Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
testo dell'articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. » Ecco per iniziare a parlarvi di Primo Levi volevo partire da qui. Da questo cancello e da questo giorno. Il cancello che varcò come disse lui per sua "fortuna" solo nel 1944 e del giorno 27 gennaio 1945 in cui capì con il resto dei prigionieri sopravvissuti del campo, di essere libero, continuando a lavorare mentre arrivavano i russi perchè "i vivi sono più esigenti, i morti possono attendere. Ci mettemmo al lavoro come ogni giorno." Non riesco a stare tranquilla e rilassata mentre vi scrivo di lui, perchè le parole vorrebbero scorrere in fretta, più veloci di come mi si formano dentro, ma rallento perchè ho paura di essere poco chiara. Il dolore è immenso, tutte le sacrosante volte che riapro quel libro simbolo di una tragedia immane, ne vengo pervasa. Non riesco a spiegarvi bene cosa mi succede, è un fiume che mi travolge, una piena che mi trasporta con lui, lontano, sul pavimento del suo Block numero 30. All'inizio del racconto sono insieme a quelle madri che nella loro ultima sera vegliavano con cura i loro bambini preparando tutto l'occorrente prima di partire verso... chissà? Perchè se dovessero uccidervi domani con il vostro bambino, voi oggi non gli dareste da mangiare? Non ho sentito forse la sofferenza cocente del marchio con in numero 174517 impresso sulla mia pelle con il punteruolo? Non ho forse bevuto l'acqua putrida credendo che fosse una trappola il cartello che diceva inquinata? Non ho forse dovuto camminare dritto, e lavorare sempre, raschiarmi tutti i giorni il fango dai miei indumenti, imparato a usare del filo elettrico per chiudere le scarpe, della carta per ripararmi dal freddo, e a proteggere i piedi con degli stracci sporchi? Ritenermi fortunato se passo dal block al Ka-Be? CONVIVERE CON UNA FAME ONNIPRESENTE E CONTINUA? Rubare tutto quello che c'è da rubare per sopravvivere? Sono anche io un verme vuoto di anima. Ho passato gli ultimi 10 giorni prima dell'arrivo dei Russi lavorando come prima mentre il rumore dei cannoni si avvicinava sempre più. Alcune sue parole le lascio qui per voi... "Ho impiegato tanto tempo poi a tornare a casa." "Ma non sono riuscito ad odiare.Questo sentimento non mi appartiene." "Sicuramente non ho perdonato, chi non mi ha dimostrato con i fatti di avere sdradicato dal suo animo e dalla sua coscienza gli orrori del nazismo e del fascismo." "Io non sono cristiano ma sono disposto a seguire il precetto del perdono al nemico che si pente perchè chi si ravvede cessa di essere un nemico." Tutto questo, quello che io ho imparato leggendolo e amandolo mi aiuterà a non dimenticare il suo insegnamento, il suo essere uomo per davvero. Vi suggerisco se ve la sentite, di andare alla Stazione Centrale di Milano e dedicare 5 minuti del vostro tempo visitando il binario 21. Il binario dal quale partivano le carrozze o dovrei dire i carri bestiame, che portavano gli ebrei italiani alla loro fine, destinazione Auschwitz. Elie Wiesel nel suo romanzo " La notte" così descrive quei momenti; il suo viaggio così simile a quello di Primo Levi e a quello di tanti altri. Non era possibile sdraiarsi e neanche sedersi tutti.Decidemmo di sederci a turno. c'era poca aria. Fortunati coloro che si trovavano vicino a una finestra: vedevano passare il paesaggio in fiore. Gli oggetti cari che avevamo portato rimasero nel carro e con loro, alla fine, le nostre illusioni. Questo viaggio dell'orrore iniziato nel 1943 sarebbero terminato solo nel maggio del 1944. Venivano chiuse dentro nell'inferno di quei vagoni, circa 600 persone alla volta, che viaggiavano tenute all'oscuro