04 febbraio 2019

T'AMO PIÙ DELLA MIA VITA.




Scenografia sul palco


Voi lo sapete, a volte mi capita di essere una simpatica cialtrona.
Mi piace che nel mio blog ci siano momenti di condivisione, ilarità e confronto.
Mi piace la cortesia per la quale, recentemente, sono stata premiata.
Ma sono anche una persona che vive in un mondo fragile, in cui la violenza è presenza costante.

Sono soprattutto una donna. Ne sono fiera.  E sono una donna fortunata, lo riconosco.
E poiché la mia vita e la vita di ognuno di noi è sacra,  giudico importantissimo puntare i riflettori su argomenti delicati come la Violenza Sulle Donne. E non solo il 25 novembre. Forse  ne parlo con troppa enfasi ma con innegabile partecipazione a tutto il dolore e a quella sofferenza.  
Sabato sera sono stata a teatro. Non immaginate nulla di scintillante e splendido.
Pensate invece ad una piccola realtà realizzata con le unghie e con i denti e "strappata" alla strada come dice il suo fondatore, Francesco Mazza, in una zona di Milano abbastanza complicata.
La zona è quella operaia attorno all'ospedale Niguarda. 
La realtà è Il teatro Argòmm

Lo spettacolo a cui ho assistito si intitola:T'AMO PIÙ DELLA MIA VITA.


La pièce teatrale è stata scritta da Catena Giardina con la collaborazione dell'attore e regista Gianni Lamanna.

"La storia racconta la triste vicenda di Tina, ed è vita vissuta(quella dell'autrice). Dopo circa 25 anni, due amici, studenti di teatro in gioventù, si rincontrano e lei, Catena, decide di svelare a Giò il calvario vissuto per dodici anni con un marito violento. Lei smise di fare teatro mentre lui ha continuato, ignaro di ciò che per anni stesse accadendo alla donna con la quale un tempo condivideva studi e passioni. Ignaro soprattutto del fatto che la stessa compagna è sopravvissuta al dolore e allo sconforto grazie alla forza immaginaria di un interlocutore assente: proprio quel Giò che rivede dopo anni..."

Un'ora di monologo vissuta con una partecipazione straziante. La vita di una donna sconvolta dai pugni e dalle botte di un marito alcolista e violento. Sola, senza alcun sostegno, con due bambini piccoli da tutelare, Catena soffre, denuncia, quasi impazzisce, infine fugge. Ma il marito la ritrova e la tragedia arriva a sfiorarla. 
Scampata ad una morte quasi certa, cambia vita e scompare. Grazie alla protezione della polizia, si rifugia in Sicilia. E da lì, rinasce.
Il dolore della vicenda è come onda palpabile che ci avvolge grazie alla emozionante interpretazione di Vincenza Pastore, valente attrice italiana. E alle parole potenti e incisive del copione. Con una regia scarna e volutamente intima che ci costringe ad arrenderci alla vicenda, inermi come la sua protagonista. 





Tutto qui. TUTTO VERO. Siamo ancora lontani da avere risolto un dramma così vasto. E non ci rendiamo conto che, tragedie simili, sono più vicine di quanto immaginiamo. 
Donne alle prese con questa sofferenza, vivono accanto a noi. Sono vicine di casa, colleghe di lavoro, mamme dei compagni di scuola dei nostri figli.  Chiuse tra quattro mura e spaventate, perché la giustizia è ben lontana dall'essere equa. Ogni giorno si allunga la lista delle morti. Ogni giorno osserviamo i loro volti in internet, sui giornali, alla televisione.
Ogni giorno ci chiediamo cosa possiamo fare.
Io non conosco la cura, non so dare una risposta.
Ma qui, sul mio blog  sono a parlarne e discuterne, se vorrete. 
Per sostenere e aiutare nel modo migliore che conosco.


