03 giugno 2013

Tu sai chi sono io





Ho appena letto le ultime righe del suo libro. E immediatamente ho sentito la necessità di parlarvene.


E'  brava Paola. Ottima giornalista, firma di punta di Vanity Fair.
I suoi articoli, a partire dal titolo, non sono mai banali o scontati. Sono sinceri e ironici.
Le star che intervista (pensate ad un grande nome e sì, lo ha sicuramente intervistato e conosciuto) attraverso la sua penna, appaiono esattamente come sono, uomini come noi.
Se sono spocchiosi e antipatici nonostante la patina dorata di celebrity, state pur certi che la nostra bravissima Paola, ce li consegnerà senza troppi giri di parole, inutili, vanesi e  gretti come sono.
Così come a volte, ci sorprende lasciandoci scorgere delle persone molto più generose, umane, semplici e belle, di quello che immaginiamo, meno fagocitati dallo star system di quello che pensiamo.

La  sua scrittura è irridente, ironica.
Nel suo primo romanzo, ci parla del mondo che ha imparato a conoscere e bene, attraverso il suo lavoro.
Il titolo è già un bel biglietto da visita.
La frase che i cosiddetti "vip" pensano ogni volta ci attraversano la strada, con incedere pseudo elegante e vuoto, mentre gli occhi vacui sempre fissi in un punto lontano, ci sfiorano leggermente e la frasetta del "non sai chi sono io" aleggia sospesa tra di noi.
Tutta la boria di cui sono pieni è lì davanti e siamo solo all'inizio.
Non lo ha ambientato ad oggi, ma nel 2004. Quanto il mondo virtuale a cui ora siamo prostrati a volte e di sicuro abituati, era ancora all'inizio. E ancora, la distanze di migliaia di chilometri non si potevano fare nostre con un semplice click.
La sensazione netta, che i grandi nomi altolocati, la moda, i locali, la vita da jet set, sia un'inutile farsa l'abbiamo già, da tempo.
Ma lei ce la racconta senza preconcetti, irridendola,con una sincerità che mi ha lasciato basita.
Attraverso la protagonista, Arianna.
Una giovane donna senza qualità, piatta, anonima, comune a milioni di altre. Tutto chiaro all'inizio.
E' senza grandi aspirazioni, ha perso il lavoro da pochissimo tempo e ha solo una certezza, i soldi in banca che aveva messo da parte per rifarsi le "tette" serviranno invece a pagarle il mutuo della casa e a provvedere al suo sostentamento in arrivo di tempi migliori. Passa le sue giornate tra la  nemmeno troppo estenuante ricerca di un nuovo lavoro e le sere spese a rimbalzare da un locale all'altro con il suo amico del cuore Alex, che sembra entusiasta di una recuperata Milano da bere (che io pensavo fosse scomparsa e invece no).
In realtà è una ragazza incompiuta. Molto più forte di quello che sembra all'inizio mentre è sospesa tra un mondo che non le piace e che non comprende e la ricerca delle sue radici che troveranno inedita soluzione nel viaggio che si appresterà a fare.
Si ritrova INFATTI,  quasi all'improvviso, catapultata nel mondo delle charity, in compagnia di un vecchio amico (Gabriele) che la trascina in una campagna no profit verso un piccolissimo stato sudamericano, il Tanaquil (inventato di sana pianta) in compagnia di una star del cinema italiano bellissima(Jenny Sassi) l'unica ad avere un nome di peso anche all'estero, assolutamente incapace di recitare, vuota e arrogante(a mio parere è una parodia molto riuscita della nostra Elisabetta Canalis); un regista (Tommaso Guastalli) in crisi che dopo essere stato osannato da critica e pubblico con il  primo film è stato velocemente dimenticato (scusate ma io l'ho collegato a Muccino visto che non lo sopporto e lo reputo enormemente  sopravvalutato); un professore di archeologia (Vanzi) che spera di puntare i riflettori sul posto sconosciuto per dare lustro  alla sua vita(qui non mi viene in mente nessuno ma fate voi); la sua amante(Sofia) una giornalista gossippara sempre alla ricerca di materiale interessante e becero da sbattere sulle pagine della sua rivista (Panorama, come godo).Questi ultimi personaggi sono legati ad una vecchia amica di Arianna, a capo appunto della Charity che vuole dare lustro e occasioni al piccolo mondo dimenticato (Annamaria Triplo Nome).
Conclude il gruppetto la grande firma dell'alta moda(Mariolina Maccari Lambertoni) che sta accompagnando la star nel paese latino per una campagna fotografica da realizzare a firma del suo brand ultra celeberrimo. Un nome femminile con tante emme nel marchio (miu miu?). La stilista è tratteggiata con una satira furiosa.E' addirittura così fuori di testa, da utilizzare uno scivolo posto sotto la scrivania che le permette di  arrivare dal suo ufficio al laboratorio e nel tragitto di farsi venire grandi idee.Superato anche il ridicolo mentre io ridevo a crepapelle.

