuole indietro, perchè è sicura che potrebbe farle male;
il passato con Dafne bambina che torna con flash back ad insaputa di Dafne adulta in quella Napoli così uguale ai miei ricordi e malinconicamente immutata;

I due spazi sono nettamente divisi persino nella grafica oltre che nella scrittura e nel lessico.

Centro del racconto è quando la protagonista confusa chiede consiglio alla sua migliore amica Adriana che, le dona una ricetta antica di quelle che si trasmettono da madre in figlia. Ricevuta in dono dalla nonna insieme al suo ricettario.
La ricetta però non è culinaria: è una ricetta d'amore destinata a dare pace al cuore dopo una grande delusione, e questo mi ha emozionato come poche altre volte mi è successo leggendo un libro.

Ora, la ricetta mi era familiare e trovarla scritta tra le pagine di un libro di una persona sconosciuta a me, ma cosi intima da condividere qualcosa di così prezioso, mi ha lasciato senza parole.

Ricetta del cuore in subbuglio.
Ingredienti:
- un cuore in subbuglio bello grande;
- un bicchiere di vetro trasparente;
- acqua corrente q.b.;
- zucchero;
- un cucchiaino;
- un tavolo;
- una sedia;
- una finestra (o un balcone);


Nonna Assuntina, in maniera pratica spiega che bisogna fidarsi della ricetta e che sicuramente avrà successo, mostrando la stessa pazienza e la stessa sicurezza che aveva avuto la mia quando per la prima volta me ne parlò.
Come non appoggiarsi a quella spalla, reclinando il capo per farsi rassicurare e consolare?
Il libro di Viola Ardone è stata la spalla su cui mi sono chinata per rasserenarmi un po' con l'idea di farmi coccolare dal ricordo di chi lo ha fatto tante volte.


A differenza della protagonista, non c'è qualcosa che devo ritrovare.
Ma sicuramente c'è qualcosa che non devo dimenticare.
Non succederà fino a quando  sarò in grado di riavvolgere il filo dei ricordi, ogni volta che se ne presenterà l'occasione.
Come è stato con questo piccolo e prezioso dono.

Grazie Stefy e grazie Viola Ardone.




PS1: non posso finire senza questo ultimo brano.

" Il libro era Piccole Donne Crescono, che è quasi bello come Piccole Donne ma un po' meno perchè ad un certo punto Jo si sposa. Jo è il mio personaggio preferito NUMERO 1 anche perchè prima aveva i capelli lunghissimi e tutti glieli ammiravano ma poi se li è tagliati corti, come me. Per fare piacere alla famiglia che era povera. Ma anche per potere diventare maschio io credo."

Ho avuto i capelli corti solo due volte nella mia vita.
La prima volta mi era andata bene, perchè odiavo i miei ricci scomposti e da bambina volevo essere JO MARCH.
La seconda invece ci sono stata malissimo e per mesi mi sono odiata per la decisione presa alla vigilia del matrimonio di mia sorella.
Non è più successo e non succederà mai più.

PS2: vi ho dato gli ingredienti per la ricetta ma la spiegazione no.
Quella dovrete cercarla dentro di voi.






11 settembre 2012

Sotto il sole della Toscana innamorarsi di Cortona




Cortona: Piazza Della Repubblica
Qualche anno fa vidi un film che si intitolava "Sotto il Sole della Toscana".
Tratto da un romanzo della scrittrice Frances Mayes, era ambientato in questa piccola cittadina in provincia di Arezzo.
Il romanzo, da noi praticamente sconosciuto, ebbe un successo straordinario negli Stati Uniti, tanto da farne comprare i diritti cinematografici alla Touchstone Pictures, che produsse il film.


La locandina del film


Per dire la verità non è grande cosa, infarcito com'è di tutti quegli  stereotipi italiani che amano tanto gli americani.
Il film è un bel polpettone romantico, con una discreta Diane Lane e un Raul Bova da dimenticare.
C'erano però due cose degne di nota nel film, i luoghi splendidi e un cameo di Monicelli come attore ( forse l'ultimo).
Ed io la scena del saluto, ultima del film, l'ho vista tre volte.

