29 ottobre 2022

[SABATO DI POESIA] Linguaggi di Bei Dao





Molti linguaggi

volano su questo mondo
si scontrano, generano scintille
a volte è odio
a volte è amore

il palazzo della ragione
precipita nel silenzio
pensieri leggeri come strisce di bambù
intrecciano cesti
colmi di ciechi funghi velenosi

animali in movimento dipinti sulla roccia
corrono calpestando fiori
un dente di leone cresce
nel segreto di un angolo
il vento ha portato via i suoi semi

molti linguaggi
volano nel mondo
ma la nascita di una lingua
non può accrescere né diminuire
il muto dolore dell’umanità

 

(La rosa del tempo. Poesie scelte 1972-2008 (Elliot, 2018)


Note biografiche e riflessioni

Bei Dao pseudonimo di Zhao Zhenkai, nasce a Pechino nel 1949. È poeta, scrittore e traduttore cinese, vive in esilio ad Hong Kong dove insegna all'università. Viene ritenuto uno dei maggiori esponenti della poesia menglong detta anche poesia oscura o incomprensibile, un poetare chiuso e complesso di difficilissima interpretazione, il cui asse principale è l'individualismo contrapposto al rumore assordante degli slogan che ossessionavano la Cina in quel periodo.  In realtà è un movimento nato sul dolore provocato dalla rivoluzione culturale cinese, che per molti, compreso Bei Dao,  fu un fallimento, almeno per quel che riguarda i  valori. Lui poi, partecipò attivamente, durante gli anni '80, alle contestazioni che sfociarono nelle proteste di Tiananmen e che lo costrinsero all'esilio. La poesia che ho scelto oggi, parla di lingua e linguaggi, strumenti necessari all'uomo anche per vivere e rinnovarsi proprio  nei casi in cui l'uomo vive il dolore della lontananza dalla sua patria e dalla sua cultura. Riflettevo sull'idea che, quella miriade di linguaggi con i quali abbiamo investito l'intero mondo, alla fine possano tornare ad essere uno solo: l'amore universale. Buon sabato a tutti voi.

27 ottobre 2022

[VIAGGI] In vacanza cosa preferite mangiare?


Omelette originale assaggiata in un piccolo bistrot a due passi dalla Torre Eiffel


Siamo italiani impossibile nasconderlo, ancor più quando ci troviamo in vacanza all'estero. È il momento in cui vengono fuori tutti i nostri pregiudizi sulle abitudini alimentari degli altri cittadini del mondo e diciamocelo: nessuno batte il cibo italiano😉 Ma è davvero così o dovremmo smetterla di aspettarci la pasta al forno a Londra e la parmigiana di melanzane a Toronto imparando finalmente ad apprezzare la cucina straniera? 

Vi dirò: io fuori dall'Italia assaggio tutto e nella stragrande maggioranza dei casi apprezzo parecchio. Mi piace sperimentare e spesso, prima di partire per una località che non conosco, mi informo sui piatti tipici con la seria intenzione di provarli. Poi ci sono dei luoghi che conosco e dove torno con piacere anche perché mi piace la loro cucina: ad esempio Londra e Parigi. Questa estate, ho visitato Vienna per la prima volta e non mi sono fatta mancare nulla:  mi sono lanciata perfino nel "tour" Sacher Torte. 

E voi, in viaggio amate sperimentare la cucina del posto o come molti che conosco  vagate alla strenua ricerca di un ristorante (pseudo) italiano che alla fine vi deluderà come non ci sarebbe riuscito uno del posto?


Per riprova ecco alcune delle foto che ho scattato questa estate durante le mie vacanze. In alcune didascalie ho lasciato i link dei posti, entrate  e bon appétit!!!


Wrustel e carne: caratteristici della cucina nord europea
la famosa Wiener Schnitzel 

Tartare meravigliosa mangiata in un ristorante del centro storico viennese

Tutte le torte  di Demel

I dolci francesi di una delle tipiche pasticcerie parigine


Sacher Torte  - La Gloriette - si differenzia dall'originale per il doppio strato di marmellata. Non mi ha fatto impazzire.

Sacher Torte di Demel: molto buona - si differenzia dall'originale per lo strato più spesso di cioccolato.

