Caro Enzo, eccomi qui a scriverti in questa sera di fine dicembre.
Il Natale è appena passato amico mio, le luci da brillanti si stanno facendo meno intense.
L'euforia data dall'attesa si è andata smorzando, la frenesia dei giorni di festa si è placata.
Tutto tace, sono nuovamente nella mia casa milanese, lontana dalla mia famiglia.
I giorni di festa sono stati belli, un po' sincopati, come al solito troppo veloci.
Sono stata molto bene a casa mia, coccolata e straviziata. E mi sono divertita a coccolare e straviziare anche i "nonni" che non vedevano l'ora di avere un po' di confusione lì da loro.
Sono sempre più "acciaccati" come ho detto ad un'amica comune, qualche giorno fa, mentre eravamo al telefono per gli auguri.
Eppure sono stati felici. Tra figli e nipoti, tutta la tribù. Sono pochissimi i momenti in cui riusciamo a stare insieme, il Natale ad esempio, è quello a cui cerchiamo di non mancare mai.
E anche se gli affanni quotidiani, ci sono e mordono, almeno per quel giorno ce li buttiamo alle spalle.
Ho visto nonna Mimma e nonno Martino stringere al cuore la "piccola" di casa, arrivata a dare nuova gioia poco più di un mese fa. Sorridere orgogliosi mentre ascoltavano le canzoni e le poesie di Natale, delle altre tre "teppe" di famiglia. E poi, sopportare stoicamente, la baraonda globale, i ritardi dei gruppi familiari che arrivavano alla spicciolata, la confusione, le corse tra una stanza e l'alta.
A me, questa giostra, ricorda altre della mia infanzia nella medesima casa, altri nonni e zii ma la stessa letizia e lo stesso affetto nei cuori. Il motivo per cui, ogni anno, cerco di non modificare neppure di un attimo, la sequenza rituale. Un'abitudine che ha il sapore di serenità e a voler esagerare, anche di piccolissima non trascurabile felicità.
Ora sono di nuovo a Milano, le luci del mio albero di Natale a farmi compagnia.
E penso all'anno che sta per finire lentamente. Ricordo che anche per te era importante tutto quel caos disordinato di affetti. La tua famiglia, figli e gli adorati nipoti. Attimi di serenità.
Quanto manchi amico caro. Manca la tua intelligenza, la tua ironia, il tuo saper prendere in giro, con immoderata sfacciataggine. La tua irruenza, il tuo pestare i piedi con simpatia trascinante.
Manchi qui da me e nelle case dei nostri amici che sono sicura, condividono ogni mia parola.
Ci sono volute settimane affinché io accettassi di non poterti più ritrovare sulla tua pagina e sulla mia.
Ci sono voluti mesi perché io giungessi alla conclusione che nulla è finito, niente è perduto. Resta la tua presenza costante, il tuo accento romano che ricordo con affetto e malinconia, le tue poesie immortali, la tua amicizia calorosa e presente.
Resta il web, il mondo al quale siamo affezionati, restano le persone conosciute. Le amicizie che abbiamo coltivato insieme, le belle e generose presenze. Anche qualche ricordo amaro che abbiamo però saputo gettare alle nostre spalle.
Tutto è parte della sostanza delle cose e di questa sostanza sei bene essenziale.
Ora e domani.
Per cui ti abbraccio forte amico mio, come sai. Che ti arrivi ovunque tu sia.
E abbraccio tutti gli amici che passeranno di qua, augurando loro di avere attimi di non trascurabile felicità da preservare per il nuovo anno che verrà.
BUON ANNO A TUTTI