11 marzo 2016

Sincerità e bugie. Un post lungo.

Su di un'altra piattaforma  ho discusso assieme ad altri amici blogger, sull'utilità o meno della sincerità a tutti i costi.
Su quanto, spesso e volentieri, in ambito lavorativo o in ambito personale, siamo costretti ad avere e a mantenere un profilo basso per convenienza o per necessità. E a tenerci dentro tutta la verità che altrimenti verrebbe fuori.
Sul lavoro capita di  fare buon viso a cattivo gioco.
Nonostante (nel mio caso) la mia espressione riveli fin troppo, cosa penso veramente.
Le parole che vorrei dire mi si bloccano sulla punta della lingua quando, ragionandoci un pelino, mi rendo conto che non farebbe bene né a me né agli altri, dire tutto, ma proprio tutto, quello che penso.
E mi trovo, A VOLTE, costretta a tacere.
Non sempre eh, ci sono stati e conoscendomi ci saranno, momenti in cui non sono riuscita a frenarmi.
Perché più che convinta delle mie ragioni, perché era troppo grossa quella pietra che volevano mandassi giù.
Il non essermi trattenuta mi ha dato a volte vantaggi e a volte disagi.
Ma non me ne sono mai pentita.
Nella vita personale invece il registro è diverso.
Solitamente non esito a dire quello che penso. 
Una volta ero più diplomatica nel dubbio che le mie parole potessero essere fraintese.
Ora, se mi chiedono un parere oppure se c'è qualcosa nel comportamento o in una situazione che mi sfiora che non va, di solito vado giù piatta. La mia non è la verità assoluta ma è quello che penso e mi sento in dovere di esprimere dubbi e perplessità e se sono o meno d'accordo.
Me ne assumo la responsabilità.

Poi ci sono casi limite.
Situazioni e occasioni che in cui ci troviamo che non sono semplici. Verità che farebbero troppo male. Che si tratti di problemi di cuore o di salute.
Il bivio. Sarà capitato a tutti voi.
Il momento in cui ci rendiamo conto che non possiamo, non dobbiamo superare il limite.
Perché faremmo troppo male, perché è meglio una piccola bugia che la cruda realtà.
Perché non è il momento giusto.
Ad esempio.
Mi ricordo di quella volta che venni a sapere che il ragazzo di una mia amica la tradiva.
Eravamo spesso insieme e non riuscivo ad essere naturale  né con lei né con lui. Ma come fare a dirle una cosa del genere senza rischiare di farla soffrire e allo stesso tempo correre il rischio di perdere pure la sua amicizia?
Non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione alla notizia.
Ed io stessa che mi prendevo la briga di aprirle gli occhi alla fine non sarei apparsa come una che in nome dell'amicizia distruggeva la sua vita?
Non sarebbe stato meglio farmi gli affari miei?
Poi una sera mi trovai a tu per tu con lui e non riuscii a trattenermi. Gli dissi che sapevo di una sua sbandata con una conoscenza comune (bella roba) e gli chiesi cosa aveva intenzione di fare con la sua ragazza. Che pur combattuta, avevo intenzione di parlarne con la mia amica e che sarebbe stato meglio se avesse affrontato lui per primo il problema. Da uomo.
Lui mi disse che lei sapeva. Che la situazione stava causando a tutti e due molta sofferenza ma allo stesso tempo, con dolore e fatica stavano tentando di andare avanti. Di dargli del tempo. Non mentì, non pianse, non si dichiarò un vigliacco. Non accampò scuse ridicole.
Il danno era  fatto. Magari pensarci prima eh.
Ma da quella sera fu lei a staccarsi da me. Di sicuro lui le disse della nostra conversazione. E penso che lei non abbia preso bene il semplice fatto che io sapessi. Che ne avessi parlato o meno con lei non aveva importanza. Non riuscii a chiarire, proprio con lei. Mi allontanava, evitava di trovarsi  sola con me. Ci vedemmo sempre meno.
Io sapevo e questo le creava disagio. Le rendeva insopportabile la mia presenza.
E l'amicizia finì.

