25 febbraio 2013

Miele







Ian McEwan è un ottimo scrittore.
Amaro, ironico, talvolta eccessivo, di  lungaggine insigne, per le  volte che ci si perde nei racconti, e nel carattere dei suoi personaggi, che cura in modo maniacale.
E molto, molto cupo.
Il primo romanzo che lessi di lui fu " Il Giardino di Cemento".
La storia dei quattro fratelli che, nascondono il corpo della madre sotto uno strato di cemento e agli occhi del mondo.
Nel tentativo di continuare a stare insieme, senza che nulla cambi.
E' una storia di isolamento assoluto, nel suo silenzio rimbomba come un eco.
Il finale che lascia senza fiato, mi sembrò una conseguenza di quella scrittura a tratti ridondante, a cui mi ero avvicinata spinta da un impulso noto.
Perchè faccio così con gli autori che non conosco, apro il libro prescelto a caso, leggo un capitolo, non necessariamente il primo e mi lascio trasportare dalle parole.Se le parole mi restano attaccate, il libro diventerà un mio libro.
Quei ragazzini, all'apparenza senza alcuna morale, mi trascinarono con loro.
Fino all'inattesa conclusione, che mi lasciò sgomenta.

Qualche anno dopo fu la volta di "Espiazione".
Dicono sia uno dei suoi migliori romanzi. Non avendo letto altro di lui non posso che essere d'accordo.
Il romanzo delle sorelle Tallis, Cecilia e Briony è un romanzo che  preme sui sensi di colpa, dei protagonisti, ma anche una lezione per chi legge.
La fervida immaginazione della sorellina minore Briony, è testimone di  un episodio all'apparenza marginale.Lo utilizzerà in maniera errata  provocando la distruzione della storia d'amore della sorella maggiore e con essa  la sua vita futura; allo stesso tempo la fantasia usata sarà il preludio al mestiere che farà da grande, la scrittrice.
Poi per tutta la vita tenterà di riparare al grande dolore causato a sua sorella utilizzando la sua arte e cioè scrivendo, ma ci riuscirà solo alla fine, quando pubblicherà un romanzo in cui, semplicemente, dirà la verità.
E con un finale che regala alle persone tradite, la vita che avrebbero dovuto avere.
Le due protagoniste, sono dei personaggi intensi, a cui l'autore dona pregi ma anche difetti in gran quantità. Del resto a me sembra che questo sia corrispondente alla realtà. Ognuno di noi, è perfetto nelle sue imperfezioni.

Ora, ho appena finito di leggere "Miele", il suo ultimo lavoro.Appiccicoso come il suo titolo.
Serena Frome è la nuova eroina. Eroina e spia.E' una ragazza vissuta nella bambagia, egoista, superficiale, nonostante una testolina bella e intelligente.
Molto sola,nessuna amicizia, un rapporto estremamente freddo con la famiglia e lontana anni luce dalla sorella, di poco più piccola, ma che al contrario di lei ha un'apertura totale verso il mondo "difficile" che le circonda.
Si ritrova catapultata agli inizi degli anni '70  nell'MP5, lo spionaggio inglese.
Nel momento di massima guerra fredda tra i britannici e i russi. Non capisce una emerita cippa di quello che le succede intorno, prendendo spesso lucciole per lanterne.
Fino a quando non la coinvolgono in qualcosa forse troppo grande per lei. E per di più la fanciulla si innamora, di chi dovrebbe controllare, lo scrittore Tom Haley.
Ed eccoci alla critica, proprio a proposito di Tom. Diciamo che tutto l'egocentrismo di McEwan viene fuori nel creare la figura del protagonista maschile. Modellato su come doveva essere lui da giovane, autore rampante e disinvolto.Addirittura i  romanzi brevi che Serena legge per conoscerlo meglio e studiarlo prima di incontrarlo, sono in linea di massima riassunti dei primi romanzi dell'autore.
Direi eccessivo.

Invece, e qui viene fuori tutta la mia debolezza, ho trovato strepitosa l'ambientazione in una Londra che pur annichilita dalla crisi economica,grigia e incerta come il periodo storico, rimane così familiare e bella per me.Insomma la città mi piace comunque anche così scura e depressa;una caratteristica mirabile della scrittura di McEwan è proprio il suo modo di descriverti un luogo tanto bene, da fartelo risultare più immediato di una fotografia.In bianco e nero in questo caso.

