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28 aprile 2024

[ARTE] Gli Impressionisti al Palazzo Reale di Milano: tra Cézanne, Renoir e De Nittis

Giuseppe De Nittis - Colazione in giardino - 1884



 

Giovedì 25 Aprile, Festa della Liberazione, ho passato l'intera giornata a Milano in compagnia di mio marito.  In attesa della manifestazione che si è tenuta in Piazza Duomo, abbiamo passeggiato, mangiato e visitato due delle più importanti collezioni pittoriche che sono esposte, in questo momento, al Palazzo Reale di Milano.

Molti dei quadri li avevamo già visti, sono nelle più grandi gallerie del mondo, altri no, perché appartengono a collezioni private, per cui l'occasione era importante.
E no, non vi parlerò dei pittori e dei quadri in mostra, perché non è quello l'obiettivo. Vi dico che, se potete, andate a visitare le esposizioni, questo sì. Però vi parlerò nello specifico di un solo quadro, quello che vedete in foto. 

La prima volta che ebbi la fortuna di incontrare Giuseppe De Nittis, avevo poco più di vent'anni ed ero a Barletta, sua città di origine. All'interno delle sale del Castello Svevo, c'era la mostra permanente. Non sapevo nulla di lui e mi rapì. La bellezza, l'eleganza, la gioia di vivere che sprigionano le sue opere,  mi catturarono e mi fecero innamorare. Volli conoscere tutto di lui,  dalla giovinezza alla maturità. I viaggi, l'amore immenso per sua moglie Leontine, le grandi fortune e gli apprezzamenti che ebbe la sua opera a Parigi, dove fu insignito della Legion d'onore. E poi l'oblìo dopo la sua morte prematura, dovuto all'irriconoscenza  degli eredi, che dispersero le sue opere, vendendole o per meglio dire, svendendole, al miglior offerente.
Per fortuna, all'inizio del secolo scorso, il potere della sua pittura, è tornato a bussare forte. E dopo le varie esposizioni degli ultimi anni, tra Parigi e Padova, arriva trionfatore a Milano. 
Le opere sono tutte splendide e ci raccontano la sua vita e le sue esperienze, il passaggio dalle radici di Macchiaiolo alla conoscenza, tramite la grande amicizia con Degas e Monet, dell'Impressionismo. Fino ad arrivare a quella maturità che lo rende unico e non classificabile, come le sue ultime opere dimostrano. Pittore della vita e della gioia, della luce e della serenità. 
E in Colazione in giardino, splendido capolavoro, definito suo manifesto spirituale, c'è tutto. La sua famiglia, l'eleganza e la raffinatezza della sua pittura, i colori e la luce. C'è tutta la sua ricerca sulla vita e la sua modernità, la sua costante sperimentazione di nuovi mondi e riferimenti, come la cultura giapponese, c'è il sapore supremo dell'amore e della felicità.
Scomparso troppo presto, ci lascia stupefatti e scossi dalla bellezza con cui glorifica la vita.

Vita che dovrebbe essere celebrata sempre, fino a quando la luce accompagnerà i nostri passi.


Le mostre che ho visitato:


13 dicembre 2023

[CULTURA E TRADIZIONE] Latteria e Michetta

Bar  latteria San Marco Milano 


Ho un ricordo indelebile della latteria sotto casa dei miei zii, non molto lontano dalla Stazione Centrale di Milano. Ricordo il profumo del pane e quello del cibo. Come sempre gli odori ti trasportano indietro nel tempo, lasciando addosso la malinconia decisa dei bei tempi andati.

Ma che cos'era la latteria milanese? Un locale tipico degli anni '70 dove era tradizione fermarti a bere un caffè, comprare pane e latte o mangiare dei piatti cucinati come a casa tua. Una cucina semplice, genuina, cara ai milanesi e anche agli avventori di fortuna, che magari capitavano in zona e volevano mangiare qualcosa di buono senza spendere troppo. Luoghi retrò, spesso con insegne consumate dal tempo, tavoli e sedie mai uguali e imperfetti, banconi dai colori sgargianti.  E proprietari discreti, magari un po' bruschi ma capaci di sorrisi e gesti carichi di generosità. Si perché tutti potevano sfamarsi a loro interno e nessuno veniva cacciato in malo modo, come a volte avviene ora, tra le luci sfavillanti dei locali trendy che hanno cambiato il volto di Milano. Talvolta non in meglio.