E' comprensibile come ognuno di noi reagisca al suo dolore in maniera diversa. E che a volte anche la condivisione con gli amici può diventare insostenibile soprattutto se non si riescono  a giustificare le nostre debolezze.O il nostro trascinarci in una situazione perché non abbiamo il coraggio di porvi fine. Almeno è quello che supponiamo pensi la gente dall'esterno. Noi percepiamo il fallimento, le umiliazioni  e   ci sembra di scorgerle anche negli occhi degli altri. Per cui non tolleriamo il giudizio altrui. Spesso è una percezione alterata della realtà. Ma rifuggiamo il confronto. Preferiamo nasconderci, evitarlo.

Non chiedetemi com'è andata a finire. Non ve lo dirò.
Io però ho imparato che in alcune situazioni è meglio, molto meglio tacere. Se si è assolutamente consapevoli che la verità potrebbe fare male, molto male.
E risponderei: sì, io preferisco il peso di una piccola bugia.













44 commenti:

  1. Io preferisco il peso anche di grandi bugie. Perché il peso della verità può schiantare montagne.

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    1. La grande bugia è una condizione da vivere per poterla davvero accettare

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    2. Non so Franco, Non mi è mai capitato di dover mettere al riparo una persona con una grande bugia.
      Ma, mai dire mai.
      Il peso di una verità può far male da morire.

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    3. Ecco, ha ragione Magnoli@.

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  2. Io ho frenato la mia ascesa in più di un'occasione per aver detto chiaro e tondo il mio pensiero, e più alto fosse il rischio più esplicita sarebbe stata la mia reazione. Sempre. Nessuna diplomazia, mai mai mai.
    In una situazione simile alla tua mi trovai col mio miglior amico, mio fratello, mio alter ego. La ragazza lo aveva tradito e lui era al settimo cielo. Il rischio era perdere l'amico. Volevo imitarti e parlare con lei, ma pensai che LUI era il mio amico e a lui dovevo dire quel che avevo scoperto.
    Ci ho pensato una settimana ed è stata durissima, perché ci incontravamo tutte le sere e tiravamo notte insieme. Alla fine non ce l'ho fatta più. Eravamo in riva al mare, di notte, e il mare sembrava ascoltare le nostre parole, in attesa di un evento.
    "Ho scoperto una cosa: Grazia ti ha tradito almeno due volte"
    "Con chi?" mi chiese dopo un attimo che durò una vita.
    Gli dissi il nome sapendo che lo avrei fatto ancor più soffrire, dato che il tizio gli stava in bilico sull'ombelico. Lui non rispose e non disse più una parola. Così in silenzio ci lasciammo sotto casa sua. Temevo di non vederlo più. Invece venne a cercarmi lui e mi disse che solo perché lo aveva saputo da me era riuscito a sopportare il tutto. L'amicizia se ne rafforzò e ancora adesso dura, passati quasi 60 anni.
    Volevo intendere che quella tua amica non era tua amica come lo eri tu di lei.
    Se tra me e te c'è stato un immediato feeling questa tua sincerità negli approcci, e la mia, lo hanno avallato, credi a me.

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    1. Credo che tra maschi sia diverso.
      Avete quello che manca a noi donne da sempre: la coalizione.
      Quindi fate gruppo anche nei momenti duri. E non vi rinnegate mai.
      Hai ragione quando dici che lei forse non era mia amica quanto lo ero io per lei.
      Ma questa cosa non la sapevo al momento, per cui soffrii ill doppio a causa del suo rifiuto.
      Quasi mi avesse incolpato di sapere.
      A distanza di anni ho provato ancora una volta a riavvicinarmi, ma è stato un tentativo andato a vuoto.
      Pensa, ancora non dimentica.

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    2. Ha colpevolizzato te per il suo dolore, come se a tradirla non fosse stato il suo tipo ma tu, la sua amica. Sì, siete contorte nei vostri rapporti e niente affatto solidali. Tra uomini le amicizie vere durano una vita, quasi sempre, tra donne quasi mai. Fortunatamente ho sposato una donna che aveva un'amica che ancora ha e le mie due figlie hanno amicizie vetuste ma non logore. Ci sarei rimasto male io per loro.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Il tuo silenzio è una gabbia nella quale ti rifugi, non consentendo a nessuno di avvicinarti.
      Questo io credo.
      Abbraccio.

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  4. A me si legge tutto in faccia, o quasi. Pero'credo che siano sempre situazioni molto difficili quelld chd impongono dire o non dire.

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    1. Anche a me Sara, per cui è doppiamente difficile soprassedere o nicchiare nelle occasioni in cui ritengo sia inevitabile.

