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Scenografia sul palco |
Voi lo sapete, a volte mi capita di essere una simpatica cialtrona.
Mi piace che nel mio blog ci siano momenti di condivisione, ilarità e confronto.
Mi piace la cortesia per la quale, recentemente, sono stata premiata.
Ma sono anche una persona che vive in un mondo fragile, in cui la violenza è presenza costante.
Sono soprattutto una donna. Ne sono fiera. E sono una donna fortunata, lo riconosco.
E poiché la mia vita e la vita di ognuno di noi è sacra, giudico importantissimo puntare i riflettori su argomenti delicati come la Violenza Sulle Donne. E non solo il 25 novembre. Forse ne parlo con troppa enfasi ma con innegabile partecipazione a tutto il dolore e a quella sofferenza.
Sabato sera sono stata a teatro. Non immaginate nulla di scintillante e splendido.
Pensate invece ad una piccola realtà realizzata con le unghie e con i denti e "strappata" alla strada come dice il suo fondatore, Francesco Mazza, in una zona di Milano abbastanza complicata.
La zona è quella operaia attorno all'ospedale Niguarda.
"La storia racconta la triste vicenda di Tina, ed è vita vissuta(quella dell'autrice). Dopo circa 25 anni, due amici, studenti di teatro in gioventù, si rincontrano e lei, Catena, decide di svelare a Giò il calvario vissuto per dodici anni con un marito violento. Lei smise di fare teatro mentre lui ha continuato, ignaro di ciò che per anni stesse accadendo alla donna con la quale un tempo condivideva studi e passioni. Ignaro soprattutto del fatto che la stessa compagna è sopravvissuta al dolore e allo sconforto grazie alla forza immaginaria di un interlocutore assente: proprio quel Giò che rivede dopo anni..."
Un'ora di monologo vissuta con una partecipazione straziante. La vita di una donna sconvolta dai pugni e dalle botte di un marito alcolista e violento. Sola, senza alcun sostegno, con due bambini piccoli da tutelare, Catena soffre, denuncia, quasi impazzisce, infine fugge. Ma il marito la ritrova e la tragedia arriva a sfiorarla.
Scampata ad una morte quasi certa, cambia vita e scompare. Grazie alla protezione della polizia, si rifugia in Sicilia. E da lì, rinasce.
Il dolore della vicenda è come onda palpabile che ci avvolge grazie alla emozionante interpretazione di Vincenza Pastore, valente attrice italiana. E alle parole potenti e incisive del copione. Con una regia scarna e volutamente intima che ci costringe ad arrenderci alla vicenda, inermi come la sua protagonista.
Tutto qui. TUTTO VERO. Siamo ancora lontani da avere risolto un dramma così vasto. E non ci rendiamo conto che, tragedie simili, sono più vicine di quanto immaginiamo.
Donne alle prese con questa sofferenza, vivono accanto a noi. Sono vicine di casa, colleghe di lavoro, mamme dei compagni di scuola dei nostri figli. Chiuse tra quattro mura e spaventate, perché la giustizia è ben lontana dall'essere equa. Ogni giorno si allunga la lista delle morti. Ogni giorno osserviamo i loro volti in internet, sui giornali, alla televisione.
Ogni giorno ci chiediamo cosa possiamo fare.
Io non conosco la cura, non so dare una risposta.
Ma qui, sul mio blog sono a parlarne e discuterne, se vorrete.
Per sostenere e aiutare nel modo migliore che conosco.
“Abbiamo tutti due vite. La seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una.” (Confucio)
Riguardo alla meta´del pubblico maschile sono felice perche´io credo molto nella galanteria e nel sentirsi protetta dal
proprio compagno o marito e questo non e´un testo contro il maschio come magari qualcuno potrebbe pensare anzi lo ritengo un testo dove appunto anche l´uomo ci aiuti a capire e prevenire magari osservando di piu´i comportamenti gli atteggiamenti di un amico un parente nei confronti di una donna e chissa´riuscire ad evitare un eventuale tragedia? Naturalmente il pubblico femminile e´sempre in maggioranza c´e´chi si rivede anche lei e c´e´chi invece non sapeva che nelle quattro mura domestiche possono accadere queste cose,magari pensando ad una vicina di casa o un amica che non ha notizie da tempo.
Da anni faccio parte di un associazione contro la violenza alle donne ed il progetto della piéce teatrale e´nato proprio da li´facciamo molta prevenzione abbiamo portato lo spettacolo nelle scuole medie e superiori con parecchio interesse da parte dei dirigenti scolastici ma ancor di piu´dai ragazzi perche´non e´la solita prevenzione di convegni leggi ecc. ecc no´e´teatro un teatro che documenta una vita in balia di un carnefice e naturalmente delle leggi abbraccia una cultura attuale e la solidarieta´che ho riscontrato nei ragazzi mi ha commossa e riempita di gioia,anche qualcuno di loro ha visto picchiare la propria madre e alcuni hanno avuto un gesto simbolico di protezione nei miei confronti ed e´ora di parlare e togliere questo velo di omerta´vergogna e paura.Grazie a tutti voi e spero magari di incontrarvi a teatro,per prevenire abbiamo bisogno di tutti voi uomini e donne chissa´su 1000 ne salveremo magari 100....noi e voi tutti.