10 giugno 2014

Vivere per raccontarla.


E' passato  poco più di un mese. Già.
Non mi va di dire molto, ogni giorno è il giorno adatto per scrivere due brevi righe.
Per ringraziarlo, per ricordarmi che ho passato oltre vent'anni della mia vita a leggerlo.
E sarà sempre tempo per continuare a sorridere, piangere e amare scorrendo le sue parole.
Ma soprattutto c'è una cosa che mi ha insegnato.
La vita va vissuta. 
Intensamente, senza ripensamenti.
Ogni ora è importante. Ogni giorno, tutte le strade che si percorrono.
Così come è importante, per chi ci crede, seguire il consiglio.
Se ti scappa da scrivere, scrivi.
Racconta, gli amori e le arti.
Vivi profondamente.
Per potere raccontare.
Un romanzo intero. O un solo paragrafo. La vita. Come la rammenti. Già.

"La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda, per raccontarla."

Gabriel García Márquez

Lui lo ha fatto.
Io intanto, ci sto provando.
Con amore.









La domanda è: se vi scappasse di scrivere, cosa scrivereste e come?
Saresti ragionieri delle parole o fareste vibrare emozioni e sentimenti?
E soprattutto come raccontereste? Una cronaca dettagliata oppure solo quello che la memoria ricorda?

67 commenti:

  1. scusa, ma nel senso che stai provando a scrivere un libro ?

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    1. Sì Fra, ma sono ferma da un po'.

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    2. E qualche piccola parte di questo racconto l'ho Gia' pubblicata qui da me. Ma mi chiedevo anche: cosa raccontereste voi di quanto vissuto? E come lo raccontereste?

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    3. io nel lontanissimo 2001 ho provato a scrivere un libro di quelli "generazionali" che aveva un minimo carattere autobiografico. ma ho scritto solo il primo capitolo, poi ho mollato pensai che troppa gente in Italia scrive libri, non ci voleva un nuovo autore..... :-)

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    4. E' lo stesso pensiero che gira nel mio cervelletto da tanto tempo.
      Gli scrittori sono fin troppi che avrei da aggiungere io?

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  2. in questi anni da blogger (perché solo sui vari blog che ho avuto ho dato in lettura i miei scritti) solo un paio di volte "sembra" che abbia colpito i lettori..
    .. una riferita alla mia marcia appena imboccata la porta d'uscita d'un tribunale
    .. l'altra appena fatta una canna.

    Non so, io sento di non avere la cosiddetta "vena" per lo scrivere, sono così ancora affamata di vita che non ho tempo per soffermarmi (troppo) nello scrivere, foss'anche uno scritto di fantasia.
    E.
    Ripeto, provo una sana invidia per chi ha una struttura interna che permetta loro di scrivere e comunicare (soprattutto).

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    1. Tu hai una "sana" ironia che spiazza. Ci sarebbe tanto bisogno di una scrittura così.

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    2. mi imbarazzi :) ma azie :*

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  3. Sono convinta che prima o poi leggerò qualcosa di tuo.
    Io te le auguro di cuore. Se così non fosse, tieni le tue righe nel cassetto del comodino, come faccio io. Non ho mai avuto il dono della scrittura o particolari capacità creative,ma adoro scrivere, riesco meglio ad esprimere quello che penso e quello che sento. Mi è sempre piaciuto riempire i fogli bianchi. Sin da ragazzina ho scritto decine di diari. Dalla scorsa estate il mio romanzo è nel cassetto del comodino. Lo ha letto soltanto mia figlia e mia ha detto che è troppo sdolcinato per essere un giallo. Pazienza, tanto non lo leggerà nessun altro perchè è una cosa che ho fatto per me e soltanto per me. Ma tu Mari hai davvero questo incredibile capacità, per questo spero un giorno di entrare in libreria e ....acquistare il tuo romanzo!

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    1. Uhhh Morena. Come dicevo in risposta a Francesco di sopra, non ci farei tanto affidamento sul mio romanzo. Non valgo molto. Mi diverte stare qui e confrontarmi con voi, ma scrivere e scrivere bene, significa lacrime e sangue. Ed io potrei scrivere solo di me e della mia vita, come delle persone che mi sono accanto.
      Sarebbe troppo difficile. E' il motivo per cui ho iniziato ma non terminerò mai.
      Da ragazza ho tenuto dei diari anche io, come la maggior parte di noi. Ma preferivo scrivere poesie.
      E quindi tu hai qualcosa di finito nel cassetto, ma che brava.
      Io invece solo dei racconti per bambini, delle poesie e alcuni paragrafi di qualcosa che non vedrà mai la luce.
      Bacio amica mia.

