30 settembre 2020

L'INVIDIA CHE UCCIDE

Sono ancora sconcertata dall'esito delle indagini sulla morte dei due giovani fidanzati di Lecce, uccisi in casa con 60 e più coltellate, la scorsa settimana.

Sconcertata dalla violenza devastante e soprattutto dal motivo che ha spinto l'omicida reo confesso.

Ha dichiarato che li ha uccisi perché invidiava la loro felicità e gioia di vivere.

E ha preparato tutto per settimane. Aveva intenzione di legarli con delle fascette, torturarli e poi ucciderli. Lasciando alla fine una scritta sul muro quasi a voler lasciare la sua firma.

Qualcosa è andato storto ed è scappato all'improvviso, seminando tracce visibili che poi hanno portato gli inquirenti fino a lui. Intanto, per oltre una settimana ha continuato la vita di tutti i giorni, frequentando l'ospedale dove faceva stage per il suo corso di laurea in scienze infermieristiche. Mantenendo la calma anche quando la polizia è andata ad arrestarlo. Un comportamento anomalo il suo, che ha fatto arrancare anche le indagini.

Ed io mi chiedo quanto possa essere pericolosa l'invidia. Macera l'animo al punto di stravolgere le persone, renderle pericolose, perfino omicide.

Bene o male abbiamo sofferto tutti dell'invidia altrui. L'abbiamo sperimentato nella vita personale, nell'ambiente di lavoro. Di certo è qualcosa che non lascia indifferenti. Ci fa soffrire, ci rende il percorso di vita personale molto difficile. 

A me è capitato. Quando ho potuto mi sono difesa. A volte mi ha aiutato a capire chi avevo di fronte e ad allontanarlo. Però mi sono sempre chiesta perché. Come è possibile che le persone coltivino questo peccato capitale come unica risorsa. Cosa li spinge. Quanto deve essere deserta la loro vita. 

Voi cosa ne pensate? Vi è mai capitato di essere vittime dell'invidia? Ne avete sofferto? Come avete reagito? Ve ne siete liberati?



29 settembre 2020

RECENSIONE: TERESA DEGLI ORACOLI DI ARIANNA CECCONI

 

SINOSSI:

"Questa è una storia di cose invisibili, di profezie e oracoli casalinghi, della libertà e del caso, della difficoltà di scegliere, di amare, di crescere e di morire."

"Alcuni ricordi si nascondono dentro o sopra le cose. Restano lì anche per anni e anni, zitti, appoggiati su quella tazzina, nella coperta di lana a quadri azzurri e blu. Aspettano. Le cose si impregnano delle persone, e toccandole il ricordo si sveglia."


Ci sono libri che ti scelgono, che ti aspettano, sanno che prima o poi tu arriverai. Ci sono libri da aprire con una carezza, di cui sfiorare le righe con leggerezza e desiderio. 

Ci sono libri di cui sapevi già, erano poggiati sul cuore, tra le corde di un ricordo. Ci sono libri necessari, risalgono la corrente mentre tu sei seduta all'ombra di una giornata piena di sole. 

L'incontro con Arianna Cecconi e la sua Teresa degli oracoli è arrivato in un pomeriggio di fine estate. In biblioteca. La copertina arancio e una vecchia signora su di una sedia a dondolo, il gatto sullo schienale, tante farfalle e una coperta azzurra lunghissima. Doveva raccontarmi una storia.

Una famiglia composta da donne, perché famiglia finisce con la A: è femmina. Raccolta al capezzale della nonna che ha smesso di parlare 10 anni prima. Ma dal suo letto, non ha mai perso di vista figlie, cugine e nipoti. I loro segreti e i suoi. Occhi chiusi e cuore aperto. Ad uno ad uno, come un oracolo, i silenzi tenuti a bada per anni, vengono fuori. E i quattro oracoli voleranno via come farfalle lucenti, liberandole dalle paure, dal senso di colpa, dal passato, dall'incapacità di abbandonarsi al futuro. 

E tra un vibrante  "déjà vu" che mi trasporta in un'altra casa e tra altre donne in Cile, di cui lessi vita, opere, magie e amori più di vent'anni fa grazie ad Isabel Allende,  e le distese della Pianura Padana a me più familiari, mi lascio sedurre dall'opera prima di una scrittrice di cui sentiremo molto parlare in futuro. Io lo spero.



Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Anno edizione: 2020
Pagine: 208 
Prezzo cartaceo: 16 euro














Note bibliografiche:
Arianna Cecconi è antropologa vive e lavora tra Marsiglia e Milano dove insegna Antropologia  delle religioni  all'Università  Milano Bicocca. Accanto al percorso universitario, svolge attività di formazione in contesti non accademici, lavora con radio, compagnie di teatro, scuole e centri socio-sanitari. Ha scritto numerosi saggi e articoli di antropologia. Teresa degli oracoli è il suo primo romanzo.

27 settembre 2020

IL FRAGILE EQUILIBRIO DELL'AMICIZIA

 

Ieri sera ho passato una bella serata assieme ad amici cari con cui condivido la mia vita  da anni.

Loro  ci sono sempre stati e  ti avvolgono con cura, come quella coperta calda che  conosci così bene da indovinare anche i piccoli strappi  procurati dal tempo. Li  hai saputi riconoscere e ricucire al punto tale che se non sapessi dove sono non saresti in grado di ritrovarli. 

Sanno comprendere il vento nei tuoi occhi e porvi riparo. E quando la tempesta è arrivata, ti hanno stretto la mano in attesa che passasse. Magari senza pronunciare parola, a volte è superfluo.

Hanno saputo aspettare se volevi che la corrente ti portasse via, pronti a riacciuffarti al momento giusto. Una barca comoda e sicura su cui riprendere fiato in attesa di tornare a riva.  Remano per te, ancora senza forze, come se fossi tu. E ti portano dove vuoi realmente anche se non glielo hai detto.

Io penso che amicizia sia questo. Non ha regole precise, a parte la stima, l'affetto e il rispetto. Non dice parole di comodo, anzi la scomodità è il suo luogo. È diversa da te, l'hai scelta apposta. Ti piace quando dice cose che non avresti mai il coraggio di dirti ed hai  imparato a misurarne il valore confrontandoti. Dobbiamo meritarcela però ed è la parte più difficile. Perché ogni giorno è un cammino ad ostacoli. Si rischia sempre di perderla nel fragile equilibro della vita.

Ma come  disse la volpe al Piccolo Principe,  sono contenta  mi abbia addomesticato.



Buona domenica amici miei.




"Se rimaniamo insieme potremo anche volare, potremo attraversare questo mare, se rimaniamo insieme nelle diversità, insieme scopriremo la nostra unicità."

(Lorenzo Jova Cherubini -  Se rimaniamo insieme  -  Lorenzo 1997)


26 settembre 2020

"HEROES"


I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can beat them, just for one day
We can be Heroes, just for one day

And you, you can be mean
And I, I’ll drink all the time
‘Cause we’re lovers, and that is a fact
Yes we’re lovers, and that is that

Though nothing, will keep us together
We could steal time,
just for one day
We can be Heroes, for ever and ever
What d’you say?

I, I wish you could swim
Like the dolphins, like dolphins can swim
Though nothing,
nothing will keep us together
We can beat them, for ever and ever
Oh we can be Heroes,
just for one day

I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can be Heroes, just for one day
We can be us, just for one day

I, I can remember (I remember)
Standing, by the wall (by the wall)
And the guns shot above our heads
(over our heads)
And we kissed,
as though nothing could fall
(nothing could fall)
And the shame was on the other side
Oh we can beat them, for ever and ever
Then we could be Heroes,
just for one day

We can be Heroes
We can be Heroes
We can be Heroes
Just for one day
We can be Heroes

We’re nothing, and nothing will help us
Maybe we’re lying,
then you better not stay
But we could be safer,
just for one day

Oh-oh-oh-ohh, oh-oh-oh-ohh,
just for one day

“EROI”


Io, io sarò re
E tu, tu sarai la regina
Anche se niente li porterà via
Li possiamo battere, solo per un giorno
Possiamo essere Eroi, solo per un giorno

E tu, tu puoi essere meschino
E io, io berrò tutto il tempo
Perché siamo amanti, e questo è un fatto
Sì siamo amanti, è proprio così

Sebbene niente ci terrà uniti
Potremmo rubare un po’ di tempo,
per un solo giorno
Possiamo essere Eroi, per sempre
Che ne dici?