“Abbiamo tutti due vite. La seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una.” (Confucio)

29 commenti:

  1. Molto interessante!
    Buon inizio di settimana.

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  2. Cara Mariella, amare il teatro credo sia la più bella cosa che esista, complimenti cara amica.
    Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Hai ragione caro Tomaso, amare il teatro è fondamentale a maggior ragione se è specchio della vita.
      Un abbraccio e buona settimana a te!

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  3. Davvero toccante. Grazie per averci fatto partecipi. Buona settimana .
    sinforosa

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    1. Grazie a te per aver compreso entrando in sintonia con il messaggio.
      Buona settimana.

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  4. Un tema importante su cui si deve sempre tenere alta l'attenzione ma anche la denuncia. Se ho inteso bene poi si tratta di una storia vera quindi ha ancora più forza. Grazie per aver fatto questo post

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    1. Una storia vera. L'autrice ha scritto un libro e partecipato a molte trasmissioni, compreso Amore criminale. È una donna coraggiosa, un vero simbolo ed esempio. Il teatro invece, è quello di cui ti ho parlato.
      Grazie a te per l'apprezzamento.

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  5. Bella trama, teatro NEL teatro. Se il testo fosse come dici tu e come lo vorrei io, saremmo a cavallo.
    Ogni giorno o quasi il telegionale ci aggiorna sul quoziente dei femminicidi. Penso che questo costante bombardamento di dati abbia una percentuale di responsabilità su questa piaga -diciamocelo- tipicamente italiota. è pubblicità gratuita alla parte più debole e malfatta della nostra ominitudine. Mamma mia, a questi imbelli facinorosi, capaci solo di aggredire donne più deboli fisicamente di loro apparterrei anchee io?!?
    L'altro ieri un marito violento finalmente abbandonato dalla giovane moglie -25 anni, e io mi ricordo quanto tu fossi diafana a quell'età Anna Maria- riceve nel garage la visita dello sparviero "che -a suo dire- vuole solo parlare; però si è portato dietro un coltello tagliente, certo per pulirsi le unghie. C'è sua moglie? Bene. C'è anche sua sorella? Benone e lui le accoltella tutte e due. Ammazza la moglie e ferisce gravemente la cognata. Con una fava due piccioni.
    Con la voce di un buon attore, come quello del tuo peatro serale, si poteva ottenere un ottimo spettacolo.
    Ciao Mariè, ma dove vogliamo arrivare con questi cosiddetti ominidi?

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    1. Ma in che senso il testo non dovrebbe esser ciò di cui vi ho parlato? È una storia vera, drammatica e vera. La storia dell'autrice che poi ci ha scritto un libro e porta il suo messaggio coraggioso in tutta Italia. Purtroppo le violenze e le morti sono quotidiane e non sembra che ne veniamo a capo. Anche oggi, un uomo ha cercato di uccidere la sua ex compagna dando fuoco alla sua macchina.
      Questa idea della donna come oggetto di possesso e non persona da amare sembra portarci verso una deriva dalla quale non ne veniamo fuori...

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  6. Dici parole vere...credo sia molto difficile parlare di questo ed è solo fortuna se si decide di non stare piu' in una violenza...perchè non sempre si ha la forza di reagire.

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    1. Esatto Elisa, spesso è solo questione di fortuna.
      Come nel caso specifico, perché dopo la denuncia non era successo niente e solo la lungimiranza di un commissario di polizia che non si era fidato delle parole "rassicuranti" dell'ex marito, ha evitato una strage.
      Reagire è davvero difficile quando anche la legge non ti protegge.

