17 luglio 2013

Penny Guggenheim: dal Titanic a Venezia





C'era una volta una fanciulla appartenente a una ricchissima famiglia di ebrei di origini svizzere trapiantati in America. Marguerite detta Maggiem Gugghenheim.
Per riallacciarmi a un mio post di qualche tempo fa, era una "principessa".
La sua infanzia fu segnata dalla morte del padre che perì 15 aprile del 1912 naufragando nell'Oceano Atlantico. Si trovava a bordo del Titanic.
La ragazzina crebbe all'ombra della fortuna delle famiglie a cui apparteneva: i Guggnheim magnati dell'acciaio e i Seligman, ricchissimi banchieri.
Visse la sua giovinezza a NYC con la  madre fin troppo presente e asfissiante,, adorando un padre che in realtà si occupò molto poco di lei e della sorella.
Quando lui morì a bordo del Titanic era in compagnia di una delle sue tante amanti.
Meggie crebbe con la poca consapevolezza del suo status sociale e della sua ricchezza.
Anche perchè di soldi ne vide pochi, poichè lo zio Salomon ( quello della Fondazione di NYC) fece in modo di investire l'eredità del padre in titoli.
Ben presto, il carattere selvaggio di Maggie si fece sentire e appena le fu possibile, si liberò dal giogo della madre e cominciò a girare il mondo.
Ma soprattutto l'Europa, suo pallino.
Non era una gran bellezza, eppure, nel giro di pochissimo tempo, in pochi anni ebbe il potere di far cadere ai suoi piedi, la maggior parte degli artisti che avvicinò.
Si sposò giovanissima ed ebbe due figli, ma il matrimonio con Lawrence Vail, seppure uomo molto affiscinante e intelligente, non durò che pochi anni. Con il primo marito girò per tutta Europa quasi senza meta e si innamorò di Venezia.La percorrevano a piedi quasi instancabili.
Diceva della città: Tutto a Venezia è non solo meraviglioso, ma sorprendente; è molto piccola, ma così complicata per vie della forma ad esse del Canal Grande, che si è sempre sul punto di perdersi trai i vicoli. Alla fine si sbuca sul Canal Grande, ma mai dove si vorrebbe".
Sarebbe divenuta il suo posto del cuore, pareccchi anni dopo.
Non mi trova d'accordo sulla città, io non riesco a sopportarne l'odore e la calca, ma mi rendo conto che alla luce della luna, le calli nascoste hanno tutta la poesia che ci si aspetta.

La coppia era troppo diversa, la maggior parte del tempo insieme lo passarono ubriacandosi e litigando.
Li accomunava solo la passione per l'arte e per il bere.  Ci fece due figli e un giorno  conobbe John Holmes.

Lui fu suo secondo compagno, il suo pigmalione. Più grande di lei, un inglese dalla stazza non indifferente, anche lui gran bevitore. Uno scrittore che non raggiunse mai una grande fama che non riuscì mai a finire il suo romanzo, ma fece in modo che il diamante grezzo Penny,  come diceva lei stessa, all'inzio quasi incapace di distinguere tra i diversi stili di arte,diventasse  la splendida mecenate, colta, intelligente e preveggente, che sarebbe divenuta. Lo conobbe nel periodo in cui ancora portava le ferite per la morte dell'adorata sorella Benita.
Non si sposarono mai, ma fu  l'amore più grande della sua vita.
Lui era un uomo estremamente colto e affascinante e la plasmò e sensibilizzò alla bellezza e all'arte.
Lo amò intensamente, diceva di lui che oltre ad amarle le donne, le comprendeva. Durante i cinque anni di vita insieme, la cultura di Holmes l'avvolse nelle sue braccia e le fece finalmente comprendere il mondo nuovo che la circondava e ciò che voleva diventare.
Alla sua morte, prematura e dovuta alle conseguenze di una brutta caduta, cominciò la girandola degli amori/artisti che si avvicendarono nel suo letto e nella sua vita di mecenate.


