Da quest'anno si cambia.
Scriverò di libri quando mi va, seguendo l'istinto. Potrebbe capitare più volte al mese o solo una. La vecchia rubrica non va in pensione, seguiterò a selezionare un libro tra quelli letti, dedicandogli un mese.
Gennaio si è aperto in maniera vorace. Sto continuando ad allargare il mio orizzonte su De Giovanni che mi intriga ogni giorno di più. Trasportata dalle due serie e dai protagonisti, il commissario Ricciardi e l'ispettore Lo Iacono. Allo stesso tempo sono passata attraverso belle biografie come quella di Vittorio Sabadin su Elisabetta l'ultima regina, a libri di autori che sono tra i miei preferiti, come Nessuno come Noi di Luca Bianchini ,che mi ha trasportato indietro nel tempo fino ai miei odiati/amati anni '80. Mi sono lasciata letteralmente affossare dall'ultimo di Philip Roth, Lasciar perdere.E il suo primo romanzo e lo si capisce bene, la lettura è stata lenta e noiosa. Ci sono stati momenti in cui ho riconosciuto il grande autore che amo, ma per la maggior parte del tempo mi sono arenata in una miriade di descrizioni farraginose e complessivamente inutili. In cui i dialoghi tra personaggi erano lunghissimi e onestamente superflui, senza riuscire ad individuare che rarissimamente, la sua lucida e amara ironia. Un romanzo acerbo, che si fa fatica a finire.
Ho incontrato infine il libro di cui voglio parlarvi oggi, dedicato a Gennaio.L'autrice si chiama Valentina Farinaccio. Giornalista di origini molisane alle prese con il suo primo romanzo: La strada del ritorno è sempre più corta.
"Quando metti al mondo un figlio pensi soltanto ad una cosa, che farai in modo che le pene e le paure e le debolezze non lo tocchino mai. E poi scopri che anche i bambini hanno da portare in spalla la loro parte di sofferenza. Che a ciascuno spetta la sua dose di dolore: a una madre, quella sbagliata di perdere un figlio; a una moglie, quella eterna di veder morire un marito; a una figlia, quella ingiusta di crescere senza un padre. In tutti i casi la certezza, imprevista, di tornare soli.
Smisi di guardare e andai fuori.
Piansi."
Il romanzo è ambientato a Campobasso, città di origine dell'autrice. Racconta la vicenda di Vera e della sua famiglia su piani diversi, secondo il punto di vista di tutti i protagonisti. E come succede nel quotidiano, ci si domanda dove sia la verità e quale sia. Non è facile, non lo sarà nella storia e non lo è nella vita reale. A quale voce dare credito? C'è una forte spinta dovuta alla curiosità di arrivare fino alla fine del romanzo attraverso la parola di tutti per scoprire cosa è successo, mentre il racconto si colora di giallo.
E' stato facile innamorarmi di Vera, dolcissima bambina di cinque anni, con la passione sfacciata per i Beatles e Ringo Starr (così simile alla "bambina yetterdei" della mia infanzia) alle prese con un dolore molto più grande di lei. Lo stesso è successo con Lia, sua madre, che ho visto letteralmente cristallizzarsi attorno alla sua tragedia. Ho amato Giordano, libraio meraviglioso con la passione della scrittura e un libro incompiuto lasciato in eredità.
E tutto intorno il mondo della provincia, così pieno di difetti e pregi da cui fuggire appena possibile per poi ritrovarcisi annegati in un mare d'amore; così grande da poter sopportare tutto: suocere aride ed egoiste, parenti indifferenti, fratelli distanti, sogni irriverenti.Oroscopi e bugie.
La sfida più grande resta la vita. Il quotidiano che ha un senso finché ragione c'è. Poi si comincia a fuggire, senza scrollarsi mai di dosso la felicità fatta di nulla che era lì, raccolta tra quattro mura e forse per questo, invisibile.
La scrittura di Valentina è ironica, luminosa. Ci racconta l'amore con brio a volte inceppandosi in un respiro che respiriamo. Attraverso notti interminabili perse dietro occhi da lasciare aperti perché vedano tutto quello che c'è per non perdersene nemmeno un secondo.
Tra canzoni e tavoli da cucina. Tra perdite e ricongiungimenti. Tra lacrime e rabbia. Tra libri presi uno alla volta e buttati via e altri riconquistati, pagina dopo pagina.
Un inno all'amore, alla vita e alla letteratura.
Che sono eterni, molto più di noi.
