29 ottobre 2014

RECENSIONE:JOJO MOYES - IO PRIMA DI TE




Parto dall'inizio:la scorsa estate. Sono entrata in libreria con l'intenzione di portarmi a casa dei libri da leggere durante le vacanze.
Breve e poco calda come è stata, si sa.
Ho girovagato qua e là come al solito, sfiorando alcuni libri con l'affetto di chi li conosce e li ama; fermandomi lì dove mi portava la curiosità nata da un titolo o da un autore. 
Poi mi sono bloccata davanti allo scaffale Numeri Primi di Mondadori. Ho preso giusto quello di cui sto per parlarvi.
Ero più incuriosita dal nome dell'autore, che da altro.
L'associavo ad uno dei più insulsi eppure ipnotici giocattoli da me posseduti da bambina. Comprato a Venezia; lucine bianche all'interno, blu e rosso fuori.

Dai, non avevo proprio idea di chi fosse la persona che lo aveva scritto.

Poi a libro aperto, mi ha catturato la scrittura scorrevole e il modo piacevole di presentare i protagonisti.
Mi sono sembrati naturali e difettosi. Insomma umani.

Sapevo che lo avrei letto in poco tempo; era giusto quello che pensavo di acquistare. Mi avrebbe consentito di passare in completo relax quei pochi giorni di riposo che mi aspettavano.

Ma la storia di Louisa e Will è un percorso che rompe ogni schema.
Pensavo a un racconto romantico, magari reso difficile dalla situazione che vive Will. Sarei di sicuro giunta al lieto fine come nella migliore tradizione del polpettone amoroso.

Invece. Con un'aderenza alla realtà e a tutti i suoi limiti e ostacoli, la Moyes mi ha avvicinato  alla crudezza di una decisione che non lascia scampo.
Facendomi affrontare, seppure in terza persona, una scelta complicata e sicuramente molto difficile da comprendere che è il tema centrale del romanzo:  il suicidio assistito.

Le due persone che il destino avvicina, non potrebbero essere più diverse; ma sarà quella all'apparenza più debole, a far crescere l'altra, ovvero la pratica e forte. In realtà così insicura, da decidere di vivere nelle poche certezze che ha; senza desiderare di cambiare e di andare oltre; di provare a vivere per davvero. 
Le parole di Will:

” …Per qualche tempo ti sentirai a disagio nel tuo nuovo mondo. Ci si sente sempre disorientati quando si viene sbalzati fuori dal proprio angolino rassicurante. Ma spero che tu sia anche un po’ elettrizzata. Il tuo viso quando sei tornata dall’immersione mi ha detto tutto: c’è fame in te, Clark. C’è audacia. L’hai soltanto sepolta, come fa gran parte della gente. Non ti sto dicendo di buttarti da un grattacielo o di nuotare con le balene o cose di questo genere (anche se in cuor mio mi piacerebbe che lo facessi), ma di sfidare la vita. Metticela tutta. Non adagiarti….”


Ed eccomi al: se io fossi stata al suo posto...

In tutta onestà non sono in grado di darmi una risposta, Ipotizzando di  trovarmi ad affrontare una situazione simile, non credo l'accetterei senza  combattere con tutte le mie forze.  E forse troppo tardi mi renderei conto che alla fine è una decisione che spetta di diritto solo al diretto interessato. E vale per tutto.
Ne abbiamo di esempi di cui parlare: aborto, fecondazione, eutanasia. QUANTE VOLTE, fortunatamente da spettatori, ci siamo trovati a leggere di queste scelte? E forse, fin troppo facilmente, ci SIAMO posti  da una parte o dall'altra della barricata. Secondo il nostro sentire detto pure istinto o pancia, COME CI PARE. Ma alla fine, se noi fossimo nei panni di un familiare della persona che deve affrontare il bivio e decidere della sua vita/morte, saremmo così lucidi da pensare quale sia la cosa migliore per lui/lei? Saremmo in grado di dire che spetta a lui e solo a lui la scelta? E alla fine di fare un passo indietro per amore e per rispetto?

Questa è la domanda

Queste le parole che Lou dedica a Will, nel momento più delicato del romanzo.

