21 dicembre 2017

HAPPY CHRISTMAS.




So this is Christmas
And what have you done
Another year over
And a new one just begun
And so this is Xmas
I hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young

A very very Merry Xmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear

And so this is Xmas
For weak and for strong
For rich and the poor ones
The road is so long
And so happy Xmas
For black and for white
For yellow and red ones
Let’s stop all the fight

A very very Merry Xmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear

And so this is Xmas
And what have we done
Another year over
A new one just begun
And so happy Xmas
We hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young

A very very Merry Xmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear

War is over, if you want it
War is over now











Buon Natale a tutti voi, amici.
Vi abbraccio forte.
Mari.


19 novembre 2017

RECENSIONE: NICOLA PEZZOLI - IL BAMBINO CHE SBAGLIAVA LE PAROLACCE






AUTORE: NICOLA PEZZOLI
TITOLO: IL BAMBINO CHE SBAGLIAVA LE PAROLACCE
EDIZIONI: IRRENHAUS 2
PAGINE: 222
PREZZO formato cartaceo: 9,36
PREZZO versione per kindle: 2,99
IN VENDITA SOLO SU AMAZON













Torno a parlarvi di libri e lo faccio presentandovi il nuovo lavoro di Nicola Pezzoli.


Tratteggio una breve sinossi:
è una raccolta di racconti, che vibrano attraverso il tempo, dagli anni '80 fino ad oggi.
Non c'è cronologia. Si va avanti e indietro baipassando lo spazio aiutati dalla potenza  e dalla vivida fotografia delle sue parole.
In realtà, pur essendo 43  i suoi racconti, a me pare ci sia un unico denominatore:  l'uomo e l'autore.
Ogni capitolo breve o lungo che sia, racconta di lui.
Che siano episodi inventati, che abbiano un fondo di verità, che sia passato o presente, ci ho riconosciuto lo scrittore che conosco dipinto di tutto punto, in ogni parola, in ogni pagina.
Il bambino che sbagliava le parolacce, ha una scrittura che Nicola si è inventato e che è tutta sua. La riconosci, è il suo marchio di fabbrica, presente in ogni virgola.
Brillante e amaro, ironico e violento. Tratteggia la realtà aiutato da metafore illuminate dal furore della sua delusione, dalla rabbia della sua non-rassegnazione.
Capace di colpirti al ventre in maniera così furiosa da farti dire, mentre lo leggi, ora basta, smetto.

Ma non ce la fai.

Vai avanti, racconto dopo racconto, lucidamente, scuotendo la testa, ribellandoti e imprecando come lui.
Ti rendi conto di quanto pur così surreale, sia tristemente tutto vero. Il suo mondo è il nostro. Ne siamo consapevoli quanto lui, e lo vediamo attraverso il suo sguardo  a volte limpido e disincantato a volte torvo e irriducibile.
Eppure la poesia, la dolcezza a cui ero abituata c'è.
La nasconde bene per colpirti all'improvviso quando meno te lo aspetti.
Vi lascio alcuni estratti, che spiegano molto meglio di me cosa sto cercando di dirvi.


Strana e banale ispirazione.
Guardare un pettirosso, camminare come se mi fossi perso, parlare di libri con Paolo Zardi, essere acqua di lago e di mare, scrivere, accarezzare un gatto (e quando esce, sperare che il pettirosso sia già volato via), guidare sotto la pioggia ascoltando i Depeche Mode, scrivere, intenerirsi per un nonnulla, essere la pioggia, scrivere, sognare la mamma quand'ero piccolo, leggere un libro così bello che poi baci la copertina, ricordare e rivivere come fossero adesso le mattine di Natale da bambino, scrivere, preparare le valigie per il Mare, commuoversi fino al midollo ascoltando La Cura di Battiato, scrivere, gustare la panna montata, riguardare il Grande Lebowski, rubare un bacio...

