30 novembre 2015

Quello che mi piace e non mi piace: novembre.




Henrì Matisse" La Danza"  MET NYC - Foto Mariellaesseci





Torno con la mia non sempre piacevole lista delle cose che mi sono rimaste sul gozzo a novembre.
Nei titoli di coda qualcosa di buono.

Non mi piace la paura: siamo stati investiti dalla sua onda d'urto. Non mi piace che ne possiamo essere dominati dopo le vicende tragiche di questi ultimi giorni.
Mi piace la reazione, mi piace il ricominciare, mi piace il non cedere ai ricatti.

Non mi piace il dovere tacere ad un'amica una verità sgradevole.
Non mi piace il non trovare le parole giuste, quelle che (spero) faranno meno male.
Mi piace l'idea che il male minore non sia il silenzio.

Non mi piace il razzismo strisciante che si mostra ipocritamente in alcuni ambienti di lavoro: compreso il mio. Non mi piacciono i sorrisetti facili, gli apprezzamenti viscidi e il luccichio opportunista che leggo negli gli occhi di tante persone che sono costretta a frequentare. 
Mi piace pensare che un giorno e spero presto, riuscirò a mandarli tutti a fanculo.

Non mi piace che quest'anno sia più malinconica del solito aspettando il Natale: l'ultimo trascorso lo vorrei dimenticare e farò di tutto per riuscirci.
Mi piace se riuscirò a realizzare il desiderio mandando al diavolo  il  mio pessimismo cosmico.

E adesso i mi piace:

La lista dei regali di Natale: ho già cominciato, partendo dai bambini.
L'albero di Natale: ne ho preso uno altissimo per la mia nuova casa.Non vedo l'ora di addobbarlo. Dovrò salire sullo sgabello per infilare il puntale di vetro soffiato su in cima. E questo mi farà felice come quando ero bambina.
Mi piace passare una domenica intera a casa mia:  qualche ora a leggere poi  accartocciarmi addosso a chi amo e parlare di tutto e di niente.

Mi piace scrivere sul mio blog e continuare a rompervi le palle con le mie paturnie!

Stay tuned!





27 novembre 2015

PAZZIAMMO C' 'O SUONNO.



Luca De Filippo




Papà!
Sta voce soia
forte e lontana
arriva fino a me
zitta e vicina.
Papà!
Pè tutta 'a casa
'e notte
dint' 'o scuro
corre p' 'e stanze
pè se fà sentì.
Papà!

Ve sarrà capitato pure a vvuie
'e sta ancora scetato
quanno ' o suonno
pazzèa cu ll'uocchie vuoste,
e se mbruscina
pè copp' 'a pelle
e nfronte
e ncopp' ' e braccia
'e mmane
p' 'e spalle
e p' 'e capille...
E vvuie sapite
ca quann'isso pazzèa
sta cchiù scetato 'e vuie
pè ve piglià.
Cumme facite vuie,
facc'io c' 'o suonno.
M' 'o tengo amico,
già.
Pecchè, sapenno 'o tipo,
cumm'è prepotente,
faccio avvedè
ca saccio ch'è putente,
ca nun resisto a sti carezze soie...
Ma nun se fa fà scemo:
'o ssape
e aspetta.
Vence semp'isso,
perché sempe me piglia a tradimento.
Mentre 'o suonno pazzéa,
tanno
sta voce arriva:
papà!
E io l'aspetto.

Ma nun vene ogni notte.
Si nun vene...
che pozzo fà?
Suonno, pienzece tu, 
pazziàmmo nzieme,
ma senza pressa,
aspetta n'atu ppoco.
Sempe tu vince,
'o ssaie:
ma primma o doppo,
che male te pò fà?
Cumm'infatto è venuta...
Forte e lontana
e arriva fino a me
zitta fino a me
zitta e vicina:
Papà!

