03 giugno 2014

Recensione:Paolo Giordano - Il nero e l'argento







E' uno degli scrittori ITALIANI che preferisco.
Al suo terzo romanzo.
Sopravvissuto al grande successo del primo e al quasi insuccesso del secondo, purtroppo spesso un passaggio obbligato.
Per quel che mi riguarda,  il secondo è quello che ho amato di più.  Ne avevo già parlato qui.

Giovane fisico trentenne che ormai in via definitiva, ha buttato la sua laurea alle ortiche e si dedica al piacere sincopato della scrittura.

E dopo avere parlato di solitudine tra fratelli e amici (La solitudine dei numeri primi) e di comunione tra sconosciuti (Il corpo umano) ecco che rivolge la sua attenzione alla coppia.
Una coppia molto giovane, con un bimbo piccolo. 
Alle prese con la quotidianità che, se non si è saputa limitare in tempo, può provocare scosse, terremoti e voragini così profondi da  divenire incolmabili.
La coppia avanza nella vita comune un passo dopo l'altro e presto avrà bisogno di un aiuto. Lo trova nella signora A.
Lei diviene la loro domestica;  ben presto anche la vera custode della famiglia; capace come nessun altro di arginare i limiti e le crepe che si stanno creando. Di far loro vedere come se si trovassero di fronte ad uno specchio, il modo di  superare gli scalini che sembrano non esserci. E' lei che dona loro quell'equilibrio fondamentale in ogni rapporto. Il perno, la bussola. Fino a quando ci sarà. L'allontanamento di "Babette" come viene soprannominata in famiglia,  a causa di un cancro che se la porterà via, coinciderà con lo scoppio  della  crisi nel rapporto. Il protagonista maschile, di cui non sappiamo in nome, giovane fisico (ma che davvero?) alle prese con un momento di buio che identifica con il colore nero, si staccherà dalla moglie Nora, fluida e versatile come l'argento.
La famiglia dovrà affrontare la malattia di A. Che li coglierà impreparati, poiché lontano dalla gioventù è l'abitudine alla comprensione del dolore altrui. Ci saranno scontri e divergenze molto forti.
Ed è in tutto questo che la sensibilità di Paolo Giordano ci accompagna.
Leggendo il suo libro quello che è anche il nostro quotidiano ci appare in tutti i suoi limiti, in tutta la sua fragilità.
E lui riesce a raccontare una storia che ci appartiene. Che è molti di noi. Che è famiglia, che è amore, che è instabilità e incertezze. Come la intendiamo noi, come la conosciamo. Quando abbiamo qualcosa in gola che non sappiamo se sputare fuori immediatamente o covare a lungo fino all'esplosione.
E a volte è troppo tardi.
E la crisi forte arriva, ti sbatte in faccia tutto quello che pensavi fosse certo. E ti annulla, ti schianta.
Le strade da percorrere restano due. Una in solitudine, asfalto che non conosci ma che guardi attentamente sperando diventi familiare.
La seconda in compagnia, asfalto vecchio di cui conosci ogni buca e ogni cunetta. Ma stringi forte la mano di chi è ancora al tuo fianco che lo conosce quanto te. Consapevole  delle cose da evitare e di quanta forza dovrete trovare per sostenervi l'un l'altro..

"Ero sicuro che l'argento di Nora e il mio nero si stessero mischiando lentamente. MI SBAGLIAVO.   Eravamo, a dispetto delle nostre speranze, insolubili l'uno nell'altra".


Chissà se il nero e l'argento possono mischiarsi insieme fino a diventare un'unica forza che scorre.

Paolo Giordano prova a darci una risposta.






102 commenti:

  1. Wow!

    Quando sono in Italia devo assolutamente comprarmelo e leggerlo!

    Grazie Mariella,

    B.

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    1. Magari lo trovi già su Amazon!
      Gran bel libro.
      Abbraccio!

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  2. Questo libro deve veramente averti toccato nel profondo.
    Lo si percepisce in ogni riga di questo bellissimo post.
    Buona giornata. nessie

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    1. Direi che tocca le corde di ognuno di noi. Chi può dire di essere immune al pericolo dell'incomunicabilità nei rapporti?
      E poi gli equilibri, sempre così fragili.
      E lui cosi bravo nel cogliere ogni aspetto...
      Ciao cara nessie.

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  3. ecco Mariella, ti dirò che non ho mai letto nulla di Giordano, anche se sono stato più volte tentato. il motivo sono i soliti risvolti di copertina. letti, ogni volta mi hanno fatto scegliere altri libri. prima o poi devo cominciare però....

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    1. Se cominci e se ti fa piacere un consiglio, io partirei da Il Corpo Umano. E' un libro corale, parla di rapporti tra uomini all'inferno. In Afghanistan.

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  4. Scottato dalla faciloneria della Solitudine difficilmente riapproccerò il ragazzetto... ;)

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    1. Franco, tra i tre romanzi, hai letto il meno bello. A te do lo stesso consiglio che ho dato a Francesco.
      Insomma, se fossi in te gli darei una seconda possibilità.

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  5. La solitudine dei numeri primi .. letto.
    Letture.. sto in pausa da un po', troppi casini ...troppe cose sfrecciano nella mia testolina da pornostar.

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    1. Testolina da pornostar?
      Ma anni 80' o qualcosa di più recente?

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    2. Ti lascio il mio motto..

      Finché non schiatto vivo
      Finché vivo godo
      Poi sono eterna

      Non ho età per avere una testolina da pornostar ;-)

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  6. Il tema mi interssa molto, molto.
    E la tua recensione è musicale.
    Lui a pelle non mi piace, ma questo è ininfluente. Bisogna provare.

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    1. Grazie! Ti lascio questo:
      "Una famiglia alle prime armi è talvolta anche questo. Una nebulosa contratta di egocentrismo a rischio di implodere."
      Ci ho riflettuto per delle ore.
      Vero, vero.
      Bacio.

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  7. Il nero e l' argento?
    Il segreto è nel pennello secco.
    Viene d' aiuto uno straccio con cui asciugarlo per rendere ancora più deboli le tracce di colore sulle setole.
    In precedenza, sulla cotta di maglia del soldatino medievale, si era stesa una mano di fondo nera, la quale – questa diluita – penetra nella scultura depositandosi nel fondo del reticolato.
    Poi con l' argento, attraverso il metodo precedente, si passa con pennellata veloce e leggera sulla parte superiore, e l' insieme, sotto il nero che filtra, sopra l' argento che brilla crea, appunto l' effetto ottico della cotta di maglia.
    Che non è propriamente una fusione.
    Quella la fece il soldatino di piombo di Andersen con la ballerina.
    E volendo dipingere gli innamoratini con i colori acrilici, per dare profondità al soggetto attraverso il gioco delle luci e delle ombre , si è soliti usare le velature, ovvero sovrapposizioni di colori che tanto saranno maggiori e tanto daranno un risultato più rifinito (se non dare vita a vere e proprie opere d' arte).
    Ma io che son modellista scarso – che mi escono visi da mostri – al massimo utilizzo tre livelli di contrasto: per esempio nel dipingere il mantello di un Teutonico utilizzo un bianco sporco come base, un grigio per i risvolti interni delle pieghe ( più in ombra) un bianco puro per i risvolti esterni (più in luce).
    Ribadisco: sovrapposizioni di colore.
    Ottima cosa, tuttavia, comprare soldatini già dipinti.
    Ehecazzo.

    “Succede a volte, crescendogli accanto, che la rosa abbracci il rovo”

    Paolino Pap

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    1. Questa dissertazione sui colori e sui soldatini mi è piaciuta assai.
      Ho la strana sensazione che Branduardi non sia lontano...

