30 dicembre 2023

[SABATO DI POESIA] Abbi cura di Andrew Faber

dal web
Abbi cura dell’incanto che sei

della gentilezza in cui credi.
Della tua dolcezza fuori controllo.
Della pace che coltivi in ogni abbraccio.
Mentre là fuori, è guerra.

Abbi cura di te.
Della tua inquietudine.
C’è chi la chiama ansia.
C’è chi lo chiama panico.
Sappi che non è un mostro
e che se è venuto a cercarti
è perché ti sei persa.
Perché hai smesso di ascoltarti.

Abbi cura di chi ti ha reso Poesia.
Di quel dolore che hai saputo affrontare.
Di quell’Amore che hai lasciato andare.
Di tutte le volte che hai fatto un passo indietro
e per gli altri, hai chiesto scusa.
Di tutto ciò che non ti fa assomigliare a niente.
Di tutto ciò che ti fa sentire viva.
Sbagliata, unica e diversa.
Abbine cura.
Oggi piú che mai
questo mondo ha bisogno
di meraviglie come te.


Note biografiche e riflessioni


Andrew Faber, pseudonimo di Andrea Zorretta (Roma22 luglio 1978), è uno scrittore e poeta italiano. Sul suo sito dice di lui: amo i gatti e la poesia, le fusa e l'inchiostro. Leggendo alcune delle sue rime ho incontrato genio, ironia, poesia. Vi consiglio di conoscerlo, non ve ne pentirete. E con la poesia di oggi, vi auguro ogni bene e un anno nuovo colmo del "prendersi cura" di noi e di chi amiamo. 

Buon 2024, a rileggerci presto.

23 dicembre 2023

[SABATO DI POESIA] Buon Natale di Alda Merini



A Natale non si fanno cattivi
pensieri ma chi è solo
lo vorrebbe saltare
questo giorno.
A tutti loro auguro di
vivere un Natale
in compagnia.

Un pensiero lo rivolgo a
tutti quelli che soffrono
per una malattia.
A coloro auguro un
Natale di speranza e di letizia.
Ma quelli che in questo giorno
hanno un posto privilegiato
nel mio cuore
sono i piccoli mocciosi
che vedono il Natale
attraverso le confezioni dei regali.

Agli adulti auguro di esaudire
tutte le loro aspettative.
Per i bambini poveri
che non vivono nel paese dei balocchi
auguro che il Natale
porti una famiglia che li adotti
per farli uscire dalla loro condizione
fatta di miseria e disperazione.

A tutti voi
auguro un Natale con pochi regali
ma con tutti gli ideali realizzati.


Con le parole di Alda Merini auguro a tutti voi un Natale di piccole cose. Sorrisi e carezze, attenzioni e respiri. Calore autentico e famiglia. Di staccare dai social, web e internet. Di riflessione e di emozione. Di rispetto e amore. Che sia un Natale reale, puro e sincero. Vi abbraccio tutti.

16 dicembre 2023

[SABATO DI POESIA] Qui sono le parole che contano di Dino Azzalin





Qui sono le parole che contano,

vanno, vengono, scendono, salgono,

poche volte si fermano al posto giusto.

D'inverno si attorcigliano sulla lingua

come sciarpe, d'autunno sono come fiamme

nel camino. Le cerco, le bacio, le rompo,

sillabe, vocali, amanti, fratelli.

una storia, un dolore, mutano perché una parola 

è stata cambiata di posto o perché un'altra

si è accovacciata come un bimbo dentro

un verso o una frase, dove non era attesa.

quella parola è rimasta ubbidiente a dare un senso

all'istante, al giorno, o alla sola voce,

poi è scappata, come un gioco.

la poesia è mia sorella, mia semina

d'aprile, mia speranza stropicciata

mia eterna fedeltà, e i miei frutti d'estate sono qui

sulla tua bocca, dentro le parole che dirai.