Sacher Torte originale: Caffè Sacher - INSUPERABILE




Ops: e le birre?

23 ottobre 2022

[L'INCIPIT DELLA DOMENICA] Spatriati di Mario Desiati

Spatriati di Mario Desiati -
Einaudi Editore - 2021 -  cartaceo euro 20,00

Quando un fronte d'aria fredda incontra a terra una massa d'aria calda, quest'ultima si alza al cielo. Nascono i temporali. Pioggia e fulmini, acqua e fuoco. Non ho mai capito chi tra i due fosse il caldo e chi il freddo, ma mi ritengo fortunato di avere incontrato il mio fronte opposto in Claudia Fanelli, la spatriata, come qui chiamano gli incerti, gli irregolari, gli inclassificabili, a volte i balordi o gli orfani, oppure i celibi, nubili, girovaghi e vagabondi, o forse, nel caso che ci riguarda, i liberati. La notai la prima volta nell'atrio della scuola e desiderai i suoi capelli rossi, la pelle lunare, il naso pronunciato. Aveva l'aria d'essere piovuta lì da un altro mondo, più evoluto e illuminato. Mi chiamo Francesco Veleno, sono figlio unico di Elisa Fortuna e Vincenzo Veleno, due ex atleti dilettanti, che si sono innamorati durante una puntata di Giochi senza frontiere e per tutta la mia infanzia mi hanno cresciuto con l'idea che li avrei riscattati dal misterioso incidente di avermi messo al mondo.


Il libro più bello e straniante che io abbia letto questa estate. Controverso, a tratti spiacevole e violento, una scrittura travolgente e incandescente. Un libro diverso, dedicato a tutti gli irregolari, gli irrisolti. Capace di irritarti e di commuoverti, di legarti a sé fino alle lacrime, o di farti pensare di odiare l'intero mondo. Costruito per raccontarci la fragilità di due anime che si completano ma che hanno bisogno di sfidare il mondo prima di dirselo. Vola sulle righe di capolavori della letteratura italiana e mondiale, mai citati a caso. Forse il miglior Premio Strega degli ultimi anni. 

Una "spatriata" come me non poteva che amarlo.


Spatriati di Mario Desiati - Einaudi Editore - 2021 -  cartaceo euro 20,00

22 ottobre 2022

[SABATO DI POESIA] Inarrestabile di Hilde Domin




La propria parola
chi la riporta indietro,
la parola
viva
non ancora pronunciata?

Dove vola la parola
si seccano i prati,
ingialliscono le foglie,
cade la neve.
Un uccello tornerebbe da te.
Non la tua parola,
quella ancora non detta,
nella tua bocca.
Le altre parole le rimandi
indietro,
parole con soffici piume colorate.
La parola è più veloce,
la parola nera.

Arriva sempre,
non smette mai di
arrivare.

Meglio un coltello di una parola.
Un coltello può essere poco affilato.
Un coltello molte volte
manca il cuore.
La parola no.

Alla fine è la parola,
sempre
alla fine
la parola.

(Con l'avallo delle nuvole - poesie scelte - 2011 - traduzione Ondina Granato)



Note biografiche e riflessioni


Hilde Domin  nasce a Colonia nel 1909 e muore a Heidelberg nel 2006.Scrittrice, traduttrice, e curatrice.  Passata attraverso la Shoah e trasferitasi con la famiglia nella repubblica dominicana dopo un breve periodo di permanenza in Italia, si avvicinò alla poesia nel 1951, alla morte di sua madre. Ben presto divenne una delle voci più vibranti della letteratura tedesca ed europea.  Ritornata in patria scrisse molto a proposito del suo esilio e del ritorno. Si interrogava spesso sullo scopo della poesia e delle parole. Per quel che mi riguarda la poesia è fine a se stessa e mi rende libera. Di leggere e comprendere, di rincorrere le parole sul filo delle nostre sensazioni. È un moto continuo, verità, dolore e speranza. La poesia è vita. E non ne potrei mai fare a meno.