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    2. Poi, il soldatino di piombo si buttò nel fuoco per la ballerina. Insomma non è che nei rapporti di coppia bisogna arrivare a questo per risolvere i problemi.

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    3. Brava.
      Lui è qui.
      “Il rovo e la rosa” è un recente album acustico di Branduardi, un album particolare ( assai rarefatto nei suoni) dove il sottotitolo è “ ballate di amore di morte” che sono appunto testi ricavati da antiche canzoni inglesi del periodo elisabettiano.
      La precedente citazione virgolettata evoca appunto metaforicamente il finale di un brano, la storia di un amore infelice, che mi è venuto ad alternanza – l' abbraccio - il luogo di una fusione, tra due persone.
      Una sfumatura diversa di un concetto simile.

      Paolino Pap

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    4. Paolino, a leggere il tuo commento mi è venuto da sorridere: sei per caso stato in una sala di pittura di un teatro? Io ci ho vissuto oltre 15 anni, più saltuariamente circa tre anni. Fanno una buona fetta della mia vita, un quarto per l'esattezza. Dunque, quando mi capitava una gabbia di legno da trasformare in una gabbia di ferro facevo quello che hai scritto tu. Innanzi tutto con un pennello asciutto e a setole dure rotondo passavo una mano -solo una- di nero. Lasciavo asciugare e poi con un pennellino piatto e morbido passavo qua e là dei tocchi di grigio scuro, molto scuro. Asciugato quello facevo l'argento con pigmenti e colla, senza acqua. Con uno straccio asciutto passavo con una certa perizia sul nero e sul grigio, sfregando bene e poi lasciavo asciugare. Una volta asciutto qualche leggerissimo sbuffo d'argento qua e là e i trasportatori che arrivavano per portare la gabbia in scena si chinavano in otto per afferrarla gonfiando le gote come se dovessero spostare cinque quintali e non erano nemmeno venti chili. Quella era la prova che il lavoro era fatto bene.
      Notevole la tue teoria sulle trasparenze degli acrilici. Mi stupisci: sarai pure un amabile rompicoglioni ma hai competenze sconosciute alle masse incolte.
      Ciao.

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    5. Io lavoro come operai metalmeccanico.
      Con i pennelli sei capace pure di trasformare il ferro in oro?
      Poi facciamo a metà.
      Lasciami trovare dei trasportatori sbuffanti che portino fuori dalla fabbrica una bella trave in acciaio.
      Poi assoldo un camionista e te la spedisco.

      Paolino Pap

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    6. Io direi pap, di appuntarti al petto la coccarda di "amabile rompiballe" che quando ti ricapita di essere appellato cosi? Ghghgh

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    7. Per essere più precisini - tanto per fare il filo ad una che lo è, precisina - mi ha appellato amabile sì, ma rompicoglioni, il Vincenzo.
      “Rompiballe” è una gradazione tonale più sfumata.
      Facciamo amabile appallato e non se ne parli più, di questa coccarda del cactus.

      Paolino Pap

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  8. Prima di leggere il post ho tracciato a matita un segno sotto le mie ginocchia ed un segno sopra: poi ho misurato l' altezza.
    Tra l' inserimento della tibia e quello del femore ho determinato l' altezza - arrotondandola a semplificazione - di dieci centimetri, un ottima misura decimale di altezza ginocchia che mi permette di graduare attraverso ulteriori lineette, per un totale di dieci spazi, l' unità di misura del mio serbatoio gonalgico.
    Così, anziché basarmi su procedimenti empirici, posso misurare a livello matematico la quantità di latte che mi si riversa dentro leggendo i testi di Mariella, e specificatamente, appunto, di questo post.
    "Volete conoscere il risultato" chiese Paolino seduto nell' ultimo banco dell' ultima fila?
    “Sììììììì”, urlò in entusiastico coro la classe di alunni.

    Paolino Pap

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    1. MMM è l' unità di misura del latte alle ginocchia, che come abbiamo visto è basata su di una scala di valore da zero ( l' assenza) a 10, il massimo, e dove il MMM desidera evocare giustappunto quel dolore sordo e intenso causato dalla penetrazione del liquido.
      Sorpresa: flebili tracce.
      Nemmeno si raggiunge l' uno, visto che l' afflusso del latte oscilla tra lo 0,6 e lo 0,8.
      Per quanto l' optimum dovrebbe essere lo zero assoluto rimane comunque un buon risultato.
      Tuttavia, durante la lettura, ho percepito un dolore in altra zona corporea, ovvero gonadea ( le palle)
      Che quando nel testo si tacca banda con malattie, tumori, dolori , sofferenze, angosce, esplosioni annullamenti, schianti … e maremma maiala!
      D' accordo, se la trama del libro è quella mica si può dare colpa alla recensionista: tuttavia c'è la responsabilità di questa specifica scelta del titolo ; ed in parte, a volte, quando l' enfasi narrativa fa capolino oltre la diga dell'asciuttezza sembra che la Mariella abbia a godere quando si lancia nei risvolti di queste tragedie umane.
      Diciamo che non sono stato assalito dalla voglia di correre in libreria ad acquistare la terza opera del Giordano, anche perché, essendo molto selettivo, non è che posso sprecare cartucce così, en passant, per la scelta della mia lettura annuale.
      Che poi, l' idea che nel romanzo sia presente una signora A ( una signora A?) m' infastidisce.
      I nomi sono importanti!

      Paolino Pap

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    2. Infatti il nome è importante. Su quell'abbreviazione gioca tutto il libro.

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    3. Fatto sta Mariella che mi sono impegnato (??). E nel fare il secchione ho trovato attraverso internet un breve estratto del libro.
      E nel leggere quello che sembrava il capitolo a titolazione “Signora A”, nello sviluppo delle righe, era un continuo citare la signora A di qui e la signora A di là.
      Alla decima evocazione su trenta righe ho sbottato infastidito.
      Non è un fatto magari spiegabile tecnicamente: ma ciò che ho provato è questo.
      E il romanzo me lo sono già giocato, su quell'insopportabile abbreviazione.

      Paolino Pap.

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    4. L'evocazione ha un senso.
      E pure tutte le A. puntate.
      Quindi ti sei fatto condizionare da poche righe? Non è da te.
      Vabbè a questo punto ritenterò con i prossimi.
      Questo è il blog di una testona ;)

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  9. Quando duettate così, con questo misto di collaborazione e competizione (sempre meglio, sempre più in alto), siete davvero impagabili !!!!!!!!!!!!
    (I punti esclamativi qui ci stanno tutti, anzi sono d'obbligo). E' bello leggervi. nessie

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    1. nessie, noi ci stiamo divertendo. In tempi non troppo remoti, all'interno di questo blog era prassi.
      Io conosco il papero da quando era Cattivik. Oltre quattro anni fa.
      Direi una vita per i tempi di internet.
      Non c'è competizione. Come potrebbe essere? Lui è troppo avanti.
      A me piace continuare su questa strada, come è sempre stato, fino a quando gli andrà.
      Comunque grazie.
      E dico.
      Potresti partecipare, che con le parole e con il fioretto sei molto brava pure tu.

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    2. "Il triangolo, no!
      Non lo avevo considerato...
      D'accordo, ci proverò.
      la geometria non è un reato.."

