Ieri, su consiglio di Franco Battaglia con il quale si va d'amore e d'accordo su tutto tranne per quel che riguarda un autore italiano (ma si sa che nell'imperfezione e nel difetto c'è la vera bellezza) ho letto come prima cosa, su La Repubblica, l'intervento di David Grossman all'apertura della fiera di Francoforte. Uno degli autori più incisivi del secolo, che ho avuto l'onore di conoscere personalmente e che ammiro profondamente.
Grossman nel suo articolo regala alla parola il senso di vera libertà, il potere di cambiare il mondo.
A dire il vero non è l'unico che le da un potere salvifico, anche Erri De Luca dice che è "via d'uscita, campo aperto". Sappiamo che i grandi autori hanno una visione della vita così ampia che sfugge ai comuni mortali. Ma sono in grado di prenderci per mano e farci raggiungere lo stesso traguardo.
Ci dice che gli scrittori hanno la possibilità, grazie all'osservazione della realtà, di documentarla con la scrittura, nel momento in cui, le criticità che il mondo attraversa, saranno un ricordo lontano. Che si tratti di cambiamenti economici, politici, sociali, culturali.
"Noi scrittori, documenteremo, osserveremo, scriveremo e metteremo in guardia da chiunque cerchi di attuare manipolazioni linguistiche e cognitive. Da chiunque minacci i nostri diritti civili e umani. Saremo testimoni attenti, attivi, curiosi, acuti. Non necessariamente della pandemia, è anche il nostro modo di resistere ai cliché, ai vuoti slogan, ad affermazioni indiscriminate che spianano la strada all'istigazione, al pregiudizio e al razzismo".
Dice " tutto ciò non indebolirà il virus, nel caso specifico, ma ci permetterà di ricordare chi eravamo prima della pandemia. E di quando potrebbe essere bello e luminoso il mondo dopo che saremo usciti da questo incubo."
Ora è chiaro che, la visione di noi che riusciremo a migliorare il mondo grazie ai nostri autori preferiti in missione salvifica tramite la parola, può sembrare un'utopia. Ma dato che io, da sempre, la ritengo la nostra arma migliore (anche la peggiore a volte), voglio crogiolarmi nell'idea di speranza che mi ha instillato David.
Del resto, come dice Emily Dickinson , sono ancora in grado di osservare una parola fino a quando non comincia a splendere.
Grazie Mari, non l'avevo proprio letto. Grossman è un genio con la parola , sempre illuminata dalla speranza.
RispondiEliminaVoglio seguire il tuo esempio e crogiolarmi anch'io nella speranza, combattendo il mio pessimismo. Però, la domanda mi sorge spontanea " La TV, non ne ha parlato , i giornali vengono letti sporadicamente dagli italiani 'normali' per cui in quanti saremo a non abbandonare la speranza e a ricordare "quanto potrebbe essere bello e luminoso il mondo dopo che
saremo usciti da questo incubo." ?
Cri
I giornali vengono letti da un numero sempre più esiguo di lettori. E parlo del cartaceo che ritengo ancora in grado di approfondire. Il web è materia di curiosità, non di conoscenza. È una mia vecchia battaglia e la combatterò fino alla fine dei giorni. Sempre di meno, sempre più resilienti.
EliminaIo credo nella cultura in generale, nell'arte, nel teatro,nella storia. Comunque da anni ho scelto con poche eccezioni di regalare ai ragazzi e ai bambini, solo dei libri.
RispondiEliminaIdem, la cultura rende liberi.
Eliminala cultura rende liberi e PENSANTI ::
Eliminache non è poco !!
serena settimana
😉 grazie Tissi.
EliminaBuoma settimana a te!
Conosco Grossman da un pezzo, ma ho cominciato a seguirlo di più da quando lessi "A un cerbiatto somiglia il mio amore" che in qualche maniera ricordava la tragica morte del figlio soldato a 20 anni. Trovo nei suoi scritti molti spunti che mi fanno meditare, come in questo articolo.
RispondiEliminaUno scrittore che induce a riflessioni approfondite è da tenere stretto. Ciao Alberto.
Eliminacomr sempre dipenderà da noi ricordare o dimenticare o, ancora, far finta di nulla.
RispondiEliminadipende sempre da noi. da ogni singolo io che compone questo più o meno grande noi
Si, speriamo di non farci condizionare dal tempo che passa. Un abbraccio.
EliminaParole quelle di Grossman che condivido in pieno, anch'io sostengo l'importanza totale della parola come mezzo per denunciare le storture sociali e l'uso mistificatorio della parola stessa.
RispondiEliminaTu, con la tua etica e onestà intellettuale, sei il simbolo di quanto la parola possa essere usata come mezzo di denuncia.
EliminaGrazie per aver ripreso questo fantastico articolo.. a volte leggere cose del genere ti rende leggero e ti fa respirare meglio.. è come volare e sentirsi migliori, e acquisire nuovi spunti e rinnovati stimoli.. chiudi il giornale e ringrazi di esserci ancora, a stupire e commuoverti..
RispondiEliminaNon avrei potuto tirarmi indietro, l'articolo era troppo stimolante per chiunque ritenga la parola e la scrittura anima e vita.
EliminaUn po’ come fanno i nostri politici...a parole🤗.
RispondiEliminaAllora io son d’accordo con la potenza della parola ..solo che dobbiamo capire quando questa è ingannevole e palliativa .
È salvifica per lo scrittore per il poeta ..lo sarà anche per l’uomo comune?
Non so ho i miei dubbi..nel senso che dopo le parole , belle finché vuoi dovrebbero parlare i fatti e ripeto dovrebbero essere costruttivi , propositivi mai nocivi e se questi non avvengono allora restano solo parole ,parole , parole come cantava Mina .
Ciao
Hai sicuramente ragione.
EliminaBuona serata.
Penso che autori come Grossman siano una grande ricchezza per tutti noi.
RispondiEliminaBuona serata!
Que la palabra tenga siempre la libertad para la denuncia contra toda injusticia.
RispondiEliminaEsperemos que cuando esto termine seamos capaces de haber aprendido algo y ser mejores.
Buen martes Mariella. Cuídate.
Un abrazo.
Ciao Laura, dire fondamentale che la parola sia l'arma più potente per denunciare ingiustizie e gli orrori del mondo. Come te spero con tutto il cuore che serva soprattuto dopo questo periodo a darci la forza di ricominciare. Ti abbraccio anche io. Abbi cura di te💖
EliminaParole che fanno riflettere.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Parole che scuotono e che devono sollevare le coscienze.
EliminaBuona serata.