Visualizzazione post con etichetta basta alla violenza sulle donne. Mostra tutti i post
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25 marzo 2022

[NON SOLO IL 25 NOVEMBRE] Le adolescenti afghane non torneranno a scuola


newsbi.it


Le ragazze afghane tornano a casa con le lacrime agli occhi: i talebani, qualche giorno fa, avevano promesso la riapertura delle scuole secondarie per il 21 marzo. E invece, non mantenendo la parola, qualche ora fa, hanno vietato il rientro a scuola, adducendo come scusa, che il governo non ha ancora stabilito le linee guida per la frequenza. Non ci sono notizie per quel che riguarda una nuova data.

26 novembre 2021

[NON SOLO IL 25 NOVEMBRE] La storia vera di una mamma

Nostrofiglio.it



"Avevo 15 anni quando mi fidanzai con il mio principe azzurro. Era un amore adolescenziale e pensavo che senza di lui il mio cuore si sarebbe spezzato facilmente. Lo amavo troppo: la nostra storia era simile a quella raccontata nel film "3 metri sopra il cielo". Il primo bacio, la prima volta, le prime feste furono praticamente da “cinema”!

24 novembre 2021

[E.I.T.R.D.] Da un'idea di Daniele Verzetti: 25 Novembre - Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne

 


In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne,  tutti i blogger che da quasi un anno partecipano all'iniziativa concepita da Daniele Verzetti (QUI),  pubblicano un post speciale.

Ogni volta che torno sull'argomento la mia attenzione è allertata dall'aggravarsi della situazione in tutto il mondo, oltre che in Italia.  La continua violazione dei diritti umani è praticamente il fulcro della violenza quotidiana che subiscono le donne.  

10 ottobre 2021

[EVERYDAY IS THE RIGHT DAY] DA UN'IDEA DI DANIELE VERZETTI: IL CORAGGIO DI SABRINA

incendio Fabbrica Bertè - IlGiorno.it


Molti di noi si ricordano dell'incendio che quattro anni fa causò la distruzione dell'impianto di stoccaggio di rifiuti speciali  Eredi Bertè Ecology a Mortara e  che avvolse l'intera città con una nube nera carica di diossina, per oltre una settimana.  Immediatamente si capì che non poteva essere casuale e da lì partì un'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano che ha portato alla scoperta di un sistema criminale di traffico illecito di rifiuti con diramazioni in tutta Italia e all'estero. La Guardia di Finanza di Pavia ha arrestato, tra gli altri, Vincenzò Bertè amministratore unico della ditta e il suo socio collaboratore Andrea Biani. Una volta resisi conto che la gestione dell'impianto era diventata insostenibile" i due avrebbero dato fuoco al piazzale "per ripulire a costo zero" non curanti però "dell'enorme danno per la salute".


Tutto questo è stato possibile  grazie al coraggio della ex moglie di Bertè, Sabrina Zambelli, che lo ha denunciato.  Lei racconta agli inquirenti che il marito, quel giorno, la svegliò all'alba dicendole "l'ho fatto";  aveva incendiato l'intera struttura con un accendino Bic che le consegnò e che lei ha conservato fino alla denuncia spontanea. Tra i vari motivi dell'azione fraudolenta,  c'era quello di ottenere un rimborso assicurativo che avrebbe evitato la bancarotta alla società; quest'ultima  da tempo utilizzava un sistema di fatturazioni false e illeciti finanziari di vario genere, che sono venuti alla luce durante le indagini. Durante la deposizione ha  poi rivelato che la quantità di  stoccaggi era di gran lunga superiore a quella consentita e che se l'Arpa avesse controllato, di certo avrebbe chiuso lo stabilimento. l'Ente aveva richiesto di ispezionare l'intero impianto ma già una volta erano riusciti a rimandare l'ispezione con una scusa. 


Sabrina è stata picchiata violentemente dal marito, quando ha scoperto che la donna avrebbe denunciato lui e il suo socio. E minacciata da una persona rimasta anonima, componente della 'ndrangheta locale.  Nonostante questo non si è fermata ed è andata avanti decisa, contribuendo in maniera importante alla riuscita delle indagini.

Donne che non si fermano, che non si fanno intimorire da minacce, ritorsioni e violenze. Donne libere, indipendenti, coraggiose.  Donne di cui bisogna parlare, dal cui coraggio tutti dobbiamo imparare, per rendere questo nostro universo un po' più libero e leale. E anche più giusto.


Con questa storia, partecipo all'iniziativa mensile di Daniele Verzetti: E.I.T.R.D di cui potete leggere qui.





Fonti: Corriere della Sera - Fanpage.it - Il Giorno.it

25 settembre 2021

[SABATO DI POESIA] FORTUNA DI IDA VITALE



Ida Vitale


 

Per anni, godere dell’errore
e del suo emendamento,
poter parlare, camminare libera,
non vivere mutilata,
non entrare o sì nelle chiese,
leggere, udire musica che ami,
esser la notte come il giorno un essere.