Ma tornando a Serena, la fanciulla nel frattempo migliorerà.
Smetterà di fagocitare romanzi senza comprenderli appieno e cercherà risposte a domande che aveva in sospeso.Mentre il ritmo quasi cinematografico,  diventa sempre più incalzante, fino ad un vero e proprio colpo di scena finale;  il cerchio si chiude.

Ci sono stati dei momenti nel libro che mi sono piaciuti in particolar modo; tra questi un pezzo che mi ha fatto riflettere su quanto sia breve e quasi impercettibile il passaggio dell'età adolescenziale all'età matura.La prima odiata e lunghissima da superare e la seconda scomoda, come un vestito tanto ambito e bramato che, raggiunto e indossato alla fine non soddisfa appieno.Non è quello che in realtà speravamo.Forse perchè avremmo voluto scoprirci diversi.

" Quella traversata di un passato lontano mi aveva colto alla sprovvista. Quattro o cinque anni, una sciocchezza. Ma nessuno sopra i trenta può comprendere quel tempo particolarmente carico e condensato che copre i pochi anni subito prima e subito dopo i venti, un tratto di vita che necessita di un nome, dalla fine del liceo ai primi stipendi, con l'università e gli innamoramenti e la morte e le scelte in mezzo. Avevo dimenticato quanto la mia infanzia fosse recente, e quanto un tempo fosse sembrata lunga e inevitabile. Quanto ero cresciuta e quanto ero poco cambiata."

Ecco, per un breve istante mi è sembrato parlasse di me e di molti di noi.

Il modo migliore per capire Serena è leggerla.


Vi stupirà.



22 febbraio 2013

Il mio principe abusivo si chiama Siani






Alessandro Siani (google images)


Ve lo avevo già accennato un po' di tempo fa.
Quando vi ho parlato del mio amore infinito per Massimo Troisi.
Dicendovi che forse, dopo vent'anni, gli italiani avevano trovato un erede degno, un principe ereditario.Finalmente.

Alessandro Siani.

"La risata è un dono di Dio, se lo è, Totò non ha mai fatto peccato".

Quando qualche sera fa Alessandro ha fatto questa battuta, ho capito che ero nel giusto, che non mi stavo sbagliando e non stavo esagerando.

Negli ultimi due anni ha conquistato tutti gli italiani. Grazie a due film:
"Benvenuti al sud" e il sequel "Benvenuti a Nord".
In teoria, doveva essere la spalla brillante di Bisio, ma ben presto si sono accorti tutti che la stella più luminosa (senza nulla togliere all'attore milanese) era lui.

Noi napoletani e campani invece, ci aveva in scacco già da parecchio tempo.
Ha fatto tanto teatro e tanta gavetta nelle piccole televisioni locali, facendosi conoscere nel medesimo modo in cui si fecero conoscere Troisi,De Caro e Arena, al tempo della "Smorfia".
Poi arriva la televisione grazie a Simona Ventura e a "Quelli che il Calcio".
Piccoli film quasi sconosciuti e poi il salto con il cinepanettone classico ovvero "Natale a New York".
A me piace ricordarlo in "La seconda volta non si scorda mai". Un piccolo geniale film in cui, tra l'altro quasi miracolosamente, riesce a far apparire  decente la recitazione di Elisabetta Canalis, e direi che non è poco.

C


Sarà rimasto al cinema due giorni, totale spettatori 200 circa. Ma poi, con il tempo è diventato un cult, per i tanti che  hanno imparato ad amarlo questo ragazzo malinconico. Io lo rivedo tutte le volte che posso e ogni volta rido delle stesse battute. Lui è bravo, tocca il cuore con la sua ironia melamara.
Ha il tocco magico. Riesce a farsi capire da tutti. Le sue battute fulminanti ci fanno sbellicare. Ha finalmente sdoganato e fatto comprendere a tutti  il termine " cazzimma" quando è andato da Daria Bignardi alle Invasioni Barbariche ve lo ricordate? Ma tutta l'intervista è un vero capolavoro...
Non è più un ragazzo da tenere d'occhio. E' un artista che è cresciuto ed è maturato tanto da ricavarsi un bello spazio tutto per sè. Unico.