20 ottobre 2022

[ASSOCIAZIONI] Vi presento Casa Famiglia La Nuvola

Foto privata - vietata la riproduzione 

Oggi inauguro una nuova rubrica che con cadenza mensile, affronterà problematiche di vario genere collegate alle Associazioni e al mondo del Terzo Settore, tessuto sociale tra i più importanti dell'Italia. A volte se ne parla male e ingiustamente. In realtà la maggior parte di loro combatte quotidianamente  e con forza per aiutare e sostenere i più fragili (disabilità, difficoltà familiari ed economiche, malattie rare di ogni genere) spesso rimanendo nell'ombra mentre quel  che emerge è il minimo sottobosco negativo che purtroppo fa più notizia. Ma non  sarò io  la parte attiva del discorso.  Bensì  la dottoressa Gugliotta, educatrice  della Casa Famiglia La Nuvola di Napoli,  da oltre trent'anni presente in città quale sostegno per  famiglie e bambini in difficoltà,  in una delle realtà più complesse e difficili della nostra nazione. Sarà lei che, passo dopo passo, prendendo spunto dalle vostre domande e curiosità o da fatti di cronaca,  ci spiegherà cosa significa far parte di una associazione e le sue problematiche.  Che ultimamente  sono aumentate esponenzialmente a causa della crisi economico sociale che non ci da tregua.

Ciao Ai, bentrovata sul mio blog. Ci racconti brevemente come e quando è nata Casa Famiglia La Nuvola?

Ciao Mariella, grazie per l’invito a chiacchierare nel tuo blog di un tema particolarmente importante ed a me tanto caro, visto che ci vivo all’interno da tempo. Avevo 17 anni quando i miei hanno deciso di creare una casa famiglia, a Napoli non ce n’erano, c’erano tante comunità e tanti istituti, ma non case famiglia, ossia con una famiglia che accoglie bambini in difficoltà, vivendo con loro h24. Era marzo 1997 quando accogliemmo il nostro primo bambino, 12 anni, praticamente un fratello per noi, ed a giugno arrivarono una neonata e 2 splendidi e piccoli fratelli. Che allegria, favole, giochi, girotondi. Difficoltà nello studiare…io frequentavo il quinto anno di liceo, fu destabilizzante. Ci furono scosse di assestamento, grandi e piccole, bambini con maggiori difficoltà e complicazioni, un vissuto talmente complicato e difficile da sostenere che mia madre comprese subito il suo duro compito: accogliere ed abbracciare le difficoltà dei minori accolti, e tenere al riparo noi figli che venivamo da un mondo protetto.Da allora non si è mai fermata, abbiamo continuato ad accogliere bambini, in 25 anni tanti bimbi ci hanno mostrato come l'iniziale sguardo sofferente si è trasformato  fino a spiccare il volo;  abbiamo lavorato per svolgere al meglio il nostro ruolo, quello che mia madre si era prefissata fin da subito, essere una “nuvola” di passaggio per tutti questi cuori, una nuvola che a volte può essere grigia e tempestosa ed a volte bianca e serena. Nasce così  l'Associazione "Le Ali" che crea  "Casa Famiglia La Nuvola".


Di cosa si occupa l'Associazione e quali sono gli obiettivi che si pone?

L’Associazione si occupa principalmente della casa famiglia che accoglie minori 0-12 anni, collabora con la parrocchia del quartiere per un aiuto ai senzatetto con cene e vestiario una volta a settimana, collabora con attività sportive per l’inclusione sociale di minori rom, distribuisce mensilmente pacchi alimentari a famiglie bisognose con l’aiuto del Banco opere di carità (molto simile al più conosciuto Banco alimentare). 

Le difficoltà economico-sociali  inaspritesi durante gli anni del Covid, vi hanno messo a dura prova. Ci racconti qualcosa in merito?