di tutto per 7 giorni. C'erano adulti, vecchi, bambini, famiglie intere. Braccati e incarcerati con la sola colpa di essere ebrei. Arrivati a destinazione la maggior parte di essi venivano immediatamente destinati alle camere a gas o ai forni crematori e uccisi. E io sento quell'odore e quel fuoco sulla mia pelle. Colgo l'orrore delle parole che vengono usate per descriverlo da più di 60 anni. Ad esempio si utilizzano spesso alcuni sostantivi per individuare questo dramma storico che sono inesatti, come nel caso del significato delle parole Olocausto e Shoah che è il seguente: Olocausto: dal latino holocaustum, che è il greco holòkauston, da hòlos “tutto” e kaustòs “bruciato”, dal verbo kaìein “bruciare”. Per estensione, Sacrificio, soprattutto della propria vita, ispirato da una dedizione completa al proprio ideale. Questa parola è stata impropriamente adottata per definire lo sterminio degli ebrei europei durante la Seconda guerra mondiale. Come si capisce dall’etimo, infatti, non definisce correttamente l’evento. Implicherebbe cioè una volontà delle vittime nell’offrirsi in sacrificio per un ideale, cosa ovviamente impensabile. Ecco perché si preferisce l’uso della parola ebraica Shoah. Shoah: voce biblica che significa “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo vocabolo venne adottato per la prima volta nella comunità ebraica di Palestina, nel 1938, in riferimento al pogrom della cosiddetta “Notte dei Cristalli” (Germania, 9-10 novembre 1938). Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa, perpetrato durante la Seconda guerra mondiale. Quando quel giorno di aprile del 1987 sentii la notizia che questo uomo immenso era stato trovato morto nella tromba delle scale della sua casa ricordo che, a parte il dolore che provai in quel momento, pensai che la morte sfuggita a lungo, alla fine era stata la compagna di tutta una vita e quel giorno aveva vinto, come avevano vinto i fantasmi del passato mai sconfitti. Di tutto questo vorrei discutere con voi, confrontarmi con quello che sapete di lui e della Shoah. Vorrei conoscere il vostro punto di vista sulla questione. Se vi siete mai posti la domanda che potrebbe succedere ancora e anche a noi visto che nessuno è al riparo da niente. Se a questo ci pensate mai. E vorrei consigliarvi alcuni autori israeliani contemporanei che conosco e apprezzo innanzitutto perchè sono scrittori immensi e poi perchè parlano della loro storia senza inutili pragmatismi, come ad esempio Amos Oz e David Grossman. Di Amos Oz consiglierei in questo frangente il saggio "Contro il fanatismo" lettura illuminante. Come dice l'autore "chi sono i buoni chi sono i cattivi?" Di David Grosmann " La memoria della Shoah" Poi ancora: Di Albrecht Goes " Notte inquieta" racconto di amore e morte nell'Ucraina falciata dalla guerra di Hitler. Di Maurice Grosman " Una strana fortuna"un ricovero in ospedale che salva dal suo destino segnato un bambino ebreo. Di Elie Wiesel "La notte"come Primo Levi ha subito sulla propria pelle le leggi razziali e la deportazione.
Vi lascio in alto sulle pagine il sito del Giorno della Memoria 2012 dove sono riportati tutti gli eventi che verranno proposti in Italia per celebrarlo.
http://www.lager.it/giorno_memoria.html
Tutto questo per Ricordare e soprattutto sperare CHE NON DEBBA SUCCEDERE MAI PIU' |
"Prima di tutti, vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendermi e non c'era rimasto nessuno a protestare."
RispondiElimina(Martin Niemöller)
La cosa che più mi terrorizza è il negazionismo. Ed è per questo che mi batto perché i miei figli portino avanti la memoria di quello che è stato. Ché a noi non è successo, ma nessuno è al sicuro.
