Ian McEwan è un ottimo scrittore.
Amaro, ironico, talvolta eccessivo, di lungaggine insigne, per le volte che ci si perde nei racconti, e nel carattere dei suoi personaggi, che cura in modo maniacale.
E molto, molto cupo.
E molto, molto cupo.
Il primo romanzo che lessi di lui fu " Il Giardino di Cemento".
La storia dei quattro fratelli che, nascondono il corpo della madre sotto uno strato di cemento e agli occhi del mondo.
Nel tentativo di continuare a stare insieme, senza che nulla cambi.
E' una storia di isolamento assoluto, nel suo silenzio rimbomba come un eco.
Nel tentativo di continuare a stare insieme, senza che nulla cambi.
E' una storia di isolamento assoluto, nel suo silenzio rimbomba come un eco.
Il finale che lascia senza fiato, mi sembrò una conseguenza di quella scrittura a tratti ridondante, a cui mi ero avvicinata spinta da un impulso noto.
Perchè faccio così con gli autori che non conosco, apro il libro prescelto a caso, leggo un capitolo, non necessariamente il primo e mi lascio trasportare dalle parole.Se le parole mi restano attaccate, il libro diventerà un mio libro.
Quei ragazzini, all'apparenza senza alcuna morale, mi trascinarono con loro.
Fino all'inattesa conclusione, che mi lasciò sgomenta.
Fino all'inattesa conclusione, che mi lasciò sgomenta.
Qualche anno dopo fu la volta di "Espiazione".
Dicono sia uno dei suoi migliori romanzi. Non avendo letto altro di lui non posso che essere d'accordo.
Il romanzo delle sorelle Tallis, Cecilia e Briony è un romanzo che preme sui sensi di colpa, dei protagonisti, ma anche una lezione per chi legge.
La fervida immaginazione della sorellina minore Briony, è testimone di un episodio all'apparenza marginale.Lo utilizzerà in maniera errata provocando la distruzione della storia d'amore della sorella maggiore e con essa la sua vita futura; allo stesso tempo la fantasia usata sarà il preludio al mestiere che farà da grande, la scrittrice.
Poi per tutta la vita tenterà di riparare al grande dolore causato a sua sorella utilizzando la sua arte e cioè scrivendo, ma ci riuscirà solo alla fine, quando pubblicherà un romanzo in cui, semplicemente, dirà la verità.
E con un finale che regala alle persone tradite, la vita che avrebbero dovuto avere.
Le due protagoniste, sono dei personaggi intensi, a cui l'autore dona pregi ma anche difetti in gran quantità. Del resto a me sembra che questo sia corrispondente alla realtà. Ognuno di noi, è perfetto nelle sue imperfezioni.
Le due protagoniste, sono dei personaggi intensi, a cui l'autore dona pregi ma anche difetti in gran quantità. Del resto a me sembra che questo sia corrispondente alla realtà. Ognuno di noi, è perfetto nelle sue imperfezioni.
Ora, ho appena finito di leggere "Miele", il suo ultimo lavoro.Appiccicoso come il suo titolo.
Serena Frome è la nuova eroina. Eroina e spia.E' una ragazza vissuta nella bambagia, egoista, superficiale, nonostante una testolina bella e intelligente.
Molto sola,nessuna amicizia, un rapporto estremamente freddo con la famiglia e lontana anni luce dalla sorella, di poco più piccola, ma che al contrario di lei ha un'apertura totale verso il mondo "difficile" che le circonda.
Si ritrova catapultata agli inizi degli anni '70 nell'MP5, lo spionaggio inglese.
Nel momento di massima guerra fredda tra i britannici e i russi. Non capisce una emerita cippa di quello che le succede intorno, prendendo spesso lucciole per lanterne.
Fino a quando non la coinvolgono in qualcosa forse troppo grande per lei. E per di più la fanciulla si innamora, di chi dovrebbe controllare, lo scrittore Tom Haley.
Ed eccoci alla critica, proprio a proposito di Tom. Diciamo che tutto l'egocentrismo di McEwan viene fuori nel creare la figura del protagonista maschile. Modellato su come doveva essere lui da giovane, autore rampante e disinvolto.Addirittura i romanzi brevi che Serena legge per conoscerlo meglio e studiarlo prima di incontrarlo, sono in linea di massima riassunti dei primi romanzi dell'autore.
Direi eccessivo.
Direi eccessivo.
Invece, e qui viene fuori tutta la mia debolezza, ho trovato strepitosa l'ambientazione in una Londra che pur annichilita dalla crisi economica,grigia e incerta come il periodo storico, rimane così familiare e bella per me.Insomma la città mi piace comunque anche così scura e depressa;una caratteristica mirabile della scrittura di McEwan è proprio il suo modo di descriverti un luogo tanto bene, da fartelo risultare più immediato di una fotografia.In bianco e nero in questo caso.
Ma tornando a Serena, la fanciulla nel frattempo migliorerà.
Smetterà di fagocitare romanzi senza comprenderli appieno e cercherà risposte a domande che aveva in sospeso.Mentre il ritmo quasi cinematografico, diventa sempre più incalzante, fino ad un vero e proprio colpo di scena finale; il cerchio si chiude.
Ci sono stati dei momenti nel libro che mi sono piaciuti in particolar modo; tra questi un pezzo che mi ha fatto riflettere su quanto sia breve e quasi impercettibile il passaggio dell'età adolescenziale all'età matura.La prima odiata e lunghissima da superare e la seconda scomoda, come un vestito tanto ambito e bramato che, raggiunto e indossato alla fine non soddisfa appieno.Non è quello che in realtà speravamo.Forse perchè avremmo voluto scoprirci diversi.
" Quella traversata di un passato lontano mi aveva colto alla sprovvista. Quattro o cinque anni, una sciocchezza. Ma nessuno sopra i trenta può comprendere quel tempo particolarmente carico e condensato che copre i pochi anni subito prima e subito dopo i venti, un tratto di vita che necessita di un nome, dalla fine del liceo ai primi stipendi, con l'università e gli innamoramenti e la morte e le scelte in mezzo. Avevo dimenticato quanto la mia infanzia fosse recente, e quanto un tempo fosse sembrata lunga e inevitabile. Quanto ero cresciuta e quanto ero poco cambiata."
Ecco, per un breve istante mi è sembrato parlasse di me e di molti di noi.
" Quella traversata di un passato lontano mi aveva colto alla sprovvista. Quattro o cinque anni, una sciocchezza. Ma nessuno sopra i trenta può comprendere quel tempo particolarmente carico e condensato che copre i pochi anni subito prima e subito dopo i venti, un tratto di vita che necessita di un nome, dalla fine del liceo ai primi stipendi, con l'università e gli innamoramenti e la morte e le scelte in mezzo. Avevo dimenticato quanto la mia infanzia fosse recente, e quanto un tempo fosse sembrata lunga e inevitabile. Quanto ero cresciuta e quanto ero poco cambiata."
Ecco, per un breve istante mi è sembrato parlasse di me e di molti di noi.
Il modo migliore per capire Serena è leggerla.
Vi stupirà.