30 aprile 2012

IL PRIMO MAGGIO: FESTA DEI LAVORATORI SENZA LAVORO


La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori è una festività mondiale celebrata il 1º maggio di ogni anno che intende ricordare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. La festa del lavoro è riconosciuta in molte nazioni del mondo ma non in tutte. (Fonte Wikipedia)

                                       Costituzione Italiana:

  1. Art.1: L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro;
  2. Art.4: E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica economica e sociale del Paese;
  3. Art.5: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto;
  4. Art.35: La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. (...);
  5. Art.36:Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della sua giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto a riposo settimanale e a ferie annuali retribuite e non può rinunziarvi;
  6. Art.36: La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione;
  7. Art.54: Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.


Sugli articoli  che ho trascritto vorrei soffermarmi oggi, anche se la Costituzione Italiana ha su di me un fascino ipnotico, in successione riesco a leggerne tutte le parti trovandole ogni volta estremamente interessanti e esplicative.
I 12 articoli che fanno parte dei Principi fondamentali li rileggo quasi come un mantra.
Ultimamente lo faccio per convincermi che abbiano ancora un senso loro e la festa del 1° Maggio.

Senza dilungarmi sulle sue origini americane, parlo brevemente di quello che rappresenta per noi.

Sicuramente anche da noi si intendeva ricordare l'impegno sindacale e i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori.
Ma ora?
Le bandiere si sono sbiadite, non c'è più rabbia, orgoglio di lotta, unione e partecipazione.

Solo rassegnazione.

Da circa 20 anni il culmine della "festa" è rappresentato dal concerto del 1° Maggio in piazza San Giovanni a Roma.
Per la cronaca questi sono gli artisti che parteciperanno alla serata presentata da Francesco Pannofino e Virginia Raffaele:
Caparezza, Afterhours, Almamegretta, A Toys Orchestra, Dente, Alessandro Mannarino, Nobraino, l'Orchestra Roma Sinfonietta, Mauro Pagani, Marina Rei, Sud Sound System, Teatro degli orrori e Young The Giant.
Praticamente la sua forza si è ridotta anno dopo anno al solo evento mediatico.
Questo per i giovani.

Per tutti gli altri la cosa più importante è diventata cosa organizzare per quel giorno; se c'è un ponte con cui allungare la vacanza dal lavoro si parte già dall'anno prima alla ricerca di luoghi per un breve stacco.

Che cosa è rimasto delle lotte e dei morti?
Che cosa è rimasto dell'orgoglio dei lavoratori?
Che cosa è rimasto dei lavoratori?
Che cosa è rimasto del diritto al lavoro?
Che cosa è rimasto della libertà nostro primario diritto?







                                      

 LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE sono stata abbastanza provocatoria?

24 aprile 2012

MALACRIANZA: INFANZIA RUBATA



Non è stato facile leggere questo libro.

Sono passata dall'infanzia problematica ma alla fine risolta del precedente, alla sopraffazione e violenza pura di questo.

45 capitoli dedicati a bambini e a storie che si incrociano, ci sfiancano e stordiscono, incessantemente.
Nessuno salva nessuno, e nessuno si salva.
Giovanni Greco l'autore, ci porta, anzi ci sbatte senza alcun pudore in pieno volto, l'universo dei bambini rubati, respinti, violati, usurpati e venduti.
Si parte dal sud Italia, dai bambini che rubacchiano per noia e insofferenza e quelli maleducati figli dell'ignoranza, passando ai bimbi del sud America che vengono reclutati dal potere violento che abusa di loro; poi bambini che si arrangiano e campano nelle fogne dei paesi dell'Est e bambini che vengono venduti a capi militari nel mondo arabo, diventando piccoli e precoci soldati della morte.
Infine bambini violati, che sono costretti alla prostituzione che subiscono quasi passivamente un orrore del quale sembra non si rendano conto.
Gli "adulti" non appaiono quasi in questo libro di racconti, lo attraversano da invisibili, fautori di tutti gli orrori descritti ma nascosti da questo stesso orrore.
Il titolo del libro riporta a "Maleducazione"(cattiva educazione) e a "Crianza" che in Sudamerica si traduce in bambino mentre in Italia o meglio nel sud Italia vuol dire il pezzetto di cibo che non deve essere lasciato nel piatto ma sempre terminato.
Un termine che conosco bene, perchè fin da piccola mi è stato insegnato a terminare il mio pranzo e a non lasciare nulla nel piatto, la "crianza" appunto.