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  4. Pendo che saper raccontare storie sia un dono di natura.
    Insomma uno può scrivere un libro e vendere tantissime copie ma non significa che sia un bravo scrittore.
    Scrittore di nasce non lo si diventa secondo me.
    Riuscire ad inchiodare un lettore fra quelle pagine e lasciargli il rammarico di essere arrivato all'ultima pagina.
    Questo mi augurerei se fossi uno

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  5. scrittore.
    A me piacerebbe scrivere della mia famiglia.
    Di mia mamma tantissimo, donna controcorrente, le sue scelte fuori tempo e i destini così strani e imprevedibili che hanno segnato ognuno a suo modo tutti noi.
    Vorrei raccontare di mia sorella che lei lo diceva sempre "veru io devo scrivere un libro sulla mia vita".
    Lo vorrei fare con sincerità ma anche con leggerezza ed ironia.
    Perché senza l'ironia ne saremmo usciti a pezzi da certi legami.
    Questo è tutto.
    Mariella a te auguro di realizzare il tuo sogno.

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    1. L'ironia non ti manca Veru!!

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    2. Ecco, magari ci riuscirà Veru a tirar fuori qualcosa di interessante.

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    3. Mariella facciamo così io ti racconto e tu scrivi il libro.

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    4. Ahahahahahah! Questo si chiama sfruttamento :-)

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  6. Se dovessi scrivere un libro, lo scriverei seguendo le emozioni e l'stinto (lo faccio con le poesie che scrivo), niente di troppo ragionato o schematico, dentro ci sarei io al 100%.
    In attesa di leggerti ti lascio un abbraccio :)
    Xavier

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    1. Ecco Xavier. Di tuo mi piacerebbe molto leggere qualcosa.
      Perché sei una persona che segue sentimenti e istinto. Lacrime e sangue. E poi le tue poesie sono belle da mancare il fiato.
      Abbraccio ragazzo.

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    2. Ciao Mariella, nel mio blog ho scritto dei racconti, ti lascio il link così se vuoi leggerle... (una non l'ho ancora finita)
      Un abbraccio

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    3. Ho cominciato a leggerli partendo dal fondo.
      Grazie!

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  7. Mari, sul fatto che prima o poi avresti provato a pubblicare una tua storia non avevo dubbi.
    Se posso azzardare un consiglio è: libera la corda pazza, esci dalle righe, divertiti a scombinare gli schemi!
    +++
    Dovessi tentare di scrivere, credo che azzarderei il genere fantasy (anche se oramai si è raschiato il fondo del barile, anche lì).
    Una mezza idea l'avrei, ma sono scaramantica e non ne parlo.
    Si tratta di qualcosa di totalmente nuovo (nel senso che io non l'ho mai visto). Considerata la mia pigrizia, tuttavia, credo che resterà una pia intenzione.
    Scrivi tu, è meglio! :-) nessie

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    1. Cara Nessie, finché sono chiusa qui, tra le pareti della mia stanza, riesco ad esprimermi con serenità mostrando tutta me stessa. Non so se sarei mai capace di mostrare al mondo la stessa me.
      Mi preoccupa. E poi su quello che scrivo e su come scrivo ho ricevuto anche molte critiche. Che vanno sempre accettate ma che, allo stesso tempo, mi hanno fatto rendere conto di non valere molto.
      Per cui, continuerò a scrivere per me.
      Ma che bella questa idea misteriosa. Ti prego vai fino in fondo.
      BACIO

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    2. Mari, le critiche fortificano; molto spesso insegnano anche qualcosa. Più uno diventa conosciuto e più le critiche si moltiplicano, quindi non lasciarti scoraggiare. Piuttosto, quando ti rileggi, pensa di non esser stata tu a scrivere, ma qualcuna che ti sta francamente antipatica. Se con riluttanza devi riconoscere che "è quasi passabile", allora prosegui.
      Altrimenti correggi e modifica fino allo sfinimento.
      A una bibliofila buongustaia come te, non ho bisogno di ricordare la prefazione di "Musica per camaleonti"...
      (Si finisce coi puntini alla faccia del Bianchini :-) ) nessie

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    3. Nessie, forse non ci crederai, ma non ho mai letto il saggio di Capote. Ora devo assolutamente recuperare:-)
      Grazie per le tue parole.
      Ottima idea quella di trasformarmi in una editor antipatica.
      Vedremo.
      Abbraccio.

