29 settembre 2016

L'IMPORTANTE E RICOMINCIARE.



Me lo dicevo oggi mentre chiudevo un lavoro lunghissimo che mi è parso interminabile.
Sono stanchissima, il mese di settembre con la sua frenesia e le sue scadenze annulla in brevissimo tempo tutti i benefici delle vacanze estive.
Ma finalmente volge al termine.
Mi rendo conto che, dopo quasi trent'anni di lavoro, ogni anno lo affronto con maggiore sofferenza.
Vero, dai miei inizi molte cose sono cambiate soprattutto sul fronte delle responsabilità.
Affrontate con sempre maggiore impegno. Non mi sono mai tirata indietro di fronte a nulla, ho lavorato e studiato senza mai fermarmi.
Sono orgogliosa di tutto il bagaglio che porto con me.
Allo stesso tempo non mi riconosco più nella frenesia di raggiungere tutti gli obiettivi possibili con la quale spesso, ultimamente, mi devo confrontare.
Sembra quasi un status, essere presenti, sempre accesi, sempre connessi, pronti ad evadere nel modo migliore e più veloce possibile ogni richiesta. Rintracciabili anche a ferragosto mentre pedaliamo in Maremma o nuotiamo in una caletta del Salento. Altrimenti la nostra immagine subirebbe contraccolpi insopportabili per il nostro ego. La foto sul profilo, professionale, bella ed elegante, non ci corrisponderebbe più. Non ci sentiremmo più all'altezza. Di cosa poi? Cosa conta veramente?
Ecco, io voglio scendere qui.

Voglio vedere i viali di fiori di pesco a Kyoto in primavera.
Le foglie di Central Park ad ottobre, meraviglioso tappeto autunnale.
Il Mall imbandierato a giugno per il compleanno della Regina Elisabetta.
Viaggiare da Hannover a Francoforte e ritorno sul TEE a dicembre. 





Voglio il mio tempo.

Bisognerà ricominciare leggeri.





26 settembre 2016

BUON COMPLEANNO LORENZO.




Tre compleanni da ricordare: Lorenzo Jova Cherubini, Francesco Totti e Dylan Dog


Qui da me sei di casa.
Ho scritto post interi parlando di te e di me.
Come fratelli, perché un po' lo siamo. Ci uniscono passaggi di vita in comune, così come gli anni, almeno trenta, in cui tutti i miei passi si sono incrociati con i tuoi.
La radio per prima e poi DJ Television. Le canzoni, le sere, il voler restare un po' bambini, sempre col cuore puro.
I dolori, i dubbi, gli errori.
E l'ostinarsi nel cercare di cambiare il mondo, partendo dal nostro che così come è non ci piace.
Vorremmo avere la possibilità di scegliere.
Se non c'è ce la creiamo.
L'amore caparbio, fortemente voluto.
I dubbi quotidiani.
La ricerca di noi, continua.
Il non accontentarsi mai.
Sarà forse l'anno di nascita in comune che ci fa scalpitare come cavalli selvaggi nella prateria urbana?
Non so, conosco persone che non sono cambiate mai, che sono ancora più rigide ora di quando avevano vent'anni e trottavano liberi. Della nostra età ma così lontani e tristi.
Che incupiscono, che ottusamente persistono nelle loro "certezze".

Noi non siamo sicuri mai.
In continua evoluzione.
In continua bellezza.
Con lo sguardo diretto, aperto, luminoso, sincero.
Noi che non fuggiamo mai.
E ci scontriamo contro l'ottusità, contro l'opacità più risoluti che mai.

Nonostante tutto Vivi.

Buon compleanno Lorenzo, ragazzo fortunato.







22 settembre 2016

INSIEME RACCONTIAMO 13.





L'iniziativa voluta fortemente da Patricia Moll, la blogger mirabolante di MYRTILLA'SHOUSE,  è arrivata al secondo anno.

