28 novembre 2016

I LIBRI DI NOVEMBRE E PURE DI OTTOBRE.



Quando vi parlo di libri ho sempre la maledetta paura di annoiarvi a morte. Visto che quello che mi piace non è poi così scontato che piaccia ad altri, anzi.
Ho saltato, per un accavallarsi di avvenimenti, l'appuntamento di ottobre.
Nel frattempo ho ricevuto due LIEBSTER ARWARD da amici di blog (ci farò un post apposta per ringraziare e ricambiare credo di essere al quinto o sesto Liebster ricevuto e graditissimo) e  sono riuscita a  mettere un punto su di un ricordo dolorosissimo del mio passato. Così  apprezzato dagli amici che mi leggono. Parte del racconto poi, è stato pubblicato su Vanity Fair Italia (GRAZIE LUCA DINI). Non è la prima volta che succede ed è sempre un piacere e un onore.


Ma ora torniamo alla passione vorace, la lettura. Due i libri che vi consiglio. Due autori che sono musicisti di ampio respiro che usano le parole per solcare a fondo l'animo di chi li ascolta. Solitamente.
Non è quindi una sorpresa scoprire che leggerli è bellissimo e forse pure meglio.




Autore: BRUCE SPRINGSTEEN
Titolo: BORN TO RUN - L'AUTOBIOGRAFIA
Traduzione:Michele Piumini
Edizioni: Mondadori
Pagine: 523
Prezzo: 23 euro












"Una mattina, pochi giorni prima che diventassi padre, si era presentato alla porta della mia villetta di Los Angeles: <<Volevo solo darti un saluto>>. Erano le undici e ci eravamo seduti a bere birra sotto il sole intenso. In condizioni normali mio padre non era abituato alle chiacchiere di circostanza, perciò toccava a me rompere il ghiaccio.
<<Bruce,>> aveva invece detto lui ad un tratto <<sei stato molto generoso con noi.>> Era vero, lo avevo riconosciuto.Silenzio. Aveva lasciato correre gli occhi sulla foschia di Los Angeles. << Io,>> aveva continuato, <<io invece non sono stato molto generoso con te.>> Un'altra pausa.
<<Hai fatto del tuo meglio>>.
Ecco non mi serviva altro. Non dimenticherò mai il giorno in cui mio padre mi fece un regalo che mai avrei sperato... uno scampolo di verità."


 Mi sento quasi in difetto a parlarvi di questo libro, perché io parto da una posizione di vantaggio, visto quanto questo artista ha condizionato l'amore che ho per la musica e per le parole. Potrebbe quindi sembrare forzato e sopra le righe. Ma scoprire tutta la sua fragilità, che pure si intuisce dai suoi versi e allo stesso tempo la sua forza, mi ha riempito e ha contribuito ad alzare l'asticella dell'affetto e della stima. Non ci risparmia nulla della sua vita, dalla sofferenza alla gioia. Passando attraverso tutte le debolezze e i passi falsi. Senza facili compatimenti, caricando di rabbia e luce i momenti difficili come quelli limpidi.
Lo leggi, e attraverso i suoi quarant'anni di attività artistica e vita ne apprezzi il profilo, a volte duro a volte morbido. Per chi lo ama oltre la musica sarà un completamento e una conferma. Per chi lo segue solo come artista, scoprire l'uomo potrà solo farglielo apprezzare maggiormente. 
Io dal canto mio, ho camminato con lui realizzando che ci sono così tali punti di sintonia di vita che mi hanno fatto pensare di non potere fare a meno di amarlo così tanto e ne ho compreso la ragione, tutta lì, in punta di penna. THANK'S BRUCE.I LOVE YOU SO MUCH, FOREVER.





Autore: ROBERTO VECCHIONI
Titolo: La vita che si ama - storie di felicità
Edizioni: Einaudi
Pagine: 158
Prezzo: 16,50 euro











"La felicità è la paura che ti fa forte: cosa credi, di farmi paura? Io ci gioco a carte con te fino allo sfinimento non cerco di chiudere il mazzo e riporlo. Io le ridò le carte, fino all'alba del giorno dopo e di quello dopo ancora. E non farmi pensare di vincere una mano per piantarla lì. Io non voglio una mano, voglio la partita. Ah, morire, e che credi, di sbrigartela così? Io me ne impippo della fine e dei brillanti che semini qua e là per farmi chinare. Io la felicità la voglio addosso come una febbre, un innamoramento che non si spegne, la lunga onda di una mareggiata d'inverno con tutti gli scogli e i rifiuti possibili e insieme il corpo di una donna bellissima che esce dal mare e mi manda da lontano la vela di un bacio. Eccola, la felicità."