Purtroppo dopo il covid ed ora la guerra, tutto sta evolvendo in maniera non proprio positiva, le famiglie che necessitano di pacchi alimentari aumentano ma la quantità di alimenti fornita dal Banco è diminuita. Per fare un esempio: fino ad un paio di anni fa ci venivano consegnati 12 quintali di alimenti adesso con un maggior numero di famiglie bisognose  purtroppo la quantità si è ridotta ad un massimo di 5 quintali. Le difficoltà si riscontrano anche in casa famiglia, i comuni (fatta eccezioni di pochi e sempre gli stessi, come Benevento) arrancano, non pagano, da anni. Le amministrazioni spesso non rispondono e i soldi necessari per il sostentamento dei bambini non arrivano. Passano anche mesi. Quindi l'Associazione  anticipa ogni tipo di spesa. La problematica dei pagamenti è sempre stata alla base dei rapporti case famiglia/comunità - comuni , anni fa con i vari coordinamenti facemmo anche delle manifestazioni vestiti da fantasmi perché le amministrazioni non ci vedevano, ci ignoravano, e purtroppo continuano a farlo. La situazione sta diventando intollerabile. Per questo grazie per averci dato la possibilità di parlarne da te e per l'opportunità futura. Ringrazio tutti per l'attenzione e  attendo spunti e commenti per il prossimo post.


Casa Famiglia La Nuvola - Napoli - Piazza Salvatore Lobianco, 10 - Telefono: 081 5844407

CF e P.IVA:094204110632 - 05994171212 

18 ottobre 2022

[VIAGGI] Vienna - la città sontuosa.

    Il Palazzo Reale di Hofburg - Vienna

Nella mia estate breve e vagabonda, ho seguito il filo di seta sottile  tra bellezza e romanticismo.

Una delle tappe che maggiormente mi ha sorpreso e ammaliato, è stata Vienna. Mi raccontavano meraviglie e di certo non ne sono rimasta delusa.  Tra musica, arte e storia, è stata una girandola di emozioni e stupori. Fin da quanto ero bambina, sognavo di visitare la città di Mozart, Beethoven, Strauss, e, udite udite, la città di Sissi. Per esattezza l'imperatrice Elisabetta di Baviera, regina di Ungheria, Boemia e Croazia,  moglie di Francesco Giuseppe I,  Imperatore d'Austria,  che la storia d'Italia ricorda molto bene. 

Per conoscerla meglio e nella sua realtà, ho visitato la mostra a lei dedicata nel palazzo reale di HOFBURG. E ho capito che l'immagine romantica che ne abbiamo noi italiani  costruita anche grazie ai celebri  film con Romy Schneider protagonista, ha poco a che fare con lei,  a parte l'amore per la sua famiglia di origine e la natura. Una donna controversa, ossessionata dalla sua bellezza e con un culto sproporzionato nei confronti del suo fisico. Poco incline ai doveri a cui la sua condizione di imperatrice l'obbligava dai quali, poco alla volta, si sdoganò allontanandosene completamente negli ultimi anni di vita. Viaggiava moltissimo perché odiava la corte reale e  probabilmente nemmeno così innamorata del marito, che invece l'adorò fino all'ultimo giorno della sua vita. In ogni caso un personaggio complicato e unico.

Ritratto di Elisabetta D'Austria - Palazzo Reale di Hofburg - Vienna

Ritratto di Elisabetta D'Austria - Schönbrunn  Palazzo Imperiale




Così come unica è Vienna. Meravigliosa e sontuosa, un gioiello di città  che vi consiglio di visitare, senza alcun dubbio. Antica e moderna, vivace e crepuscolare. Bellissimo andare alla sua scoperta di sera, camminando lentamente tra le strade del centro storico e del ghetto ebraico. Indimenticabile per la musica, per la poesia di ogni angolo. Per i suoi castelli in città e quelli appena fuori come SCHÖNBRUNN. Favoloso sedersi ai tavolini dei caffè storici per assaggiare una fetta (anche di più) della sua bandiera nazionale: la SACHER TORTE. E poi i musei, con le sue mostre evento e gli artisti icona, quali KLIMT. 

Nulla è lasciato al caso, tutto perfetto, ricco, immaginifico. Vi lascio alcune foto scattate durante la vacanza.