Stop.
Non ci credevo. E lui non la smetteva più. Lo stronzo politicante coi baffi grigi e la pancia piena e l'orologio d'oro e il conto in Svizzera. Che magari si arricchisce vendendo armi e mine antiuomo. Dev'essere uno che ama le Partite del Cuore, pensai. Quelle mascalzonate. Stronzi contro Ipocriti. Tutti lì a farsi belli e divertirsi e mettersi in mostra e dare lezioni e guadagnarci soldi e dare una percentuale in beneficenza che poi sparisce chissà dove. I "Buoni" che si mettono in mostra a me mi sono sempre puzzati assai più dei "Cattivi".



L'INUTILIFICIO.
La mia mamma e il mio papà lavorano fin da quand'erano ragazzi all'inutilificio. A casa non si incontrano quasi mai, perché la mamma fa il turno di giorno all'inutilificio e il papà fa il turno di notte, sempre all'inutilificio. Sgobbano in reparti diversi: la mamma in quello leggero che fabbrica ciabatte per gatti e reggitesticoli umani in filo d'amianto, papà in quello pesante che fabbrica doppi attacchi per calessi, scaldabagni a rotelle e il famoso robot che caga. Il robot che caga è il fiore all'occhiello dell'initutilificio, perché tutti i robot che cagano imbrattano continuamente il paese di merda (non fanno nient'altro) e così per pulire e per smaltirla si crea altro Lavoro.



Le mie recensioni lo sapete, non seguono i canoni usuali. Ma arrivano dalla pancia e dal cuore, lì dove si fermano le parole.
E nelle pagine di Nicola tutte le volte ci vedo un po' di me, un po' di noi. Che speriamo e che non ci rassegneremo mai all'Inutilificio. Sarebbe impossibile.
Grazie Nick.





Bibliografia:
Nicola Pezzoli vive e lavora in Lombardia.
È autore di: 
Tutta colpa di Tondelli (Kaos 2003)
Quattro Soli a Motore (Neo 2012)
Chiudi gli Occhi e Guarda (Neo 2015)
La Campagna Plaxxen (Arseuropa 2015)
Mailand (Neo 2016)
Pazzoteca La Paz (KDP 2017)




15 novembre 2017

BOOKCITY MILANO 2017.







Ritorna come di consueto l'appuntamento annuale con Bookcity Milano.

La manifestazione dedicata al libro si svolgerà da domani 16 novembre fino a domenica 19.

Ci saranno più di 200 spazi della città dedicati ai vari eventi e appuntamenti immancabili di incontro e confronto con autori, editori, giornalisti e soprattutto LETTORI.

Io salterò da un luogo all'altro nel limite del possibile, confidando nel bel tempo (nonostante sia previsto un freddo intenso) e sperando in begli incontri.
Di parole, pagine e anime.

Vi lascio in evidenza qualche appuntamento e, naturalmente, il link al sito con il PROGRAMMA.


INCONTRI DEL 16 NOVEMBRE

"La violenza maschile contro le donne tra il Novecento e nuovo secolo."
Università degli studi Bicocca Milano - Edificio U6. Ore 10.00.

"Ah sì Pessoa e Saramago!" Leggere e pensare la Letteratura Portoghese.
Università degli Studi di Milano, Piazza Sant'Alessandro. Ore 16.00.

Andrea Vitali presenta il libro "Bello, elegante e con la fede al dito".

Mondadori Bookstore, Via Pergolesi 6, Ore 17,00.

INCONTRI DEL 17 NOVEMBRE

"Parole in Centrale." Messaggio Voce per BookCity2017.
Selezioni di brani tratti da romanzi famosi da ascoltare seduti comodamente in poltrona.
Dalle 10,00 alle 19.00 tutti i giorni in Stazione Centrale a Milano.

"Diavoli Custodi". Con Erri De Luca e Alessandro Mendini.

La Triennale Milano -  sala d'onore -  Via Alemanna 6. Ore 18,00

"Rocco Schiavone è in città." Con Antonio Manzini, Alberto Manzoni e Adriana Malli.

Libraccio Bovisa, Via Candiani 102. Ore 18,30.

