26 gennaio 2017

LINKY PARTY WORDS FROM BOOKS DAL BLOG DI MARINA ZANOTTA




Partecipo con molto piacere al Linky party ideato da Marina Zanotta del blog https://marinathinkcreative.blogspot.it




Con il post che vi lascio in allegato https://marinathinkcreative.blogspot.it/2017/01/io-prima-di-te-e-linky-party.html ha ideato "parole per libri".

Nel post inoltre va inserita la frase: partecipo al link party  "Words from books 2017"
linkando questa frase: Words from books Linky Party 2017

Poi aggiungere il banner


L'idea è la seguente:

bisogna scegliere un libro che ci sta particolarmente a cuore, e riportare una frase che ci ha colpito e interessato possibilmente di recente.
Poi descriverne il motivo brevemente. Non è un obbligo partecipare. A me l'idea è sembrata carina e importante.
Visto che parlare di libri è sempre una cosa notevole.
E poi, poteva mai il mio blog rimanerne fuori?

Il libro che ho scelto è:


la frase che riporto è questa: 


"Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai".

E' uno di quei libri che sarebbe impossibile leggere con superficialità, perché le parole del grande scrittore americano di origine ebraica, ci trasmettono tutto il loro orrore, facendolo diventare nostro, in un solo attimo.
L'ho scelto perché è importante non dimenticare, Ora e mai.
E ricordare tutto questo non solo il 27 gennaio di ogni anno, ma sempre e per sempre.
Gli orrori purtroppo si ripetono, la storia insegna che l'uomo ha sbagliato e sbaglierà ancora. Rifacendo gli stessi errori.
E allora educhiamo noi stessi e le persone che amiamo alla conoscenza.
La conoscenza ci "renderà" liberi parafrasando, una delle frasi più orribili della nostra storia recente, scritta su un cancello di un campo di lavoro lontano, in Polonia. Dove milioni di persone arrivavano da tutta Europa, con l'illusione di poter sopravvivere. Invece si preparavano a morire nel giro di un'ora.
Non dimentichiamolo. MAI.

Foto privata di Mariellaesseci


PS: anche se non parteciperete, mi farà piacere leggere cosa ne pensate dell'iniziativa. E se avete letto un libro di recente con una frase che vi è rimasta impressa, ditemi quale.




14 commenti:

  1. E' vero l'uomo sbaglierà ancora, e la conoscenza bisogna coltivarla. Sono parole molto significative quelle che hai scelto e graffiano il cuore perché sappiamo bene a quale dramma si riferiscono già dalle primissime parole. Sì è importante ricordare, e hai colto l'occasione giusta per farlo.
    Grazie per aver partecipato.
    Marina

    P.S. Non conosco questo autore americano. L'iniziativa dà i suoi frutti: prima novità ;P

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    1. Ciao Marina, benvenuta nel mio blog.
      Sono oltre trent'anni che da appassionata, studio quegli anni terribili. E non credo che riuscirò mai a trovare una spiegazione a quel male a quella violenza. Che poi spiegazione non c'è. Per questo credo che ricordare, parlarne, visitare, accogliere sia il modo migliore per conoscere. La conoscenza è la "bestia" che odiano tutti i sopraffattori, gli estremisti, i terroristi, i dittatori. Perché da modo alle persone di farsi e fare domande, di ragionare con la propria testa e non con quella degli altri. Di essere liberi.
      Purtroppo, nel nostro nuovo Medio Evo, l'età dell'Illuminismo è lontana.
      Ho apprezzato la tua iniziativa, intelligente e propositiva. Con la "scusa" del gioco si può riflettere, imparare, confrontarsi.
      Mi fa piacere se ti ho consigliato un autore che non conoscevi. Io lo amo molto, è morto da poco e ha lasciato un grandissimo vuoto. Ma le sue parole immortali, continueranno ad illuminare.
      Un abbraccio.

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  2. Wiesel è uno di quegli autori che mi riprometto spesso di leggere, molto bello lo stralcio che hai citato appropriatissimo alla ricorrenza imminente.
    Appoggio totalmente la tua chiusa, solo la conoscenza può fare la differenza e noi dobbiamo continuare a ricordare.

