Amos Oz mi è stato portato in dono una sera che avevo pianto troppo.
Ero seduta sulla poltroncina della nonna che ho nella mia camera da letto.
Tessuto antico e delicatissimo. Il posto in cui cerco di ritrovare me stessa quando mi perdo.
Quella sera ero smarrita.
Ero lontana da me e da chi mi amava, da troppo tempo.
Piombata in un cono di dolore dal quale non volevo risalire in nessun modo.
E mi crogiolavo quasi, in quella sofferenza.
Non nuotavo più: ero spinta dalla marea.
Qualunque fosse la direzione a me non importava.
Sul tavolino trasparente accanto a me seduta, c'era una pila di libri che avevo comprato mesi prima.
E non era mai successo che avessero preso polvere per così tanto tempo.
Tra gli altri NON DIRE NOTTE di AMOS OZ.
Dell'autore israeliano avevo sempre letto molto bene.
E spesso mi ero detta che sarebbe giunto prima o poi il tempo per me e per lui, di incontrarci.
Ci avevo provato qualche anno prima con: STORIA D'AMORE E DI TENEBRA.
Subito abbandonato dopo qualche pagina. All'epopea della sua famiglia e alla storia di sua madre non ero pronta. E non lo sono ancora: ad oggi resta il suo unico libro che non ho mai finito.
Invece quella sera guardai la foto di copertina (un terreno su cui sta nascendo una fragile piantina) e mi decisi.
Non c'è nulla nella vita che arrivi per caso.
Perché proprio allora, perché quel libro.
L'ho finito in una notte. Tanto il sonno non arrivava da giorni.
Ma in quella notte, tra le sue parole, ho ritrovato una parte di quello che avevo perso.
E pure un po' di forza.
Una coppia. Uno dei due si è fermato. L'altro no. Ma c'è l'amore, la tenerezza, l'affetto. Il tempo, le ore, i giorni e gli anni che sono contati. La forza, quella che basta al secondo per rimettere in moto il primo.
Come racconta Oz?
Me lo hanno chiesto in molti.
Racconta le storie attraverso gli occhi e la prospettiva di tutti i protagonisti dei suoi romanzi. Non c'è quasi mai la voce narrante principale.
Poi chi legge sceglie. Da che parte stare, se è il caso. Se lasciarsi trascinare senza giudizi fino alla fine del racconto.
Ogni suo libro è un testo da interpretare come si preferisce. Un grande dono. Da leggere, inventare e riscrivere.
Oz a volte può sembrare scarno e ruvido. A volte così sensibile da stringerti a sè con una carezza.
Sullo sfondo quasi sempre la sua terra. Quella patria che ama profondamente ma che non riesce a conquistarlo. Troppi errori. E lui li riconosce tutti. Senza sottrarsi mai. Molte volte pubblicamente ha condannato le scelte politiche della nazione. E nei suoi scritti lo ribadisce.
Dopo?
Come dicevo sopra, li ho letti tutti.
E sono arrivata a GIUDA.
Il protagonista, Shemuel Asch, è un sognatore. Ma pure un vigliacco che smette l'università con la scusa debolissima del tradimento della sua fidanzata. Che lo ha mollato perché eterno indeciso e immaturo; decidendo di sposare un altro che le da più sicurezza. Tradisce le aspettative di tutti, famiglia compresa e finisce per rifugiarsi a far da balia ad un vecchio professore invalido, sfuggendo così alle responsabilità.
E' la storia di un amore, di un tradimento, di una guerra interminabile e sbagliata.
Non ci sono risposte. Solo domande.
C'è un ragazzo ebreo che attraverso la figura di Giuda prova a trovare la sua strada e a ritrovare se stesso.
C'è un padre che ha perso un figlio e se ne assume tutta la colpa.
C'è una figlia che non ha mai amato il padre e lo considera un traditore.
C'è un traditore che seguendo una certa logica, alla fine ha tradito perché doveva farlo.
C'è una musica di sottofondo che accompagna ogni parola.
C'è Israele.
C'è un grande errore.
C'è un grandissimo scrittore che affronta uno dei più grandi tabù religiosi.
C'è Oz.
Ci sono le sue parole:
"Ti dico anche che, malgrado tutto quello che ho detto prima, beati i sognatori e sventurati coloro che hanno gli occhi aperti. I primi non ci salveranno di certo, né noi né i loro discepoli, ma senza sogni e senza sognatori la maledizione peserebbe mille volte di più. E' per merito dei sognatori se anche noi, i disincantati, siamo un po' meno pietra e disperati di quanto saremmo senza di loro. E anche il tuo Gesù era un grande sognatore, forse il più grande sognatore di tutti i tempi. Ma i suoi discepoli no. Loro erano avidi di potere e hanno fatto la fine di tutti i loro simili del mondo: sono diventati dei macellai."
Ecco Amos.
Grazie da me e da tutti i sognatori.
Scheda del libro:
Autore: AMOS OZ
Titolo del romanzo: GIUDA
Casa editrice: FELTRINELLI
Scheda dell'autore:
Amos Oz nato a Gerusalemme;
insegna letteratura all'università Ben Gurion del Negev;
tra i suoi romanzi tutti pubblicati da Feltrinelli:
Conoscere una Donna (2000)
Lo Stesso Mare (2000)
Michael Mio (2001)
La Scatola Nera (2002)
Una Storia di Amore e di Tenebra (2003)
Fima (2004)
Contro il Fanatismo (2004)
D'un tratto nel Fosco del Bosco (2005)
Non Dire Notte (2007)
La vita fa Rima con la Morte (2008)
Una Pace Perfetta (2009)
Scene di Vita di un Villaggio (2010)
Una Pantera in Cantina (2010)
Il Monte del Cattivo Consiglio (2011)
Tra Amici (2012)
I suoi lavori sono tradotti in 41 lingue.
PS: tornando dall'incontro con Oz, riflettevo su di una sua frase ribadita questa sera: SOLO RINNEGANDO SI PUO' MIGLIORARE; SOLO CHI TRADISCE, CHI ESCE DALLE CONVENZIONI DELLA COMUNITA' CUI APPARTIENE, E' CAPACE DI CAMBIARE SE STESSO E IL MONDO.
Cosa ne pensate?