Ogni giorno  si andava a comprare il latte e la Michetta. Il tesoro dorato dei panettieri milanesi. La punta di diamante sfornata ALL'ALBA che tutti gli operai e impiegati compravano, riempita  con affettati o formaggi. Era il pranzo della pausa e talvolta anche la cena. Un pane meraviglioso, friabile, dal profumo inconfondibile. La si inzuppava anche nel latte, senza timore, aprendo stomaco e cuore.



il cuore dei milanesi, batteva forte, allora. In quei locali intimi, spesso frequenti nei quartieri di periferia, Più rari e  nascosti nelle zone centrali. Locati amati e pure adesso ricercati, ora che sono sempre di meno e gli ultimi rimasti difendono con lunghe e denti il loro patrimonio culturale e la Michetta. Il pane della condivisione e del rispetto. Egualitario, in tempi di differenze feroci e di distanze.

Se capitate a Milano cercatele, sapranno accogliervi e prendersi cura di voi, come una volta. E se sarete così fortunati di trovare quel panino magico, mangiatelo come faccio io, partendo dalla corona centrale e spezzettandolo un poco alla volta, perché vorrei durasse per sempre,  assieme ai miei ricordi.



01 maggio 2022

[MILANO] Tra fiordalisi, papaveri e grattacieli si festeggia il 1° Maggio


Papaveri

Volevo condividere con voi questa meraviglia. La primavera a Milano è unica. C'è un luogo dove al suo arrivo ti sorprende e ti ubriaca. Si passeggia spostando lo sguardo dal basso verso l'alto, instancabilmente. I giardini colmi di papaveri, fiordalisi e fiori di campo. I parchi dedicati ai bambini, le grandi vasche d'acqua colme di  ninfee dove papere e germani giocano con i bimbi.

21 gennaio 2022

[SETTIMANA DELLA MEMORIA] Gli appuntamenti a Milano secondo l'Agenda della Memoria 2022

Dal sito Mosaico.net


La settimana della Memoria è ricca di appuntamenti. Sul mio blog si comincia con alcuni tra quelli milanesi:

MILANO

Dal 18 gennaio al 6 febbraio 2022

Museo della Permanente – via Turati 34
Mostra di Sabina Schkolnik Saad “La Stella Gialla- dialogo con un simbolo”
La mostra fa parte di un progetto che coinvolge 250 allievi di due licei milanesi: il liceo artistico di Brera dove ho studiato55 anni fa e il liceo Primo Levi di San Donato Milanese. I giovani hanno anche lavorato basandosi su due libri :” il profumo di mio padre” di Emanuele Fiano e ” Ricordare il Futuro, per una storia non epurata della Shoah” di Nicola Reale.

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19 ottobre 2021

[POSTITIZIE] MILANO VINCE LO EARTHSHOT PRIZE E VOI COSA FATE PER EVITARE GLI SPRECHI?

 


"(ANSA) - MILANO, 18 OTT - La città di Milano, con il progetto della Food policy degli hub di quartiere contro lo spreco alimentare, ha vinto la prima edizione del prestigioso premio internazionale Earthshot Prize sulle migliori soluzioni per proteggere l'ambiente.

31 maggio 2021

[MILANO] METTI UNA DOMENICA MATTINA A SPASSO PER CITY LIFE

 

Passare una mattina nel centro futurista di Milano ti lascia un senso di appagamento inebriante. A me da l'impressione di essere nella mia città estera preferita e per di più senza aver volato per migliaia di miglia!


Gli spilli colorati appuntati a terra avranno pure un senso ma io non l'ho compreso. I bimbi però si divertono moltissimo e questo mi basta!


Coltivo da tempo il  sogno di riempire con fiori e piante  almeno un balcone  di quei palazzi tanto da farlo diventare un giardino. Non lo realizzerò mai ma continuerò a cullarlo con tanta fantasia.




Almeno una foto appoggiata alla "vedovella" me la sono fatta scattare!!!






03 maggio 2021

[CALCIO] L'ITALIA È UNA REPUBBLICA FONDATA SUL PALLONE E SULLA STUPIDITÀ

 

Immagini della festa di ieri - interisti in Piazza Duomo  - 2 Maggio 2021 (dalla rete)

Dal web


Dal web


Sono immagini incommentabili quelle che abbiamo visto su tutti i  giornali, telegiornali, siti internet e social, ieri e oggi. Una vera è propria massa di deficienti che si è riversata in strada per festeggiare il 19°mo scudetto dell'INTER.

Una cosa spregevole e vergognosa da parte di gente a cui non gliene frega proprio nulla della pandemia, dei morti, dei ricoverati; di questo anno  di sacrifici, lotte, costrizioni, chiusure di esercizi commerciali, perdite di posti di lavoro, che hanno portato molti di noi fino allo stremo. Massì, festeggiamo. Fumogeni, tamburi, urla, schiamazzi, abbracci e baci. A nulla sono valse le raccomandazioni della Società Internazionale, che si è raccomandata con i propri tifosi di essere responsabili ed evitare assembramenti.
Intanto il Prefetto di Milano, spalleggiato dal Sindaco Sala, ha fatto in modo che la festa continuasse, l'importante era evitare tafferugli e situazioni pericolose. E alle 22.00 tutti a casa.
Bene, bravi.