Io, io vorrei che tu sapessi nuotare
Come i delfini, come nuotano i delfini
Sebbene niente,
niente ci terrà uniti
Possiamo batterli, per l’eternita’
Oh possiamo essere Eroi,
anche solo per un giorno

Io, io sarò re
E tu, tu sarai la regina
Sebbene niente li porterà via
Possiamo essere Eroi, solo per un giorno
Possiamo essere noi, solo per un giorno

Io, io riesco a ricordare (mi ricordo)
In piedi accanto al Muro (accanto al Muro)
E i fucili sparavano sopra le nostre teste
(sopra le nostre teste)
E ci baciammo,
come se niente potesse accadere
(niente potesse accadere)
E la vergogna era dall’altra parte
Oh possiamo batterli, ancora e per sempre
Allora potremmo essere Eroi,
anche solo per un giorno

Possiamo essere Eroi
Possiamo essere Eroi
Possiamo essere Eroi
Solo per un giorno
Possiamo essere Eroi

Noi non siamo niente, e niente ci aiutera’
Forse stiamo mentendo,
allora è meglio che tu non rimanga
Ma potremmo essere più al sicuro,
solo per un giorno

Oh-oh-oh-ohh, oh-oh-oh-ohh,
anche solo per un giorno

(HEROES - 1977 -  DAVID BOWIE E BRIAN ENO - TRILOGIA BERLINESE)


Note: Bowie ha dichiarato che la canzone gli fu ispirata da una giovane coppia che si incontrava segretamente sotto la torretta di guardia del Muro di Berlino e che lui spiava dalla finestra dello studio di registrazione. Secondo Tony Visconti, il suo produttore, la coppia in questione era lui stesso ed una ragazza con cui aveva una storia durante la registrazione. L’uso delle virgolette nel titolo potrebbe avere un significato ironico.

(Velvetgoldmine.it)


Di questa canzone e dell'intero album ho già parlato qui.

Mentre di David Bowie vi ho parlato  anche qui.

Vi lascio la versione live cantata da David Bowie sul palco del Live Aid nel 1985. Vi lascio con la grande musica, quella immortale. Buon sabato amici.




24 settembre 2020

VINCENZO IACOPONI: MARATONA DI POESIA



Un anno fa il percorso di vita di un nostro amico  e blogger si completava.

VINCENZO IACOPONI MALAVISI - POETA (cliccare sul suo  nome per entrare nel suo blog)

È una persona che resta nei cuori di tanti che in questi anni lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. Ci siamo innamorati della sua poesia come della sua intelligenza ed enorme cultura,  lo abbiamo seguito, con lui abbiamo riso e scherzato , ci siamo confrontati, a volte ci abbiamo anche litigato, ma con la certezza che da quel contraddittorio saremmo usciti più uniti di prima. Ed ecco che, in questa occasione, si è fatta strada in me l'idea di ricordarlo attraverso una maratona, DEDICATA ALLA SUA POESIA,  che coinvolgesse alcuni amici blogger e i loro blog.


Ognuno di noi ha scelto una sua poesia da pubblicare. Ecco la mia.



AVREI VOLUTO

Avrei voluto che tu fossi
madre a me
e non ai figli miei,
esser la prima
donna della mia vita.

Ti è toccato esser l'ultima,
la definitiva,
quella che mi cammina al fianco,
che mi siede davanti a colazione,
che non mi chiede
più nulla,
perché mi conosce come
mia madre che mi ha messo
al mondo.

Non mi ero accorto,
scusami,
che tu avevi esaudito da tempo
quel mio istintivo desiderio.

