25 gennaio 2025

[SABATO DI POESIA] Contro il fanatismo di Amos Oz





"Come curare un fanatico? Inseguire un pugno di fanatici su per le montagne dell'Afganistan è una cosa. Lottare contro il fanatismo è un'altra. Completamente diversa. L'attuale crisi mondiale in Medio Oriente o in Israele/Palestina non discende dai valori dell'Islam. Non è da imputarsi, come dicono certi razzisti, alla mentalità araba. Assolutamente no. Ha invece a che fare con l'antica lotta fra fanatismo e pragmatismo. Fra fanatismo e pluralismo. Fra fanatismo e tolleranza.
Il fanatismo nasce molto prima dell'Islam, del cristianesimo, del giudaismo. Viene prima di qualsiasi stato, governo o sistema politico. Viene prima di qualsiasi ideologia o credo."


Oggi vi consiglio un piccolo libro, che è quasi un mantra per me. Vi consiglio di leggerlo e rileggerlo. Perché come dice il grande scrittore israeliano, l'unico rimedio ai fautori del fanatismo, vento fortissimo che, oggi più che mai, sta provando a distruggere il mondo, è il compromesso.
A noi europei toccherà riservare ogni oncia di aiuto possibile agli altri, sin d'ora. Cominciando a non dover scegliere se essere pro o contro Israele e Palestina, ma assolutamente contro i fautori del fanatismo e dell'odio, che non hanno confini.  Dovremo essere per la pace.



                                        Buona Settimana della Memoria

7 commenti:

  1. Risposte
    1. Sono Mariella, ho di nuovo problemi a commentare su blogger

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  2. La tipica definizione di compromesso ci riporta a qualcosa di altamente saggio ed equilibrato:
    "concessione reciproca". Saremo in grado di accomodarci verso una soluzione equa e assolutamente lontana da ogni fanatismo, da ogni presa di posizione, da ogni stortura mentale?
    Intanto una nuova Giornata della Memoria che dovrebbe rappresentare - dopo anni - la prima a contemplare timidi passi avanti. Ce lo auguriamo di cuore, noi tutti che ancora sembriamo averne uno.

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  3. Ho poca fiducia ma come dice Papa Francesco, voglio sperare... buona domenica Franco.

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  4. Sì, dobbiamo essere per la pace ! Grazie per questo consiglio di lettura, lo terrò presente. Ciao e buona domenica.

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  5. Non ho letto il libro in questione, quindi non posso ovviamente esprimermi, ma i concetti con cui lo riassumi mi fanno pensare che l'autore sia di parte e cerchi di nascondere con belle frasi retoriche la verità oggettiva. E la verità oggettiva è che lo stato di Israele è stato creato artificiosamente da due potenze coloniali europee permettendo un'immigrazione incontrollata di ebrei europei in Palestina e dandogli la possibilità di "espropriare" un po' alla volta gli arabi residenti.
    Considerata la complessità della situazione e la sua evoluzione nei settant'anni successivi, sono d'accordo sul "pragmatismo" di accettare l'idea che lo stato di Israele abbia il diritto di esistere e non debba più essere considerato "abusivo" e debba essere riconosciuto da tutte le nazioni. Ma per arrivare a un punto del genere bisognerebbe anche permettere la nascita di uno stato palestinese reale, e nessun governo israeliano sinora si è mai impegnato a farlo. Dare la colpa "al fanatismo" è fuorviante poiché Israele è tecnicamente una democrazia, si parla tanto di Nethanyau ma non è che negli ultimi settant'anni abbia governato solo Nethanyau, Israele ha cambiato tantissimi primi ministri e c'è stata alternanza fra i partiti che lo hanno governato. Risultato: gli insediamenti abusivi in Cisgiordania non sono mai stati bloccati, ogni trattativa di pace è sempre stata solo verbale ma mai effettiva a livello di attuazione, ora addirittura cominciano a ammettere pubblicamente che non esisterà mai uno stato palestinese e che la Cisgiordania è "storicamente" territorio di Israele... Tecnicamente uno stato palestinese si potrebbe creare anche subito, basterebbe che il governo israeliano costringesse con la forza i coloni abusivi a rientrare entro i confini nazionali e permettendo all'Autorità Nazionale Palestinese di avere un controllo effettivo del territorio. Se poi, per motivi di sicurezza, Israele vuole continuare nella costruzione di un enorme muro che lo separi fisicamente dalla Cisgiordania, se vuole blindare la frontiera con Gaza, ovviamente può farlo. Ma a me sembra che voglia semplicemente far passare ancora anni, ancora decenni, sperando che il mondo, persino i paesi arabi, finiscano con lo "stufarsi" della questione palestinese e accettare "pragmaticamente" (detto in senso ironico) che non esisterà mai uno stato palestinese effettivo.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)