( Dino Azzalin  - "Qui sono le parole che contano" 1979 Crocetti Editore)

Note biografiche e riflessioni

Dino Azzalin è nato a Pontelongo (PD) nel 1953. È medico, poeta, scrittore, editore. Ha pubblicato con l’editore Crocetti di Milano quattro raccolte di poesia: I disordini del ritmo (1985), prefazione di Cesare Viviani; Deserti (1994), prefazione di Mario Santagostini; Prove di memoria (2006), prefazione di Andrea Zanzotto, finalista al Premio Dessì (2°) e vincitore al Giustino de Jacobis (2007). Ho trovato strepitosa questa poesia e vorrei dedicarla al mio blog, lì dove le parole sono preziose e  avvolgono sempre, con cura, attenzione, curiosità, ironia e  spero, intelligenza. Un abbraccio a tutti e buon sabato.

13 dicembre 2023

[CULTURA E TRADIZIONE] Latteria e Michetta

Bar  latteria San Marco Milano 


Ho un ricordo indelebile della latteria sotto casa dei miei zii, non molto lontano dalla Stazione Centrale di Milano. Ricordo il profumo del pane e quello del cibo. Come sempre gli odori ti trasportano indietro nel tempo, lasciando addosso la malinconia decisa dei bei tempi andati.

Ma che cos'era la latteria milanese? Un locale tipico degli anni '70 dove era tradizione fermarti a bere un caffè, comprare pane e latte o mangiare dei piatti cucinati come a casa tua. Una cucina semplice, genuina, cara ai milanesi e anche agli avventori di fortuna, che magari capitavano in zona e volevano mangiare qualcosa di buono senza spendere troppo. Luoghi retrò, spesso con insegne consumate dal tempo, tavoli e sedie mai uguali e imperfetti, banconi dai colori sgargianti.  E proprietari discreti, magari un po' bruschi ma capaci di sorrisi e gesti carichi di generosità. Si perché tutti potevano sfamarsi a loro interno e nessuno veniva cacciato in malo modo, come a volte avviene ora, tra le luci sfavillanti dei locali trendy che hanno cambiato il volto di Milano. Talvolta non in meglio.

Ogni giorno  si andava a comprare il latte e la Michetta. Il tesoro dorato dei panettieri milanesi. La punta di diamante sfornata ALL'ALBA che tutti gli operai e impiegati compravano, riempita  con affettati o formaggi. Era il pranzo della pausa e talvolta anche la cena. Un pane meraviglioso, friabile, dal profumo inconfondibile. La si inzuppava anche nel latte, senza timore, aprendo stomaco e cuore.



il cuore dei milanesi, batteva forte, allora. In quei locali intimi, spesso frequenti nei quartieri di periferia, Più rari e  nascosti nelle zone centrali. Locati amati e pure adesso ricercati, ora che sono sempre di meno e gli ultimi rimasti difendono con lunghe e denti il loro patrimonio culturale e la Michetta. Il pane della condivisione e del rispetto. Egualitario, in tempi di differenze feroci e di distanze.

Se capitate a Milano cercatele, sapranno accogliervi e prendersi cura di voi, come una volta. E se sarete così fortunati di trovare quel panino magico, mangiatelo come faccio io, partendo dalla corona centrale e spezzettandolo un poco alla volta, perché vorrei durasse per sempre,  assieme ai miei ricordi.



06 dicembre 2023

Immenso come il mare



Foto privata - vietata la riproduzione

La soffice impronta che lascio sulla battigia so che scomparirà in breve tempo. Succederà quando il mare, con una nuova onda, cancellerà ogni segno del mio passaggio. Un evento naturale a cui siamo abituati, l'ineluttabilità della natura, la sua vita. C'è una spiegazione, ci saranno altre impronte, altre onde, in un rincorrersi infinito. 

A poca distanza, tra quelle stesse onde, c'è una famiglia che gioca. Un papà che rincorre le sue due figlie, nuotano, si tuffano, ridono. Una luce calda li avvolge, è il primo pomeriggio di un'estate che sembra non finire mai. La costa toscana si butta a capofitto nel blu, sembra voglia abbracciare tutto, il mare e le persone. È uno dei ricordi più nitidi che ho.