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    4. Fra i libri che elenchi tu, Mari, è già tanto se ne ho letto uno su cinquanta.
      E nemmeno sono in grado di gustarmi "Colazione da Tiffany" in lingua originale. ;-)

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    5. Quello nemmeno io, nessie. Ci ho provato col vocabolario inglese-italiano. Una fatica. Quindi ci ho rinunciato :-)

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  8. E' da una vita che frantumo le scatole a tutti, dicendo che il mio sogno è quello di scrivere un libro.
    Avevo un mare di quaderni nei quali scrivevo qualsiasi cosa, un pensiero, un racconto, cose buffe che mi accadevano.
    Poi ho smesso all'improvviso, senza un vero motivo, semplicemente entrando all'improvviso nel mondo dei "grandi" avevo perso l'immaginazione.
    Ci ho provato più volte, ma le storie che mi vengono in mente sembrano sempre banali, copiate da qualcosa, ridicole, troppo autobiografiche, e quindi ho mollato. Ogni tanto mi prende lo schiribizzo, chissà che prima o poi non mi venga in mente una storia fenomenale e tu Mari potrai dire "Ma chi? La scrittrice emergente Mary?? Eh come no, certo che la conosco, è una mia amica!"

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  9. E' da una vita che frantumo le scatole a tutti dicendo che il mio sogno è scrivere una storia.
    Da adolescente avevo un mare di quaderni (che ho tutt'ora!) nei quali appuntavo storie che mi venivano in mente, aneddoti, racconti, giornate buffe.
    Poi l'ingresso improvviso nel mondo dei grandi mi ha fatto perdere la fantasia.
    Ho riprovato svariate volte a scrivere, ma ogni storia mi sembrava banale, troppo autobiografica, scontata, ridicola.
    Forse un giorno scriverò il romanzo del secolo e allora potrai dire 'Ma chi la scrittrice emergente Mary? Ma certo che la conosco, è una mia amica!'

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    1. Io sono già pronta. Cartelli stradali luminosi, inviti a tutta Italia ed io che gongolo dicendo: ecco Mary, la mia amica scrittrice. Una bomba!!!
      Bacio.

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  10. Poni una domanda esistenziale a uno che scrive. Allora, dato che sei tu, dato che ti voglio bene, ti racconto come scrivo io.
    Innanzi tutto occorre un'idea degna di scriverci un romanzo. Le idee sono già latenti dentro di te, quindi esperienze di vita vissuta propria o di persone molto vicine a te, oppure te le devi andare a cercare o meglio ti colpiscono in piena faccia mentre che vai a spasso e non cerchi altro che un posto dove andarti a sedere. In questo caso si può trattare di un evento, che leggi in un titolo di giornale, oppure che ascolti in un bar. Insomma una cosa così. Tu ingabbi l'idea, la inghiotti e la lasci maturare, la rumini piano piano e poi hai il tuo argomento per il tuo romanzo. Così, come un canovaccio, un impasto informe di cui non conosce che alcuni elementi essenziali. A quel punto, se hai sufficienti elementi a disposizione fai una traccia -traccia e non trama- cioè un incipit e possibilmente un finale. Importantissimo per iniziare a lavorare è per me l'incipit. Il finale poco chiaro non mi preoccupa. Inizio a scrivere col metodo del gomitolo di spago. Prendo il gomitolo e lo lancio davanti a me e poi seguo il filo riaggomitolandolo e vedo dove mi ha portato. Mi piace? Vado vanti, non mi piace, torno indietro e rilancio. Con questo sistema incomincio a vedere i dettagli e vado avanti, ma incomincio a vedere la luce in fondo al tunnel, finché non raggiungo l'uscita del tunnel, cioè il finale. Se mi lascio prendere dalle emozioni? Certamente, perché le mie emozioni saranno le emozioni dei miei lettori. Se mi commuovo io si commuoveranno loro. Niente ragioniere della parola. Certo che poi bisogna dare una forma e qui entra in ballo la tua formazione letteraria e la tua capacità di sintetizzare. Finora questo metodo non mi ha costretto a rifare nulla. Mi fido di me stesso e delle mie capacità, tiro dritto fino un fondo e poi rileggo. Difficilmente trovo cavolate o errori di sintassi. La grammatica, beh se dovessi curarmi anche di quella non scriverei affatto.
    Spero di averti esaurientemente risposto. Ciao sorellona.

