17 maggio 2015

Fragilità.


Sono nata fragile. 
Piccolo vaso di cristallo smerigliato, pieno di sbarluccichii dovuti ai riflessi di sole che amavo attirare a me mentre mi avvicinavo alla vita.
All'inizio docile, amante della poesia e di quella luce vivida che notavo negli sguardi di altri.
Più avanti, più grandi;  a prima vista infiniti.
Dolcezza e ritrosia, nelle espressioni, nei sorrisi, nelle giravolte del cuore. 
Piccolo e acerbo il mio cuore: eppure capace di slanci improvvisi da coprire con rossori accesi e involontari.
Amavo tutto: la pagina lisa e consumata di un vecchio libro di mio padre che mi aveva portato lontano.
La pasta lavorata a lungo che mia nonna preparava e trasformava in eccellente pranzo, tripudio di gusto per il palato.
La sciarpa profumata di mia madre, colore tenue e discreto come goccia ed essenza di lei.
I capelli lunghi e lisci di mia sorella, così puri, eleganti; eppur distanti dalla mia ingarbugliata realtà.
Le testa mora e quella bionda degli ultimi due nati, così vicine. Da proteggere.
Le ginocchia sbucciate, una cicatrice lungo l'arcata sopraccigliare sinistra: le frequenti cadute. Segni che ancora oggi mi ricordano la ribelle che convive in me.
Il suono di alcune parole sentite alla radio: di cui non comprendevo il senso ma ne amavo la musicalità piena, viva, che mi accendeva di gioia.
I tormenti successivi, dovuti alla strada sempre in salita e così faticosa, hanno fatto in modo che mi costruissi una leggera corazza.
Necessaria a proteggere il cristallo, ma non a nasconderlo.
E quando, una mano più decisa e crudele di altre si avvicina a toccarlo ecco che, come sempre, scatta la difesa. 
La corazza si anima, e come un'ascia ben affilata cala e colpisce.
A volte sbaglia, non sempre le mani decise sono foriere di dolore.
Il problema è che, di dolore ho colmo il pozzo. Non vorrei tracimasse portandomi di nuovo con sè.
Sapendo che è stata così dura ripartire l'altra volta. 
La fragilità mi appartiene in realtà, come un vestito amatissimo di cui conosco ogni cucitura.  Sta solo a me fare in modo che le cuciture mi rappresentino ancora per tutti gli anni a venire. Nonostante forbici estranee possano provare ad aprirle, per dare all'abito un taglio diverso. Cercando di arrivare al centro per snaturare la parte più profonda di me. Io farò in modo tutto questo non avvenga. Ed il vestito rosso continui a starmi perfetto addosso. 
Assieme al mio sorriso.


(@Mariella Esse  - tutti i diritti riservati)




44 commenti:

  1. Mari, cara, sia questo pezzo che quello del post precedente sembrano frammenti di qualcosa di più strutturato e complesso...
    Assaggi di romanzo?
    Comunque sia, l'unico modo per non farsi spezzare è restare fluidi.
    E' un'arte difficilissima; son dovuta arrivare ai cinquanta per capirla e nei sette successivi ho appena iniziato ad impararla.
    C'è il commento all'esagramma 29 dell'I Ching che parla proprio di questa fluidità. Dice, fra l'altro:"L'acqua continua a scorrere costantemente e riempie tutti i punti che appena sfiora, non rifugge da nessun punto pericoloso, da nessuna caduta e non perde per nessuna causa la sua indole essenziale. Rimane fedele a se stessa in qualunque condizione".
    Ecco, tu hai qualcosa di questa fluidità...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara ANNAMARIA, è qualcosa che ho buttato giù. Per me innanzitutto.
      Sui Ching e sul messaggio hai proprio ragione, sono fedele a me stessa, in qualunque condizione. E dopo oggi ancora di più.
      Grazie per le bellissime parole che mi hai riservato ogni volta che sei passata da me e ogni volta che ci siamo incontrate altrove...
      A presto, spero.

      Elimina
    2. Non so cosa abbia oscurato la tua giornata - ti ho letto anche altrove - spero tanto si tratti solo di una giornata "no".
      Ti abbraccio.

      Elimina
    3. Cara Annamaria, è un po diverso da una giornata no. Ma piano piano sto cercando di trovare nuovamente l'equilibrio.
      Ti abbraccio anche io e grazie.

