02 marzo 2014

Qual è il problema?





Se sapessi di cosa stanno parlando, non sarei così curiosa. Sono ore che stanno parcheggiati sotto le finestre della mia camera da letto.
Con questo freddo. 
E poi ridono, scherzano, si passano lo smartphone per vedere le canzoni su you tube.
Dalle tre del pomeriggio a notte fonda.
E noi?
Noi dobbiamo alzarci la mattina presto. Sveglia alle cinque e un quarto mio marito, alle sei la mia.
Perchè tocca andare a lavorare. E loro? Beh in teoria ci sarebbe scuola no?
Escono con me al mattino, intorno alle sette. Con l'aria ciondolante che li contraddistingue.
Lo zaino pieno di libri (credo) e l'aria pesta. 
Non salutano nessuno, a volte un grugnito mi fa pensare ad un momento di educazione.
Rarissima.
Però tra loro, nella tribù che balla, si comprendono con un alzata di sopracciglia.
Ma va. Stanno sempre ad urlarsi di tutto. Come se li dividesse il muro di Berlino.
E le risate sguaiate? Non vi dico le fanciulle. Ci sono anche loro. Non sono esenti.
Pesanti e anche volgari. Lo specchio di questi anni. 
Sembra che si portino addosso il peso di tutta la rabbia del mondo. Sono lontani, sempre con le spalle rivolte a noi.
E mi domando.
Anche io ero così? Porca miseria, non è passata un'eternità ma non ricordo tutta questa stucchevole ignavia carica e violenta.
Lo so, sono incazzata. 
Qual è il problema?
Probabilmente la mancanza di sonno, no?


Un gran bella canzone Emis. Forse, noi di qua dal vetro e voi di là non siamo poi così lontani!







23 commenti:

  1. Ti ricordi del cantante Adamo?
    Una sua canzone "La Notte": "...La notte tu mi fai impazzir..."
    Se l'ascoltassero i "tuoi" buontemponi notturni, la notte farebbero ben altro...
    Ciao Mariella

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    1. Sono troppo iovani, Nicola.
      Non hanno una grossa esperienza in materia!
      Abbraccio della domenica.

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  2. Hai provato con un secchio di...acqua?

    Robbi Spaggia

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    1. Non arrivo a beccarli. Purtoppo si infilano nell'androne della scala a fianco alla mia. E l'eco amplifica i rumori tanto che spesso mi sembra di sentirli ridere sguaiatamente fino in camera.
      Ma prima o poi li facci sgombrare dalla polizia :-)

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  3. Emis Killa è un imbecille, l'ho dice pure mia figlia che due anni fa l'ho accompagnata a vederlo.

    per quanto riguarda quei ragazzotti, mia figlia poteva stare tranquillamente là in mezzo.

    (no, non sta fuori fino a tardi, però la tribù descritta è tanto somigliante alla sua dell'hip-hop)

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    1. Boh, conosco poco di lui. La canzone mi era piaciuta che sia imbecille non sono proprio in grado di giudicarlo.
      Le tribù attuali si somigliano tutte:-)

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  4. Intanto Marracash ha la bellezza di 34 anni, quindi direi che la sua presenza, in un pezzo che mi parla del disagio giovanile, è assolutamente fuori luogo... E questo per dire che ho come l'idea che la "giovanitudine" si tiri un po' troppo a lungo.
    Riguardo ai ragazzi. Parlo da insegnante, quindi ho un luogo/tempo di osservazione privilegiato. Io li trovo molto fragili e belli (non parlo dei "tuoi", ovviamente :))), ma veramente disorientati. Il vero problema, penso siano gli adulti.