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  5. Io dico sempre quello che penso e ultimamente ho confessato una piccola bugia o verità nascosta perché la sincerità è secondo me, il principio base di qualsiasi relazione e di vita, poi ognuno è libero di fare e pensare quello che vuole ;)

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    1. Come dicevo sopra a Sara a volte è inevitabile, Pietro.
      Io penso a situazioni estreme eh, non a quando una borsa comprata da un'amica non ci piace.
      Perché ci sono casi e casi.

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  6. La sincerità paga sempre, ma dipende sempre dalle situazioni.
    Serena giornata.

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  7. Sul lavoro la verità mi ha fregata. Preferisco bugie in cambio di uno stipendio.
    Nella vita privata è in amore dipende molto da cosa vogliamo e da come preferiamo vivere, giacché le bugie hanno bisogno di molta forza e molta costanza per sopravvivere

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    1. Ma non è che bisogna vivere nella menzogna. Questa è una cosa che rifuggo.
      Dico solo che a volte diventa necessario, soprattutto per amore. Amore in senso generale. Quello che spazia dal compagno di vita alla tua famiglia e alle persone care che la compongono.
      Parlo comunque di bugie che aiutano a vivere meglio a sopportare meglio.

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  8. non ho freni, putroppo! è un grande limite ma anche, alcune volte, un grande dono, perchè le poche persone che frequento in qualità di amici, posso dire che hanno tutto il peso di questa parola, tanto abusata, in questo secolo di social.Idem sul lavoro, seguo la massima indiana " molti nemici molto onore".
    Penso che nel mio caso, sia dovuto al fatto che ho priorità diverse dal resto delle persone e, non per vanto, ma semplicemente perchè non ho mai avuto nulla da perdere e quando è accaduto, ho ricostruito me e tutto il resto.

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    1. Ribadisco che pure io, nella stragrande maggioranza delle volte non temo di dire la verità. E l'ho dimostrato pure nel mondo virtuale a voi che mi conoscete ormai da tempo.
      Non ho capito bene la questione dell'amicizia. Essere corretti nel mondo virtuale o meno penso debba essere imprescindibile dalla persona.
      Anche se non stavamo parlando di social e virtuale ma di vita vera.
      Sei stata fortunata se nella vita non ti sei mai trovata al bivio: guardare in faccia una persona cara sapendo che soffrirà molto e che questa sofferenza dipenderà tanto anche da te, dovrebbe almeno farti venire il dubbio di stare facendo la cosa migliore e più giusta per lei. E non per te. Che nessuno di noi ha la verità in tasca.
      Il ricostruire e ricostruirci non c'entra nulla.


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  9. Tra verità e bugia esiste l'omissione

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    1. grande Francesco ;))
      quoto alla grande!

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    2. Ottimo Francesco.
      Tanto fai sempre in tempo a cambiare idea, dovessi trovarti di fronte ad una scelta.

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  10. Tendenzialmente sono schietto, ma vale anche per me la regola del quieto vivere e delle bugie "bianche".

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    1. Il quieto vivere è altro.
      Le "omissioni" o bugie bianche, alle quali mi riferisco, tendono a proteggere l'altra persona.
      E non noi.
      Tendenzialmente anche io.

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  11. Una volta ci pensavo... ora dipende da come mi sono svegliata. Questo significa fare il vuoto attorno a me, pazienza. Ma io ho trascorsi di "martire della pazienza" ;) colpa mia, poi ci si stanca del tutto. Proprio la settimana scorsa ho ricevuto una mail da uno zio con queste parole: "Ciao cartavetra...". E basta. Ovviamente le mie parole contano nulla per chi non sa, ma assicuro che questa persona è bugiarda e opportunista tra le altre cose. Non ho risposto col secco vaffanculo, ma s'è capito ;)
    Per ciò che riguarda la "salvaguardia" dei rapporti, vedi il caso che hai citato, tanto qualunque cosa si decida si rischia sempre: perché se chi è oggetto della bugia scoperta (vedi tradimento qui) cerca di salvare la situazione, incolperà la persona più esterna - che abbia riferito o meno, non importa, succede sempre così.