      Elimina
  2. La tua fragilità la si riconosce a fiuto, da come inizi ogni tuo dire: sembri non voler oltrepassare la tua ombra. Credo tu abbia a volte paura di infastidire. Sbagli, almeno per quel che mi riguarda. Mi infastidirebbe un eventuale silenzio. Devo dirti però che io ho conosciuto due donne estremamente fragili. Una era mia madre, fragilissima di cristallo appena accennato. Eppure, durante la guerra, quando mio fratello era disperso in Russia e da noi non c'era niente da mangiare ha tirato fuori tutte le energie che chissà dove teneva. Non mi ha mollato un secondo. "Io e te un unico destino" mi diceva. E mi ha salvato la vita una volta.
    L'altra donna era AnnaMaria. Sembrava una piuma controventata. Nacque Alessandro nel 70 con suo emorme sforzo e le rovinò dentro quasi tutto. Dovettero farle una plastica. "Niente più gravidanze, signora e nemmeno aborti. Se rimanessi incinta rischierebbe la vita", le dissero i ginecologi della clinica dove fu operata. Poi rimase incinta dei gemelli. Le chiesi che volesse fare, perché all'inizio avrebbero tentato con un'operazione, ma lei si rifiutò. Mise al mondo Federico ed il fratello morto, rischiando consapevolmente di poter morire a 35 anni, bella com'era e madre già tre volte. Non ti dico come mi sentissi io: un delinquente.
    Questa è la fragilità femminile. Io l'ho sempre saputo che voi donne siete indistruttibili e superiori a noi in tutto. Voi avete costruito il mondo.
    Abbraccio doppiamente circolare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oggi più che mai, amico mio. Oggi che la delusione è più pesante di ogni altro giorno.
      Sai avrei voluto raccontare tante altre cose di me, e volevo che il post di oggi fosse solo l'inizio. Ma non sarà.
      Ti abbraccio ENZO, come sempre, forte.

      Elimina
    2. Guarda che l'ho capito che qualcosa di brutto ti turba: si taglia col coltello.
      Se ti facesse bene parlarne, puoi scrivere una mail.
      Gli amici servono anche e soprattutto quando le cose vanno storte.
      Un abbraccio elicoidale triplo, fortissimo come sempre.

      Elimina
    3. Grazie per le parole belle con le quali non smetti mai di farmi sentire la tua amicizia.

      Elimina
    4. Questa mattina quando aprendo il tuo blog ho visto che c'erano non più 24 ma 41 commenti ho capito che avevi ricominciato a rispondere, che -malgrado tutto- respiravi a fondo e ricominciavi. Bello, mi sono detto, veramente bello!

      Elimina
  3. ...un po' troppo discostante da una genericità questo post...
    stralcio di un mondo molto più corposo, ci scommetto

    RispondiElimina
  4. Bene, e ora sta solo a me decidere che cosa fare del mio blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non provare a chiuderlo, sai! Fallo per noi, fallo per me,

      Elimina
    2. Vuoi prendere una pausa dal blog? Bene
      Vuoi prendere una pausa dalla blogsfera? Bene
      Ma "Non ci pensare neppure a chiudere il blog" è una tua frase...

      Elimina
    3. Michele, non ci penso nemmeno. E torno presto anche da voi, che siete qui.
      Grazie, davvero.

      Elimina
  5. Cosa c'entra il blog?
    Dai forza via la tristezza.
    In realtà sebbene triste è molto bello che hai scritto.
    E si può essere fragili senza mai smettere di essere guerriere.
    E tu lo sei.
    Dai passa pure questa.
    Abbraccio.

    RispondiElimina
  6. Intanto questioni tecniche: mi è apparso solo ora nella home blogger questo tuo post -_- E non solo... per leggerlo ho dovuto ricaricare dalla home del tuo blog, cose da pazzi! Quindi scusa la mia assenza.
    Di fronte a post così personali, anche se raccontano stati d'animo e sfaccettature di una persona, io rimango sempre disarmata e mi pare che dire qualsiasi così risulterà banale e inutile e sciocco.
    Io parlo ben poco di me, anche nel blog, perché, come te, ho la "misura colma del dolore", non sono forse fragile come ti descrivi tu, ma ne ho le palle piene. E nonostante i miei tentativi di sorridere e essere sempre aperta e gentile, trovo spesso imbecilli patentati, egotici che concentrano su di loro l'infelicità del mondo. E non ne ho più pietà, mi danno soltanto fastidio.
    Il blog deve essere un momento positivo e gioioso, prima di tutto. Poi ci sta mettere impegno e passione e competenze possibili. Ma siamo noi che decidiamo come reagire. E te lo dico perché mi son girate abbastanza in questi giorni e mi sono chiesta se valesse la pena perdere il MIO tempo e metterci me stessa. Perché a volte davvero, sembra di non essere considerati persone.
    Ti abbraccio forte, Mariella, per me sei stata una bella sorpresa e mi aspetto di leggerti sempre. Forse è un po' scorretto dire così, ma non esiste che tu faccia pazzie. Ciao!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Glò. Anche io non ho capito come mai il post pubblicato il 14 sia comparso poi così in ritardo. Misteri del web o mia incompetenza...
      A volte il mondo mi diventa così stretto che avrei voglia solo di fuggire. Sì, ma dove?
      Allora ho bisogno di una pausa, e di staccare. Per far sì che l'acqua torni placida.
      Grazie per le parole, posso dire che anche per me è stata la stessa cosa. E non preoccuparti, continueremo a leggerci con gioia e interesse.
      Ti abbraccio forte.