(Scritta a Maximiliansau il 22.11.10)


Caro Enzo, eccomi a raccontarti quanto mi manchi e di quanto, ogni giorno, io pensi a cosa avresti scritto tu, commentando i miei post. Arrivasti da me così all'improvviso,   curioso di saperne un po' di più di quella ragazzaccia che ti aveva incuriosito con un  commento lasciato nel blog di un amico comune. Ti ero piaciuta, mi dicesti, e saresti tornato. E sei sempre tornato. Per tanti anni. Anche dopo aver discusso. Come le volte che ci siamo uniti per fronteggiare attacchi violenti. Come le volte che ridevamo di gusto per le follie altrui. Come le volte che si parlava di vita, passioni, canzoni, sport. La nostra Inter folleggia sempre. E oggi  staresti a sacramentare come al solito. Mentre la nostra Italia e  il mondo intero, stanno attraversando un momento che non avresti immaginato, nemmeno lontanamente. Te lo sei risparmiato, per fortuna.
Sono sempre qui, io, ad aspettarti. Perché non ci si rassegna alla perdita di una persona che, a suo modo, ha contribuito a farci crescere. Tu sei stato un maestro oltre che un caro amico. E questo non cambierà mai. Ovunque tu sia, ti mando il mio abbraccio circolare, quello che ti faceva sorridere. E ti vedo sorridere anche da lì.

Mari.

SABINA K. DI: ARTEPSYCHESABINA

Ma chiunque voglia può aggiungersi alla lista, io sarò lieta di integrare.

Un abbraccio a tutti.

23 settembre 2020

LIBERO NEI PENSIERI: RICORDANDO GIANCARLO SIANI





Potrai cadere anche infinite volte nel percorso della tua vita, ma se sei realmente libero nei pensieri, nel cuore e se possiedi l’animo del saggio, non cadrai mai in ginocchio, ma sempre in piedi!". 




(Giancarlo Siani  19 settembre 1959 - 23 settembre 1985)

22 settembre 2020

PICCOLE SEGNALAZIONI LIBRESCHE

 




EDITORE: SELLERIO 

COLLANA: LA MEMORIA

AUTORE: MAURIZIO DE GIOVANNI

PAGINE: 288

PREZZO CARTACEO: 14.00 EURO



La prima volta del nuovo personaggio di Maurizio De Giovanni, in un romanzo tutto suo, edito da Sellerio. Gelsomina Settembre è un'assistente sociale napoletana che lavora gratis in un consultorio dei Quartieri Spagnoli. Alle spalle un matrimonio finito, nel presente la difficile convivenza con sua madre. Di contorno,  molti personaggi tra il buffo e il surreale che l'affiancano. Alle prese con un caso senza giustizia mentre dovrà affrontare qualcosa che non si aspetta e che  rischierà di travolgerla.

«Mi chiamo Flor, ho undici anni, e sono qui perché penso che mio padre ammazzerà mia madre»



EDITORE: EINAUDI

COLLANA: I CORALLI

AUTORE: DIEGO DE SILVA

PAGINE: 320

PREZZO CARTACEO: 18.00 EURO





Un nuovo capitolo per l'avvocato italiano fiero di tutti i suoi insuccessi che è davvero diventato un mito irresistibile per tutti i suoi fan. Vincenzo Malinconico questa volta è alle prese con una nuova causa in procinto di diventare una tra le sue migliori "cause perse". Ma questa volta, tra il nuovo socio e la nuova fidanzata, dovrà vedersela con fanciulle in mutande e sindaci con  rigurgiti di coscienza e  con una malattia non prevista  capitata all'improvviso. L'avvocato più difettoso d'Italia ci aspetta, con tutte le sue inettitudini. Imperfetto come noi. Che lo amiamo così com'è.


<< Per caso ha visto una ragazza in mutande, con i capelli corti e il seno pronunciato, diciamo una terza?>>

20 settembre 2020

REFERENDUM: PERCHÈ VOTO




Sono appena rientrata dal seggio dove  ho esercitato il mio diritto al voto come faccio da enne anni. Vado presto lo so, ma poi continuo ad informarmi sull'andamento e so già che anche questa volta l'affluenza sarà scarsa. Penso alle mie schede elettorali piene di timbri, non ricordo di avere mai mancato una volta. Che siano state amministrative o regionali, nazionali ed europee.  Per non parlare di tutti i referendum con quorum o senza quorum  a cui ho partecipato nel corso degli anni.