      Scherzi a parte, non riuscirei mai, neppure se volessi.
      Ci vogliono, oltre che preparazione, ritmo e prontezza di riflessi.
      Per non parlare del pc antidiluviano che sul più bello si blocca; ovviamente, una volta riavviato, il commento è sparito e ho perso il filo del discorso (ecco il perché di molti commenti incasinati).
      Comunque grazie per il pensiero. Ma voi continuate, siete troppo forti! Buona serata. nessie

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  10. Che bello questo libro, se solo avessi il tempo di leggere libri che non siano universitari! :(
    Un abbraccio :*

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  11. Intrigante la tua recensione, mi fa venire voglia di leggere il libro.
    Un po' in ritardo ti rispondo su "Riso e Rose" a Rosignano, che è una mostra del ricamo, del quale io sono grande appassionata, dove poso ammirare i lavori di disegnatori ed espositori che conosco ormai da tempo e incontrare amiche di vecchia data. Il tutto accompagnato anche, volendo, da un percorso enogastronomico, che non guasta.
    Mariagrazia

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    1. Ciao!
      Mi fa piacere avere suscitato il tuo interesse.
      E grazie per le spiegazioni su "Riso e Rose". Magari il prossimo anno, visto che non è troppo lontano da me, ci farò un salto.
      A presto!

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  12. Ho sempre pensato che in una relazione il più delle volte non si è coppia ma sempre e solo individui.
    Insomma succede che il nero e l'argento s'incontrino, perchè no, in fondo se non ci credessimo non proveremmo nemmeno ad essere coppia.
    A doversi confrontare sono due persone, due mondi diversi, due dna diversi.
    Allora come dei funamboli ci troviamo a reggere un equilibrio con fatica e impegno, non sempre ci si riesce, a volte si casca e non si ha voglia di risalire su quel filo.
    Io sono il risultato della mia famiglia, delle sue dinamiche, dei suoi disordini, dei suoi odori, delle mie amicizie, dei miei incontri sbagliati e di quelli giusti.
    Ce ne sono poi stati a pensarci?
    Ecco io.
    Due io che si trovano per caso e per amore non si fonderanno mai.
    Impareranno a sfiorarsi e a non perdere l'equilibrio sulla fune.
    Questo il segreto non la Signora A.
    E quando finalmente, ogni tanto non sempre, il noi arriva teniamocelo stretto e portimocelo dentro per sempre.
    Ci verrà utile.
    veru

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    1. Non ho messo le parole di Erri a caso, sul lato del mio blog.
      Perché penso che abbia ragione.
      Sarà giusto quello che dici, in realtà solo un fragile equilibrio l'amore.
      E soprattutto la coppia. Perché l'individuo, ovvero l'io, cerca sempre di scavalcare l'altro. E' la conseguenza di quello che diventiamo. La nostra forza e la nostra debolezza.
      Spesso la durata di un rapporto è dovuta ai compromessi.
      Molto spesso.
      Come a volte succede, ed io ci credo ancora, che su quella corda, in cui siamo individui soli, così come siamo nati, arrivi qualcuno a farci compagnia.
      Che ci tenda la mano e ci porti al sicuro.
      Non saranno rose e fiori, non lo saranno mai.
      Ma sarà anche diverso dallo sfiorarsi.
      Se ci riusciamo.
      Se riusciamo a dare un taglio al nostro egoismo umano. Il vero problema.
      E a camminare insieme, a volte facendo un passo avanti e a volte aspettando o fermandoci.
      Una fatica immensa.
      Però il due in uno non è solo una chimera.

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    2. Mariella la mia non è una visione pessimistica.
      Ti è parsa così?
      Credo che la fusione del due in uno accada, ogni tanto, qualche volta.
      Per un attimo, per più attimi.
      La vita di coppia, si parla di relazioni nel tempo ovviamente, ha i suoi momenti in cui si è lontani e in cui si è più vicini.
      Poi certo oggi io sono qualcosa di più o forse di diverso anche grazie a lui e senza di lui avrei la sensazione che una parte del mio corpo sia venuta a mancare.
      Ma non è fusione, è vicinanza o meglio a me piace parlare di mescolanza.veru

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    3. Ma nemmeno io ho parlato di fusione. Ma di mischiarsi. Si' mi è parsa pessimistica.

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    4. Lo sai che non sono per nulla romantica.

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    5. Il due in uno è fusione mescolanza è altra cosa.

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    6. Il due in uno sono parole di Erri che ho ripreso. E potrebbero non essere una chimera. Raramente succede. Poi all'atto pratico e' difficile. Nel post ero stata molto chiara in proposito.

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    7. E comunque pure io ormai a romanticismo sono messa male. Leggere frasi belle come quelle di Erri mi ridanno fiducia. Ma la realtà e' ben altro. Lo so.

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  13. PS ho scritto più di tre righe quindi giustificami per le prossime assenze ;-)
    Pss Rondolino mi ha tolto dalle sue amicizie.Permaloso.

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    1. No, non sei giustificata.

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    2. Di la verità, Rondolino ti ha tolto l'amicizia quando gli hai chiesto notizie della casa in America? :-)

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  14. Mi astengo dallo scrivere giudizi su questo libro, non ho letto nulla di Giordano, per cui passo, ma un saluto te lo posto sempre volentieri. Ho finito invece Il gioco di Ripper di Isabel Allende e avevi proprio ragione, si legge tutto d'un fiato. Diverso comunque dai tre che avevo letto in precedenza. Comunque, Due di Erri de Luca l'ho inviata assieme alla foto di due gattini (i suoi animali preferiti) alla mia migliore amica in occasione del suo compleanno. Bellissime parole.

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    1. Non hai letto il libro vero. Ma credo che sulla coppia ci sarebbero molte cose da dire. E le sapresti dire benissimo. Buona giornata More!

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  15. Il paragone dell'asfalto rende bene l'idea delle difficoltà reali della vita di coppia e di quella in generale.
    Un caro saluto,
    aldo.

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  16. Del paragone con l'asfalto sono molto orgogliosa! Grazie Aldo. Un abbraccio.

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    1. Bellissimo il paragone con l'asfalto 😃

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  17. Spesso si crede che un amore sia fatto solo di cuoricini e uccellini che girano sulla testa.
    In realtà amare qualcuno e condividere tutto con lui significa sacrificio, spirito di adattamento ed anche consapevolezza che tutto sarà affrontato insieme.
    La parola adatta è crescita o anche maturità della vita.
    Baci Mari, non mi sembra di aver letto questo libro, però mi piace. Ciao.

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    1. Quello è innamoramento Pia. Amore e' invece ciò che dici tu. Il libro e' uscito da poco. Se lo avessi letto te lo ricorderesti. Bacio

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  18. DorianGray5/6/14 11:22 AM

    Forse ho apprezzato di più questa recensione che il libro in sé. Sarà perché ho adorato "Il corpo umano" ma da Giordano mi aspettavo di più, molto di più. Anzitutto il formato: troppo lungo per essere un racconto ma decisamente breve per essere definito un romanzo. Lo stile di scrittura di Giordano è coinvolgente, la delineazione psicologica dei personaggi come sempre ineccepibile ma la trama lenta (lentissima) e priva di picchi narrativi. Il finale è annunciato già dalle prime pagine e, spiace dirlo, è identico a quello de "Il catino di zinco" della Mazzantini. Consiglio anche io di avvicinarsi all'autore partendo da altri lavori (ché anche "La solitudine dei numeri primi" ha un pathos speciale).
    ps. la foto in copertina è bellissima!