Ma torniamo ai luoghi;  la Toscana in tutto il suo splendore e in particolare Cortona.
C'è un altro motivo per cui volevo visitare questa bellissima città ma, ve lo dirò alla fine.
La cittadina è al confine tra le regioni dell'Umbria e della Toscana su di una collina che è circa a 600 metri dal mare.
Come la maggior parte dei borghi della zona, nasce sotto gli etruschi e poi subisce le invasioni dei romani e poi dei barbari.
Successivamente diviene comune per poi essere annessa allo stato Pontificio.
E' l'escursus che ho riscontrato in quasi tutti i posti che abbiamo visitato, tra la Toscana, l'Umbria e le Marche, accomunati dalla predominanza di cittadine-fortezze arroccate su di un colle con una evidenza strategica notevole, pertanto soggette ad essere sempre delle prede ambite nel corso dei secoli.

La mattina è splendida, saliamo i tornanti sentendo nell'aria il profumo dei campi e degli alberi che circondano la strada. I paesaggi sono incantevoli, colline che degradano in tutti i colori del verde, giallo e ocra.
Campi di girasole infiniti, ormai a maturazione, gli stessi che avevamo visto nelle Marche.
Ho pensato che bisognerà tornare a maggio-giugno quando saranno tutti in fiore e tra il giallo splendente di quel fiore e il rosso dei papaveri, lo spettacolo cromatico raggiungerà sicuramente il picco massimo della bellezza.

Cortona: il panorama da Porta Santa Maria

Entriamo da Porta Santa Maria e ci dirigiamo verso il centro seguendo via Roma.
Non pensavamo di trovare così tanti turisti e la cosa ci ha sorpreso, abbiamo saputo dopo che il successo prima del libro e poi del film in America, ha trasformato completamente questo borgo rendendolo una meta turistica di punta soprattutto per stranieri.


Cortona: Duomo esterno

Cortona: Duomo interno


Scoprendo la città abbiamo visitato il Duomo; splendido esempio di cattedrale romanica con influenze rinascimentali. All'interno opere di Andrea Commodi e Pietro da Cortona.
Proseguiamo e salendo scopriamo giardini inaspettati e balconcini fioriti meravigliosi.

Cortona: un incanto di giardino


Cortona: angolo fiorito

Arriviamo in cima al borgo e scopriamo la piccola chiesina di San Francesco.
L'architetto è Frate Elia, uno dei compagni di vita di Francesco d'Assisi.
Definito da Francesco come "madre" per lui e "padre" per gli altri confratelli, suo successore.
Quando si stabilì a Cortona volle costruire una chiesa lasciandoci questo piccolo gioiello.
La chiesa fu edificata nel 1245 in tipico stile francescano, al suo interno opere di Pietro da Cortona e alcune reliquie del santo, che Elia portò quando si trasferì.


Cortona: Chiesa di San Francesco

Siamo poi tornati indietro, mangiato in una piccola trattoria (benissimo tra l'altro) e ci siamo riaffacciati su Piazza della Repubblica, il cuore della città.

Cortona: un angolo del loggiato sulla piazza.


Da quel punto in alto, ho riflettuto su tutta quella bellezza.
E su come il turismo di massa trasformi tutto quello che tocca. So che la città sta cambiando completamente perdendo il suo background rurale. Le botteghe antiche stanno scomparendo e ormai la maggior parte degli esercizi commerciali prolifera a scopo puramente turistico.
Questo lo ha detto, con una nota dolente nella voce, uno dei suoi cittadini più illustri, la cui famiglia è di Cortona, che risiede lì anche se non ci è nato e da qualche anno ne è diventato cittadino onorario.
L'altra ragione per cui ho voluto visitarla, sta nel desiderio di incontrarla cercando di vederla con i suoi occhi, perchè lui quando parla della sua città si emoziona e direi che anche se ci sono abituata a vederlo emozionato, mi procura sempre grande meraviglia scoprirlo così uguale a se stesso.
Perchè ha il mio stesso sguardo, dolce e malinconico quando parla di ciò che ama profondamente.

Uno dei poeti del nostro tempo, Lorenzo Jova Cherubini.

Per un uomo e una terra così, ci vuole una canzone d'amore esagerata.







PS: basta con i post sulle vacanze questo è l'ultimo per ora, lo so che se ne posto un altro potreste togliermi il saluto!
Grazie anche per la pazienza...


08 settembre 2012

Un lungo fine settimana di passione (Rossa)









Questa la pole del Gran Premio di Monza che si disputerà domani partenza ore 14,00:


1° HAMILTON
2° BUTTON
3° MASSA


10° ALONSO

Ora, a parte che diversamente dagli altri anni non lo seguirò da casa, spaparanzata in poltrona come faccio da molto tempo a questa parte, io non vedo l'ora che sia domani sera.

Quando smetterò di sentire quei dannati elicotteri che ormai da giovedì mattina continuano a sorvolarci sulla testa, con intervalli di 10 minuti circa.