Giardini reali di Hofburg - Elisabetta D'Austria


Roseto dei Giardini reali di Hofburg

Palazzo Reale di Schönbrunn

Roseto di Schönbrunn


Uno dei Gazebo di Schönbrunn

Una delle sale da pranzo di Schönbrunn - Ritratto di Francesco Giuseppe I - Imperatore D'Austria


Camera da letto di Elisabetta D'Austria - Schönbrunn



La Gloriette - Schönbrunn

Ruota panoramica - Prater

Cortine interno - palazzo di Vienna

Cattedrale di Santo Stefano


 
Klimt - Bacio - Museo del Belvedere - Vienna


Il capolavoro che ho preferito: Sacher Torte originale - Caffè Sacher - Vienna

15 ottobre 2022

[SABATO DI POESIA] Era la tua bocca di Gonca Özmen





Era la tua bocca

Parete nuda, porta proibita

Era la tua bocca

A lasciare tracce di versi non nati

L’erba selvatica ha cambiato clima da sé
Ho provato la foglia amara della tua bocca

Era la tua bocca
Alberi di noci abbattuti

A radunare le voci e fuggire
Bambino mio di strada, mio cielo incompleto

Era la tua bocca
e ancora ci amavamo da bambini
(ma fra due giochi)


(Gonna Özmen - Inediti)


Note biografiche e riflessioni


Gonca Özmen nasce nel 1982 a Burdur, nel sud della Turchia e vive a Istanbul. Si laurea in Lingua e Letteratura Inglese all’Università di Istanbul nel 2004. Pubblica le prime poesie nel 1997 all’età di 15 anni e nello stesso anno gli viene conferito il premio Ya?ar Nabi Nay?r come migliore esordio. Nel 1999 vince l’Ali R?za Ertan Poetry Prize e l’anno seguente pubblica la sua prima raccolta, Kuytumda (nel mio angolo) e immediatamente premiata col Orhon Murat Ar?burnu Poetry Prize.  La poesia di oggi mi ha stupito e colpito per la sua immediatezza e pienezza. Con un retrogusto sensuale per nulla sfacciato ma intrigante.Nessun giro di parole ed  eccola la bocca, il paradiso  a cui tutti bramiamo e aspiriamo. Immediatamente mi ha fatto pensare a Lolita di Nabokov. Oggetto del desiderio e culla dei ricordi. Cosa ne pensate di una delle voci poetiche più interessanti del nuovo millennio? La conoscete? 

11 ottobre 2022

[BLOG] Un altro traguardo raggiunto: 1.500.000 mila visualizzazioni!!!


In un primo tempo, mi ero detta: massì,  a chi vuoi che interessi, scriviamo sempre di meno, abbiamo un sacco di problemi con blogger, siamo rimasti in pochi,  quasi tutti  ci siamo ritrovati a rallentare con le pubblicazioni  perché la vita ci da altre priorità, come giustamente deve essere...

Ma poi ho pensato che, in ogni caso, ho raggiunto il nuovo traguardo in poco più di un anno e allora vuol dire che non è proprio così. Se mi leggete ancora, se trovate interessanti i miei post, pure dopo un'estate in cui mi sono fermata del tutto, è giusto celebrare.

Per cui, nuovamente, sono qui a ringraziarvi, di esserci sempre, nonostante le mie e le vostre difficoltà, gli affanni e le soste malinconiche. 

Perché sono 11 anni che scrivo con passione. E quando mi sono fermata, per periodi più o meno lunghi, mi avete aspettato. Spero con tutta me stessa di continuare così, scrivendo di getto e con sincerità, mettendomi in gioco, ogni giorno. Potrebbe sembrare un paradosso ma non lo è, questo mondo virtuale mi abbraccia quasi come quello reale. E quell'abbraccio lo sento forte ed è il motivo per cui ve lo rimando, fortissimamente anche io. E resto qui.



09 ottobre 2022

[AUTUNNO] Visita all'agricola delle meraviglie: il campo delle zucche di Vimercate

 






Ieri, approfittando della bellissima giornata di sole ci siamo diretti a Vimercate, alla fattoria nata  grazie all'amore di Agricola delle meraviglie di Steflor.

C'era l'apertura al pubblico del loro Campo delle Zucche, la celebrazione più gradita che si poteva effettuare per festeggiare l'arrivo dell'autunno.



Abbiamo scelto le più belle, secondo il nostro insindacabile giudizioda portare a casa, attraversato il percorso di fieno, ci siamo seduti accanto alle zucche colorate, dai profili e dalle forme più incredibili.




 Credevate come me che le zucche fossero solo arancioni? Ahahah scherzo, ma la loro bellezza  e le loro forme più svariate, ci hanno fatto comprendere ancora di più quanto la natura sia meravigliosa. Quanto la nostra terra sia una fucina incredibile. E poi quanto divertimento tra i carri, le balle di fieno, e migliaia di zucche colorate. 




