22 marzo 2018

MEGLIO GIOCARE A PALLONE FINCHÈ SI PUÒ.


Cercare di dare una spiegazione logica alle cose è impresa ardua.Ma necessaria.
Oggi però sono particolarmente stanca.
Seduta dall'altra parte dello schermo, penso.

Ad una bella frase letta in un libro qualche tempo fa:

"E' inutile temprare i bambini alle prove, tanto ci penserà la vita.
Meglio giocare a pallone, finché si può." (Lorenzo Marone - La tristezza ha il sonno leggero)

Siete stati tutti bambini e molti ora genitori, io sono stata una bambina  a zig zag (grazie David Grossman) per cui cosa ne pensate?





42 commenti:

  1. Lasciare vivere l'infanzia credo sia importante, credo altresì che un graduale avvicinamento alla vita crescendo sia necessario. Per i dolori profondi della vita, si spera, ci sia tempo più avanti

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    1. Sarebbe una buona cosa non spingere troppo né in una direzione né nell'altra.
      E lasciare che trovino il loro tempo per tutto.
      Un abbraccio Daniele.

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  2. Da "AGONIA DI UNA FATA E ALTRI SFACELI":
    «Strizzando i giornali di oggi, spurga fuori la rivolta dei genitori per le vacanze troppo lunghe: non bastano nonni e oratori, per i loro amati bambini. Poveri cristi. Derubati dell’infanzia tra corsi inutili, piscine, babydance, lezioni di marketing e palestre, scaraventati di corvé sul ponte del Titanic per accumulare crediti formativi un minuto prima dello schianto, come se non fosse chiaro che le scialuppe, se ce ne sono, sono già tutte assegnate.»

    Un abbraccio.

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  3. Ma forse rendeva meglio l'idea questo, da "CHIUDI GLI OCCHI E GUARDA":
    «La cagnamagra è ricca ma io non trovo niente da invidiarle, che anzi piuttosto che diventare lei mi sparo in bocca. Passa la vita reclusa in quel bugigattolo puzzoso per trasformare le suole in soldi, e di sicuro quando torna a casa la sera quel babbeo scopacagna del marito invece di accarezzarla le chiede quanti soldi ha guadagnato, che se succedesse a me m’impiccherei allo stipite della porta per protesta. La guardo, mi accorgo che a furia di vivere in puzza le è venuta davvero la faccia da cane da cuoio e lì per lì decido una volta per tutte che non mi va per niente giù, la cazzata di crescere normalozzo in un mondo così. Per estensione non mi va la cazzata di crescere in generale. Farò di tutto per evitarlo, porcodiaz. Devo riuscire a fregarli.»

    Perdona la doppia autocitazione. Deformazione professionale. :) E in fondo questi sono i miei temi preferiti.

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    1. Ci si è provato a fregarli.
      Uno dei miei libri preferiti :-)
      Altro che perdonarti!
      Bacio.

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  4. Mariella, certamente la vita mi ha insegnato molto, ma nessuno mi ha insegnato così attentamente e prondamente come i miei due genitori, così che io, ad ogni nuovo insegnamento dalla vita, cercavo il termine di paragone con quello che mi avevano insegnato loro. Qualche volte era evidente, qualche altra meno, qualche altra volta addirettura era all'opposto. Come mi sono regolato? Quando coincideva lo accettavo, anche quando ci razzolava vicino anche accettavo, se andava via per la tangente lo seguivo per un po' per spirito di avventura, sempre tenendo presente che stavo marciando su terreno minato.
    Mi è andata sempre bene finora. Per cui non cambierò.
    Ciao Mariella.

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    1. Enzo, nulla da togliere ai tuoi genitori e ai miei.
      Ma erano altri tempi e noi fatti di altra stoffa.
      Qui si parla dell'ora e dell'adesso.
      Con una pseudo evoluzione che non mi piace per nulla.