INCONTRI DEL 18 NOVEMBRE

Il boom delle graphic novel: incontro con vari autori e illustratori.
Base Milano -  Spazio C -  Via Bergognone 34. Ore 10,30.

Il Commissario Ricciardi: dai romanzi ai fumetti. Con Maurizio De Giovanni, Luca rovi, Federica Fracassi e Michele Masiero.
Teatro Franco Parenti - sala grande - Via Pier Lombardo 14. Ore 14.00.

Come eravamo e come possiamo essere. Incontro con Luca Bianchini e Antonio Dikele Distefano.

Teatro Dal Verme - sala Piccola - Via San Giovanni sul muro 2. Ore 16,00.

INCONTRI DEL 19 NOVEMBRE

L'arte e il delitto. Incontro con Marco Malvaldi.
Castello Sforzesco - Sala Viscontea - Piazza Castello 1. Ore 11.00

Il caso Malaussène. Mi hanno mentito. Con Daniel Pennac, Massimiliano Barbini e Pako Loffredo.
Piccolo Teatro Strehler - Largo Greppi 1. Ore 15,30.

Un giorno queste passioni ti saranno utili. Con Peter Cameron e Matteo B. Bianchi.
Mudec Museo delle Culture - Auditorium. Via Tortona 56. Ore 16,30.



05 novembre 2017

YOU'RE THE BEST THING ABOUT ME.


Forse l'ho già raccontato.
Avevo sedici anni e un mio compagno di scuola mi dedicò una canzone in classe.
Non sua, chiaro.
Si mise in ginocchio e mi cantò il celebre motivo di Gianni Morandi tra un'ora di lezione e l'altra.
Era, una scommessa fatta con gli amici.
La pagò cara.
Fu cacciato dal professore di storia dell'arte che sopraggiungeva non prima di averla cantata tutta e poi si beccò una nota.
La cosa divenne celebre nel mio liceo; ne parlarono per giorni.
Io lo avrei ucciso per quel momento di "celebrità"non richiesta che mi toccò di sopportare.
Lui pure, per avere perso la scommessa con gli amici (sarei dovuta capitolare secondo loro) e per la nota.
Chissà se oggi se lo ricorda ancora...
Secondo me sì e ci ride su, pensando che a noi bastava veramente poco per avere "qualcosa di cui sparlare".

Qualche anno dopo, un'altra persona mi dedicò una canzone.
Cantata con un filo di voce (bellissima) in una notte di pioggia.
Io sono una donna forte, temprata da anni e dolori.
Indipendente da quando avevo 19 anni. Mai chiesto nulla a nessuno, passo dopo passo. E ne sono orgogliosa, davvero.
Allo stesso tempo penso che, se non ci fosse stata quella canzone, che da il titolo al mio blog e quella voce, io non sarei la persona che sono oggi.

Perché lui, è la miglior parte di me.



Riflessione scaturita dopo l'ascolto  del nuovo singolo degli U2 YOU'RE THE BEST THING ABOUT ME (tu sei la parte migliore di me) scritta da Bono e dedicata alla moglie Ali. Non è la prima canzone che Bono le dedica, ma visto il percorso del gruppo, non pensate   che siano così tante. Lui dice che fa fatica a scriverle canzoni d'amore (LUI!).
Donna meravigliosa e sicuramente molto paziente per stare assieme ad un artista così intemperante e inaffidabile da oltre trent'anni.
Trovo la canzone bellissima, in pieno stile del gruppo e ciò mi fa ben sperare per quel che riguarda il nuovo album che uscirà il 1 dicembre.
THE SONG OF EXPERIENCE.
Pubblicato a tre anni di distanza dal vecchio lavoro dovrebbe concluderne il percorso. Diciamo che, il precedente mi era piaciuto "nì" come ormai capita da diversi anni. Questo sarà il loro album più intimistico e personale, dedicato alle persone e ai luoghi a loro più vicini e cari, ispirato alle opere del poeta inglese del 18esimo secolo, William Blake.
Per cui, speriamo bene.

Buona domenica a tutti voi amici miei e alla miglior parte di voi.