Io me lo ricordo quando vidi quel papà per la prima volta. Aveva 15 anni, era già un gigante buono e sorridente. Un po' dinnoccolato, per nulla timido, carico di energia e positività. Una vera forza della natura, capace di trascinarti ovunque lui volesse, avrebbe convinto perfino le pietre a seguirlo lì dove decideva. Quella energia che lo rendeva unico e immenso, come quel mare che amava perdutamente. So riconoscere chi ama il mare come me, lo intravedo tra le ciglia, nei battiti del cuore, nello slancio all'accoglienza e alla fratellanza.  Non è mai mancata, negli ultimi trent'anni in cui siamo stati vicini. Mi ha fatto da autista il giorno in cui mi sono sposata, a poco più di vent'anni. Poi avevamo fatto un patto, il giorno in cui ha sposato una delle persone che amo di più al mondo, mia sorella. L'avrebbe amata e protetta,  si sarebbe preso cura di lei per sempre. "Altrimenti te la vedrai con me" gli dissi all'orecchio, il giorno del matrimonio. Quella promessa l'ha mantenuta, anche quando la vita lo ha messo di fronte a delle prove che mai dovrebbero accadere. Come tutti è caduto, si è risollevato, è andato avanti. Ha creato, assieme a lei, una famiglia generosa e unica. Amata moltissimo, sostenuta e protetta. La  mia gioia era vederli organizzare la loro quotidianità  di cui mi sono sempre sentita parte integrante.  In ogni momento presente, un guerriero in uniforme.  

Poi è calata la nebbia e in un mattino di dicembre che non ti aspetti,  se ne è andato via senza salutare.  Il mondo si è fermato, incredulo e triste. Gli orologi hanno smesso il ticchettìo, i cuori hanno sospeso i battiti. Le lacrime scorrono mute e inarrestabili, da giorni. 

Proviamo a dare delle risposte, perché gli eventi, anche quelli più dolorosi e difficili, hanno una spiegazione. Quasi tutti, questo no, non ce l'ha.  Forse la rabbia col tempo lascerà il posto alla rassegnazione, e il dolore diventerà malinconia. Forse. E torneremo a camminare sulla battigia, tenendoci per mano, ricordando le estati, i  Natali, i compleanni, le risate e gli abbracci. Ma la tua impronta, amico, fratello, cognato mio,  non scomparirà.

Nuota bene lassù, nel mare perfetto del paradiso. Ti voglio bene, ciao Carlo Francesco.

 

È passato un anno intero da quel giorno e tu sei  presente nei nostri cuori. Oggi, domani, per sempre. Questo non cambierà mai. Stavolta te lo prometto io.

02 dicembre 2023

[SABATO DI POESIA] La neve che mai si accumula di Emily Dickinson


Emily Dickinson - dal web



La Neve che mai si accumula -
la transitoria, fragrante neve
che arriva una sola volta l'anno
morbida s'impone ora -
tanto pervade l'albero
di notte sotto la stella
che certo sia il passo di febbraio
l'esperienza giurerebbe -
invernale come un volto
che austero e antico conoscemmo
riparato in tutto tranne la solitudine
dall'alibi della natura -
fosse ogni tempesta così dolce
valore non avrebbe -
noi compriamo per contrasto - la pena è buona
quanto più vicina alla memoria.



Note biografiche e riflessioni


La grande poetessa statunitense scrisse questa ode nell'inverno del 1868. Tra le righe la meraviglia, l'incanto di una stagione che arriva portando con se un'immagine fresca e delicata di quel mondo che sa d'antico, il mondo che ci regala la neve. Anche adesso, negli anni 2.0, accogliamo con gioia il candido cadere di quei fiocchi che ogni volta riescono a far sussultare il nostro cuore e a farci tornare bimbi. La neve era una compagna molto gradita ad Emily, lei si sentiva protetta e confortata in quel silenzio che comunque, le provocava tante emozioni. Quella purezza che ci racconta ce la rende cara ogni volta che un suo scritto torna ad accarezzarci con le sue parole. Buon dicembre a tutti voi.