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  5. E' la mia filosofia di vita :). Il bambino deve crescere felice con i giochi e sviluppando la fantasia, ovviamente rispettando le regole imposte dalla famiglia per la sua educazione. Quando sarà il momento affronterà le prove della vita (che poi già la scuola è una prima prova importante).

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    1. In larga parte anche la mia.
      A me pare che ora si trasmettano sui figli tutte le ambizioni rimaste insoddisfatte dei genitori e si pretende troppo da loro.
      Da qui, tutte le discipline sportive possibili, quelle artistiche, quelle musicali, caricandoli di responsabilità che sono superiori al loro stesso peso...
      Invece bisognerebbe trovare un fragile equilibro e lasciarli fare i bambini finché si può.

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  6. Giocare sempre a pallone va bene. Se giochi nel Real Madrid. Altrimenti qualche raddrizzata ci vuole. Oggi le cose sono cambiate. Se la maestra o il prof sgrida l'allievo, parte la denuncia del genitore. Una volta partiva un ceffone supplementare...

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    1. Per non parlare delle bacchettate sulle mani e del "fila dietro la lavagna!"
      Ora tutto è fatto in funzione di chi ci guarda e pure l'educazione è passata di palla: meno genitori più società.
      Che poi la società odierna eh...
      Quindi Milan ed Inter li escludiamo?

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  7. Bisogna semplicemente far capire ai bambini che ci saranno delle cose negative e pesanti. Ma fino a che si può giocare, SI DEVE giocare. Ma mica solo i bambini, eh... anche voi adulti^^

    Moz-

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    1. Direi fattibile. In quanto a giocare io non ho mai smesso :-)

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  8. I bambini devono fare i bambini. VAnno seguiti ed educati ma devono fare i bambini. Giocare con la terra e sporcarsi, mettere in bocca la pizza caduta per terra... rotolarsi col cane in cortile.
    Arriverà anche per loro l'età in cui non si potranno più fare queste cose. Almeno prima si saranno goduti l'infanzia
    Ciao stella

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    1. Seeeeeee oggi rotolarsi per terra? Andare a prendere le uova sporche direttamente dal culo delle galline?
      Giammai vedo già un nugolo di mamme che si tuffano a pesce per impedire la catastrofe!
      Che bella la nostra infanzia vero?
      I bambini di oggi non riuscirebbero nemmeno ad immaginarla...
      Buon sabato gioia!

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    2. Sai Mari, allora bambina aveva due anni e mezzo quando ci siamo trasferiti qui, in piena campagna. Non solo lei giocava con la terra ma pure io che non avevo mai otuto farlo abitando in città da piccola.... quanto ci siamo divertite!
      Adesso??? Prendere in mano le lumache per darle annp'anatrina? Ma che schifo! Toccare la terra? E se ci sono i lombrichi???
      Ma per favore!!!!! Bella vita sì allora. E poi ci siamo fatte gli anticorpi ahhahaha
      Bacio!

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  9. Sì è inutile e penso che sia meglio continuare a giocare a pallone anche dopo che si è stati temprati dalla vita.
    Bacio Mari e buona serata!

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    1. Hai ragione, smettere di giocare mai...
      Che la vita ghermisce troppo presto e poi restano solo i ricordi.
      Un bacio a te cara, buon sabato!

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  10. non tutti possono permetterselo di giocare
    però giocando almeno non si fanno danni

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    1. Lo dici tu che non si fanno danni...
      Io ne ho rotti di vetri in casa giocando a pallone!

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  11. Io sono per le vie di mezzo: lasciar crescere il bambino in un mondo fatato non serve, così come non serve terrorizzarlo dal mondo, o farlo crescere troppo in fretta con delle responsabilità che non gli competono. Lo so, è complicato. Intanto godiamoci il week end :D Un abbraccio!

