Ed eccoci al secondo mercoledì del mese.
Come suggerito da OFELIADEVILLE che in questo suo POST ha lanciato una bella iniziativa.
Ogni secondo mercoledì del mese possiamo pubblicare un post da arricchire con una foto a cui abbinare un video, una poesia o dei versi. Su cui magari, riflettere insieme.
Dedico questo post a Sylvia Plath, una delle mie poetesse preferite.
Dal suo diario personale uno stralcio di vita, aggrovigliata e confusa. Lei ci racconta il suo sentirsi inadeguata come insegnante e come donna, nella maniera più semplice possibile. La sua tristezza e la sua grandezza.
Niente di così diverso da noi e dai nostri limiti quotidiani.
Ci ho abbinato una foto che ho scattato in Veneto, l'estate scorsa. Che fatica arrivare fin lassù, mi sembrava impossibile. Che fatica essere donna; a volte è così complicato. Sylvia si arrese. La maggior parte di noi invece, pur combattendo, ce la fa.
Forza.
Le Tre Cime di Lavaredo ( foto di Mariellaesseci) |
Domenica 9 febbraio 1958 - Smith College
"Mi rimetto in pari: adesso ogni sera devo recuperare gusto, tatto, vista dal mucchio di spazzatura della giornata. Questa vita svanirebbe in una nuvola se non mi ci aggrappassi tenendola stretta finché ancora riesco a ricordare uno spasmo di gloria. Assediata dai libri e lezioni: ore di lavoro. Chi sono io? Una matricola universitaria che si rimpinza di storia sentendosi priva di identità, di pace? Ruminerò come una mucca: quella vita soltanto, niente prima della mia nascita. Le finestre sussultano e vibrano nelle cornici: tremo congelata, il gelo della tomba contro il semplice tepore della mia carne. Come ho fatto a diventare questo grosso essere finito, con questa spanna di ossa allungate di braccia e gambe? E la pelle irregolare, sfregiata? Ricordo l’ adolescenza pesante e malmessa e i colori del ricordo mi ritornano in una sintesi abbozzata: le superiori, le medie, le elementari, i campeggi e le capanne di felci con Betsy, l’ impiccagione di Johanna. Devo ricordare, ricordare roba che è già scrittura, estratta dai ricordi di una vita… <<Prendi una cosa e ficcaci dentro la testa>> dice Ted proprio ora, ma mi stanco e mi porto il latte caldo a letto e leggo ancora Hawthorne. Ho le labbra secche, screpolate, me le mordo a sangue. Ho sognato che avevo lunghi baffi dolorosi sulle dita della mano destra, ma ho controllato e ho visto le mani bianche e senza nemmeno l’ ombra di una striscia rossa di sangue incrostato."
(fonte: Diari - Sylvia Plath - Adelphi)
Il 9 febbraio 1958 compivo 24 anni e li festeggiavo con una serata insieme ai miei amici più stretti al Circolo "Unione" di Civitavecchia. Con me la mia fidanzata di ferro, Lilly. Un grande amore, che sarebbe durato ancora quasi due anni. In tutto quattro, un record per me prima di incontrare Anna Maria.
RispondiEliminaMi spiace imbrattare iò che la tua preferita dice con questo mio ricordo, ma...è proprio un bellissimo ricordo di una splendida giornata finita...in gloria naturalmente.
Io le conoscevo come le tre cime di Lavaredo. Ho controllato. La solita boiata all'italiana. Chiamarle "le tre cime Dolomiti" dopo che erano strafamosissime col nome originale in tutto il mondo mi sembra una cafonata. Anzi no: è una cafonata.
Tu non c'entri, naturalmente, e ci tengo a precisarlo.
Buona la vostra idea. Potrei partecipare anca mi sol che sapessi come si posta una foto. Lo so, me lo hai addirettura scritto in una tua mail dettagliandomelo. La cercherò e mi ci impegnerò, ma diffido del mio potenziale tecnico.
Sei partito dalla data. Bellissimo, mi piace l'idea che ognuno di voi possa decidere di commentare prendendo spunto da qualsiasi punto del mio post. Sai cos'è successo a Lucy? Era una donna coraggiosa e allo stesso tempo fragile come la maggior parte di noi? E' quello che voglio festeggiare questa sera. Che in quanto a fragilità e coraggio nulla ci manca.
EliminaIl Circolo "Unione" esiste ancora a Civitavecchia?
Le Cime dal vivo sono un'emozione che non si riesce a far comprendere con le parole. Sono un colpo al cuore. Ed io, da innamorata del mare non ho potuto fare altro che chinarmi a tanta bellezza. E ancora una volta ho capito il mio scrittore preferito, che pur essendo nato sulla riva del mare, ama incondizionatamente la montagna.
E' una gran bella idea quella di Ofelia: pensa a cosa saresti capace di scrivere tu, partendo da una foto.
Hai ancora la mia mail? O ti riscrivo tutti i passaggi?
Non potevo NON partire da una data che era un ricordo importante di una persona che ora non lo è più ma che è rimasta in fondo al mio corazon un pochettino. Lei, l'Università e la sua beatitudine, gli amici, il "Circolo Unione" di cui ero socio e che ancora esiste nella Civitavecchia Bene.
EliminaFragilità e coraggio e niente vigliaccheria. Mi sono sempre chiesto come possiate voi donne essere al contempo tanto fragili e altrettanto coraggiose. La forza fisica non vi aiuta: voi tutta la vostra forza la serrate nel cervello, che non finisce mai.