E allora bimbi affamati, bimbi perduti.

Bimbi che osano tutto per disperazione o per noia, cui tutti chiedono sempre e ossessivamente "che stai facendo?"
Ricordate quante volte anche a noi è stata posta la stessa domanda, che ci faceva sentire colpevoli automaticamente e senza renderci conto fino in fondo di cosa?

Bimbi accusati e derisi, bimbi perduti.

L'autore esplora, inventa, incrocia il presente con il futuro ed il passato, usando una scrittura che racconta con i termini e i pensieri dei bambini le loro storie.
Loro non comprendono questi adulti e spesso non riescono a capire nemmeno i termini esatti che usano i grandi, e per questo motivo stravolgono la terminologia e il lessico trasformandolo in qualcosa di più semplice.
Vincitore del premio Calvino 2011 e tra i finalisti del Premio Strega 2012, questo libro è una sfida.
A noi per comprendere meglio ciò che ci circonda.
Ciò che ci sopravvive accanto.
Questa realtà che ci sembra lontanissima.
Noi siamo ben coperti come i nostri affetti e in queste condizioni è difficile immaginare cosa riesce a fare la disperazione; ma se voltiamo l'angolo delle nostre fredde città quasi asettiche, immediatamente li vediamo i piccoli descritti in questo libro...
Se facciamo un giro nel nostro quartiere, ci avvicinano chiedendoci l'elemosina, lavandoci i cristalli della macchina.
Ci guardano con quegli occhi beffardi e tristi di chi non avendo nulla da perdere, osa tutto.
E' doloroso pensare che questa nostra acclamata civiltà, non li difende, non li protegge.
E soprattutto non li accoglie.
Li lascia nel ghetto.

Greco ci insegna ad arrivare in fondo al pozzo, in fondo alla fogna.
Per cercare di dare ad almeno una delle storie un lieto fine.

Ma quale potrebbe essere la nostra occasione? Io ho pensato che possa passare attraverso la dichiarazione dei redditi.
Molte volte abbiamo parlato sul mio blog della casa famiglia La Nuvola.
L'associazione senza scopo di lucro gestita da Ai e da sua madre tra mille difficoltà.
Bambini con vite familiari difficili, con problematiche di dimensioni tali da portare a volte ad episodi, fortunatamente sporadici, che mettono a rischio il lavoro di mesi o di anni della psicologa che li segue.
Ma bambini che trovano rifugio e sostegno in un luogo dove ci si occupa di loro con amore e attenzione, senza alcuna differenza.
Bambini di cui ho visto in prima persona, l'accoglienza meravigliosa a loro prestata fin dal primo giorno, dall'arrivo.
Perchè come ho già detto altre volte, i bambini sono tutti uguali.

I bambini ad oggi presenti nella struttura li conosco tutti, come del resto conosco e amo chi da sempre si batte per loro.

Chi ogni giorno li fa crescere nel modo migliore.
Regalando attenzioni e sorrisi, senza risparmiarsi.

Per chi, tra voi amici miei, volesse devolvere il 5 per mille a una parte del nostro prossimo, a bambini come quelli di Greco, con situazioni complicate alle spalle e volesse il codice fiscale dell'associazione non deve fare altro che chiedermelo.
In un primo momento avevo pensato di lasciarlo in coda al post, ma poi l'ho tolto, mi sembrava volervi imporre qualcosa.
Sarete voi a decidere dopo aver letto se è il caso che io l'aggiunga.