Sei la migliore parte di me
Sei la migliore cosa che sia mia successa ad un uomo
Sei la migliore parte di me
Sono il tipo di casino che a te piace
Sei la migliore parte di me
Le cose più belle sono quelle più facili da distruggere
Sei la migliore parte di me
Tu sei la migliore parte di me
Mi sono domandato quanto un bel momento possa trasformarsi in brutto
Urlando, questa è un’altra grande lato del mio carattere
Ho tutto ma mi sembra di non avere niente
Non c’è nulla da perdere per un uomo che è convinto di fallire
Sei la migliore parte di me
Sei la cosa migliore che sia mai successa ad un uomo
Sei la parte migliore di me
Sono il tipo di casino che a te piace
Sei la parte migliore di me
Le cose più belle sono quelle più facili da distruggere
Sei la parte migliore di me
Tu sei la parte migliore di me
Perché?
Perché me ne sto andando?
Perché me ne sto andando?
Posso vedere tutto chiaramente
Vedo quello che tu non vedi
Vedo che tu la ami in modo esorbitante
Quando lei ha bisogno solo del tuo appoggio
Sei la migliore parte di me
Le cose più belle sono quelle più facili da distruggere
Sei la migliore parte di me
Perché?
Perché me ne sto andando?
Perché me ne sto andando?







28 ottobre 2017

HAPPY BIRTHDAY JULIA.











Grazie per l'ingrediente misterioso di Mystic Pizza.
Grazie per la malattia sussurrata e non imposta di Fiori D'acciaio e per quegli occhiali orribili che ho adorato.
Grazie per le escargot di Pretty woman e per il vestito a pois che conservo gelosamente.
Grazie per le salviette mai pari di A letto con il nemico che provvedo a disordinare appena posso.
Grazie per le salite di San Francisco in Scelta d'amore; le farò a cinquant'anni ormai, solo che avrò bisogno di un paio di gambe di ricambio: mi presti le tue?
Grazie per la polverina magica di Trilly in Hook che io ci crederò sempre alle fatine.
Grazie per la "figaggine" di Denzel Washington e per i dubbi mai sopiti di  Il Rapporto Pelican.
Grazie per la voglia di ricominciare ogni volta dallo stesso matrimonio e  con la stessa persona; senza mai perdersi veramente come in  Qualcosa di cui sparlare
Grazie per la devozione verso la scienza anche se riposta male di Mary Reily.
Grazie per il ballo con Rupert Everett e per averci insegnato che a volte è meglio farsi da parte come nel  Il matrimonio del mio migliore amico.
Grazie per avermi fatto ancora una volta ballare e cantare davanti allo specchio con la mia spazzola preferita  come in Nemiche Amiche.
Grazie per le corse di Se Scappi ti Sposo e per un Richard Gere sempre più imbiancato ma unico.
Grazie per il coraggio di Erin Brockovich e per quel Valentino vintage indossato alla serata degli Oscar che ritengo uno degli abiti più belli del mondo.
Grazie per Ocean's Eleven e dodici, tredici, quattordici e quindici, insomma pieno di uomini top a mazzi.
Grazie per Mona Lisa Smile. Che piango, tutte le volte.
Grazie per Mangia, prega e ama, con troppi stereotipi sull'Italia ma a te perdono tutto.
Grazie per Biancaneve, che una matrigna così ironica e bella ce la sogniamo.
Grazie per i Segreti di Osage County, che vedere le mie due attrici preferite (tu e Meryl) prendersi a mazzate, è di una goduria cinematografica senza pari.
Grazie per Mother's Day e Wonder che sto aspettando di vedere su Sky appena possibile.

GRAZIE PER NOTTHING HILL. 
A cui devo la mia passione smodata per Londra e i suoi giardini nascosti, le panchine, gli alberi, Portobello Road, le porte colorate, le Havanians celesti che mi comprai, Il Plaza, sorrisi e lacrime. E per Hugh Grant.
Il fatto è che io sono "sono solo una semplice ragazza, che sta chiedendo ad un ragazzo di amarla". Esattamente come te, only the best. 

