06 luglio 2014

A proposito di figli e di padri...



Non vivere su questa terra 
come un estraneo
e come un vagabondo sognatore.

Vivi in questo mondo
come nella casa di tuo padre:
credi al grano, alla terra, al mare,
ma prima di tutto credi all'uomo.

Ama le nuvole, le macchine, i libri,
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che secca,
dell'astro che si spegne,
dell'animale ferito che rantola,
ma prima di tutto senti la tristezza 
e il dolore dell'uomo.

Ti diano gioia
tutti i beni della terra:
l'ombra e la luce ti diano gioia,
le quattro stagioni ti diano gioia,
ma soprattutto, a piene mani,
ti dia gioia l'uomo!


Prima di tutto l'uomo (ultima lettera al figlio)
Nazim Hikmet


Perché ancora una volta oggi, un padre ha fatto del male a suo figlio.


35 commenti:

  1. secondo me nella nostra società c'è troppa retorica sulla genitorialità.

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    1. Invece secondo me c'e' troppo egoismo

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    2. Nel bene e nel male, subiamo tutti l'influenza di chi ci ha allevato e cresciuto (al di là della genitorialità biologica). Chiaro che poi, diventando adolescenti e poi adulti, ognuno evolve per proprio conto.
      Per come la vedo io, ora succede spesso il contrario.
      Genitori che rifiutano più o meno consciamente le responsabilità implicate nella genitorialità e figli che, spesso anche a causa della crisi, rimangono attaccati al nido familiare anche quando dovrebbero affrontare il mondo da soli.
      La violenza deriva da svariate cause, alla radice delle quali c'è quasi sempre un qualche tipo di disperazione.
      Disperazione (e rabbia) che spesso derivano dall'incapacità di affrontare o sopportare ancora una situazione di disagio. Situazione che, se ci fossero state basi etiche ed empatiche diverse, si sarebbe potuta affrontare in altro modo. E' un dannato circolo vizioso. nessie

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    3. Sì nessie, concordo.
      Violenza e disperazione. Il vuoto dettato dalla mancanza di valori veri.
      E anche dal guardare al futuro e non avere prospettive.
      Però nonostante questo io non riesco a comprendere un padre ( ma anche una madre è uguale ) che decide di alzare la mano contro suo figlio. Credo non sia proprio possibile.
      In quanto a perdonare... per fortuna non sono dio.

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  2. Quando apprendo notizie riguardo l'uccisione di un figlio da parte del padre o viceversa ne rimango sconvolto e, forse da ingenuo, ritengo che sia per colpa di un momento di follia.
    Un caro saluto,
    aldo.

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    1. Anche io Aldo ne resto sconvolta ogni volta. Non sono madre ma d tempo ho smesso di pensare al momento di follia...

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  3. è sempre successo, solo che gli organi di informazione non ne hanno mai dato particolare enfasi. per non parlare di quando i figli si uccidevano perchè non si era in grado di sfamarli (sembra medioevo, è il secolo scorso). la famiglia è un luogo dove da sempre alberga la violenza: per passione, per soldi, per follia. io non credo che oggi sia peggio di un tempo, son solo cambiate le cose.

    hai presente quella frase dei nostri anziani "una volta si poteva dormire con le porte aperte". per forza, non c'era niente da rubare !

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    1. Se vogliamo risalire alla Bibbia ci sono padri che sacrificavano figli in nome di Dio. Ma che c'entra mio nonno Fra'. Era lui che diceva la frase topica del "si stava meglio quando si stava peggio" dai...Io trovo che superficialita' ed egoismo assieme ad una bella dose di vigliaccheria ci sta spaccando.

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    2. io penso che questi tempi non siano peggiori di altri. e chiaramente non parlo solo dei fatti di cronaca di ieri.

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  4. Intanto il Papa si affaccia ed esorta a non cedere all'indifferenza di fronte al dolore, alla morte, alla sperequazione delle ricchezze. E buon pranzo a tutti.

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  5. Ma che c'entra il Papa Franco? Dai anche tu... Ho postato la poesia di Hikmet, grandissimo poeta turco, per sottolineare la grandezza degli insegnamenti di alcuni padri anche dalle mura di una prigione( e lui ci era finito poiche' dissidente non per altro) e nonostante le ingiustizie subite chiedeva al figlio di continuare ad amare l'uomo in quanto tale. Il Papa fa il suo mestiere. La societa' ovvero noi invece sta facendo franare le mura di Gerico.

