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Welcome to Milano (foto presa dal web) |
Oggi a Milano c'è il sole.
Mi prende bene cominciare la giornata così. Nonostante il freddo e l'inverno che incalza, oltre il buio che scende presto.
Mi accorgo di alzarmi con il sorriso sulle labbra.
Come i miei amici di blog sanno, non è un gran bel periodo per me.
Ho frequenti balzi d'umore e basta niente a buttarmi giù per terra.
E se riesco a sorridere appena sveglia, è un gran successo.
Non posso sapere con certezza come starò domani.
Non ci penso.
Intanto mi copro bene, prendo la mia musica, infilo le cuffie nelle orecchie e vado.
Provo ad osservare quello che mi sta intorno.
La strada verso la fermata del bus. Case basse, giardini intorno, cagnoni che restano nelle loro cucce e non mi salutano come al solito, perchè fa troppo freddo.
Alla fermata, le persone che tutte le mattine alla stessa ora prendono il mio stesso pullman.
Siamo assonnati e già raccolti nei pensieri lavorativi. Io cerco di non pensarci e mi faccio avvolgere dalla mia colonna sonora. Il cielo è azzurrissimo cosa molto rara. E appunto per questo meravigliosa.
Lontano e di fronte; le cime delle montagne innevate. Il sole che sorge le illumina. Mi sembra quasi di vivere altrove. Dove tutto è a misura d'uomo e forse un pochino più semplice.
All'interno del mezzo tante persone. A volte è così pieno che restiamo schiacciati uno all'altro per tutto il tempo. Tanti visi, tante età. Tante storie. I ragazzi che scendono prima del capolinea fanno il solito baccano. Ridono, si prendono in giro, parlano delle lezioni o dei loro amici. Anche di musica. Spesso apprendo da loro, sui mezzi, le novità.
Un universo colorato, per via del meltin pot che ormai caratterizza tutte le grandi città.
Anche in metro è lo stesso. Si legge su carta o su ebook. Oppure si gioca con il telefonino. Si scorre lo stato e le novità degli amici su FB.
Arrivo in centro e l'ultimo pezzo di strada fino al lavoro, lo faccio a piedi.
Da Porta Venezia a Piazza della Repubblica.
Sempre con la colonna sonora nelle orecchie. E' che diventerò sorda lo so. E anche cecata.
Ma chissenefrega. Se mi tolgono la musica o la lettura mi tolgono l'aria.
Parlarvi delle ore in ufficio è inutile.
Non le amo, è solo dovere. Faccio il mio lavoro al meglio pretendendo il massimo da me stessa. Non ne parlo mai, vero. Solo perchè non c'è nulla che valga la pena oppure che sia diverso da quello che la maggior parte di noi vive nel suo, di mondo lavorativo.
Vi annoierei.
Tornando a casa ho il tempo lungo la strada, di chiacchierare con mia sorella che mi descrive la sua giornata. Molto più faticosa della mia. Mi parla delle mie pupe, la bionda e la mora, che vivono in perenne movimento. E ne fanno una al minuto più di Bertoldo.
Non si stancano mai, caricate a pile duracell. La sfinita infatti è mia sorella.
Che spera di raggiungere le 10,00 di sera momento in cui le gemelle andranno, volenti o nolenti, a nanna. Permettendo ai genitori di respirare un po'.
Sorrido mentre le parlo. Mi sembra di stare con loro per qualche minuto. La stessa sensazione che ho quando mia cognata registra su whatsapp qualche momento della giornata di mio nipote e me lo manda. Possono essere foto o lui stesso che mi saluta, riempiendomi di baci. E il cuore si allarga.
Sì oggi è stata una buona giornata.
Sole e baci.
Grazie Milano.
E grazie Luciano Ligabue. La nuova canzone è un manifesto d'amore.