In altri termini è gente vuota, dura ed estremamente cattiva.Che vive con l'unico obiettivo di essere sempre al centro di quel mondo finto.
Capace di un egoismo spaventoso, a tratti imbarazzante, e vero.

Io mi sono divertita moltissimo mentre lo leggevo. Da piccola donna che, non riesce a farsi soggiogare da nessuna luce della ribalta che mi si riflette in faccia e ritenendo la maggior parte di quella gente, piccola e senza peso, non potevo fare altro.
Gradualmente, l'ironia lascia il passo alla consapevolezza di Arianna che acquista sempre più spessore e maturità.
Capovolge la sua vita nel giro di pochissimo tempo e a differenza di tutti gli altri (non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo in realtà), non esita a buttarsi a capo fitto in un progetto che all'apparenza sembra inconcludente ma sarà una delle sue grandi conquiste.
La ricerca  di se stessa trovato il baricentro, si chiude.

Come nella vita, anche nel romanzo le delusioni a troppe aspettative ci sono, come i dolori che ci attanagliano le membra e ci soffocano, annerendo con il loro passato anche il futuro, se glielo permettiamo.
A proposito di ciò ecco una piccola parte del libro in cui la scrittrice parla di quanto a volte sia difficile affrontare il nostro  dolore.
Renderlo visibile, attraverso la parola.

"All'improvviso, mi prende una strana disperazione. Vorrei abbracciare questa donna sconosciuta, consolarla e farmi consolare. Vorrei parlare con lei del Tanaquil. Vorrei raccontarle dei miei giorni che scappano via senza chiedere scusa. Vorrei che sapesse di quel bambino perduto che ogni tanto torna nei miei sogni. Vorrei raccontarle che anch'io ho famiglia in Tanaquil. Vorrei raccontarle di mio padre, laggiù. L'ho ritrovato per un attimo e l'ho già perduto di nuovo. Ma non dico niente di tutto questo a Elpidia. Non parlo perchè per farlo bisognerebbe avere le parole giuste e invece quando il dolore è troppo forte, le parole diventano come gocce d'acqua, evaporano, lasciano il corpo e si dissolvono."

Paola Jacobbi  si  spiega benissimo in queste poche righe.Che per svariate ragioni mi hanno portato indietro nel tempo. A un dolore che mi tengo stretto addosso.Che fa parte di me.
Paola Jacobbi è da leggere.

Ridendo di quelli che consideriamo miti e della loro pochezza per imparare a sorridere lievemente, nonostante il bagaglio di emozioni e dolori che ci portiamo appresso.


Grazie Paola.

Ci vediamo venerdì prossimo 7 giugno alle 18.30, per la presentazione del tuo libro presso la Mondadori Duomo.

23 commenti:

  1. bella recensione (e anche lunga, non le tre righe ipersintetiche che si legge di solito....)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' che proprio non mi vengo le risicate tre righine, se mi piace qualcosa ne parlo, ne parlo, ne parlo... vi sfinisco!

      Elimina
  2. Ciao Mariella! Leggo Vanity, ma mi ero completamente persa il libro della Jacobbi, dopo la tua recensione lo recupero di sicuro!:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Brava Mari, ti piacerà.
      VF dipendente anche tu, allora!
      Abbraccio.

      Elimina
  3. Mariella sei bravissima., dopo la tua perfetta recensione dovrò per forza di cose leggere questo libro.
    Un caro saluto,
    aldo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie caro Aldo.
      Se avrai voglia di leggerlo, ti divertirà e ti farà riflettere.
      Ti abbraccio.

      Elimina
  4. Non conosco Paola Jacobbi, ma da come ne hai parlato me ne hai fatto venire voglia. Magari non ci azzecco, magari ci rimarrò deluso, ma vale la pena provare a leggere chi ti ha così interessato e così ti è piaciuto, dato che anche ti piace quel che scrivo io...per assonanza chi lo sa?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Iacoponi, non ci siamo.
      A me non piace quello che scrivi, io ADORO quello che scrivi e come lo scrivi.
      Anzi, la prossima settimana, parleremo di una tua poesia che mi sta parecchio a cuore.
      Prova ad indovinare qual è.

      Sono sempre contenta quando riesco ad appassionare, attraverso le mie parole, voi amici a qualcuno che ritengo bravo e interessante.
      Grazie per la fiducia, amico.
      Abbraccio circolare, come piace a te.

      Elimina
  5. Ciao Mari!
    Non ho mai letto il libro di Paola Jacobbi anche se la "conosco" perché leggo i suoi articoli sul giornale ma da cil che hai espresso nel post la curiosità' è tanta,fai sempre ottime recensioni degli autori che leggi,ottima consigliera!
    Prprio vero che dentro un libro che ci piace particolarmente ritroviamo sempre il nostro bagaglio di emozioni,i nostri stati d'animo emergono ..
    Un abbraccio forte amica!
    Bacio

    RispondiElimina
  6. Eheh Claudia, lo so bene che la conosci. Hai visto questa settimana? Ben due servizi e un piccolo brano tratto dal romanzo.
    VF ci vizia.
    Condivido, quando un libro ci porta con sè, ha sempre qualcosa di noi.
    Un abbraccio fortissimo!