Io come tutti gli anni l'ho già fatto questo piccolo passo, un passettino dopo l'altro possiamo migliorare il mondo, senza inutili e grandiosi proclami.

Ecco, tutto qui.


il codice fiscale della casa famiglia La Nuvola è: 94204110632.




21 aprile 2012

IL LAUREATO E LA MUSICA CHE GLI GIRA INTORNO





Qualche giorno fa ho fatto una promessa e le promesse vanno mantenute.

Assolvo al compito con grandissimo piacere perchè la musica come ben sapete, è il mio cerchio magico.

Parto da un film che ha fatto la storia del cinema.
Sto parlando de " IL LAUREATO"

Già la prima apparizione di Dustin Hoffman nei panni di Ben, figlio annoiato dei Braddock che torna a casa finito il college, mi fece innamorare di quel ragazzo bruttino e piccoletto ma dallo sguardo assassino.

La storia.

Una donna sui 40 anni, Mrs.Robinson, middle class americana alla fine degli anni 60', non accetta il tempo che passa e circuisce il giovane figlio di una coppia d'amici, Benjamin appunto.


Lui ci sta, del resto in quell'estate calda non ha molto altro da fare.
Ha appena finito l'università e si appresta ad un periodo di ozio assoluto.


La storia, tra i due, va avanti fino a quando non torna per le vacanze anche la figlia della "cugar" Robinson, Elaine.
Ben viene costretto ad uscire con la figlia degli amici pressato dal padre di lei che vede di buon occhio il possibile instaurarsi di una storia d'amore, anche se la madre sua amante, lo prega di non provarci con la figlia.
Che dire, il film si trasforma nella storia d'amore impossibile tra i due giovani, nonostante all'inizio Ben non abbia molta voglia di trascorrere del tempo con Elaine.
I due ragazzi si innamorano e subiranno di tutto dalle famiglie e Ben dovrà ad un certo punto rivelare a Elaine di essere stato l'amante della madre.
Elaine dapprima lo respinge mai poi travolta dall'amore accetterà la cosa.
Ma verrà costretta dalla famiglia a sposare un suo compagno di college.
Ben, che vedremo accorrere al matrimonio nella famosa scena con l'Alfa Romeo rossa, riuscirà a portarsela via dalla chiesa, anche se il matrimonio è stato celebrato e fuggiranno verso chissà, a bordo di un pulmino giallo.


Dettaglio sulla fine, perchè nell'ultima scena del film, si legge nello sguardo e anche nei sorrisi smorzati dei protagonisti, la consapevolezza di avere fatto qualcosa di cui si sono già pentiti.

Parte importante del film sarebbe la sua visione romantica e per nulla politica. Ma la realtà è ben diversa. L'incomunicabilità tra giovani e adulti è il vero fulcro della storia e anticipa di pochi mesi il grande movimento del 68'.
Ben e Elaine non sono ancora frutto di ribellione vera e propria ma hanno in se stessi, il seme di quell'insofferenza.

Io ho sempre dato questa lettura al film.

Ci sono almeno tre cose che contribuiscono a farlo diventare un cult della storia del cinema.

Tre cose non da poco:
Dustin Hoffman, Anne Bancroft e la colonna sonora di Simon & Garfunkel.

Il giovane Hoffman, era un attore di teatro praticamente sconosciuto fino a quel momento.
Il regista del film Nichols (io lo ringrazierò sempre per "The working girl", meglio noto come "Una donna in carriera" uno dei miei film preferiti), lo nota in una piece teatrale e lo vuole sul set immediatamente.

Per lo straordinario attore, sarà l'inizio della sua carriera fulminante, che gli porterà due Oscar, per Kramer contro Kramer e successivamente per Rain Man.
Innumerevoli ulteriori candidature allo "Zio Oscar" e numerosi Golden Globe, il primo proprio per "Il Laureato".

Uno dei mostri sacri del cinema internazionale.


Di fronte a lui, in netta contrapposizione, ma allo stesso livello di bravura, Anne Bancroft Italiano.