    PS nella foto di quattro donne c'è anche la sorellina?

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    1. Per prima cosa Enzo, grazie per aver scritto una cosa così bella come quel "ti voglio bene". Lo conserverò gelosamente.
      E grazie ancora, per avermi spiegato quanto ami scrivere. E come lo fai. Sono consigli preziosi, di cui terrò memoria.
      Anche io do molta importanza all'incipit. E la "testa" che mi fa decidere, quando scelgo un libro nuovo, se lo comprerò. Ed la "testa" la partenza di ogni mio racconto.
      Poi quello che viene è tutta una conseguenza.
      La grammatica mi preoccupa poco. Ci penserebbe qualcun altro poi a correggere.
      Grazie ancora.
      No, non c'è mia sorella nella foto. Solo alcune tra le mie più care amiche, nel giorno del compleanno di una del gruppo. Che abbiamo festeggiato sabato scorso.
      Non posto foto della mia famiglia, per questioni di riservatezza. Alle mie amiche ho chiesto il permesso.
      Bacio, Enzo.

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    2. La cosa bella non l'ho scritta, la penso da tempo, so che è così. Se manca l'incipit non si potrebbe scrivere, ma è l'incipit che mi rivela la forma e lo stile del racconto. Questo intendevo. Come coi miei quadri io sono capace di stare mesi senza disegnare o dipingere e poi riattacco da dove avevo lasciato. Così con lo scrivere, identicamente: resto anche settimane senza scrivere niente poi scrivo un racconto dall'inizio alla fine senza sbagliare una frase, e vedo che il racconto piace. A me basta che piaccia a me, altrimenti non lo pubblico.

      Peccato: quella biondina era molto carina e ho pensato che fosse lei la sorellina.

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    3. "Basta che piaccia a me."
      Altro insegnamento da tenere in alta considerazione.
      Enzo, mia sorella Pia è bruna, Ma mora, mora. Capelli molto lunghi e lisci; non mi assomiglia per nulla.
      Invece, la "biondina" è una delle mie più care amiche. Sabato era il suo compleanno e poiché in settimana era stato il compleanno anche di un'altra amica, Stefy (presente pure lei nella foto), abbiamo fatto un'unica, grande festa.
      E' molto carina, si chiama Luisa e somiglia a Claudia Gerini.
      Ahahahah soddisfatto?

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  11. Io al massimo scrivo nel blog, di me e della mia vita quotidiana, principalmente per me, perche' ne sento il "bisogno", di scrivere per "fissare" le cose e per comunicare, e anche perche' ho un minimo di feedback da chi legge. Pochi lettori ma buoni. (anche perche' mi piace mantenere un profilo basso)

    Da molto (molto!!!) giovane ho provato scrivere qualche racconto, ma non sono tagliata. Facevano davvero pena! Non e' il mio campo. Invidio (bonariamente!) molto quelli che hanno quel di piu' e che sanno scrivere.

    Un paio d'anni fa, quando mi sono trovata in una situazione che ha cambiato molto la mia vita, per sfogarmi scrivevo (su un blog che ancora esiste, ma che da piu' di due anni non aggiorno piu').
    Ecco, una volta (credo questo inverno) sono andata a rileggermi i miei vecchi post, per curiosita'. Ho pensato che scrivevo meglio di quanto non faccia ora. Rileggendo, tutto tornava intenso quasi come allora. E' stata una lettura che mi ha provato, ma anche sollevato (perche', adesso, e' definitivamente "passato").

    Non so se scrivero' mai piu' di quanto non faccia ora. Credo che per me vada bene cosi'.

    Ti abbraccio!

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  12. Quindi scrivi anche tu perché ti scappa da scrivere.
    Che sia blog o altro poco importa. Senti il bisogno di buttare giù tutto quello che ti passa per testa. Insomma a modo tuo lo vedi quasi come un percorso obbligato. Ti fa sentire meglio vero?
    A me fa sentire meglio.
    Ti abbraccio forte.

