14 settembre 2012

VIOLA ARDONE: LA RICETTA DEL CUORE IN SUBBUGLIO



Questo libro l'ho ricevuto in dono per il mio compleanno da un'amica, Stefy, che mi conosce molto bene.
Solo una persona che ha letto fino in fondo al mio cuore, poteva regalarmi un libro che ha fatto riaffiorare così tanti ricordi che è stato difficile arginarli.
E' stato un turbine questo ritornare indietro, riaffacciarmi alla mia infanzia, rivedere mia nonna, così simile alle diverse figure di nonne raccontate da Viola Ardone nel suo romanzo.
E mia mamma, lontana anni luce dalla madre della protagonista eppure in tante cose e situazioni, uguale.
La prima cosa che mi ha stupito è stato il lessico che utilizzava la protagonista da bambina, molto simile a mio, anzi alcune volte identico.

Ecco due dei brani che mi hanno fatto sgranare gli occhi dallo stupore, voi dovete immaginare me che pronuncio le stesse parole, identiche:
" Mi ha detto Maddalena Sarnacchiaro che è la mia amica del cuore NUMERO 1, che il mio nome non esiste nemmeno sul calendario perchè non c'è nemmeno un santo che si chiama come me e che quindi non ho un onomastico come tutti gli altri." ( Dialogo davvero accaduto tra me e la mia amica del cuore alle elementari, che non si chiamava Sarnacchiaro naturalmente, a proposito del fatto che tutti mi chiamavano Mariella, che secondo lei non esisteva.

" Mi sembra di camminare con i piedi sul soffitto, come ho visto in un film, dove un signore prendeva una piccola rincorsa, saliva sulla parete e poi arrivava al soffitto e invece di cadere riusciva proprio a camminare, senza mai perdere l'equilibrio e poi iniziava pure a ballare.
Io una volta ho pensato di provare. Però appena ho messo un piede vicino al muro del corridoio si è fatta una macchia nero chiaro, della grandezza della mia scarpa. In quel momento è arrivata mia mamma e allora me ne sono andata di là con i piedi molto leggeri. Mia mamma quel giorno non faceva silenzio e quindi iniziò a chiedere ad alta voce CHI ha messo i piedi in faccia al muro anche se credo che lo sapeva che ero stata io. Io però non dicevo niente e giocavo con Dalia, che è la mia bambola preferita NUMERO 1, in cameretta aspettando che mia mamma smetteva di parlare con il muro. E infatti smise." (Uniche differenze, non muro ma carta da parati e la mia bambola NUMERO 1 si chiamava Michela. C'è solo da indovinare il film!).

Rivedere la grande cucina di casa mia, e il tavolo di legno su cui nonna Carmela (mia nonna) preparava la pasta fatta in casa.
Mi è sembrato perfino di potere riascoltare il suono della sua voce, che pensavo di avere dimenticato, con quella cadenza napoletana così familiare e così cara, sempre presente dentro di me.

" Io e mia nonna quando una di noi due combina qualche guaio non lo diciamo a nessuno. E se ci fanno delle domande diciamo boh e ridiamo sotto i baffi cercando di non farci scoprire."
Accadeva che mia nonna, pur essendo molto severa, vivendo con noi, ci coprisse con mia mamma o mio padre quando ne combinavamo una delle nostre e lei riteneva che fosse cosa lieve. Grazie nonna!

Tornando al bel romanzo della Ardone, si divide in due spazi e momenti:
il presente con Dafne che vive la sua vita milanese con sicurezza esteriore ma tanta fragilità interiore e che ha perduto parte del suo passato e non lo rivuole indietro, perchè è sicura che potrebbe farle male;
il passato con Dafne bambina che torna con flash back ad insaputa di Dafne adulta in quella Napoli così uguale ai miei ricordi e malinconicamente immutata;

I due spazi sono nettamente divisi persino nella grafica oltre che nella scrittura e nel lessico.

Centro del racconto è quando la protagonista confusa chiede consiglio alla sua migliore amica Adriana che, le dona una ricetta antica di quelle che si trasmettono da madre in figlia. Ricevuta in dono dalla nonna insieme al suo ricettario.
La ricetta però non è culinaria: è una ricetta d'amore destinata a dare pace al cuore dopo una grande delusione, e questo mi ha emozionato come poche altre volte mi è successo leggendo un libro.