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    1. Grazie Dorian per il bel complimento. Anche io ho amato molto "Il corpo umano"; resta il mio preferito. Ma ti dirò, dopo un libro così mi aspettavo tornasse a qualcosa di più intimistico e racchiuso tra quattro mura come ci aveva abituato in "La solitudine dei numeri primi".
      Il quale, visto sulla prospettiva degli altri due successivi, nonostante l'enorme successo, è forse il più debole. Passando alla trama io penso che quando si tratta di descrivere la vita di una coppia sia abbastanza normale farlo descrivendo la consuetudine e l'abitudine. Ovvero "la normalità" di un rapporto. Di solito non ci sono grossi sconvolgimenti o colpi di scena, nella vita e dunque anche in un romanzo che la racconta.
      Io l'ho vista così. L'occhio di bue dell'autore resta puntato sugli accadimenti introspettivi. Che poi, a dirla tutta, il vero dramma inizia sfiorandoli e poi li percuote sfinendoli, anche se in teoria non dovrebbe coinvolgerli più di tanto.
      La foto è splendida, concordo. Sempre belle le sue copertine.
      Abbraccio ragazzo.

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  19. Di Paolo Giordano ho letto solamente "la solitudine dei numeri primi". Leggevo e deglutivo, sempre più a fatica. Ma come si può pubblicare -e a un ventiquattrenne alla sua prima prova- un libro? E lo fa Mondadori? E gli danno lo Strega? Che farsa! Arrivare alla fine per disperazione e capire che l'immagine di copertina era la cosa migliore. Depennato immediatamente dall'elenco dei prossimi acquisti. Dicono che poi abbia scritto un altro libro peggiore del primo. Posso immaginarmelo. E adesso tu mi parli bene di questo? Ne dai una brevissima traccia, dalla quale evinco l'immensa noia che proverei nel leggerlo.
    La signora A. e tu dici che sia così importante quella A. Posso immaginare che il nostro professorino abbia trovato una formuletta giusta per interessare. Mi spiace deluderti, ma io non lo leggerò. A prescindere. Mi è bastata la fregatura della solitudine. I libri a tesi non mi sono mai piaciuti. Amen per Paolo Giordano.
    Scusami ma io sono sincero fino all'impopolarità.

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    1. Va bene Enzo. La tua critica al primo romanzo di Giordano, merita rispetto. Se tu l'hai sentito così anche se non hai spiegato bene il perché non ti è piaciuto, resta comunque un punto di vista soggettivo da prendere in considerazione.
      L'hai trovato pesante e scritto male. Era e resta, un'opera fragile che comunque ha sbaragliato tutto il resto per gli argomenti trattati. Come per la scrittura estremamente "nuda" se posso usare questo termine. Ma come per te, il mio resta un punto di vista soggettivo.
      Depennato quindi. Nemmeno la seconda possibilità. E su questo concedimi di non concordare. Il dire " dicono che poi abbia scritto un altro libro peggiore del primo" non mi sta bene. Perché continuando con il presupposto della soggettività non si può giudicare un libro per sentito dire. Se non lo leggo io dico non l'ho letto e non so. Oppure mi incuriosisce quello che hai scritto, proverò a leggere qualche brano in libreria e vedrò. Ma condannare senza appello un autore perché è giunta voce che non sia un granché, per come vivo io la lettura, non lo comprendo.
      Non mi piacciono molti autori, primo fra tutto Fabio Volo. Eppure anche lui l'ho aperto e chiuso dopo poche pagine perché proprio non mi ritrovavo nelle sue parole.
      Ma ci ho provato. Come non sopporto Baricco, escluso il racconto "La leggenda del pianista sull'oceano". Ma ho letto molto di lui e sono in grado bene o male di darne un giudizio attinente.
      Poi il Premio Strega, sono anni che è una farsa; che ne dici lo è solo per Giordano? Sappiamo tutto di quali siano i giochi, per cui...
      Infine, se tu non fossi sincero come sei, come tanti altri miei amici, non ci sarebbe confronto. E quale sarebbe il senso profondo di un blog se non questo?
      Ahahahah ti abbraccio amico mio.

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    2. Per la precisione: Novecento. Il racconto di Baricco si intitola Novecento. Il film da cui è stato tratto (splendido) di intitola: La leggenda del pianista sull'oceano.

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    3. La solitudine non mi è piaciuto perché scritto male, da dilettante che si dà arie da professionista; sarebbe come se io volessi fare concorrenza a Velasquez essendo stato per mezza giornata al Prado e avendo capito tutto, cioè illudendomi di aver capito tutto. L'argomento era validissimo, ma lui lo ha sprecato e siccome chissà cosa c'era dietro Mondadori glielo ha pubblicato e poi imposto allo Strega, come avviene da anni. Cosa che succede regolarmente in tutti i concorsi "SERI" che avvengono qui da noi in campo letterario e non.
      Lo so hai ragione tu, e mi dispiace essere come sono: dovevo leggere anche il secondo, ma mi veniva il male alla pancia ogni volta che entravo in una libreria e vedevo il titolo campeggiare con la scritta "Dello stesso autore di "La solitudine dei numeri primi", scappa via, figlio mio, pensavo e me la battevo. Ma hai ragione tu. Non l'ho letto e dovrei starmene zitto, ma pagherei chi riuscisse a farmi tenere chiusa la bocca e ferme le mani che battono sopra una tastiera, lo pagherei se lo incontrassi. Sono così malfatto come sono.
      Baricco l'ho letto invece tutto. Ho cominciato con City, poi è venuto Seta, poi Oceano mare, poi ho cercato per mesi Castelli di rabbia finché una mia carissima amica non me ne ha fatto dono. Poi Novecento, poi Senza sangue, poi Barnum e Barnum 2. Come vedi manca solamente l'ultimo, di cui mi sfugge il titolo. Il mio giudizio? City mi è piaciuto ma quel salto nel Fahr west che c'entrava? Seta, un libretto a tesi, negativo. Oceano mare, sopravvalutato. Castelli di rabbia, decisamente brutto. Barnum e Barnum 2 sono cronache e varie cose insignificanti. Sensa sangue, raccontino a tesi scontato. Novecento un piccolo capolavoro.
      Giudizio finale: un trombone che si auto definisce grande scrittore al pari di Aldo Busi. Hanno in comune una scrittura perfetta ma fredda, almeno Baricco, meno fredda A.Busi, il fatto di avere idee brillanti che poi affogano in un mare di stronzate, e qualche santo in paradiso che gli consente di pubblicare le loro scoregge.
      Io ho fatto della sincerità e delle schiettezza il mio stemma. Può dispiacere a molti, recentemente a qualcuna che mi fu cara assai, ma così è, prendere o lasciare.
      Ciao bellissima sorella grande della sorellina piccola di Maria.

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    4. Dimenticavo: Tre volte all'alba, altro libro a tesi e poi uno che mi è stato sottratto immediatamente dopo averlo letto, di cui adesso non mi sovviene il titolo, che parla di un ragazzimo che andava col padre a vedere passare la Mille Miglia. Forse il meno peggiore di tutti, dopo Novecento però. Giudizio totalmente NON positivo. Quindi sono allineato coi tanti come te, cui non piace questo scrittore. Tschüss.

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    5. Posso intromettermi, visto che si parla di Baricco?
      Ne lessi alcuni dei suoi, perche' un mio amico ne era entusiasta e mi passava i libri.
      Cominciai da Oceano Mare: che mi piacque, parecchio.
      Poi segui' Novecento: e mi piacque parecchio (ma a me piacque un po' di piu' Oceano Mare, va beh, son gusti).
      Poi Castelli di rabbia: lo finii per dovere, ma mi dava fastidio. Lo lessi solo perche' quel mio caro amico lo riteneva molto bello, strinsi i denti e arrivai alla fine. Ma, davvero, mi irritava.
      Poi devo aver letto pure City, ma che vi devo dire? Non ricordo nemmeno se lo lessi tutto. Non mi diceva nulla.
      Idem per Seta, che lessi molti anni dopo e non in italiano, perche' ero all'estero e trovai una copia tradotta. Non era gran che, ma nemmeno brutto, ma forse perche' non era in originale e non mi irritava. Altro di lui non ho letto, e a dire il vero non ho proprio voglia di leggere altro.