Lo baciai, cercando di riportarlo indietro. Lo baciai e tenni le labbra contro le sue finché i nostri respiri si mescolarono e le lacrime che sgorgavano dai miei occhi diventarono sale sulla sua pelle, e mi dissi che, da qualche parte, minuscole particelle del suo corpo sarebbero diventate minuscole particelle del mio, assorbite, inghiottite, vive, eterne. Volevo imprimere anche il più piccolo pezzettino di me contro di lui. Volevo lasciare qualcosa di mio dentro di lui. Volevo dargli ogni briciolo di vitalità che sentivo e costringerlo a vivere. Mi resi conto che avevo paura a vivere senza di lui. “Com’è che tu hai il diritto di distruggere la mia vita” volevo chiedergli “ma io non ho voce in capitolo nella tua?” Ma avevo fatto una promessa.



Certo, a volte anzi spesso, eccede nel sentimentalstucchevole. Non dimentichiamo che è narrativa da evasione.



Ma nonostante questo mi ha fatto riflettere. Al giorno d'oggi dato non trascurabile.

Scheda del libro:

Numeri Primi 2014
Edizione Mondadori - autore Jojo Moyes - letteratura inglese.

                                                     















Scheda dell'autore:
Jojo Moyes 
scrittrice e giornalista inglese, ha lavorato all'Indipendent per oltre dieci anni prima di dedicarsi completamente alla scrittura. E' una delle più affermate scrittrici inglesi.
Altri suoi titoli tutti pubblicati da Mondadori:
 - Luna di miele a Parigi.
 - La ragazza che hai lasciato.
 - L'ultima lettera d'amore.
 - Innamorarsi in un giorno di pioggia.
 - Silver Bay.


PS: se mi fossi fermata alla copertina non notando il nome, non l'avrei comprato mai.

57 commenti:

  1. Viva tre, trenta, trecento volte il sentimentalismo, se serve a restituire un po' di umanità a un mondo bizzarro, nel quale mi riconosco sempre meno.
    Ho gradito molto questa testimonianza su un momento cruciale di un legame che purtroppo a volte si conclude in dramma.
    E mi complimento con te.
    Sinceramente.

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    1. Il dramma di chi resta. E non può e non deve fare nulla per cambiare le decisioni prese. Per amore. Per rispetto.
      Grazie Nigel.

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  2. Storia strappalacrime. Al momento non sono pronta, ma mai dire mai...

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    1. E' un mappazzone. Di solito scelgo altra tipologia di libri... Ma alla fine ogni tanto bisogna evadere. Io alla fine di sto libro volevo bruciarlo. Per dire.

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  3. Silver Silvan29/10/14 11:32 PM

    Uno che ha bisogno del suicidio assistito, non si laverà sicuramente i denti da solo. In ogni caso, se ha una malattia terminale, dubito abbia un fiato così gradevole da volerci appiccicare le labbra a ventosa e trattenerne gocce di saliva come souvenir. Non potrei mai leggere una roba così inverosimile. Infatti leggo i classici. Quello con cui nutri il tuo cervello dice molto di te.

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    1. C'hai ragione. Di solito mi nutro di cavallette.

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    2. Silver Silvan31/10/14 10:49 PM

      Bene. Non fa la pittrice. Altrimenti si nutrirebbe di cavalletti.

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  4. belin Mary ma l'hai cercato con il lanternino!

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    1. Ma volevo una storia romantica. Leggerina e da leggere in qualche ora. E invece...

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  5. Non credo possa piacermi, non è il mio genere. Ma immagino sia una storia che trasporta, sicuramente emozionante se ti lasci catturare.

    Moz-

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    1. No Miki. Non mi pare per te. Ma è la domanda che non mi ha dato pace...

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    2. Sono quei tipi di domande a cui non puoi rispondere se non trovandotici dentro. E speriamo non succeda MAI.

      Moz-

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    3. Grazie Moz. Condivido.

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  6. non potrei mai leggere un libro così. non dormo poi la notte.

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    1. Claro. Ha pure una copertina pessima!

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    2. Comunque Fra' il caso americano di Brittany sta tenendo banco in tutto il mondo.

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    3. Appunto. Io vorrei che anche in ITALIA e tra le tante cose mancanti, avessimo come diritto sommo quello di poter scegliere.
      Chi cazzo vogliamo come compagno, di avere figli o meno, di morire o vivere.