Ora, la ricetta mi era familiare e trovarla scritta tra le pagine di un libro di una persona sconosciuta a me, ma cosi intima da condividere qualcosa di così prezioso, mi ha lasciato senza parole.

Ricetta del cuore in subbuglio.
Ingredienti:
- un cuore in subbuglio bello grande;
- un bicchiere di vetro trasparente;
- acqua corrente q.b.;
- zucchero;
- un cucchiaino;
- un tavolo;
- una sedia;
- una finestra (o un balcone);


Nonna Assuntina, in maniera pratica spiega che bisogna fidarsi della ricetta e che sicuramente avrà successo, mostrando la stessa pazienza e la stessa sicurezza che aveva avuto la mia quando per la prima volta me ne parlò.
Come non appoggiarsi a quella spalla, reclinando il capo per farsi rassicurare e consolare?
Il libro di Viola Ardone è stata la spalla su cui mi sono chinata per rasserenarmi un po' con l'idea di farmi coccolare dal ricordo di chi lo ha fatto tante volte.


A differenza della protagonista, non c'è qualcosa che devo ritrovare.
Ma sicuramente c'è qualcosa che non devo dimenticare.
Non succederà fino a quando  sarò in grado di riavvolgere il filo dei ricordi, ogni volta che se ne presenterà l'occasione.
Come è stato con questo piccolo e prezioso dono.

Grazie Stefy e grazie Viola Ardone.




PS1: non posso finire senza questo ultimo brano.

" Il libro era Piccole Donne Crescono, che è quasi bello come Piccole Donne ma un po' meno perchè ad un certo punto Jo si sposa. Jo è il mio personaggio preferito NUMERO 1 anche perchè prima aveva i capelli lunghissimi e tutti glieli ammiravano ma poi se li è tagliati corti, come me. Per fare piacere alla famiglia che era povera. Ma anche per potere diventare maschio io credo."

Ho avuto i capelli corti solo due volte nella mia vita.
La prima volta mi era andata bene, perchè odiavo i miei ricci scomposti e da bambina volevo essere JO MARCH.
La seconda invece ci sono stata malissimo e per mesi mi sono odiata per la decisione presa alla vigilia del matrimonio di mia sorella.
Non è più successo e non succederà mai più.

PS2: vi ho dato gli ingredienti per la ricetta ma la spiegazione no.
Quella dovrete cercarla dentro di voi.






24 commenti:

  1. Mah? Te la devo dire tutta? Mica mi convince tanto 'sta narratrice (mai sentita nominare, tra l'altro), almeno dai pochi accenni che riporti...
    Se il suo stile vuole imitare quello di un bambino è piuttosto poco credibile (sembra facile parlare come un bambino, ma pochissimi scrittori – per non dire nessuno – ci riescono; infatti i più saggi lo evitano); se invece quello stile è proprio il suo... mamma mia!
    Vabbe', si sa che io ho gusti un po' particolari in letteratura...
    Bacioni, tuo
    Cosimo

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    1. Ciao Cosimo.
      Non mi occupo nel mio blog di recensire libri.
      Parlo solo di quelli che colpiscono a fondo le pareti del mio stomaco.
      Per questo, la maggior parte delle volte accenno molto poco agli autori.
      Alcuni poi sono talmente famosi che le parole sarebbero inutili.
      Però giustamente per saperne qualcosa in più ti dico che:
      Viola Ardone è una giovane scrittrice napoletana al suo primo romanzo.
      Laureata in lettere moderne da sempre si occupa di testi scolastici per ragazzi.
      Insegna italiano e latino in un liceo scientifico
      Hai ragione quando dici che è difficile parlare il linguaggio dei bambini ed essere credibili, soprattutto portarlo sulla carta;
      proprio per questo sono stata rimasta piacevolmente sorpresa dalla sua bravura e dalla sua credibilità.
      Forse il fatto che è il suo lavoro occuparsi del ragazzi ha reso le cose più semplici.
      Chissà.
      Forse molto semplicemente, non ha dimenticato come me di essere stata bambina e ha un'ottima memoria.