      Credo che non gli daro' altre chances, in futuro, perche' ho tempo molto limitato per leggere e, se devo, leggero' qualcosa di nuovo (o mi rileggero' i miei classici preferiti!).

      Lo so, sono pessima, ma sono contenta di vedere che non sono la sola che non osanna Baricco! :)

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    6. Non sei la sola, Nuvola sospesa, non siamo i soli. Allegria, allegria!
      Volevo aggiungere che il libro di cui non ricordavo il titolo era "Questa storia". Decisamente di livello migliore degli altri, più vivacino per così dire, non il solito mortorio a tesi, che corrode le palle. Io poi sono un tipo che adora leggere fino alla fine, vado incontro al martirio per questo, mi ci inchiodo da solo a questa croce, ma non perdono come Cristo, perché questi "SANNO quel che fanno", a meno che non siano totale idioten. Seta in originale non ti avrebbe dato brividi di piacere, credimi, non hai perduto nessun orgasmo intellettuale.
      Anche tu pessima come me? Buono a sapersi Nuvola. Sospesi lassù siamo in pochi, ma maledettamente buoni.

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    7. Nuvola, direi che siamo già in tre, qui sul mio blog a desiderare che Baricco perda un po' della sua boria e che sia decisamente ridimensionato.
      Non parliamo poi della sua scuola Holden, pubblicizzata in ogni luogo e in ogni lago.
      Per fortuna se ne può benissimo fare a meno.
      Bacissimo.

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  20. La piazzista di libri.
    Sai Mariella, se fossi un editore in cerca di agenti porta a porta ti metterei sotto contratto.
    In materia sei competente ( li conosci), aggiornata ( non sei immota ai Classici), appassionata (si è più motivati, se il lavoro piace).
    Inoltre c'è da essere sicuri sulla tua etica personale: non sei una donna che per vendere un obsoleta e inutile enciclopedia geografica in 18 volumi si presenterebbe a casa dell'ingenuo di turno con metà dei bottoni della camicetta slacciati.
    Aggiungo: possiedi una vasta rete di famigliari e amici - internet e non – che potrebbero rappresentare una buona base di potenziali clienti dove piazzare i mattoni, ehm, scusa, volevo dire, i volumi.
    Tuttavia, prima d' iniziare l' attività dovresti frequentare un corso di venditrice e recensionista ( corso del quale avrò la cattedra) giacché non c''è da dormire sugli allori: sono uno che tende ad alzare sempre l' asticella. (Inoltre sono ancora presenti debolezze strutturali)
    Che se tu superi un metro e dieci e vai a vincere la gara di salto categoria impiegate di Monza, mentre nel tripudio e abbraccio del tuo clan Cerchio Magico ancora esulti e ti compiaci, io piomberei lì a dirti: “ma è un concorso di provincia … ai regionali manco saliresti sul podio con simile stacco. Devi lavorarci ancora su quell' ultimo passo del ventrale. Che poi sarebbe ora di passare al Fosbury, ammesso che riesci a limarti un po' il culo che toccherebbe dentro nello scavalcamento dorsale. Vogliamo andare ai nazionali di Roma, o no?”
    Vero, ognuno vive i propri limiti: ma a volte si trascura la possibilità del migliorare e affinarsi, che magari lo spazio per farlo c'è.
    Infatti primi soldatini che dipingevano erano autentici sgorbi: adesso fanno schifo ugualmente, tuttavia sono migliorato attraverso l' esercizio e l' apprendimento della tecnica pittorica.
    Cacchio: mi è venuto pure in mente che devo tinteggiare il bagno.
    Rullo o pennello?

    Paolino Pap.


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    1. Passiamo a primo esercizio del corso.
      Lasciamo stare questo post nero e argento scritto in senso generale e per altri scopi ed attiviamoci ad un qualcosa di più specifico: vendere a me , l' Incontentabile ( ricordi il celebre spot di Carosello?), un libro, unico romanzo a rappresentare la mia lettura 2014.
      Un libro che leggerò nel mese di agosto durante le ferie estive.
      Nessun ventaglio di offerte: ti è concesso di esprimere solo un titolo.
      Ed una volta letto dovrà piacermi in maniera superiore di una blanda sufficienza.
      Il suggerimento è quello di spogliarti di ciò che piace a te: ed entrare – mi conosci abbastanza - in ciò che dovrebbe piacere a me.
      Interpretare i miei gusti.
      Perché non è la stessa cosa consigliare un libro a tua sorella, o alla Veru, o alla Nessie, o a Vincenzo, o a Pinca Pallina, che divora dieci libri al mese ed è più disponibile ad accogliere sul comodino le varie proposte.
      Per me, in fatto di romanzi , c' è lo spazio di un unico titolo.
      Ne resterà uno solo!
      Quale, Mariella?
      La sfida è aperta.

      Paolino Pap

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    2. Ok Pap. Un passo alla volta. Comincerei con le regionali che quelle provinciali di Monza le ho superate a quanto sembra. Guarda che io non sarei capace di vendere nulla porta a porta. E' il vendere che mi inibisce. Preferisco dare consigli gratuiti. Insomma, le case editrici con me farebbero cattivi affari.
      E comunque sono una che nella vita ha sempre teso al miglioramento.
      Pertanto io accetto la sfida. Sto già pensando al libro. Ma ti starebbe bene anche un classico? Certo è un po' un salto nel buio ci sarebbe la possibilità che tu lo abbia già letto. Però quello che ho in mente secondo me mi da delle speranze. Pensando a te, ovvio.
      Poi se dovessi fallire, perché magari già vissuto, andrei in libreria e tra le novità cercherei quello che a mio sentore potrebbe avvicinarsi di più ai tuoi gusti.

      PS: per un bagno ci sta il rullo. Che so, mi viene così, d'istinto. E poi finirei con un bel pennellino nei punti difficili.

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    3. Va bene: utilizzerò il pennellino per angoli e refili ed il rullo per l' aperta parete.
      Colore?
      Scartato il nero e l' argento potrei optare per il bianco: un classico.
      O sarebbe meglio osare con un tinta più moderna e colorata?
      Comunque ho letto pochissimi romanzi in vita mia: di conseguenza scarse le possibilità di consigliarmi un libro già conosciuto nei contenuti, oltre che del titolo.
      Nel caso potrebbe essere segno di buon intuito imbroccare un libro già scelto, tra i pochi eletti.
      Che di fatto, se lo finisco, è perché si era meritato il proseguo: altrimenti pianto lì.
      Se non scorre non scorre: mica faccio il piazzista.
      Ma vista l' occasione stavolta terrò duro fino alla fine.
      Anche fosse la corazzata Potemkin.

      Paolino Pap

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  21. Ciao Mari!
    Mah..non so il nero e l'argento che entrano in fusione a me non convincono,opto per il bianco e per il nero gli estremi che rimangono tra loro distinti e si attraggono mi sa più di libertà' di spazio individuale
    Poi nella vita di coppia non devono esistere delle regole ma serve parecchia intelligenza,autostima e sintonia e umiltà' quella ne aggiungo in abbondanza,la condivisione dei gesti,quelli spontanei che nascono senza un secondo fine
    Ovvio che in mezzo a tutto questo ci possono stare pure qualche vaffa servono per chiarirsi sono intermezzi di vita in coppia
    Un abbraccio grande,bacio amica

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    1. Umiltà, parola fondamentale. Regola. Concordo. Senza l'umiltà di riconoscere gli errori non si va da nessuna parte.
      E il muro diventa sempre più alto.
      E i vaffa sono necessari.
      Quando ce vo, ce vo.
      Abbraccio a te, amica.