Non essere sposata per contratto,
stimata in capre,
subire il potere di parenti
o lapidazione legale.
Non sfilare mai più,
non patire parole
che iniettino nel sangue
limature di ferro.
Scoprire da te stessa
altro essere inatteso
nel ponte dello sguardo.

Essere umano e donna, né più né meno.

(Pellegrino in ascolto - Bompiani - 2020)

09 settembre 2021

[EVERYDAY IS THE RIGHT DAY] DA UN'IDEA DI DANIELE VERZETTI: WOMAN





Woman I can hardly express, 
My mixed emotion at my thoughtlessness, 
After all I'm forever in your debt, 
And woman I will try express, 
My inner feelings and thankfullness, 
For showing me the meaning of succsess, 
oooh well, well, 
oooh well, well, 

Woman I know you understand 
The little child inside the man, 
Please remember my life is in your hands, 
And woman hold me close to your heart, 
However, distant don't keep us apart, 
After all it is written in the stars, 
oooh well, well, 
oooh well, well, 

Woman please let me explain, 
I never mean(t) to cause you sorrow or pain, 
So let me tell you again and again and again, 
I love you (yeah, yeah) now and forever, 
I love you (yeah, yeah) now and forever, 
I love you (yeah, yeah) now and forever, 
I love you (yeah, yeah)...

(JOHN LENNON)


Questa canzone ha compiuto 50 anni. Ed è di una bellezza incomparabile. La posto oggi per partecipare all'iniziativa mensile di Daniele Verzetti i cui dettagli potete leggere qui.

Se tutti gli uomini fossero in grado di sussurrare all'orecchio della propria compagna un'elegia così potente non dovremmo ogni giorno fare la conta delle donne uccise per mano di chi dovrebbe usarle solo per carezzarle e tenerle al riparo dalle sbandate della vita.



07 luglio 2021

[EVERYDAY IS THE RIGHT DAY] DA UN'IDEA DI DANIELE VERZETTI: SENZA TEMPO DI RUPI KAUR

 mi hanno convinta

che mi restassero solo pochi anni buoni

prima di essere scalzata da una ragazza più giovane

come se l'età accrescesse il potere degli uomini

e riducesse le donne all'insignificanza

si tengano le loro bugie

io sono solo all'inizio

mi sento appena uscita dal grembo

i miei vent'anni sono il rodaggio

per ciò che ho davvero in mente di fare

vedrete quando ne avrò trenta

quella sì che sarà una degna presentazione

della donna malevola. selvaggia. che c'è in me

come posso andarmene prima che cominci la festa

le prove cominciano a quaranta

maturo con l'età

non ho data di scadenza

e adesso

viene l'evento principale

su il sipario a cinquanta

che abbia inizio lo spettacolo.

(Rupi Kaur - the sun and her flowers - 2017)


Questo mese partecipo all'iniziativa di Daniele Verzetti postando una delle poesia di cui mi sono innamorata leggendo Rupi Kaur (di cui ho parlato QUI). Noi donne continueremo a combattere contro pregiudizi e violenze di ogni natura, per conquistare i diritti e la giustizia che meritiamo. 



06 giugno 2021

[EVERYDAY IS THE RIGHT DAY] DA UN'IDEA DI DANIELE VERZETTI: STORIA DI REGINA


LaRepubblica.it


"Mi chiamo Regina e domani mi sposo. Ho 36 anni e sono arrivata in Italia 25 anni fa su un "barcone" di migranti provenienti  dalla Nigeria, il  mio paese di origine. Ero poco più di una bambina, sola e sperduta alla ricerca di un posto dove vivere e nella speranza di realizzare i miei sogni. Avevo subito atti di inenarrabile violenza praticati con estrema facilità  in un paese dove le donne,  fin da bambine, sono continuamente vessate e abusate. All'arrivo in Italia fui portata in una struttura protetta  ad Ascoli Satriano. E lì, conobbi l'ispettore Antonio D'Amore, che si occupava del recupero dei minori. Antonio e la sua famiglia si sono presi cura di me fin da subito. Sono stata accolta come una figlia  e  amata. Loro sono diventati la mia famiglia Italiana. Hanno saputo sostenermi, mi hanno colmato di affetto e premure. Grazie a loro ho buttato giù il muro che mi ero costruita per proteggermi dal dolore e dalla sofferenza.  Sono riuscita ad integrarmi e sono diventata mediatrice culturale presso l'Associazione Intersos. Qualche anno fa ho conosciuto Daniel, l'amore della mia vita. I miei sogni si sono realizzati ma non avrei avuto tutte queste possibilità, senza Antonio.  E domani sarà proprio lui ad accompagnarmi all'altare nella bella chiesa di Gesù e Maria a Foggia. Il mio papà italiano. Colui che mi ha salvato e mi ha ridato speranza  e fiducia nell'essere umano."

