Questa è la storia triste dello spettacolo di varietà che amavo di più al mondo. Ma cinque Festival consecutivi hanno avuto l'effetto di ridimensionare l'autorevolezza e la credibilità del presentatore e direttore artistico più amato d'Italia che è cascato definitivamente su una penna d'oca e un paio di scarpe da ginnastica. Tra nani e ballerine, cococococonduttrici e varie, cantanti che presentano altri cantanti, Fantasanremo e punti, che confusione e balli del qua qua, si conclude l'ultimo giro di giostra del carrozzone di Amadeus e Fiorello.
La prima cosa bella (cit.) La vittoria di Angelina Mango. La ragazza è brava, tiene il palco da professionista navigata e ci regala una delle emozioni più forti nella serata cover, cantando suo padre Pino Mango. Forse non avrebbe meritato la vittoria che a mio parere era di Ghali, ma certamente il suo è un talento limpido e dovremo lasciarle il tempo di diventare "grande".
Sicuramente ricorderemo Teresa Mannino, talmente straordinaria da meritarsi un palcoscenico tutto per sé.
E Marco Mengoni, il re dei re. La stella cometa.
Giorgia, la sua voce meravigliosa e la classe indiscutibile.
La serata delle cover, quest'anno al suo momento più alto e allo stesso tempo al suo più basso a causa della vittoria immeritata di Geolier.
Ghali e il suo Italiano vero, scacco matto al potere. Mai un passo indietro, testa alta e animo fiero. #stopalgenocidio
Purtroppo vorremo dimenticare la sudditanza di Amadeus nei confronti di Fiorello, la pesantezza dei siparietti di cui siamo esausti. Travolta e la sua arroganza. I monologhi inutili sulla pelle delle donne che è una cosa seria e non va data in pasto a chi deve pubblicizzare una fiction. Ma siamo pronti a perdonare tutto ai due mattatori della serata finale che hanno comunque costruito un festival dei record negli ultimi cinque anni. In bocca al lupo a chi verrà dal prossimo perché sarà difficile superare i numeri di questo. E anche le polemiche.
E stato il Festival delle donne, sono davvero contenta🌟