In realtà, non volevo affrontare l'argomento, avrei preferito astenermi. Ma è una parola che non mi piace.  Il problema è esattamente questo: io non mi astengo mai. Prendo sempre posizione.  Il voto è sancito dalla Costituzione in cui si sottolinea come sia un dovere civico che si raggiunge con la maggiore età.  Non ci sono, per il cittadino, ripercussioni di nessun genere se non si vota a parte il condizionare gli esiti finali. Anzi c'è anche una specie di  diritto al non-voto.  Del resto alcune volte è difficile decidere, soprattutto se non ci sono candidati che ci convincono  nei vari schieramenti. E non è nemmeno ammissibile che si voti per "il meno peggio". Però. Informarsi e farlo bene è nostro dovere, soprattutto in caso di referendum, come quello di oggi. E in caso di politiche, amministrative e regionali, prima di decidere di non votare, prendere bene visione dei programmi, delle ragioni di ogni parte politica,  senza farsi condizionare dal "vociare" del popolo. Che ho sentito tante volte i non voto, non mi sono informato ma non mi interessa. Negli anni passati abbiamo avuto perfino Presidenti del Consiglio che ci hanno invitato ad andare al mare piuttosto che votare. Ecco, non passiamo per sciocchi o ignoranti. Informiamoci. Diamoci il tempo per meditare, per riflettere, non corriamo ai ripari all'ultimo momento quando sarà più difficile essere lucidi e comprendere.


Ricordo ancora perfettamente le parole del mio insegnante di storia e filosofia al liceo  (prof. Di Matteo, quanto mi manchi) che citò Kennedy: l'ignoranza di un elettore in democrazia compromette la sicurezza di tutti.


Meditiamo su questo quando ci lamentiamo che non cambia mai nulla ma poi siamo i primi a rimanere immobili, con in mano una scheda intonsa. Andiamo a votare. 

E voi, perché votate? 

19 settembre 2020

SABATO DI POESIA: IL LIBRO DELL'ESILIO DI YANG LIAN






Non sei qui questo segno della penna
appena tracciato viene rapito dalla burrasca
è mancante come se un uccello morto volteggiasse sul tuo volto.

La luna segue il funerale una mano spezzata
fa ritornare i tuoi gironi
ritorna alla pagina dove manchi
mentre scrivi ti rendi conto
della tua espunzione

Come il suono di qualcun altro
ossa frantumate disinvoltamente sputate in un angolo
il vuoto suono dell'acqua che sbatte sull'acqua
disinvoltamente mutando in un respiro
in una pera sicché nessun altro deve venire visto
i teschi sul terreno è tutto ciò che tu
invecchiando in una notte tra le parole, le righe
con cui la tua poesia ha inevitabilmente perforato il mondo

(IL LIBRO DELL'ESILIO - ORIGINE - 2020)


Yang Lian, figlio di diplomatici, dopo il massacro di piazza Tienamen(1989) scelse l'esilio in Nuova Zelanda per poi stabilirsi a Londra. Ha ottenuto, tra gli altri, il Gran Premio internazionale Janus Pannonius, Il Flaviano, il Nonino, il Sulmona. È una scoperta recentissima, devo ancora capire cosa è stato l'esilio per lui, anche se non ne scrive con sofferenza. Intanto mi piace e ve lo propongo oggi.

Tra le sue pubblicazioni: Il pane dell'esilio (2001) - Dove si ferma il mare (2004) 

17 settembre 2020

IL MIO PRIMO POST SU BLOGGER: I BAMBINI SONO TUTTI UGUALI

 


Seguendo l'idea che ha avuto CRISTIANA MARZOCCHI , che qualche giorno fa ci chiese con questo POST di linkare da lei il nostro primo post, ho deciso di ri-pubblicarlo. Risale a nove anni fa ed è il primo che pubblicai su questa piattaforma, dopo la fuga da Style.it e da Overblog. E' un po' lungo, con il tempo ho imparato il dono della sintesi  ma vi prego di perdere cinque minuti e leggerlo. Capirete presto perché.


I BAMBINI SONO TUTTI UGUALI

Sono stata costretta da un articolo di Vanity Fair apparso sullo scorso numero. Ma in realtà erano mesi che pensavo di scrivervi qualcosa su questo argomento che mi sta tanto a cuore.Poi Tiziana Macciò ha scritto il pezzo sui bimbi in cerca d’amore che talvolta sembrano piccoli pacchi.Ho letto con molto interesse e ho ritrovato nelle sue parole gli stessi sentimenti che mi avvolgono tutte le volte che vado a trovare mio fratello e mia cognata a Napoli.