      Il romanzo è su due piani di tempo diversi:
      flash back sul suo passato dove torna bambina e si esprime come tale:
      il presente in cui è una donna realizzata sul lavoro ma irrealizzata nella vita con una miriade di problemi psicologici che sta tentando di risolvere tornando al passato (in parte dimenticato) con l'aiuto di una psicologa.
      Il suo stile è semplice, diretto, attento ma, assolutamente maturo.
      Ti abbraccio.
      Buon sabato.

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    2. "Sono stata rimasta" non esiste.
      "Stata" non c'entra nulla con il resto.
      Scusa la svista.

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    3. Figurati! Ne facciamo tante, tutti quanti, di sviste nello scrivere in rete...
      A me il tuo post è sembrato proprio una recensione, e anche ben fatta e completa, con molte citazioni; ma, per l'appunto, sono state proprio quelle ad attirarmi poco nei confronti dell'autrice...
      Sì, le informazioni su di lei in effetti le avevo già trovate in rete (sono curioso come una scimmia, sulla barra di Google ci girerò venti volte al giorno, ogni volta che trovo qualcosa che non conosco o non ricordo); avevo sospettato anche che il romanzo fosse strutturato su due piani, con frequenti flashback infantili; operazione comunissima, l'ho fatto anch'io in alcuni miei racconti (e anche, in parte, nel mio ultimo romanzo), però riferendomi all'adolescenza e non all'infanzia...
      Che dirti? Ai gusti non si comanda...
      Un abbraccio, tuo
      Cosimo

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    4. I gusti Cosimo sono essenziali e personali, ci mancherebbe.
      Sono comunque contenta di averti portato a conoscere qualcuno, di cui non sapevi nulla.
      Anche io come te, quando incontro qualcosa che ignoro non resisto e mi informo.
      Non riuscirò mai a ringraziare abbastanza internet per questo.
      Con te avrò sbagliato citazioni?
      Chissà.
      Ti ringrazio per l'interesse verso quello che scrivo, mi fa molto piacere.
      Ti abbraccio.


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  2. Ciao Mari,questo è un libro che penso piacerebbe anche a me! La figura di mamma che urla e di nonna che copre le marachelle mi riguarda.La ricetta del cuore in subbuglio mi intriga ma non ho capito come si mette in pratica ,forse perchè non sono una brava cuoca.I miei capelli sono mossi e fini e li ho portati sempre corti perchè mia madre mi vedeva più in ordine.Adesso li ho fatti crescere e mi piacciono molto, anche se il caschetto ha ricoperto la mia testa per circa venti anni.
    p.s Nonso se e quando scriverò sul blog ma intanto ti verrò a fare visita!
    baci

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    1. Ciao Lucy.
      Sì penso proprio ti piacerebbe, te lo consiglio.
      La ricetta intanto prova a sentirla con il cuore e trai le tue conclusioni.
      Il luogo dove vivi, secondo il mio parere, è il massimo come location per realizzarla.
      Non pensare che saper cucinare o meno c'entri qualcosa, con questo esercizio.
      C'entra il nostro stato d'animo e la nostra sensibilità.
      Ma non preoccuparti, fra qualche giorno scoprirò l'arcano e vi spiegherò come applicare gli ingredienti alla vita.

      Sono felice che oggi tu abbia deciso di venire a trovarmi e ti aspetto presto.
      Tieni d'occhio il post che a breve arriva la soluzione.

      Ti abbraccio amica mia, buon fine settimana.

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  3. Il film è "Cantando sotto la pioggia".
    Secondo, nella mia personale classifica dei musicals cinematografici, solo a Grease.

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  4. Brava Ale.
    Nella mia classifica di musical è il primo e ora sapete anche perchè, subito dopo viene The Rocky Horror Picture Show, sai che io non sono molto normale ghghghghhgghghghgh.
    Terzo Grease.
    Quarto Brigadoon.
    Quinto Gigì.