Quando il traffico già congestionato sulla Valassina normalmente, non sarà più quel confuso trenino di automobili grazie al quale siamo felici di riuscire a raggiungere il nostro supermercato in 45 minuti invece che dei soliti 7.

Quando non vedrò i cartelli di parking assurdi, lungo ogni strada, che indicano posteggi improbabili sul Viale Delle Industrie e su Corso Milano, che oltre ad essere ricavati dentro le aree dei supermercati o all'esterno del palasport e ovunque possiate immaginare ci sia spazio, si sono  impossessati anche dei ridicoli spazi erbosi che appartengono alla comunità.



Autodromo Monza



Quando, entrare nel centro di Monza, non significherà più scavalcare orde di tifosi, adulti con la bava alla bocca, vestiti con le maglie e i cappellini del colore delle amate scuderie tirarsi dietro i loro bambini, che si fermano in ogni angolo e si ammassano per vedere le macchine dei loro sogni, parcheggiate lì dove non dovrebbero essere.
Quando il parco, nostro orgoglio, smetterà di essere un camping in balia di tutti.
Quando, non mi toccherà rinunciare anche al sacrosanto, piccolo aperitivo del sabato, perchè non troverei posto nemmeno se me lo affittassi tutto, il bar.
Idem a dirsi per ogni ristorante, pub o affini che si rispettino.
Anche Ammud del Kebab non ha pace in questi giorni ( tra l'altro il suo Kebab è di gran lunga migliore di tante pizzerie del luogo).

Noi cittadini, evitiamo la città in questi giorni, e migriamo verso luoghi più sereni.

In attesa che il circo con il suo baillame passi.
Dato che del circo possono essere contenti solo i commercianti e di questi tempi fa bene, lo capisco.

Io amo il Mondiale e sono ferrarista da sempre.
Quest'anno poi sono 90 anni dall'apertura del circuito di Monza, 1922-2012.
Ho visto il grandissimo Ayrton Senna (McLaren),  salire sullo scalino più alto del podio nel 90' e nel 92', se la memoria non mi inganna.
Poi le vittorie di Schumacher, che visto l'antipatia che provavo per il tedesco, non mi hanno mai permesso di esserne entusiasta e lui domani corre ancora.

Ma quello che mi mancherà di più come sempre, ogni anno, ogni maledetto Gran Premio, è sempre lui, per me il più grande di tutti, il sorridente canadese, di cui da adolescente  ero follemente innamorata, tutta colpa sua la mia passione per le corse.
Lui, la sua tuta e la sua macchina rossa.

Ciao Gilles.




Gilles Villeneuve

04 settembre 2012

Passeggiata notturna a Spello



Seguitemi...

Io amo moltissimo questo piccolo borgo medievale che scopersi qualche anno fa, mentre seguivo il percorso di Francesco.

Ti cattura, ti stupisce, ti incanta, ti fa innamorare.
Ora vorrei raccontarvi la sua storia, a piccoli passi sotto il chiaro di luna.
Qualche cenno storico e poi verrete con me, per scoprire questa meraviglia nella lunga notte.
La cittadina umbra è arroccata  su uno stretto sperone del Monte Subasio, deve la sua nascita al popolo locale ma successivamente la sua gloria ai Romani e a Cesare Augusto, che la appellò come "Splendidissima Julia". Sotto L'Impero Romano conobbe grande gloria e sviluppo per poi franare sotto i colpi dei Barbari che la ridussero a mero borgo agricolo, per fortuna non distruggendo le vestigia romane.
In epoche successive fu inglobata prima nel Ducato di Spoleto e poi ceduta al Papato. Ma rivendicherà presto la sua autonomia divenendo Comune autonomo per molto tempo, fino a quando i Baglioni, nobilissima famiglia umbra, presero possesso dell' ex comune.
Successivamente fu annessa allo Stato Pontificio, poi è storia recente.
Tutte queste dominazioni influenzarono enormemente il suo patrimonio artistico e con nostra somma gioia, le bellezze sono rimaste quasi intatte, nonostante i barbari e sono potute giungere fino a noi.