Tanti auguri JULIA, da questa semplice ragazza cinquantenne ahhhh  che, come ultima follia, oggi è andata a comprarsi le calze a pois di quella famosa marca italiana,  perché tu ci fai sentire più belle solo a guardarti.
Sempre uguale a te stessa, sei stata capace in questi trent'anni di regalare giorni limpidi e sogni, sorrisi immensi e tanto tanto amore per la vita.
Vera Bellezza, quella che riesci a trasmettere con la tua musica interiore.


Ti voglio bene.









22 ottobre 2017

FOTOGRAFIE.



Sicuramente nel vasto mondo web ci sarà già stato qualcuno che ha pensato e realizzato ciò di cui ho intenzione di parlarvi adesso.
Ho anche amiche blogger che partendo da un'immagine hanno creato dei meme di grande successo collegandole a parole. Come la formidabile Patricia Moll.

Io però vorrei interessarvi a foto che ho scattato io e che mi hanno suscitato emozioni, come quella legata ad Alda Merini  dell'ultimo post.

Diciamo che, senza alcuna scadenza fissa, perché non più ho voglia di avere uno scadenzario in casa mia (ne ho fin troppe nella vita quotidiana) vi posterò delle mie foto e vi parlerò del perché e del percome dello scatto.



JACKSON POLLOCK - STENOGRAPHIC  FIGURE  1942 - MOMA -  NYC




SHIMMERING SUBSTANCE 1946 - MOMA - NYC



JACKSON POLLOCK - ONE: NUMBER 31 1950 - MOMA - NYC




Alcuni dei miei quadri preferiti. Jackson Pollock è l'artista. Visionario e travolgente pittore americano. Le sue opere mi parlano di libertà, di volontà pazzesca, di vita intensa e massacrata, di sensualità e  di eterno furore.
L'esplosione dei colori di cui, con la sua tecnica a gocce o dripping, era indiscusso padre, mi travolge e mi lascia senza fiato.
Sono pazza di lui. 
Ho visto tutto il possibile in Italia come all'estero.
Al MOMA sono rimasta attaccata ai suoi quadri in maniera quasi scandalosa. Non me ne staccavo, sembrava quasi mi bruciasse dentro.
L'Uomo lo avrei amato come una schiava romana.
L'Artista lo adoro come un dio.
Folle d'amore e consapevole.
Penso che dopo tale post mi abbandonerete tutti, do l'impressione di essere squilibrata.
Vi capisco. Fate pure. Ma io sono davvero così quando l'arte mi rapisce. Una matta vera.

Mi succede  di non avere alcun equilibro mentre osservo le sue opere. 
Nel museo più famoso del mondo mi sono seduta a terra per scattare foto e poi, sono rimasta lì, ad assaporare bellezza.




11 ottobre 2017

[ICONE] PASSEGGIANDO SUI NAVIGLI.


FOTO DI MARIELLAESSECI



Domenica ero in giro in zona Navigli. Prima la Darsena e poi il Naviglio grande. la giornata era bellissima, come del resto anche Milano quando ci si mette.
Lo sapete che amo profondamente la mia città di adozione. Le devo tutto. E le sono immensamente riconoscente.
Sono passata davanti a questo portone. Tutte le volte mi fermo, leggo e rileggo l'epigrafe commemorativa e mi commuovo. Sono rimasta ferma e impalata fino a quando non ho scattato la foto.
Ringrazio Milano perché le devo anche Alda. 
Una volta la vidi, seduta al caffè all'angolo. Se non ricordo male leggeva, con la sua amata sigaretta a fianco.
La mia dannatissima timidezza mi impedì di avvicinarmi.
E rimasi discosta a guardarla. Lei era assorta e credo, spero, che non si sia accorta di me, visto che sembravo una stalker.

Oggi, che è passato così tanto tempo e lei non c'è più, mi pento di non avere avuto più coraggio.
Perché lei era grandissima, e ancora adesso, passando sotto casa sua, mi batte il cuore.