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  7. Vercelli: dà fuoco all'auto con dentro l'ex fidanzata dopo un litigio, lei è gravissima"
    Oggi l'ennesimo caso di questi comportamenti da barbari. Neppure io so la risposta , forse dovrebbero dar più credito alle denunce e attuare una restrizione di avvicinamento al denunciato, magari usando anche uno di quei braccialetti che consentono di sapere dove si trova.
    Certamente un complicato e dispendioso sistema.
    Cri

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    1. Ecco, l'ultimo caso accaduto che accennavo ad Enzo.
      La polizia non fa nulla o quasi. Spesso e volentieri raccoglie le denunce ma non fa molto per proteggere, bisogna che ci sia flagranza di reato. Quindi se non muori, non hai scampo.
      Io penso che bisognerebbe partire dall'inizio, educando i giovani al rispetto per le madri, per le sorelle e vederle come persone da amare non oggetto di possesso. E poi, dando alle donne degli strumenti di tutela grazie a leggi già severe.
      Chissà...

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  8. Purtroppo credo che siano tante le donne che subiscono in silenzio perchè hanno paura di parlare per paura, per vergogna e , nonostante tutto il parlare che si fa, i casi di violenza sono ben lontani dal diminuire o dal cessare. Grazie per averci parlato di questo spettacolo importante per il messaggio che trasmette e saluti.

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    1. Sì sono molte le donne che vivono nella paura costante e non sanno cosa fare. Spesso non sono autonome economicamente e non hanno nessuno accanto in grado di sostenerle nella difficile e dura decisione di allontanarsi dal compagno violento. Che minaccia famiglia e figli. E spesso ha un'arma in casa.
      Non si può comprendere appieno quali e quanti sono gli elementi psicologici che bloccano le donne, se non si vive una situazione simile.
      Lo stato poi, da poco sostegno, e questo è un dato di fatto.
      Grazie a te per essere qui a parlarne.
      Un bacio.

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  9. Diversamente da Mirtillo, io credo che sia indispensabile rompere il muro del silenzio. La nostra società (vero, la violenza è costante) è fatta di malelingue, ma anche di tanta solidarietà e sostegno.
    Le forze dell'ordine ci sono, anche se pure loro fanno errori.
    Bisogna trovare forza e coraggio.
    Davvero lodevole il coraggio di Catena, un bell'esempio.

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    1. Non credo che Mirtillo sostenesse il silenzio, piuttosto parlava di quanto sia difficile, trovare la forza di reagire. E sono d'accordo su questo.
      Le forze dell'ordine ci sono, ma hanno metodi e mezzi insufficienti. Catena aveva denunciato il marito, ma le sue parole erano state minimizzate e ridicolizzate. E poiché il marito era "un collega" le era stato detto chiaramente che non era il caso di far perdere il posto di lavoro all'uomo oltre che "la faccia". Di passarci sopra insomma. Per questo era scappata, dopo essere arrivata al punto di organizzare la morte di suo marito per liberarsene. Per questo, nel post, ho parlato del fatto che era vicina alla follia. No, siamo ben lontane dal sentirci sicure pensando allo stato e a chi dovrebbe assicurare la nostra incolumità con leggi e presenza.
      Catena ha rischiato la vita ed è stata solo fortunata. È questo il dramma nel dramma.
      Soluzioni non ne ho, vorrei solo che al coraggio individuale si contrapponesse un sostegno reale da parte di tutta la società civile.

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  10. Mai si spenderanno parole sufficienti su questo argomento, su questa tragedia senza fine. O di cui almeno non si vede la fine, ancora. E io non so se potrà mai esserci, questa fine. Ma so che si potrebbe fare di più, quanto meno nel dare seguito più immediato alle denuncie fatte da quelle donne che trovano la forza e il coraggio di rivolgersi a chi di dovere.
    E poi che dire di come troppi di questi mostri sono fuori dal carcere così presto, se mai ci finiscono?
    I numeri dei femminicidi fanno venire la pelle d'oca, ma anche le violenze che non sfociano in una morte sono così tante da non poterci credere.
    Eppure si sminuiscono ancora i segnali, si dubita ancora troppo spesso di cosa dicono le donne, sembra che si aspetti che avvenga l'irreparabile prima di poter intervenire.
    Le testimonianze di chi, come Catena, ce l'ha fatta a denunciare e ad uscire dalla spirale di violenza e orrore sono probabilmente la cosa che più può scuotere le coscienze di tutti, sensibilizzare, far capire che bisogna drizzare le orecchie e spalancare gli occhi perchè l'orrore è intorno a noi, è dove meno ce lo aspettiamo purtroppo.
    L'esempio di donne come lei, che si sono salvate e che sono ancora la minoranza, può essere davvero illuminante per quelle che vivono nel terrore e non sanno come uscirne e continuano a subire... e che purtroppo sono la maggioranza.
    Posso solo immaginare che pugno allo stomaco sia stato questo monologo, Mari. Quanta vita dura, quanta verità, quante emozioni concentrate in un'ora. Grazie per averne parlato, per avergli dato spazio.

