AUTORE: ALESSANDRO MILAN
TITOLO: MI VIVI DENTRO
EDIZIONE: DeA PLANETA
PAGINE: 260
EDIZIONE CARTACEA: 17,00 EURO
"Non vi racconterò stupide favolette. Wondy ha perso la battaglia. Francesca amava follemente vivere, Perché lei voleva vivere. Di più: non ho mai conosciuto una persona più attaccata alla vita di lei. Sempre sorridente, sempre ottimista, sempre propositiva, sempre sul pezzo, sempre avanti."
Io non so se riuscirò a trovare le parole "perfette" per parlarvi di questo libro.
Vorrei essere più brava nel raccontare. Più distaccata dalla storia e dai protagonisti che ho conosciuto. Ho paura che l'emotività prenda il sopravvento e che tutto diventi eccessivo e patetico. E questo non lo voglio, soprattutto per rispetto a quanto accaduto e per la stima che ho nei confronti di chi è narrato e di chi narra.
C'è molto dolore, vero, allo stesso tempo però c'è il coraggio di ricominciare.
Perché nella vita a volte si fanno promesse che non si sa se si riusciranno a mantenere.
Una promessa che non ha mantenuto.
La somma di tutto è il libro.
Racconta l'amore e l'inferno. Vissuti dall'altra parte. Dalla parte di chi deve essere forte per tutti e lotta, soffre, vorrebbe arrendersi e invece deve andare avanti.
Chi ad un certo punto si riconosce fragile perché avrebbe avuto voglia di scendere dalla barca in balia della tempesta.
Ma rimane lì, a guardare il mare tanto amato, cullato dall'idea che il buono è ancora accanto a lui. Le teste bionde dei figli, così simili ad un'altra che resta impressa a fuoco nella memoria e pulsa vivissima in ogni goccia di sangue.
In ogni giorno da attraversare.
La storia di Francesca e Alessandro è la storia di una coppia che si amava molto. Ridevano, discutevano e crescevano due figli adorati. Poi una malattia bastarda, il cancro, l'ha travolta portandosi via Francesca. Non è certo una favola.
Sembrerebbe una sconfitta. Ma lei dentro era un'eroina, Wonder Woman la regina delle Amazzoni, e non poteva certo finire così.
Ad oltre un anno dalla sua morte, suo marito ci ha raccontato, con un libro e partendo da quella che sembra la fine, tutto il percorso amoroso fatto assieme e la fatica profusa per dare un senso al suo domani e a quello delle persone care. Per continuare il cammino iniziato da sua moglie, affrontando quella sofferenza con il sorriso, senza lacrime e rassegnazione.
In maniera naturale nasce il desiderio di creare qualcosa nel nome di Francesca, che dia speranza e forza a chi soffre o ha sofferto e a chi non vuole e non deve, rinunciare a vivere.
Alessandro ha fondato una onlus, WONDY SONO IO, che si occupa di diffondere la cultura della resilienza. Parola magica a cui Francy era legatissima.
Dall'associazione è nato un premio che tutti gli anni viene attribuito alle migliori opere di letteratura resiliente. Che la cultura si possa occupare di trasmettere energia e forza anche nei momenti di buio assoluti a cui conduce questa malattia, mi pare un messaggio bellissimo. Uno dei tanti ispirato dalla forza e determinazione di Francesca.
Ma ora mi fermo qui e vi lascio ai due protagonisti della storia e a come si sono conosciuti attraverso dei momenti tratti dai loro libri.
Parole che mai come in questo momento, risplendono.
Parole che mai come in questo momento, risplendono.
Ecco a voi Wondy e Ken.
Aprile 2001
"La macchinetta del caffè in fondo al corridoio offriva una miscela abbastanza imbevibile ma erano le sei di mattina, dovevo iniziare il turno nella redazione news e quindi c'era poco da scialare: bisognava accontentarsi di quel che passava il convento. La biondina con i capelli sempre sparati invece aveva fatto la notte e se ne stava andando. Era più stropicciata del solito, gli occhiali da sole cercavano di nascondere i segni della stanchezza.
Da qualche tempo avevo notato che mi ronzava intorno, il che non mi dispiaceva affatto. Era piccolina, per non dire bassina, ma caruccia forte; occhi giganti di un blu mai visto, sempre sorridente, costantemente spettinata. Gran bel tipo. Spesso mi chiedeva una mano per i voice-over, le traduzioni in italiano che vanno in onda sopra le voci originali. " Alessandro, scusa, tu che sai bene l'inglese, mi aiuti con questa dichiarazione di Bush?".
Un po' utilitaristico, come ronzamento intorno, ma mi accontentavo."
(MI VIVI DENTRO - ALESSANDRO MILAN)
"Ricordo che mi sentivo molto orgogliosa del mio percorso perché non avevo perso tempo. Sono diventata giornalista professionista ancor prima di laurearmi, cosa che ho fatto con un solo anno di fuori corso. Con me in redazione c'erano tante persone valide, ambizione e in gamba, ognuno con la sua storia professionale e fra loro c'era anche Ken.
Di lui sapevo che faceva l'assistente di un grande conduttore del mattino. Biondino e magrissimo, nei primi mesi lo incrociavo raramente e non mi aveva molto colpito. Al principe azzurro con gli occhi azzurri preferivo ancora gli uomini dai colori mediterranei e un po' più tenebrosi.
Con il tempo ho capito che Ken era il classico ragazzo perbene, simpatico, intelligente, disponibile e dai sani principi. Solo dopo alcune storielle andate storte, una fiamma si era spenta a poco a poco e altre delusioni, quel tipo di ragazzo era diventato esattamente ciò a cui aspiravo. Ma non avremmo avuto molte occasioni di conoscerci meglio, se non mi avesse dato una mano, complice anche il caso..."
(WONDY SONO IO - FRANCESCA DEL ROSSO)
A lei io vorrò sempre bene, inevitabilmente. Ho scritto più volte in passato che lei c'è e ci sarà, sempre. Presente nel mio cuore e tra le mie pagine alla voce del verbo Francesca Del Rosso.
La mia Wondy bella.
Crediti:
Alessandro Milan, nato a Sesto San Giovanni nel 1970. Lavora come giornalista da quasi vent'anni a Radio24, dove conduce programmi di approfondimento. È presidente dell'Associazione "Wondy Sono Io", impegnata nella diffusione della cultura della resilienza.