Cara Mary,
Eliminami lasci senza parole questa volta... Mentre ti leggevo ho percepito brividi sulla schiena. Di paura. Di emozione. Di molto altro che ora vorrei lasciare decantare un po' prima di provare a condividerlo. Ma una cosa mi colpisce e te lo dico senza giri di parole partendo da un nome: Vasilij Semënovič Grossman, il nome di un ebreo "dimenticato", vittima di una campagna antisemita che non è stata fatta sotto l'ombra della svastica, ma della falce e del martello. Perchè la riflessione più amara che mi accompagna in questi giorni è che la storia del popolo ebraico porta dentro di sè il dolore e la tragedia. Le minoranze etniche, gli oppositori politici, gli omosessuali: cambiano le ideologie, le coordinate storiche, le latitudini... ma ovunque e sempre l'umanità si è macchiata del sangue dei suoi simili. Dopo le atrocità dei campi di sterminio, pensavamo che mai più avremmo visto la paura dietro un filo spinato in quei corpi abbandonati dopo essere stati colpiti, violentati, affamati, avviliti, umiliati. E invece dopo la II guerra mondiale si sono succeduti altri genocidi, altre violenze. Lontane dall'Europa, si diceva, come se gli uomini non fossero uomini ovunque... Fino ad arrivare agli anni Novanta quando dall'ex Jugoslavia arrivarono le immagini di massacri, campi di concentramento, corpi affamati. Per me la Giornata della Memoria è la giornata in cui dovremmo ricordare tutte le vittime della violenza cieca che scaturisce dall'odio. E purtroppo nessuno di noi è al riparo, come ricorda Niemoller nella stupenda citazione di Alessandra. Non siamo al riparo dalla violenza altrui. Ma forse neppure dalla nostra, chissà... Perchè a vestire le divise di Hitler, di Stalin, di Pol Pot e di tutti gli altri c'erano pur sempre uomini. Potrei essere io una di loro? Il solo pensiero mi fa tremare... voglio credermi vittima della follia umana, non artefice. Ma chi puo' dirsi davvero al riparo anche in questo caso?
E' la dicotomia vittima/carnefice che mi fa riflettere. E mi mette paura
Emanuela
Come avevo già scritto qualche post fa: Primo Levi è stato uno dei primi scontri con la realtà storica di quanto accaduto. Mi ha colpita profondamente, come, del resto, aveva già fatto "Il diario di Anna Frank". Mi sono interrogata tantissime volte, su cosa avrei fatto io in situazioni come quelle che vengono raccontate in questi libri. Mi sono chiesta anche se una cosa come la Shoah potrebbe capitare ancora, e mi sono anche, pessimisticamente, risposta di sì, a volte. Quando leggo certi titoli su certa stampa, ad esempio... Poi mi dico che l'umanità deve essere più forte, ma il dubbio resta lì. Perché sinceramente, non lo so cosa potrebbe accadere e la Shoah ha avuto tanti fatti contingenti accanto, che a mio parere hanno facilitato l'accadere di una cosa tanto terribile.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i suggerimenti letterari, io mi permetto di segnalare un'opera che mi ha colpito profondamente e che consiglio a tutti: si tratta di "Maus", di Art Spiegelman. Un fumetto, in cui il protagonista si fa raccontare dal padre, un sopravvissuto, cosa è stata la Shoah, rappresentando ebrei come topi e nazisti come gatti. Gli altri esseri umani sono anch'essi animali, rappresentati secondo la loro nazionalità in animali specifici.
Io l'ho trovato bellissimo, anche se terribile.
PS: c'è anche un film tedesco, che si intitola "Die Welle", ovvero "L'onda", che si pone la stessa domanda: potrebbe ricapitare? Non oso guardarlo, lo ammetto...
RispondiEliminaEcco qualche info: http://www.imdb.com/title/tt1063669/
per non dimenticare...la giornata della memoria...è facile ricordare...è facile dimenticare....è facile essere ipocriti fingendo di ricordare, di stare male, di voler aiutare.... è facile essere onesti mostrando di ricordare, di stare male, di voler aiutare.
RispondiEliminaQuando lessi "se questo è un uomo" e "il diario di Anna Frank" frequentavo le medie. Piansi. Poi passai avanti.
Col film "la vita è bella". piansi. Poi passai avanti.
un paio di giorni fa col film MAFALDA DI SAVOIA Il coraggio di una principessa. ho pianto. sono andata avanti.
Ieri per radio ho sentito che l'associazione a77 raccoglie fondi per la prima costruzione del memoriale della shoah da costruire nella stazione di Milano . cinicamente li ho mandati a quel paese. in un momento di forte crisi come questa raccogliere fondi per un motivo di tanto tempo fa. personalmente preferisco aiutare l'Unicef per dirne una. è bello che l'associazione si adoperi per fare in modo che chi vuole possa ascoltare e parlare personalmente con i testimoni di quel triste vissuto/massacro ma di tristi vissuti/massacri ce ne sono stati e ce ne sono tanti altri.
un paio di mesi fa in tv (non sui classici e conosciuti canali) fecero dei documentari sull'Africa dove sono stati compiuti i + grandi e silenziosi massacri di massa. Silenziosi. Non riesco a togliermelo dalla testa.
