19.02.1961, Sylvia Plath - ARIEL
Note biografiche sull'autore
Sylvia Plath nasce a Boston nel 1932 e morirà a Londra nel 1963. Ha scritto poesie, un romanzo autobiografico, vari racconti e un dramma teatrale. Fin da giovane dovette convivere con un disturbo depressivo che l'accompagnerà sempre. La sua poesia è definita del genere "confessionale" (ovvero che si basa su eventi personali di solito negativi) e con il suo vissuto non deve essere stato difficile. La poesia di oggi è emblematica. Rappresenta tutto il suo dolore, il suo buio. Comunemente è interpretata con una visione del tutto astratta di sé. L'alter ego è simbolo di purezza e divinità. E veleggia in alto guardando l'altra donna che arranca e fatica, giorno dopo giorno, senza riuscire a venire fuori dai suoi tormenti. Il suo incespicare, il suo non arrivare alle stelle al di là della finestra, rappresentano tutto l'orrore che ha nei confronti della realtà. Quello stesso orrore che la porterà alla morte. Io però vedo qualcosa di diverso, come se lei ci mostrasse il cammino degli esseri umani dalla nascita alla morte. Un cammino fatto di dolore, di specchi nei quali non ci ritroviamo, di mari che vorremmo raggiungere. E nel tentativo di arrivare cadiamo, restiamo nel nostro recinto guardando attraverso la finestra una notte tiepida e spenta. Certo è una visione disperata della vita, motivata dalla sua depressione e dalla sua tristezza. Ma quanti di noi pur non così persi, a volte, si ritrovano ad osservare il mondo da una finestra imbiancata?
Bellissima!
RispondiElimina" Non sono tua madre più di quanto lo sia la nuvola
che distilla uno specchio per riflettere
la propria lenta cancellazione
per mano del vento".
Contiene parole frasi suggestive e chiare "Non sono tua madre più di quanto lo sia la nuvola".....
Mi ha colpito moltissimo, usa le parole come se disegnasse, ha dipinto una storia.
Credo sia per il figlio, la sua nascita, aveva solo un anno quando lei si è uccisa (che parrebbe una richiesta d'aiuto finita male). Suo figlio seguirà la stessa sorte, malato anche lui di depressione. Una storia triste la sua, non conosco molto le sue poesie ma questa mi ha davvero colpito.
Buon sabato Mari 🌻
D'istinto, la prima volta che lessi la poesia di oggi, pensai a suo figlio. Col tempo le ho dato il significato più ampio di cui parlo nelle note di oggi. Comunque sia, la tua e la mia interpretazione sono essenzialmente diverse da quella della ragione comune che tutti i critici hanno voluto. Una visione più umana e materna. Che ci piace molto di più, non credi? Lory cara, buon sabato a te💙
EliminaSi, la nostra prima lettura e anche dagli altri commenti vedo la stessa interpretazione è quella di parole dedicate a un figlio, è lampante nelle sue frasi.
EliminaIn effetti sapendo che lei di figli ne aveva due, ho controllato. Questa è dedicata alla figlia, il bambino non era ancora nato. Troverai questa e altre bellissime poesie per i figli nel sito: librinellamente.wordpress.
com.
Mi hai favorevolmente colpita e avvicinata di più a lei, che nonostante tutto non scrive in maniera criptica, ma le sue frasi, le sue parole sono argentine. La percepisco. Scrisse altre cose ho letto, anche più allegre e piene di vita rispetto all'ultimo periodo della sua vita, cercherò altro.
Grazie, sai quanto resto colpita dalla realtà tradotta in musica, poesia, parole che ti arrivano perché forse un po' ti appartengono. 💙
Si, aveva due figli, che adorava. Ma essere madre non è stato abbastanza. Di tutto quel dolore insuperabile credo abbia colpa anche suo marito. Vero, le sue parole squillano come campanelle. Se hai modo leggi Ariel. Io ce l'ho in lingua originale, è stato faticoso ma mi sono avvicinata a lei, cercando di cogliere le sfumature nella sua lingua.
EliminaUn abbraccio.
Commovente. Mi fa pensare a una madre che parla a suo figlio appena nato. Lo ama e lo compiange.