Vi avrei preso a testate uno ad uno. E non mi sarei risparmiata neppure i calci. Vi avrei multati tutti e con gli incassi ci avrei fatto allestire altre terapie intensive, quelle che potrebbero servirvi tra qualche giorno.
Stronzi.

Ah, sono interista, da oltre 35 anni, e non vi perdono.




24 gennaio 2021

[GIORNATA DELLA MEMORIA] ANNE FRANK VS BEPPE SALA



Capita a tutti di fare delle "uscite" infelici. Solitamente però,  rimane circoscritto alla nostra piccola cerchia familiare. Per cui, ce ne accorgiamo, ce ne vergogniamo, chiediamo scusa e ripartiamo. L'eco resta lì, avvolta nella rassicurante atmosfera domestica.

Ma quando abbiamo un immagine pubblica, il maggior senso del rispetto che dobbiamo agli altri ci obbliga a fare molta attenzione alle parole che pronunciamo. Lo so, che ho la fissa delle parole, ma ho ragione da vendere. Se succede, bisogna chiedere scusa, senza se e senza ma.

Beppe Sala, sindaco di Milano, venerdì ha pronunciato queste parole durante un'intervista per Rai Documentari nell'ambito dell'anteprima dal Piccolo di Milano del documentario "Anne Frank - vite parallele" (ve ne ho parlato qui)

"Penso che Anne sia stata un’anticipatrice della presenza femminile in così giovane età. Viene naturale pensare a Greta Thunberg, perché sono due storie di coraggio enorme in cui si parte dalla cosa più semplice che c’è e si arriva a un risultato simile.Anne ha scritto un diario che poi è diventato uno strumento di educazione e di memoria per tantissime persone. Greta ha cominciato mettendosi lì con un cartello ed è diventata un simbolo di un movimento. Quando una donna, pure in giovane età, decide di intraprendere un’impresa apparentemente disperata, spesso ha più coraggio e quindi, anche da questo punto di vista, è un messaggio di grande contemporaneità."

Al di là del fatto che il paragone è azzardato, fin troppo, quel che ci tengo a dire è che le due ragazze sono quanto di più diverso possa coesistere.  Il cartello di Greta e il Diario di Anne sono lontani anni luce. L'esperienza della giovane adolescente ebrea è arrivata fino a noi attraverso delle pagine immortali. Ci ha "sbattuto" in faccia  la sua paura, i suoi dubbi, vissuti da prigioniera. Senza via di fuga. Qualcosa che non aveva cercato, una lotta che non avrebbe voluto combattere. La Shoah, non può essere banalizzata, ricondotta ad un fenomeno moderno che nulla ha a che vedere con il sacrificio e con la morte di un intero popolo. 

Forse Beppe Sala, invece di spiegare meglio avrebbe dovuto solamente chiedere scusa. 

Anne era questa ragazza qui. Una testimonianza ed un tesoro mondiale da preservare.


Venerdì, 24 dicembre 1943.

"Cara Kitty,

Sarò forse ingiusta e ingrata, ma i sentimenti non si possono reprimere. Vorrei andare in bicicletta, ballare, fischiettare, guardare il mondo, sentirmi giovane, sapere che sono libera, eppure non devo farlo notare perché, pensa un po', se tutti e otto ci mettessimo a lagnarci e a far la faccia scontenta, dove andremmo a finire? A volte mi domando: "Che non ci sia nessuno capace di comprendere che, ebrea o non ebrea, io sono soltanto una ragazzotta con un grande bisogno di divertirmi e stare allegra?". Non lo so, e non potrei parlarne con nessuno, perché sono certa che mi metterei a piangere."


Martedì, 11 aprile 1944.

"Cara Kitty,

dobbiamo ricordarci che siamo dei clandestini, che siamo ebrei incatenati, incatenati in un determinato posto, senza diritti ma con mille doveri. Noi ebrei non possiamo far valere i nostri sentimenti, dobbiamo esser forti e coraggiosi, dobbiamo addossarci tutte le scomodità e non mormorare, dobbiamo fare ciò che possiamo e fidare in Dio. Questa maledetta guerra dovrà pur finire, e allora saremo di nuovo uomini, e non soltanto ebrei. Chi ci ha imposto questo? Chi ha fatto di noi ebrei un popolo distinto da tutti gli altri? Chi ci ha fatto tanto soffrire finora? E' stato Iddio che ci ha fatti così, ma sarà anche Iddio che ci eleverà. Se, nonostante tutte queste nostre sofferenze, alla fine restano ancor sempre degli ebrei, vuol dire che un giorno gli ebrei, anziché essere proscritti, serviranno di esempio."