22 novembre 2023

[25 novembre] Ricorda uomo di Mariella Scalzullo






Ricorda uomo che ti dici estraneo alla violenza sulle donne e pubblicamente la condanni, rispettarci vuol dire:


gioire con noi se abbiamo successo sul lavoro anche se guadagniamo come o  più di te;

apprezzare e seguire i consigli di amiche come degli amici;

condividere ogni impegno domestico paritariamente;

pensare che la minigonna indossata la sera ci faccia belle e non         prede;

rispettare il nostro pensiero anche quando non lo condividi;

pensare che essere il capofamiglia non abbia alcun senso tra noi;

che il nostro cognome possa precedere il tuo;

che i nostri malesseri/malattie abbiano lo stesso peso dei tuoi;

che nel sesso il nostro piacere sia da raggiungere  come il tuo;

Che l' amore sia tutto questo e mai possesso;

Il  nostro NO ha lo stesso peso  del tuo;


      Ricorda e sarai un Uomo.



(Mariella Scalzullo - inedito - novembre 2023)


Questo post era programmato per sabato, ma le ultime vicende mi hanno costretto ad anticipare. Sono sconvolta, a distanza di due giorni dal ritrovamento di Giulia Cecchettin,  ieri c'è stata la 106 esima vittima. È tempo di dire:

BASTA BASTA BASTA BASTA BASTA BASTA BASTA BASTA BASTA BASTA BASTA BASTA

18 novembre 2023

[SABATO DI POESIA] Le piccole rose di Vincenzo Mascolo





Verrà il tempo, mi dici,

che torneranno a fiorire le piccole rose
che abbiamo legato ai nostri balconi
con un filo di rame sottile
per tenerle al sicuro dal vento.

Verrà quel tempo, mi dici,
e allora di primo mattino
le scioglieremo ad una ad una
dal filo e resteremo a guardare
che si dischiudano al sole.

Ci sarà un tempo, ti dico,
per tutte le cose,
anche per vedere sbocciare
e poi sfiorire di nuovo
le nostre piccole rose.

Dedicata a Giulia, piccola rosa tra le rose. Ovunque tu sia❤️


Note biografiche e riflessioni

Vincenzo Mascolo, nato a Salerno, vive a Roma. Ha pubblicato Il pensiero originale che ho commesso (Edizioni Angolo Manzoni, 2004), Scovando l’uovo (appunti di bioetica) (LietoColle, 2009) e Q. e l’allodola (Mursia, 2018). Con Giampiero Neri ha curato per LietoColle l’antologia Quadernario – venticinque poeti d’oggi (2012) e altre due antologie poetiche. Nel 2019, per un progetto benefico della Fondazione Sanità e Ricerca, ha coordinato l’antologia di poesie e saggi Piccolo dizionario della cura (Mursia). Dal 2006 è il direttore artistico di Ritratti di poesia, manifestazione promossa da Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e Fondazione Cultura e Arte.  

Una poesia elegante e raffinata,  che ci circonda come un lieve sussurro parlando di vita, di amore, di speranza, di bellezza.  Mi è piaciuta immediatamente appena l'ho letta e ho deciso di pubblicarla oggi, nella settimana in cui continueremo a parlare di donne, che sono rose da coltivare, da ammirare, mai da distruggere.


13 novembre 2023

[CINEMA] "C'è ancora domani" per Delia e per noi






Io vi avverto, non sarà una recensione cinematografica anche se si parte proprio da lì, dal film di Paola Cortellesi che ha sbancato i botteghini superando negli incassi tutti gli altri film del momento e probabilmente anche il film Barbie. Sembrano  quanto mai lontane  le due pellicole o forse no. Io ci ho trovato un parallelismo che mi ha sorpreso.