Aprì una galleria a Londra che chiamò Gugghenheim Jeune  e ben presto,la inaugurò con una mostra dedicata a Brancusi. Contemporaneamente grazie al suo amico Marcel Duchamp conobbe Cocteau. Duchamp le insegnò la differenza tra surrealismo e astrattismo facendole conoscere tutti i suoi amici. Lei lo ringrazierà sempre per averla introdotta nel mondo dell'arte moderna.


Marchel Duchamp - Giovane triste in treno -  Peggy Guggenheim Museum


Successivamente conobbe Jean Arp, il grande scultore surrealista.
Si divideva tra Londra e Parigi e in una delle sue visite in Francia incontrò Samuel Beckett, a casa di James Joyce.
Beckett fu suo amante per un breve periodo. Una passione bruciante ma lui si dimostrò un uomo visionario (beh, del resto lo si nota anche nei suoi scritti)  e soprattutto infedele. Rimasero amici  a lungo.
Poi, divenne amica di Kandinsky e la moglie. Curò la sua mostra a Londra, quando di lui si diceva fosse solo un pittore di quart'ordine. Si pentì sempre di avere comprato solo un quadro di quel periodo lasciando ad altri alcuni tra i più belli. Ne acquistò altri e molti a NYC, ma le rimase il rimpianto dei primi.


Vassilij Kandisky - Paesaggio con macchie rosse n.2 - Peggy Guggenheim Museum


E fu la volta della mostra dedicata a Yves Tanguy.Una retrospettiva dei primi quadri,  e durante l'esposizione splendida, acquistò Toilette de l'Air e Le Soleil dans son écrin.


Yves Tanguy - Toilette de l'Air - Peggy Guggenheim Museum


Due capolavori.Naturalmente anche dell'artista francese, divenne l'amante. Del resto non riusciva a non essere coinvolta sentimentalmente dalle persone che l'affascinavano con la loro arte.
Yves, come altri artisti che anche grazie a lei e alla sua cocciutaggine, diventarono delle personalità enormi, le dedicò diversi bozzetti e ritratti. Per non parlare dei bellissimi orecchini da lui disegnati. Ne perse uno ma portò sempre il superstite abbinato ad un altro disegnato da Calder.
Tra gli altri  conobbe e  divenne amica acquistandone  molte  opere,  Mondrian, Dalì, Picasso, Mirò, Bacon, Man Ray. Intanto nasceva l'idea di creare un museo dove esporre in maniera permanente tutte le opere acquistate negli anni.Ma eravamo a ridosso della Seconda Guerra Mondiale. Scoppiò mentre era in Francia ospite dei Kandinsky.Dovette rinunciare all'idea. Intanto la sua collezione aumentava con Brancusi,Dalì, Helion e fu colta da una passione smodata per Giacometti.Comprò la prima opera dell'artista ad essere fusa nel bronzo, Woman with a Cut Throat.
E conobbe Max Ernst. Il grandissimo pittore e scultore tedesco, l'affascinò immediatamente.Nonostante fosse non più giovanissimo e di gran lunga più grande di lei.
I tedeschi però avanzavano e per lei, ebrea, restare in Francia non era sicuro. Riuscì a nascondere il suo patrimonio di quadri nei sotterranei del castello di una sua amica, Maria Jolas, e raggiunse il suo ex marito Laurence in Bretagna. Le arrivò la notizia che la famiglia di Max Ernst aveva bisogno di aiuto e di ospitalità, erano nascosti con altri amici ebrei, sulle montagne presso Marsiglia.
Poi il grande artista fu catturato e portato in un campo di concetramento. Lei continuò a sostenere anche economicamente la famiglia. Si rivedero a Marsiglia quando fu liberato, e iniziarono una relazione.