1 agosto 1944.

Cara Kitty,

"un fastello di contraddizioni" è l'ultima frase della mia lettera precedente e la prima di quella di oggi. "Un fastello di contraddizioni", mi puoi spiegare con precisione che cos'è? Che cosa significa contraddizione? Come tante altre parole ha due significati, contraddizione esteriore e contraddizione interiore. Il primo significato corrisponde al solito "non adattarsi all'opinione altrui, saperla più lunga degli altri, aver sempre l'ultima parola", insomma, a tutte quelle sgradevoli qualità per le quali io sono ben nota. Il secondo... per questo, no, non sono nota, è il mio segreto. Ti ho già più volte spiegato che la mia anima è, per così dire, divisa in due. Una delle due metà accoglie la mia esuberante allegria, la mia gioia di vivere, la mia tendenza a scherzare su tutto e a prendere tutto alla leggera. Con ciò intendo pure il non scandalizzarsi per un flirt, un bacio, un abbraccio, uno scherzo poco pulito. Questa metà è quasi sempre in agguato e scaccia l'altra, che è più bella, più pura e più profonda. La parte migliore di Anna non è conosciuta da nessuno, - vero? - e perciò sono così pochi quelli che mi possono sopportare."



08 maggio 2020

[ATTUALITÀ] GLI IMBECILLI









Invece di preoccuparci dell'esodo mancato faremmo bene a presidiare le nostre città visto gli imbecilli che, come mandrie scappate dai recinti, si stanno riversando in ogni lago e luogo.

In prevalenza giovani, hanno ripreso la via dell'aperitivo, questa volta da asporto.
E da Milano a Desio è tutto un fiorire di conversazioni e risate, innaffiate da birra e spritz con cui festeggiare l'arrivo della primavera inoltrata e la fase 3, quella che ci costringerà di nuovo in casa.

IMBECILLI

28 aprile 2020

SCOMMETTIAMO?


Foto privata - INSTAGRAM MARIELLA ESSECI


Molti si chiedono se,  passati  i mesi di distanziamento sociale e il tempo necessario affinché venga testato il vaccino e poi messo in commercio, tutto tornerà come prima.
Io stessa, me lo sto ripetendo ogni giorno, più volte.

Rinchiusa e protetta dalle mie quattro mura, vedo scorrere il tempo con una lentezza disarmante.
Dal mio balcone nelle giornate limpide, lo sguardo arriva fino allo Sky line di Milano.
Vedo le torri di City Life e quelle di Porta Nuova
Certo, il panorama è favoloso, ma la domanda è sempre la stessa:
Milano, la città che mi ha adottato oltre trent'anni fa, ce la farà a riprendersi  e a tornare quella di un tempo? Troverà la giusta chiave di volta per ricominciare, per rinnovarsi, per tornare ad essere il luogo più europeo dell'intera nazione?
Il treno ad alta velocità che trascinava tutto il resto? 
Milano è stata  amata ed invidiata.  La città più snobbata, da chi magari ci pensava ma poi non ha mai avuto il coraggio di rischiare e osare raggiungerla.La città più desiderata, perché avrebbe voluto provarci e per motivi contingenti non ha potuto realizzare il suo sogno. La città più celebrata, da chi ha lottato tutti i giorni per riuscire a raggiungere i suoi obiettivi, cadendo molteplici volte ma rialzandosi sempre. Chi è riuscito a realizzarsi con il lavoro,non si è risparmiato. Perché è una città che non ti regala niente, ma ti riconosce quel che meriti.Nulla si ottiene senza sforzo e senza ostacoli, se non avete voglia di questo, sicuramente non è la città per voi.

Queste sono sempre state le regole. Al momento sono bloccate, come la città, come tutto il paese. Come il mondo intero. Nessuna scommessa è aperta, nessun progetto in atto. Sospesi, quasi privi di sogni. Abbiamo una paura fottuta, questa è la verità. Che dopo, ci sia solo il baratro. Ma questo è l'errore. La paura cancella ogni prospettiva, ogni speranza. Certo, saranno tempi duri, particolarmente pesanti a livello economico e sociale, tempi di rimessa. Ma molto dipende dalle persone, da quello che avranno imparato, dalla loro voglia di ricominciare, a qualunque costo. E se ce l'hanno fatta i nostri avi, a salire su di una nave e a tentare di costruirsi una vita in tempi di recessione, magari dall'altra parte del mondo e ci sono riusciti, perché diavolo non possiamo farcela noi? 
La paura si combatte. E solitamente, vinciamo noi. 

Che ne dite, scommettiamo? 