(1961 -  Eduardo De Filippo)


Sono andata a cercare questa poesia che ricordavo del grande Eduardo. Oggi che suo figlio Luca lo ha raggiunto.
La dolcezza e la tenerezza che traspaiono in ogni parola scritta dal grande padre ci fa comprendere meglio pure la grandezza del figlio.
Ricordo di avere visto Luca De Filippo a teatro un milione di anni fa, al San Carlo di Napoli, nella trasposizione teatrale della " Tempesta" di Shakeaspeare dalla traduzione  in napoletano che ne aveva fatto il padre nel 1983, un anno prima della sua morte, per Einaudi. Eduardo, oltre a tradurla dall'inglese utilizzando il testo tradotto in italiano dalla moglie Isabella, l'aveva registrata su audio, interpretando tutti i personaggi, escluso quello femminile di Miranda. Ma non era riuscito a portarla sul palcoscenico. Nel suo amato San Ferdinando. Ed era toccato poi a suo figlio coronare il desiderio del padre.

Ho amato molto Luca, specialmente nei suoi ultimi anni, così simile al padre perfino nell'aspetto fisico. Oltre che nella poliedricità  e bravura di attore e regista.

Un altro pezzo della "mia" Napoli che sembra allontanarsi da me, pur restandomi nel cuore.

23 novembre 2015

MIGLIAIA DI PAPAVERI ROSSI.




Immagine dal web




La collina una regina,
sulla cima una corona, acqua e vita.
La circondano strade, tortuose e virtuose.
Fatica nel salire, dolcezza nello scendere.
Rose profumate, coltivate nel giardino trionfale.
Inizio di tutto, tra amore e radici.
Dal terrazzo, si domina il mondo alla base.
L'infinito.
Per i bambini tracciato d'avventura,
per gli adulti sostanza e essere.
Lontano, in basso, macchie di verde e di azzurro.
Piccoli esploratori, con fazzoletto colorato al collo.
Campi di grano colto, gambe graffiate, labbra sporche di frutta selvaggia.
Passi lunghi e senza riposo.
Mille voci, avventure, fantasia.
Canzoni stonate lasciate ad eco distratti.
Ore di silenzio tra ami e canne scosse dal vento.
Pietre lisce, piatte, da tirare contro l'ombra del fiume amico.
Scintillante, promettente, carico di speranze.
L'acqua è trasparente come la ricerca fatta con la bellezza nel cuore.
Non troppo lontano il fischio di un treno.
Una strada ferrata da percorrere in bilico su piccole rette di ferro.
L'odore di un legno pesante, che porta tanta fatica.
Usato per costruirle ma anche per scaldare, d'inverno.
L'estate del ricordo, immutabile, perfetta.
Come un intero campo di papaveri rossi, cullati dal vento leggero.
Un ricordo che sarà protetto dal mio cuore per sempre.
Assieme al mondo che non c'è più.
Ma che resta quello più vero.
(Mariellaesseci-tutti i diritti riservati)


Trentacinque anni mi separano dalla fine della mia infanzia.
E il ricordo è lì, impresso nella fotografia dell'ultima estate.
Tra quelle persone e quei luoghi che un evento tragico ha allontanato da me.
Solo in apparenza.
Perché la culla del ricordo li sostiene vividi tra le macchie rosse del prato più bello del mondo.

IRPINIA, 23 NOVEMBRE 1980.

16 novembre 2015

I libri del mese: NOVEMBRE




Nuovo capitolo e nuovi libri da consigliarvi. Perché  la vita continua e noi non smetteremo di leggere, di correre e di vivere. Respirando a pieni polmoni.


Nancy Mitford - L'AMORE IN UN CLIMA FREDDO 

Per chi ama la Austen come me, arrivare alla Mitford diviene un processo naturale. Le sorelle Mitford sono la trasposizione nella realtà delle mitiche sorelle Bennet. Una di loro, Nancy, diventerà la brillante scrittrice che conosciamo. E il romanzo che vi propongo ha la capacità di farci ritrovare l'ironia e la brillantezza dei romanzi della Austen spostando l'epoca di qualche decina d'anni. Lo "humor" tutto inglese nell'irridere la loro società, è identico. I personaggi  illustrati hanno lo stesso candore e sono raccontati con un maggior cinismo. Ambientato tra le due guerre, racconta in maniera scintillante la vita londinese dei Montdore al ritorno dall'India dove Lord Montdore aveva ricoperto il ruolo di Viceré. E così conosceremo l'insulso e banale Lord, la prosaica e arretrata Lady e le vicende dell'unica figlia Polly, raccontate dalla migliore amica Fanny. Che con lo stile lucido e malizioso della scrittrice non ci risparmierà nulla dei particolari sulla loro vita. Davvero una lettura divertente e appassionante.

