Non sono l'unica ad avere spesso pensato che Chiara Ferragni fosse una ragazza che era riuscita a diventare quel che era perché si era trovata al posto giusto nel momento giusto.
E che tutto quello che aveva costruito in questi anni, lo aveva ottenuto anche grazie all'aiuto di tutte le persone che la circondavano e pure ad una gran botta di culo.
E poi, era insopportabile trovarsela ovunque: interviste, copertine di riviste, eventi di moda, Instagram, Twitter, perfino La Notte degli Oscar (vabbè lì aveva solo passeggiato sul tappeto rosso).
Sempre nell'occhio del ciclone, da sola, in compagnia, con mamma, papà e sorelle.
In un nano secondo trova il fidanzato Fedez, famoso quasi quanto lei, che le fa la proposta di nozze ad un suo concerto e che se la sposa in Puglia con tanto di evento sbandierato su tutti i giornali e telegiornali, praticamente in mondovisione.
E poi la gravidanza, il parto, e il bambino Leon, sempre in diretta social. L'imprenditrice digitale del secolo.
Una sovraesposizione globale. Ormai l'Italia è conosciuta nel mondo per la pizza, la mafia e la Ferragni.
Cos'e' pazz direbbe mia nonna.
Mai mi sarei aspettata che i Ferragnez mi avrebbero spiazzato, con una mossa semplice e devastante nella sua grandezza:
hanno lanciato tramite social una campagna crowdfunding partendo da una loro donazione di 100.000,00 euro attraverso la piattaforma GoFundMe per acquistare materiale e attrezzature per la terapia intensiva. In meno di due settimane sono stati raccolti oltre 4 milioni di euro contribuendo alla realizzazione dei due padiglioni specializzati all'esterno dell'ospedale San Raffaele di Segrate.
La campagna è diventata la più grande d'Europa e la sesta al mondo.
Ora sembra che il Codacons li abbia attaccati presentando un esposto all'Antitrust e chiedendo la sospensione della raccolta e un'indagine, adducendo accuse a proposito di importi gonfiati con un'alta percentuale di commissioni.
Questo ha generato molta confusione, perché alla piattaforma sono stati collegati Fedez e Ferragni, utenti come tutti i donatori e che in realtà, non gestiscono nulla personalmente, visto che quest'ultima è nata diversi anni fa ed ha molte campagne all'attivo.
La coppia si è detta disturbata e sconcertata dall'attacco ricevuto, facendo notare come in realtà si stia provando a distruggere un atto di bontà collettiva importantissimo, quale è la donazione.
Ma al di là di tutto io resto dell'avviso che la bellezza del gesto da parte di persone che sembrano così scollate dalla realtà, dice tutto sui pregiudizi che spesso nutriamo per gli altri.
Noi vediamo l'immagine patinata, le feste, le luci, i guardaroba firmati.
E invece, due ragazzi giovani, servendosi proprio della loro popolarità sono riusciti a fare tantissimo per chi sta soffrendo.Senza che nessuno glielo avesse chiesto.
Non gli dedico applausi. Non ne hanno bisogno.
Ma certamente un GRAZIE oltre al mio rispetto, da oggi in poi.