E torno alla mia considerazione iniziale. Era da tanto tempo che un comico (al di là della sua origine partenopea) non toccava il cuore degli italiani con la sola forza delle parole e dell'ironia pulita, senza svacco,parolacce e trivialità varie. Con il potere dell'intelligenza che splende attraverso le risate. Tanto tempo.
Forse è ora, forse è ora...
Lasciamogli fare il principe abusivo per intanto. Io me ne vado al cinema per farmi tante risate e guardarlo ancora negli occhi. Lì dove la sua anima appare così simile ad un'altra che ricordo bene. Poesia e malinconia. Ironia e magia.
Mi viene naturale chiedere a chi, secondo me, sarebbe orgoglioso di lui:

"E' nu guaglione in gamba sto Siani o' vero, Massimo?"
"Si, si, mo' me lo segno proprio!"








20 febbraio 2013

Che cosa sono le nuvole







Domenico Modugno - googles images





Che io possa esser dannato
Se non ti amo
E se così non fosse
Non capirei più niente
Tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così

Ahh ma l'erba soavemente delicata
Di un profumo che da gli spasimi
Ahh tu non fossi mai nata
Tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così

Il derubato che sorride
Ruba qualcosa al ladro
Ma il derubato che piange
Ruba qualcosa a se stesso
Perciò io vi dico
Finché sorriderò
Tu non sarai perduta

Ma queste son parole
E non ho mai sentito
Che un cuore, un cuore affranto
Si cura
L'unico e tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così
( Domenico Modugno - P.P. Pasolini)



Perchè poteva essere solo un capolavoro una canzone con le musiche di Modugno e il testo di Pasolini.

E per voi cosa sono le nuvole?


16 febbraio 2013

Noi due al telefono



google images

Io non lo so perchè proprio stasera ho voglia di scriverti.
Non è il tuo compleanno, nè un anniversario importante.
Sono solo tanti anni che tutte le sere intorno alle nove, ci sentiamo.
La prima cosa che dici al momento della risposta è "Mariè". Lo dici in maniera interrogativa perchè, dal tono della mia voce, capisci all'istante come è stata la mia giornata.
Durante la settimana mi senti stanca, ogni giorno di più. Sei sempre un po' preoccupata per me, hai l'ansia che io ti nasconda un problema, una preoccupazione, un malessere.
Ma so che questo è una tua caratteristica, lo fai anche con gli altri figli e ora con i nipoti.
Parliamo, io a volte poco, preferisco far parlare te. Sei sempre tanto sola in quella grande casa, con papà che ogni giorno diventa sempre più pressante e più duro da sopportare, con le sue fissazioni e con le sue verità inconfutabili.
Diciamocelo che è un gran rompiballe.
E tu, spesso silenziosa, attendi la telefonata del figlio o della figlia per chiacchierare e raccontare la tua giornata.
Ti informi della salute, la prima domanda, poi del lavoro e del tempo che fa.
Sei diventata appassionata di meteo, sai meglio di noi il livello di precipitazioni che c'è a Milano, Roma e Napoli, le città dove vivono i tuoi ragazzi. Le raccomandazioni sul coprirsi si sprecano, in inverno ma anche in estate perchè si suda e ci si ammala.
Talvolta io stanchissima, tendo ad essere breve, rispondo a monosillabi.
E tu, cambi discorso e parli della tua vita, di papà, della passeggiata che hai fatto con le amiche e dei tuoi malesseri.
Parti con lievità e poi racconti tanto. Racconti delle giornate degli altri figli se hai potuto sentirli, oppure ti rammarichi se è passato un giorno e qualcuno di loro non ti ha chiamato.
Quando capita che anche tu sia particolarmente triste e giù di morale, faccio il nome dei tuoi nipoti. E' come se ti vedessi, ti si carica il cuore e ti si illumina il viso.
E allora parti in quarta e mi racconti di quello che ti ha detto il nipotino e di come ti racconta tutto, con una enfasi che ricorda molto da vicino il nonno.
E poi passi alle gemelle, che ogni giorno fanno una scoperta nuova, che balbettano piccole parole brevi cariche di tenerezza.
Io, dall'altra parte del filo, sorrido perchè so di aver trovato il modo giusto per farti ritrovare la serenità.Una piccola magia che funziona sempre.