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  13. Mariella, mi candido io come tuo editor.
    Il primo passo è quello di tagliare a pezzettini tuo marito e metterlo in freezer.
    Poi invita a pranzo gli amici e le telecamere di Studio Aperto.
    Nello scontare l'ergastolo pentiti e fatti suora: la Mariella di Monza.
    Poi seduci una secondina lesbica ed avvia con lei una passionale storia di sesso e amore dietro le sbarre.
    A questo punto ti sarai fatta un nome.
    Un nome!
    E solo adesso scrivi le tue memorie.
    Che è nelle tue capacità organizzare narrativamente una sorta di romanzo autobiografico basato su storia vera.
    Tutto sommato non credo che sei tanto peggio di certa gente che pubblica, aiutata da galoppini vari, solo grazie al fatto di essere un nome conosciuto.
    Insomma, a parte i parenti e qualche amico, adesso come adesso, chi vuoi che compri un libro scritto da un anonima impiegata brianzola?
    Che poi c'è differenza tra scrivere un libro e tenerlo in un cassetto, scrivere un libro e pubblicarlo personalmente pagando tutte le spese, trovare qualcuno che ti pubblichi pagando lui, le spese, e dulcis un fundo, trovare pure qualcuno che ti paghi, per essere pubblicata.
    Vuoi vendere più libri del Bianchini?
    Fai come ti ho detto.

    Paolino Pap

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    1. Del resto oggigiorno la scrittura è inflazionata.
      Scrivono tutti.
      Non mi riferisco solo alle pubblicazioni: basta guardare le tonnellate di parole che vengono riversate su internet in varie forme e modi.
      E la scrittura, in un certo senso, in questo oceano, perde di valore in termini assoluti.
      Ai tempi dei monaci amanuensi rappresentava oro.
      Con l' avvento di Gutenberg argento.
      E adesso?
      Pure nani e ballerine oggigiorno pubblicano libri.
      Che poi un conto è scrivere un messaggio twitter, un conto scrivere un commento in un blog, un altro ancora il testo di un post, altra cosa un racconto breve, ed eccoci arrivati ad un' altra cosa ancora, la gittata lunga di un romanzo.
      La mia specialità è il mezzofondo veloce, ovvero i commenti da blog.
      Twitter è la velocità pura dei 100 metri: un romanzo è correre la maratona.
      Appunto, non ho il passo strutturato per pipparmi i 42 km.
      Ribadisco, è invece nelle tue corde la tecnica narrativa per scrivere un romanzo; poi entrano in gioco fattori qualitativi determinati in parte da fattori soggettivi.
      Neppure è semplice trovare svolgimenti originali, visto che ormai sembra che tutto sia già stato scritto.
      Tutto sommato la tua scrittura è pulita e corretta, ben organizzata: ma non vorrei che il tuo romanzo nel cassetto sia una scolastica stesura di vicende influenzata dalle migliaia di letture fatte quasi a ripetere inconsciamente stili e modi altrui.
      Che se le tue caratteristiche personali e peculiari – il talento naturale - sono quelle d' inasprire il sentimentalismo e dolorismo non lo so cosa ne potrebbe venire fuori.

      “Lui lo ha fatto.
      Io, intanto, ci sto provando.
      Con amore”

      Ma ragazza mia, a questa frase era proprio necessario aggiungere “con amore?”
      Eddai!
      Che latte.
      Che latte!

      Paolino Pap

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    2. E cerchiamo di non essere ridicoli immaginando “l' ironica” Veru come romanziera.
      Ma per piacere!
      Sarà una ragazza simpatica a scrivere battutine in facebuc; ed è una buona commentatrice di blog per via del suo stile spontaneo : ma scrivere un libro è un' altra cosa.
      Non ha il passo della maratoneta.

      Paolino Pap

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    3. Uhmmm, fare a pezzi il Francesco, metterlo nel freezer. Poi scena madre davanti alle telecamere del telegiornale più becero della televisione italiana (giusto, quello di Rai3 IL MIO PREFERITO, con Bianca Berlinguer non lo farebbe mai); infine un rapporto sentimentale omo. Questa ultima cosa mi ha sedotto. Del resto, mai capitato nella vita, hai visto mai?
      Ingredienti giusti per le mie memorie da dare alle stampe?
      Secondo me è un po' pochino. Come minimo si deve scoprire strada facendo, che la signora mia amante, è un capo della camorra ( che si sa ormai sono molte le donne che comandano) che si innamora di me perdutamente ed io, dopo averle fatto dire tutto quello che sa sui traffici illeciti, chiedo di contattare Saviano, a cui faccio rivelazioni incredibili, di una rete che unisce camorra e immobiliaristi newyorchesi e la vendo.
      Poi, in galera incontro un" avanzo" manzo che mi protegge dalla vendetta della signora ormai ex amante e me lo sposo. Del resto sono una vedova.
      Con lui, architetto una fuga incredibile e mi do alla macchia, rifugiandomi in Messico.
      Per me, a questo punto, se pubblicato il libro, faccio il botto.

