02 agosto 2020

2 AGOSTO 1980 - PERCHÈ NON POSSO DIMENTICARE



Oggi sono quarant'anni dalla strage di Bologna. E vi ripropongo un mio vecchio post pubblicato nel 2014. Conoscerete qualcosa di più di me, del mio passato. Io non posso dimenticare, nessuno può e nessuno deve.



"Sappiate che per me non è facile raccontarvi questa storia.
Soprattutto perché non è una storia." (Mariella Esse)

Era bella la stazione di notte. C'erano delle luci gialle che la illuminavano.  E le davano come un aura magica e un po' speciale. Sono tutte belle e un po' misteriose le stazioni in notturna. In quelle grandi con traffico internazionale, vedi lombrichi poco illuminati fermi sui binari, che sono tanti. Vedi i loro numeri e la gente che dorme o che ti osserva, esattamente come stai facendo tu, che sbirci al buio della tua "stanzetta" ciò che accade nella "stanzetta" di fronte. 
C'è chi mangia un panino e chi chiacchiera, perché lungo è il tragitto e tanta la strada ferrata ancora da percorrere.

La stazione bianca mi piaceva sempre tanto. Ci passavo in media un paio di volte l'anno. Andata e ritorno da Milano.
Ero sempre contenta all'andata. Assaporavo le vacanze nella mia città preferita. A casa dello zio.
Premio che arrivava alla fine di ogni stagione scolastica.
Lo aspettavo tutto l'anno. Con frenesia. Stretta com'ero tra le mura antiche e pur bellissime della città di provincia che mi aveva dato in natali. Che amavo ma che non comprendevo.
Consapevole che ci fosse altro. Ad di là di quelle montagne. E di quelle "FORCHE" che avevano piegato i romani.

E l'altro per me era Milano.
L'estate calda e afosa della città mi accoglieva, con tutta la sua altezzosità.
Le strade lunghe e larghe, le guglie del suo duomo. gli alberi dei suoi parchi. Ma anche borghi quasi nascosti alla cui fine c'era l'università, che un giorno mi avrebbe accolto e sopportato, tra le aule vecchie e il porticato del suo giardino. Ricca di opportunità che mai sono state negate ad alcuno. Almeno allora.
Quando tornavo ero sempre triste. Mi sembrava che fosse sempre troppo lungo il tempo da trascorrere prima del mio ritorno.
E i giorni precedenti erano volati. Mi aspettavano il mare e le vacanze. Un mese intero in cui sarei stata con tanti amici con i quali mi rivedevo ogni anno, sulla spiaggia bianca di quel paesino abruzzese che adoravo.
Eppure, quella notte le luci gialle mi immalinconivano. Niente di particolare. Sembrava che tutto fosse sospeso, come quando aspetti qualcosa che non conosci ancora, ma che sai, arriverà.
E poi io di notte non dormivo mai. 
Una paura atavica, che mi aveva trasmesso il mio papà ferroviere. "Sempre un occhio aperto di notte, bambina mia."

Il primo stop era Foggia. Ma non terminava lì il mio viaggio. Mio zio mi accompagnava fino al treno che mi avrebbe riportato a casa. Un abbraccio e il silenzio carico di parole di affetto tra due che si considerano un'altra figlia e un altro padre.

L'arrivo a casa, intorno alle 12,00 del mattino. Mio padre che mi corre incontro e mi abbraccia. Talmente forte che meraviglia me per prima. Lo prendo in giro dicendo "ehi ma son tornata non sto partendo per L'America". Lui che mi accarezza e piange.
Io che lo abbraccio forte ma che non capisco.
E poi a casa. Le immagini dal televisore. Il fumo, le barelle, i teli bianchi sui corpi. I nomi. Non vedo più le luci gialle e la stazione bianca. Vedo solo il dolore, la rabbia. I visi di chi cerca disperatamente qualcuno o qualcosa di quel qualcuno. Le autoambulanze. Un autobus rosso che accoglie i feriti. 
Le domande. I dubbi.
Oggi, dopo oltre trent'anni, non hanno ancora trovato risposta.



Ciao BOLOGNA.






44 commenti:

  1. Ehhhhh...Non servono parole.
    Grazie Mari.

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  2. Da stringere il cuore... una strage senza risposta.. gli archivi di Stato non li apre nessuno, e probabilmente nessuno saprà mai cosa è successo davvero, e se quelle anime straziate in stazione, siano state davvero soltanto una scusa per distogliere lo sguardo da Ustica, altra maledizione chiusa in qualche archivio segreto, a giustificare l'infinita a miseria e cupidigia umana.. e come se lo vedessi il tuo papà, abbracciarti forte da togliere il respiro, e piangere..