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    1. Sì può capitare. Consapevoli che in alcuni casi ci si ritroverà soli. Perché si è stufi, perché la pazienza è finita.
      A me è capitato pure il secco "vaffanculo".
      Altre volte mi ci hanno mandato.
      Perché sono una testona e a volte vado come un treno, travolgendo ogni cosa.
      Ma continuo a pensare che proteggere lo si può fare a volte anche con un sorriso volto a sgombrare il cuore altrui da una grande paura.
      Solo per fare un altro esempio.

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  12. brava, brava
    mai creare dolore negli altri, specialmente poi nelle questioni di cuore o corna se vogliamo, negare sempre,anche l'evidenza,
    perché anche un briciolo di dubbio evita dolore

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    1. Ecco, tu hai capito perfettamente.
      Anche nelle questioni riguardanti la salute. Perché capita. purtroppo.

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  13. Cara Mariella,dopo un attenta lettura del tuo scritto sento di dire ciò che per me va o non va detto.
    Nel ambito lavorativo ho sempre privilegiato la sincerità,spesso contro i miei interessi.I ruffiani si sa spesso vengono premiati per le loro falsità.Nell'abito famigliare la sincerità deve essere il pilastro di tutti i rapporti interpersonali. Nelle amicizie una pietosa bugia può aiutare ,solo,però, fino a quando la verità appare.
    Un caro saluto fulvio

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    1. Ciao Fulvio, benvenuto.
      Come penso che la sincerità paghi sempre.
      A volte però, è doloroso ma inevitabile mentire per salvaguardare qualcun altro.
      Per cui la bugia "pietosa" può essere cosa buona e giusta.
      Un abbraccio.

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  14. Anche se l'intenzione è quella di fare del bene, io non mi intrometto mai nella vita degli altri. Non si può sapere con certezza come evolveranno le situazioni e penso che anche dagli errori si possano trarre insegnamenti.
    Felice fine settimana.
    Un abbraccio
    enrico

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    1. Ho imparato, dopo alcune esperienze negative ( bisogna trovarcisi in alcune situazioni per capire appieno) che ci sono casi in cui è molto meglio tacere.
      La penso come te.
      Un abbraccio.

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  15. I rapporti tra persone - che siano amici, parenti, consanguinei, fidanzati, coniugi - sono basati su equilibri delicati e complessi e quando, per un motivo o per l'altro si alterano, possono dar luogo a reazioni imprevedibili. L'episodio che hai citato è emblematico: ti aspettavi che la tua amica apprezzasse un gesto che reputavi giusto e invece ha avuto una reazione inaspettata e ha finito per escluderti dalla sua vita. Questo è accaduto perché hai sconfinato in uno "spazio intimo", che non immaginavi esistesse, ma che c'era e pertanto non ti competeva.
    Per quanto mi riguarda sono d'accordo con una certa schiettezza nei rapporti con gli altri, a patto di non avere la presunzione di essere sempre nel giusto; in fondo anche gli altri possono avere le loro ragioni per comportarsi in un certo modo.
    Tu auguro un sereno w.e.

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    1. Concordo appieno.
      Avere la sensibilità di comprendere quando è necessario non andare oltre e rispettare il mondo altrui non è così comune.
      Questi errori si fanno soprattutto quando si è più giovani e si crede di essere sempre nel giusto (come dici tu); ma il mondo è pieno di grigi che si riescono a vedere solo più avanti nel tempo.
      Un abbraccio.

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  16. Non riesco non riesco assolutamente a far l'indifferente..forse ora un pochino d più, ma di pochissimo.Allora preferisco troncare io che dire una falsa verità e fare finta di nulla. Anche verità dolorose, ci vado giù secca , senza pensare..forse anche qui ora conto fino a 10 , ma più in là non arrivo. E in certi casi faccio malissimo. Ho imparato anche a tacere raramente però, e che peso, che fatica e soprattutto che gran rimorso nel cuore. Allora come conclusione? Tanti nemici...e mio padre diceva , tanti nemici tanto onore..e vada per l'onore..attendo la medaglia...
    Ti stringo forte amica cara!

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    1. Se parliamo di quanto sia difficile trattenersi nella stragrande maggioranza dei casi quotidiani, non posso che darti ragione.
      Anche io difficilmente ci riesco. E mi sono creata pure la "fama" di una che battaglia sempre.
      Ma a volte amica mia, per proteggere non se stessi, ma qualcun altro che amiamo molto, diventa necessario soprassedere o addirittura mentire.
      In questi casi limite (che io credo non dovremmo aspettare che capitino per comprendere) la "bugia bianca" è perdonabile.
      Ti abbraccio forte.