Regina e Daniel si sono sposati sabato 22 maggio.  La storia di Regina mi è sembrata perfetta per partecipare all'iniziativa lanciata da  Daniele Verzetti (i dettagli QUI) e continuare a parlare di quel che subiscono le donne in tutto il mondo. E quanto ancora c'è da fare fino a quando le violenze di ogni genere perpetuate su donne e bambine, saranno solo un brutto ricordo del passato. 

  

FONTI: La Repubblica/Foggia Today



05 maggio 2021

[EVERYDAY IS THE RIGHT DAY] DA UN'IDEA DI DANIELE VERZETTI: DONNA BLUES DI MARIELLAESSECI

Anche questo mese partecipo all'iniziativa voluta da Daniele Verzetti per parlare di donne vittime di violenza: (QUI) i particolari se volete leggere o partecipare. 

Oggi ne parlo con una mia poesia.


Lascio andare lo sguardo alle luci delle case degli altri,

mentre una lacrima mi solca il viso.

Sto scappando dai miei mostri.

Avevo una casa e tanti luci anche io,

un tavolo con dei fiori freschi al centro,

un forno sempre acceso

Un divano e tanti libri.

Un camera candida col suo copriletto di raso bianco,

candele profumate e incensi.

Il sorriso sempre pronto in attesa del suo ritorno.

Ma non andava mai bene niente;

i fiori troppo costosi

il cibo insipido o bruciato

e mai abbastanza birre in frigo.

L'inferno arrivava in un momento.

E nascondevo i lividi con il trucco

sempre ben coperta, anche d'estate.

Ma oggi il  copriletto si è tinto di rosso sangue,

c'è finalmente un gran silenzio.

Attraverso la strada con il cuore allo stremo.

Entro e fermo un agente:

"forse l'ho ucciso" dico

e sono finalmente libera.


(Mariellaesseci -  maggio 2021)



04 aprile 2021

[RACCONTI] E.I.T.R.D. DA UN'IDEA DI DANIELE VERZETTI: LA PRIMAVERA IN ARRIVO

Sta guardando quella vecchia insegna sullo stabile che costeggia la carreggiata. Danneggiata e spenta.  È un immobile prefabbricato ormai abbandonato, sfiorato da sguardi di passaggio e da gente che non ha idea di quanta vita ci sia passata lì, dove ha trascorso i suoi primi dieci anni di lavoro. Anni di puro inferno, scrollati di dosso in un mattino di primavera. Se ricorda così bene quel sole e la sua carezza, sicuramente è dovuto al male che si è lasciata alle spalle. Sorride ancora oggi, più di vent'anni dopo, solo a ripensarci. 

E dire che c'era entrata felice e di corsa, un mattino gelido del 1990. Le avevano prospettato una crescita professionale importante, un team di colleghi con cui confrontarsi e da cui apprendere, disponibili e volenterosi. Anche lei lo era, la sua voglia di conoscere e imparare aveva origini ataviche. Risaliva ai tempi del liceo, come la curiosità che l'aveva sempre animata. Ma erano bastate poche settimane per rendersi conto che l'ambiente solare prospettato era una vera e propria galera, per lei e molti altri suoi colleghi da tempo assuefatti al clima di tensione e paura che si respirava dentro. La società era a conduzione familiare, padre e figli. Nulla era come sembrava, le luci sfavillanti che all'apparenza abbacinavano chiunque varcasse la soglia dell'azienda, erano solo uno specchietto per le allodole. Tutto era governato dal polso di ferro del padre e dalla follia manageriale di uno dei figli. Quest'ultimo era un uomo spaventoso, senza un briciolo di umanità, abituato ad avere tutto quello che voleva con il solo schioccare delle dita. Duro, eccessivo nelle simpatie e antipatie che governavano tutto il sistema. Non c'era meritocrazia ma puro asservimento al padrone. Il padre da tempo aveva lasciato campo libero al primogenito che gestiva quel piccolo impero con la prosopopea dell'arricchito arrivato, con una vera opacità negli investimenti e nelle acquisizioni. Terrorizzava chiunque gli fosse a fianco, capace di minacciare anche fisicamente chi osava contraddirlo. Lei era giovane con pochissima esperienza e nessuna possibilità di miglior fortuna. Nel corso degli anni vide un continuo turn over di dirigenti e responsabili. Qualcuno se ne andò sbattendo la porta, altri furono costretti alle dimissioni, subendo un mobbing feroce. Cosa che nel giro di qualche tempo quando il grande capo si accorse che non era una persona né manipolabile, né asservita, cominciò a torturarla psicologicamente. Bastava nulla, un ordine che al mattino era bianco, nel pomeriggio diventava nero. I rimproveri continui, le offese verbali. L'ostruzionismo per impedirle di crescere. Il dolore di poter fare poco. Comprese di dovere imparare il più possibile perché la professionalità sarebbe diventata l'unica strada per uscire da quel girone dantesco. 