      Elimina
  7. Risposte
    1. La tua capacità di sintesi è ineguagliabile.
      Ma perfetta. :)
      Marì, che c'è?

      Elimina
    2. Cara Gioia, ci vorrebbe tanto tempo per raccontare e anche la predisposizione a farlo in un momento come questo in cui tutto mi è complicato.
      Passerà.
      La sintesi di Francesco a volte non la comprendo, ma mi fa sempre sorridere.
      Di sicuro meglio il suo "beh" che il silenzio di altri.

      Elimina
  8. Io non ho mai pensato a te come una donna fragile, forse perche'ci assomigliamo sotto diversi aspetti.
    Qualsiasi cosa sia, passera'.
    La tua energia e'inesauribile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Sara, ho raccontato della mia fragilità perché non ho mai nascosto nulla di me, neppure la debolezza.
      Ci convivo e mi piace. Non nascondo che a volte mi rende troppo sensibile. Questo non vuol dire che non sappia essere forte quando serve.
      Passerà.
      Ti abbraccio forte e grazie.

      Elimina
  9. Penso che la fragilità sia la nostra più grande forza...perché impariamo ad assorbire i colpi senza andare in pezzi, e così finiamo per diventare diamanti e non più cristalli!
    Più che una persona di cristallo, ti ho sempre pensato come un giunco, delicato e resistente, qualcosa che in qualche modo rientra perfettamente nell'atmosfera che regna nel tuo blog, pacifica e sognante ... Un abbraccio forte, fortissima e dolcissima Mari!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione. Anche se a volte mi sento tutta piena di bozzi, per le troppe cadute. Però mi rialzo sempre. E si va avanti, ogni volta un pochino più forte.
      Sai che mi hai fatto pensare alla Deledda? Un giunco o una canna che il vento può piegare ma che non riesce a spezzare!
      "Uomini siamo, Elias, uomini fragili come canne, pensaci bene. Al di sopra di noi c'è una forza che non possiamo vincere."
      Torno presto bella e dolce ragazza. Grazie!

      Elimina
    2. Scusa, non ho detto che la citazione è da "Canne al Vento".

      Elimina
  10. Le ginocchia sbucciate nascondono grandi insegnamenti.

    Ti abbraccio forte bellezza, ma se chiudi volo su a dissuaderti :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me hanno insegnato a non demordere e a non arrendermi.
      Ti abbraccio anche io bella amica. Grazie di esserci.

      Elimina
  11. Il post è ovviamente solo la punta di un iceberg ben più grande, o se preferisci il coperchio di un vaso di Pandora che... sembra quasi volersi aprire, scoperchiare. Io posso dirti che, intanto, come sempre mi piace tantissimo come comunichi le tue emozioni, riesci a farle arrivare benissimo, con tanta intensità e chiarezza, anche quando sono un pochino "criptiche" come adesso sulle motivazioni, ma quel che senti dentro... si capisce. Ovviamente però mi piacerebbe di più se queste emozioni fossero esclusivamente positive, ma non sempre è possibile e sarebbe anche noioso se nella nostra vita ci fossero solo e soltanto "alti", avere qualche "crisetta" serve a riscoprirsi, e quindi tornare, più forti.
    L'unica cosa che sinceramente non vorrei è che tu ti allontanassi di qui, ho letto di questa possibilità anche nei commenti e... ok che sei libera di fare quello che vuoi ma... no, non sarebbe bello per chi ti segue, ci mancheresti molto. Prenditi magari una pausa, scrivi meno, va bene tutto, ma io credo che qui, almeno da quando ti conosco io, esca continuamente l'immagine di una donna davvero positiva, piacevole da ascoltare, da leggere, sempre piena di dolcezza, tatto, tenerezza e punti di vista sempre originali, personali, "veri". Non sottrarci questo... ;)

    Un grande abbraccio, e essere fragili non è un limite, ma solo un modo, diverso e più intenso, di vivere. Preferisco una persona vera ma fragile che una forte ma... non autentica ;)

    Maurizio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Mauri. Il post mi racconta mischiando il passato e il presente. Non posso e non voglio essere più esplicita di così. Tendo a non portare solitamente i miei problemi sul blog. Perché resti il luogo ameno e pacifico che ho voluto creare.
      Ma ogni tanto la vita tracima e io devo lasciarle il passo.
      Sono ancora lì ad aspettare che passi.
      Mi piace come mi hai raccontato. Sono davvero così e a volte diversa, come giusto che sia.
      Ma mi fa piacere che traspaia così tanto di me, in questo luogo che mi appartiene e a quanto pare, da quello che scrivi, mi somiglia come una goccia d'acqua.
      Torno presto, per molti motivi tra i quali amici (come te) a cui non voglio rinunciare.
      Ti abbraccio forte e grazie.