La grande attrice statunitense era di origini italiane lo sapevate?
Ho sempre pensato che la grinta e la passione che riusciva a trasferire nei personaggi che interpretava, era dovuta sì all'Actor's Studio ma anche al sangue che le scorreva nelle vene.
Nel corso degli anni, si era lamentata del fatto che l'interpretazione in questo film aveva messo in ombra tutto quello che lei aveva fatto prima e dopo.
Ma io ho negli occhi e nel cuore anche la sua " Anna dei miracoli".

Certo, la scena in cui sensualmente e lentamente avvolge nelle calze di seta le sue splendide gambe sotto lo sguardo imbarazzato di Benjamin, è indimenticabile.



E ora la colonna sonora, di cui in realtà ho già lasciato tracce in giro.

Artefici della magia musicale, sono Paul Simon e Art Garfunkel.
Il duo rock folk americano è di grande spessore.
Amici fin da bambini, cominciano ad esibirsi in coppia intorno alla fine degli anni 50.
Portano al successo capolavori quali " The sound of Silence" nel 1964.
Lavorano insieme e a volte da soli. Infatti nella loro lunga carriera ci saranno diversi allontanamenti e reunion.
Nel 1967 compongono la colonna sonora che li renderà immortali.
Continuano a lavorare insieme per qualche anno fino al 1970.

Anno in cui pubblicano "Bridge over Troubled Water".

Le parole della canzone che da il titolo all'album, parlano di amore. Di quel tipo d'amore che tutti vorremmo almeno per una volta nella vita possedere:

Quando sei stanca e ti senti piccola Quando le lacrime sono nei tuoi occhi, Io le asciugherò tutte; Io sono al tuo fianco Quando i tempi diventano duri E non riesci a trovare i tuoi amici Come un ponte sopra acque agitate Io mi stenderò Come un ponte sopra acque agitate Io mi stenderò Quando sei triste e assente, Quando ti trovi per strada Quando la sera scende così duramente Io ti consolerò, Io prenderò le tue parti Quando viene l'oscurità E il dolore è tutt'attorno, Io mi stenderò Come un ponte sopra acque agitate Io mi stenderò Naviga, ragazza d'argento, naviga Il tuo tempo sta iniziando a brillare Tutti i tuoi sogni sono in viaggio Guarda come brillano Se hai bisogno di un amico Io sto navigando dietro di te Cullerò la tua mente Come un ponte sopra acque agitate Cullerò la tua mente Come un ponte sopra acque agitate Cullerò la tua mente

Dei due artisti Paul continua con grandissimo successo la sua carriera da solista.
Art prova a fare l'attore e con meno successo continua anche con la musica.
Saltuariamente ci saranno degli incontri come quello avvenuto nel 1981 in occasione del concerto in Central Park.
E nel 2004 vennero anche in Italia a Roma con il famoso tour "Old Friends".
Fu un concerto memorabile i Fori Imperiali furono presi d'assalto e si vocifera che furono circa 500.000 persone a parteciparvi.



Ma se doveste scegliere e giudicare quello che ha reso immortale questo film tra i protagonisti e la musica, cosa indichereste?



Questo post è dedicato ai miei amici Emanuela e Nick che amano profondamente la musica di Simon & Garfunkel

17 aprile 2012

SPOON RIVER:IL GIOCO DELL'ANTOLOGIA





Mi era stato chiesto di fare un gioco partendo dall'Antologia di Spoon River.





Ebbene, partendo dalle poesie, in cui tutti i personaggi parlano dall'alto della collina dove sono sepolti, raccontandosi con ironia e amarezza, lasciamo traccia di quelle che secondo noi assomigliano a persone che conosciamo e perchè no anche quelle che secondo voi ci somigliano.

Valgono tutti, vip, politici,personaggi storici,quello che volete.

Possiamo prenderci anche un po' in giro tra di noi, non credete?


Sarò un gioco in cui, ad ogni commento corrisponde una poesia.

Si risponderà su chi a parere nostro corrisponde alla traccia lasciata.

E si lascerà su un nuovo commento, una nuova poesia.