Non smettere mai di cercarla la felicità. Mai rassegnarsi alla serenità. Combattere non per gli attimi ma per il tutto.  Passare attraverso i terremoti della vita considerando che si può comunque passare oltre e continuare a cercare.
Roberto Vecchioni dixit. E ti graffia così a fondo che non puoi fare a meno di pensare che il raggiungerla,questa benedetta felicità, sia semplice come bere un bicchiere d'acqua o pedalare. E mi fa dire che sì, anche io la voglio addosso come una febbre che non passi mai. Voglio bruciarmi di felicità. Farmi male da  morire.
Intima, dura, fatale. La vita che si ama.

21 novembre 2016

57TH & 9TH.



Riconosco che negli ultimi anni ci eravamo un po' persi. 
Sarà che eri andato verso un suono che non riconoscevo. Esperimenti, musica classica, varie contaminazioni anche testi teatrali. Vero è che le continue ricerche e sperimentazioni ti hanno reso più ricco e più fragile. Ma quando ti sei dato al liuto ecco, allora è stato il momento in cui avevo deciso di dire addio all'artista, ormai così lontano da quel rock indiscutibilmente riconoscibile quale unico e suo.
E mi mancavi. Tanto.
Mi mancava Gordon, colui che aveva scritto la CANZONE PERFETTA. Che era stato il compagno delle scorribande, delle serata passate in macchina o fermi a guardare delle luci lontane. Quegli anni amatissimi e pure odiati, di passaggio dall'adolescenza alla giovinezza.Allo stesso tempo chi mi aveva fatto amare NYC attraverso la sua luce più vivida. La mia meglio gioventù un po' irruenta e la mia maturità pacata ma mai ferma. Mi mancavano il basso grintoso e  la chitarra carezzevole, l'indisponenza, l'inusitato talento. Mi mancava il tuo snobismo, il non esserti mai piegato ad alcun conformismo. Mi mancava lo sguardo indagatore, un po' cinico. Mi mancava la tua musica, che mi portavo dentro ben stretta.
Ed ora ti ritrovo ad un angolo della 57esima strada, lì in quella Manhattan che conosco bene, mentre cammini velocemente per raggiungere il tuo studio di registrazione. E ci fai toccare di nuovo con mano il sound che ci piace di più. Un ritorno grandioso.


Forse il più bell'album del 2016.Di sicuro uno dei tuoi migliori.

E ci convinci e ci stimoli e ci circuisci, con la forza e la rabbia nella quale ci e ti riconosciamo.


Ci emozioni cantandoci che non potresti fare a meno di chi ami, ricordandoci i grandi amici artisti che in questo anno di lutti se ne sono andati, tenendo presente che le rockstar non muoiono mai, ma lentamente si dissolvono.



E a cavallo della tua moto potente affondi questo mondo che non sappiamo bene dove voglia andare, ricordandoci i tuoi diktat ecologisti. e tra giri di parole e proverbi inglesi ci fai capire che se non cambiamo presto, tutto quello che abbiamo attorno e che amiamo sparirà.




E mentre affondiamo nei loop che amiamo di più, ascoltando il basso assieme alla chitarra e alla batteria potente che li completa, ecco che arrivano le ballate. Che parlano di amore del quale non vogliamo più accontentarci. E' già troppo questo mondo e questo modo di vivere. Tutto o niente. Non potrei essere più d'accordo di così.




Ma non è ancora finita, con una preghiera ci metti al posto di chi non ha più nulla per cercare di guardare il mondo con i suoi occhi. Quasi rassegnati a quella volontà superiore a cui tutti tocca inginocchiarsi.



Finisci accarezzandoci con la tua voce e il tocco della tua chitarra, regalandoci la speranza che pur essendo uomini fragili siamo allo stesso tempo forti, in grado di mantenere il nostro posto, magari arrivando in ritardo e nonostante questo salvandoci. 


E allora, dopo avere bevuto l'amaro calice della tua distanza ora posso alzarlo forte e dire: bentornato STING.