La strada del ritorno è sempre più corta
Valentina Farinaccio
Editore Mondadori
pagine 216
Euro 18,00
Senza dubbio particolare il libro che hai recensito, ma quel da te citato Nessuno come noi ha colpito la mia attenzone e mi sono informato a riguardo :)
RispondiEliminaMoz-
E dopo le informazioni sul libro di Luca cosa hai deciso^ Lo leggi?
EliminaE' come andare in moto a tutta velocità negli anni '80 o un ritorno al futuro ahahah
Fammi sapere poi se ti piace!
non conoscevo, ne avevo sentito parlare del libro che hai recensito, ma sai che mi hai incuriosita un bel po' ?
RispondiEliminaE' bello Pata, scritto molto bene. Ed è un libro che hai voglia di arrivare alla fine per capire...
EliminaPrendo appunti, anche se in questo periodo sto ampiamente facendo il pieno di "italianità" con l'Albinati de La scuola cattolica o.O e mi sa che tornerò ai miei amati stranieri per un po' (eh lo so... son esterofila di tendenza :D).
RispondiEliminaSul Roth, non ne so molto ma non fatico a credere che sia come dici (lo adoro eh, però capisco bene che l'opera prima letta da appassionati possa risultare "meh").
Ciao carissima e buona settimana, un abbraccio ^_^
Albinati per ora non mi avrà, solo a guardarlo quel libro, mi deprimo!
EliminaRoth mi ha annoiato a morte... fai bene a fidarti ahahah
Bacio a te!
Sembra interessante.
RispondiEliminaBuon inizio di settimana.
Grazie Vincenzo, lo è!
EliminaBuon inizio settimana anche a te.
Hai sempre qualche bella lettura da consigliare! Fai bene a recensire a naso, ad istinto, perché così cogliamo anche un po' più di te :)
RispondiEliminaBaci!
Insomma ci si prova ad interessarvi!
EliminaTi dirò, ormai conoscendomi bene, ho il "fiuto" giusto nel cercare e trovare quello che mi piace. Vero è, che prendo ancora delle gran cantonate (vedi alla voce Roth) se ho una fissa per un determinato autore.
Grazie e bacio grande.
devo dedicarmi a Maurizio De Giovanni, ne parlano tutti bene. è che ho una serie di giallisti storici che seguo, e che di libri ne fanno uscire una cifra!
RispondiEliminaEh sì sarebbe ora. Per un giallista come te, non conoscere De Giovanni, è una gran pecca!
EliminaTi consiglio di partire con "I Bastardi di Pizzofalcone" più attuale.
Mi hai incuriosito, io sono sempre alla ricerca di nuove storie... un saluto
RispondiEliminaCiao Ernest, mi fa piacere!
EliminaUn libro che non conoscevo. E questo mi piace! Cioè, mi piace scoprire autori nuovi e libri nuovi, mi piace allargare i miei orizzonti.
RispondiEliminaBellissima recensione, Mariella, brava: si sente che questa lettura ti ha coinvolta e credo non solo per la delicatezza del tema ma anche per l'ambientazione e per come sono stati presentati i personaggi.
Buona settimana :)
Ciao maris e benvenuta!
EliminaMi fa piacere se, nella mia recensione, traspare quanto i romanzi di cui vi parlo, mi coinvolgono, direi che non potrei desiderare di più. Il libro è davvero notevole, ci sono dei passi su cui sono tornata più volte per la profondità del messaggio. Da leggere assolutamente.
Grazie e un bacio.
Quando mi parli dei libri che leggi mi metti sistematicamente in difficoltà perché io non sono in grado di freuentare librerie italiane, come sai. Mi ci incazzo pure, ogni volta, ma inanemente. Però fa bene incazzarsi ogni tanto, non mi fa perdere le buone abitudini.
RispondiEliminaHo preso nota dei titoli e mi interess la Farinaccio ed il libro di Luca per ovvie ragioni. Mi terrò alla larga dal primo Philip Roth perché descrivendolo mi hai fatto tornare in mente la delusione e "la noia" che provai nel leggere il celeberrimo ed ultralodato "Pastorale americana". Forse mi aspettavo un miracolo letterario e invece ho avuto la delusione più cocente degli ultimi venti anni: uno Steinbeck più moderno certamente, ma tanto più noioso. Per chi, come me, ha ancora negli occhi il meraviglioso mondo colorato di "Furore", la pastorale è un sottile esercizio post accademico.
Enzo, lo so che ti metto in difficoltà. Mi rendo conto che non sia così facile raggiungere gli autori italiani dall'estero, però è anche vero che con AMAZON si può fare!