Poi fecero uno speciale sul + grande genocidio della storia, ma che difficilmente tendiamo a considerare. Con una popolazione ridotta del 90% si sono ritrovati dall'oggi al domani a non contare + un ca.. in quelle terre sterminate e libere.
Gli Europei partivano alla ricerche di terre, ricchezze e libertà e toglievano terre, ricchezze libertà e vite. Indiani d'America, Pellerossa, Aborigeni americani, Indios, popolanti il sud e nord del continente, vennero soppiantate quasi ovunque dagli europei, e dai discendenti delle popolazioni forzatamente prelevate dall'Africa tra il 1500 e i primi anni del 1900. e gli americani si permettono anche di festeggiare il 4 luglio per la famosa dichiarazione di indipendenza. Preferisco non approfondire perchè questo argomento mi genera rabbia, solo perchè è accaduto secoli fa è ormai lontano da ognuno di noi. anche loro al pari degli ebrei, omosex, testimonidi geova, politici scomodi uccisi durante la 2 G.M. avevano dei diritti, erano ignari, inconsapevoli del destino che li attendeva.
e delle foibe? ne vogliamo parlare?
In Istria feci una gita su una nave, ci portarono sulle isole Brioni (vicino Pula/Pola), durante la navigata ci indicarono un'isola dove no si poteva andare e dove era situata la villa del "grande" Tito. ed iniziarono ad elencarci le grandi imprese del grande Tito. (di cui io non sapevo assolutamente nulla devo essere onesta!) Tornati nella nostra villetta affittata iniziai a chiedere alla padrona di casa (che abitava al piano di sopra e che parlava sia croato che italiano) chi fosse questo Tito (per me liceale Tito era da ricondurre a Tito Livio e basta). Scoprii che Tito fu colui che aveva ordinato il massacro degli italiani presenti in Venezia Giulia e Dalmazia negli anni della 2 G.M. ('43-'45) con il "semplice" obiettivo di far scomparire gli italiani della zona (che diamo un pò fastidio è vero, ma toglierci da mezzo così...).Tito aveva fatto uccidere anche i genitori di quella signora con cui io stavo comodamente chiacchierando davanti ad una tazza di caffè. Lei, come molti abitanti del luogo, si sentiva molto + italiana che croata, ma era nata in Istria, ed abbracciato il suo destino.
Destino che viene abbracciato anche tra quelle popolazioni lungo il fiume Volga che vivono in completa povertà (Dunque non le grandi e bellissime Mosca e San Pietroburgo) . Ho visto bambini vendere i propri disegni, raccogliere fiorellini da terra e donarli alle signore in cambio di cibo, mamme che ti accoglievano in casa ed in cambio di un caffè e giro "turistico" nella loro casa sgangherata accettavano qualcosa.
RispondiEliminaQuesto è un rimorso che mi porto dentro. Non ho dato un soldo a quei bambini, non una carezza perchè erano sporchi, non un panino a quelle donne. Mi viene da piangere. A volte piango. e non ci passo sopra. non mi perdono. non perdono le autorità russe che permettono questo.
Il lavoro mi chiama....forse è un bene perchè mi stavo facendo prendere e molto.
Ragazzi ci vediamo dopo.
P.S. per Nick. Napoli e Salerno sono sempre splendide sia in estate che in inverno. Se ti occorreranno consigli chiedi pure e non esitare. Non avere paura, Napoli non è da temere nè è così sporca come ci volgiono far credere in tv. Ci sono luoghi e luoghi, così come a Milano, a Torino, a Dublino, a Monaco.......
Certo non ti conviene venire con il Rolex d'oro al polso, ma la collanina io la porto sempre e non mi è mai successo niente!
Che circoli retorica e ipocrisia in parte è vero.
RispondiEliminaTuttavia, a mio modesto parere, per questo argomento, c' è scarso o nullo spazio per i “ma”, per i “ “se” per i “ “però” “ anche “ e via dicendo.
E bisognerebbe concentrarsi solo sul no: NO.