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    1. E' un inno alla sensibilità quello di Hikmet, ed il Papa che denuncia l'indifferenza, l'egoismo e la superficialità che tanto ci scuotono, ma finisce là il suo discorso, non svuota i conventi, non scioglie lo IOR e non blocca gli inchini delle Madonne, non lo fa il suo mestiere. E non incita con l'esempio noi uomini, per primi, a reagire. A reagire davvero. Che c'entra il Papa? Ma dici davvero... pensi, come tanti con cui parlo, che sia solo un Capo di Stato qualsiasi? Parliamone...

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    2. Franco, evidentemente ricordi molto male che cosa penso io di questo papa. E non lo reputo affatto solo un capo di stato ma una guida spirituale. Intendevo questo con " fa il suo mestiere". Poi ho ampliato il discorso in maniera a mio parere esaustiva. Se invece in questo contesto ce lo vuoi ficcare per forza fai pure. Sei libero. Ma avrei preferito tu avessi parlato delle difficolta' della nostra societa'al di la' del percorso che sta facendo il pontefice :-)

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    3. Non ho voluto ficcarcelo per forza.. ma casualmente, il suo discorso sull'indifferenza ieri, faceva bene il paio col "non vivere su questa terra come un estraneo", che ovviamente riguarda sia il vicino di condominio che innaffia mentre passiamo, sia il vicino di Stato che ci lancia i missili nel giardino. E' sempre questione di egoismo. Fatte le dovute proporzioni. Ma rimango convinto che se non arriva l'Esempio dall'alto, hai voglia a pretendere dal basso... :(

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    4. E sono d'accordo Franco. Sul fatto che l'esempio debba venire dall'alto. A partire dalle istituzioni laiche per finire a quelle religiose. E che sia tutta una questione di egoismo l'ho stradetto pure io. Sappi che in ogni caso trovo molto piacevole il confronto con te. Spero sia chiaro eh!

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  6. Come padre non riesco proprio a capire, dove va l'umanità?
    Piacere di fare la tua conoscenza e seguirò volentieri il tuo blog.
    Saluti a presto.

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    1. Pur non essendo madre a guardarla questa umanità mi cascano le braccia.
      E' stato un piacere anche per me incontrarti.
      Grazie e a presto.

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  7. Siamo adulti fragili...nessun riferimento certo, tutto è rovesciato e vuoto.
    Adulti che si perdono, che sognano eterne giovinezze, che non si radicano mai.
    Prima di essere genitori, dovremmo avere qualche piccola, ma incrollabile certezza.

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    1. Dovremmo avere qualche piccola certezza in quanto uomini.
      Ciao bimba bella.

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  8. Da figlio che ha subito violenza da parte dei genitori biologici (per fortuna poi sono stato adottato) posso dire che ci sono genitori che i figli non li hanno in testa, sotto pelle e nel cuore. Non sempre violenza genera violenza, e alla fragilità dell'adulto credo poco...
    La poesia che hai postato deve far riflettere, l'uomo deve seminare gioia non terrore, la carne della sua carne (e non solo) non può vivere di paura e violenza, non può pensare che l'unica via d'uscita sia la morte, molto si può e si deve fare, e ricordatevi che anche l'indifferenza uccide!
    Un abbraccio

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    1. Io ci credo alla fragilità dell'uomo Xavier.
      Le sue debolezze sempre più spesso ricadono su gli altri e quasi sempre su chi è loro vicino.
      Per fortuna come dici anche tu, non sempre la violenza genera violenza.
      Sul fatto che ci sono genitori che non hanno testa e cuore per i figli che hanno, sono d'accordo con te.
      e tu sai bene che ci sono tanti genitori non biologici che amano i figli che scelgono con un'intensità a volte superiore.
      Più volte all'interno del mio blog ho parlato di amore e di figli scelti con un amore intenso e invidiabile.
      Ho parlato di persone care che seguono bimbi non loro per passione.
      Cercando poi di affidarli a persone pronte ad amarli.
      Che è quello che conta.
      L'indifferenza poi è una delle peggiori disgrazie del nostro tempo.
      Ti abbraccio forte.

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  9. Devo decisamente comprare il libro delle poesie di Hikmet che ho visto l'anno scorso. Spero ci sia ancora...

    Per il resto, da una parte credo che sia vero, gli organi di informazione su queste notizie ci marciano, pero' e' anche vero che la percezione del rapporto genitori-figli e della sacralità della vita e' cambiata.
    Confermo quello che dice Francesco: nella mia famiglia non e' stato così, ma davvero più di una volta ho sentito illazioni che più di un bambino era stato "aiutato a" o "fatto" morire. E non solo storie del mio paese, ma anche storie transalpine, se vogliamo definirle così. Forse dettate dai pregiudizi tra popoli diversi (italiani, austriaci, sloveni, croati, serbi,...) ma ho sentito storie da far accapponare la pelle.