11 marzo 2020

CORONAVIRUS: COSA SI PUÒ FARE? 10 PUNTI ESSENZIALI



Non si può negare che in questi giorni di forzata ma giusta "reclusione" in casa, sono molti gli interrogativi che ci poniamo sul proseguimento delle nostre attività, al riparo dal pericolo dell'infezione.
Io lavoro da casa con lo smart working e mi sto attenendo strettamente alle direttive sanitarie del Governo e della Regione.
Intanto, in attesa di sapere se da domani la Lombardia partirà con ulteriori restrizioni, ho pensato di fare cosa utile a tutti i lettori del mio blog, pubblicando un piccolo vademecum da tenere sempre presente in caso di spostamenti o altro.

1) Come giustifico il mio spostamento?

C'è un modulo di autocertificazione da compilare, scaricabile dal sito del ministero dell'Interno, e da portare con sé. Sono solo quattro le giustificazioni: comprovate esigenze lavorative, necessità, motivi di salute e il rientro a casa. Se si viene fermati bisogna esibirlo alle forze dell'ordine che poi lo verificheranno. Chi mente sarà denunciato. Se non si ha dietro il modulo, al controllo ve ne sarà data copia da compilare al momento.

Vi lascio il link da cui scaricare l'autocertificazione. Cliccate qui

2) Dove posso andare a fare la spesa?


Possibilmente nel punto vendita piùvicino a casa. Il governo ribadisce che non c'è bisogno di fare scorte perché il transito delle merci è sempre consentito e i supermercati saranno sempre riforniti. L'ingresso è contingentato per garantire la distanza. I bar e i ristoranti chiudono alle 18 ma è consentito loro di fare consegne a domicilio la sera.
Si può ordinare una pizza e farsela portare evitando il contatto con il fattorino.


3) Si può far visita ad un familiare?

Solo se ha bisogno di assistenza. Per intenderci non è consentito un pranzo con i nonni per andarli a visitare ma naturalmente è consentito provvedere alla necessità di genitori o familiari non autosufficienti o che hanno bisogno di generi di prima necessità. Ricordando sempre che sono le persone più fragili da preservare dai contatti.
Si può andare a trovare i figli affidati all'altro genitore separato.

4) Posso portare i bambini dai nonni?

Solo se è una necessità. Ad esempio, se per andare al lavoro non si ha altra possibilità che fare ricorso ai nonni, anche se abitano in un comune vicino, si può andare Sempre che non cia nessun'altra soluzione, non si possa disporre di una baby sitter o non si abbia la possibilità di usufruire di smart working, questo si può ritenere uno spostamento giustificato da uno stato di necessità.

5) In quali casi posso andare fuori città?

Si deve sempre considerare lo stato di necessità. Ad esempio: se si verifica un danno improvviso alla casa di campagna, piove dentro, si può andare per provvedere alla riparazione. La risposta è affidata al buon senso. Se non vi è un carattere di estrema urgenza meglio aspettare. Diversamente si può giustificare lo spostamento limitando al massimo i contatti con chi deve intervenire.

6) Posso andare a correre al parco?

A differenza del precedente decreto firmato l'8 marzo per la Lombardia e le altre 14 province, il provvedimento varato per tutta Italia consente di effettuare attività motorie all'aperto, ma mantenendo le distanze di sicurezza. Quindi, per intenderci si può andare a correre da soli, ma non in gruppo. Lo stesso vale per la bicicletta o per gli sport di base che si possono effettuare all'aperto.

7) È permesso portare fuori il cane?


Sì, il decreto prevede espressamente la possibilità di provvedere alla gestione quotidiana degli animali. Naturalmente anche in questo caso si può uscire da soli e non con amici o familiari e per il tempo strettamente indispensabile.
Per il resto, l'invito è di evitare anche brevi passeggiate perché se lo facessero tutti strade e parchi sarebbero comunque affollati ed è quello che si deve evitare ad ogni costo.


8) Si può uscire per fare acquisti?


È uno dei punti più controversi del decreto perché negozi e centri commerciali (questi ultimi non nel weekend) sono normalmente aperti e questo contrasta con il divieto di uscire solo nei pochi casi giustificati. L'indicazione è quella di evitare gli acquisti superflui e limitarsi solo alla spesa alimentare o ai farmaci e ad altri prodotti necessari.
Molti negozi hanno chiuso. Dal parrucchiere invece appuntamenti 1 a 1.


9) Trovo aperti gli uffici postali?


Sì, tutti gli uffici pubblici sono aperti. Pur consentendo lo smart working e naturalmente i dispositivi di sicurezza agli impiegati, il governo ha garantito la continuità dei servizi in tutti i settori delle amministrazioni pubbliche.
Valgono anche qui, ovviamente, gli ingressi contingentati e i percorsi per garantire ad impiegati e utenti di potere effettuare le operazioni richieste senza alcun rischio.