Max Ernst - Il Bacio - Peggy Guggenheim Museum



Con lui tornò in America. Vissero insieme per molti anni, si sposarono e la fama di Ernst cresceva a dismisura. Nel frattempo lei riuscì ad aprire una nuova galleria, Art of This Century.La galleria stessa fu un capolavoro. Elsa Schiaparelli decise di aiutarla nella realizzazione della prima mostra surrealista, con pitture bianche che senza cornici scendevano direttamente dal soffitto, montati su mazze da baseball che si inclinavano come si voleva.Le pareti erano in caucciù e ricurve. Insomma una mostra innovativa in un luogo che ti lasciava senza fiato.
Il rapporto con Ernst, fu molto burrascoso, lei era innamoratissima, lui in realtà preso dalla sua arte e dalla passione per le donne. Ci furono litigi furiosi e tradimenti, da ambo le parti. La relazione finì e lei conobbe Kenneth Macpherson, il grande fotografo e romanziere. Anche questa volta la vita sentimentale si intrecciò con quella artistica. Comprarono casa e andarono a vivere insieme. E lei chiese a Pollock di dipingere un murale alto due metri e largo sette, per decorare la sala d'ingresso. No dico, stiamo parlando di uno dei più grandi pittori moderni che per compiacere la sua amica Peggy dovette abbattere una parte del muro di casa sua, per potere terminare la sua opera e donargliela. Immensa Peggy.
La mostra successiva nella sua galleria fu quella dedicata a De Chirico. 16 opere ottenute in prestito da privati o da musei.
Poi fu la volta di Pollock. Erano tutti artisti che in quel periodo erano poco conosciuti. Dopo di lei e anche grazie a lei e alla sua cocciutaggine, nel volerli esporre a tutti i costi, sebbene non incontrassero il favore del pubblico, che fu possibile farli amare anche all'estero.


Jackson Pollock - La Donna Luna - Peggy Guggenheim Museum


Questa la grande forza di Peggy. La sua energia, il suo dominare con convinzione e cavalcare il nuovo gusto avanguardistico, che si stava imponendo nel mondo.
Una donna così potente e venerata dai suoi artisti, che riuscì a far fare ad un artista come Calder la testiera del suo letto, pezzo in argento che rimase con lei fino alla sua morte. Immaginate di dormire con il capo appoggiato ad un capolavoro per il resto della vostra vita.



Alexander Calder - Testiera del letto di Peggy Guggenheim




Nel 1948 decise che era tempo di tornare in Europa e di creare a Venezia un museo tutto suo.
Per prima cosa, espose tutta la sua collezione alla Biennale di Venezia e poi, acquistò Palazzo Venier dei Leoni, edificio lasciato in abbandono lungo il Canal Grande, facendone la sua dimora e il suo museo permanente.
Il padiglione  alla Biennale a lei dedicato fu un successo strepitoso ed ebbe una eco immensa. A partire dall'introduzione alla mostra scritta dal Professore Argan (sì proprio lui, il Giulio Carlo, passione o incubo dei nostri studi d'arte al liceo). Ne scrisse un pezzo confusionario e disordinato, riconoscendo di non capirne molto di arte moderna. Queste son soddisfazioni...
Successivamente, la collezione fu esposta a Torino e a Firenze, e arrivò a Milano, al Palazzo Reale.
Intanto si lavorava al restauro di  Palazzo Venier, che terminò nel 1949.
Organizzò nel giardino bellissimo, con piante e alberi secolari, la sua prima mostra.
Opere di Brancusi, Arp,Calder, Giacometti, Moore, Lipchitz, Marino Marini, Klee.Nel giro di qualche anno, la galleria divenne sempre più grande fino ad occupare tutto il piano terra. Iniziò ad esporre opere di Parmeggiani e Bacci, i pittori italiani che amò di più.

