Ellis Island (foto MS) |
Ho letto che, dopo un lungo restauro e un uragano, finalmente la Statua Della Libertà (Miss Ellie) è di nuovo aperta al pubblico.
Il simbolo dell'America è tornato ad essere visitabile, il 4 Luglio, giorno dell'Indipendenza Americana.
I danni di Sandy sono stati notevoli, come sappiamo.
Ma la cosa che mi ha colpito di più è venire a sapere che invece, Ellis Island, resta chiusa, perchè il ripristino richiede molto tempo e denaro. Anche gli americani hanno problemi di fondi.
Ma perchè mi interessa così tanto?
Ellis Island è il Museo Nazionale dell'Immigrazione. Il luogo degli Stati Uniti che, gli emigranti in arrivo dalla fine dell'Ottocento fino ai primi anni del Novecento, calpestarono per primi. Subito dopo avere goduto della grandiosa visione di Miss Ellie, che accoglie con la sua forza chiunque arrivi a destinazione, che sia per mare, cielo o terra.
Postazione di quarantena, si rimaneva in attesa lì, prima di essere ammessi negli Stati dell'Unione e divisi a secondo delle loro disponibilità già prestabilite; molti, meno fortunati, tornavano indietro.Rispediti al mittente.
Ah, L'America.
Che delusione poi, dover tornare indietro.
L'ho visitata due anni fa. E' stata un'esperienza incredibile. Molto emozionante.
Siamo partiti dalle camere, poco più che celle, in cui si dormiva su brande di legno attaccate le une alle altre.
Le camere (foto MS)
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Abbiamo visto i bauli, piccola parte del loro mondo di origine da cui si erano staccati con dolore. Ho provato a pensare a me al loro posto. Costretta a partire non avendo speranza di futuro nella mia terra, e non sapendo bene cosa avrei trovato e come sarei stata accolta. E con il terrore di fallire nuovamente e di ritrovarmi sola, in un posto in cui non avrei avuto nessuno a soccorrermi ed aiutarmi se ne avessi avuto bisogno. Quanta disperazione nei cuori di quelle persone. Quanta paura. Pronti a tutto per trovare una strada migliore del niente a cui erano abituati. Poi arrivare in una terra che d'impatto ti sembra ostile e pronta a rimandarti indietro con un bel calcio nel sedere.
I bauli (foto MS) |
Siamo poi passati a visitare i luoghi di isolamento,le infermerie dove venivano visitati, misurati, passati ai raggi X; le persone venivano scrutate per accampare, supportati da motivi medici, il diritto di rimandarli indietro.
Senza pietà e con un scrupolo inaudito. I vecchi, gli ammalati, coloro che si riteneva avessero problemi mentali, venivano bollati come indesiderati e scartati.
Quelli che superavano il primo esame, dovevano essere interrogati da un gruppo di esaminatori che li registrava e li schedava.
Superato anche questo step e ottenuto il via libera, si scorrevano con gli occhi i tabelloni dove c'erano i numeri di destinazione finale.
Loro erano gli Alieni.
I numeri di destinazione divisi per città (foto MS)
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In ordine si partiva verso la città stabilita e ci si mischiava finalmente con gli altri nella speranza di diventare "ammericani".
il piano terra dove i nuovi arrivati restavano in attesa per lungo tempo (foto MS)
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Che poi a noi, da quest'altra parte del mondo ci piace tanto essere o fare gli "ammericani". Carosone ci aveva scritto una bellissima canzone. Maniaci di tutto quanto venga dal Nuovo Mondo, di cui ricordiamo e copiamo ogni cosa. Ma di sicuro abbiamo dimenticato che siamo stati EMIGRANTI.
Non tutti dai, qualcuno di noi se lo ricorda ancora. Forse perchè ha avuto nonni o zii partiti con le navi un giorno, e mai più tornati.
Io avevo una zia, Zia Maria. Sorella del nonno, partì con il marito a fare fortuna e ci rimase "All'America".
Ricordo le foto, le prime a colori, lei era molto anziana, tutti i figli e i nipoti attorno. Le telefonate, in dialetto stretto, l'unico italiano che lei ricordava. Un meltin pot con la nuova lingua, in quel miscuglio che era diventata la sua lingua vera.
L'ho cercata in quelle liste ad Ellis, dove ci sono tutti i nomi di chi approdava.
Ma erano troppe.
La prossima volta zia, ti cercherò più approfonditamente.
Perchè la riapriranno Ellis. Per forza.
Gli "Ammericani" ci tengono alla memoria, molto più di noi.
