La mia patria è un volto
un chiarore essenziale
una fontana di sorgente viva
È mano che attende
trepida il crepuscolo
per posarsi sulla mia spalla
È una voce
di singhiozzi e di risa
un sussurro per labbra che tremano
La mia patria non ha altro orizzonte
che trattenuta tenerezza
negli occhi neri
una lacrima di luce
sulle ciglia
È un corpo di tormenti
preziosi
come un fascio di radici
vicino alla terra calda
È poesia
generata dall’assenza
un paese che nasce
sul bordo del tempo e dell’esilio
dopo un sonno profondo
sospeso a un albero
dai fragili rami
agitati nel vento
La mia patria è un incontro
avvenuto su un letto di foglie
una carezza per dire
e uno sguardo per dormire
paese lontano dalle parole
tanto da calpestare il ricordo
Tra le nostre dita
un ruscello
perché il silenzio sia
Il mio viso è di quel cielo ostinato
vuoto
ferito dall’eleganza del rifiuto
La mia caduta il nostro amore
albero dissanguato
sfigurato dalla grazia spezzata
lo stesso dolore
ha afferrato i nostri corpi
Restano quei versi
cordoglio tardivo
per una patria che non ha più volto.
(Stelle velate. Poesie 1966-1995 (Einaudi, 1998), trad. it. Ehi Volterrani.)
bella scelta,molto bella!
RispondiEliminaGrazie Olga.
EliminaSarò anomalo ma non amo immensamente la "mia" terra. Amo immensamente la terra, il mondo, posso fare il tifo per la Nazionale, ma è un campanilismo indotto. Ricordo che al militare nel 1980, mi inimicai subito le gerarchie facendo presente che nella scritta che campeggiava in cortile: "Ama la tua patria", probabilmente c'era un tua di troppo, propedeutica all'odio e la belligeranza. Episodio ricordatomi dalla lettura del poeta che presenti oggi, con un significato sicuramente differente, colmo solo di amore e tenerezza verso la propria terra, ma che, a mio modestissimo avviso, già alleva in embrione un'idea sballata di mondo. Mondo diviso, mondo a parte, mondo esiliato, mondo inabbracciabile. Dove quella meravigliosa "trattenuta tenerezza" non acquista valenza universale di paese abbandonato al dolore, ma è come rivendicasse un'identità che ormai - aldilà di ogni più tenue intenzione - può far solo del male, come un confine tra Polonia e Bielorussia.
RispondiEliminaSi, sei anomalo.
EliminaIn effetti su una ciclade sperduta mi sento molto più a casa. ;)
EliminaIo ho trovato similitudine tra il suo sentire la patria e il mio. E mi sono riconosciuta. Non la vedo come un luogo di disfatta, da cui prendere le distanze. La vedo come un angolo della nostra "Terra" ferito e violentato dalle persone che la vivono. Chiaramente alcune, non tutte. Tu confondi il mondo in cui vivi con le persone che lo attraversano. Bisogna che cambino loro, per restituire giustizia alla nostra terra. Ma non deponendo le armi come parecchi mi apre vogliano fare. E poi, le isole italiane sono le più belle del mondo. Miscredente;)
EliminaIn parte questa essenza di anomalia la sento anch'io come Franco anche se la poesia e bellissima
EliminaAnche tu preferisci le isole estere?😜
EliminaMi piace l'Italia ma ci sono luoghi che mi sono entrati nelle viscere più del mio Paese. Cmq in effetti di questi tempi.... :-)))
EliminaDi questi tempi il problema è ovunque.
EliminaInvidio chi ha un amore tanto profondo per la propria terra, ma sono anomala anche io. Come si può amare una Terra tragica come la nostra, che si unì con la deportazione ebraica?
RispondiEliminaMa cosa c'entra la nostra terra, la nostra patria, con gli imbecilli che l'hanno spesso ridotta ad un rifiuto? Non l'ha voluto lei, è colpa nostra. Ce li siamo scelti noi.
EliminaAllora posso dire di non amare la maggior parte degli italini, e molte volte mi sono vergognata di esserlo
EliminaAnche io. Siamo in due.
EliminaNon conosco questo autore, anche se mi sembra di aver sentito parlare del libro che citi. La poesia è bellissima. Buon sabato.
RispondiEliminaTi consiglio il libro. E forse ne parlerò anche qui.
EliminaBuona domenica.
Ciao Mariella, innanzitutto complimenti per la scelta dell'argomento e della poesia (accende interessanti discussioni)
RispondiEliminaAnch'io come Franco non amo il concetto di "mia patria" (e non tifo nemmeno per la nazionale di calcio) forse per quello che è diventata nel tempo. Si utilizza "mia patria" per far capire a chi non è nostro compatriota che non è persona gradita.