Ecco, non faccio mai in tempo a dirti quanto ti voglio bene.La piccola banalità che ci scambiamo nei momenti eccezionali. Noi che abbiamo imparato ad accarezzarci e a coccolarci da poco tempo.
Sappiamo perchè e quanto ci è costato.
E quando salta la telefonata quotidiana, so che ci soffri. Ma non lo dici, minimizzi e passi oltre.
Talvota sono anche brusca, ho un caratteraccio lo so. Poi ci sto male io, e questo tu lo sai.
Mi sto rendendo conto che la lontananza ogni anno che passa, è sempre più dura da sopportare.
E ogni volta che dopo essere stata a casa con voi, mi tocca ripartire, la ferita si rimargina con sempre maggior affanno.
Avrei voluto vederti invecchiare più serenamente e lentamente, esserti vicina. Accarezzarti di più, ridere con te molto di più di quanto faccio adesso, nei tuoi momenti bui, ora che è importante più che mai che tu sorrida.
E vorrei capissi che, se ti sgrido spronandoti a lottare, è perchè "voglio" che le telefonate della sera durino tanti ma tanti anni ancora e che ci siano ancora arrivi e partenze in via del cuore, sorrisi e regali di Natale.

Io ti amo, mamma.
Ciao, a domani.






14 febbraio 2013

Vorrei incontrarti presto amore



Google Images





Vorrei incontrarti presto amore,
scivolare sulla sabbia, con la rena sottile che mi accoglie tutta,
Con il tuo cuore sopra il mio.
Con la tua vita dentro me.
Vorrei vederti adesso,
mentre ho negli occhi quella piccola conchiglia,
che mi regalasti un giorno,
mentre il vento intorno a noi soffiava forte
ed io sognavo il mare.
Vorrei dirti ora posso,
e accarezzare quelle piccole rughe
attorno ai tuoi occhi
che parlano della tua fatica e del tuo dolore.
Vorrei sentirti addosso,
che so non ne hai mai abbastanza
del mio sorriso, della mia bocca e di me.
Ed io di te.

( m.s.)

E IL  RUMORE DEL VENTO MI RIPORTA ALLA CANZONE DI CAETANO VELOSO, CHE DICE TUTTO DI NOI.










12 febbraio 2013

Ragazzo geloso





JOHN LENNON ( google images)






Oggi mi sono svegliata così.
Sarà il tempo, sarà l'età.
Questa canzone e lui in testa.
Quanto mi manca John.

I was dreaming of the past
And my heart was beating fast
I began to lose control
I began to lose control

I didn't mean to hurt you
I'm sorry that I made you cry
Oh no, I didn't want to hurt you
I'm just a jealous guy

I was feeling insecure
You might not love me anymore
I was shivering inside
I was shivering inside

I didn't mean to hurt you
I'm sorry that I made you cry
Oh no, I didn't want to hurt you
I'm just a jealous guy

I didn't mean to hurt you
I'm sorry that I made you cry
Oh no, I didn't want to hurt you
I'm just a jealous guy

I was trying to catch your eyes
Thought that you was trying to hide
I was swallowing my pain
I was swallowing my pain

I didn't mean to hurt you
I'm sorry that I made you cry
Oh no, I didn't want to hurt you
I'm just a jealous guy
I'm just a jealous guy




Stavo sognando il passato
E il mio cuore batteva in fretta
Ho cominciato a perdere il controllo
Ho cominciato a perdere il controllo

Non era mia intenzione ferirti
Mi dispiace averti fatto piangere
Oh no, non volevo ferirti
Sono solo un ragazzo geloso

Mi sentivo insicuro
Avresti potuto non amarmi più
Stavo tremando dentro di me
Stavo tremando dentro di me

Non era mia intenzione ferirti
Mi dispiace averti fatto piangere
Oh no, non volevo ferirti
Sono solo un ragazzo geloso

Non era mia intenzione ferirti
Mi dispiace averti fatto piangere
Oh no, non volevo ferirti
Sono solo un ragazzo geloso

Stavo provando a catturare il tuo sguardo
Pensavo che tu stessi provando a nasconderti
Stavo mandando giù il mio dolore
Stavo mandando giù il mio dolore

Non era mia intenzione ferirti
Mi dispiace averti fatto piangere
Oh no, non volevo ferirti
Sono solo un ragazzo geloso
Sono solo un ragazzo geloso



E voi siete mai stati gelosi di qualcuno e qualcuno di voi?
Io si, io sono gelosa.





11 febbraio 2013

Buon compleanno Federico





La torta che zia vorrebbe donarti  che poi ci organizziamo mamma ed io (google images)


Dai tuoi zietti lontani ma non troppo,
sempre lieti di essere messi al corrente
di ogni traguardo raggiunto
a piccoli passi,
ti arrivano gli auguri più belli che possano farti.

