Ricorda uomo che ti dici estraneo alla violenza sulle donne e pubblicamente la condanni, rispettarci vuol dire:
gioire con noi se abbiamo successo sul lavoro anche se guadagniamo come o più di te;
apprezzare e seguire i consigli di amiche come degli amici;
condividere ogni impegno domestico paritariamente;
pensare che la minigonna indossata la sera ci faccia belle e non prede;
rispettare il nostro pensiero anche quando non lo condividi;
pensare che essere il capofamiglia non abbia alcun senso tra noi;
che il nostro cognome possa precedere il tuo;
che i nostri malesseri/malattie abbiano lo stesso peso dei tuoi;
che nel sesso il nostro piacere sia da raggiungere come il tuo;
Che l' amore sia tutto questo e mai possesso;
Il nostro NO ha lo stesso peso del tuo;
Ricorda e sarai un Uomo.
(Mariella Scalzullo - inedito - novembre 2023)
Questo post era programmato per sabato, ma le ultime vicende mi hanno costretto ad anticipare. Sono sconvolta, a distanza di due giorni dal ritrovamento di Giulia Cecchettin, ieri c'è stata la 106 esima vittima. È tempo di dire:
Dedicata a Giulia, piccola rosa tra le rose. Ovunque tu sia❤️
Note biografiche e riflessioni
Vincenzo Mascolo, nato a Salerno, vive a Roma. Ha pubblicato Il pensiero originale che ho commesso (Edizioni Angolo Manzoni, 2004), Scovando l’uovo (appunti di bioetica) (LietoColle, 2009) e Q. e l’allodola (Mursia, 2018). Con Giampiero Neri ha curato per LietoColle l’antologia Quadernario – venticinque poeti d’oggi (2012) e altre due antologie poetiche. Nel 2019, per un progetto benefico della Fondazione Sanità e Ricerca, ha coordinato l’antologia di poesie e saggi Piccolo dizionario della cura (Mursia). Dal 2006 è il direttore artistico di Ritratti di poesia, manifestazione promossa da Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e Fondazione Cultura e Arte.
Una poesia elegante e raffinata, che ci circonda come un lieve sussurro parlando di vita, di amore, di speranza, di bellezza. Mi è piaciuta immediatamente appena l'ho letta e ho deciso di pubblicarla oggi, nella settimana in cui continueremo a parlare di donne, che sono rose da coltivare, da ammirare, mai da distruggere.
Io vi avverto, non sarà una recensione cinematografica anche se si parte proprio da lì, dal film di Paola Cortellesi che ha sbancato i botteghini superando negli incassi tutti gli altri film del momento e probabilmente anche il film Barbie. Sembrano quanto mai lontane le due pellicole o forse no. Io ci ho trovato un parallelismo che mi ha sorpreso.
Scrivo queste righe sull'onda dell'emozione che mi ha procurato la visione del film. Sono appena tornata a casa e batto velocemente sui tasti del mio mac. Non avrei mai pensato che sarei uscita dal cinema con il cuore in subbuglio e parole straripanti.
Le parole. Quelle che le donne di allora dovevano tenere a freno. La bocca chiusa e e la testa china. E poi badare ai figli, ai mariti, ai genitori ormai anziani. Lavorando come si poteva, venendo pagate sempre meno degli uomini, per la sola ragione che, erano donne. Pronte alle botte, che arrivavano al mattino appena sveglie, schiaffi presi solo per tenere bene a mente che dovevano stare al loro posto. Un passo indietro, silenziose. In piedi perfino a tavola, mentre tutto il resto della famiglia mangiava.
Quelle donne che, come Delia, la protagonista del film, accettavano ogni cosa, pronte ad umiliarsi per il bene della famiglia, per le loro figlie. Quelle donne che, con il loro silenzio, spiegarono alle generazioni successive, che il mondo bisognava prenderselo. Con il coraggio del silenzio, con la determinazione, con il loro esempio. Perché il semplice gesto di andare a votare per scegliere la democrazia, fu un'incredibile rivoluzione. Un diritto che si presero e che hanno regalato alle donne del futuro.
A quelle che dopo di loro e grazie a loro, hanno potuto studiare, hanno scelto di vivere la vita come desideravano. Hanno ottenuto gli stessi diritti degli uomini, gli stessi salari, lo stesso peso.
Ah, dite che non è così, mi sto sbagliando? Che ci sono ancora troppe donne maltrattate, violentate, ricattate, lasciate in un angolo, figlie di un dio minore? Senza istruzione, senza diritti, senza peso? Che non si sentono abbastanza?
Sono passati quasi ottant'anni e quell'esempio non è servito? Allora sì, sono necessari film come quello meraviglioso che ho appena visto al profumo di oscar, diretto da una donna con gli occhi colmi di coraggio, che ti lascia squassata per la sua bravura, davanti e dietro la cinepresa. Ci ricorda che nulla è perduto e ci sarà tanto da lottare, la strada da percorrere assieme e dico assieme, è ancora in salita ma abbiamo testa e cuore per poterlo fare.
C'è ancora domani per Delia e per noi.
PS: andate a vedere il film e alla fine non abbiate timore di applaudire forte più che mai.
I know it’s true It’s all because of you And if I make it through It’s all because of you
And now and then If we must start again Well, we will know for sure That I will love you
Now and then I miss you Oh, now and then I want you to be there for me Always to return to me
I know it’s true It’s all because of you And if you go away I know you’ll never stay
Now and then I miss you Oh, now and then I want you to be there for me
I know it’s true It’s all because of you And if I make it through It’s all because of you
(John Lennon - 1977)
Note e riflessioni
Per me, fan dei Beatles praticamente dalla nascita, (chi mi segue da sempre conosce bene la storia della bambina Yetterdei) la pubblicazione del nuovo singolo dei fab four, ha il profumo di un evento epocale. Mi sono seduta in un angolo e l'ho ascoltato una, due,dieci, tante volte. Registrata da John nella sua casa a Nyc con in evidenza la scritta "for Paul". Ho immaginato il passaggio del pacchetto dalle mani di Yoko a quelle di Paul. Ho sentito forte l'assolo della chitarra di George, forse il suo ultimo, e la batteria che Ringo suonava un po' provato dall' emozione. Infine la rabbia di Paul che non riusciva a dare un senso al tutto e che ci aveva quasi rinunciato, mentre gli anni passavano. Fino allo scorso anno, quando grazie all'apprendimento automatico (Intelligenza Artificiale) si è riusciti a pulire la voce di John dal resto dei suoni della cassetta e la canzone ha preso vita.
Non dirò che il brano è un capolavoro. Ma ho la consapevolezza di comprendere che la meraviglia di ritrovarli nuovamente insieme, è il miracolo che non mi aspettavo e che noi fan ci meritavamo. Perché il loro linguaggio resta universale e non è poco sentirli ancora una volta parlare di amore ora, in questi tempi estremamente duri e imperfetti.