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  17. Cara amica Mari,
    intanto ti abbraccio forte, che ci sta sempre bene ed è sempre cosa buona e giusta :)
    Ciò detto, ho letto con attenzione il tuo post, e come spesso capita tante delle tue considerazioni le condivido. Però boh, io non riesco a tacere... cioè, è più forte di me, tante volte mi sono detto anch'io che a farlo... non avrei fatto in fondo male a nessuno e, forse, mi sarei anche fatto un favore... però niente da fare, io dico quel che penso e faccio quello che dico, credo sia un pò un pregio e un pò una "condanna". Non riesco a tenermi le cose dentro, parlo ovviamente di quelle che "contano", certo, perchè per il resto assolutamente sono capacissimo, come è giusto e raro, credo, che sia (penso a una confidenza, per esempio, quelle da qui entrano e più non escono, ci tengo tantissimo). Ma per quello che ho dentro, e che riguarda solo me (quindi eventualmente poi le responsabilità ricadono solo su me stesso)... difficilmente so tacermi.

    Un grande abbraccio :)

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  18. Ciao Mauri, condivido pienamente.
    La fatica nel non potersi trattenere dl dire ciò che riteniamo sacrosanto e la necessità di tenere al riparo qualcosa o qualcuno a cui teniamo.
    Sulle confidenze poi, sono una vera tomba. Credo sia una pietra miliare dell'amicizia tenere per noi quanto ci è stato detto in privato e con assoluto riserbo.
    Un abbraccio grande.

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  19. Cara Mariella,
    mi scuso se mi faccio viva raramente, ma anch'io in questo periodo sono un po' indaffarata.
    Mi sembra che il tuo post tocchi un solo concetto che secondo me va distinto: sincerità e schiettezza
    La sincerità ( come la verità) andrebbe sostenuta sempre, ma a volte può far male, molto male, dunque meglio che vada dosata, a seconda dei casi.
    La schiettezza, ovvero lo spiattellare in faccia tutto ciò che si pensa di una determinata persona, è un fatto positivo, di chiarezza, ma non deve diventare un alibi per lasciarsi andare anche ad esternazioni deliranti, per la serie: io parlo in faccia, perciò ti posso offendere come mi pare e piace.
    Un abbraccio e buonanotte ;-)

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    1. Ma cosa dici Giovy?
      A me fa tanto piacere quando passi da me, ma non è mica un obbligo.
      E so benissimo che hai tante cose a cui pensare, figurati.
      Ottima analisi la tua, tra sincerità e schiettezza.
      Sia la prima che la seconda sono nel mio carnet. Ma sulla seconda riconosco che la penso come te: una cosa è dire quello che riteniamo giusto e cercare di essere corretti; un'altra cosa è farne un alibi per schiaffeggiare gli altri come si vuole, incuranti di situazioni riparandosi sotto l'ombrello del "io dico sempre quello che penso".
      Mi spiace ma questa seconda categoria di personaggi è quanto di più squallido possa esistere.
      Ti abbraccio forte amica bella e grazie.

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  20. È un dibattito non facile. Meglio la, talvolta, cruda verità o una bugia a fin di bene? La risposta è soggettiva, dipende dalle esperienze vissute, da quanto teniamo alla persona coinvolta nella scelta.
    Una cosa però è garantita: la bugia non ha vita lunga. Può durare giorni, mesi o anni. Ma presto o tardi, quella scomoda verità, potrebbe saltare fuori. Occorre quindi pensarci bene, prima. Capire quanto siamo disposti a sacrificare e quali potranno essere i risultati finali.
    Un sorriso per la giornata.
    ^____^

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    1. Pensarci bene? A volte nemmeno ci si riesce. L'istinto in taluni casi ci porta ad una reazione che con calma poi, ripudieremmo.
      Molto meglio aspettare.Come dici tu, alla fine la verità bussa forte e viene fuori.
      Un abbraccio.

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  21. "Mi disse: se ami qualcuno che ti ama, non smascherare mai i suoi sogni".
    A. Baricco
    :)

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    1. Nonostante Baricco (ahahah) direi che ci siamo con la tua citazione.
      Un abbraccio forte Gioia.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)