RispondiEliminaVero, perfino struggente nel suo tentativo di spiegare la vita partendo dal suo malessere. Chiunque sia il destinatario. Buon sabato, Cesare💛
Elimina👍
EliminaSylvia Plath, che ha avuto in dono la Poesia e la Disperazione sapeva parlare, sussurrare e gridare, ad ognuna e ognuno di noi. Non esiste un verso suo che mi lasci indifferente, è come se mi avesse conosciuto...
RispondiEliminaGrazie Mariella di questa condivisione, che mi fa bene, e male, all'anima.
Assolutamente si, la amo profondamente. "Non esiste un verso suo che mi lascia indifferente" mi ci ritrovo, è così. Grazie a te Orlando, davvero. Siamo in equilibrio, sul filo delle esperienze di vita💙
EliminaIo l'ho letta come un'ode alla speranza, alla nuova vita che avanza comunque, di pari passo forse alla stanchezza e alla depressione, quelle vocali che salgono come palloncini sono una forza irrefrenabile, l'acuto cui guardare col residuo di speranza.. tra poesia e preghiera quasi..
RispondiEliminaChissà, è molto bella anche la tua interpretazione e forse io mi faccio fuorviare dalla tragica evoluzione della vita di Sylvia.
EliminaPoesia e preghiera, perché no...
Amo la Plath la sua disperazione ed al contempo la sua forza di riversare dentro i suoi versi il suo dolore, le note dolenti della sua sofferenza ed il richiamo al buio che la sua anima conteneva e che la porterà al suicidio.
RispondiElimina"L'ULTIMO PALLONCINO"
Sono sveglia
Notte fonda
O forse mattina presto
Essendo le 4.30
Non voglio che il mio ultimo gesto
Sia ritenuto sconsiderato al punto
Da far credere che non abbia pensato ai miei figli.
Apro il forno
Spalanco le finestre della camera dei miei bimbi
Preparo la colazione per loro
La mia famiglia
E poi finalmente mi dedico a me.
Testa nel forno
Ci vuole pazienza
Ma io ne ho
Conosco il mio premio finale
Vorrei vivere ancora
Ma la sofferenza
La disperazione
Sono note strazianti
Che lacerano il mio corpo
Ed i miei versi
Come palloncini destinati a volare in cielo
Senza più tornare.
E la mia mano scorre
Lungo questo foglio bianco:
Ancora un ultimo verso
Un ultimo palloncino
Prima dell'oblio
E finalmente sarò perfetta
Sarò orizzontale.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Daniele, la tua poesia è tragica ed emozionante. Hai fotografato perfettamente gli ultimi istanti di vita di Sylvia Plath.
EliminaQuanto dolore e disperazione ci mise nel prepararsi a morire. Sì lei voleva essere orizzontale.
Grazie di cuore, versi eccezionali.
Si sente tutto il suo dolore mentre accoglie la nuova vita appena nata, forse preoccupata per la percezione che lei ha del mondo, di certo consapevole che i nostri figli non sono "nostri". La bellezza della bocca pulita, le note che salgono, eppure triste triste.
RispondiEliminaNon la conoscevo, grazie.
Buon fine settimana
Ciao Gabriella, confermi che sia una dedica ai figli. Certo associata ad una visione amara della vita, spenta come le finestre. Grazie di essere passata, un abbraccio e buon fine settimana a te💛
EliminaUna bellissima poesia, uno sguardo sofferto sulla propria negativa esistenza.
RispondiEliminaCiao fulvio
Ha dedicato la sua vita a sfuggire alla sua pena. E non ci è riuscita.
EliminaBuona serata.
Anch'io l'ho letta come una nascita. Nascita che porta in sé anche la paura di futuri di non essere genitori abbastanza capaci
RispondiEliminaÈ un'interpretazione che condivido. Penso che la paura di non essere dei "bravi" genitori sia comune. Lei non è mai riuscita a superarla.
EliminaBuona serata.
Ho adorato Silvia Plath negli anni verdi della mia gioventù!
RispondiEliminaGli anni della gioventù? Ma che sei, Matusalemme?
EliminaBeh! Non sono più giovane da un pezzo!
RispondiEliminaIo sono una felice ultratrentenne da vent'anni;)
EliminaTrovo in questi versi un senso di predestinazione e rassegnazione . Un senso di tristezza infinita.
RispondiEliminaLa tristezza era palpabile in ogni scritto di Plath. L'amo anche per questo.
EliminaCiao Fabio, grazie per essere passato.