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  7. “Com’è che tu hai il diritto di distruggere la mia vita” volevo chiedergli “ma io non ho voce in capitolo nella tua?” Ecco una domanda da porgere e riporgere pretendendo anche risposte sensate. A prescindere dalle promesse.

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    1. Ottima domanda pure la tua. A quel punto si è così egoisti nella scelta pur dolorosa, che chi resta non conta più nulla. Altro che promesse.

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  8. Una storia difficile, ma credibile, che leggerò volentieri anch' io per poterci riflettere su.
    Grazie di averla condivisa Mariella cara.
    Buona giornata, ti abbraccio ;)

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    1. Beh, in Svizzera ci sono le cliniche della morte. Difficile dire la nostra sull'argomento. Come ho detto nel post io non avrei accettato di subire passivamente una decisione così. Almeno all'inizio. Ma ci sono casi in cui la sofferenza e' così forte che alla fine quello che conta per te diviene quello necessario per l'altro. Forse. Abbraccio ricambiato Giovy, buona giornata.

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  9. Io credo che ogni libro abbia un suo tempo per essere letto..cioè intendo dire che dipende molto dalla stato d'animo di un certo momento....non puoi metterti a leggere questo genere di storia se sei già giù di morale ... ci vuole un particolare spirito...a parte questo penso che sia una storia che trasporta e faccia riflettere ...ma il rischio è che possa anche sconvolgerti un po'.....Buona giornata a te, Stefania

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    1. Ciao Stefyp. Concordo sul tempo per leggere determinati libri e sulle modalità. Ho ancora qualcosa sparso per casa che non mi sono decisa ad aprire. Ce ne è stato uno quello di Simona Sparaco (Nessuno sa di noi) comprato lo scorso anno che sono riuscita a leggere solo qualche settimana fa; sapevo in ogni caso che le parole scritte mi avrebbero fatto un male boia. Ne parleremo più avanti.
      Nel caso specifico, non mi aspettavo una virata simile. Ero convinta di darmi alla scrittura leggere e poco impegnata, giusto quella di cui si ha bisogno d'estate se si vuole evadere. E invece mi sono ritrovata dentro ad una storia difficile.
      Tormentata. Un romanzo polpettone, come dicevo sopra. Eppure mi ha scossa.
      Ti abbraccio.

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  10. Difficilissimo, se non impossibile pensare cosa farei davanti a quel bivio. Onestamente. Ritengo però che il coraggio di fare ora, a mente fredda una scelta drammatica e impensabile, possa arrivare quando si è immersi totalmente nel dolore di vedere una persona cara soffrire. Senza speranza senza la minima speranza. Quando mia zia era in coma suo figlio aveva pensato di andare in Svizzera. Poi magari non avrebbe trovato il coraggio di farlo ma quando non vedi più la luce dentro al tunnel, fai mille pensieri, uno era quello, aiutarla a morire. Non sono dell’umore giusto per leggere un libro del genere Mariella cara, già sono depressa di mio e fatico in questi giorni d’autunno a scrollarmi di dosso il malumore. Sto invece recuperando la visione dei film da te indicati in un precedente post. Un bacio, More

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    1. Ciao More. Bisogna trovarcisi, giustissimo. Ma non trovi che talvolta si esprimano giudizi sommari su situazioni che non viviamo, con una facilità estrema?
      O che si decida sulla vita degli altri troppo spesso e basandosi solo su assurdi preconcetti?
      Mi riferisco ad esempio alla legge sull'eutanasia dolce che da tempo stazione da qualche parte sui banchi del nostro governo. O sulle unioni civili ( omosessuali o meno).
      E ancora su di una legge dannatissima che fu approvata tanti anni fa in Italia ( legge 40 ) che costrinse molte donne (tra cui me stessa) a rinunciare ad avere il diritto ad un figlio proprio? E lasciamo da parte i blablabla sulle adozioni.
      Che come tutto il resto lasciano il tempo che trovano, proprio considerando il fatto che non puoi eleggerti a giudice della vita degli altri, e a decedere per loro se non sei anche tu calato dentro fino in fondo al problema.
      Almeno bisognerebbe razionalizzare.
      Ecco la sostanza e la mia risposta alla domanda.
      E scusami se ho approfittato di te e del tuo intelligente commento per chiarire.
      Che poi Morena, comprendo perfettamente quando dici "non me la sento in questo momento di leggere un libro simile".
      Infatti la penso come te. Sul leggere quando ce la si fa.
      Poi mi dici se i film ti sono piaciuti e cosa ne pensi.
      Abbraccio forte amica.