10) Che cosa fare se si è fuori in vacanza?

Il ritorno al proprio domicilio è sempre consentito. L'invito è di interrompere la vacanza e rientrare a casa nel più breve tempo possibile. Aeroporti e stazioni, così come il trasporto pubblico urbano e i taxi, funzionano anche se a scartamento ridotto. Verrà respinto, in partenza ma anche all'arrivo (come è accaduto ieri a Cuneo a due cagliaritani), chi viaggia senza alcun valido motivo.


Spero vi possa essere utile. Io sono qui e vi abbraccio fortissimo, per ora posso solo virtualmente.


Fonte: La Repubblica

25 febbraio 2020

MILANO È UN FANTASMA


Milano è un fantasma gelido.
In questi giorni di isteria collettiva ti accoglie ancora più fredda e guardinga del solito.
Sali sul treno pendolare e lo scopri vuoto. 
Resti in piedi a guardarti attorno senza bisogno di chiederti perché.
I sedili di plasticaccia azzurra finalmente liberi a cui hai sempre agognato nelle mattine da sardina rassegnata, li lasci a prendere freddo.
Arrivi alla metro e la sensazione di gelo rimane identica. 
Nel vagone ti siedi, attorno poche persone, sembriamo tutti un po' spaesati e increduli.
Alla fermata solita scendi, sali di corsa le scale pedonali, quella mobile è di nuovo in manutenzione, ma questo non dipende dal virus

Entri nel "tuo" bar e lì, ritrovi il calore familiare che da anni ti avvolge. I sorrisi identici, il tuo caffè e brioche che da molto tempo non hai più bisogno di ordinare. 
Si chiacchiera, ma non c'è folla, al di qua del bancone solo due avventori.
Così aggiungi altre informazioni a quel che già conosci della vita privata dei tuoi amici baristi.
Parliamo di casa, di vacanze, di concerti.
Eppure c'è malinconia, quasi fossimo in bilico tra speranza e delusione.
È tutto distante, refrattario come un un raggio di sole che non riesce a riflettersi nello specchio.
Al lavoro l'atmosfera è identica, decimati dalle restrizioni comunali, teste chine  a terminare le scadenze in corso.
Non si parla per intere ore. Sospesi navighiamo a vista.
Nelle strade attorno, molti esercizi sono rimasti chiusi, altri alle 18.00 tireranno giù le saracinesche, il traffico è da domenica.
Questa sera, alla fermata del tram, c'era un signore con la mascherina e un altro con una tuta  bianca che gli lascia fuori solo gli occhi.

Dove finisce la paura e comincia la follia?

Stiamo perdendo il senso della realtà, finendo in un film dell'orrore.

Voglio svegliarmi presto.





08 settembre 2019

MILANO: THE PLACE TO BE.


Milano 7 settembre 2019 -  Corso Garibaldi - Foto di MS



Riprendo a scrivere sul blog dopo un mese e il periodo di vacanze  più lungo degli ultimi anni.
Vero è, che ne avevo effettivamente bisogno.Ero stremata da un anno lavorativo e familiare complicato. Sicuramente mi è servito. Mi sono rilassata, ho visto luoghi stupendi in giro per l'Italia e soprattutto sono stata a casa mia, tra gli affetti più cari.
Al rientro ci ha accolto l'autunno.
Siamo passati dai 30 gradi della Campania ai 18 gradi qui a Milano.
E' proprio vero, l'estate 2019 è volata.
Nei prossimi mesi mi scalderà il ricordo dei sorrisi e degli abbracci ricevuti.

L'odore e il sapore del cibo assaporato rimarrà a lungo nelle narici e sul palato.

I colori e le persone dei posti visitati resteranno lungamente nel cuore grazie al miliardo di foto scattate. Ve ne parlerò.

Tutto sarà custodito per bene nel mio luogo preferito, la memoria.

Milano però, resta il posto dove voglio essere.





27 marzo 2019

TWEET DELLA SETTIMANA: #SANSIRO







Senza voler prendere le parti di nessuno metto sul piatto quello che ho letto in questi giorni qua e là su twitter:


Il Milan propone all'Inter di  costruire il nuovo stadio nell'area parcheggi poco distante da quello vecchio. L'Inter si prende del tempo per pensarci ma poi, progetti alla mano, decide di si. L'ad di Inter, Alessandro Ippolito, dice che ormai i tempi sono maturi.  Si prospetta l'idea di cominciare i lavori al più presto per fare aprire il nuovo stadio nel giro di 3/4 anni (stagione 2022-2023).