Un suo sguardo mi avrebbe reso felice per un'infinità di tempo.
Mannaggia a me.



QUELLE COME ME

Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l’anima,
perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano,
tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre.
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio,
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…
(ALDA MERINI)


01 ottobre 2017

[ ATTUALITÀ] LETTERA AD UNA FIGLIA PER I SUOI PROSSIMI COMPLEANNI.



"Ciao amore mio, 
buon compleanno.
In questo pacchettino dal fiocco enorme, troverai le chiavi della tua nuova auto.
Hai appena preso la patente ed io voglio regalarti una delle cose a cui tengo di più: la mia cinquecento rossa carica di ricordi e avventure.
Mi pare di vederti, così emozionata e bellissima; hai lo sguardo aperto e luminoso di tuo papà.
Anche lui con le stesse "lucine" negli occhi quando qualcosa di inaspettato ed estremamente gradito lo commuove e lo emoziona fino alle lacrime. Che trattiene eh...
Dietro la cappelliera la mia visiera alla "Thelma & Louise" ( lo so che hai visto di nascosto quel film che piace tanto alla tua mamma) ed i miei guanti in pelle tutti traforati che quando li indosso mi sento "sulla strada" al pari di Kerouac.
Usali e strapazzarli quegli oggetti sono parte di me e  della mia vita e quindi, della tua.
Quanto sei bella figlia mia, in tutti questi anni sei cresciuta con passione, determinazione, curiosità ed intelligenza.
Li ho qui davanti i tuoi regali, uno per ogni anno.
Scandiranno la tua crescita, coloreranno le esperienze, saranno pezzi di quel tuo viaggio che si chiamerà vita.
Ti guardavo ieri mentre indossavi il primo. Scarpine da ginnastica bianche con le strisce laterali blu. 
Eri tutta barcollante e incerta, lì tra i tuoi primi passi.
Non cedevi però, cadevi in avanti e ti rialzavi con una tale forza che ci impediva di raggiungerti per aiutarti.
Volevi farcela da sola. Così determinata. Già.
Per i tuoi 6 anni la prima Barbie. 
Presa dalla mia collezione, che chiaramente è tua. Certo, io sono sempre stata un po' vintage e tu la fisserai dubbiosa, le accarezzerai i capelli e poi la capovolgerai per capire perché non nuove le palpebre. Così attenta, avrai una tale capacità di osservazione da inquietare con le tue domande impossibili.
A 10 anni arriverà il mio libro preferito: Il Piccolo Principe di Antoine di Saint'Exupery.
Sarai in grado di comprendere alla perfezione cosa voglia dire avere cura di qualcuno. Ed imparare da  lei. E ci sarà tuo padre che ti insegnerà l'attenzione, la dedizione e la responsabilità.
Ho avuto qualche dubbio per il tuo regalo dei 15 anni: ti ho preso un mappamondo.
Con tante di quelle puntine rosse addosso da farti pensare che, forse, non ti basterà una vita intera per girarlo tutto.
Ma io ho fiducia in te amore, ce la farai.
Con l'attenzione che avrai sempre avuto nelle cose che fino a quel momento sarai riuscita a portare a termine.
Ed eccoti qua, la mia piccola donna.
Ti ho sempre chiamato così, fin da quando scalciavi nella mia pancia, ansiosa di venire al mondo. In quei lungi mesi di attesa, ho pensato a tante cose, al tuo futuro, al  mondo che ti avrebbe accolto, a noi.
Io sai, fisicamente dovrò lasciarti, perché una stronza malattia mi sta portando via, mi sta allontanando da te.
Eppure la rabbia iniziale ha fatto spazio, col tempo, alla consapevolezza che  in ogni istante futuro e in tutti i tuoi passi, rimarrò al tuo fianco.

"Che l'amore e tutto, ed è tutto ciò che sappiamo dell'amore."

La mia poetessa preferita mi ha sempre donato certezze.
Basteranno questi attimi insieme, per tutto il resto del tuo tempo, ne sono certa.Perchè l'amore vince sempre, ed è per sempre."