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  22. Pensa che dovró riprendere in mano "il corpo umano" perché sono arrivato a metà che ancora mi annoiava!ma ormai ho gran poco tempo ed energie da dedicare alla cara lettura..
    Passavo per un caro saluto Mari!noto con piacere che gli addicted al blog sono aumentati,torneró con calma :)
    Un mega abbraccio!!Nick

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    1. Me lo avevi detto che lo avevi lasciato a metà. Ci sono talmente tanti libri che non sono nelle nostre corde. Ma ci abbiamo provato.
      Immagino che tu sia come al solito in pieno "ammore" ci credo che non abbia molto tempo per leggere?
      Tutto a posto ragazzo?
      Ricorda che questa è la tua casa. Lo è sempre stata, negli ultimi quattro anni.
      Ti abbraccio io, forte come sai.

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  23. Ragazzi, la mia linea internet va e viene. Non so se saro' in grado di rispondere a tutti. Ma una cosa la voglio dire: Pap e' chiaro che accetto la sfida!

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  24. Pap, dovresti fare un giro nel blog di Franco "posto di bloggo"; lo trovi nel mio blog-roll.
    Sei stato nominato.

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    1. Il blog roll sarebbero quelli del Cerchio Magico?
      O bella.
      Accidenti, sono qui da pochi giorni e già mi avete già mandato in nomination?
      Andrò in confessionale a lamentarmi con il Grande Fratello.
      Comunque conto di salvarmi nel televoto da casa.
      E che venga eliminato Franco.
      Franco?
      Ma chi cazzo è, Franco?

      Paolino Pap

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    2. Edward mani di forbice.
      Ci vorrebbe lui per dare una sfrondata ai blog roller comparenti lato.
      Sessantasei (!).
      Ma non sono troppi?
      Tra l' altro la didascalia che accompagna recita: “cosa scrivono le persone speciali intorno a me”.
      Si ma se le persone speciali sono troppe, la parola “speciale” si abbatte di significato.
      Che speciali diventano tutti. E allora non sono più speciali.
      Un onnivorismo tale è legato anche ai tuoi gusti letterari e musicali, davvero ampi di soggetti, dove tutto ti sembra orgasmare.
      Questa mole dispersiva è davvero troppa. Poi è difficile distinguere e caratterizzare in questa coltre che appare piatta e uguale.
      Selezione!
      L' esercizio che propongo oggi riguarda appunto la capacità di creare contrasti cromatici di luci ed ombre che possano dare più profondità.
      Per cui diamo un bel taglio al listone blog.
      Per esempio: che senso ha tenere inserito un blog che è più di un anno che non viene aggiornato?
      La persona ( che conosco) sarà anche speciale (?): ma il suo blog fa cagare, visto l' abbandono.
      Va cambiata la prospettiva: e nei parametri d' inserimento bisognerebbe pure fornire peso al valore del blog in sé in quanto efficacia, dinamicità, personalità del blogger nella misura in cui si spende per il blog.
      In questo modo vengono forniti strumenti di selezione affilanti lama di motosega con i quali si sfronderanno gli eccessi dispersivi.
      Pota!
      Sarò buono: dovrai almeno dimezzare.
      Pöta …
      Vai nel confessionale e fornisci al Grande Fratello la lista dei 33 nominati all'uscita dal roller.
      Poi esegui.
      Se non ce la fai chiamami: che sono un esperto in epurazioni.
      Riduciamo a dieci blog?
      Va be', facciamo quindici e non se ne parli più.

      Paolino Pap

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    3. Stabilito un numero fisso di blog rollati ( va be', facciamo 20) non si agirà più per mera aggiunta ai già presenti dilatando sempre di più il numero, e visto che lungi l' idea di una lista statica, ad ogni nuovo inserimento ne andrà tolto uno precedente in modo che rimanga invariato il numero delle presenze.
      I blogger tagliati se la prenderanno male e non verranno più a commentare nel tuo blog?
      Pazienza.
      Perlomeno non ci saranno più sospetti di scambi di favore, visite di cortesia, visite di acchiappo.

      Paolino Pap

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    4. A titolo esemplificativo mi armo di forbici e sfrondo io.
      Ma più che forbici mi diverte di più tagliare mezzo ascia.
      Per cui è mia intenzione creare la top ten eliminando per cui ben 56 persone “speciali”.
      Ma se avranno le capacità di risollevare le sorti del loro blog potranno in futuro essere inserite di nuovo.
      Parto subito tagliando quei blog che non fanno parte di questa piattaforma. ( blog direttore Vanity Fair per esempio)
      Appunto: che ci azzeccano qua?
      È più roba da “preferiti” che possono essere spostati in altre parti del tuo computer.
      Banzai!
      Passiamo adesso a quei blog che sono mesi che non aggiornano post di fatto candidandosi, per il loro clima secco ed arido, ad essere scantonati.
      Banzai!
      Ah, come già si respira meglio senza tutta quella folla.
      Procediamo oltre.
      Adesso le scelte potative si fanno più complicate e dovranno basarsi su visioni qualitative e soggettive.
      Ma non è poi così difficile.
      Per cui, in ordine sparso ( in ordine sparso), fornirò successivamente la lista dei dieci blog meritevoli.
      Procedo?

      Paolino Pap

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    5. Scopo di questi esercizi selettivi è quello di migliorare le capacità critiche e selettive in modo da migliorare l' attività di piazzista e recensionista di libri.
      O diminuire il carico di valigia al comparire di quei post da naufraghi che invitano a salvare dei libri da portare su di un isola deserta.
      Che te ci porteresti i bauli, di libri.
      Anzi: i tir.
      Che si rischia di affogare in quei listoni di titoli e autori che sembrano far parte di una lista della spesa.
      Nel carrello, al massimo, te ne concedo tre.
      Tre!
      E non pestare i piedi per ottenere la cassa rapida del massimo dieci pezzi.
      Che poi ci sempre i soliti furbi che cercano di accodarsi con 15 prodotti scusandosi che non hanno contato bene.
      Non provarci altrimenti ti sbatto a fare l' esercizio con il salvataggio di un solo titolo, il terrificante esercizio “ ne resterà uno solo!”.
      Son quelli che preferisco.

      Paolino Pap

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    6. Per esempio.
      Tra tutti i commentatori di questo blog salvane uno.
      Uno solo.
      Ghghghghgh...

      Paolino Pap

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    7. Sono qui Paolino.
      Arrivo.