Il Sindaco di Milano Giuseppe Sala  ha le sue riserve sulla demolizione e preferirebbe una ristrutturazione, che era già nell'aria fin dall'anno scorso. Dice chiaramente che: "ci sono dei limiti  sui termini di edificazione che vanno rispettati nel caso le due squadre milanesi volessero proseguire con l'idea di costruire il nuovo stadio. In ogni caso ambedue le idee sarebbero una buona cosa per Milano."

Le due società ribadiscono che costruirlo ex-novo  costerebbe "solo" seicentocinquanta milioni  mentre la ristrutturazione molto di più, sia in termini economici che di vincoli; E poi in termini di realizzo tra immagine e costi dei biglietti sarebbe un investimento da non sottovalutare. Bah...

Sala interviene nuovamente precisando che se la demolizione sarà inevitabile è fondamentale  che lo Stadio resti di proprietà del Comune;

Intanto i tifosi e i nostalgici hanno già creato il comitato del no  e la destra italiana promuove perfino un referendum. Su Twitter c'è #savesansiro petizione di change.org che tutti possono sottoscrivere.

Voi cosa ne pensate?

Da parte mia, che in quello stadio ho visto giocare tutte e due le squadre di Milano e assistito ad innumerevoli concerti ed eventi,   e che, soprattutto, riesco a vederne le luci nelle serate terse dal balcone di casa mia, la notizia è stata un vero colpo al cuore. Ma non faccio testo, sono una nostalgica si sa...


SanSiro durante uno dei concerti di Bruce Springsteen che ho visto

22 aprile 2018

MILANO DESIGN WEEK 2018.



Ho vissuto un fine settimana da paura.
Saltellando qui e là nella Milanodesignweek.
Il giro meraviglioso tra innovazione, moda e design, che anima Milano in primavera.
Complici poi, le giornate bellissime da temperature estive che ci sono state, è stato uno spettacolo sia di giorno che di sera.
Ma tralasciando gli eventi serali che sono per i modaioli inside,  la bellezza sono stati gli allestimenti.
Quello che mi è piaciuto di più è stato organizzato da Interni, la rivista di settore più famosa svoltasi all'interno dell'Università degli Studi di Milano dedicata alla casa del futuro.
Vi lascio alcune foto che ho scattato.

                                                                               HOUSE IN MOTION.














Io un po' stralunata dopo queste "visioni".





Alla fine, dopo questa interior esperienza, ho portato un po' di design week 2018 anche a casa mia!!!



11 gennaio 2018

MILANO.




Milano Porta Nuova - Torre Unicredit


Io fotografo. E la cosa va avanti da tempo. Qualcuno di voi mi segue sui Instagram  e lo sa, che sono fanatica (vero Pier?) ahahah
A volte sembro uno di quei cinesi/giapponesi che prendevamo in giro fino a qualche anno fa.
Che pareva fossero tutti pazzi, pronti a imprimere su pellicola o digitale perfino l'arcata dentaria del cane.
E noi, a guardarli come fossero appena usciti dal manicomio.
E invece, questa mania ormai ci appartiene.
Tutti.
Siamo  coinvolti, stravolti, sdraiati.
A terra, di profilo, di angolo, di alto, di basso, di cielo, di mare, di neve, di tempesta.
Maniaci.
Però.
Succede che ti trovi ad avere fatto una foto così, alla città in cui vivi.
E rimani senza parole. Perché è cosi bella che quasi non ci credi, ed è merito della protagonista.
Ma l'hai fatta tu.
E sei felice.
Nulla.
Felice.

Che Milano è bella, straordinariamente bella. E non puoi fare a meno di pensarlo tutte le volte che, camminando,  il tuo sguardo si posa e ne trova conferma. Nel suo cielo, che a volte non ha eguali. Tra i suoi nuovi quartieri che da tempo e giustamente, l'hanno proiettata nell'empireo delle città più all'avanguardia  e futuriste al mondo.

Nulla.
Felice.





28 gennaio 2017

E' SABATO.




E' sabato, il bel tempo qui a Milano resiste.
Il primo mese dell'anno è stato durissimo. Tra tragedie, morti, avvicendamenti di governo che non fanno presupporre nulla di bello. 
Mi sono ammalata, beccando quel virus che porta febbre molto alta e mi ha costretto a stare in casa.
Dopo quasi due settimane ancora non sto benissimo.
Poi.
Sto per entrare nel mio periodo lavorativo peggiore e sono già stanca.
Ho un po' di controlli di salute da fare e non sono tranquilla.
Insomma, non ci facciamo mancare nulla...

Però ho un nuovo taglio di capelli, un colore più chiaro, ho fatto un po' di shopping e ora, vado a farmi una bella passeggiata.
Domani se il bel tempo mantiene, andrò ancora in giro e vedrò una mostra che aspettavo da tempo assieme ad un amico molto caro.