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    1. Mi hai fatto venire in mente ache Frankie NHRG che a ben 47 anni ha portato il rap sul palco dell'Ariston. A me ha messo una gran tristezza addosso.
      Se è fermo a quello lui...
      Concordo: il vero problema sono gli adulti. I genitori che non sono in grado di gestirli ad esempio. Pensa che è toccato a me chiamare sul cellulare il padre di uno del gruppo per dirgli che era quasi l'una e che il figlio era come al solito sotto le mie finestre a fare casino.
      Lui era tranquillamente a casa...
      E PENSO CHE SIA MOLTO CHIARO QUELLO CHE IO PENSO DELLE FAMIGLIE DI TALI ELEMENTI.

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  5. Bhè probabilmente agli occhi della generazione precedente alla mia, anche io sono sembrato strano e scollato rispetto al mondo degli adulti (e forse anche al mondo reale). Tanto più secondo me l'adolescenza di un ragazzo gay è ancora diversa e forse ancora più distaccata dalla realtà, forse come meccanismo per tentare di affermare il proprio modo di essere e di intendere l'affettività.
    Ma certo non ricordo tutta questa rabbia. Ricordo le risate, i momenti tristi, gli amori non corrisposti, le cassette registrate. Ma la rabbia no. E soprattutto non la rabbia verso i miei coetanei.
    Forse una sorta di idignazione per il sistema, le urla alle manifestazioni, la voglia di gridare: io non ci sto. Ma erano sentimenti finalizzati ad un ideale, non un incazzatura generalizzata.
    La tua incazzatura, invece, è giustificata. Pure io, se fanno casino sotto la mia finestra, non dormo.
    E quelle volte che ho indugiato troppo a lungo, la notte, sotto una finestra, qualche secchiata d'acqua l'ho presa...che dici, tieni pronto un catino vicino alla finestra per le prossime volte?
    Un bacio,
    Leo

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    1. Oh ma anche io Leo, sicuramente.
      Molto introversa e insicura ero il bersaglio di molti. Mi ero chiusa in un mondo che apparteneva solo a me. E credevo che nessuno fosse in grado di comprendermi. Ero anche arrabbiata certo, ma non nei confronti del resto del mondo.
      Quello è arrivato dopo, quando sono passata sulle barricate. Per quel che rimaneva degli ideali o delle utopie in cui ancora credevamo.
      Eppure non sono mai stata violenta nè ho mai pensato che fosse colpa degli adulti quanto mi accadeva.
      Mi rendevo conto fosse un momento di passaggio.
      Forse il punto è che loro non si aspettano più nulla. Ma non mi pare stiano facendo nulla per cambiarlo sto' cavolo di mondo.
      Abbraccio ragazzo.

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  6. non conoscevo la canzone. Grazie per averla segnalata! Ti aspetto da me.

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  7. C'è tutta una generazione di genitori che ha abdicato dal proprio ruolo. Superato il modello genitore autoriario, aggirato quello "io per mio figlio sono un amico", non sanno più bene come rapportarsi ai figli. E creano tanti di quei danni in queste nuove generazioni che nemmeno immaginano. Di adulti autorevoli, che sappiano dare sostegno e soprattutto il buon esempio, ne sono rimasti ben pochi.

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    1. E mi domando, concordando con la tua visione: li conoscono davvero i loro flgli?

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  8. Ciao Mari!
    La stessa identica situazione succedeva nella piazzetta vicino a casa mia,hanno imbrattato pure tutti i muri del condominio,una sera stanca della loro caciara e del turpiloquio sparato a manetta da fanciulli e fanciulle ho chiamato la polizia locale che è intervenuta facendoli sloggiare,da allora la quiete regna e si dorme!!
    sono dell'opinione che gran parte della maleducazione dei ragazzi del giorno d'oggi sia la poca buona educazione impartita dai genitori se solo ti permetti di fare loro notare che stanno facendo chiasso ed è notte tarda il minimo che ti dicono è vai a cagare,senza mettere in visione il titolo che ti hanno affibbiato !ohiiiii
    Abbraccio amica

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    1. L'ho detto io! La prossima volta chiamo la polizia. E poi ne riparliamo.
      Una volta ho osato dire, in una delle varie riunioni di condominio, che secondo me dipendeva dall'educazione impartita.
      Se quella sera non ci siamo menati cì è mancato poco. E che non li educano perché loro per primi sono non sanno cosa voglia dire la parola ma guai a metterli spalle al muro.
      Abbraccio forte.