    No, basta che odio le liste.
    Baci

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    1. Sono d'accordissimo su Rocky Horror, un mito... meno su Grease, lo ricordo come un filmetto un po' sciapo; Cantando sotto la pioggia... ci credi che non l'ho mai visto?!
      E a proposito di liste/non liste... almeno Jesus Christ Superstar sarebbe il caso di citarlo...
      Ciau!
      Cosimo

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    2. Non hai mai visto Gene Kelly ballare sotto la pioggia?
      Il musical dei musical?
      Bisognerà che ci faccia su un post!
      Ottima citazione quella Jesus Christ Superstar.
      Potrei continuare con Hair, ad esempio...
      Ma la coppia Susan Sarandon e Tim Curry resta insuperabile.
      The Rocky Horror l'ho visto dal vivo al Mexico a Milano tanto tempo fa, non so se ancora oggi resiste l'abitudine di seguirlo e partecipare, cantando insieme agli attori che si mischiavano con il pubblico.
      Era straordinario.

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    3. Rocky Horror l'ho visto al Verdi di Firenze ed è il terzo nella mia personale classifica.
      Poi vengono, in ordine rigorosamente sparso, Evita, Jesus Christ Superstar, La piccola bottega degli orrori, Un americano a Parigi, My Fair Lady e A chorus line.

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    4. Certo che l'ho visto quello spezzone di Gene Kelly! praticamente impossibile non vederlo; io dicevo il film intero.
      Le programmazioni continue di Rocky Horror al Mexico credo siano cessate da un bel po', ma non sono aggiornato.
      Bacioni, tuo
      Cosimo

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  5. Ciao Mariella,
    bello questo post e soprattutto, quel che racconti della nonna Carmela.
    Posso dirti che anche a me la nonna mi ha lasciato quel senso di protezione,
    che purtroppo non ho più dimenticato,
    quel modo disincantato in cui mi faceva vedere le cose,con semplicità e con amore
    (un amore fortissimo), il divertimento di quando imparavo qualcosa, come fare gli gnocchi,
    o la parmigiana, o quando cuciva e ricamava, che meraviglia!
    Come si può dimenticare o paragonare ad altre persone della mia vita?
    Impossibile.
    Sarà nel mio cuore e nella mia mente per sempre.
    E' così anche per te lo so.
    Un abbraccio fortissimo
    La Spia
    P.s. Il libro mi piace chissà se riuscirò a leggerlo.

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    1. Ciao Spia.
      Io dico sempre che i nonni sono il nostro patrimonio più prezioso.
      Indimenticabile, il nostro passato, presente e futuro.
      Nonna Carmela meriterebbe un romanzo.
      Anche Nonna Maria e la sua fissa del principe azzurro.
      Ma che noi forse abbiamo delle nonne in comune?
      O le nonne nei nostri ricordi sono tutte così simili?

      Hai fatto bene a non avere dimenticato, è proprio quello che dico nel mio post.
      Non bisogna dimenticare mai.
      E' il modo che abbiamo per dimostrare loro che le amiamo oggi, come ieri, sempre.
      E per dire loro grazie.

      Bacio.

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  6. Ciao Mari!
    Avevo già' adocchiato questo libro,mi incuriosiva il titolo ..mi manca solo di leggerlo,sicuramente una ricetta semplice ma da eseguire con cura e attenzione
    Buona Domenica cara Amica,ti abbraccio

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    1. Ciao Claudia.
      Sono contenta di averti dato l'impulso finale all'acquisto eheheheh!
      La ricetta alla fine ve la spiego.
      Un abbraccio e buona domenica sera.

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  7. Cara Mary,
    anche i ricordi legati alla mia nonna sono tanti e tutti pieni di grande affetto. La complicità dei nonni è una grande risorsa :-) E poi è verissimo che gli anziani sono una risorsa e non solo per come li stiamo "sfruttando" adesso... sotto molti punti di vista, purtroppo. Di mia nonna, poi, ho parlato in tante occasioni: porterò sempre con me i suoi insegnamenti. Ed era anche una brava cuoca: i pranzi della domenica a casa sua erano un evento che iniziavamo a preparare il venerdi. Mia nonna preparava la pasta in casa, il ragù (che andava fatto prima per poi lasciarlo sobbollire piano piano), il ripieno dei ravioli (se erano nel menu)... insomma, la festa era davvero una festa, anche se cadeva alla fine della settimana come un giorno qualunque.