    Non so, occorrerebbe che le persone fossero più responsabili, meno bestie. Ma forse e' anche che oggi sentiamo le notizie selezionate in base al loro impatto sul pubblico. E intanto non si parla abbastanza di lavoro, di educazione (scuola), di sanità.

    Ti abbraccio.

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    1. Hikmet è uno dei miei poeti preferiti.
      Ho postato parecchie cose di lui. Parla d'amore, di speranza, di uguaglianza.
      Leggilo.
      Che ci siano sempre stati episodi di violenza sui figli ripeto, è qualcosa che insito nella natura umana.
      Se ne parla perfino la Bibbia.
      Ora, io credo che una società cosidetta civile dovrebbe effettuare un persorso migliorativo della propria natura, la cosidetta "evoluzione".
      Mi accorgo invece che non è proprio così.
      Anzi ci sono segnali molto marcati di un ritorno alla barbarie.
      Che poi i giornalucoli (attenzione non sono tutti uguali) ci marcino sparando notizie in prima pagina con informazioni che dovrebbero rimanere riservate, è un dato di fatto.
      Ma anche lì bisognerebbe arrivare alla fonte. A chi fa partire la notizia e permette una divulgazione arbotraria.
      E questa è etica.
      Un altro valore che abbiamo perduto.
      Le notizie buttate così poi servono a distrarre. Il famoso oppio dei popoli che da oltre vent'anni ci annebbia la mente.
      Questo però non vuol dire che non siano azioni raccapriccianti ed efferate.
      Per la maggior parte delle volte scatenate in contesti familiari all'apparenza pacifici.
      Tutta questa apparenza che nasconde vuoti infiniti.
      Ti abbraccio pure io.

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  11. Commento un po' off topic perché credo sia il primo "a casa tua" (eliminato quello precedente conteneva refusi).

    Prima cosa ho ficcanasato tra le tue letture e ci passerò spesso, molte preferenze in comune.

    Seconda cosa, non ho letto tantissimo di Hikmet, ma l'ho conosciuto perché citato in uno dei miei film preferiti e sono stata felicissima di ritrovarlo qui.

    PS quarta moschettiera riguardo cosa?

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    1. Ciao Wannabe e benvenuta.

      Stai parlando delle Fate Ignoranti vero?
      Anche io amo molto quel film.
      "Le tue parole, madre
      le tue parole, amore
      le tue parole amica.
      Erano tristi, amare
      Erano allegre e piene di speranza.
      Erano coraggiose, eroiche.
      Le tue parole erano uomini."

      Risposta al ps: nel blog di Colomba si parlava di riunirci per un gelato pettegolo. Gioia diceva che sarebbe stato bello farlo noi quattro. Ed io ho associato ai moschettieri e sono passata a conoscere la quarta fanciulla :-)

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    2. Oh che bellezza!! Per il gelato pettegolo credo di essere la più lontana, ma mai dire mai!

      :-D

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  12. Siamo alle solite.
    Nessuno vuole negare la gravità del fatto: ma ogni volta sembra che il “mondo” ( come non sopporto questa parola da temi scuola media) stia precipitando nella barbarie.
    Ma le barbarie, ben peggiori, sono sempre esistite.
    Quella che è cambiata è l' informazione: sempre più estesa, rapida, immediata; talvolta incanalata nei flussi “ che fanno più notizia”
    Vogliamo parlare d' infanticidi, od uccisione di figli, in Italia?
    Non è certo un fenomeno odierno.
    Anzi: è in diminuzione.
    Inoltre, nella maggioranza degli stessi, sono le madri ad essere carnefici. Senza contare tutti i casi sommersi, ovvero di bambini fatti nascere e poi fatti sparire nei cassonetti.
    Certo: i motivi per cui si arriva a questi gesti può essere diverso; ma tutto sommato riconducibile ad un gruppetto di stesse cause. Tra cui quelle più futili ( ammesso posano esistere cause più “serie” per giustificare la soppressione fisica di un bambino), compresa la vendetta.

    P.S.
    Mariella: quando citi la “società civile” ed il “ vuoto dei valori veri” non ti sopporto.
    Non ti sopporto proprio.
    Eddai!

    Paolino Pap

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    1. Hai ragione.
      Che a volte parte il lato retorico e ridondante di me.