Alberto Giacometti - Donna che Cammina - Peggy Guggenheim Museum




Venezia divenne il suo mondo e la sua vita.
Dal 1950 fino alla sua morte avvenuta nel 1979, continuò a scoprire nuovi talenti e a non lesinare mai nel promuoverli e farli conoscere al mondo intero.
Quando parlava della sua passione per il collezionismo, raccontava la storia di una donna che vagava per una mostra d'arte brontolando continuamente con aria cupa. Quando si avvicinò per chiederle come mai si era presa la briga di vedere quadri che sembravano non piacerle affatto lei rispose che voleva capire l'arte moderna; al che Peggy l'avvertì di quanto fosse pericoloso ciò, perchè si correva il rischio di intossicarsi.
Ecco, per me che non sono mai stata amante dell'arte moderna in generale e che amo poco il surrealismo e l'astrattismo, la risposta di Peggy è la risposta a tutte le mie domande sull'arte.
Possiamo amare ciò che ci emoziona e odiare ciò che ci lascia un senso di nausea.L'Arte mai ci lascia indifferenti. Altrimenti non potremmo riconoscerla universale. E' ben al di là delle nostre sensazioni. Superiore qual è, solo in pochi possono essere capaci di riconoscerla per primi. Coloro sono i mecenati. I grandi artisti di tutti i tempi sono arrivati a noi grazie a loro.
Alla loro caparbietà, al loro fiuto, alla loro sensibilità. Anche ai loro soldi, chiaro.
Capaci di riconoscerla sempre, nella sua totalità, nella sua grandezza. Tanto da venirne intossicati al punto di volere bere tutto, fino all'ultima goccia di veleno.
E noi, ringraziamo.

Peggy è stata una donna eccelsa del nostro tempo.
E con questo post vorrei inaugurare il ciclo: Donne Magnifiche.

Grazie per la vostra pazienza. Sono stata lunga, ma spero di avervi interessato.
Accetto suggerimenti per i prossimi post. Segnalatemi alcune donne meravigliose che hanno fatto del loro mondo il nostro e ne parleremo insieme.





33 commenti:

  1. Ce ne fossero di Gugghenheim ancora, ne avremmo bisogno tutti. Hai scritto la storia della sua vita, che è la storia dei suoi amanti, che è la storia delle sue scoperte. Per lei amore arte e collezionismo erano pareti di un'unica stanza.
    Non c'è da aggiungere nulla a quanto hai già brillantemente detto tu.
    Aveva ragione lei naturalmente: l'arte moderna o la ami o la odi ma non puoi passarci accanto indifferente.
    Hai torto tu nel non amare Venezia per la promiscuità cui si è sempre soggetti: è proprio quello che la rende diversa da ogni altro luogo del pianeta, non le calli, i ponticelli e il Canal Grande, li trovi anche ad Amsterdam, ma Venezia...è Venezia.
    Ciao Marié.

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    1. Ciao Vincè, non c'è nulla da fare, Venezia mi lascia del tutto indifferente. Sarò incapace di provare emozioni quando tutta quella gente ti spinge, le calli sono dei buchi stretti e puzzolenti e non riesco ad arrivare alla balaustra del Ponte di Rialto per cercare di vedere il Canal Grande, perchè ciurme di gente sono piazzate davanti, rimanendo con aria beota a guardare l'acqua e il panorama di Canaletto per ore.
      Allora mi girano alla grossa le balle. Come quando un caffè in piazza San Marco scopro che mi viene a costare 10 euro. E allora tutto sto romanticismo mi sembra una grossa corbelleria.
      Ma sarà come dici tu, è diversa. Diversa e inconciliabile con quello che io ritengo romantico.
      Per la cronaca poi, Amsterdam fa schifo, un buco grigio con quattro case colorate su di un canale.
      Ma al contrario Stoccolma, è una città splendida piena di calli e simbolo di civiltà e pulizia. Palazzi antichi e anziani che giovano a bocce e scacchi di fronte al Palazzo Reale.
      Bellissima sia alla luce del sole che al tramonto.
      E quando cala il sole in d'estate è quasi mezzanotte.
      Abbraccio circolare.

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  2. ma come mai tutto questo interesse Mari ?

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    1. Ho grossi problemi di comprensione con l'arte moderna. E allora per capirla meglio che io sono un tipo testone, ho voluto percorrerla insieme a chi più di altri l'ha sempre sostenuta e supportata. E l'ha anche fatta diventare grande regalandole tutta la sua passione.
      Ci ho capito un po' di più, ho imparato a stimare un grande personaggio del novecento e, la prossima mossa, sarà quella di entrare nel museo a Venezia, per vedere finalmente dal vivo quei quadri e quelle opere a cui Peggy ha dedicato un'intera vita.
      Che detto tra noi, sono stata al Guggenheim dello "zio Salomon" ma non è che mi abbia entusiasmato così tanto.
      A me l'opera più bella è parso lui, il museo. F.L. Wright è stato il più grande architetto al mondo.
      Subito dopo viene mio fratello.