"Con un orecchio ascoltavo quell'avvincente conversazione, e con l'altro Lady Montdore. Dopo avermi lanciato quella sua tipica occhiata che ben ricordavo, dall'alto in basso, un'occhiata  che mi informava di ciò che sapevo fin troppo bene, e cioè che la mia gonna di tweed faceva una borsa sul sedere e poi chissà perché non portavo i guanti (già perché? Dovevo averli lasciati in macchina, ma avrei mai avuto il coraggio di chiederli indietro?). Lady Montodore osservò con grande cordialità che in cinque anni ero cambiata più di Polly, anche se Polly era molto più alta di me. Come stava zia Emily? E Davey? Era quello, il segreto del suo fascino. Proprio quando sembrava che stesse per azzannarti alla gola, diventava improvvisamente gentile: il fascino di un puma che fa le fusa. "

Autore: Nancy Mitford
Titolo: L'amore in un clima freddo
Edizioni: Adelphi

Traduzione: Silvia Pareschi
Pagine: 280
Prezzo: 18 euro













Fabio Genovesi - CHI MANDA LE ONDE 

"Siamo tutti normali finché non ci conosci abbastanza". Un libro che ho rincorso per parecchio tempo. Avevo bisogno di trovare il momento giusto per leggerlo. Ogni volta che entravo in libreria guardavo la copertina e leggevo qualche pagina. Mi rimaneva dentro l'amore per il mare e il senso di speranza. Sapevo che il viaggio assieme all'autore toscano mi avrebbe fatto bene. Se si parte dal mare si arriva a conoscere se stessi. Le onde di cui parla il titolo, possono sembrare piccole, leggera spuma di mare. O possono travolgerti quando il dolore arriva all'improvviso e tu non sai bene come lo affronterai e come ne uscirai, se succederà. Ma il mare è lì sospeso come un sogno, a ricordarti che la vita è vera, è amara. Ma è tutta da vivere. Da leggere per trovare il disegno giusto per noi. Per rimanere colmi di tenerezza.


"Tutte le cose finite in mare da quando è cominciato il mondo, da quando c'erano i dinosauri fino a stamattina, nate nell'acqua o cadute dalle barche o strappate alla terra dai fiumi in piena, stanno sul fondo a ballare di qua e di là, ma una volta ogni tanto qualcosa prende una corrente, si aggrappa all'onda giusta ed ecco che arriva qui sulla sabbia, pronta a stupirmi".











Autore: Fabio Genovesi
Titolo: Chi manda le onde
Edizioni: Mondadori
Pagine: 390
Prezzo: 19 euro












Jon Kalman Stefansson - LUCE D'ESTATE ED E' SUBITO NOTTE

"A volte nei posti piccoli la vita diventa più grande".  E quando ci sembra di essere lontani dagli accadimenti del mondo è allora che troviamo la spiegazione al moto perpetuo del vivere. Il microcosmo di cui è fatto un piccolo paesino è solo una lente d'ingrandimento necessaria per comprendere meglio l'animo umano e le sue debolezze. Lo scrittore islandese ci avvicina al suo mondo con un linguaggio poetico e semplice, che lascia sbalorditi. Sono talmente tanti i momenti in cui, durante la lettura, ti fermi respirando un'aria così intensa e ampia, che diventa difficile scegliere.  Ma scrivo qualcosa di questa bellezza così riuscirò a conservarla.