Via così di seguito.

Le poesie di Spoon river per chi vuole provare ma non conosce bene la materia, si possono trovare in internet; io suggerisco un sito che troverete tra le pagine.

E poi ci sono le canzoni di De Andrè che fece un album capolavoro partendo da quelle pagine lette all'età di 18 anni: "Non al denaro non all'amore nè al cielo".





Parto io con questi tre esempi:



Jacob Godbey



Cosa avete provato, voi libertari,
che sprecaste l' ingegno ad appellarvi a nobili argomenti in giro per i saloon, come se la Libertà non si potesse trovare in altro posto che al bar a tavola, gozzovigliando?Cosa avete provato, Ben Pantier, e tutti voi,che quasi mi lapidaste come fossi un tiranno,camuffato da moralista,e da burbero asceta che storce il naso davanti a uno Yorkshire pudding,all’arrosto e alla birra e alla simpatia e al buonumore—cose che in vita vostra non avete mai visto in una bettola?Cosa avete provato quando fui morto e sepolto,e la vostra dea, la Libertà, smascherata come una sgualdrina,si vendette per le strade di Spoon River agli insolenti giganti che venivano da lontano ad affollare i saloon?Non vi ha sfiorato l’idea che la libertà individuale è libertà dell’intelletto, e non del ventre?







Hortense Robbins



Il mio nome era ogni giorno sui giornali

perché cenavo qui,
o facevo un viaggio là,
o affittavo una casa a Parigi,
e ricevevo l’aristocrazia.
Ero sempre a cena o in viaggio,
o a passare le acque a Baden-Baden.
Ora sono qui per fare onore
a Spoon River, accanto alla famiglia da cui discendo.
E a nessuno importa dove cenavo,
o abitavo, o chi ricevevo,
e quante volte passavo le acque a Baden-Baden!



Sonia la russa



Io, nata a Weimar
di madre francese
e padre tedesco, professore dottissimo,
orfana a quattordici anni,
diventai ballerina, mi chiamavano Sonia la russa,
sempre su e giù per i boulevard di Parigi,
prima l’amante di vari duchi e conti,
poi di poveri artisti e poeti.
A quarant’anni, passée, puntai su New York
e sulla nave conobbi Patnick Hummer,
arzillo e rubizzo, coi suoi sessant’anni suonati,
reduce dalla vendita di un carico
di bestiame nella tedesca città di Amburgo.
Mi portò a Spoon River e vivemmo lì
per vent’anni- ci credevano sposati!
Questa quercia accanto a me è il ritrovo preferito
di azzurre ghiandaie che ciarlano, ciarlano tutto il giorno.
E perché no? Persino la mia polvere ride
al pensiero di quella cosa buffa che è la vita.






The Hill - La Collina



Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,


l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso?


Tutti, tutti, dormono sulla collina

Uno trapassò in una febbre u

no fu arso nella miniera,u

no fu ucciso in rissa,

uno morì in prigione,

uno cadde dal ponte lavorando per i suoi cari -

tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie

la tenera, la semplice, la vociona, l'orgogliosa, la felice?

Tutte, tutte dormono sulla collina

Una morì di parto illecito,

una di amore contrastato,

una sotto le mani di un bruto in un bordello,

una di orgoglio spezzato,mentre anelava al suo ideale,

una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,

ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag

tutte, tutte dormono sulla collina

Dove sono zio Isaac e la zia Emily,

e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,

e il maggiore Walker che aveva conosciuto

uomini venerabili della Rivoluzione?

Tutti, tutti dormono sulla collina.

Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra

e figlie infrante dalla vita

e i loro figli orfani, piangenti -

tutti, tutti dormono, dormono dormono sulla collina

Dov'è quel vecchio suonatore Jones,

che giocò con la vita per tutti i novant'anni

fronteggiando il nevischio a petto nudo

bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti

né al denaro, né all'amore, né al cielo.

Eccolo! Ciancia di fritture di tanti anni fa,

delle corse di tanti anni fa nel boschetto di Clary

di ciò che Abe Lincoln

disse una volta a Springfield.