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  3. Graaande post Mari,
    Penny è stata una donna che nella vita ha sofferto, nonostante fosse ricca e di ottima famiglia, sapeva distinguere tra il bello ed il brutto in modo mirabile.
    Credo che ciò che l'ha resa vincente è stato il suo spirito osservativo che le faceva comprendere in modo immediato ciò che avrebbe potuto darle successo.
    Ha vissuto in un periodo fiorente d'arte, tu hai parlato di surrealismo e di astrattismo, invece io parlerei di avanguardie, perchè per esempio il surrealismo ci fu con Max Ernst suo massimo esponente, mentre l'astrattismo comprende il Dada ed il futurismo, tutte facenti parte delle avanguardie.
    Venezia è una citta splendida, solo che è espressione di ciò che, persona per persona, sente nella profondità dell'animo, anche riguardo l'arte e la sua conoscenza.
    Ovviamente io l'amo, per me esprime appieno la metafisicità dello spazio.
    Forse anche per questo piaceva tanto a Peggy.
    Quello che hai scritto mi ha piacevolmente sorpreso, ma tanto lo so che se ti ci metti sai fare tutto ed anche di più.
    Un immenso abbraccio.

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  4. Ho dimenticato di dirti che io amo Pollock.
    Vale la pena approfondire su di lui.
    Ciaooooo

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    1. Sono tanto felice che ti sia piaciuto il mio post. E che ai tuoi occhi io abbia fatto una bella figura.
      Anche tu ami Venezia. lo so.
      Che ci vuoi fare non mi vengono i brividi. E poi tu la guardi anche con occhio competente.
      Mica come me che sono un saltimbanco e mi sono emozionata mentre mi sdraiavo sull'erba di Bryant Park.
      Grazie per la precisione, ho accennato anche alle avanguardie, ma sono una capra lo riconosco.
      Su fatto di andare fino in fondo direi che mi conosci molto bene ghghgh.
      PS: Su Pollock, che stranamente, piace molto anche a me, aspetto tue.
      Sei la persona giusta.
      Abbraccio.

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  5. Molto interessante. In materia di arte sono negatissima e leggerne non può che farmi bene.

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    1. Grazie MR, e benvenuta sul mio blog.
      Io mi diverto e mi fa piacere se trovate interessante e costruttivo ciò che pubblico.
      A presto.

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  6. sono stanca morta. Il tuo post splendido come sempre anche se qualcosa la sapevo già visto che ho curiosato sul libro durante la minivacanza in quel di Monza. Non saprei cosa aggiungere se non un saluto, anche perchè in questo momento a stento saprei dirti il mio nome. Speriamo in buone nuove domani altrimenti sclero di brutto.
    Baci a tutti da un'assonnata Ai...e devo ancora preparare la cena, inutile sperare che lo faccia il maritino completamente stravaccato a godersi un noir mentre sgranocchia i suoi puzzolentissimi Nic Nac's.

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    1. Cara Ai, spero vada meglio oggi.
      Ma dai hai sbirciato? Brava mi fa piacere. E sono contenta ti sia piaciuto il risultato finale.
      Ti abbraccio forte, alla prossima.

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  7. E' un piacere leggerti per i diversi temi che tratti e ti esprimi senza annoiare i tuoi lettori. Peggy una donna veramente "magnifica" e di grande talento...molto varie le opere che ha scelto di esporre nel suo museo.
    Baci cara Mariella.

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    1. Ciao cara Francesca.
      Peggy è un personaggio sfaccettato e con una personalità fortissima, la cosa che mi ha colpito di più. Gran donna.
      Ma del resto, ognuna di noi lo è. Spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto. Grazie per le belle parole.
      Ti abbraccio e buona serata.