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    2. Ecco, hai scritto una cosa che mi trova ancora una volta in totale accordo con te. Il fatto di non potersi eleggere a giudice della vita degli altri. A maggior ragione sui temi che hai menzionato.

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  11. Aggiungo e poi rispondo a tutti dopo: il libro che ho letto con lo stato d'animo giusto per farlo, e' solo uno spunto per parlare dell'argomento specifico; visto che e' quanto mai attuale. A dopo

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  12. In effetti si, voglio immaginare subentrino altri parametri, che chi "rimane" non può tenere in considerazione...

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    1. Il vivere senza vivere, la rabbia di non potere più essere come prima. Il diritto di scegliere sempre e comunque.
      Bacio Franco.

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  13. Ho visto la recensione di questo libro su youtube da una tizia che seguo.
    I passi che hai postato sono davvero molto belli, per chi come me è un dolcezza-dipendente.
    Però, si però, non lo leggerei mai... la vita è già imprevedibile.. ho bisogno di letture e film con finali positivi.
    Lo so è una stupidata :D ma potrei piangere per giorni e non scherzo.

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    1. E io ti credo. Che sui miei libri preferiti continuo a spargere fiumi di lacrime.
      Anche io li ho trovati belli e per nulla banali.
      E anche se lo fossero, che ce frega?
      Conta la pancia per ognuno di noi.
      Abbraccio.

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  14. Io provo rispetto per chiunque si metta a scrivere una storia e la porti a termine, perché è una gran fatica. Da come ne parli direi quel genere di romanzo che non mi attira, perché io non leggo tutto a gogò, ma scelgo accuratamente. Niente contro le donne scrittrici, anzi, mi entusiasmano, perché non parlano solo del campicello tipicamente femminile cioè dell'amore e dell'innamoramento, ma sono capaci di parlare e descrivere di tutto senza rimanere subalterne di nessuno. Ma questo libro non credo che lo leggerò anche se tu ne hai parlato benissimo. Guarda potresti avermi fatto venire l'acquolina in bocca ma resisterò. Comunque sei un'abilissima recensionista. Ignoro se si possa dire, ma hai capito quel che intendessi.
    Ciao, grande sorella della sorellina di Maria. Bacioni.

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    1. Anche io Enzo. E' una faticaccia e lo riconosco per prima, visto che per colpa della mia pigrizia non riesco a finire qualcosa a cui tengo.
      Però, a proposito di scelta accurata. Da troppo tempo ormai, ho imparato cosa mi piace e cosa no: per cui sui libri vado quasi sempre a colpo sicuro. Apro la prima pagina e leggo l'incipit. Poi vado a scegliere qualche altra pagina a caso e se le parole mi trascinano con loro, vuol dire che è fatta. Mi succede con gli autori nuovi, quelli che non conosco. E spazio. Dai classici ( letti quasi tutti prima dei venticinque anni) ai contemporanei. Questo non toglie che a volte, abbia voglia di provare a leggere qualcosa che non sembra essere nelle mie corde. Anche solo per dire che mi ero sbagliata su di un autore. Ed è successo. Allo stesso modo è capitato che ci avessi preso sulle sensazioni negative provate nei confronti di altri. Libri comprati e mai riusciti a finire. Poi non ho alcun pregiudizio, nei confronti di autori uomini o donne. Non credo che la letteratura si possa distinguere per sesso. Grazie per "L'abilissima recensionista".
      Mi sono sentita una capace di vendere ghiaccio al Polo. Certo che ti ho capito.
      Bacio.