Ci mise qualche anno, poi ci fu l'episodio hitleriano. Un giorno, tutte le dipendenti del reparto amministrativo furono convocate in direzione. E impotenti assistettero allo show circense del loro titolare che urlando loro addosso, causa un problema in stallo (non era possibile risolverlo se l'azione non fosse stata sbloccata da lui stesso) disse che se lui avesse potuto le avrebbe messe al muro e fucilate, cumulo di galline come poche altre. Che lui non aveva pietà di nessuno, che odiava le donne e i bambini e che se avesse potuto avrebbe perorato la sterilità di massa. Farneticazioni senza senso, di un uomo con evidenti problemi psicotici, assolutamente primo di morale e di senno. A distanza di anni ricorda ancora i suoi occhi carichi di follia pura e odio verso il genere umano. Fu il giorno. Nel giro di un mese trovò un altro lavoro e nel giro di altri due poté liberarsi di quel male  che le provocava ansia continua. 

L'insegna è l'unico filo che la lega al passato. Per fortuna non le fa nessun male guardarla. Il tempo è un gran medico, cura le ferite e libera cuore e mente.  Inspira profondamente il profumo di fiori del parco vicino. Libertà.

La violenza contro le donne può assumere contorni spaventosi anche all'interno dell'ambito lavorativo. Non dimentichiamo e proteggiamoci. Con questo post partecipo all'iniziativa di Daniele Verzetti sul tema della violenza sulle donne. QUI per conoscere meglio l'iniziativa.



VI AUGURO NUOVAMENTE UNA PASQUA SERENA E COLMA DI AMORE, PACE, SALUTE.

08 marzo 2021

[8 MARZO] QUELLO CHE LE DONNE SANNO

 

riproduzione vietata

La vita è un percorso ad ostacoli e a soli vent'anni tu lo sai già. Hai appena preso una decisione sofferta; con il tempo è diventata la più giusta e perfetta per te. Ma come tremi mentre ti guardi allo specchio di quel bagno freddo,  all'interno del vagone di un treno. UNA NOTTE   trascorsa senza sonno,  mentre corri dal sud verso il nord. Lo stesso tragitto fatto da tuo padre, più di vent'anni prima. Era il 23 dicembre del 1985. La data rimasta impressa a fuoco sulla tua pelle, lo  spartiacque. Non sapevi se avresti avuto quel futuro, ma volevi provarci. 

20 febbraio 2021

[SABATO DI POESIA] GIOVANNA DI DANIELE VERZETTI


dal sito di Daniele Verzetti




Giovanna
35 anni
Occhi azzurri come il mare
Capelli biondo oro
Impiegata
Adesso soprattutto in modalità smart working
Ossia..... Da casa.

Giovanna la vedi
È intelligente
Fiera
Sorridente
Buona d'animo
Sempre disponibile
E sul lavoro ineccepibile

Eppure
Se anche prima di questa pandemia
Ti soffermavi a guardarla meglio negli occhi
Potevi leggere un velo di tristezza
Quasi timore.

Giovanna è una donna emancipata
Combattiva
Energica 
Ma c'era sempre quella patina di triste mistero 
Nel suo sguardo.

Giovanna ora è a casa
Ed ha paura
Paura perchè prima almeno si toglieva da quella gabbia
Per un certo lasso di tempo
E poteva evenutalmente anche decidere di non rientrare

10 febbraio 2021

[ATTUALITÀ] LA CORSA DEI FEMMINICIDI NON SI FERMA



Ho già affrontato più volte l'argomento della violenza contro le donne. Lo faccio con frequenza perché non basta parlarne il 25 novembre. Quello che mi fa tanta paura è l'incrementarsi dei femminicidi nel 2021 dopo che non si erano  placati nemmeno  durante la pandemia. Ne ho parlato QUI

Proprio durante l'ultimo weekend,  solo nelle 24 ore di domenica 7 febbraio, ben tre donne, sono morte ammazzate da qualcuno che conoscevano bene. Mariti, compagni, ex.

Queste donne si chiamavano, PIERA, ILENIA, LULJETA. Hanno storie molto diverse tra loro ma sono unite da un unico comune denominatore: la morte violenta per mano di chi avrebbe dovuto rispettarle e proteggere.

E voglio raccontarvi le loro storie a modo mio.


Piera è di Palermo, ha un sorriso dolce,nella foto in cui è a cavalcioni di una vespa azzurra.  Capelli lunghi e biondi, occhi profondi, tre bambini e un lavoro che ama: lei canta.  Un matrimonio arrivato al capolinea, un nuovo amore. È forse una colpa cercare di trovare la felicità altrove, se chi hai accanto probabilmente ti fa tanta paura? Piera è stata colpita in casa dal marito che le ha sferrato dieci coltellate con un coltello lungo venti centimetri.  Perché lei "non lo voleva più". 