PS: poco dopo avere pubblicato il post ho saputo che domani Papa Bergoglio andrà a Lampedusa. E a Lampedusa era andato il mio pensiero mentre lo scrivevo.Un grande passo e un grande Papa.
Quando sono stato a NY, nel 2004, non l'ho vista e ti direi per motivi di sicurezza. Ma potrei sbagliarmi. Forse non c'era il tempo in quei 3 giorni di vedere tutto. Mi limitai a vederla dal pier che era di fronte
RispondiEliminaMi sembra di vederli, occhi spaventati, giacche sgualcite, le loro cose a terra nei pacchi legati con corde! Loro umili e coraggiosi, di una dignità antica... In silenzio ad aspettare l avverar si del sogno ! A mio zio che li c'è' vissuto ed è tornato li' a morire...
EliminaFrancesco, motivi di sicurezza allora non saprei. Potresti pensare ad una visita se deciderai di tornare a NYC. Sperando che sia stata riaperta.
EliminaCiao La Mela di Biancaneve! Che curioso il tuo nickname, verrò a fare un giro da te.
EliminaAnche a sembra di vederli. Allora e adesso. Solo che adesso sono trattati anche peggio, e da noi.
Cara Mariella, questo post ci fa bene.
RispondiEliminaCi ricorda quanto siamo stati un popolo di migranti. Dovremmo ricordarcelo, specie quelli pronti ad inveire contro chi viene a cercare una vita, o anche solo una sopravvivenza qui in Italia.
Ciao Leo.
EliminaHo scritto il post spinta dal desiderio di raccontarvi un po' di quell'emozione provata. Io ci sono arrivata per diporto a NYC. Sono una persona fortunata.
Ma dicendo questo non riesco a non pensare che l'accoglienza in Italia è una parola che a volte risulta ostica.
E che abbiamo dimenticato le nostre origini.
Ti dirò sinceramente, che a volte io stessa sono infastidita dall'invadenza di alcuni di quei ragazzi in cerca di vita e di sopravvivenza come dici tu, che ad ogni passo mi offrono qualcosa.
Poi penso che purtroppo è la conseguenza della mancanza di diritti di cui soffriamo tutti. Che se vivessimo in una nazione aperta e serena, non dovrebbero sopravvivere in questo modo. E potrebbero avere un futuro diverso.
Quello che sognavano quando sono arrivati da noi.
Quello che sognavano i nostri antenati quando sono arrivati in America, E che hanno trovato.
Ciao Mari!
RispondiEliminaMia nonna paterna vide partire per l'America sua figlia che raggiungeva il marito già emigrato mesi prima,un lungo viaggio durato 30 giorni con la nave,non fece mai più' ritorno …che tristezza la nonna stava ad ammirare la fotografia di mia zia con la certezza che tutto quello che le rimaneva erano solo i ricordi
Bacio Amica!
Ciao Claudia. Che triste il tuo racconto. Sognare una vita diversa e migliore e non riuscire a realizzare il sogno. Allora come oggi.Devo ripetermi.
RispondiEliminaPenso a tutta quella gente che non è riuscita ad arrivare sulle nostre coste. Morendo in mare, con la linea della terra all'orizzonte.
Ti abbraccio forte.
Mariella,
RispondiEliminaforse un giorno ti chiederò il permesso di condividere questo tuo post con i miei studenti migranti di italiano. Li rincuorerebbe leggerlo, seppur amaramente.
Grazie per questo bel ricordo.
Quando vuoi Mary. Quello che è mio è tuo. Quando su quelle navi in arrivo e poi a terra dopo lo sbarco ci si chiedeva qualcosa, era questa la risposta.
EliminaOggi tra le tante cose che abbiamo perduto.
Grazie.
Complimenti Mariella, la perfetta descrizione del "sogno americano". Ma non per tutti però.
RispondiEliminaUn caro saluto,
aldo.
ps. il marito prese pure una padellata in testa.
Ciao Aldo.Vero, purtroppo non per tutti.
EliminaQuindi stramazzò al suolo senza più proferir parola...
Un abbraccio!
Ma lo sai che leggendo questo post pensavo anch'io a Lampedusa piena di immigrati molto indesiderati dalla gente del luogo. Complimenti per la descrizione di Ellis ci hai fatto viaggiare nel passato!
RispondiEliminaCiao cara Mariella un abbraccio!
Ciao Francesca.
EliminaHo visto le immagini di Papa Francesco a Lampedusa ieri. Ha ragione, siamo tutti responsabili.Soprattutto noi che siamo abituati a dare per scontato qualsiasi cosa.