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    4. Pap, il latte alle ginocchia è una mia cifra stilistica. Vuoi che ci rinunci? Giammai.
      " Con amore" era tutto per te.
      Ghghghghgh

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  14. Paolino quando il mio libro sarà sugli scaffali di una libreria e venderà copie di copie non venirmi a cercare.

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    1. Giusto. Io sto già preparando il tavolino, con le penne per le dediche.
      Visto che ci sarò.

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  15. Seriamente.
    Bisognerebbe anche capire cosa intendiamo con il termine scrittore.
    Fabio Volo scrive un romanzo oggi e finisce primo in classifica nelle vendite.
    È un buon scrittore?è un buon romanziere?
    Considerando le boiate scritte in passato direi di no, ma ha un nome e vende grazie a quel nome.
    Bianchini è un bravo giornalista ma pure lui è uno che vende per via del fatto che È Bianchini.
    Se avessi scritto il medesimo romanzo sarebbe rimasto sugli scaffali per anni.
    Ma avrei potuto farlo?
    Chi lo sa, tuttavia per raccontare di due gay che consumano in un bagno durante una festa e di qualche corna non devi essere un genio e nemmeno aver vissuto grandi esperienze esistenziali.
    Il termine scrittore è abusato all'inverosimile, come quello di attore o politico.
    Che pure Gori adesso è sindaco.
    Concludo rassicurando gli amici storici che non scriverò mai un libro.

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    1. DorianGray13/6/14 5:23 PM

      Veruska non pretendo che tutti apprezzino i romanzi di Luca Bianchini però è ingiusto far risalire il suo successo al fatto che "è Bianchini". Se oggi è un autore affermato è perché ha saputo catturare l'attenzione del pubblico quando non era altro che un promettente ragazzo piemontese. Se oggi può contare su tanti lettori è grazie alla costanza con cui ha coltivato il suo talento migliorando col tempo. "Instant love" non ha goduto in alcun modo del brand "Bianchini" perché, a differenza di Volo, Luca Bianchini è diventato famoso come speaker radiofonico, blogger e redattore dopo il successo letterario.
      Detto ciò io un tuo libro lo comprerei immediatamente, me lo immagino stile Littizzetto e con un chiwawa in copertina.
      ps. complimenti per la nuova immagine di profilo, Raffaella Carrà sarebbe fiera di te!

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    2. Quando scrivi certe stronzate, sei proprio una casalinga impenitente :-) :-) :-)

      Bert.

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    3. Ti ricordo che, quando Bianchini ha scritto "Istant Love" era uno sconosciuto e ha venduto un bel po'<. perché???
      Perché era una bella storia... Che di donne che fan scelte controcorrente di famiglie strampalate dai destini strani e di ironici modi di affrontarli sono pieni gli scaffali... Vedi sezione HARMONY.
      Bert.

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    4. Condivido in pieno, Bert. E poi "Istant Love" resta il mio libro preferito di Luca. Solo che Veru dovrebbe leggere qualcosa in più di Bianchini prima di lanciare il sasso. Che rischia di non riuscire a fare nemmeno un saltello a fioro d'acqua.
      Ahahahah

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    5. Veru, tu il libro lo devi scrivere. Magari raccontando le tue esperienze di commentatrice di blog, le persone che hai conosciuto, quello che ti piace e quello che invece ti fa incavolare.
      Non dar retta al Paolino: ti stuzzica per tirar fuori il tuo lato pasionaria. nessie

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  16. Va bene va bene sapevo che sareste insorti.
    Allora diciamo che ha solo un gran culo.
    L'immagine di profilo è vecchia, ma gli sono molto affezionata perché ero incinta di tre mesi.
    Ti manderò una foto 😉

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    1. Diciamo che più che altro se l'è fatto un gran culo, prima di diventare famoso. E ora il successo se lo merita tutto. Mica ha un ghostwriter come Volo lui.