Ilenia è di Faenza. Ha una figlia grande, due enormi occhi azzurri e una vita che aveva ripreso a percorrere in autonomia, dopo essersi separata dal marito. Indipendente, sicura di sé. Allegra e piena di vita.  I problemi con l'ex consorte erano molti, probabile ci fossero delle pendenze economiche da risolvere. Ammazzata con una coltellata alla gola, brutalmente. 


Luljeta  è albanese, ma vive in Italia da molto tempo. Ha un nome dolcissimo come lo sguardo. Ha avuto una vita complicata che non starò qui a spiegare e poi non importa. Tante difficoltà assieme a sogni che non si saranno realizzati. Il vivere ai margini nulla toglie all'anima di una persona. È stata ammazzata sul ciglio di una strada,  colpita alle spalle e lasciata a terra dal compagno ubriaco, che poi si è dileguato. 



BASTA

25 novembre 2020

ATTUALITÀ: 25 NOVEMBRE - GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

 "Donne piccole come stelle

C'è qualcuno le vuole belle
Donna solo per qualche giorno
Poi ti trattano come un porno
Donne piccole e violentate
Molte quelle delle borgate
Ma quegli uomini sono duri
E quelli godono come muli
Donna come l'acqua di mare
Chi si bagna vuole anche il sole
Chi la vuole per una notte
C'è chi invece la prende a botte
Donna come un mazzo di fiori
Quando è sola ti fanno fuori
Donna, cosa succederà
Quando a casa non tornerà
Donna, fatti saltare addosso
In quella strada nessuno passa
Donna, fatti legare al palo
E le tue mani ti fanno male
Donna che non sente dolore
Quando il freddo gli arriva al cuore
Quello ormai non ha più tempo
E se n'è andato soffiando il vento
Donna come l'acqua di mare
Chi si bagna vuole anche il sole
Chi la vuole per una notte
C'è chi invece la prende a botte"
Enzo Gragnaniello - DONNA - 1989)


La canzone con la quale ho deciso di fare il punto per ricordare la GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE è stata scritta da Enzo Gragnaniello e pubblicata nell'album MARTINI MIA nel 1989. Lo sguardo acuto e sincero dell'autore sulla dolorosa questione mi è sempre piaciuto. Il suo condannare senza appello il dolore delle donne spesso causato da persone del suo stesso sesso la dice lunga sulla sua empatia e sensibilità. Per cui non smetterò mai di ringraziare Enzo per la canzone e Mia Martini per averla mirabilmente interpretata. Lei, che di violenza psicologica morì. La violenza psicologica è ancora più letale di quella fisica perché ammazza l'anima. E Mia Martini non riuscì mai a superare l'onda  del  male che le era arrivata dai pettegolezzi, dalle insinuazioni orrende ricevute dal suo ambiente. Un ambiente malato e subdolo.
"Solo in Italia sei milioni e settecento mila donne tra i 16 e i 70 anni, hanno dichiarato di avere subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o psicologica. Ogni tre giorni una donna viene ammazzata, nella maggior parte dei casi dal marito, dal compagno o dall'ex convivente. Durante la pandemia la situazione si è aggravata e moltissime donne non hanno denunciato le molestia e gli abusi. Le richieste ai centri antiviolenza sono state tremila in tre mesi contro una media mensile di milleseicento registrata negli scorsi anni. Facendo scendere la percentuale delle richieste di aiuti dal 78% al 28%."(Fonte: F)
OGNI ANNO TORNIAMO SULL'ARGOMENTO SENZA CHE NULLA CAMBI E SONO STANCA DI PAROLE. VOGLIO FATTI, VOGLIO CHE LE DONNE POSSANO SENTIRSI FINALMENTE AL SICURO. VOGLIO LA CERTEZZA DELLA PENA. VOGLIO CHE SI PARTA DALL'EDUCAZIONE DEI FIGLI. VOGLIO UNA SOCIETÀ DIVERSA. VOGLIO CHE SE NE PARLI TUTTI I GIORNI FINO A QUANDO LE COSE NON CAMBIERANNO. E VOI? 

RICORDO IL NUMERO  PER DENUNCIARE LE AGGRESSIONI FISICHE E PSICOLOGICHE: 1522 - ANTIVIOLENZA E STALKING

DONNE, NON ABBIATE PAURA. 


NE HO PARLATO ANCHE QUI:



12 ottobre 2020

[ATTUALITÀ] IL CORPO E IL CUORE DELLE DONNE


DAL WEB 


 Ha fatto molto discutere, qualche giorno fa,  la notizia della scoperta all'interno del cimitero Flaminio di Roma, di una zona dedicata alla sepoltura di piccoli feti. Una piccola distesa di croci di ferro con il nome della mamma. Il tutto all'insaputa di queste ultime.

"Mi sono sentita male, dice Francesca P.  romana, quando ho trovato il mio nome e cognome su di una croce piantata in quel prato, all'interno del cimitero. Ma lì c'era anche la mia bimba che non ho fatto nascere per una gravissima malformazione."

Le proteste,  nate dopo un post di Marta Loi (una delle donne che si è ritrovata "sbattuta" sulla croce)  che è diventato immediatamente virale, sono partite all'istante.