Ecco che, con la serata propizia e socchiudendo gli occhi, spero di riuscire ad accompagnarvi in questa visita dal sapore magico. Partiamo dall'ingresso principale che apre il borgo racchiuso nella cinta delle mura augustee:  

MS
Spello: la porta CONSOLARE
superiamo la porta Consolare e il successivo piccolo ponte e ci troviamo di fronte via Sant'Angelo e poi in via Cavour, da dove vi ho chiesto di accompagnarmi.
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Spello: Cappella Tega
Salendo nelle stradine estremamente silenziose, illuminate dalla luce della luna che ci fa scoprire il colore della pietra rosa di Subasio, raggiungiamo dapprima l'angolo tra via Sant'Angelo e Via Consolare  con la Cappella Tega.
Gli affreschi di Pietro di Mazzaforte e Nicolò di Liberatore, sono stati eseguiti durante la seconda metà del 1400.
Vederli di notte, nella piccola piazzetta, mentre attorno a noi il silenzio è impressionante, ce li fa gustare nella massima libertà ed emozione.
Proseguiamo su Via Cavour fino a Piazza Matteotti.
Davanti a noi la chiesa di Santa Maria Maggiore e la Cappella Baglioni.

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Spello: chiesa Santa Maria Maggiore
Di sera era impossibile visitarla. Noi ci siamo stati altre volte a rimirare gli affreschi di Bernardino di Betto Betti detto il "Pinturicchio", meraviglie racchiuse all'interno della Cappella Baglioni.
Il ciclo di affreschi è databile intorno al 1500 e ha come tema storie di Maria e infanzia di Gesù.
All'interno della cappella è possibile ammirare anche un autoritratto dell'artista.
La foto che posto è quella che avevamo scattato una delle ultime volte che eravamo stati a Spello.

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Spello: Cappella Baglioni un particolare del soffitto quadrangolare a volta a crociera

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Spello:alle mie spalle  il simbolo Hispellum 

Ogni anno, a fine agosto con la manifestazione "Hispellum" si rievoca lo splendore della Spello romana.
Sono giorni intensi in cui l'antico e il presente si fondono in piena armonia. Da non perdere.
Proseguendo sulla via Cavour, con deliziosi negozietti che si aprono come scrigni preziosi sulla via, prestate attenzione alla manifattura locale che offre ardite composizioni fatte con il macramè (io ho comprato una collana bellissima in pietre dure e macramè) o con la lana che si trasforma aiutata dalla mani mirabili di chi la acconcia e rifinisce; proseguendo alla nostra sinistra dobbiamo fare attenzione a non superare l'angolo con via Catena, perchè a pochi metri c'è il Palazzo Urbani con il suo favoloso " Loggiato".
Di notte tutta la visione assume una nuova prospettiva se baciata dalla luce lunare!

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Spello: Loggiato di Palazzo Urbani

Saliamo ancora, oltre piazza della Repubblica dove si trova il magnifico Palazzo Comunale duecentesco e presto ci troviamo alla famosa cinta Julia.
Da questo punto possiamo decidere di percorrere le strada circolare che segue la cinta muraria, per arrivare al punto più alto del borgo da dove si domina il paesaggio collinare che declina fino ad Assisi.
Ed è tutto un salire, nel silenzio assoluto dove l'unico suono è  il ticchettio leggero dei miei passi.


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Spello: le discese ardite

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Spello: e le risalite.

Giriamo attorno a Piazza Gramsci (ebbene sì) e poi proseguiamo per Via Torre Margherita, per Via Porta Sant'Angelo fino a Via Delle Mura Vecchie arrivando a Porta Venere, così denominata nel 1600 perchè vicina ad un tempio dedicato alla dea. Sacro e profano che si incontrano come in tutti i borghi antichissimi che si rispettino.
Qui godiamo di uno spettacolo unico, salendo verso le Torri di Properzio.
Un notturno panoramico spettacolare che la stessa macchina fotografica si è rifiutata di impressionare, per questo l'unica cosa da fare per osservarlo  è andarci!


MS
Spello: Salita alle Torri di Properzio
Torniamo indietro lentamente.
Il percorso è stato faticoso sia nel salire che nel discendere. Ma dimenticheremo presto la fatica fatta, perchè ci resterà a lungo negli occhi ogni immagine, ogni angolo scoperto.
Tutte le volte che torniamo ci stupiamo di come sia sempre nuova al nostro sguardo. 
C'è sempre qualcosa che mancava nel piccolo puzzle del borgo. Come una fanciulla che sorridendo ci dice che non è ancora tutto, quello che avete scoperto di lei e che probabilmente come tutte le donne non riuscirete mai a cogliere per intero la sua anima.
Sorridete mentre la lasciate perchè  sapete benissimo che è proprio così e tornerete presto a bere alla sua fonte, che non vi disseterà mai fino in fondo.


Buona magica serata ovunque voi siate, amici miei.