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  15. Cara Mariella, riguardo alla tematica del suicidio assistito, proprio non so.
    Appunto, credo che bisogna trovarsi, in certe situazioni, per decidere.
    Pero', non credo che sarei mai in grado di decidere io per un mio caro. O meglio: deciderei di tentare il possibile.
    Invece, e credo che sia la prassi, succede che anche se l'eutanasia non e' ammessa, negli ospedali i malati terminali siano praticamente "di tacito accordo" lasciati morire.
    Ho due casi molto vicini, in cui la mia famiglia e' stata letteralmente estromessa da ogni decisione, in cui molto probabilmente e' andata cosi'. Non immagini che rabbia.
    Se io fossi stata al posto di chi c'era, avrei voluto che tentassero il possibile.
    Che purtroppo, in quel caso, chi aveva la tutela legale era qualcuno che non amava (anzi, odiava) il malato, e non vedeva l'ora di liberarsene. Quindi il "lasciar morire" era tutt'altro che un atto d'amore, era odio e disprezzo vero e proprio. Ovviamente, non posso dimostrare nulla, e non sai che rabbia.
    Proprio per questi trascorsi, io, davvero, non riesco a vedere di buon occhio la regolamentazione dell'eutanasia.
    Perche' penso che, come si arriva al limite adesso che e' illegale, ancor piu' spesso si potra' piegare la volonta' di vivere del malato se l'eutanasia fosse regolamentata.
    Insomma, una questione molto difficile.

    B.

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    1. Ciao B. Condivido pienamente la prima parte del tuo commento. Non è granchè diverso da quello che penso io. Ma non mi accanirei se alla fine mi rendessi conto di non potere in alcun modo decidere, se la persona cara è ferma nella sua posizione. E può accadere per vari motivi.
      Ci sono malati terminali, lucidi e determinati nello scegliere di morire. Perchè hanno già subito troppo. E per quanto tu voglia lottare, alla fine, la sofferenza che vedi nei loro occhi, ti farebbe desistere. E se te lo dico, è perché l'ho provato.
      Ecco, non avevo voglia di parlarne, ma è venuto fuori.
      Ci sono malati che stanno facendo un percorso di vita che li porterà alla morte.
      E non vogliono subire alcun accanimento terapeutico. Decidono, assolutamente capaci di intendere e di volere, di arrivare alla morte quando sarà. E di non perdersi nulla, ma nulla della vita del momento. Dell'ora e del giorno.
      In che modo io, posso evitarlo? Li posso trascinare sul lettino di una sala operatoria? Li posso costringere con la forza a curarsi? Li posso supplicare, pregare di ascoltare?
      Posso solo stringere loro la mano e sperare che la vita e la sofferenza che proveranno, sia la più lieve e breve possibile. Per quanto questo mi distrugga di dolore.

      Non posso giudicare e non posso decidere per altri.

      A livello ospedaliero poi, si dovrebbero aprire tante parentesi. E parlare di eutanasia attiva, passiva e di suicidio terapeutico. Di cosa mi sembra fattibile e possibile e di cosa non accetto ancora.
      Difficile sì.
      Davvero.
      Bacio.

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  16. Una storia triste ... non riesco ad esprimere un giudizio o una considerazione riguarda ad un tema cosi' delicato come il suicidio..
    Ciao Mari un abbraccio!

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    1. Ciao Franci, molto comprensibile pure la tua considerazione.
      Ti abbraccio e grazie per passare sempre a trovarmi.

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  17. Veder soffrire un mio familiare è un trauma che ho seguito per sette anni molto lunghi, ma quando è partito via per sempre , la mia vita si è spezzata e pensavo di non riuscire più a metterla insieme..
    Invece sono qui e scrivo.
    A freddo , sono favorevole all'eutanasia, ma le ultime parole di questo bel libro fanno riflettere e ..tanto..
    Un bacio serale mia cara!

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    1. Ecco Nella, posso solo dirti che ti capisco. Altro ho detto sopra a B.
      In alcuni casi, sono assolutamente favorevole pure io. Quando ad esempio, quel dolore per loro è così forte che non sai come fare per riuscire ad arginarlo. E alla fine sei pure pronto a chinare la testa.
      Oppure (questo non mi è capitato ma ripenso alla vicenda Englaro ) siamo andati oltre il limite umano. E siamo all'accanimento terapeutico.
      Le parole alla fine del romanzo ( ma non è la fine a dire il vero) sono solo il passo precedente. A quello che forse sarebbe da fare se riuscissimo ad andare oltre. A superare il nostro di egoismo.
      Ti abbraccio amica bella.

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    2. Ti adoro Mariella....musica compresa!

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  18. Non entro nel dibattito perché in parte coinvolta personalmente.