"Il mare, una tazza di caffè, l'edredone che cicaleccia, le rocce che s'immergono, e poi riemergono a respirare. Due sono le cose che faccio - respirare e pensare a te. Manca ancora una storia da raccontare, o meglio, un destino particolare da adempiere, fatti successi nella primavera e nell'estate prima che Elisabeth staccasse le lettere e Aki arrivasse in paese, non ci interessa rispettare la giusta sequenza temporale, o forse non ne siamo proprio capaci. Ancora una storia, e poi è finita, eppure no".






Autore: Jon Kalman Stefansson
Titolo: Luce d'estate ed è subito notte
Edizioni: Iperborea
Traduzione: Silvia Cosimini
Pagine: 290
Prezzo: 16 euro






14 novembre 2015

Nessuno è al sicuro.




Parigi 13/11/2015

Questa per me è stata una notte insonne.
Da ieri sera alle dieci e mezza sono rimasta bloccata davanti alla televisione a vedere e ascoltare quello che succedeva a Parigi.
Le notizie, dapprima frammentarie, poi sempre più copiose  e reali, arrivavano come onde di mare in tempesta.
Immobile, quasi senza respiro guardavo, sentivo, pregavo.
Non potevo credere che fosse vero, che stesse accadendo sul serio.
Un venerdì sera, una città metropolitana come tante. Come Milano, Londra, Berlino.
Il cuore della movida francese, gente a cena fuori, ad ascoltare musica in teatri a vedere una partita di calcio amichevole allo stadio assieme alla propria famiglia.
All'improvviso l'inferno.
Sono rimasta sconvolta dalle immagini dello Stadio di Francia, dove i giocatori all'improvviso si bloccano mentre sentono lo scoppio delle granate.
Un momento di festa, cristallizzato nel terrore. Sette punti di Parigi sconvolti dalla guerra, dalle armi, dalle morti. 

Guardavo le persone, mentre Parigi affogava nel sangue. Inermi come potremmo essere noi italiani se accadesse ora o domani qui.
I volti stupiti e increduli. Gli abbracci, le lacrime. Il terrore puro impresso e la consapevolezza di essere scoperti, obiettivi inconsapevoli, animali braccati.
Vittime sacrificali sull'altare ideologico di una massa di assassini che usa la scusa della religione per scopi chiarissimi. Sterminare l'Occidente. Utilizzando l'ideologia per arrivare alle menti semplici di persone che non fanno domande e sono campo fertile per coltivare l'odio. Lì dove c'è ignoranza è più facile.




Dopo pochissimi minuti, c'era già chi, su twitter, utilizzava notizie ancora incerte per fare campagna elettorale. Salvini sei una merda. Uno sciacallo, una persona inutile, una vergogna nazionale.
Lo dico qui nel mio blog ma lo direi ovunque e comunque. E poi chi, non avendo ancora compreso che #Parigiinfiamme era l'hastag di gennaio che avevano utilizzato i terroristi dopo l'attacco a Charlie  Hebdo, lo usava senza avere connesso il cervello.



Nonostante ciò mi domando che fare. Penso a dicembre, al Giubileo alle porte, alla nostra Italia debole, fuscello in balia di ogni ventata. Credo però ad una cosa:non può esserci dialogo. Non può esserci pietà. Non si può concedere a queste bestie di alimentare il terrore contando sulla sorpresa, sull'inesperienza di chi dovrebbe proteggerci che ancora non ha capito che NESSUNO E' AL SICURO.
Bisogna agire, ORA. E RESTARE UNITI. 


"L'UMANITA' DEVE METTERE FINE ALLA GUERRA, O LA GUERRA METTERA' FINE ALL'UMANITA'.
(John Fitgerald Kennedy)


05 novembre 2015

BARBIE THE ICON!!!