È stata una mattina incredibile, quanto è bello tornare bambini e restare lì, seduti tra cuscini morbidi di fieno. A ricordare che la natura è geniale e mentre noi ci perdiamo in guerre inutili, lei continua a regalarci immensi tesori, che non ci meritiamo.














08 ottobre 2022

[SABATO DI POESIA] Non camminare davanti a me di Albert Camus





Non camminare davanti a me, 

potrei non seguirti.

Non camminare dietro di me, 

non saprei dove condurti.

Cammina al mio fianco e saremo sempre amici.




Note biografiche e riflessioni

Albert Camus nasce a Drèan, Algeria Francese,  nel 1913 e muore a Villeblevin nel 1960. Poeta, scrittore, drammaturgo, filosofo, saggista, giornalista e attivista politico francese. Semplicemente tutto. Premio Nobel per la letteratura nel 1957. Nel suo cammino umano ha attraversato parecchie fasi. Da un inizio in cui sposò gli ideali della sinistra al suo arrivare alla concezione per cui gli ideali e il senso della vita possono essere vitali acquisendo piena coscienza di sé stessi volta e volgendo lo sguardo e le intenzioni agli altri. Nel senso più totale del termine. Nessun giudizio nei confronti dell'essere umano e l'unica vera domanda da porsi sarà sempre la stessa: se la vita sia degna o meno di essere vissuta. Lo è se l'uomo si pone al servizio degli altri in modo da sconfiggere la "peste", ovvero le dittature.  Per quel che io riesco a comprendere nessuno è al di sopra degli altri ma insieme è possibile camminare e portare avanti con il confronto comune la strada che  ci prefiggiamo. Un elegia all'armonia e all'amicizia.
Voi cosa ne pensate, conoscete Camus?

05 ottobre 2022

[POSTITIZIE] Bimbi e supereroi a Milano

 


Gazzettinometropolitano.it

Riprendo una delle rubriche chiave del mio blog raccontandovi di una bellissima iniziativa che qualche giorno fa ha coinvolto i  piccoli pazienti  ricoverati nel reparto Pediatria  dell'ospedale Niguarda di Milano.

Sono bambini che affrontano quotidianamente battaglie tremende a causa delle loro malattie. Che combattono senza sosta, con un coraggio e una forza invidiabile.

Nel pomeriggio di due giorni fa, hanno visto calarsi dal tetto e arrivare alle loro finestre alcuni dei loro supereroi preferiti: Wonderwoman, Spiderman, Ulk, Dardevil, Thor e Batman, solo per citarne alcuni. La sorpresa è stata immensa soprattutto per Gabriele, che festeggiava il suo compleanno. Il bimbo è affetto da una malattia molto grave che lo ha costretto a due anni di ricovero, per fortuna sta migliorando dopo un trapianto di midollo ma  è  sordo dalla nascita. Ci sono state foto, sorrisi e tantissima allegria. I bimbi erano felici e molto emozionati.

Anche io lo sono mentre ne scrivo. E non posso fare altro che parlarne qui e ringraziare le Associazioni che hanno permesso tutto questo.

GabryLittleHero Odv e  Associazione Sea ‘SuperEroiAcrobatici.

Se volete saperne di più su di loro cliccate sui link che ho lasciato. 

Il terzo settore è degno di stima e rispetto. Da anni me ne occupo  a titolo gratuito (non so se ne ho mai parlato qui) e in famiglia siamo molto coinvolti grazie a mia cognata che ha un'associazione senza scopo di lucro che si occupa di bimbi con famiglie in difficoltà. Di lei ho già parlato in passato e appena possibile ne parlerò ancora.




04 ottobre 2022

[MUSICA] I Beatles e i sessant'anni di Love Me Do

Il 5 ottobre del 1962 veniva pubblicato il primo singolo dei Beatles: LOVE ME DO. Sono passati sessant'anni ma a dire il vero  avevo già festeggiato i cinquanta  qui sul blog. Per l'occasione vi ripropongo quel post scritto dieci anni fa. Il tempo passa ma loro restano IMMORTALI.