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    8. Dunque Paolino.
      Procederei con ordine.
      Come ben sai, qui non siamo sul blog del direttore di Vanity Fair OVVERO Luca Dini. Che da tempo ha abbandonato la sua casa virtuale e i suoi commentatori( preferiti?) per darsi ai cinguettii twittereschi e alle foto instagrammatiche.
      Lì tu sei abituato a fare il bello e il cattivo tempo, balli sul tavolo compresi, dando addirittura il via a contest di ogni genere, trascinando tutta la compagnia che ti ama e ti venera, paperaccio nostro.
      Sei invece a casa di una tua vecchissima (e anche un po' fuori di testa) amica di blog, che una volta era seconda nella lista delle tue preferenze. Ora non so di preciso, ma in ogni caso qualsiasi sia la posizione, va bene uguale.
      Da me, dove puoi divertirti a commentare, non c'è assenza anzi c'è partecipazione attiva della padrona.
      Quello che faccio sul blog, come adorno il mio giardino, sono assolutamente affaracci miei.
      Per dire.
      Tu puoi dirmi che fa cagare il blog roll, che sono troppi (veramente la lista si allungherà); che non ha senso definire speciali i miei amici blogger (e poi perché il mio punto di vista è perfettamente in linea con il mio pensiero) puoi provare a darci un taglio con le parole, certo. Tutto quello che vuoi.
      Hai espresso un parere e te ne do atto.
      Chiaro che resta lì.
      Resta il fatto che, non ho la minima intenzione di cambiare una virgola del mio blog, per come lo ho impostato.
      Anzi pensavo di allungare liste, aggiungere foto di piedi (che so che ami molto), aumentare il mio cerchio magico, che così com'è mi piace tantissimo, ma che io, essendo curiosa per natura, non vedo l'ora di incrementare con nuovi blogger. Visto il vasto, vastissimo mondo che mi circonda.
      Nel mio blog roll, ci stanno bene tutti. Indipendentemente dalla piattaforma su cui agiscono.
      E sono meravigliosamente "speciali" quelli di VF. Fosse solo per il fatto, che della maggior parte di loro mi onoro di essere amica. Alcuni li conosco personalmente e ne sono fiera.
      Per cui, puoi fare tutte le liste che vuoi. Ma qui non si cambierà una virgola :-)

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    9. Quindi, tre libri a scelta da portare su di un'isola deserta.
      Tu dici che non ce la posso fare?
      Sì che ce la faccio.
      Invece a musica come sarei messa?
      Lì la vedo più difficile per me.

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    10. L' utero è mio e me lo gestisco io?
      Cosa vuoi che ti dica Mariella: ti ho suggerito buoni esercizi vaginali, che saranno anche maschi – quindi del cazzo – che si basano su una teoria antidispersiva e selettiva di più alto livello agonistico rispetto ai tuoi soliti schemi amatoriali ed abbracciosi della corsetta domenicale fuori porta.
      Vista la tua rinuncia provvederò personalmente ad assegnare le 10 (10!) pettorine meritevoli di far parte del blog roll.
      Gli speciali.
      Troppo comodo lo speciale tutti.
      Se poi aggiungi il “meravigliosamente speciali” le stilettate del latte che irrompe nelle ginocchia è ancora più deflagrante.
      La lista Paolino è in fase di studio: successivamente l' emanazione.
      Auditel garantito.
      O no?

      Paolino Pap

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  25. Ecco sto invecchiando..non ricordavo di avertelo detto!cara la mia Mary :)
    Pieno,pienissimo si!Non avrei mai immaginato potessi trovare una creatura così fantastica..ok mi fermo
    Oltre all amore puro,sto vivendo dei cambiamenti lavorativi importanti,sono molto soddisfatto!
    Un mega bacione a te,Nick

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  26. Fortunatamente da me gli anonimi non possono commentare. Me l'avevano segnalato il trolling nel tuo blog!

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    1. Fottiti, Francesco.
      Troll a me?
      Come già spiegato in precedenza ( ma tu leggi, o che cosa ?) risulto ( risulto!) anonimo perché sono una capra informatica: e non riesco ad avatarmi.
      Inoltre: conosco Mariella via blog da circa quattro anni, ed insieme, in giro, abbiamo vissuto esperienze comuni.
      Ancora: nella mia carriera non sono mai e dico mai entrato in un luogo dove non sono gradito.
      Quindi, qui , sono un invitato.
      Solitamente non tendo a fare da tappezzeria: anzi, capita pure che ballo sui tavoli.
      Embè?
      Cos'è, è forse obbligatorio, da commentatore, inserirsi nei soliti schemi da blog?
      Quattro quattro due?
      Quattro tre tre?
      Che poi io ho giocato 30 a calcio, quello vero.
      Mica a calcetto come te, sfigato che non sei altro.
      Forza Mariella, scegli: preferisci me, o Francesco?
      Ne resterà uno solo!

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    2. E nei trent'anni che ho giocato a calcio ho praticato tutti i ruoli, da portiere ad ala sinistra passando per il libero attraverso la mezzala.
      Un giocatore duttile.
      Ma principalmente ho corso una vita da mediano.
      Ma oltre a difendere e portare su palloni, come Oriali, avevo ( ed ho) i piedi buoni, da centromediano metodista alla Falcao.
      Ed ero pure capitano.
      Echecazzo.
      E vengo qui a prendermi del troll?
      Al limite, nel vostro Cerchio Magico di blogger, di cui mi onoro di NON farne parte, definitemi “fantasista”.
      Troll??
      Che mi distinguo, io, da quella razza.
      Le parole sono importanti!

      Paolino Pap

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    3. Comunque, Mariella, se qui la mia B- zona alla Oronzo Canà non è gradita fammelo sapere.
      Che ci sono altri blogger che mi pagerebbero l' ingaggio affinché andassi nei loro a vivacizzare un po' la situazione.
      Fortunatamente gli anonimi possono commentare anche in blog che non appartengano a quel rude stopper di Francesco ( ma chi cazzo è, Francesco?) che Vierchowod , Bachlnecher e Tarcisio Burgnich, al suo cospetto, erano raffinati marcatori.
      Che nel suo blog ( oh, il blog di Francesco!) noi fantasisti non possiamo accedere.
      Per fortuna.

      Paolino Pap.

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    4. Francesco, quel "fortunatamente" non mi piace granché.
      Non che contesti il tuo punto di vista, legittimo, ma è il discorso generale del non far commentare gli anonimi che non mi piace.
      Vedi, io sono stata un anonimo, per molto tempo, sulla prima piattaforma dove ho iniziato a "farmi le ossa" ovvero sui blog VF.
      E se non mi fosse stata data la possibilità di commentare in ogni casa, di dire quello che pensavo su qualsiasi argomento e di confrontarmi con altri, in quel modo, non avrei mai conosciuto il mondo "blog". Non me ne sarei innamorata e soprattutto non avrei deciso, in un caldo giorno di agosto di qualche anno fa, di aprire il mio primo MONDO VIRTUALE.
      Una volta definito il mio spazio e per farmi conoscere, ho creato il mio avatar. Per potermi distinguere, ovunque fossi.
      Ho molti amici commentatori che non ne sentono il bisogno e allo stesso tempo amano il confronto; a cui piace lasciare il loro pensiero a casa mia, come da altri. E a cui non negherei mai il diritto di parola.
      Sarebbe un limite il contrario, secondo me, anche per il mio spazio.
      Ora, il Paolino.
      Come da lui già spiegato e da me in parte sopra, siamo amici da vecchia data. Non hai letto molto dei commenti del vecchio post, ma avevo già spiegato che lui, essendo una "capra informatica" da tempo vorrebbe creare un avatar ma poi ci rinuncia. Ho anche preparato un memorandum per consentirgli di farlo. Ma se anche non decidesse di attuare il tutto, sarà libero di commentare da me, per tutto il tempo che vorrà.
      Non è un trolling. La tua è una "provocazione" conosco abbastanza anche te.
      E' solo un "amabile rompicoglioni" come lo ha definito perfettamente Enzo.
      Io ci ho litigato spesso e volentieri, perché a volte si fa fatica a contenerlo.
      Ci ho litigato talmente tanto, che pensavo di non volere più avere a che fare con lui.
      Perchè sono permalosa, lui lo sa e affonda la lama.
      Ma ho deciso di provare a ricominciare, senza dare troppo peso a quello che scrive e a come scrive.
      Dicendogli "fottiti" quando se lo merita ma anche divertendomi con le sue schermaglie.
      Mi dispiacerebbe se gli altri amici di blog, non lo comprendessero.
      E ci tengo davvero che lo capisca tu.