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    1. Tu hai scattato una fotografia perfetta della situazione.
      La superficialità con cui si trascurano i vari segnali, è qualcosa che mi sconcerta tutte le volte che leggo di un caso simile, finito in tragedia.
      Lei porta avanti la sua battaglia da quasi vent'anni, senza fermarsi mai. Ne parla ovunque, in teatro, alla tele, con i libri. Purtroppo è poco, ancora troppo poco. Credo che dobbiamo puntare tutti sull'educazione. La base della società e fondamenta di ognuno di noi. E non dobbiamo arrenderci i rassegnarci a questa violenza. Mai.
      Grazie a te, per il commento e per il sostegno.
      Bacio grande.

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  11. Brava Mariella, hai fatto bene a scrivere di questa rappresentazione, condividendone con noi la responsabilità del messaggio!

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    1. Grazie Sara. Il teatro come impegno sociale. Era importante parlavene.

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  12. Brava Mariella! Questa è una battaglia di civiltà che va sostenuta senza se e senza ma!

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    1. Grazie Nick. Grazie a te e a tutti gli uomini che ci sostengono e ci sosterranno.
      Un abbraccio.

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    2. Ciao cara Mariella da brivido questa interpretazione su questo tema che ogni giorno ha le sue Donne vitrimestre. Grazie per averci fatti partecipi . Un abbraccio. Rosy

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    3. Grazie di cuore per avere apprezzato, sai non è mai abbastanza la partecipazione sentita ad argomenti come questo.
      Un abbraccio a te!

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  13. Ho letto l´articolo di Mariella e tutti i vostri commenti e il sostegno per una causa purtroppo oggi diventata "cronaca giornaliera" anche la sera della piéce teatrale di T´amo piu´della mia vita,ero nella prima fila del teatro Argomm e il regista Gianni Lamanna mi ha comunicato un ennesima violenza sulla donna bruciata in auto dal suo ex compagno,non replicai l´accaduto come se mi aspettassi cio´che stesse accadendo al di fuori di quel teatro,un copione che si ripete giornalmente,nulla di nuovo,mi sentivo impotente un brivido percorre il mio corpo ed inizia lo spettacolo ed in questo caso non pensavo che la protagonista della storia fossi proprio io...ma lei la donna bruciata dal ex compagno ho vissuto il suo dramma per piu´di un ora,l´unica differenza nel finale lei e´stata bruciata io colpita a sfioro(miracolata o fortunata) da 12 colpi di pistola.Da 20 anni a questa parte nulla e´cambiato,in tutti i sensi,anzi sembrerebbe che questi soggetti si accaniscano ancor di piu´nei confronti della donna,scrissi questo testo come una sorta sfogo terapeutico rivivendo con carta e penna i 12 anni vissuti con il mio carnefice con dettagli che vanno dall´amore alla follia,dal dolore fisico a quello morale,dalla vergogna dei miei lividi sul viso,alla paura dell´uomo che mi giuro´amore "finché morte non ci separi" parole che mi risuonavano ambigue e quando chiesi aiuto alle autorita´poco potevano fare o forse nulla eccetto delle formali denunce che servivano solo a far incazzare ancora di piu´il mio carnefice ed allora da vittima provai anche ad essere io la carnefice...ma vuoi la sorte o chissa´...non ci riusci´Scrivendo mi resi conto davvero di cio´che avevo vissuto in quegli anni ero arrivata pure alla follia della premeditazione oltre sentirmi psicologicamente devastata a volte calci e pugni erano meno dolorosi delle parole dette dal mio carnefice per non parlare dei miei bambini che assistevano alle scene impauriti fino alla nostra fuga e il tentato plurimo omicidio nei miei confronti e dei figli.Potevamo non raccontarlo mai cosa realmente fosse accaduto per 12 anni ed invece superata l´omerta´la paura e la vergogna oggi il mio obbiettivo e´documentare e cosa c´é di meglio in un teatro...? Dove tu senti il pubblico vibrare,sia donne che uomini, senti il loro respiro e poi guardi i loro occhi lucidi di commozione,come autrice ci sono sempre in mezzo al pubblico perche´ sia io che il pubblico,dopo la fantastica interpretazione di Vincenza Pastore,abbiamo bisogno di confrontarci e riflettere su cio´che sta´accadendo giornalmente in merito ai femminicidi e le violenze sulle donne,non vorrei essere presuntuosa o sbagliarmi ma so´che nel mio pubblico c´e´ stato qualche uomo,che in parte, si e´rivisto nella piéce teatrale,di certo non me l´hanno detto ma l´ho capito dalle domande e dai commenti critici del testo in alcuni frasi