Scrivo queste righe sull'onda dell'emozione che mi ha procurato la visione del film. Sono appena tornata a casa e batto velocemente sui tasti del mio mac. Non avrei mai pensato che sarei uscita dal cinema con il cuore in subbuglio e parole straripanti. 

Le parole. Quelle che le donne di allora dovevano tenere a freno. La bocca chiusa e e la  testa china.  E poi badare ai figli, ai mariti, ai genitori ormai anziani. Lavorando come si poteva, venendo pagate sempre meno degli uomini, per la sola ragione che, erano donne. Pronte alle botte, che arrivavano al mattino appena sveglie, schiaffi presi solo per tenere bene a mente che dovevano stare al loro posto. Un passo indietro, silenziose. In piedi perfino a tavola, mentre tutto il resto della famiglia mangiava. 

Quelle donne che, come Delia, la protagonista del film, accettavano ogni cosa, pronte ad umiliarsi per il bene della famiglia, per le loro figlie. Quelle donne che, con il loro silenzio, spiegarono alle generazioni successive, che il mondo bisognava prenderselo. Con il coraggio del silenzio, con la determinazione, con il loro esempio. Perché il semplice gesto di andare a votare per scegliere la democrazia, fu  un'incredibile rivoluzione. Un diritto che si presero  e che hanno regalato alle donne del futuro. 

A quelle che dopo di loro e grazie a loro, hanno potuto studiare, hanno scelto di vivere la vita come desideravano. Hanno ottenuto gli stessi diritti degli uomini, gli stessi salari, lo stesso peso.

Ah, dite che non è così, mi sto sbagliando? Che ci sono ancora troppe donne maltrattate, violentate, ricattate, lasciate in un angolo, figlie di un dio minore? Senza istruzione, senza diritti, senza peso? Che non si sentono abbastanza?

Sono passati quasi ottant'anni e quell'esempio non è servito? Allora sì, sono necessari film come quello meraviglioso che ho appena visto al profumo di oscar, diretto da una donna con gli  occhi colmi di coraggio, che ti lascia squassata per la sua bravura, davanti e dietro la cinepresa. Ci ricorda che nulla è perduto e ci sarà tanto da lottare, la strada da percorrere assieme e dico assieme, è ancora in salita ma abbiamo testa e cuore per poterlo fare. 

C'è ancora domani per Delia  e per noi.



PS: andate a vedere il film e alla fine non abbiate timore di applaudire forte più che mai.




11 novembre 2023

[SABATO DI POESIA] Now and Then - Beatles


dal Web 


I know it’s true
It’s all because of you
And if I make it through
It’s all because of you

And now and then
If we must start again
Well, we will know for sure
That I will love you

Now and then
I miss you
Oh, now and then
I want you to be there for me
Always to return to me

I know it’s true
It’s all because of you
And if you go away
I know you’ll never stay

Now and then
I miss you
Oh, now and then
I want you to be there for me

I know it’s true
It’s all because of you
And if I make it through
It’s all because of you

(John Lennon - 1977)



Note e riflessioni 


Per me, fan dei Beatles  praticamente dalla nascita, (chi mi segue da sempre conosce bene la storia della bambina Yetterdei) la pubblicazione del nuovo singolo dei fab four, ha il profumo di un evento epocale. Mi sono seduta in un angolo e l'ho ascoltato una, due,dieci, tante volte.  Registrata da John nella sua casa a Nyc con in evidenza la scritta "for Paul". Ho immaginato il passaggio del pacchetto dalle mani di Yoko a quelle di Paul. Ho sentito forte l'assolo della chitarra di George, forse il suo ultimo, e la batteria che Ringo suonava un po' provato dall' emozione. Infine la rabbia di Paul che non riusciva a dare un senso al tutto e che ci aveva quasi rinunciato, mentre gli anni passavano. Fino allo scorso anno, quando grazie all'apprendimento automatico (Intelligenza Artificiale) si è riusciti a pulire la voce di John dal resto dei suoni della cassetta e la canzone ha preso vita. 