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  17. Scusate ragazzi arrivo solo ora.
    Reduce da una brutta emicrania.
    Non cambio idea.
    Dai un po' di serietà ...non è chi si è tutti scrittori con la S maiuscola.
    Su fate i bravi.
    Fotina? 😉

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  18. Veruska Curnis è pure un bel nome funzionale dal punto di vista artistico.
    E che la tua vita abbia in sé una trama dove ricavarne i personaggi e le vicende di un libro ci può anche stare.
    Ma tutti, potenzialmente, ricalcando quella che sarebbe una sorta di autobiografia formativa romanzata abbiamo dentro di noi una trama.
    Il problema è nel renderla concreta sviluppandola attraverso scrittura.
    Veru, tu sei una simpatica ragazza di facebuc ed una buona (tra le migliori) – commentatrici di blog: ma sei più che altro un opinionista da talk show.
    E meno narratrice.
    Tra l' altro non possiedi una scrittura fluida e scorrevole: temo che faresti fatica ad edificare sopra un' idea un palazzo.
    E gli scrittori, a volte, devono anche vivere la fatica di essere manovali.
    Che tu sei lì a rimirare i disegni del progetto: ma poi bisogna tirare pure su la malta.
    Inoltre.
    Ammesso di scriverlo, un romanzo, troveresti un editore disposto a leggerlo e pubblicarlo visto che sono a tonnellate i manoscritti nel cassetto in cerca di gloria?
    E quante copie ne venderesti, tolti amici e parenti?
    Suvvia, non fare passare come una tua scelta personale quella che non scriverai libri: se non lo farai, è perché non ne saresti capace.

    Paolino Pap

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    1. Veru, se proprio dovevi sollevare insurrezioni popolari di fan era meglio se citavi altri autori di nomi conosciuti che utilizzano la popolarità per arrivare nelle librerie.
      Magari Luciano Ligabue?
      Se negli scaffali dei libri di musica trovi una sua biografia nulla da eccepire: ci può anche stare.
      Ma se il suo nome lo trovi anche sugli scaffali dei romanzi (appunto: il Liga ha scritto pure romanzi) il fatto è più funzionale al discorso visto che il Bianchini può piacere o no ma si è fatto conoscere attraverso i libri.
      Attraverso questi si è fatto notare anche in altri campi che poi sono tornati utili a riflesso: ma questo è un merito.
      Come è un merito la sua intensa campagna promozionale stretto contatto del pubblico.
      Ed avrà pure i suoi meriti se è riuscito ad entrare in scuderia in una delle più importanti case editrici italiane.
      Vero anche che il successo di vendite non è strettamente legato alla qualità dell'opera: ma qui entrano in gioco i classici discorsi soggettivi.
      Celebre è la recensione di Mariella di “Io che amo solo te”: talmente sopra le righe che ho definito “ lecca recensione” visto che è stata pubblicata nel blog di Luca.
      Influenzata tra l' altro dal fatto che Mariella ha conosciuto personalmente il Bianchini, incontro che ha generato impressioni positive dal punto di vista umano; e che l' ha pure lusingata.
      E quante volte Mariella ha ricordato – tirandosela – di quella volta che lo ha incontrato casualmente alla stazione?
      Accidenti, Mariella conosce uno scrittore famoso!
      Ohhhhh...
      I fan sono sempre poco attendibili quando si calano nelle vesti di recensori.
      Del resto pure tu, con la Genny Sassi della Jacobbi (!) ce li hai stracciati i maroni.
      Ma poi quante copie ha venduto?
      Tre compresa la tua?

      Paolino Pap

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    2. Insomma, se nel primo banco della libreria, una media libreria all'interno di un supermercato, trovo in bella vista “Alto come un vaso di gerani” un romanzo (!) di Giacomo Poretti ( quello di Aldo Giovanni e Giacomo) qualche domanda me la pongo.
      Magari sarà anche ( lo sarà?) un romanzo godibile: ma è certamente un esempio calzante su come si faccia leva sul nome “conosciuto” dell' autore.
      La molla che spinge un editore a pubblicare.
      Viene anche da chiedersi quanto di suo pugno avrà scritto e in quanta misura non sia stato affiancato dai cavallini.
      Che poi è uscito pure il volume di Giovanni Storti, altro elemento del trio “ Corro perché mia mamma mi picchia”
      Non è propriamente un romanzo puro ma siamo lì.