Le tre Cime sono una meraviglia, da qualunque parte le si osservi. Il mare è immenso e dà una sansazione di infinito e di mistero con quelle navi che vengono ingoiate dal lontano orizzonte, le altre che sorgono dall'acqua sempre laggiù come sirene che affiorano. La montagna però ha qualcosa di incredibile: qualunque sia la distanza cui si trova per due volte al giorno, all'alba e al tramonto, forse per effetto della luce ti dà l'impressione che allungando una mano tu possa toccarla e portartene via un pezzetto.
Bellissima idea quella di Ofelia. Io, se potessi, comincerei con lo scegliermi il soggetto da fotografare, poi senz'altro tenterei di scriverci su qualcosa di buono.
La tua mail ce l'ho, ma dovrei cercarla. Se non ti costa troppa fatica mi riscrivi i passaggi.
Graaaazie Mari.
Vera la sensazione che seppur lontane si possa quasi toccarle con la mano... Le Cime di Lavaredo mi hanno sconvolta. Non so spiegare: come se si potesse intravedere e spiegare la potenza dell'infinito.
EliminaTi scrivo dopo Pasqua con le indicazioni per postare le foto.
Bacio.
Anche io adoro Silvya Plath, trovo che hai creato un abbinamente perfetto che lascia spazio a tantissime riflessioni.
RispondiEliminaUn abbraccio, Franny
Questa passione per la grande scrittrice a volte non me la so spiegare... in realtà quando la leggo mi arrabbio e vorrei forzare la sua disperazione per farle trovare pace. Non ci riesco mai...
EliminaTi abbraccio forte cara.
Le Tre cime di Lavaredo... Mio padre (esperto scalatore) mi fece scoprire la bellezza e la magia della montagna portandomi proprio su quelle cime. Avevo sei anni, non puoi immaginare lo stupore che riempì i miei occhi nel vedere quella meraviglia. La passione per la montagna non mi ha più abbandonato.
RispondiEliminaUn abbraccio!
Se ha lasciato senza fiato me, immagino l'effetto che fece su di te bimba.
EliminaSai, io sono un animale marino ma negli ultimi anni, la montagna mi ha conquistato.
Ti abbraccio forte.
Uguale ugualissimo.
EliminaCredo che il mare, per chi lo incontra e lo esplora da piccolo, resti sempre. La montagna arriva dopo, quando calano la frenesia, il fremito.
Carissima Mariella la foto che hai pubblicato non poteva essere più adeguata a rappresentare quel senso di profonda inadeguatezza,scarsa autostima e autocritica che trapela palesemente dalle parole di Sylvia Plath..la vita e il percorso da compiere visto come una montagna da scalare,ripida e piena di pericoli,chissà se nonostante tutte le incertezze e i timori(comuni a noi tutti)si riuscirà a raggiungerne la vetta!
RispondiEliminaUn bacione grande e un abbraccio fortissimo:)).
Rosy
Sylvia era immensamente fragile. Se non fosse stato così, probabilmente, non avremmo avuto le sue poesie.
EliminaInadeguata e irriducibile.
Rosy, a volte noi donne ci troviamo in situazioni così difficili da disperare di venirne fuori. Ci salva l'equilibro e forse un pizzico di fortuna...
Ti abbraccio forte anche io!
Ciao,
RispondiEliminauna fugace visita per farti gli auguri.
Che questa Pasqua,sia per te ogni giorno foriera di vita e speranza.
Buona Pasqua
Tiziano
Ciao Tiziano!
EliminaChe piacere tu sia passato. Un abbraccio forte e un augurio di Serena Pasqua a te e alla tua famiglia.
Sulle Tre Cime ci torno questa estate dopo essermi arrampicato da bimbo.. su quelle pietraie che arrivano fino a inizio parete.. la mia mamma mi voleva uccidere.. p.s. per certi versi la Plath mi fa molto Frida Kalo.. c'è comunque da soffrire insomma...
RispondiEliminaMo' te lo dico: vacci piano con le salite eh... che non mi pare il caso dopo tutto quello che hai passato di buttarti a "capofitto" nelle scalate!
EliminaFrida era molto più forte, e pur minata nel fisico era una potenza dentro.
Ti abbraccio.
..figurati.. saà una vacanza (la prima dopo un anno) mooolto rilassante.. passeggiate al minimo e mangiate ancora più ridotte.. ma l'aria di montagna mi farà solo che bene.. lo so...
EliminaBellissima Mariella!
RispondiEliminaNon conosco Silvia Plath come poetessa ma mai dire mai.
Certo che la sofferenza sua è ben palese in questo brano.
Difficile essere donna? Eccome! Ma bisogna farcela!
Bacio e buona Pasqua!
Mi fa piacere ti sia piaciuta. Ci ha lasciato un grande dono.. Immagino di averti incuriosito e penso che presto cercherai di conoscerla meglio.
EliminaDifficilissimo essere donna. Duro e impervio il cammino. Ma che soddisfazione quando si riesce a superare un ostacolo.
Ti abbraccio forte. Buona Pasqua anche a te.
Complimenti! Grande poetessa la Plath! Ottima scelta e bella foto
RispondiEliminaGrazie Daniele, un abbraccio.
EliminaUna bella scalata!
RispondiEliminaTi auguro un sereno pomeriggio.
Non è facile essere donna o semplicemente una persona nel mondo ... è faticoso e non è gratis... bisogna lottare sempre e si a volte ci si arrende. Ma sono solo momenti...poi si ricomincia a combattere.
RispondiEliminaBellissimo pezzo davvero... le tre cime di Lavaredo mi riportano alla mente le vacanze fatte con i miei genitori, partenza in treno o pullman da Genova, non avevamo la macchina, vivevamo il viaggio totalmente. Tante camminate...
RispondiEliminagrazie