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    2. E comunque oggi non mi sopporto pure io. E ho detto tutto.

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    3. Il fatto che episodi del genere siano sempre accaduti e continuino ad accadere non per questo li rende meno atroci.
      Ed è sempre più difficile, sommersi come siamo ogni giorno da notizie di guerre, catastrofi e atrocità di ogni tipo, riuscire a trovare un equilibrio tra la partecipazione emotiva e una cinica indifferenza. nessie

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  13. Se poi vogliamo citare come “società civile” certi paesi nordici, che spesso vanno per la maggiore quando si tratta di esemplificare la “società civile” ( com' è figo scrivere “società civile”) - società civile! - stiamo freschi: che in percentuale hanno tassi più elevati di violenza sulle donne rispetto all' Italia.
    Che i “valori veri” c'entrano fino ad un certo punto.
    Poi parte l' embolo: e pure i testimonial delle buone parole provocano mattanze.
    E che dire dei poeti?
    Quanti di loro nel privato, per quanto i loro scritti si prodigassero di versi d' amore e fratellanza, in realtà erano persone di tutt'altra pasta?
    Che poi pure il papa parla bene: e ci si entusiasma per delle sue frasi tutto sommato banalotte che se le ha dette lui sembrano chissà che cosa.
    Che ci si rompe pure il cazzo delle belle parole.
    Chiaro: serve un maggior accompagnamento nei fatti.
    Da parte di tutti.

    Paolino Pap.

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  14. Quando qualcuno parla del rapporto padre-figli, soprattutto -scusa Mariella- padre e figli maschi, mi commuovo. Io ho avuto la grazia di procreare due femmine e due maschi. Vado d'accordo as-so-lu-ta-men-te con tutti e quattro. Non ho mai alzato le mani, qualche volta allungato un piede a prendere in pieno un culetto, ma con leggerezza senza far troppo male, mai alle ragazze, perché da ex studente di medicina so che un calcio nel sedere potrebbe provocare un danno irreversibile all'utero. Solo alzato la voce e nemmeno tanto. Coi miei figli ho sempre discusso, quasi alla pari, considerando che io ero il capofamiglia e loro la mia famiglia, insieme alla madre. Ho cercato di dare un eccellente esempio. Non mi hanno mai visto litigare di brutto con la madre -merito anche di lei, si capisce, ma mio che me l'ero scelta- solo una volta mi hanno visto sbronzo, ma io ho l'ubriacatura dei buoni, dei troppo buoni, ho l'ubriacatura col pianto finale e le scuse richieste a tutti.
    Mai hanno visto polizia o carabinieri a casa nostra. Le ragazze sono state al loro posto, spose e madri di bellissimi e bravissimi figli; i maschi non mi hanno fatto venire i capelli bianchi prima del tempo e sono orgoglioso di averli come figli.
    Che più? Nulla.
    Come può un padre abusare di sua figlia, o distruggere la vita di suo figlio? Quelli non sono padri, sono mostri.

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    1. Ecco la domanda giusta di un Padre: come si può?
      Non lo so Enzo e non comprendo.
      Eppure è successo e succederà ancora.
      Mi stava scappando di scrivere animali, ma sbaglio. Gli animali sono esseri corretti e il loro istinto comunque difficilmente gli fa fare qualcosa che vada contro la loro natura.
      Mostri.
      Definizione perfetta.
      Anche noi siamo quattro figli. tre femmine e un maschio.
      La nostra è una famiglia imperfetta, come tante.
      Ma l'amore quello c'è, indiscutibilmente.
      Abbraccio bel papà.

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    2. Animali no, assolutamente no. La femmina madre si dimentica di mangiare a volte per accudire ai piccoli. Parlo di una gatta, di una cagna -ho avute entrambe anche se non contemporaneamente- e poi le cosiddette belve feroci, che sono solamente dei carnivori che uccidono per sopravvivere quasi sempre bestie vecchie o ferite e debilitate. Ma mors tua vita mea e dei miei piccoli perché se non mangio io madre non avrò latte per loro che dovranno perire. Questi sono gli animali, per arrivare ai primati, che fanno tutto in gruppo e agli elefanti, dove le femmine non ancora adulte aiutano le madri ad accudire ai piccoli del branco. Animali quindi no.
      Essere abnormi, mostri appunto, o mostruosità dove l'egoismo e il desiderio di soddisfare propri piaceri oscura tutto quel poco di buono che certamente in origine c'era, perché nasciamo tutti innocenti e moriamo tutti colpevoli.
      Abbraccio bellissima.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)