11 dicembre 2015

# I MIEI PRIMI PENSIERI, IO SCRIVO PERCHÈ.








Scrivo perché per tutta la vita non sono stata capace di fare altro.
La luce fioca nella mia stanza di bambina mi indicava la strada.
Ed io vergavo lentamente e con cura infinita i miei piccoli pensieri in evoluzione.
Lasciavo parole minime, semplici;  talvolta intense.
Che ora rileggendo mi allungano un sorriso di tenerezza.
Le grandi "effe" a mo' di fiocco che ingentilivano i messaggi.
E le "elle" il cui occhiello in alto sembrava volesse prendere al laccio la luna.
Adoravo le "esse" e le "emme" anima del mio nome e cognome.
Desideravo e attingevo attorno a me l'acqua necessaria...
Quella fonte limpida che non si è mai esaurita.
Col tempo ingrossata da affluenti generosi, 
Mi ha affrancata e stimolata.
Vorrei che ci fosse pienezza e rotondità nelle mie parole.
Che fossero ardite, generose e sapienti.
Struggenti per trascinare con sè chiunque mi ami.
Velenose quanto basta per allontanare chi mi odia.
Amorose per poter stringere le braccia attorno al collo di chi mi vuole bene.

Scrivo perché nella mia vita non vorrò fare altro.
Per illuminarmi ed illuminare.

(@MariellaEsse2016 - tutti i diritti riservati)




Ripubblico questa poesia che tra le mie è stata quella scritta in pochissimo tempo, pubblicata senza correzioni, così come l'ho pensata.
In questo modo partecipo all'idea nata nel blog di Chiara Solerio "Appunti a margine" con questo post dedicato allo scrivere di getto.senza revisionare nulla.
Ho trovato davvero interessante la prova che cadeva a fagiolo per una come me, visto che la maggior parte dei miei post nasce così, da un pensiero che si tramuta in parole e poi va giù random, senza nemmeno supporre fin dall'inizio dove si andrà a finire.
E allora ecco, la poesia dedicata alle parole che scrissi una sera d'inverno, tempo fa, mentre avevo il cuore ingrossato da un pensiero di quelli pressanti, che ti tolgono aria e lucidità. Allora mi aiutò a calmare le onde della tensione e dello sgomento. Quel pensiero ogni tanto torna, ma lo ricaccio in fondo al buio dove deve restare, affinché io possa continuare a respirare.



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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)