      Paolino Pap

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    3. Pap e' Luca che spesso ricorda il nostro incontro in stazione all'alba. La tua memoria inizia a fare cilecca. Preparati che sulla rampa di lancio e' pronta la recensione sul tuo libro Estate 2014.

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    4. Ma mi facci il piacere!
      Anche recentemente l' hai tirata fuori la storia del vostro incontro alla stazione.
      Ohhhh!
      Poi lui, per fare il simpaticone, ti crogiola dentro.
      Così per il prossimo suo libro gli farai nuovamente una lecca - recensione.
      Va be': spero che il il romanzo 2014 che mi consiglierai per la lettura pronto in rampa di lancio risulti imbroccato.
      Mi raccomando!

      Paolino Pap

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  19. Io non scrivo un libro perché non mi è mai passato per la testa, perché non m'interessa e perché NON NE SAREI IN GRADO.
    Pensavo fosse chiaro dall'inizio.
    La mia era una provocazione per far passare il messaggio che puoi scrivere un libro ma non per questo essere uno scrittore.
    Comunque non è vero che non ho una scrittura FLUIDA.
    Mi offendo.

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  20. La Jacobbi per me deve fare la giornalista.
    È in gamba.Bravissima.
    Il romanzo mi è piaciuto, l'ho trovato gradevole.
    Ci ho giocato.
    Restano però delle riserve.

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  21. E aggiungo.
    Io sono una simpatica ragazza A PRESCINDERE da Facebook.

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    1. Veru, scrivere una serie di pensierini e piazzarli uno sotto l' altro andando a capo non lo definirei “scrittura fluida”.
      Trattasi di un sistema semplificativo che ha buone ragioni stilistiche per quanto riguarda la scrittura da commenti blog ma non è che la si può considerare tale.
      A parte il fatto che un tempo possedevi una scrittura a “muro”: parole scritte fitte fitte senza mai andare a capo.
      Fui proprio io a suggerirti di arieggiare maggiormente il testo.
      A volte lo fai in maniera estrema.
      Inoltre.
      “Comunque non è vero che non ho una scrittura fluida”
      E ti sembra che inserire due negazioni “non” nella stessa breve frase la renda scorrevole?

      Paolino Pap

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    2. Paolino io ho solo da imparare da te.
      Ti voglio benissimo.
      Posso dire benissimo per questa volta?

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  22. Pap, sto aggiungendo un nuovo blog alla lista dei miei preferiti. Quello del capitano Solo. Ovvero Gabriele Romagnoli. E subito balza al secondo posto tra quelli che preferisco sulla piattaforma VF. Dietro Matteo Gamba e subito prima dei tre Luchi.
    Per dire.

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    1. Ma che fine ha fatto Matteo?
      Ha sparato un serie di post a raffica poi è sparito.
      Le sincopatie del suo blog – ora troppo, ora niente – mi hanno sempre lasciato perplesso.
      Che si è pure fulminato di twitter.
      Mi da l' impressione di un uomo problematico.
      Neppure capisco come puoi mettere il blog di Romagnoli tra i preferiti visto che sta iniziando solo ora.
      Aspetta almeno di vedere se si degnerà di scendere nell'angolo commenti o se farà la bella Firma in stile Mentana.
      Per dire.

      Paolino Pap

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    2. Matteo torna Pap. E racconterà come sa fare solo lui i motivi del silenzio di queste ultime settimane.
      Hai ragione su Romagnoli, gli ho dato il secondo posto sulla fiducia. Visto la stima che ho di lui.
      Ma se non si decide ad intervenire sul suo blog anche solo per ringraziare, io lo sbatto in coda all'ultimo posto.
      Dopo Mentana.
      Che sia chiaro.

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  23. Marie', io sono uno scribacchino e alle tue domande non so proprio come rispondere.
    Una cosa è certa: non sono uno scrittore e neppure ho avuto mai questa ambizione non essendone all'altezza.
    Cerco, ma non sempre ci riesco, a raccontare alcuni episodi che mi tornano in mente e che a me piace ricoirdare.
    E per fare ciò volgo il mio sguardo e quello che rimane della mia memoria ai tempi andati.
    Un caro saluto,
    aldo.

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    1. I tuoi racconti di vita, sono tra i miei preferiti nell'area blog.
      Sono vissuti intensamente. O con la curiosità di chi vede ben oltre l'immagine di superficie, traendone insegnamento.
      Se tu sei uno scribacchino, io sono una pennivendola.
      Bacio.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)