Mia cognata e sua madre, da anni gestiscono a Napoli una comunità che accoglie bambini che vengono allontanati dalle famiglie originarie, perché hanno alle spalle storie di droga, di abbandono, di delinquenza e di violenze subite.

Da molto tempo  con responsabilità e tanto amore si occupano di loro, aiutandoli materialmente e psicologicamente (è mia cognata la psicologa) e sostenendoli nel cammino che è da fare per recuperare se possibile il rapporto con la famiglia o accompagnandoli verso l’affido e successivamente l’adozione.

Non è molto facile, i piccoli arrivano molto spaventati e pieni di fobie e spesso, se alle spalle c’è una storia di violenze, con il terrore di farsi avvicinare. Ci sono bimbi che rifiutano ogni contatto con gli altri, e tutti proprio tutti cercano la loro mamma, per prima cosa, appena avvertono di essere in un nuovo posto.

Mi è capitato di essere presente quando hanno accolto una bambina.

Laura (non è il nome reale) è una bimba di tre anni che il Tribunale Dei Minori ha affidato temporaneamente ad un istituto di suore di Napoli, nell’attesa che si trovi la casa famiglia giusta. E’ stata prelevata in piena notte dall’assistente sociale e dai Vigili Urbani mentre i genitori se ne davano di santa ragione sotto l’effetto di alcool e altro…
Loro finiscono al carcere di  Poggioreale, la bimba dalle suore. Quando quel mattino arriva la telefonata sono presente e mia cognata mi chiede se voglio andare con loro a prenderla.Io sono pronta e le seguo.Arriviamo e per prima cosa raggiungiamo l’assistente sociale nel suo ufficio e lei ci fa accomodare mentre manda una suora a prendere la bambina.

Arriva questo scricciolo biondo con immensi occhi azzurri, tenuta per mano dalla suora, non sembra spaventata ma stringe forte a sè un passeggino rosa dove siede una piccola bambola bionda.

La suora ce la consegna così, la bimba non ha altro oltre quello che indossa, nemmeno  il giocattolo è  suo ma uno dei giochi dei bimbi delle suore che nell’istituto hanno anche un asilo, ma lei non lo lascia nemmeno per un attimo e lo porta via con sè. Mia cognata sbriga tutte le formalità burocratiche mentre sua madre, con grande dolcezza si avvicina alla piccolina e le sussurra di andare via con loro mentre la  abbraccia.

Lei la guarda e le chiede se andiamo dalla sua mamma ed io noto nello sguardo della donna tanta consapevolezza;  sa che  tutti i bimbi sono uguali e fanno  tutti  la stessa domanda.
Continua ad accarezzarla e  la consola dicendole che vedrà la mamma appena possibile, ma che ora andrà con loro nella sua nuova casa dove troverà tanti bambini che la aspettano.

Laura si convince e ci segue.

Noi andiamo via in macchina e noto come non guarda indietro ma incuriosita mi osserva a lungo, io le sorrido e lei continua a guardarmi mentre mi stringe forte la mano, a me, una perfetta sconosciuta. Mi dicono che è normale questo, perché sono i bimbi che ci scelgono, e il cuore mi batte forte e mi fa male… Lei entra in casa e cerca la mamma,  non trovandola scoppia in lacrime.

Gli altri bimbi la accolgono con affetto e le portano i loro giochi per cercare di farla calmare; noi a turno le parliamo, e soprattutto la madre di mia cognata si occupa di calmarla. La distrae cercando nuovi vestitini per lei e le regala nuovi giochi.
Lei cerca me per aprirli ed io mi accovaccio a terra con lei per aprirli.

Il lavoro  vero della casa famiglia comincia in quel momento, dall’accoglienza, nel renderla partecipe ad ogni attività quotidiana, e nella ricerca del raggiungimento della sua serenità.

In quei due giorni che sono stata con loro ho assistito all’ambientamento della piccola, cercando di non essere troppo vicina e guardandola da lontano, perché non volevo si legasse a me che sarei partita presto e questo le avrebbe fatto ancora più male.

Sono andata via senza salutarla, e le ho lasciato un pezzettino del mio cuore.