Buon divertimento.







14 aprile 2012

LA GIORNATA PERFETTA SECONDO ME










Pensavo, quali sono le cose che rendono felice la mia giornata?

Aprire le finestre della mia camera da letto, scoprire il sole e sentirmi viva.
Una colazione abbondante, con il mio caffè preferito fumante nella tazza, e le mie fette con la marmellata d'arancia, tutto pronto e preparato da mio marito ghghghghghhghghghgh





Sabato mattina, il sorriso che ho sulle labbra e il pensiero delle cose da fare, con calma.

La prima telefonata quotidiana, fatta ai miei genitori, e sentire dal suono della loro voce che anche per loro sarà una bella giornata.
La copertina del mio giornale preferito con l'immagine dell'artista che amo di più, lì sul divano che mi aspetta, perchè l'intervista non l'ho ancora letta e sto pregustando l'attesa.




Un bel vestito colorato, un accessorio nuovo da sfoggiare.
Uscire, raggiungere il mercato e molto lentamente passare da un banco all'altro, perdendomi in tutti quei colori e odori, assaggiando la frutta offerta, sorridendo e salutando tutti.



Superare il Ponte dei Leoni e proseguire fino al negozio di fiori che preferisco, perdermi nelle composizioni che le ragazze di Artemisia creano con cura meravigliosa e comprare ranuncoli, fresie e tulipani.



La telefonata della Lu, che mi avvisa che sta arrivando, perchè vuole andare nel suo negozio preferito a prendere quello spolverino che le piace tanto e io l'accompagno con il sorriso di chi sa che la sua voglia di shopping non si fermerà solo a quello.
E poi, curiosare nel negozio vicino, pieno zeppo di collane e accessori da sballo e noi due, come bambine, proviamo di tutto e di più.


Sembriamo perdute come quando facciamo le nostre incursioni da Tiffany e ridiamo e proviamo e compriamo.

Poi uscire dal negozio ognuna con il suo bel pacchettino regalo nelle mani, con una luce luminosa negli occhi.

Fermarci al bar della piazzetta per un aperitivo e dopo essere state raggiunte dalla mia metà, organizzarci per la sera.
Che dite si va al giapponese stasera?


Sì dai, anche se il moroso di Lu, non lo ama così tanto, però se siamo tutti insieme e lo convinciamo verrà!

La sera è piacevole come una brezza leggera, gli amici cari, la cena magnifica, il vino bianco che ci rende allegri e sereni.

E chiacchierare fino a tardi, di vita, di gente, di posti da vedere.



E pensare alla prossima volta, agli altri amici che si uniranno.

A niente altro, per una sera vogliamo solo sentirci bene e lasciare alle spalle tutto il resto del mondo.

Perchè qualche volta abbiamo bisogno di una giornata perfetta.


E ora raccontatemi la vostra.



10 aprile 2012

NAZIM HIKMET:IL NUVOLO PRIGIONIERO






Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto


Torno alla poesia dedicando uno spazio al grande poeta turco, semplicemente perchè oggi sento il bisogno di essere coccolata dalle sue parole.

Nato a Salonicco nel 1902, appartiene ad una grande famiglia aristocratica russa.
Il nonno era stato governatore di varie province, il padre un diplomatico.
Studia nel liceo Galatasaray di Istambul, e poi passa all'Accademia di marina.
Pubblica appena 17enne delle sue poesie.
A 18 anni scappa in Anatolia, si capisce subito che ha l'animo tempestoso di chi è alla ricerca di se stesso ma anche degli altri.
Scopre i testi di Marx e la rivoluzione sovietica e decide di emigrare: va a Mosca e si iscrive all'Università comunista dei lavoratori d'oriente, incontra Lenin, vi rimane per sette anni.
Torna in patria per un breve periodo, tra il 1924 il 1925, organizzando una tipografia a Smirne.
Fugge nuovamente, ma poi nel 1928rientra da clandestino in Turchia.
Intanto escono numerosi suoi scritti e libri.
La sua posizione politica non piace al governo anticomunista, tanto che nel 1938, dopo varie condanne e detenzioni accusato di complotti politici e propaganda contro il governo, viene condannato a ventotto anni di carcere.
Ne scontò 12 in Anatolia nel corso dei quali ebbe anche il primo infarto.
Poi venne scarcerato per intercessione di Tristan Tzara, capo di un gruppo di artisti e intellettuali.
Viene però strettamente controllato dalla polizia.
Decide quindi di andare via definitivamente dalla sua patria, anche se la moglie Munevvér, che amava fortemente, aspetta un bimbo e non avrebbe potuto seguirlo.
Torna in Unione Sovietica e vive in una dacia vicino Mosca.