Grazie per i complimenti.
Abbraccio grande.
Ai ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Ellis Island e il Sogno Americano":
RispondiEliminapasso per un saluto veloce. Come sempre post splendido, poi se si tratta di qualcosa di lontano rende il tutto ancora + affascinante, anche se l'argomento era da nodo in gola.
Auguri
Ciao Ai. Il tuo commento era rimasto nella mia posta. L'ho copiato.
EliminaArgomento difficile.
Ti abbraccio forte e grazie per gli auguri!
Augurissimi, Mari,
RispondiEliminaBUON COMPLEANNO!!!!!!!!!!
Baciiiiii!!!!!!
Grazie anche ate.
EliminaOff Topic: Buon Compleanno a te e al tuo lui! Lara58
RispondiEliminaBellissimo Off Topic Lara.
EliminaGrazie 1000!
Ciao Mariiiiiiiiii
RispondiEliminama come il tuo compleanno….ufffiiiii scusa Amica..
Tantissimi Auguri gioia bella,con tanto tanto affetto
Ti stropiccio di bacioni
Grazie Claudia.
EliminaAlla prossima stropicciata, amica!
Questo bellissimo post mi fa tornare con la fantasia al Grande Gatsby, e a quel sogno americano che, purtroppo, ho potuto conoscere solo tramite i libri.
RispondiEliminaPiù che un sogno quello di Jay Gasby fu mera illusione. Altri invece seppero accontentarsi di piccoli passi con i quali raggiungere i loro obiettivi.
EliminaMa L'America è l'America, ed è un sogno bellissimo,hai ragione, Costantino.
Grazie.
questo post è veramente bello.
RispondiEliminaprometto che quando farò il mio tanto agognato viaggio a Nuova York non mi farò scappare una gitarella in quel della Statua della Libertà!
Poi ci racconterai però, di tutte le emozioni che ti lascerà!
EliminaGrazie.
grande post! una lezione di Storia che tanti dei nostri connazionali dovrebbero imparare!
RispondiEliminaHai proprio ragione Sara. I nostri connazionali dovrebbero avere memoria del passato, prima di sprecare parole senza senso e agire senza criterio.
EliminaTi abbraccio.
Ciao Mariella , grazie per la visita ti auguro un buon fine settimana!
RispondiEliminaGrazie cara Francesca e buon fine settimana a te.
EliminaCiao Mari ,prima di tutto auguri cari anche se in ritardissimo! :D Poi volevo dirti che ho letto tanti libri sull'emigrazione ed è sempre triste lasciare il tuo mondo in tutte le epoche.Forse oggi è meno traumatico,sempre che tu non sia ostaggio degli scafisti e dei barconi.Mia madre quando i suoi furonovittime innocenti dell'eccidio di Sant'Anna ,per poter continuare a vivere, si abbracciò alla speranza che fossero fuggiti in America e che un giorno o l'altro tirnasseroi.Un doppio sogno americano.Un bacio anche se ultimamente ci incrociamo poco ti penso!
RispondiEliminaCiao Lucietta. Grazie per gli auguri, fanno bene al cuore. Ed è sempre molto bello riceverli. Non imporra se ci si sente di meno, l'importante è avervi nel cuore. Sì anche io ho letto libri sull'emigrazione, sulla deportazione, sui pogrom. Su tutto quello che avveniva per cause indipendenti dalla nostra volontà. Come l'eccidio che ricordi. Solo che il primo caso, come giustamente dici tu, all'epoca fu di gran lungo meno traumatico degli altri. Almeno allora. Adesso che arrivano da noi, ci comportiamo peggio degli americani all'epoca. E li lasciamo in balia del nulla e senza speranza. Che belli che siamo. E che memoria che abbiamo.
EliminaLa speranza di tua nonna l'aiutò a sopravvivere al dolore. Anche per questo il sogno americano avrà avuto ragione di esistere.
Ti abbraccio amica mia.
Ti penso anche io.
Non si può parlar bene della Russia dagli Zar all'Unione Sovietica alla Russia di Putin.
RispondiEliminaTutti d'accordo.
Ma come si può parlar bene dell'America, leggi USA,la cosiddetta patria della moderna democrazia.