In questo momento c'è un rimpallo di responsabilità tra le aziende ospedaliere di Roma che hanno permesso la sepoltura dei feti e l'associazione Ama che si occupata di tutto tralasciando di avvisare le madri che i loro nomi sarebbero apparsi in bella vista. 

E anche un'interrogazione parlamentare promossa da Rossella Muroni insieme alle colleghe dell'intergruppo della Camera per le Donne, Diritti e Doveri e le Pari Opportunità.

Laura Bordini dice <<bisogna chiedere al Governo quali iniziative voglia adottare per tutelare la privacy delle donne. La scoperta agghiacciante di un cimitero per bambini con la croce e l'identità della madre, in alcuni casi senza che la stessa ne fosse a conoscenza, viola la privacy ed è in contrasto con la piena attuazione di una legge come la Legge 194. Non lo possiamo permettere.>>

Ora. L'aborto è già  un fallimento e un trauma per una donna. Vissuto dolorosamente, visceralmente, da cui  penso non si riesca a guarire mai.  Ma non credevo dovesse arrivare a diventare un circo mediatico.  Ho scoperto, facendo ricerche per questo articolo, che molti cimiteri hanno dei lotti dedicati ai bimbi mai nati. E a memoria ricordo di averne viste anche io, di quelle piccole croci bianche, nei cimiteri che conosco. Ma sempre anonime. SEMPRE. Vengono definiti "i cimiteri degli angeli".

A me pare che questo sia solo uno degli ultimi atti immondi volti a colpire i cuori e i corpi delle donne.  Un'ulteriore pressione che il diritto all'aborto subisce quotidianamente. Diritto di scelta e dignità nuovamente abusati e violentati.  Le donne continuano ad essere sole, in questa società che sta ritornando sui suoi passi come fanno i gamberi.



Fonti: La Repubblica, Grazia Magazine, Corriere.it


17 febbraio 2020

WALL OF DOLLS




VIA DE AMICIS MILANO (FOTO PRIVATA)





Sabato sera l'ennesimo femminicidio. In Italia, dall'inizio del 2020, sono già 14 le donne uccise. Una strage  a cui nessuno si interessa. Perché è questa la verità nascosta. Quella che nessuno vuol sentire. Altro che muri e scarpe rosse e giornate internazionali. Non servono abbracci e monologhi ma leggi più efficaci. E noi donne dobbiamo pretenderle. Tutte insieme, con forza e compatte. Senza girare la testa o ignorando questo muro come ha fatto un gruppo di donne, stamattina, davanti a me.


VIA DE AMICIS (FOTO PRIVATA)




VIA DE AMICIS (FOTO PRIVATA)


NON SIAMO BAMBOLE

25 novembre 2019

POSTITIZIE: CUOCHE COMBATTENTI



25 novembre 2019. Non è un giorno come tutti gli altri. Oggi voglio parlarvi di un gruppo di donne che, sfuggite alla violenza domestica, si sono messe insieme ed hanno creato una Onlus che ha come obiettivo principale  quello di insegnare un mestiere utile alla propria indipendenza economica,  primo passo per rifarsi una vita.
Da un'idea di Nicoletta Cosentino, giovane palermitana che, superato un passato di violenza ad opera del suo ex compagno, si è creata un futuro nuovo con un'impresa tutta sua. 
Con l'aiuto di un'altra associazione "Le Onde" ha potuto frequentare uno stage di sei mesi presso un  laboratorio di produzione alimentare. Alla fine dello stage ha dato vita a un suo progetto, con la collaborazione di altre otto donne.
Nasce così Cuoche Combattenti, il nome scelto anche per le loro confetture,salse, pesti e marmellate antiviolenza.

Un nome evocativo, richiama l'idea di non arrendersi mai e ritrovare sempre la strada per ricostruirsi la vita.
Tutte le confetture sono accompagnate da un'etichetta con il logo ed una frase contro la violenza sulle donne.
Etichetta delle conserve 

Da un paio di mesi, grazie al crowfunding, sono riuscite ad aprire una bottega laboratorio a Palermo e vendono al pubblico, piccola pasticceria, conserve   e altri prodotti da forno. L'idea di allargare la loro rete è il nuovo obiettivo da raggiungere  per Nicoletta e le sue otto amiche. 
Auguro loro di riuscire  nell'intento di far conoscere quello che producono e il messaggio importante che veicolano.  Niente paura e forza ragazze!
Per chi volesse saperne di più e magari acquistare i loro prodotti, ecco il  profilo Facebook

Non amo il social, come voi sapete, ma questa mi pare una buonissima causa.

25 febbraio 2019

CATENA GIARDINA CI SCRIVE.