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    1. Grazie Glò. Come dicevo sopra a Marina, la sua iniziativa, legata ai libri, è davvero bella.
      Stuzzica la curiosità, ci fa riflettere e conoscere nuovi autori. Mi è parso opportuno legare il libro alla ricorrenza.
      Spero che tu lo possa leggere presto, un abbraccio.

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  3. Ogni iniziativa a favore dei libri e in genere della buona letteratura mi trova favorevole, anche se in questo momento non me ne viene in mente nessuno. Abbi pazienza.
    Enzo

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    1. Allora torna quando ti verrà in mente un libro e una frase.
      Abbraccio.

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  4. Mariella, avevo letto la frase su Instagram e mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. Mi è un po' difficile pensare a quello che è accaduto, non ho mai capito perché.
    Ti ringrazio di aver condiviso questa bella iniziativa.

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    1. Pier, nemmeno io ho mai capito il perché. Probabilmente non c'è è solo un puro atto di follia.
      Grazie a te per avere condiviso.
      Abbraccio.

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  5. Carissima Mariella,bellissima iniziativa e la frase scelta, estrapolata dal libro di cui hai riportato la foto e' densissima di significato,induce alla riflessione e non può che portare a condividere quanto l'autore scrive nelle ultime righe...davanti a certi orrori inimmaginabili il Dio che dovrebbe essere di amore e pace e' morto..non esiste più..e questo concetto non è solo riferibile alla realtà di quel periodo ma purtroppo persiste,e' tremendamente attuale,perché le brutture e le crudeltà non hanno mai cessato di esistere e in ogni epoca...con il senno di poi e con la conoscenza della storia l'uomo dovrebbe invece evitare gli errori del passato in modo che questi non si ripetano più...
    Forse è pura utopia..eppure a mio giudizio non sarebbe impossibile mettere in pratica questa iniziativa...se solo si mettessero finalmente da parte meschini interesse e biechi egoismi...e tanta cattiveria...
    Ti abbraccio forte:)).
    Rosy

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    1. Ciao Rosy, io ho visto con i miei occhi tutto quell'orrore. In un silenzio irreale, di un mattino umido di nebbia. Ho sentito rimbombare quelle parole, tra quelle casupole di mattoncini ancora in piedi, tra milioni di scarpe e di capelli, tra i binari che finivano nel nulla. Una ciminiera livida, ultimo baluardo dell'inferno, mi rimandava terrore. Non possiamo dimenticare, non è possibile.
      E anche se l'essere umano negli ultimi anni sta mostrando il suo lato peggiore, finché ne parleremo avremo speranza.
      Illusione? Chi lo sa, oggi sono triste e magari questo incide sul mio scetticismo.
      Ma mi auguro che sapremo superare questo momento e rinascere.
      Ti abbraccio anche io.
      Forte.

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  6. Grande Mariella! Hai scelto un brano notevole!
    Non conosco lo scrittore, non anora almeno, ma sono d'accordo con quello che hai citato. Non si può pi aver voglia di vivere e credere dopo quello che lui ha visto.
    Quanto agli errori, è umano commetterli, meno gravi si intende, ma perserverare o ricascarci no.
    Eppure.... eppure in parecchi ci sono ricascati. Troppi!
    Anch'io oggi ho parlato della Memoria. Come nipote di un deportato soltanto a causa della divisa da alpino che indossava, non voglio che questi fatti vengano dimenticati. MAI!
    Bacio stella

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    1. Ciao Pat, Wiesel ha saputo raccontare con rabbia e dolore, tutta quella sofferenza. In realtà sono moniti chiari: avete visto cosa è successo, facciamo in modo che non succeda mai più.
      E sue queste parole si infrangono molte speranze a guardare ciò che ci circonda oggi.
      Non ho letto il tuo post, e non sapevo tu fossi nipote di un deportato, di chi ha subito sulla pelle tutto quell'orrore. Ora arrivo.
      Bacio a te.

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    2. Ho visto stella,😊
      Mio nonno, classe 1908, era stato appena richiamato in guerra con 35 anni. Pochi giorno dopo il suo arrivo nella caserma degli alpini a Pinerolo, firmarono l'armistizio e i nazi rastrellarono gente del posto e soldati.
      Tornò tre anni dopo, malato. Mori anche giovane, 55 anni

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    3. Accidenti che storia. Un abbraccio cara.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)