Dedicato a tutte le mamme e i papà ed a tutti i figli. 


Liberamente ispirato ad Elisa, la meravigliosa mamma di Treviso che non c'è più.






21 settembre 2017

VENTICINQUE.



Che io sia una abbastanza irascibile e lunatica è vero.
Che non riesca a perdonare facilmente chi mi ha deluso è altrettanto vero.
C'ho un caratteraccio e con l'età peggioro ogni giorno che passa.
Ma sono cose risapute.
A dirla tutta sono abbastanza incazzata con la vita; in questi ultimi mesi mi ha tolto abbastanza e regalato quasi zero.
A parte una ricorrenza importante.

I miei venticinque anni di matrimonio andavano festeggiati. E bene, dato che oramai vivo alla giornata. Mi sento come un animale in estinzione. In un mondo dove è molto più comodo scappare al primo problema che restare vicini per impegnarsi a risolverlo.
Dura eh.
Sarà un discorso cinico ma vi assicuro, per come la vedo io, ha molto senso.
No, la sdolcinatezza ve la risparmio.
E anche la perfezione che mi viene attribuita da gente stupida e superficiale, che non guarda oltre il proprio naso abituata a specchiarsi spesso e a trovarsi irresistibile.

Non c'è nulla di perfetto in me.
A parte, FORSE,  le mie unghie che stasera sono più affilate del solito.
Rosso giungla. Sono sempre pronta a colpire per difendermi e per difendere il mio mondo.
Che si fottano tutti.
Quello che sorridono ironici, quelli che non ci credono, quelli che in fondo lo desiderano un giardino tutto per loro, ma non sono stati capaci di impegnarsi strenuamente per renderlo splendido e hanno rinunciato. E ora si burlano di quelli che invece, hanno sudato lacrime e sangue per restare insieme.
Non è mica una passeggiata.
Sì andava festeggiato.
Anche per quelli come noi, che è una vita che vanno avanti, senza far il minimo rumore.
Accidenti.
E ci ho messo dentro tutto. La chiesa splendida, il pranzo, le bomboniere, le damigelle, il parentame.
La torta, soprattutto la torta.

Auguri Mari, per due o tre giorni, la vita agra l'abbiamo fregata.







04 settembre 2017

RECENSIONE: GOLIARDA SAPIENZA - L'ARTE DELLA GIOIA




AUTORE: GOLIARDA SAPIENZA
TITOLO: L'ARTE DELLA GIOIA
EDIZIONI: STAMPA ALTERNATIVA
PAGINE: 569
PREZZO: 19,00 



Uno dei momenti che preferisco è quando inizio un libro nuovo.


Specialmente se, ho impiegato un po' di tempo a cominciarlo.

Per convergenze astrali a volte, o impedimenti terreni, capita.

E' successo così con il romanzo più "disturbante" di Goliarda Sapienza.

Scrittrice scomoda e difficile da inquadrare che avevo conosciuto un paio di anni fa, quando lessi "Incontro a Positano".

Breve e intenso. Scrittura fluida e tematica interessante. Ma incapace di travolgermi con le parole e le intenzioni.



Finito,  mi ero domandata perché l'autrice era stata così snobbata e tenuta al bando dall'intera classe editoriale degli anni '80 e '90. Che si era sempre  rifiutata  di pubblicare il suo romanzo più importante, fino a quando nel 1994, due anni prima che morisse d'infarto, l'amico Angelo Pellegrino, che visse con lei per vent'anni,  era riuscito  pubblicare la prima parte.

Dopo la morte dell'autrice finalmente venne alla luce per intero, con tutte quattro le parti, grazie a Stampa Alternativa e a spese del suo caro amico.
Furono distribuite circa un migliaio di copie e la cosa sembrava destinata all'oblio. Pellegrino, nella prefazione della nuova edizione, ricorda che entrava tutti i giorni in una libreria Feltrinelli  dove c'erano due copie del romanzo, dietro altri libri  e su di una scansia nascosta da una colonna.
Ogni giorno si chiedeva chi mai le avrebbe acquistate. Fino a quando, misteriosamente, sparirono. La cosa gli sembrò stupefacente.