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  8. Grazie per questo (decisamente) lungo post. Ho più volte incontrato la figura della Guggenheim durante gli studi di Storia dell'Arte ma sapevo poco della sua vita (ecco a cosa servono le biografie!). Le tue parole mi hanno ricordato il ritratto che Woody Allen ha perfettamente rappresentato in "Midnight in Paris", così indaffarata, alle prese con il fior fior del talento artistico dei suoi tempi (in primis Picasso).
    Donne meravigliose? Ne ho in mente un paio ma forse non hanno fatto "del loro mondo il nostro" quindi vado sul sicuro: Meryl Streep. Perché ogni uomo si è innamorato almeno di uno dei suoi personaggi (sempre magistralmente interpretati) e credo che molte donna si siano immedesimate in almeno un paio di suoi ruoli.

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    1. Le biografie caro Dorian, servono alle fanciulle curiose come me, che vogliono conoscere le vicissitudini a volte romanzate dei personaggi di peso da comprendere meglio.
      In particolare il libro di Penny era scritto da lei; parlava in prima persona, raccontandosi senza troppi giri di parole.
      E senza addolcire la pillola. Ha avuto problemi di violenza domestica, e un rapporto non idilliaco con il figlio maschio, vissuto lontano da lei.
      Non è stata una vita semplice.
      Ma lei era una donna di sostanza.
      Per quelle che hai in mente non basterebbe un solo post. Invece Meryl la segno. Lo facciamo.
      E', subito dopo Audrey ,l'attrice che amo di più, glielo devo. TU sai qual è il mio personaggio preferito. E' anche colpa sua se amo NYC.
      Ti abbraccio.

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  9. Altro che donna magnifica, la Peggy, ancora di più.
    Grazie per il tuo formidabile post, mi hai dato una lezione che sarà difficile dimenticare.
    Un caro saluto,
    aldo.

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    1. Vero Aldo.
      Avevo paura di annoiarvi, ma l'idea di spezzarlo non mi piaceva. Un post a puntate vi avrebbe costretto a riprendere il filo del discorso interrotto la volta precedente.
      No, l'idea non mi piaceva.
      E volevo comunicarvi la sua grandezza.
      Dalle tua parole penso di esserci riuscita.
      Grazie.
      Abbraccio.

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  10. Splendido post, Mariella!
    Quando la lunghezza non è dovuta al narcisismo, ma alla necessità di raccontare tante cose belle e importanti, ben venga!
    Azzardo due consigli.
    Per le donne famose, mi piacerebbe che tu parlassi di Colette. Una donna rivoluzionaria, fuori da qualsiasi schema e una grande scrittrice. Conoscerai sicuramente le sue opere. Io prediligo "Il mio noviziato" "Il puro e l'impuro" ma soprattutto "La vagabonda".
    Riguardo a Venezia, il mio consiglio è di girarci molto presto, fra le sei e le otto del mattino, evitando Piazza San Marco e Rialto e addentrandoti invece per le calli.
    Un libro che fa amare Venezia è "L'amante senza fissa dimora" di Fruttero e Lucentini.
    Scusa la lunghezza. Bacio! Lara58

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    1. Grazie Lara.
      Hai compreso perfettamente. Come dicevo ad Aldo sopra se fosse stato diviso avreste perso il filo e forse non sarei riuscita ad appassionarvi abbastanza. E allo stesso tempo erano troppe le cose da dire senza farlo risultare troppo breve e superficiale.
      E Peggy non merita alcuna superficialità.
      Colette. Grazie per l'idea. Non sono così ferrata come te che si vede hai letto tanto di lei, ma ci proverò. Promesso.
      Sono davvero contenta che mi stiate dando degli imput. Sarà bello costruire qualcosa scelto anche da voi.
      Non ho letto il libro che mi consigli. Ma lessi quello di Bianchini. "Siamo solo amici". E la Venezia di Luca mi era piaciuta più di quella vera.
      Sentiti libera di scrivere quanto vuoi e quando vuoi. E non farti problemi se vuoi intervenire o aggiungere qualcosa ai commenti degli altri.
      Ti abbraccio Lara. A presto.

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    2. PS: al Pére-Lachaise ho visitato la sua tomba. Mi hanno detto che ci sono sempre fiori freschi. Tutti i giorni. I francesi non l'hanno dimenticata. E le devo anche Gigì. Film che ho adorato. Di cui conosco molte battute a memoria. E anche Audrey le doveva molto. Sì dobbiamo parlarne. Di Colette.