15 novembre 2016

HO VOGLIA DI UN POST STUPIDO.


Ho voglia di un post stupido.

Come ridere a crepapelle per avere visto un cappello strano che ti piace da morire e lanciandolo sullo scaffale lo sai che ti pentirai dell'esserti lasciata convincere che no, non è giusto per te.

Come esserti comprata una giacca di lana verde tutta pelosa, che ti fa sentire a metà tra un orso delle nevi e una inuit.

Come guardare quella foto delle vacanze in cui hai un'espressione stonata.Ma tu magari ti senti bellissima e proprio non ne vuoi sapere di cancellarla.





Come rimanere basita seduta in metropolitana guardando il gruppo di fronte a te così diverso e anomalo e ammettere che la strana sei tu, in realtà.

Come fare colazione con le amiche al mattino e prendersi amorevolmente in giro per le comuni fissazioni. E sapere che ci si ama proprio per questo.

Come sorridere senza motivo, che capita eh. Basta un raggio di sole in pieno inverno per  scoprirti  felice e "beonamente" contenta.

Come scrivere un "whatsapp" solo per far sapere a chi vuoi che ci sei, buffa, ridicola ma presente.

Come guardare le lucine di Natale e sentire che tutto torna nuovamente, e l'essere bambini per fortuna, non passa mai.

Potrebbe sembrare stupido, ma non lo è mai.







10 novembre 2016

A SINISTRA.

"Ho una semplice griglia di controllo per definire di sinistra una linea politica e un comportamento conseguente. I due aspetti vanno insieme: perché una linea politica sia di sinistra, occorre un comportamento personale corrispondente. Considero di sinistra l’ex presidente dell’Uruguay Pepe Mujica, il sindaco di Barcellona, il sindaco di Napoli. È di sinistra la Carta Costituzionale.
Da noi in Italia ci si compiace della frase falsamente attribuita a Machiavelli : “Il fine giustifica i mezzi”. Ho esperienza del contrario: il modo con cui si perseguono i propri ideali, i programmi, lo stile di vita decide se il fine è degno di essere realizzato. La sobrietà, la modestia, il rispetto sono i modi, i mezzi che giustificano il fine da raggiungere.
Senza di questi, nessun risultato ha consistenza e durata.
Stabilita questa premessa, la mia griglia che setaccia una politica di sinistra discende direttamente dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Mi attengo alla trinità laica posta a loro fondamento: libertà, uguaglianza, fraternità. Una politica di sinistra persegue nei suoi atti pubblici e privati questi tre princìpi.
Libertà di espressione, di culto, di circolazione delle persone, di opposizione, di ricerca culturale, scientifica, di felicità: la libertà non è una condizione permanente. Anche in una democrazia formale può retrocedere, restringersi, opprimere. L’imposizione con la forza di un’opera pubblica contro la volontà della popolazione interessata, è un atto che degrada una democrazia a dispotismo. La minaccia alla salute pubblica di una qualunque attività produttiva degrada i cittadini a sudditi.
L’uguaglianza contiene ogni misura di giustizia: condizioni di pari accesso alla sanità pubblica, all’istruzione, alla difesa in un processo.
Detenere immigrati colpevoli di viaggio equivale a discriminare tra esseri umani, a smentire l’uguaglianza. L’uguaglianza non livella le sorti, ma le mette sullo stesso piano di partenza. L’uguaglianza è quel cibo detto manna, garantito a ognuno nel deserto, che prendeva in bocca il gusto desiderato dal nutrito. L’uguaglianza è la premessa della libertà.
Infine la fraternità: non è un diritto come le altre due. È il sentimento che permette la loro realizzazione.
L’ho conosciuta nelle lotte operaie, nei terremoti, sull’isola di Lampedusa, in Valle di Susa. La fraternità che serra le file è un sentimento spontaneo in condizioni di urgenza. Ma ha bisogno di essere educato in condizioni di normalità.
La fraternità decide la prassi di una persona e di una condotta di sinistra. Chi sperimenta questo sentimento è in migliori condizioni per fare le sue scelte di campo. Non è un’esclusiva di sinistra, la fraternità appartiene al genere umano, ma sta a fondamento di chi persegue nella sua società i principi di libertà e di uguaglianza, questi sì progetti di sinistra.
Se si è figli di un’unica coppia di origine, di un’Eva e di un Adamo, si è esposti al rischio di Abele e Caino. Contro le innumerevoli occasioni di conflitto, essere di sinistra migliora gli anticorpi e il sistema immunitario."
(Erri De Luca)





Ho trovato così completo ed esaustivo e così collimante con il mio pensiero questo articolo di Erri De Luca, che ho voluto farvelo leggere.