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    1. Complicato e soprattutto difficile. Ma se sei un genitore è questo l'unico obiettivo da perseguire. Educare tuo figlio nel miglior modo possibile e in maniera attenta.
      Ti abbraccio anche io, buon fine settimana Pier!

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  12. Domandone...
    Abituarli ad essere realisti!

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    1. E non far credere loro che tutto è possibile!

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  13. Diciamo che sono d'accordo a metà con la citazione tratta dal bel romanzo di Marone.
    Io ri cordo la mia infanzia come un periodo felice e sono stata una figlia da un lato lasciata libera di fare la bambina, senza eccessivi pensieri nè chissà quali prove di maturità da dover affrontare, ma dall'altro lato con una base di regole da rispettare e di responsabilità commisurata all'età e quanto meno per le cose mie, per ciò che potevo gestire io nel mio piccolo.
    Vorrei riuscire a dare questo tipo di infanzia anche ai miei figli, sto cercando di farlo, di "bilanciare" le cose. Mio marito per fortuna nel complesso la pensa come me, con qualche punta di libertà da dare in più forse. Io mi rendo conto che di mio in definitiva tendo a deviare leggermente verso la maggiore rigidità, ma insieme io e lui ci confrontiamo e ci compensiamo nelle piccole cose, perchè nelle grandi e più importanti siamo sulla stessa linea assolutamente.
    In ogni caso, non è di questa Terra educare senza mai commettere errori... ma possiamo cercare di fare del nostro meglio!

    Un bacione, buonanotte mia carissima Mariella :)

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    1. Maris, hai descritto perfettamente quello che io intendo come giusto equilibro.
      Cosa difficilissima anche perché non c'è nessuna scuola che rilasci un attestato di "genitore", per cui è tutto da imparare sul campo.
      Ma si fa, con attenzione e senso di responsabilità, con tantissima paura immagino, di sbagliare.

      Come te sono stata bambina in un tempo in cui fare i bambini ed essere allo stesso tempo responsabili di se stessi non era una bestemmia ma un dato di fatto.
      Studiavo e sapevo che dovevo farlo da sola e portare a casa dei risultati positivi di cui ero l'unica responsabile. Giocavo, e sapevo che dovevo farlo senza arrecare danno o disturbo agli altri.
      Nessuno è esente da errori e tutti cerchiamo nel nostro piccolo (anche chi come me non ha figli) di fare del nostro meglio.
      Un bacio a te e buon fine settimana!

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  14. Mmmm. Difficile tema.
    Siamo in un tempo di incoerenza e contrasti. Da una parte sventoliamo bandiere sull'importanza di essere bambini, di arrampicarsi sugli alberi, sporcarsi di fango e andare in bicicletta coi capelli al vento.
    Poi di fatto, i bambini non escono mai da soli, hanno dimenticato come si va in altalena, vestono firmato e hanno le giornate sature di impegni (programmati dai grandi).
    C'è qualcosa che non torna...

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    1. Già e se lo dici tu Gioia...
      Che si fa?

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    2. Dura. Mi credi? Mi tormenta il pensiero...

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  15. Quello del genitore è un tragitto molto arduo e chiariamo subito che nessun genitore è immune da commettere errori.
    Io sono stata una madre piuttosto severa, ma dovevo bilanciare mio marito che non poneva limiti. Mia figlia ha giocato e si è divertita moltissimo durante l'infanzia, tanto che ,per lei, è il miglior periodo della sua vita, anche se , nel contempo ho cercato d'inculcarle senso di responsabilità e rispetto.
    Cri

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    1. Mi sembra un ottimo percorso di genitori, il vostro.
      Ma oggi le cose sembrano così cambiate...

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  16. Io penso che gioco ed educazione siano due cose diverse. I bambini vanno educati ma spesso dovrebbero essere educati prima i genitori. Poi lasciamoli liberi di giocare senza stressarli iscrivendoli ad “attività ricreative” che qualche volta sono tali solo per gli adulti.
    Felice weekend, un abbraccio
    enrico

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    1. Concordo Enrico, i genitori per primi direi che hai toccato un vero e proprio tasto dolente.
      Dov'è che ci siamo persi?
      Un abbraccio a te caro amico.