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  11. Ciao Mari!
    Il post ha una certa "dimensione" ma troppo interessante sopratutto per chi come me ha l'occasione di leggere argomenti mai approfonditi,grazie Amica!
    Ti abbraccio

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    1. ghghgh, come sei carina amica, diciamo che dimensione è un termine molto gentile! Sono contenta ti sia piaciuto. Interessante per me innanzitutto. Non sai quante cose ho approfondito studiandola. E ho compreso meglio.
      Stai bene cara? Ti abbraccio forte.

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    2. Siiii benissimo cara,sempre senza collega e la cosa mi impegna assai ma tra poco sono in ferie per un mese!! urta'
      Abbracci tanti anche per te.Bacione

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  12. Ciao Marie'
    Da scienziato ti suggerisco un nome per un altro approfondimento bello come questo; Rita Levi Montalcini.

    un abbraccione!

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    1. Ciao Leo! il mio scienziato pasticciere che mi suggerisce una grandissima mente italiana. Nostro lustro per sempre. Donna.
      Immensa. Hai ragione. Annotata anche lei. Lo facciamo. Ma ti avverto, io di scienze non ci capisco proprio nulla.
      Spero di fare un bel lavoro. Altrimenti ci metterò una punta di romanticismo come piace a me.
      Abbraccio!

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  13. A suo modo sicuramente una rivoluzionaria.

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    1. Sicuramente Sara, hai perfettamente ragione. Un po' upper class ma indiscutibilmente pasionaria.
      Abbraccio.

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  14. Mari il post è bellissimo.
    Hai citato opere che amo particolarmente.
    Kandisky resta il mio preferito.
    In particolare l'idea di inaugurarne una serie con "Donne Magnifiche",mi pare,scusa il gioco di parole una magnifica idea.
    Un inno alle donne.
    Mai come in questi giorni assume un signifiicato importante.
    Ci siamo capite.
    un abbraccio veru

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  15. VUELLAAAAAAA, bentornata!
    Non avevo alcun dubbio che ti sarebbe piaciuto il post. Kandinsky è uno degli altri (pochi) di quel gruppo che mi piace molto. E lei lo adorava.
    Un po' meno la moglie. Diceva che era tirchia. L'ho letto eh, giurin giurello, lo ha scritto lei.
    Dai Veru, un nome.
    Tra le donne della nostra epoca, magari qualcuno simbolo di questa stagione particolarmente nera.
    Per noi.

    Peccato che Vasco Rossi sia un uomo eh? ghghghgh

    BACIOTTI

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  16. Se penso alla letteratura avrei molti nomi.
    Se penso invece alla nostra storia politica recente dedicherei un post a Ilary Clinton.
    Carriera interessante.
    Simbolo di questa stagione nera non può essere che Franca Rame che sempre si è battuta per la violenza di cui sono vittme molte donne.

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    1. Su Franca ci sto lavorando.
      Le avevo dedicato un breve post nell'altro blog. Ma non basta.
      Sempre sulla stessa lunghezza d'onda io e te.
      Sinceramente la Clinton non mi è molto simpatica. Ma di sicuro sarà un grande presidente. Spero.

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  17. Mari se mi avessi chiesto nello specifico di una scrittrice non avrei potuto fare a meno di chiederti un post su Virginia Woolf.
    Tuttavia credo sia più interessante affidare il tuo percorso a donne contemporanee a noi.
    Donne con cui noi stesse per questione anagrafica abbiamo o stiamo condividendo il tempo.
    All'inizio avevo pensato anche ad alcune donne filosofe del xx secolo che nella storia della filosofia sono sempre passate in sordina...per colpa degli uomini...sempre loro...ghghgh
    Ma forse qualcuno si annoierebbe.
    veru

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    1. Sì veru, l'intenzione è quella. Il nostro momento, il periodo difficile e le donne del nostro tempo.
      Dopo le vacanze cominciamo.
      Sulle donne filosofe invece, perchè no?
      Si potrebbe fare un post apposta e di sicuro so chi sentire per i dettagli e le informazioni.
      Ti abbraccio

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)