Negli ultimi mesi, seppur con fare discontinuo, ho partecipato anche io divertendomi moltissimo.
A questo punto mi andava di celebrarla anche qui a casa mia. Visto che non è così facile nel pazzo mondo del web riuscire a far decollare con grande amicizia e collaborazione un progetto del genere.
Patricia ci è riuscita benissimo, facendo nuovi proseliti e fidalizzando i "vecchi".

Vi spiego di cosa si tratta.

Pat decide l'incipit di un racconto breve a cui, chiunque vorrà partecipare, aggiungerà il suo finale.
Si può scrivere in coda al suo post oppure dedicarne uno ad hoc nei propri spazi.
Il testo non deve superare 200/300 battute oppure 200/300 parole.
Si possono postare foto, video e musica a completarlo.
E poi si da libero sfogo alla fantasia.


L'INCIPIT DI PATRICIA

"Seduta sulla poltrona, alzò gli occhi dal giornale. L’articolo le aveva fatto capire cosa doveva cercare per ottenere quello che voleva.
Lo posò, si alzò e così come era in casa uscì dirigendosi verso…."

IL MIO FINALE

"la sede del comune della sua città.
A dire il vero era tempo che ci pensava e rifletteva sul da farsi.
Aveva provato a parlarne diverse volte con Michela.
Ma ogni volta era come scontrarsi contro un muro altissimo.
L’atavica paura di lei di dover dare troppe spiegazioni, dell’esporsi ad ogni sorta di giudizio altrui, la bloccava. E poi la famiglia di Gianna, sempre così dura, così distaccata e lontana che fondamentalmente non le aveva mai ac
cettate.
Dimostravano una totale indifferenza alla situazione. Ne parlavano pochissimo, toccando con mano il continuo disagio altrui.
“Stiamo bene così, cosa ci manca?” Le ripeteva spesso, ogni volta che affrontava l'argomento, chiudendola lì.

Eppure era quello che avevano sempre desiderato. 
Dal primo giorno di liceo, quando si erano ritrovate sedute allo stesso banco. Il sole sulla testa e quel battito fortissimo nel petto. 
Passo dopo passo, sempre insieme da quel momento in poi.

Lei non aveva paura di nulla. Si può avere paura dell’amore?
Gianna salì al primo piano. Entrò nell’ufficio del sindaco ed esordì guardando suo fratello dritto negli occhi e tenendo ben stretto il giornale in mano. Lui le sorrise, lei ricambiò.
<<Io e Michela ci sposiamo. E la tua decisione è il più bel regalo che tu potevi fare a noi e all’amore.>>

Nessuna paura dell'amore. Mai."






Vi aspetto, se volete cimentarvi sarà cosa gradita. E andate a sbriciare il blog di PAT. Se non lo conoscete sarà una scoperta deliziosa.



18 settembre 2016

I LIBRI DI SETTEMBRE.


Ho pure letto tanto quest'estate. 
Mi piace sottolinearlo perché non pensavo che tra tante cose fatte, sarei riuscita a ricavarmi il tempo necessario per leggere i libri portati con me.
Invece ci sono riuscita, tra una passeggiata e l'altra, qualche nuotata, tanto mangiar bene e varie e variegate occasioni di divertimento.
Continuo il mio approfondire la conoscenza con Maurizio De Giovanni. Ogni libro letto mi fa sempre più innamorare. Davvero intrigante, intelligente e realistica la sua scrittura.Tra gli episodi del commissariato di Pizzofalcone e le indagini di Ricciardi, mi sto preparando alla stagione autunnale di RaiUno.



Ho detestato invece, Michele Serra e il suo "Gli Sdraiati".Diciamo che, già il giornalista e la sua prosopopea non godono delle mie simpatie.Mi hanno infastidito lui, quei debosciati ed immaturi ragazzi che descrive e quei genitori rassegnati che purtroppo, ci circondano nella realtà. Li prenderei a calci in faccia.



Mi sono distratta con un bel libro di Caroline Vermalle, "Due biglietti per la felicità", gradevole e poco impegnativo. 

Lo stesso posso dire di Chiara Gamberale e il suo "Per dieci minuti". Ho approfittato dell'offerta di Feltrinelli per comprare più di un libro a 9,90. I titoli e gli autori sono interessanti, sarebbe stato sciocco non acquistarli.