      Elimina
  12. Non chiudo il blog. Ho solo la necessità di rallentare. Ma il mio blog è la mia oasi e tale rimane.
    Un abbraccio a tutti per le bellissime parole.
    Appena riesco vi rispondo.
    GRAZIE

    RispondiElimina
  13. Vengo pure io su con Pippa. Qui c'è gente che ti vuole bene. E no poco. Facci sentire utili (un giorno servirai a noi..)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vi aspetto a braccia aperte Franco!
      Grazie amico caro, pure a te, per esserci.

      Elimina
  14. Tesoro mio, quando leggo le tue cose più interiori e personali storie, non so se sarà il periodo, ma ho sempre i lucciconi..
    Primo perchè mi ritrovo in te quasi in ogni riga,( mio padre mi chiamava leone dal cuore di meringa) e poi perchè sai tratteggiare così finemente , ogni piccolo movimento della nostra interiorità con precisione, passo dopo passo e maestria da restarne sopraffatta e allibita.
    Lasciare il tuo blog? Guarda che arrivo subito a Milano, mollo l'eremo e i suoi pelosoni e sono in fondo alle scale a urlare a squarciagola!!!!!Non mi fare questo , sarebbe come separare una parte di me!
    Ti stringo forte!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nella, mi spiace se ti intristisco. Allo stesso tempo arrivi a comprendermi con una sensibilità che riconosco. Belle le parole che hai usato, mi sento onorata.
      Vorrei potervi trasmettere solo gioia, ma non sempre ci riesco.
      Piano piano torno. Non vado da nessuna parte, ma se volessi salire a trovarmi lo stesso, sarei felicissima.
      Si potrebbe organizzare un pulmino, tu, Pippa, Franco e chiunque voglia.
      Magari non ci facciamo un giretto all'Expo, ma conosco posti dove potremmo restare a lungo a chiacchierare e chiacchierare...
      Ti stringo fortissimo.

      Elimina
  15. Io percepisco tristezza o delusione in questo post, forse sbaglio. Anche il "vetro" più bello e apparentemente delicato può essere temperato e diventare infrangibile pur mantenendo la sua bellezza e brillantezza.
    Serena giornata, un abbraccio
    enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Enrico, esattamente. Soprattutto delusione, poi la tristezza diventa inevitabile.
      Io come cristallo mi sto specializzando. A riparare schegge e a cercare diventare sempre più resistente. Ma è dura.
      Ti abbraccio forte e grazie.

      Elimina
  16. Fragile non mi sembra. Semmai un diverso involucro che contiene sentimento e profondità. Che poi, involucri, lo siamo tutti: metabolizziamo il frutto delle nostre esperienze. Fondiamo le basi del presente, con un occhio al futuro e uno al passato.
    Un sorriso per la giornata.
    ^___^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, la fragilità mi appartiene e non lo nascondo. Mi aiuta ad attutire i colpi della vita. E mi protegge tanto.
      Concordo con la visione dell'involucro che ci contiene e ci aiuta a diventare quello che alla fine siamo: uomini.
      Ti abbraccio e grazie.

      Elimina
  17. Ciao, Mariella, piacere di conoscerti.
    Se questa fragilità ti appartiene, come ho letto fra i commenti, allora mi inchino dinanzi alla tua umiltà di saperla offrire, raccontare. Ti comprendo, ti invio una stretta di mano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Luz, e benvenuta.
      Grazie davvero per le parole squisite. Mi appartiene e mi completa.
      Ricambio la stretta di mano e spero di rivederti presto, qui a casa mia.

      Elimina
  18. Ciao Mari!!!
    Ma certo che tu non ti arrendi,sono attimi o giorni dentro quali non ci si ritrova più come fosse un labirinto senza uscita,poi la si trova..magari con un po più di tempo perché non sempre le cose si risolvono con facilità e con l'andare del tempo ogni qualvolta che si presentano "pesano" un po di più,,
    Ti abbraccio gioia bella,un bacio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Claudia. Hai ragione non è mai facile. Cerchiamo di prenderci il tempo necessario per risolvere o quanto meno sistemare lo squilibrio improvviso.
      E' un periodo in cui ho tanto peso sulle spalle...
      Ti abbraccio anche io e grazie.

      Elimina

Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)