Una ventina di giorni fa vi avevo parlato della piéce teatrale che avevo visto a Milano.
Lo scopo era quello di affrontare con voi quell'argomento delicatissimo e orrendo, quale la VIOLENZA SULLE DONNE.
T'amo più della mia vita è  la storia  autobiografica di Catena Giardina che ha purtroppo, vissuto sulla propria pelle, la tragedia fisica e psicologica scaturita dal suo rapporto con l'ex marito, uomo violento.
Catena ci ha letto e ha voluto parlarci a cuore aperto approfondendo la sua storia e sciogliendo così alcuni dubbi che erano nati durante il confronto. Inoltre ci ha ringraziato per la partecipazione.
Ho pensato quindi, di riportare in capo a questo nuovo post i suoi commenti, affinché tutti possiate leggere. 
Le lascio la parola, non senza dirle che la ringrazio e l'abbraccio con tutto l'affetto e la stima che posso. Come ho già detto nel post precedente, non ho la risposta o la soluzione in tasca ma continuerò a tenere accesi i riflettori sulle vicende orribili di cui le donne sono vittime qui, a casa mia. Non una volta all'anno ma molto più spesso. Lo prometto.



  1. Ho letto l´articolo di Mariella e tutti i vostri commenti e il sostegno per una causa purtroppo oggi diventata "cronaca giornaliera" anche la sera della piéce teatrale di T´amo piu´della mia vita,ero nella prima fila del teatro Argomm e il regista Gianni Lamanna mi ha comunicato un ennesima violenza sulla donna bruciata in auto dal suo ex compagno,non replicai l´accaduto come se mi aspettassi cio´che stesse accadendo al di fuori di quel teatro,un copione che si ripete giornalmente,nulla di nuovo,mi sentivo impotente un brivido percorre il mio corpo ed inizia lo spettacolo ed in questo caso non pensavo che la protagonista della storia fossi proprio io...ma lei la donna bruciata dal ex compagno ho vissuto il suo dramma per piu´di un ora,l´unica differenza nel finale lei e´stata bruciata io colpita a sfioro(miracolata o fortunata) da 12 colpi di pistola.Da 20 anni a questa parte nulla e´cambiato,in tutti i sensi,anzi sembrerebbe che questi soggetti si accaniscano ancor di piu´nei confronti della donna,scrissi questo testo come una sorta sfogo terapeutico rivivendo con carta e penna i 12 anni vissuti con il mio carnefice con dettagli che vanno dall´amore alla follia,dal dolore fisico a quello morale,dalla vergogna dei miei lividi sul viso,alla paura dell´uomo che mi giuro´amore "finché morte non ci separi" parole che mi risuonavano ambigue e quando chiesi aiuto alle autorita´poco potevano fare o forse nulla eccetto delle formali denunce che servivano solo a far incazzare ancora di piu´il mio carnefice ed allora da vittima provai anche ad essere io la carnefice...ma vuoi la sorte o chissa´...non ci riusci´Scrivendo mi resi conto davvero di cio´che avevo vissuto in quegli anni ero arrivata pure alla follia della premeditazione oltre sentirmi psicologicamente devastata a volte calci e pugni erano meno dolorosi delle parole dette dal mio carnefice per non parlare dei miei bambini che assistevano alle scene impauriti fino alla nostra fuga e il tentato plurimo omicidio nei miei confronti e dei figli.Potevamo non raccontarlo mai cosa realmente fosse accaduto per 12 anni ed invece superata l´omerta´la paura e la vergogna oggi il mio obbiettivo e´documentare e cosa c´é di meglio in un teatro...? Dove tu senti il pubblico vibrare,sia donne che uomini, senti il loro respiro e poi guardi i loro occhi lucidi di commozione,come autrice ci sono sempre in mezzo al pubblico perche´ sia io che il pubblico,dopo la fantastica interpretazione di Vincenza Pastore,abbiamo bisogno di confrontarci e riflettere su cio´che sta´accadendo giornalmente in merito ai femminicidi e le violenze sulle donne,non vorrei essere presuntuosa o sbagliarmi ma so´che nel mio pubblico c´e´ stato qualche uomo,che in parte, si e´rivisto nella piéce teatrale,di certo non me l´hanno detto ma l´ho capito dalle domande e dai commenti critici del testo in alcuni frasi