Naturalmente questo è un mio pensiero "generalizzato", se approfondiamo il testo di questa poesia (non sono riuscito a sapere l'anno in cui è stata scritta) e le origini, oltre alla biografia del poeta, il concetto di patria, di terra, prende un'altra strada.
Non è legato ai confini politici ma ad un sentire intimo, un legame con le nostre tradizioni, con le nostre radici senza che questo ci rinchiuda in una spazio angusto dove l'altro non può entrare.
Patria è un sostantivo che rievoca le guerre passate e presenti, probabilmente è questo che mi infastidisce, il "volto" della patria di Ben Jelloun ha ben altro significato, in fondo se ci prendiamo un po' di tempo per riflettere tutto ci appare diverso.
Grazie, buona giornata.
Se amare la patria o meno si riducesse al tifo per la nazionale di calcio, vorrebbe dire che non ci sono più speranze. Ovviamente sono ironica. E il tuo pensiero "generalizzato" posso comprenderlo, perché di questi tempi è facile cadere in quella trappola. Io, come detto anche a Franco, ho un amore che con il tempo si sta rafforzando. Forse perché la capisco di più e soffro per lei. Come soffro per quella parte degli italiani, che ogni giorno deve lottare per riconoscersi al suo interno, visto quanto poco sforzo fanno le istituzioni, per dare un segno riconoscibile di appartenenza e di unione. E questo per quel che riguarda la pessima politica da cui siamo circondati. Che si appoggia proprio sulle divisioni, per emergere e per mettere gli italiani uno contro l'altro. Ma riflettendoci poi, mi viene in aiuto la nostra storia passata. Siamo una democrazia, sballata e confusa se vuoi, ma lo siamo proprio perché abbiamo avuto il coraggio di unirci e combattere tutti insieme contro un nemico che ci aveva ridotti allo stremo, a dei numeri. Che ci aveva svilito, umiliato, resi pavidi. Io non ho nostalgia di quei tempi, che mi sono stati raccontati, ho nostalgia di quella forza. E la mia patria, quella forza, la cova ancora sotto la cenere. "Se prendiamo un po' di tempo per riflettere tutto ci appare diverso". Hai ragione.
EliminaUn abbraccio e grazie.
Raffinata Amica, che bella questa poesia! Molto musicale e calda!
RispondiEliminaHa l'aria di una bella canzone, hai ragione.
EliminaUn abbraccio Sara bella.
Una poesia molto bella ed ovviamente contraddittoria.
RispondiEliminaInizia con una descrizione della sua amata patria colma di ricordi forti e caldi.
Ma questi vengono distrutti fin quasi a diverire odio dopo che la propria esperienza di vita le mostra la realtà. Con quel rifiuto di quel cielo ormai vuoto e ferito, con quell'albero che perde la grazia ormai spezzata dal dolore e dalla distruzione, dissanguato. Persino i corpi non sono quel che credeva fossero o che erano e resta solo il cordoglio per quel volto di patria che ormai non esiste più.
Molto triste direi. Introspettivo e veritiero.
Grazie Mariella.
E non ti sembra che vada ancora più amata e protetta una patria così? Immagino di sì.
EliminaBellissima disamina, sono assolutamente concorde con te.
Un bacio e grazie.
In questo caso non si tratta, io credo, della patria delle guerre, ma della patria perduta, paragonata forse a un amore finito. Una "patria" poetica e nostalgica come la giovinezza.
RispondiEliminaGiusto, nel suo caso è esattamente così.
EliminaBuona domenica!
Non conoscevo questo scrittore..
RispondiEliminaMolto bella sta poesia..
Grazie per avermela fatta conoscere
Buona domenica
Grazie a te per averla apprezzata.
EliminaBuona domenica.
Una delle poesie più belle dedicate alla propria patria. Mi piace tantissimo. Io, anche se mi lamento spesso della mia patria, in realtà la amo e mi lamento proprio perché vorrei vederla splendere. Buona domenica, cara Mariella. Ti abbraccio.
RispondiEliminaL'ho interpretata nel tuo stesso modo. E l'ho amata molto, perché ci ho letto tutto il dolore del suo autore che assomiglia al nostro. Forse siamo le ultime romantiche e abbiamo un passato da garibaldine o partigiane, in un'altra vita;) E io la difenderei adesso, domani.
Eliminati abbraccio anche io, buona domenica.
Molto bella questa poesia. Leggerla da sempre una grande emozione. Ciao Mariella.
RispondiEliminaCiao, è una poesia che ha bisogno di cura e di attenzione. Buona giornata a te.
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