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  9. Mi spaventa il fatto che li aspetta un mondo più incasinato di quello in cui confidavamo noi.

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    1. Sara, sono abituati ad avere tutto quello che vogliono con uno schiocco di dita.
      Mica come noi che quello che siamo riusciti ad avere ce lo siamo sudato.
      E che volevamo cambiare il mondo. Certo poi non ci siamo riusciti ma ci abbiamo provato.
      Loro no. Sarebbe troppo faticoso.

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  10. AHAHAHAH...Mari sei sta gggggiovane pure tu.
    Comprensione suvvia.
    A me gli adolescenti di oggi fanno molto tenerezza invece.
    Sono molto più soli di quanto lo eravamo noi.
    Assorbiti dal mondo virtuale ne restano inevitabilmente schiacciati.
    Ai nostri tempi non avevamo nemmeno i cellulari, ed inutile negarlo, è stata
    la nostra grande fortuna.
    La condivisione, lo scontro,il cazzeggio era reale fisico e ci permetteva di
    dare corpo alla nostra identità.
    Si faceva politica,si giocava a fare gli intellettuali.
    Ore e ore chiusi in una stanza a parlare di come cambiare un mondo che ci
    stava stretto.
    Un mondo dove i libri avevano un senso e sottolineavi con la matita le frasi
    che più ti colpivano.
    Oggi fb twitter ecc ecc...tutto passa solo da questi canali, i nostri ragazzi
    vivono perennemente connessi.
    La frenesia e l'incoerenza della tecnologia si è impossessata di loro.
    Si, sono convinta per loro è tutto più difficile.
    Il nostro compito è stargli vicino per aiutarli a capire chi sono e cosa
    vogliono.
    E respirandoli con pazienza, anche loro impareranno a capirci un po' di più.
    Migliorando loro con noi e noi con loro.
    veru

    Commento di Veru mandatomi via mail.

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    1. AHAHAHAH Veru.
      Come sei tollerante. La prossima volta che tenti di far dormire Noa e non c'è verso ricordamelo. Che li mando tutti a Berghèm sotto le tue finestre.
      E poi ne riparliamo. Prova a respirarli un po' tu.

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  11. mari, ti propongo due soluzioni.
    1) tappi per le orecchie.
    2) rapire e immobilizzare emis killa, utilizzandolo poi come grosso oggetto contundente per percuotere i minorati che stazionano sotto la finestra.

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  12. Messaggio per Morena se passa di qua: riesci a mandarmi la tua mail privata tramite il modulo contatto in alto a destra? Grazie! E ancora un milione di auguri!!!

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  13. Fatto. E grazie ancora per gli auguri!
    Ma volevo dirti quello che penso su questo argomento. Veru è molto piu' comprensiva di me, molto di piu'. Ho due ragazzi che sono stati adolescenti e "persino" io lo sono stata. Possiamo trovare tutte le attenuanti del caso, quando vedo gruppetti di giovani mi intenerisco pensando con nostalgia ai bei tempi. Ma gioventù non deve essere per forza sinonimo di maleducazione, perchè di questo si tratta. E concordo con te, buona parte deriva dall'educazione ricevuta. Anzi, non ricevuta. Sai quante volte durante il lungo percorso scolastico ho assistito a penose scene di genitori in soccorso dei figli per note comportamentali? Ci lamentiamo tanto del lassismo di alcuni insegnanti, ma chi se la prende la responsabilità di insegnare qualcosa quando sai già in partenza di avere la famiglia contro a prescindere? Hai tutta la mia comprensione in questa vicenda.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)