Non dirò che il brano è un capolavoro. Ma ho la consapevolezza di comprendere  che la meraviglia di ritrovarli nuovamente insieme, è il miracolo che non mi aspettavo e che noi fan ci meritavamo. Perché il loro linguaggio resta universale e non è poco sentirli ancora una volta parlare di amore ora, in questi tempi estremamente duri e imperfetti.

Grazie❤️

PS: NON PERDETEVI IL VIDEO.




29 ottobre 2023

[TELEVISIONE] Addio a Matthew Perry


Dal web


Non mi fa mai piacere scrivere un post su di una celebrità che non c'è piú. Salvo poche eccezioni. Ed è il caso di oggi. Ho appena letto che ieri è stato trovato morto nella sua villa di Los Angeles, Mathew Perry, uno degli attori della sit-com più famosa degli anni '90: Friends. Interpretava il personaggio di Chandler Bing, forse il più fragile e insicuro tra i sei amici. 

Quasi inutile dire quanto mi dispiaccia. Quella serie televisiva ha segnato tutta la mia generazione. C'è chi dice che ha guardato Friends e chi mente.

Vi lascio una delle sue citazioni più celebri: 

Chandler: "Sono a pezzi e ho un disperato bisogno di affetto" (I'm hopeless, and akward, and disperate for love!).

Forse il suo manifesto. 

Buon viaggio Matthew❤️


Eccoli qua tutti insieme e bellissimi❤️


28 ottobre 2023

[SABATO DI POESIA] Ho bisogno di silenzio di Alda Merini

 




Ho bisogno di silenzio

come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.

Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorientate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.

Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.

Gli amici veri, pochi, uno?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.

Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.

Note e riflessioni

Amo postare le poesie "della Alda", mi piace pensare che arricchiscano questo angolo dandogli un tocco universale. Oggi lo spazio è dedicato ad una delle sue poesie più famose. Ci ritroviamo un po' tutti tra queste righe. Ognuno di noi ha bisogno, di frequente o meno, di avere degli istanti in cui ci si possa dedicare a se stessi. Momenti intimi, di rifugio, necessari talvolta a ritornare o a mettere un punto. Meravigliosa Alda, sempre perfetta nel cogliere ogni spasimo del nostro cuore.

25 ottobre 2023

[ATTUALITÀ] 25 ottobre - World Pasta day

 


Uno dei primi ricordi della mia vita è legato a mia nonna Carmela. 



Ho circa sei anni, mia nonna mi fa salire in piedi su una delle sedie della cucina, quelle impagliate, le ricordate? Così arrivo all'altezza del tavolo dove lei sta posando tutti gli ingredienti (oggi si chiama "linea") per preparare la pasta fatta in casa. 

Io la osservo incantata mentre divide la farina facendo un piccolo cratere nel centro in cui introduce uova, sale, acqua calda e lievito. E poi impasta, taglia e dispone la pasta fresca ad asciugare. Presto l'aiuterò anche io e poi mia sorella. Grazie a lei e a mia mamma sono in grado di preparare la maggior parte delle paste casalinghe, alcune, come i fusilli al ferretto, tipiche della cucina campana.

La pasta è la regina della cucina italiana. La maggior parte dei nostri ricordi sono legati all'amore per lei e ai ricordi a cui l'associamo. Indiscutibilmente è anche il piatto italiano più amato all'estero e più copiato, con risultati, ovviamente, a volte discutibili.

Oggi tutto il mondo la celebra. 

E a voi piace la pasta? Avete dei ricordi familiari a cui l'associate? 