Vi ho raccontato questo perché è indicativo della loro sofferenza, ma anche di come queste case famiglia si pongono nei confronti di questi piccoli.

Le piccole donne di casa La Nuvola, hanno accolto molti bambini in quasi 15 anni di attività.Questi bambini sono stati seguiti come figli, a scuola come a casa, vivendo con loro giorno e notte. Hanno avuto bimbi anche con problemi di handicap fisici e psicologici. In questo caso le educatrici hanno anche la possibilità di scegliere la coppia affidataria così come accade quando il ragazzo è ormai adolescente.

La maggior parte di loro sono stati poi affidati ad altre famiglie e seguiti anche dopo, per verificare che la scelta fatta dal Tribunale dei Minori  sia stata quella giusta.La scelta della nuova famiglia, quando il Tribunale dei Minori dà il via libera, è la parte più difficile.

Le educatrici  hanno più voce in capitolo sui tempi tecnici del passaggio e, quando il bambino non riesce a legare con la nuova famiglia affidataria, possono intervenire in maniera netta.

Mia cognata è una lottatrice e conosce i suoi piccoli benissimo.

Studia a fondo le famiglie scelte per l'affido, le conosce, chiede a loro di partecipare alla vita della casa famiglia e di essere onesti, per amore del bimbo.
E’ un lavoro che svolge con cura e meticolosità non risparmiando nulla di se stessa.

Solo quando tutte le sue domande hanno avuto le risposte e tutti i dubbi si sono sciolti, riesce a sorridere.

Per questo motivo, oggi scrivo.

Perché CASA FAMIGLIA LA NUVOLA è in pericolo.
 
La situazione a Napoli è in piena emergenza.
Si prevede che entro la fine di novembre quasi 1500 bambini rimarranno senza casa.
Gli operatori sono allo stremo non ricevono pagamenti da oltre un anno.
I servizi che assicurano non ricevono più finanziamenti.

 Da  tempo i fondi che lo stato dovrebbe dare alla Provincia di Napoli, per aiutare tutte queste associazioni che si occupano dei più deboli, sono stati tagliati.
Oppure sono stati sprecati altrove, ad esempio sia gli stanziamenti del 2006 e del 2007 non sono mai arrivati a quella che doveva essere la loro destinazione.

La Provincia è senza fondi, il Comune di Napoli non ha risorse per le comunità.
Il Welfare napoletano sta saltando.

 A queste strutture non arriva più un soldo.
Loro  hanno continuato a lavorare, prima usando i  loro risparmi, poi chiedendo dei  prestiti alle banche  perche’ i Tribunali svolgono il loro lavoro come sempre e i bambini continuano ad arrivare.
Erano stati fatti degli accordi con un istituto di credito perchè il Comune di Napoli lo scorso anno aveva pagato degli arretrati e aveva accettato la proposta delle associazioni per la  stipula  di una convenzione triennale con la banca.
L’accordo è saltato perché il Comune non ha pagato altro e l’istituto di credito non ha più elargito i finanziamenti;  ora si è allo stremo.
Il sogno di creare a Napoli la città all’avanguardia per l’assistenza ai più deboli, sta svanendo.

Ed io penso ogni giorno a quei bambini, perché loro sono la realtà che conosco meglio.

Penso ai piccoli che da tempo sono stati accolti in famiglia, perché la loro situazione non è stata definita da sentenze e continuano a vivere e a crescere in quella che per loro adesso  è la loro casa. Sento la stanchezza per le difficoltà che aumentano sempre più, presente nella voce di quelle donne e Jo la mia preferita,  è stanca e sfiduciata, sta lottando strenuamente ma anche le leonesse qualche volta rallentano.

E’ preoccupata ma attiva come sempre.

Io non voglio che il sorriso luminoso che si accende in lei ogni volta che mi parla dei suoi piccoli e del futuro che lei e sua madre e tutte le persone che lavorano per loro, sono riuscite a donare, si spenga.

Il mio piccolo contributo è tutto qui, in queste parole che ho scritto,  in queste piccole emozioni che vi sto trasmettendo.

Le parole, quando arrivano al cuore, smuovono le montagne.

Ed io sono qui a cercare le vostre e i vostri consigli.