Lascio anche il link al suo blog per chi volesse approfondire.


06 novembre 2016

CAMMINARE.

Mi ha fatto molto bene parlare di amicizia sul web con il post precedente.

Era stato difficile affrontare un episodio  del mio passato che ha segnato in maniera indelebile la mia vita.
Sono consapevole che non lo supererò mai, allo stesso tempo mi rendo conto di quanto sia parte di me.

Ora si va avanti.

WALK ON.

Anche se io non ho mai smesso. A volte, mi fermo per respirare, altre per riparare.
Tutto mi è utile per continuare a tenere alta la testa.
Se inciampo o se salto dipende solo da me.
Questo l'ho imparato.
Non mi serve correre, mi basta camminare.

Da sola e in compagnia. Non trovate sia bellissimo?

Io spero di continuare a farlo con il mio bagaglio a mano e l'amore. Che non è mai una cosa facile ma è l'unica  che conti.




04 novembre 2016

VINCENZO IACOPONI E IL SUO PC.


Vincenzo Iacoponi è un mio caro amico di blog. 

E non solo, in tutti questi anni di frequentazione virtuale, siamo da tempo amici al di là dello schermo. All'apparenza non potremmo essere più diversi. Per salto generazionale, soprattutto.

Quando penso a questo, mi rendo conto che una delle cose più belle che mi ha insegnato la rete è stata quella che l'età anagrafica non ha alcuna importanza nello stringere rapporti.
Non pesa, non limita, praticamente non esiste. E si diventa amici andando al di là delle differenze che siano di lingua, di razza, di religione e di ideologia. Magari non di fede calcistica perché se non fosse interista credo che gli vorrei meno bene ahahah!


Enzo è un uragano. Chi lo frequenta da tanto tempo come me, ha imparato ad apprezzarne la franchezza e l'onestà, la scrittura illuminata, i suoi racconti e le sue poesie, allo stesso tempo a moderarne l'esuberanza e gli eccessi di un carattere che né il tempo né la vita ha saputo mitigare. Direi più voluto, nel suo caso.
Ma forse, ci piace di più proprio per questo. Io per esperienza  ogni tanto lo mando al diavolo, soprattutto quanto s'impunta su qualcosa  e aspetto che passi l'onda.
Così poi torna il sereno.

Ve ne parlo però, non perché voglia fare un'ode alla persona (ho già scritto post dedicati alla sua poesia che amo) piuttosto per un problema hardware che lo affligge.
Chi lo frequenta come me, sa che da oltre due mesi non aggiorna più il suo blog. 
Ci sono state questioni personali per cui fino a settembre non ha potuto; di quello se vorrà e quando sarà in grado ne parlerà lui, ma non è più il motivo della sua lontananza.

Da qualche settimana sta provando ad entrare nel suo blog come amministratore per tentare di creare un nuovo post ma non ci riesce. 
Il pc si blocca e lui non riesce ad interagire.
È stato in assistenza ma pur con la formattazione non ha risolto.
Questo pomeriggio gli ho consigliato di provare a vedere se, spostandosi in un'altra postazione è in grado, dopo essersi loggato, di creare una bozza di nuovo post.
A me era capitato qualcosa di simile circa un anno fa, e avevo dovuto ripristinare tutte le funzioni del mio pc che ormai non si aggiornava più. Così ero riuscita a ripartire. Ma i problemi di aggiornamento non si risolvevano creandomi problematiche di velocità ecc... Alla fine io ho acquistato un computer nuovo. Ecco questa sarebbe la soluzione estrema.

Amici miei, vi chiedo se avete qualche consiglio da dare ad Enzo, io non saprei come aiutarlo ulteriormente visto la mia "famigerata" idiosincrasia nelle materie informatiche.

Ogni vostra idea o consiglio sarà ben accetto.
Scrivete e scrivete. E' troppo tempo che non leggiamo Iacoponi è ora di dire BASTA!

Grazie a tutti fin d'ora.

LASCIO IL LINK AL NUOVO BLOG DI ENZO:
http://iacoponivincenzo.blogspot.it