21 ottobre 2023

[SABATO DI POESIA] Lettera dal balcone di Vivian Lamarque






Ti scrivo dal balcone,

dove resto ancora un poco questa sera

a guardare l’orto al sole di settembre


a mangiare pane e olio e foglie piccole di basilico


ti scrivo meno fiera di quello che vorresti


sono una donna forte sì


ma con anche continue tentazioni di non esserlo


di lasciarmi sciogliere d’amore al sole


e carezzarti e baciarti un po’ più di quello che tu vuoi

ti scrivo dal balcone


guardando il fico pieno di frutti


e il pero con le foglie malate


ho qualche pensiero triste


e due o tre sereni.

(Vivian Lamarque - Poesie 1972 - 2002 Mondadori)


Note biografiche e riflessioni

Vivian Lamarque (Vivian Provera Pellegrinelli Comba) è nata a Tesero in provincia di Trento, nel 1946. Milanese d'adozione, ha sempre vissuto lì dove per anni ha insegnato italiano per stranieri e letteratura in istituti privati. Pluripremiata autrice, è lei la vincitrice del Premio Strega poesia 2023 con L'amore da vecchia. Nella poesia di oggi mi riconosco. Quel tocco delicato di chi si appresta a terminare la sua giornata nella calma familiare di un luogo caro, mi assomiglia. E la poesia di Lamarque mi regala quiete e meraviglia. La meraviglia delle cose semplici ed essenziali, attraverso le quali riusciamo a riconciliarci con la vita.


18 ottobre 2023

[ATTUALITÀ] La manovra 2024 in un solo punto

Nella nuova manovra di governo che andrà in vigore nel 2024, c'è un punto che ritengo oltremodo mortificante per le donne e che, se ancora ce ne fosse bisogno, chiarisce ulteriormente la bassa considerazione che il nostro premier ha dell'universo femminile a parte quando parla di sé: le donne sono utili alla comunità in quanto madri e per incentivare le nascite ci saranno degli sgravi contributivi per le donne lavoratrici con uno o due figli. Il valore professionale e sociale di una donna è direttamente proporzionale al numero di figli fatti. Per cui, se non ne hai,  vali di meno. E questo messaggio, gravissimo, pesa enormemente sulla compagine sociale dell'Italia e sulle spalle delle donne che non sono madri. Una discriminazione che per me è una vera e propria violenza psicologica e ci riporta agli anni 30, quando il fascismo premiava le famiglie con tanti figli. Ancora dei dubbi sui tempi che stiamo attraversando?


14 ottobre 2023

[SABATO DI POESIA] Stazione Termini di Durs Grünbein

Ragazza dagli occhi grigi

non ancora diciottenne

zaino da mare in spalla

si aggira tra la folla.

Si aggira tra la folla

senza legami, spensierata.

Ci oltrepassa tutti con lo sguardo,

controlla brevemente il tabellone,

Firenze, Ancona, Napoli.

Sfreccia nel tempo:

lei è giovane, voi siete vecchi.

Un cucciolo di foca, finito

da solo su un banco di sabbia:

presto riprenderà il largo.



(Durs Grünbein - Le parole non dormono - Crocetti Editore -  traduzione Valentina Di Rosa)


Note biografiche e riflessioni

Kurs Grünbein è nato a Dresda nel 1962.  Il poeta tedesco si definisce un "umanista misantropo" dal titolo di una sua  poesia in cui prova a definirsi.  Ama l'Italia e ha una particolare passione per Pompei ed Ercolano. Ritiene la poesia "un esercizio della mente, un raffinato rompicapo pieno di significati, esatto e insieme penetrante".  Io trovo le sue parole molto attente e raffinate e lo sguardo sulla vita colmo di misura. Mi ha colpito la poesia di oggi perché in fondo, ognuno di noi ,guarda ai giovani che sono carichi di speranza, allo stesso modo del poeta: con grande e a volte non misurabile malinconia.