Infine Alan Bennett, il grande autore inglese dall'ironia fulminante. Ho letto con gran piacere il suo "La sovrana lettrice", ritratto divertente e sopra le righe di quella strepitosa icona che è la Regina inglese.Meraviglioso e affascinante mito dei nostri tempi.




Ma senza opprimervi oltre con la solita lista, vi parlerò di uno solo, il più bello e quello che mi ha fatto più riflettere.




Autore: Claudia Pineiro
Titolo: Piccoli colpi di fortuna
Traduzione:Pino Accucci
Edizioni: Narratori Feltrinelli
Pagine: 224
Prezzo: 15 euro










"Forse la felicità è questo, un istante dove stare, un momento qualsiasi in cui le parole non servono perché ce ne vorrebbero troppe per poterlo raccontare. Azzardarsi a coglierlo nella sua essenza, senza permettere che le parole, nell'ansia di raccontare, gli facciano perdere l'intensità."




Claudia Pineiro for me è una certezza. Come sa chi mi legge da tempo, una delle mie autrici preferite. Adoro i suoi thriller, ma i suoi romanzi, che ricalchino vita vissuta o che siano frutto della sua immaginazione, mi catturano senza darmi respiro.
La trovo intelligente, intima, intensa, a tratti drammatica, con una scrittura chiara e lineare, senza sbavature e assolutamente personale.
La storia di Maria, che torna in Argentina dopo vent'anni e dopo una fuga i cui motivi drammatici, si scopriranno strada facendo, mi ha commossa e coinvolta come non succedeva da tempo.
A volte cerchiamo di sopravvivere chiudendoci sotto una campana di vetro, sperando che, i colpi della vita, non riescano più a farci male.Andiamo avanti seguendo i soliti passi e la strada che ci siamo scelti. Ma la vita ci aggancia all'improvviso, con  imprevisti sornioni e inevitabili piccoli colpi di fortuna.
Torna a lambirci il mare che avevamo respinto indietreggiando e girandogli le spalle. 
Ma il mare e la vita sono lì, vincono sempre loro.
E forse anche questo è la felicità.











02 settembre 2016

G COME GIUNGLA.

Sono tornata.
Farà piacere ad alcuni e meno ad altri.
In tutta onestà,sono stata così bene durante questa lunga pausa che ho pensato più volte se fosse o meno in caso di ricominciare a settembre.
Oppure di restare altrove, su una di quelle bellissime calette che ho visitato durante l'estate.
Cosa ho fatto?
Ho preso il sole, scalato montagne, fatto lunghe nuotate, mangiato, bevuto dell'ottimo vino, ho fatto l'amore, ho sorriso e ho pianto.
Sono stata accanto ai miei per qualche giorno che è sempre troppo poco se ci penso, maledetta distanza.
Ho cantato con mio nipote che è un vero artista partenopeo di soli sei anni.
Sono rimasta ancora una volta smarrita e amareggiata a causa di grandi disastri che continuano a dilaniare la nostra bella Italia.
Mi sono incazzata, perché conosco quel dolore molto bene, e i secondi interminabili di un terremoto sono scolpiti a fondo dentro di me. E quanto accade una volta è per sempre.

Tutte le volte che succederà, ovunque accadrà, è un tornare a quei momenti, a quella sera, a quelle lacrime, a quella rabbia.
Perché in Italia, a parte i soccorsi tempestivi e il volontariato, non cambia niente.
Sempre le stesse parole inutili, quei conforti meschini e vigliacchi. Le identiche pagliacciate. 
E gli stessi imbrogli.
Se non cambia tutto, non cambierà mai nulla.



"G come giungla,
la notte comunque si allunga, le regole sono saltate, 
le favole sono dimenticate,
G come guerra,
e giù tutti quanti per terra, non basta restare al riparo,
chi vuol sopravvivere deve cambiare."

Hai ragione Luciano, lieta e amara sorpresa di questo mio ritorno.

G COME GIUNGLA.