Sì, sto aspettando la primavera. Arriva no?







05 novembre 2015

BARBIE THE ICON!!!






Manifesto della Mostra

Barbara Millicent Roberts di Willows (Wisconsin) debutta alla Fiera del Giocattolo di New York. Data di nascita: 9 marzo 1959. Il suo primo prezzo è di tre dollari.
Da un'idea della signora Ruth Handler che, osservando sua figlia Barbara ritagliare dei vestitini di carta per vestire la sua bambola, volle rivoluzionare il mondo dei giocattoli.
ll suo look rispecchia il fascino sofisticato delle dive anni '50. Da quel momento in poi, cessò di esistere l'idea della bambola quale prolungamento ideale della donna di casa. La nuova bambola alta solo 29,5 centimetri divenne l'icona rivoluzionaria al passo con i tempi che è arrivata fino a noi.
1959


Immagine e stile, queste le sue armi vincenti. Nel corso di tutti questi anni ha seguito ogni evoluzione della moda, riuscendo ad interpretarla sempre in maniera innovativa e iconografica. L'hanno vestita i più grandi stilisti del mondo, da Dior a Donna Karan. E poi, Valentino, Versace, Ralph Lauren, Vivienne Westwood, Givenchy, Giorgio Armani, Burberry, Karl Lagerfeld e Moschino e moltissimi altri.

Barbie 1971
Crhistian Lacroix disse che "è un miracolo, è eterna ed è l'incarnazione della moda: sempre al passo con le ultime tendenze, non è soltanto un'icona di stile ma anche un'ispirazione costante. E' un simbolo di energia. Quindi è un simbolo di vita..."

Nel 1976 è andata in missione nello spazio. Lei e alcuni oggetti che le appartengono sono stati inseriti in una capsula del tempo destinata ad essere aperta nel 2076, ad eterna testimonianza della vita presente.

E' una delle mie grandi passioni. Su questo blog più volte ho postato immagini della mia collezione personale. Che emozione ritrovarle tutte esposte (assieme a migliaia di altre) al MUDEC di Milano.
La Mostra Barbie The Icon ha aperto i battenti il 28 ottobre e si protrarrà fino al 13 marzo del 2016.
1999
Inutile dirvi che il giorno dopo l'apertura ero già lì pronta ad emozionarmi come una bambina davanti alla incarnazione in plastica e tessuto del suo sogno. Stanze piene zeppe di Barbie!!!
Barbie pantone PMS219C
Che poi, la mia bambola preferita (davvero riduttivo chiamarla bambola) è una bella signora di 56 anni. Incredibile, ahahah.
Ho avuto la "fortuna" di non dovere sgomitare quasi con nessuno  a parte una bambina di otto anni con lo scatto sul cellulare più veloce del mio! Mi sono sdraiata sul suo letto, nella camera perfettamente ricostruita. Ritornare bambina così, con uno schiocco di dita. 
E poi, tramite i pannelli multimediali all'interno di una delle sale, vestirla mentre ti bacchettano virtualmente (riprova non è il vestito adatto) fino a quando non indovini la mise giusta. Infine sedermi nel suo salottino per chiacchierare del più e del meno con le amiche.
1959
Scoprire che non sei mica matta solo tu, ma siamo tutte nella stessa barca, grandi e piccole!

Ecco un po' di foto scattate mentre litigavo con la ragazzina! Vi assicuro che l'emozione andava di pari passo con il divertimento. E non me ne sarei mai andata. Intanto ho programmato altre due visite con amiche e amici. Ma credo che non saranno le uniche. Potrei tornarci di soppiatto  sola e col telefonino spento,  per godermele tutte senza distrazioni.





Sandy
Che cosa ne dite di Barbie Sandy? Appena l'ho vista ho cominciato a canticchiare in automatico YOU ARE THE ONE THAT I WANT...


E di Barbie sposa vestita da Vera Wang? Magicamente mi ritrovavo sulle scale della Biblioteca Pubblica di New York mentre Carrie attendeva inutilmente Big!
In abito da sposa Vera Wang




                                                     
Miss Rossella
E poi Miss Rossella. Con tutti i suoi abiti, dalla colazione in giardino al vestito fatto con le tende di Tara! Taraaaaaaaa. La piccola e deliziosa Barbie riesce ad essere maliziosa esattamente come il personaggio interpretato dalla indimenticabile Vivien Leigh.          


Chiaramente ecco le mie preferite: Barbie Holly Golightly e Eliza di My Fair Lady. Vederle in quella teca e allo stesso tempo sapere che le ho a casa è stato un doppio colpo al cuore!!!



ALLORA COSA STATE ASPETTANDO? ANDATE!!!





Fonti: catalogo Barbie the Icon Mudec