    Un abbraccione

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  19. Il libro l'ho letto e mi è piaciuto moltissimo e sul suicidio assistito penso che deve essere un sacrosanto diritto, proprio come l'eutanasia: anche la morte deve essere dignitosa, è inutile girarci intorno e ammantarsi di religiosa ipocrisia.
    Un abbraccio da Poppy

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    1. Eh l'ipocrisia, uno dei mali maggiori di questa generazione.
      Dignità alla morte e alle persone.
      Bacio.

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  20. Non è un libro che leggerei, però il tema che tocca è importante, penso che morire con dignità sia un diritto, l'accanimento terapeutico a chi giova? Non certo al malato terminale. Sono favorevole all'eutanasia!
    Un abbraccio grande donnina sui tacchi a spillo :-)
    Buon Hallowen!!!
    Xav

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    1. Ahahah Xavier! Il mio halloween è impigiamata davanti al televisore. Ciclo film horror.
      Certo non può farmi che bene, rispetto alla follia che si vede in giro stasera.
      Lasciamo che la vita e la morte possano dipendere solo dalle nostre mani e dal nostro cervello.
      Bacio ragazzo.

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  21. Un libro che, comunque, impone di pensare. E di riflettere...

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    1. Onestamente, non tutti i libri riescono nell'intento. Ma a volte quando meno te lo aspetti...

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  22. Ciao Mari!
    Il libro non l'ho letto e credo proprio non lo farò anche se in parte mi dispiace pure,credo che sia una scelta individuale e non parlo di coraggio ma appunto di scelta e direi molto sofferta,a mio parere in drammatiche e dolorose situazioni ci si deve trovare personalmente perché tra il dire e il fare c'è di mezzo l'immenso..
    Abbraccio circolare amica cara!!
    Baciiiii

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    1. Ciao Claudia bella.
      Comprendo il turbamento che si può provare nel riflettere se leggerlo o meno. Io ero nel momento migliore. Se dovesse capitarmi adesso non credo ci riuscirei. Sì alla fine è vero: bisogna trovarcisi dentro. Quello che non concepisco è il volere ergersi ad arbitro di una situazione così difficile dall'esterno e essere convinti di avere ragione. Nel decidere per gli altri intendo.
      Il senso del mio post è solo questo.
      Abbraccio a te. Forte. E buona domenica sera.

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  23. Ciao Mariella :)
    Come promesso passo qui a trovarti, e questo pezzo mi è piaciuto molto, la tematica scelta è fortemente impegnativa, richiede anche una grossa presa di coscienza, insomma un ottimo esordio per quanto mi riguarda :) Mi ha toccato molto il finale, davvero intenso, sia per l'immagine che suggerisce che per le parole. E lo dico da persona che, purtroppo, non riesce a leggere molto, però sono assolutamente convinto, e la tua reazione alla lettura che ha fatto lo dimostra, che leggere gli altri, conoscere altri pensieri e altre idee, sia sempre un arricchimento. Anche quando ci sono tematiche così "difficili" :)

    Perciò beh, un saluto e buona domenica, alla prossima :)

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  24. Ciao Maurizio e benvenuto.
    Hai visto la guerriera che c'è in me per caso?
    Vero che il tema, come spesso capita su questo blog è impegnativo. Vero è pure che io, in sostanza, non mi tiro mai indietro.
    Grazie per avere trovato importante la tematica affrontata. E grazie per le tue parole. Come hai ragione sulla lettura. Io, che una volta leggevo di più di adesso, sono convinta che abbia contribuito fortemente a rendermi ciò che sono. E lo dico con fierezza.
    Ti aspetto, tutte le volte che ne avrai voglia. Si parlerà di musica, letteratura e sociale. Di noi, esseri umani difettosi.
    Un abbraccio e buona domenica sera anche a te.

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  25. Libro consigliatomi da un'amica speciale, lettrice seriale, impegnata e profonda. È nella mia wish list da un po'... :)

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    1. La tua amica ti ha consigliato bene. Preparati però.
      Bacio, stella.

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  26. L'ho comprato quest'estate anch'io, lo stesso libro. Attratta dal titolo.
    Portato con me in vacanza, senza aprirlo.
    L'altro giorno l'ho rimesso sul comodino e ho letto le prime pagine, per ora nn ho capito molto. Tu, allora, nn lo consiglieresti???

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    1. Ciao Ktml. Benvenuta nel mio spazio.
      Te lo consiglio, assolutamente sì.
      Ma sii preparata.
      Buona serata.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)