Quale democrazia? Quella del dollaro? Dove ogni stato si fa le leggi su misura? Dove c'è ancora la pena di morte? Dove viene mandato sulla forca un ragazzino di quindici anni che ha ucciso un compagno di scuola quando ne aveva tredici? E lo si porta in una aula di giustizia vestito di una tuta arancione incatenato mani e piedi? Dove esiste Guantalamo dove vengono negati i più comuni diritti umani in nome del bene del popolo americano? E per salvaguardare il popolo eletto si spia tutto il mondo, anche e soprattutto gli amici ed alleati, per trarne profitto economico, perché questa è l'amara verità? Nel Seicento gli inglesi ci hanno mandato ladri, assassini e puttane, e questi sono i progenitori degli americani di oggi.
Razzista io? Mai. Per me possono fare a casa loro quello che vogliono, ma la smettano di vantarsi di essere i migliori del mondo, perché sono la schifezza del mondo. Tutto fanno solo per guadagnarci su e le testate atomiche le hanno solo loro, perché i russi, che le hanno pure, non avrebbero i mezzi per farle partire per i loro traguardi intercontinentali.
Per non parlare delle loro pagine orrendamente oscure, e sto parlando dell'assassinio di Kennedy, e sto parlando dell'undici settembre, la cui verità non la riveleranno mai.
Tu hai descritto la discriminazione dei poveracci che sono emigrati nell'ottocento. Rimandavano indietro chi non poteva servire: i vecchi e i malati. Più di un secolo dopo i nazisti mandavano direttamente nelle camere a gas, vedi caso, gli ebrei vecchi e ammmalati. Gli americani li rimandavano indietro a crepare di fame, c'era poca differenza.
Oggi sai bene quel che succede al confine con il Messico. Non è cambiato nulla. Non cambierà mai nulla: loro suonano il loro inno, si mettono la mano destra sul cuore e cantano beati tenendo gli occhi chiusi e già ti hanno fregato, perché sei fuori dal giro.
Mi spiace contraddirti, ma io dico sempre e solo quello che penso, Mariella. Ciao, buona giornata.
Ok Vincenzo, ti sei sfogato.
RispondiEliminaMa che diavolo c'entra questa tua filippica quasi da invasato, con il mio post? Ho forse declamato una ammirazione lecchina e ottusa per tutto quello che fanno gli americani? Ho per caso dispensato elogi per ogni loro passo, per ogni loro successo? Ho per caso fatto confronti tra loro e i russi e i tedeschi? Ho solo parlato del sogno che avevano i nostri connazionali all'epoca, sogno che, malgrado molti furono costretti a tornare indietro e altri a morire prima di arrivare, chi ebbe la costanza di sbarcare a NYC, rimboccarsi le maniche, sudare e lavorare come un pazzo, riusciì a realizzare. E questo senza se e senza ma. Perchè, nonostante le ipocrisie e le contraddizioni di quel popolo giovane e a volte ottuso, chi vuole realizzarsi, lì ci riesce. E succede ancora, oggi come ieri. Due anni fa, quando ci andai per la prima volta, all'Ammerica, conobbi tanti italiani. Ragazzi giovani, impiegati nelle più svariate occupazioni e contenti. Altri della mia età che avevano ormai raggiunto uno status lavorando sodo. La maggior parte ha nostalgia del nostro paese, ma non tornerebbe mai. Forse per le vacanze, forse. Perchè da noi non c'è speranza. L'abbiamo uccisa. E' colpa nostra. E smettiamola di criticare gli altri, quando noi per primi non riusciamo a mandare via a calci in culo un senatore leghista di m... che si permette di offendere un cittadino italiano come lui. Come noi. Ha un colore della pelle diverso. Ma diverso da chi? Certo diverso da lui che sì è un animale, lui. E gli animali si potrebbero offendere per il paragone.
Io ho solo parlato di un sogno. Una vita migliore da realizzare. Quello che neghiamo a chi arriva oggi da noi con lo stesso sogno. E lo neghiamo forse perchè noi per primi non sognamo più.
E questo è quanto.
Contraddirmi Vincenzo? Forse stiamo parlando di due cose diverse.
Ad esempio avresti potuto parlare del tuo sogno. Quello che hai realizzato in Germania. E non che i tedeschi siano migliori. Che ai tuoi tempi gli italiani li trattavano anche peggio di come gli americani trattavano gli emigranti.Con tutti gli errori che hanno commesso. Ora sono più civili di quando trent'anni dopo l'emigrazione a NYC iniziò a casa loro l'epurazione?
Bah.
Poi, la merda è merda. E questo ad ogni latitudine. Che sia Europa, ormai morta, che sia Africa, devastata, che siano gli Stati Uniti, insulsamente contraddittori con la frenesia e la devozione al dio denaro. Che sia America Latina con la devozione a mamma coca.
Ciao a te e buona serata.