Manifesto della Mostra

Barbara Millicent Roberts di Willows (Wisconsin) debutta alla Fiera del Giocattolo di New York. Data di nascita: 9 marzo 1959. Il suo primo prezzo è di tre dollari.
Da un'idea della signora Ruth Handler che, osservando sua figlia Barbara ritagliare dei vestitini di carta per vestire la sua bambola, volle rivoluzionare il mondo dei giocattoli.
ll suo look rispecchia il fascino sofisticato delle dive anni '50. Da quel momento in poi, cessò di esistere l'idea della bambola quale prolungamento ideale della donna di casa. La nuova bambola alta solo 29,5 centimetri divenne l'icona rivoluzionaria al passo con i tempi che è arrivata fino a noi.
1959


Immagine e stile, queste le sue armi vincenti. Nel corso di tutti questi anni ha seguito ogni evoluzione della moda, riuscendo ad interpretarla sempre in maniera innovativa e iconografica. L'hanno vestita i più grandi stilisti del mondo, da Dior a Donna Karan. E poi, Valentino, Versace, Ralph Lauren, Vivienne Westwood, Givenchy, Giorgio Armani, Burberry, Karl Lagerfeld e Moschino e moltissimi altri.

Barbie 1971
Crhistian Lacroix disse che "è un miracolo, è eterna ed è l'incarnazione della moda: sempre al passo con le ultime tendenze, non è soltanto un'icona di stile ma anche un'ispirazione costante. E' un simbolo di energia. Quindi è un simbolo di vita..."

Nel 1976 è andata in missione nello spazio. Lei e alcuni oggetti che le appartengono sono stati inseriti in una capsula del tempo destinata ad essere aperta nel 2076, ad eterna testimonianza della vita presente.

E' una delle mie grandi passioni. Su questo blog più volte ho postato immagini della mia collezione personale. Che emozione ritrovarle tutte esposte (assieme a migliaia di altre) al MUDEC di Milano.
La Mostra Barbie The Icon ha aperto i battenti il 28 ottobre e si protrarrà fino al 13 marzo del 2016.
1999
Inutile dirvi che il giorno dopo l'apertura ero già lì pronta ad emozionarmi come una bambina davanti alla incarnazione in plastica e tessuto del suo sogno. Stanze piene zeppe di Barbie!!!
Barbie pantone PMS219C
Che poi, la mia bambola preferita (davvero riduttivo chiamarla bambola) è una bella signora di 56 anni. Incredibile, ahahah.
Ho avuto la "fortuna" di non dovere sgomitare quasi con nessuno  a parte una bambina di otto anni con lo scatto sul cellulare più veloce del mio! Mi sono sdraiata sul suo letto, nella camera perfettamente ricostruita. Ritornare bambina così, con uno schiocco di dita. 
E poi, tramite i pannelli multimediali all'interno di una delle sale, vestirla mentre ti bacchettano virtualmente (riprova non è il vestito adatto) fino a quando non indovini la mise giusta. Infine sedermi nel suo salottino per chiacchierare del più e del meno con le amiche.
1959
Scoprire che non sei mica matta solo tu, ma siamo tutte nella stessa barca, grandi e piccole!

Ecco un po' di foto scattate mentre litigavo con la ragazzina! Vi assicuro che l'emozione andava di pari passo con il divertimento. E non me ne sarei mai andata. Intanto ho programmato altre due visite con amiche e amici. Ma credo che non saranno le uniche. Potrei tornarci di soppiatto  sola e col telefonino spento,  per godermele tutte senza distrazioni.





Sandy
Che cosa ne dite di Barbie Sandy? Appena l'ho vista ho cominciato a canticchiare in automatico YOU ARE THE ONE THAT I WANT...


E di Barbie sposa vestita da Vera Wang? Magicamente mi ritrovavo sulle scale della Biblioteca Pubblica di New York mentre Carrie attendeva inutilmente Big!
In abito da sposa Vera Wang




                                                     
Miss Rossella
E poi Miss Rossella. Con tutti i suoi abiti, dalla colazione in giardino al vestito fatto con le tende di Tara! Taraaaaaaaa. La piccola e deliziosa Barbie riesce ad essere maliziosa esattamente come il personaggio interpretato dalla indimenticabile Vivien Leigh.          


Chiaramente ecco le mie preferite: Barbie Holly Golightly e Eliza di My Fair Lady. Vederle in quella teca e allo stesso tempo sapere che le ho a casa è stato un doppio colpo al cuore!!!



ALLORA COSA STATE ASPETTANDO? ANDATE!!!





Fonti: catalogo Barbie the Icon Mudec

01 novembre 2015