Capisco i danni del comunismo reale, quelli del capitalismo, i problemi dell' Africa, quelli della povertà, Tito, le foibe, i pellerossa, i neri...
ma il rischio è quello di allestire un grande calderone nel quale la confusione regna sovrana.
Trattasi di argomenti simili : in realtà diversi tra di loro.
Anche dal punto di vista del contesto storico.
Magari, la padrona di casa, in futuro, dedicherà post specifici.
Secondo me, vista la giornata della memoria, conviene limitarsi ed attenersi.
Anche perché, mettendo a fuoco altre tristi, tristissime realtà, si corre il rischio di alleggerire e depotenziare questa.
E potrebbe passare un messaggio sbagliato.
Paolino Paperino
Caro Paolino,
RispondiEliminaNon era mia intenzione relativizzare l'immane tragedia dei lager nazisti nel ricordare altri genocidi. Nel farlo, ho voluto rispondere ad un quesito che Mary ha posto nel suo bellissimo scritto: può succedere ancora? La mia risposta, personale e in quanto tale discutibile, e' nell'elenco che ho fatto. I racconti di chi e' sopravvissuto all'orrore dei lager danno voce a sei milioni di persone finite in cenere. Vittime di un odio tanto cieco da non vedere la proporzione di ciò che stava compiendo. Ma dopo questo orrore se ne sono compiuti altri: quel bambino con il cappello e gli occhi tristi che tira su la manica del suo cappotto per mostrare il numero di matricola tatuato sul suo braccio e' un'immagine che nella mia mente si associa ad altre tragedie. Si fa paradigma di tutte le tragedie che li, ad Auschwitz, hanno raggiunto l'inenarrabile.
Con questo, ritengo sia giusto concentrare l'attenzione sulla shoah. Per onorare quelle vittime di un odio ingiusto e scellerato.
A te, cara Ai, che ti chiedi che senso abbia raccogliere fondi per il memoriale alla stazione di Milano oggi che tanti avrebbero bisogni piu "concreti", vorrei fornire un unico spunto di riflessione: un sondaggio pubblicato da un settimanale tedesco in questi giorni dice che 1 ragazzo su 5 in Germania ignora auschwitz. Mi sembra un orrore e una vergogna. Ma noi non siamo migliori: alla sapienza di Roma insegna un noto negazionista, Antonio Caracciolo
Emanuela
sono e non devono essere dimenticate
Non voglio dimenticare, non posso dimenticare.
RispondiEliminaE' la memoria che sostiene quel filo sottile del ricordo di tutta la disperazione, l'affanno, il dolore infinito.
Di tutte le vite spezzate, le fragilità dimenticate, gli sbagli perduti.
Perchè l'uomo sa essere leggero come la farfalla, colorato come un fiore, forte come la terra.
Ma può anche essere la negazione di tutto ciò, abisso di vita.
Sono sincera d’istinto non avrei scritto nulla in merito all’argomento.
RispondiEliminaIl post di Mariella mi pare perfetto per ricordare il giorno della MEMORIA.
Rileggendo le parole scritte da Primo Levi mi sono commossa.
Ecco ho pensato non c’è bisogno di altro.
Mariella è riuscita ad essere sobria,non una parola in più non una in meno.
Il resto credo debba essere solo silenzio.
Rispetto.
Quindi vi dico subito che non mi addentrerò in fatti storici o politici.
Pongo solo una riflessione.
Auschwitz ha rappresentato e sempre è stato definito da storici e filosofi come il male assoluto.
Perché?
Perché più di altri fatti comunque drammatici? Più di altre barbarie di cui la storia non è priva?
Perché a mio parere con il nazismo il male ha assunto una connotazione psicologica non poi così casuale.
Il male di Auschwitz è un male con una sua logica ed un suo preciso scopo,tale da renderlo proprio per questo motivo diverso dalle altre infamie..
E’ riuscito a spogliare sistematicamente l’essere umano della sua IDENTITA’.
E’ la nostra identità che ci distingue e ci rende unici.
Abbiamo bisogno di conoscere le nostre radici per capire veramente chi siamo.
Nessuno di noi può sottrarsi alla domanda impertinente che ti accompagna dalla nascita: Chi sono?
Ora immaginate di essere privati della vostra casa.
Il vostro divano dove sprofondate per leggere con tranquillità un libro. Divano di cui conoscete ogni singola piega.