EliminaCosa dirti di Pastorale Americana: è uno dei miei romanzi preferiti, per questo poi, l'ultimo Roth mi ha deluso.
In tutta onestà, non ho mai letto Steinbeck, è da fare così magari ne riparliamo.
Ti abbraccio.
I rapporti con Amazon li tiene mia nipote Cristina, che usa la sua carta e che acquista mediamente tre pacchetti alla settimana di frittura mista. Lo so perché lei dà come indirizzo il mio, visto che
Eliminalavora sia lei che il compagno e che quindi non sarebbe mai in casa.
A me scoccia profittare di lei anche se è la mia nipote del cuore ed io "il più migliore nonno del mondo" -ipse dixit-, perché....perché sono fatto così.
Allora mi segno titoli -la maggior parte me li dai tu- e se ne parla quando sto in Italy. Ma non è che io in Italy stia fisso in una libreria, quindi sono rimasto un po' all'età della pietra.
Leggi Steinbeck. Tennessee William, Caldwell. In quel periodo c'erano fior di scrittori americani.
"Il piccolo campo" è un gioiello; "Pian di Tortilla" pure. Dai Mariè, sono dei classici.
Sembra molto bello, Mariella. Lo stralcio che hai riportato è toccante e parecchio attuale. L'ambientazione è sublime; sarà che adoro quando chi scrive decide di metterci quel tocco di radici proprie.
RispondiEliminaE poi, e poi, leggere i tuoi consigli di lettura mi piace. Perché ci metti quell'amore che si sente hai provato leggendo quel determinato libro. E l'amore è sempre la spinta giusta, anche per leggere un romanzo.
Anche per me è la stessa cosa Regina, mi piace immedesimarmi nei personaggi e se, ci sono tracce dell'autore nel suo romanzo, mi piace ancora di più.
EliminaGrazie per le belle parole su di me, io ci provo tutte le volte a coinvolgervi in ciò che mi è piaciuto e lo faccio mettendoci molto di me. Sono contenta che questo si senta.
Ti abbraccio forte e grazie!
Che belle mani che hai!
RispondiEliminaMa grazie bella Sara!
EliminaNon mi piacciono De Giovanni e Bianchini, Roth a fatica..e questa Farinaccio non mi ispira ma provo a sfogliarla in libreria... di testato, tu ed io, mi sa che ne abbiamo solo uno di immenso amore.. ;)
RispondiEliminaBianchini non mi sorprende non mi sembra il tuo genere. De Giovanni invece non me lo aspettavo, come mai?
EliminaSul "nostro" grande amore letterario, nessun dubbio mai...
Non ci siamo, perché tratta due temi che non amo: i figli e la provincia, pertanto so già che non riuscirei a leggerlo.
RispondiEliminaUn abbraccio,
Franny
Pensa Franny, che invece sono temi che mi appassionano molto, soprattutto la provincia, vengo da un posto piccolo così e per me è un gran richiamo.
EliminaTi abbraccio anche io!
Carissima Mariella grazie mille per la recensione:non conoscevo quest'opera ma considerato il tema trattato e la profonda riflessione iniziale,tra l'altro veritiera,sono sicura che incontrerebbe anche il mio gusto personale!
RispondiEliminaTrovo questa rubrica veramente interessante e stimolante,spero di poter leggere anche altre recensioni,grazie mille Mariella:)).
Un abbraccio:)).
Rosy
Mi fa piacere Rosy che tu abbia apprezzato anche il piccolo stralcio che ho citato. Diciamo che è un momento fondamentale da circoscrivere quasi tutto il romanzo.
EliminaLa rubrica continua, forse aumenteranno anche le recensioni.
Grazie mille cara amica per la tua presenza e il tuo appoggio.
Un bacio.
Non conosco questa autrice mia cara ma da come la descrivi e dal pezzo che ci hai inviato, mi sembra veramente intrigante.
RispondiEliminaAnche se in questo periodo mi diletto in reumatologia, malattie misteriose, nuove e oggi ho un'altra cura..che succederà..Mistero..il seguito alla prossima puntata!
Ti bacio !
E' davvero un bel libro, Nellina.
EliminaSi legge tutto d'un fiato, anche perché ad un certo punto si colora di giallo e a quel punto ti prende proprio l'ansia di arrivare alla fine.
Cara la mia malata afflitta da una malattia misteriosa, spero che presto tu possa stare meglio.
Arriva la stagione dei concerti estivi eh, bisogna farsi trovare pronte!
Bacio grande!
sembra un libro da leggere... grazie
RispondiEliminaGrazie a te!
Eliminabacio.