    1. chissa´se davvero fosse cosi´come io penso quel qualcuno abbia coscienza di rifletterci sopra??
      Riguardo alla meta´del pubblico maschile sono felice perche´io credo molto nella galanteria e nel sentirsi protetta dal
      proprio compagno o marito e questo non e´un testo contro il maschio come magari qualcuno potrebbe pensare anzi lo ritengo un testo dove appunto anche l´uomo ci aiuti a capire e prevenire magari osservando di piu´i comportamenti gli atteggiamenti di un amico un parente nei confronti di una donna e chissa´riuscire ad evitare un eventuale tragedia? Naturalmente il pubblico femminile e´sempre in maggioranza c´e´chi si rivede anche lei e c´e´chi invece non sapeva che nelle quattro mura domestiche possono accadere queste cose,magari pensando ad una vicina di casa o un amica che non ha notizie da tempo.
      Da anni faccio parte di un associazione contro la violenza alle donne ed il progetto della piéce teatrale e´nato proprio da li´facciamo molta prevenzione abbiamo portato lo spettacolo nelle scuole medie e superiori con parecchio interesse da parte dei dirigenti scolastici ma ancor di piu´dai ragazzi perche´non e´la solita prevenzione di convegni leggi ecc. ecc no´e´teatro un teatro che documenta una vita in balia di un carnefice e naturalmente delle leggi abbraccia una cultura attuale e la solidarieta´che ho riscontrato nei ragazzi mi ha commossa e riempita di gioia,anche qualcuno di loro ha visto picchiare la propria madre e alcuni hanno avuto un gesto simbolico di protezione nei miei confronti ed e´ora di parlare e togliere questo velo di omerta´vergogna e paura.Grazie a tutti voi e spero magari di incontrarvi a teatro,per prevenire abbiamo bisogno di tutti voi uomini e donne chissa´su 1000 ne salveremo magari 100....noi e voi tutti.
      Baci Catena Giardina

04 febbraio 2019

T'AMO PIÙ DELLA MIA VITA.




Scenografia sul palco


Voi lo sapete, a volte mi capita di essere una simpatica cialtrona.
Mi piace che nel mio blog ci siano momenti di condivisione, ilarità e confronto.
Mi piace la cortesia per la quale, recentemente, sono stata premiata.
Ma sono anche una persona che vive in un mondo fragile, in cui la violenza è presenza costante.

Sono soprattutto una donna. Ne sono fiera.  E sono una donna fortunata, lo riconosco.
E poiché la mia vita e la vita di ognuno di noi è sacra,  giudico importantissimo puntare i riflettori su argomenti delicati come la Violenza Sulle Donne. E non solo il 25 novembre. Forse  ne parlo con troppa enfasi ma con innegabile partecipazione a tutto il dolore e a quella sofferenza.  
Sabato sera sono stata a teatro. Non immaginate nulla di scintillante e splendido.
Pensate invece ad una piccola realtà realizzata con le unghie e con i denti e "strappata" alla strada come dice il suo fondatore, Francesco Mazza, in una zona di Milano abbastanza complicata.
La zona è quella operaia attorno all'ospedale Niguarda. 
La realtà è Il teatro Argòmm

Lo spettacolo a cui ho assistito si intitola:T'AMO PIÙ DELLA MIA VITA.


La pièce teatrale è stata scritta da Catena Giardina con la collaborazione dell'attore e regista Gianni Lamanna.

"La storia racconta la triste vicenda di Tina, ed è vita vissuta(quella dell'autrice). Dopo circa 25 anni, due amici, studenti di teatro in gioventù, si rincontrano e lei, Catena, decide di svelare a Giò il calvario vissuto per dodici anni con un marito violento. Lei smise di fare teatro mentre lui ha continuato, ignaro di ciò che per anni stesse accadendo alla donna con la quale un tempo condivideva studi e passioni. Ignaro soprattutto del fatto che la stessa compagna è sopravvissuta al dolore e allo sconforto grazie alla forza immaginaria di un interlocutore assente: proprio quel Giò che rivede dopo anni..."

Un'ora di monologo vissuta con una partecipazione straziante. La vita di una donna sconvolta dai pugni e dalle botte di un marito alcolista e violento. Sola, senza alcun sostegno, con due bambini piccoli da tutelare, Catena soffre, denuncia, quasi impazzisce, infine fugge. Ma il marito la ritrova e la tragedia arriva a sfiorarla. 
Scampata ad una morte quasi certa, cambia vita e scompare. Grazie alla protezione della polizia, si rifugia in Sicilia. E da lì, rinasce.
Il dolore della vicenda è come onda palpabile che ci avvolge grazie alla emozionante interpretazione di Vincenza Pastore, valente attrice italiana. E alle parole potenti e incisive del copione. Con una regia scarna e volutamente intima che ci costringe ad arrenderci alla vicenda, inermi come la sua protagonista. 





Tutto qui. TUTTO VERO. Siamo ancora lontani da avere risolto un dramma così vasto. E non ci rendiamo conto che, tragedie simili, sono più vicine di quanto immaginiamo. 
Donne alle prese con questa sofferenza, vivono accanto a noi. Sono vicine di casa, colleghe di lavoro, mamme dei compagni di scuola dei nostri figli.  Chiuse tra quattro mura e spaventate, perché la giustizia è ben lontana dall'essere equa. Ogni giorno si allunga la lista delle morti. Ogni giorno osserviamo i loro volti in internet, sui giornali, alla televisione.
Ogni giorno ci chiediamo cosa possiamo fare.
Io non conosco la cura, non so dare una risposta.
Ma qui, sul mio blog  sono a parlarne e discuterne, se vorrete. 
Per sostenere e aiutare nel modo migliore che conosco.


“Abbiamo tutti due vite. La seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una.” (Confucio)