    RispondiElimina
  7. Una recensione puntuale e travolgente!

    RispondiElimina
  8. DorianGray4/6/13 1:26 AM

    Anzitutto semmai dovessi scrivere un romanzo (non è tra le mie aspirazioni ma "mai dire mai") spero di ricevere recensioni come questa: accurata e coinvolgente.
    Ho appena finito di leggere "Tu sai chi sono io", avrei potuto divorarlo in qualche ora ma ho preferito gustarlo perché Paola Jacobbi è la mia giornalista preferita (la migliore insieme a Natali Aspesi) quindi temevo che questo primo romanzo potesse deludermi e, invece, ha solo consolidato la mia più sincera ammirazione per l'inviata di Vanity Fair. L'intreccio e i personaggi scorrono veloci grazie ai sapienti colpi di scena che mantengono alta l'attenzione e il finale mi ha pienamente soddisfatto.
    Io a differenza di Mari sono ancora un po' affascinato dalle sfavillanti luci dei red carpet (anche se molto meno rispetto a pochi anni fa) quindi la conferma finale della vera natura di Jenny mi ha lasciato di stucco. Che sia arrivato il momento di abbandonare l'illusione che le celebrity siano "persone come noi solo vestite meglio"?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il giorno in cui tu, scriverai il libro perfetto sull'eleganza maschile coniugata in ogni declinazione, sarà di gran lunga migliore dell'ultimo di Glenn O'Brien e io sarò felice di scrivere la più appassionata recensione al mondo sull'eleganza.
      Paola non poteva deludere Dorian, era matematicamente impossibile. Ma capisco che tu abbia provato apprensione nell'attesa.
      Hai ragione, a differenza tua, da tempo non credo più alle luci della ribalta. Che nella stragrande maggioranza dei casi riducono l'anima delle persone che la vivono alla dissolvenza.
      E' arrivato il momento di considerare il fatto che non sono affatto come noi. Per fortuna nostra.

      Elimina
  9. Va bene va bene lo compro.
    Uff ogni volta recensioni che lasciano senza fiato per convincermi ad andare in libreria.
    Lo compro ti ho detto...ghghghgh
    veru

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ehi, adesso andrai di nuovo in giro a dire che ti costringo a comprare libri ghghghgh.

      Elimina
    2. Certo che si :-)

      Elimina
  10. Partendo dal fatto che dovresti farti dare dalla Jacobbi una percentuale sulle vendite, penso che anche io acquisterò questo libro, tra un mesetto però, prima devo finirne qualcuno che è in trepida attesa. Mi è parso tipo romanzo semplice, leggero, scorrevole, con una vena di amarezza e tristezza, ed un ripiombare a quella realtà da parte della protagonista dove noi semplici umani non Vip sopravviviamo da sempre.
    Un pò come le interviste di Enrico Lucci de Le Iene ai super-ricchi-cretini... quando le vedo mi dico sempre fortuna che non apparteniamo a quel mondo di c....oni.
    baci cara.
    P.s. hai letto il mio diario dal link che ri ho spedito qualche giorno fa?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Addirittura la percentuale!
      Mi basterò stringerle la mano venerdì.
      Una grande emozione per me.
      Mi piace quello che hai scritto, farebbe davvero bene a loro, tornare con i piedi per terra. Quando succede che dalla fama passano alla fame, non si riprendono, non ci riescono a sopravvivere.
      Il link non si apre, maledetto.
      Baci a te.

      Elimina
  11. Risposte
    1. Andata Francesco. Paola è stata perfetta. Un bellissima persona come del resto si capisce da quello che scrive e da come lo scrive.
      Oltre ad essere una persona con classe e charme da vendere.



      Elimina
  12. Ciao Mariella! Sono arrivata qua dal blog di Paola su VF. Recensione accurata e azzeccata! D'accordo con te su Muccino!! e per l'archeologo ho pensato a uno Sgarbi declinato in quella salsa accademica...
    Aaannalisa

    RispondiElimina
  13. Ciao Aaannalisa, che piacere ritrovarti da me.
    Condividi quindi? Ne sono contenta. Su Muccino a volte mi sembra di sparare sulla croce rossa, ma Paola pensava ad un altro non posso rivelarlo però!
    Diciamo che lei ce lo vedrebbe come registra di un ipotetico film tratto dal suo romanzo. Alla presentazione ci siamo divertiti soprattutto quando abbiamo abbinato i personaggi alle " fonti ispirative"
    Grazie per avermi dato un' idea sull'archeologo, mi piacerebbe vedere Sgarbi in braghe di tela e va benissimo immaginarlo in un luogo così lontano dal suo mondo. Dimenticato da tutti.
    Buona domenica e se vuoi, torna a trovarmi!

    RispondiElimina

Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)