E' un artista di fama mondiale.
I suoi libri vengono pubblicati in moltissimi paesi.
Non solo libri, ma anche saggi, opere teatrali.
Gira il mondo, arriva anche in Italia.
Muore il 3 giugno 1963 a Mosca.

Brevemente vi ho descritto la sua vita.
Provo a parlarvi della sua poesia così grande, anche se non mi sembra di esserne all'altezza, lasciandovi dei piccoli brani con i quali se volete possiamo disquisire.
Ad esempio mi lascia ferma, immobile e con cuore palpitante:

In questa notte d'autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi amare
erano allegre, coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini

La frase che chiude la poesia, smuove l'essenza di me, di donna, di amica, di essere umano.
E ho scoperto il grande poeta proprio grazie a questa poesia.

Oppure:

Sono cent'anni che non ho visto il suo viso
che non ho passato il braccio
attorno alla sua vita
che non mi sono fermato nei suoi occhi
che non ho interrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato
il calore del suo ventre

eravamo sullo stesso ramo insieme
eravamo sullo stesso ramo
caduti dallo stesso ramo ci siamo separati
e tra noi il tempo è di cent'anni
di cent'anni di strada
e da cent'anni nella penombra
corro dietro a te.

La parola cent'anni metaforicamente mi da il senso di amore infinito.


Nel periodo della prigionia, quando era lontano dalla sua adorata moglie e dalla sua terra, scrisse numerosissime poesie d'amore, a esempio quella che ho lasciato come incipit.

Spesso la ripeto da sola a labbra socchiuse; ha il magico potere di rendermi serena sul futuro perchè se un uomo prigioniero, lontano dai suoi affetti più cari, ha saputo scrivere parole così cariche di speranza, siamo in grado tutti, ti trovare la stessa forza.
Lasciandoci alle spalle, i pensieri, le preoccupazioni e la durezza della nostra vita.
Almeno per un momento.
Un poeta che riuscì a scrivere anche delle magnifiche fiabe, da qui ho tratto il titolo del post. Dalla sua raccolta intitolata "Il Nuvolo Innamorato" che nasce dai ricordi remoti di bambino.
E i suoi racconti che parlano di principesse e di nuvoli che possono innamorarsi, di contadini sciocchi, di ragazzi furbi, di maghi crudeli e ragazze astute, mi fanno sorridere perchè nel suo umorismo e in quelle parole solo apparentemente lievi, c'è tutta l'essenza di lui.
Il grande poeta e uomo: NAZIM HIKMET.



AVETE VOGLIA DI DISCUTERE NUOVAMENTE DI POESIA CON ME, APRIRE IL VOSTRO CUORE COME IN QUESTA SCENA, PERFETTA, TRATTA DA UNO DEI MIEI FILM PREFERITI?


E a proposito di Ozpetek io vi consiglio di andare a vedere"Magnifica Presenza" il suo ultimo capolavoro.
Ho trovato tutti bravissimi e il film un vero e proprio sogno ad occhi aperti.

Elio Germano straordinario, come tutti gli altri protagonisti, da Beppe Fiorello a Margherita Buy a Vittoria Puccini.
Film come questo ci rendono migliori.

e Ferzan Ozpetek ha un posto speciale nel mio cuore.