Il 4 settembre del 1962 questo gruppo di ragazzi di Liverpool incideva il suo primo singolo sotto etichetta Emi Parlophone Records.
Nasce così ufficialmente la band che più di ogni altra avrebbe lasciato il segno nel mondo della musica, mondo che frequenteranno insieme solo per 10 anni. Sovvertiranno ogni regola scritta e non scritta nel panorama musicale mondiale.
Lo sconvolgeranno e dopo di loro niente sarà più come prima.
Se la riascoltiamo oggi la melodia della canzone con l'armonica blues suonata da John Lennon, immediatamente ci rendiamo conto che racchiude il senso e la magia di tutte le rivoluzioni che verranno dopo di loro.


La mitica copertina di Abbey Road



"Love me do" è stata registrata in diverse occasioni.

La prima versione, il 6 giugno 1962 aveva alla batteria Pete Best.
Fu per un'audizione con la Parlophone che poi non li mise sotto contratto subito, perchè non convinta.
Caspita che errore!

La seconda versione, il 4 settembre 1962 fu quella del singolo e vide alla batteria Ringo Starr.
L'artista aveva sostituito definitivamente Best nell'agosto precedente, il quale non piaceva al loro produttore Martin, della casa discografica Parlophone.

In quel momento il gruppo si completava definitivamente.

gli studi di Abbey Road


La versione singolo immediatamente pubblicata ebbe Ringo Starr alla batteria.

La versione album in "Please Please me" del 1963 vide Andy White al suo posto, ma fu una sostituzione temporanea, perchè Martin non sembrava convinto nemmeno di Starr, che dire, aveva problemi, il ragazzo.

Quel giorno, i quattro "scarafaggi" varcarono il portone degli Abbey Road Studios per la prima volta, per registrare il singolo e i brani del loro primo album.

Questa mattina, ho comprato l'edizione speciale di Newsweek dedicata ai Beatles.
Si intitola:  50 YEARS SINCE THE MUSIC STARTED


Per l'occasione vi lascio uno stralcio di quanto riportato sulla rivista a riprova che quanto ho scritto ieri (la mia memoria fa cilecca qualche volta, ma sui Beatles proprio no) è realtà storica.

"Dopo la Sessione Emi, però, George Martin informò Epstein che lui non voleva che Best suonasse la batteria durante la futura data di registrazione dei Beatles, che avrebbe avuto luogo il 4 Settembre. Non aveva lasciato intendere di sostituirlo in maniera definitiva, ma Lennon, McCartney e Harrison aveva già pensato in questi termini. Come il talento degli altri membri sembrava esplodere, Best era appena sufficiente come giocatore. Era timido, e mentre il resto della band aveva adattato le acconciature alla Pop-art, Best persisteva conn la sua sempre più fuori moda Pompadour. Doveva andare, e gli altri Beatles avevano lasciato il compito a Epstein di eliminarlo. "Eravamo codardi" ammise Lennon. Per sostituire Best, i Beatles si avvicinarono a Ringo Starr, il batterista dei loro rivali di Liverpool "Rory Storn and the Hurricanes". "Ringo era una stella in proprio", Lennon disse e la popolarità che aveva a livello locale contribuì a  salvarli dalle ferite dei fans che avevano perso Best. Starr firmò, e ricordò in seguito, il primo concerto nella Cavern dopo avere aderito alla band, fu piuttosto violento. "Ci furono dei combattimenti, urla e botte. La metà di loro mi odiavano, la metà di loro mi ha amato. George si trovò con un occhio nero, e non ho guardato indietro". Ironia della sorte, quando i Beatles registrarono "Love me do" il primo singolo con Parlophone Emi, George Martin scelse di non utilizzare Ringo alla batteria. "Ringo a quel punto non era ancora un punto fermo... per George non era che un puntino come un qualsiasi ragazzo di sessione poteva essere " disse McCartney.
Ma loro avevano scelto.
"Love Me Do", uscì il 5 ottobre con "PS I Love You" quale lato b, non accese il mondo ma entrò nei primi 20 in Inghilterra e in seguito assicurò lo status della band.
La volta successiva i Beatles tornarono alla Emi sotto etichetta Parlophonee il 26 novembre 1962 registrarono il loro primo LP "Please Please me".
Lo stato definitivo era stato fissato."

NASCEVA IL MITO