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    5. Però Paolino, modera il tuo linguaggio con i miei amici di blog.
      Che altrimenti vengo a sfrondarti le penne.

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    6. “Fottiti Francesco” è, linguaggio moderato.
      Infatti nella prima stesura avevo scritto “Francesco sei un testa di cazzo”
      Ma poi, per rispetto dei tuoi amici di blog ( ohhhh, i tuoi amici di blog) ho pensato bene di revisionare il testo.

      Paolino Pap

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  27. Paolo Giordano non rientra nelle mie corde... proprio non mi piace.
    Un abbraccio e buon fine settimana :)
    Xavier

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    Risposte
    1. Xavier, non è mica una colpa. Ho una lista lunghissima di autori che non sono nelle mie corde. Abbiamo la fortuna di poter scegliere.
      Ti abbraccio ragazzo.
      Poi passo da te.

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  28. Oh, Paolino è venuto a vivacizzare il blog di Mariella.
    Ha sacrificato tutti i blogger che lo vorrebbero nei loro blog per la sua vecchia cara amica.
    Sono commossa davvero.
    Ma è bello quando regna la pace.
    L'amicizia non è bella se non è litigarella.
    Ora Mari ti lancio una sfida.
    Un libro.
    Uno solo.
    Estate 2014.Rimini.
    Lo scopo sarà quello di riuscire a trattenere Noa per dieci minuti, dieci, non un minuto di più non uno di meno sotto l'ombrellone.
    FERMA.
    Hai tempo un mese.
    Ne resterà uno solo.

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    1. Sei tremenda.
      Ma accetto la sfida. Sono allenata con le nipotine che ho.
      Compresa Noa, si sa.
      Ci avrei un titolo in testa.
      Che poi tua figlia appena ti vedrà con "libercolo" avrà un solo desiderio:
      quello di lanciarlo il più lontano possibile. Che lei vorrà andare in acqua.
      Poi, saranno cazzi tuoi...
      Ne resterà uno solo.

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    2. Francesco non sono una troll sono la veru.

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    3. Veru, i miei vecchi amici commentatori di blog si sono trasformati tutti in meri facebuchuisti: e come è noto sto cercando di non morire, fecebuchista, stretto tra quei rettangolini minimalisti del cazzo dove bisogna scrivere, le condivisioni di link, i “mi piace”, il registro chat veloce di battutine.
      In parte non disdegno queste cose: ma rimango principalmente un pennivendolo da blog.
      Blog!
      E pare che nessuno di voi abbia in mente di risollevare le sorti della piattaforma Vanity sempre più decadente e malfunzionante.
      Inoltre sono quasi tre anni che vivacizzo lo spazio del Direttore.
      Nulla di male se i piglio vacanza.
      (E poi sono stato astericato! Uno scioc dl quale non mi sono ancora ripreso)
      Sono stato concausa della sua defundis?
      Come faceva osservare Mariella Luca Dini è ben attivo in Twitter ed Istangram: quindi è una scelta, l'abbandono del territorio.
      Vorrà tirasela come Firma.

      Paolino Pap

      Veru, il libro te lo consiglio io.
      “ La via dei tormenti” di Tolstoj.
      Ma Aleksej, Nikolaevic Tolstoj; da non confondere con il più famoso Lev, Nikolaevic Tolstoj.
      Ovviamente da leggersi in lingua originale russa.
      Oppure nell'ottima traduzione cecoslovacca.

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  29. NE RESTERANNO SOLO DIECI!

    Lista selettiva dei blog roller a lato (vedi commenti sopra, idem per i parametri scelta e modalità di eventuali avvicendamenti futuri)
    Elenco in ordine attuale di apparizione.

    - Queer as blog (Xavier Queer)
    - Moz o' clok ( Moz) ( note: a parte l' orrida scelta grafica dei caratteri scrittura)
    - Parole spettinate (Gioia)
    - La giostra (Colomba)
    - Stanze di vita quotidiana (Francesco)
    - Vincenzo Jacoponi (Vincenzo)
    - Il linkazzo dello scrittore (Nicola)
    - Posto di bloggo ( Franco)
    - Via della polveriera ( Il Monticiano)
    - I diari dello scooter (Ernest)

    Per cui: dovrebbero apparire solo questi, a lato.
    La top ten.
    Mica 66 "speciali" e oltre!

    Paolino Pap

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  30. Paolino figurati comprendo non ti devi giustificare.
    Ghghgh
    Comunque sai che per me resti sempre speciale.
    L'unico speciale.
    Che poi appunto se si dice speciale a troppe persone la parola perde di significato.

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  31. Ho l' impressione che l' abbracciosa Mariella dispensi meravigliose specialità a tutti tanto per guadagnarsi benevolenze dei commentatori atte ad innalzare bonus in più per essere canonizzata Santa guadagnandosi così le simpatie di S. Pietro ( vedi nuovo post) .
    Figurati: si è messa pure a parlare bene di me; ed in qualche modo, mi difende.
    E mi offre pure l' accoglienza nel suo restaurant blog che una minestra non la si nega a nessuno.
    L' anno scorso ( e oltre, fino a poco tempo fa) di questi tempi, era indemoniata, nei miei confronti.
    Che sia transitato da queste parti l' Esorciccio?
    Giacché io non sono cambiato: il cuore ed il pensieri son gli stessi (cit)
    Che fare, ora?
    Lo scherzetto de “mi si nota di più se ci sono, o se non vengo”?
    La mollo qui insieme ai suoi amici del Cerchio Magico?
    Del resto questo spazio funziona ugualmente ( e bene ) anche senza di me.
    Certo che la papera presenza gli dona un tocco speciale.


    C'è un uomo solo al comando. La sua maglia è biancoceleste. Il suo nome è Fausto Coppi.
    Ordine d'arrivo: primo Coppi Fausto. In attesa degli altri corridori trasmettiamo musica da ballo.
    ( il secondo classificato arrivò a Sanremo quattordici minuti dopo)

    Paolino Pap

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    1. Una volta sulla spiaggia di Rimini ci sono arrivato in bicicletta partendo in cavalcata solitaria da Crema.
      Ma sono invecchiato.
      Per cui, se volessi venere lì per consegnare personalmente a Noa il libro suggerito per la lettura (porterei “Il brutto anatroccolo”) sarà meglio arrivare mezzo treno.
      Come sei messa a prova costume?
      Che se devo costruire una pista da biglie per farla giocare mentre tu sei alle prese con la trilogia di Tolstoj ho bisogno di un soggetto da far sedere culo a terra e trascinare pigliandolo per le gambe in modo da ottenere attraverso struscio il tracciato.
      Ma devo costruire un sentiero per biglie: mica la pista di un aeroporto.

      Paolino Pap

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  32. "Il brutto anatroccolo" mi pare perfettamente in tema, considerando che a Settembre farà la sua entrata (trionfale?) alla scuola materna.
    Sezione dai 24 ai 30 mesi.
    Piccoli ma tenaci.
    Comunque davanti ad una pista con le

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  33. biglie, conoscendo la non ci sarà libro che tenga.
    Riguardo la prova costume ho avuto tempi migliori...se non sarà un sentiero sarà qualcosa di simile.
    Ciao Pap

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)