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  17. Calcio... meglio la Formula 1

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    1. beh, diciamo che per i bambini la Formula 1 non è adatta :-)

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  18. Io, in linea di massima, sono d'accordo con l'autore della frase , tuttavia credo che, se ci sono dei problemi, non vadano tenuti nascosti ai bimbi ma affrontati insieme. Bisogna parlarne, affrontare la situazione, eventualmente tranquillizzare i bimbi nel migliore dei modi e poi.... lasciarli tornare ai loro giochi di bimbi.Buona serata

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    1. Un rapporto quasi paritario con i bimbi.
      Mi piace l'idea di coinvolgerli per far loro comprendere meglio le situazioni.
      Senza poi scollarli dal loro essere "per fortuna" ancora bambini.
      Un abbraccio!

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  19. Che bella frase!
    Io sinceramente credo di essere cresciuta con due genitori meravigliosi che ci hanno curate e custodite (a me e le mie sorelle) con tutto l'amore del mondo e che continuano a farlo anche ora, anche se siamo tutte grandi e qualcuna vive già con il proprio fidanzato e la propria nuova famiglia.
    Delle volte mi chiedo come sarebbe stato se fossero stati meno protettivi, ossia se mi avessero appunto "temprata" di più ma lo faccio senza rammarico perché si, è vero, ce l'ho fatta a diventare grande anche imparando dalla vita e penso che non sia tanto sbagliato perché c'è anche più libertà di agire in base al proprio istinto non solo in base ad insegnamenti pregressi. Poi tanto, per quanto puoi temprare qualcuno, non si impara mai tutto se non vivendo...
    Comunque se devo immaginarmi io mamma...non so proprio come sarei: dentro di me convivono due ossimori. Sono iper protettiva e gelosa delle mie cose, figurati dei miei affetti, ma ho anche quel lato di carattere duro che vorrebbe spingere chi ho accanto a farcela da solo, a non mollare, ad essere forti.
    Il fratello di Maurizio mi prende sempre in giro per questo aspetto, mi dice sempre "Maurizio ti dovrebbe ringraziare, lo stai TEMPRANDO!" :)

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    1. Ciao Paola, perdona il ritardo...
      Io non credo che avere cura e custodire con affetto i propri figli sia indicativo di maggior "debolezza" poi, nella crescita futura.
      Forse è l'eccesso di protezione, che vedo sempre più dilagare, ciò che mi preoccupa. Va bene essere attenti e curare, ma non dare spazio a quel minimo di autonomia e anche al brivido dell'errore che serve a crescere e ad andare avanti, potrebbe essere pericoloso. Perché senza quel continuo "paracolpi" la prima volta che non ci sarà nessuno a salvarli, potrebbero farsi molto male. Lo so, è un equilibrio difficile, ma come giustamente dici tu, non si impara mai se non vivendo. Se non sbagliando, se non cadendo. Da soli.
      Comprendo perfettamente i tuoi timori, ai tempi erano anche i miei. Non ho mai potuto verificare cosa sarebbe stato e come sarei stata mamma, ma penso che la vita e l'istinto mi avrebbero portato sulla strada giusta. Piena di errori e di inciampi sicuramente!
      Avrei preso la sufficienza? Chi lo sa, mi auguro di si. E tu? Ce la farai, stai già facendo pratica :-)))
      Ti abbraccio stella.

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  20. Eh sì, capire è importante ma spesso la pratica è l'unico modo per capire davvero! Giochiamo, ogni volta che possiamo. Il resto verrà.

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    1. Giusto. Giocare fino a quando si può, per avere la possibilità poi di camminare davvero.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)