Come accade piuttosto spesso, (mi viene in mente Erri De Luca chissà perché...) la "scoperta" di una delle nostre migliori autrici italiane del novecento, la dobbiamo ad una berlinese,  geniale editor di testi sconosciuti,  Waltraud Schwarze. Così il romanzo esce in due parti, in Germania.
La Schwarze poi, telefona a Parigi a  Viviane Hamy, editrice nota per il suo coraggio,che lo fa tradurre e poi lo pubblica. Ottenendo un successo strepitoso.
Da lì in poi è storia fatta di passaparola e di "illuminazioni tardive" anche da parte degli editori italiani.
Da qualche anno Einaudi sta pubblicando gli inediti e ripubblicando tutta la sua bibliografia.

Finalmente a fine estate ho cominciato il romanzo.

Brevemente la sinossi:
si racconta la vita, le opere e gli amori di Modesta Brandiforti.
Nata poverissima il 1 gennaio del 1900, nella profonda provincia siciliana e  diventata poi principessa, per intelligenza e libertà di pensiero e di azioni.
L'intera esistenza della protagonista abbraccerà quasi tutta la storia della nostra penisola di quell'epoca, tra guerre e resistenze, trasformazioni economiche,  politiche e sociali senza mai perdere di vista la cosa più importante, la gioia della libertà.

Modesta (alter ego di Goliarda), racconta  la sua vita quasi sempre in prima persona, con un'energia e una forza ineguagliabile. Donna intelligentissima, controcorrente, assolutamente e indisponentemente all'avanguardia. Capace di creare un mondo o meglio una vera e propria "comune" nella sua villa sul mare, poco lontano da Catania, in cui ognuno si sentirà sempre libero di essere per prima cosa un essere umano senza vincoli sociali, privo di pregiudizi e incapace di giudizi.
Sarà mamma, padrona, assassina, amante passionale, donna senza confini e senza limiti. Sempre felice,portando con sé e donando agli altri quella "gioia" che prepotentemente tiene stretta in tutto il suo viaggio.

Un personaggio talmente fuori dagli schemi che di sicuro non poteva essere accettato dall'oscurantismo imperante dell'epoca in cui l'opera fu scritta. E direi che anche oggi qualcuno potrebbe faticare ad accettarlo.

Modesta come Goliarda.
Goliarda come Modesta.

La scrittrice non si negò niente e visse libera e "scandalosamente", fino al suo ultimo respiro. Fu attrice prima, scrittrice poi. 
Ebbe anche un esperienza in carcere per avere rubato gioielli a casa di un amica.
Disse che lo aveva fatto per rabbia; la sua amica era ricchissima e non esitava ad invitarla a cena nei migliori ristoranti ma le negava il prestito che  le chiedeva per la pubblicazione dei suoi scritti. Nel carcere di Rebibbia, dove fu rinchiusa, conobbe tante persone con le quali non dovette fingere di essere diversa da ciò che era;per questo motivo fu accettata e realizzò che le persone conosciute "dentro"  erano persone uguali a noi, non esisteva il diverso.

La meraviglia di non avere preconcetti e di fluttuare liberi. Di amarsi e accettarsi in piena consapevolezza.
Questo concetto di libertà assoluta è il suo manifesto.

Se solo uomini e donne riuscissero a guardare fino in fondo in quel mare di potenza che è la sua scrittura e trarne vero insegnamento, si potrebbe partire da qui, per un mondo migliore.


incipit

"Ed eccovi me a quattro, cinque anni in uno spazio fangoso che trascino un pezzo di legno immenso. Non ci sono nè alberi nè case intorno, solo il sudore per lo sforzo di trascinare quel corpo duro e il bruciore acuto delle palme ferite dal legno. Affondo nel fango sino alle caviglie ma devo tirare, non so perché, ma lo devo fare. Lasciamo questo mio primo ricordo così com’è: non mi va di fare supposizioni o d’inventare. Voglio dirvi quello che è stato senza alterare niente."