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  14. chissa´se davvero fosse cosi´come io penso quel qualcuno abbia coscienza di rifletterci sopra??
    Riguardo alla meta´del pubblico maschile sono felice perche´io credo molto nella galanteria e nel sentirsi protetta dal
    proprio compagno o marito e questo non e´un testo contro il maschio come magari qualcuno potrebbe pensare anzi lo ritengo un testo dove appunto anche l´uomo ci aiuti a capire e prevenire magari osservando di piu´i comportamenti gli atteggiamenti di un amico un parente nei confronti di una donna e chissa´riuscire ad evitare un eventuale tragedia? Naturalmente il pubblico femminile e´sempre in maggioranza c´e´chi si rivede anche lei e c´e´chi invece non sapeva che nelle quattro mura domestiche possono accadere queste cose,magari pensando ad una vicina di casa o un amica che non ha notizie da tempo.
    Da anni faccio parte di un associazione contro la violenza alle donne ed il progetto della piéce teatrale e´nato proprio da li´facciamo molta prevenzione abbiamo portato lo spettacolo nelle scuole medie e superiori con parecchio interesse da parte dei dirigenti scolastici ma ancor di piu´dai ragazzi perche´non e´la solita prevenzione di convegni leggi ecc. ecc no´e´teatro un teatro che documenta una vita in balia di un carnefice e naturalmente delle leggi abbraccia una cultura attuale e la solidarieta´che ho riscontrato nei ragazzi mi ha commossa e riempita di gioia,anche qualcuno di loro ha visto picchiare la propria madre e alcuni hanno avuto un gesto simbolico di protezione nei miei confronti ed e´ora di parlare e togliere questo velo di omerta´vergogna e paura.Grazie a tutti voi e spero magari di incontrarvi a teatro,per prevenire abbiamo bisogno di tutti voi uomini e donne chissa´su 1000 ne salveremo magari 100....noi e voi tutti.Baci Catena Giardina (Ti

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    1. Catena, scusa il ritardo ma deve essere successo qualcosa alla mail che di solito mi avvisa dei commenti pubblicati sul mio blog. Ti ringrazio moltissimo del commento dedicato al mio post. Spero che tu sia d'accordo, vorrei riportare tutto quello che hai scritto in un nuovo post dedicato. Mi sembra doveroso dare la luce giusta alle tue parole. Un abbraccio e a presto!

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)