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    1. La Casellati questa mattina a Bologna ha detto che è il momento di aprire gli archivi di tirare fuori le carte.
      Mi è venuto da ridere, amaramente.
      40 anni, gli esecutori in libertà e i mandanti ormai conosciuti ma tutti morti.
      La giustizia in Italia è una chimera. Resta solo il dolore di chi ha nel cuore un familiare che non arrivò mai a casa.
      Ti abbraccio e grazie.

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    2. La Casellati ha fatto sorridere amaro anche me, ieri sera.. "è ora di aprire gli archivi".. ce le avete voi le chiavi! Ipocriti che non siete altro!!!

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    3. Io oserei un bel "merdacce che non siete altro"

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  3. Con NOI del partito degli under 70.000 almeno ci sarebbe un taglio a tutte le chiacchiere ridondanti sparse nell'etere dai vari pulpiti.
    NOI siamo usi a risolvere i problemi alla radice e se le persone che paghiamo per farlo non ci riescono perché umanamente problemi irrisolvibili, preferiamo il silenzio o in questo caso specifico, analizzare in quali altre nazioni al mondo si mettono bombe per ammazzare bambini ed elencarle, inserendoci anche la nostra per ricordare al bobbolo di che pasta siam fatti e che un referendum per essere annessi dalla germania potrebbe essere l'inizio per una rinascita civile

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  4. Un'altra tragedia che sporca di sangue l'Italia.
    Tutto ancora da chiarire, tranne una cosa:solo la destra , appoggiata dai servizi segreti, può compiere tali atrocità.
    Cri

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    1. No, le atrocità le hanno compiute anche i governi di sinistra. Ovunque, nel mondo.
      Ma questa strage è tutta italiana, la più grave che la nostra storia ricordi.
      E alle destre, fa comodo stare in silenzio e magari spassarsela al mare...

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    2. Qualsiasi attentato è barbaro, ancor peggio se sono di Stato e i Servizi segrti sono sempre agli ordini della destra

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    3. Ti sei scordata il KGB;)

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  5. Cara Mariella, credo che tutto questo rimarrà con lettere di fuoco nei nostri cuori.
    Ciao e buona domenica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso 

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    1. Nei nostri cuori certamente.
      Fino a quando avremo la costanza e la rabbia di ricordare.
      Ti abbraccio e buona domenica.

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  6. Non ero ancora nato, ma è impressionante lo stesso, non avevo letto il vecchio post, brava a riproporlo, anche se fa male.

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    1. Fa male vero, appunto per questo abbiamo il dovere di perpetuare la memoria.

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  7. Un ricordo toccante !!! Impossibile dimenticare quei giorni , anche se sono passati tanti anni. Per tanto tempo ho avuto paura di trovarmi in una stazione e di salire su un treno. E ancora aspettiamo giustizia... Saluti cari.

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    1. Pensa che io ci sono nata e cresciuta tra le stazioni. E questo mio ricordo è straziante sia per l'accaduto che mi sfiorò sia per il luogo a me così familiare.
      A volte penso che la giustizia non esiste. Poi passa...

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  8. Ciao, ho anch'io un ricordo simile al tuo; mia madre si chiuse fuori di casa per la gioia di vedermi... era circa mezzogiorno e non avevo ancora capito il motivo della sua gioia esagerata...

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    1. Ciao Berica, benvenuta da me.
      Abbiamo un ricordo doloroso in comune. Sai allora di cosa parlo. Anche io non capii sul momento...
      Passerò a trovarti.
      Grazie per la tua testimonianza.

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  9. Non sapevo della tua esperienza.
    Grazie per averla condivisa.
    Come ho scritto da qualche altra parte tanti son portati a dimenticare o addirittura a fregarsene , soprattutto le nuove generazioni.
    Ed è qualcosa che fa male saperlo.
    Grazie a te e a tutti quelli che tengono vivo il fuoco della memoria.

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    1. In dieci anni di blog, nove per questo e un altro nei due precedenti, ho affrontato così tanti argomenti che quando leggo la maggior parte dei post altrui, sorrido. Perché ho già scritto e trattato l'argomento più volte.
      Invece per questo mio ricordo, mi rendo conto che non è mai abbastanza parlarne e sono contenta di vedere, oggi, così tanti post dedicati alla strage.
      Farebbe comodo l'oblio a molte forze politiche. Ma non ci riusciranno mai.
      Pescivendola e dj compresi.
      Grazie a te per avere apprezzato il post.