    "La ricetta del cuore in subbuglio" non la conosco e purtroppo credo sia un peccato. Perché tutti ne avremmo bisogno, in alcuni momenti della nostra vita più di altri.
    Che dire? Questo libro sarà il mio prossimo compagno di comodino :P

    Ti abbraccio
    buona domenica

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  8. Cara Manu,
    molte volte ci hai parlato dei tuoi nonni.
    E soprattutto della nonna che hai perso e che amava le ortensie.
    A proposito di pranzi, noto sempre con molto piacere che la tradizione della domenica che da ragazzina pensavo appartenesse solo alla cultura meridionale ( come il ragù che deve pippiare almeno tre ore) era invece radicata ovunque in Italia.
    Latitudine nord, sud, est e ovest.
    Ora, sempre meno.
    Ma la famiglia stessa è radicalmente cambiata.
    Sono felice di averti dato un buon consiglio di lettura,

    Ti abbraccio, cara.

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  9. Ed ecco come preparare la ricetta del cuore in subbuglio:
    " quando tieni il cuore in subbuglio devi fare accussì. Vai nella cucina, prendi una sedia e mettila davanti al tavolo, di fronte alla finestra.
    Mettiti un mandesino verde, apri il rubinetto e fai scorrere assai.Prendi un bicchiere trasparente, no quello della Nutella, con i disegni, quello non va bene. Lo riempi d'acqua e lo metti sopra al tavolo, davanti alla finestra. Prendi il sacchetto dello zucchero. Zucchero bianco e no quelle schifezze per fare la dieta, che nun sann' e' nient. Prendi il cucchiaino. Siediti. Quando prepari una ricetta devi stare comoda. Metti lo zucchero dentro al bicchiere con l'acqua: uno, due, tre cucchiaini. Non di più. Gira forte forte, per due minuti.
    Posa il cucchiaino, posa lo zucchero. Metti le braccia incrociate con una sopra all'altra. Guarda il bicchiere con lo zucchero che gira forte forte.
    E mo' aspetta. Guarda e aspetta, aspetta e guarda. Ci vuole tempo. Non devi fare niente, però, sennò la ricetta non riesce. E' una ricetta che ci vuole tempo. La devi fare quando tieni la giornata, come il ragù.
    Vedi tutto il bicchiere bianco? Aspetta. Vedi lo zucchero che gira dentro l'acqua e che non sa nemmeno lui dove deve andare? Aspetta.
    Vedi qualche granello che scende giù nel bicchiere? Aspetta. Ci vuole tempo.
    Quando guardi nel bicchiere e riesci a vedere fuori alla finestra e tutto lo zucchero sta sotto al bicchiere, allora alzati, piglia il bicchiere con l'acqua e con lo zucchero e butta tutto quanto dentro il lavandino. Ti togli il mandesino e te ne esci a fare la spesa o a quello che devi fare."

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  10. interessante, non conoscevo questo libro... ciao mariella! :-)

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  11. Ciao Alessandra!
    Sono contenta che tu sia passata.
    Un abbraccio.

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  12. Non potrei mai leggerlo ;)
    C'ho messo un bel pò di anni ad accettare e superare una parte di vita,non ho alcun interesse a rivedermi il film mentale!
    Però il Rocky H.P.S lo metto al primo posto tra i musical,amore a prima vista!
    Grazie per l'augurio amorevole Mari..
    Di nonna fantastica ne ho una,donna fortissima ed elegantissima,a cui la vita non ha risparmiato lutti terribili..l'altra nonna è un pò particolare,non vorrei assomigliarle :D
    Baci,Nick

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  13. Nick, si credo non faccia per te questo libro.
    Ma vedi che di nonne potremo parlare all'infinito?
    Nel tuo caso almeno una, l'albero della tua vita.
    Hai le sue radici profondamente conficcate in te, è parte di te.
    Bacio ragazzo.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)