11 ottobre 2023

[ATTUALITÀ] Fedez e la salute mentale

Fedez: «Ho avuto una depressione acuta, a Belve volevo parlare di salute mentale. Me lo hanno impedito» Vanity Fair




Ma secondo voi, l'imprenditore digitale, onnipresente sui social, sente davvero bisogno di parlare in televisione di un argomento che gli sta a cuore(?). Non ci sono già tutti i suoi video, le attività sui social, i giornali (ad esempio l'intervista rilasciata al Corriere della sera di domenica scorsa) o le radio, che danno fin troppo rilievo a ogni cosa lui faccia nella vita? Non è già il più grande regista di se stesso? Cosa avrebbe aggiunto l'intervista a Belve? 
Parlare di salute mentale è importante, ieri è stata la Giornata mondiale della salute mentale. Ma ritengo sia necessario un approccio diverso alla materia. Competente, concreto, realistico. Non so quanto potrebbe esserlo un'intervista ad un personaggio di cui ho spesso la sgradevole sensazione che abbia il suo tornaconto in ogni situazione...

Per quel poco che ne so, vi dico: prestate attenzione a chi vi circonda perché i segnali riguardanti la malattia possono essere deboli o quasi inesistenti. Facciamo loro capire "che non sono soli". 

10 ottobre: World Mental Health Day

07 ottobre 2023

[SABATO DI POESIA] La curva dei tuoi occhi intorno al cuore di Paul Éluard

 



La curva dei tuoi occhi fa il giro del mio cuore,
girotondo di danza e di dolcezza,
aureola del tempo, culla notturna e sicura,
i tuoi occhi non m’han sempre veduto,
io non so tutto quello che ho vissuto.

Foglie di luce e schiuma di rugiada,
canne del vento, sorrisi odorati,
ali che rischiarano il mondo,
navi di cielo cariche e di mare,
sorgenti dei colori, a caccia d’ogni suono.

Profumi schiusi da una covata d’aurore
che giace ancora sulla paglia degli astri,
come il giorno deriva da innocenza
intero il mondo dai tuoi occhi puri
e il mio sangue fluisce in quegli sguardi.

 

(Nuove poesie d’amore  - Crocetti 2010)


Note biografiche e riflessioni

Paul Éluard (pseudonimo di Eugène  Grendel) nasce a Saint Denis in Francia nel  1895 e muore a Charenton-le-Pont nel 1952. È stato uno dei più grandi poeti francesi tra i maggiori esponenti del surrealismo. La sua poesia la vivo come una carezza, un dono di una semplicità estrema eppure inarrivabile. Il poeta della libertà, così come è universalmente riconosciuto, ha scritto poesie di un candore estremo. I suoi componimenti, che trattassero di guerra o di amore, sono contraddistinti da una grande armonia, da un esemplare equilibrio. Oggi qui, con il suo linguaggio universale, ci parla di amore, di vita e di sentimenti. E lo fa con purezza e semplicità. Così potente, così speciale.


04 ottobre 2023

[BLOG] Scrittori, blogger e tanto altro

 




Ho trovato questa vignetta sul web.  Senza volere polemizzare sulla battuta,  ho riflettuto su quanti abbiano un blog e si sentano scrittori. Su quanti scrittori hanno un blog e su quanti blogger (tipo me) hanno un blog ma non hanno mai nemmeno pensato di essere scrittori per questo. 
E voi, che ne pensate?

30 settembre 2023

[SABATO DI POESIA] L'unico posto di Antonella Radogna






L'unico posto dove 

voglio stare nell'universo

è nell'esatto punto

in cui la mia mano

si fa carezza sul tuo viso.

Vorrei vivere rannicchiata lì

dove abitano tutte le albe

e i tramonti

in questo solo gesto

semplice e divino.

(Antonella Radogna - Ciò che sai amare - Passigli Poesia)


Ho scelto nuovamente dei versi dalla raccolta di Antonella Radogna che ho terminato di leggere questa estate. La casa editrice  fondata da Mario Luzi ha regalato questo spazio fulgido alle belle poesie della poetessa materana ed io ho letto con passione e curiosità ogni verso. La poesia di oggi ci racconta l'amore attraverso un unico gesto che tanti di noi dedicano alla persona che amano e in quel dolce movimento c'è la felicità.