Felici di ricevere una nuova foto, 
piena di tuoi sorrisi,
contenti di sentire che scrivi, leggi e chiacchieri più che mai
e che manca poco, ma proprio poco
a che tu acquisti la sicurezza necessaria
per restare fermo in piedi
alla portata del mondo.

Certo poi, per mamma e papà
la tua scoperta del mondo sarà una lunga corsa
piena di novità e con qualche  imprevisto.
Ma tutto si affronta con amore immenso.

Mio tesoro, che ogni giorno dei tuoi nuovi giorni
possa donarti amore, serenità e luce.
Possa circondarti di amici, suoni, colori e giochi.
Possa dedicarti carezze e baci
Parole ferme e sorrisi inteneriti.

E tutti i  tuoi cari stretti attorno a te.




ma amore della zia hai già mangiato parte della torta? (google images)



                                   
E ora che ho inserito la tua canzone preferita dacci dentro amore e divertiti! Potrai ascoltarla tutte le volte che vorrai, in attesa di giugno che arriverà in un battibaleno!





04 febbraio 2013

Avercelo un presidente come Lincoln




La locandina del film (google images)


Sabato sera sono andata a vedere Lincoln, l'ultimo film di Steven Spielberg.
Ci sono diversi aggettivi per descrivere il lavoro del pluripremiato regista americano, ne scelgo alcuni:

Umano
Celebrativo
Politico
Drammatico
Evocativo
Storico
Toccante
Americano
MOSTRUOSO

Umano perchè l'uomo presidente è costretto a soffocare dolori personali per il bene della nazione a cui si è votato;

Celebrativo: perchè nell'anno della conferma di Obama non ci poteva essere un ritorno migliore di immagine che questo;

Politico: perchè le luci e le ombre della politica di allora non sono un granchè diverse da quelle di oggi e ci dovrebbe far riflettere sulla valenza politico/sociale;

Drammatico: perchè il dolore di una guerra devastante come quella civile è imparagonabile a tutte le altre, fratelli contro fratelli che non ci debba mai capitare;

Storico: una lezione di storia ed educazione civica esemplare;

Toccante: come l'amore tra i due coniugi nonostante i drammi personali e il disastro che li circonda;

Americano: perchè solo gli americani sono in grado di costruire miti così grandi;

Mostruoso: come il suo protagonista Daniel Day-Levis per cui ogni aggettivo mi sembra riduttivo, e come gli attori comprimari, che fanno di questo film un capolavoro di intensità e coralità.

Oltre il protagonista, una Sally Field (Mary Lincoln) che non fa minimamente accorgere o quasi della pazzia latente nella moglie del presidente americano; c'era ma lei è così brava che noi non possiamo fare a meno di stare con lei.
Tommy Lee Jones (Thaddeus Stevens), il duro dal cuore d'oro in questa versione di radicale sostenitore dei diritti dei neri, contro tutto e tutti, rende il suo brusco e antipatico personaggio così intenso da farci godere alla follia della sua bravura.
James Spader (William N.Bilbo), ho per qualche minuto fatto fatica a vederlo nei grossi e grassi panni del collaboratore "sporco" di Lincoln, complimenti per la trasformazione e per la bravura, un personaggio davvero difficile da interpretare. Lui che si fa carico della campagna di "acquisizione" voti mediante mazzette, così familiare purtroppo ai nostri usi e consumi.
Joseph Gordon-Levitt (Robert Lincoln), in guerra metaforica con suo padre come ogni figlio che si rispetti, volendo ad ogni costo ottenere un suo diritto, lottare e nel caso morire per la sua terra. Il giovane attore è bravo ma risulta coperto dell'immensità del protagonista.

Nota di merito enorme al doppiatore di Day-Levis, ovvero Pierfrancesco Favino.
Uno dei nostri più grandi interpreti, che ha reso molto bene la bravura dell'attore americano,il quale aveva studiato per mesi la voce e il tono giusto del presidente e devo dire che nel doppiaggio, il nostro non è stato da meno.


Lincoln versione Day-Levis (google images)


Lamento solo un po' di lentezza in alcune parti del film. Ma ci sta in due ore e mezza di capolavoro.
Resto dell'idea che un capo di stato (o presidente del consiglio che dir si voglia) con due coglioni così come i suoi, ce lo scordiamo.

"E' L'America bellezza", intanto speriamo di non dovere ancora pettinare bambole...