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  10. Una strage terribile, sanguinosa e inutile, dove, come succede spesso da noi, i veri ideatori non sono mai stati puniti.
    Ciao fulvio

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    1. Perché sono morti Fulvio. Ma se li avessimo processati prima, ora sarebbero già liberi.
      Una strage terribile, inutile e dimenticata. Nonostante le migliaia di commemorazioni.

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  11. Una tragedia da non dimenticare, penso alle tante vittime e alle loro famiglie... assurda e terribile.

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    1. Il pensiero va a loro e al desiderio di giustizia rimasto incompiuto.
      Un abbraccio.

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  12. Una strage, dove rimangono ancora troppi misteri.
    Saluti a presto.

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    1. L'Italia è all'avanguardia nei misteri.
      Saluti.

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  13. Parabéns pelo post. Um excelente domingo.

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  14. Un tassello della tua vita che mi mancava, Mari. E che tassello. Legato a questa che è una delle pagine più terribili e dolorose della nostra Italia.
    Bambina di 7 anni ancora da compiere, io ho ricordo preciso di quando ne parlarono in televisione e mamma e papà erano attoniti. Capii poco, ovviamente, ma nel tempo poi ho avuto modo di capire sempre di più e oggi resto altrettanto attonita, nonostante i 40 anni trascorsi, visto quanto ancora ci viene taciuto vergognosamente.
    Ti abbraccio.

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    1. Ci sono alcuni momenti storici vissuti che sono impressi a fuoco nei nostri ricordi.
      Uno è sicuramente questo. Grazie della tua testimonianza, eri così piccola eppure...
      Han taciuto fino ad ora ma non è possibile che si continui su questa linea vergognosa.
      Un abbraccio a te.

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  15. Giustizia e verità due parole che oggi non vengono proprio ascoltate. Parole le tue che arrivano al cuore e lo fanno sanguinare e che ancora di più fanno venire rabbia per mom avere ancora avuto verità e giustizia

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    1. La menzogna è prassi ormai, si nega perfino l'evidenza. Si fanno capriole di parole per rinnegare quel che si è detto il giorno prima.
      Una civiltà a fine corsa.
      Affoghiamo in un mare di rabbia e amarezza.

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  16. un bellissimo e toccante post!!!! arrivo da te girovagando tra i blog....un abbraccio Lory

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    1. Ciao Lory, benvenuta da me.
      Era doveroso ricordare, grazie per il tuo commento.
      Un abbraccio e a presto.

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  17. Un pezzo di dolorosa storia della nostra Italia , un'altra strage che ancor oggi aspetta e chiede la verità, toccante il tuo scrivere nel ricordo cara Mariella .
    Ti abbraccio augurandoti buon inizio settimana.

    Rosy

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    1. Quanti eventi dolorosi nella storia recente di questa nostra Italia che sono rimasti in attesa di verità. Che ci è stata nascosta e negata.
      Grazie per le tue belle e importanti parole.
      Ti abbraccio Rosy, buona settimana anche a te.

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  18. troppi che dimenticano e troppi che negano

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  19. Ciao, il tuo testo mi è piaciuto leggerlo. Testimone tangenziale, fortunatamente, ma le tue parole ci avvicinano all'impatto dei fatti, non solo per le vittime dirette.

    Qui, in Spagna, non si parla troppo del terrorismo Italiano, forse sì quando è accaduta una strage del genere ma poi, poi si dimentica. Io ne ho saputo di ascoltare ogni tanto le radio italiane, qualche cronaca sulla storia d'Italia in youtube (la storia siamo noi, principalmente),... Sono stato a Bologna due volte, ma la seconda solo per un trasferimento aereo-treno (destinazione finale: Bolzano). Ho visto l'orologio fermato all'ora della strage e, lo stesso di adesso, la pelle di oca. Certo, non si deve dimenticare.

    Tenero, carino e comprensibile, l'abbraccio del tuo padre.
    Ciao.
    PODI-.

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    1. Ciao Podi, benvenuto da me.
      Mi fa piacere che il testo ti abbia colpito, trattandosi di storia vera.
      Certo, gli eco delle grandi tragedie italiane, arrivano lontani altrove, ma penso che si sia parlato anche da te, all'epoca, di questo grave attacco terroristico subito dall'Italia. Dopo quarant'anni ancora non ne veniamo a capo, non so se in Spagna accade la stessa cosa...
      Un abbraccio e buona giornata.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)