La vostra camera di cui ricordate a memoria il profumo delle lenzuola.
La vostra cucina in cui ogni mattina bevete il caffè fumante assorti nei vostri pensieri.
Il vostro bagno in cui vivete la vostra intimità e il vostro corpo.
Poi immaginate di venir spogliati di ogni abito e gioiello.
Quell’anello che fa di voi l’essere ciò che siete.
La gonna o il pantalone solo di un certo tipo perché è solo con quel capo che vi sentite voi stessi. Perché solo così vi potete riconoscere.
Bene ora siete senza una casa e nudi.
Vi sono rimasti i capelli,biondi mori castani,corti o lunghi.
Tagliamo anche quelli.
Ora siete senza casa,nudi e pelati.
In gruppo.
Ecco non avete più un’identità.
Non siete nessuno.
E loro ve lo ricordano ogni giorno in ogni modo.
Siete solo quel numero. Si,quel numero.
Non siete più nemmeno ebrei.
E’ questo insieme a tutte le violenze subite in nome della RAZZA che rende il nazismo e lo sterminio ebraico qualcosa di diverso da tutte le altre brutture storiche.
Silenzio.
Veru
RispondiEliminaRagazzi, vi sto leggendo.
RispondiEliminaTutto quello che avete scritto porta a nuove riflessioni.
Quello che io avevo da dire, l'ho scritto sul post.
Questa giornata porta sempre una piccola ombra con sé.
Mi lascia stanca e avvilita, in realtà è una giornata di festeggiamenti e di rimembranze che quasi non serve a nulla, se poi leggiamo notizie come quelle riportate da Manu.
Mi riferisco alla notizia che un bambino su 5 in Germania non sa nulla della Shoah.
E questi bambini non hanno genitori come Alessandra e suo marito che con forza ricordano ai loro figli quello che è stato.
Allora mi domando:
se nella nazione dove nacque il male ( come ha detto Veru) si cerca in tutti i modi possibili di non coltivare quella stessa memoria perchè è meglio nasconderla e dimenticarla, cosa potrà restare nel resto del mondo, lontano dai luoghi dell'infamia dopo il 27 gennaio di ogni anno e le sue varie celebrazioni, se si volta semplicemente pagina e si pensa ad altro già dal 28?
Coltivare e non dimenticare passa anche attraverso la raccolta fondi di cui ha parlato Aicha.
Coltivare e non dimenticare 6.000.000 di morti ci aiuterà a considerare con il giusto peso tutti gli altri genocidi che ci sono stati prima e dopo.
Ad avere la consapevolezza degli enormi errori fatti e a cercare di non ripeterli confidando nella nostra intelligenza.
Per questo dico il mio NO esattamente come Paolino.
E vi consiglio di vedere il film di cui ci ha parlato Arnika, ovvero " L'Onda" che nasce come uno stimolo dato da un insegnante a studenti annoiati e si trasforma in un movimento che sfugge al suo ideatore arrivando alla tragedia.
L'emulazione e la fragilità dell'uomo uniti al desiderio di sentirsi più forti se in gruppo sono stati in tempi passati come in quelli recenti causa dei peggiori genocidi.
Come dice Marilina, non voglio dimenticare, non posso.
Restiamo in silenzio per un po'.
Non riesco a orientarmi tra i vostri commenti,e mi scuso anticipatamente con quanti si indigneranno.
RispondiEliminaSicuramente sono molto vicino alla spiegazione di Veru,e all'identità negata aggiungerei la dignità.
Sicuramente,al contrario di Alessandra,non forzerò i miei figli a ricordare proprio la Shoah.Insegnerò loro che seminando amore e gioia potranno essere felici di vivere in questo meraviglioso pianeta,sposando tante giuste cause.
La Chiesa cattolica ha fatto decisamente più vittime della Shoah,eppure quasi tutti sono cattolici e fieri di esserlo.
Sicuramente non trovo che le violenze naziste siano "peggiori" di quelle che in questo momento stanno vivendo i nostri fratelli palestinesi.
La cosa peggiore è che per qualsiasi diritto-ideale-orientamento vi è stato un sacrificio umano troppo caro.
Quindi no,questa "giornata della memoria" potrei farla ogni santo giorno della mia vita,ma oggi mi sa tanto di festa comandata.
Nick
Nick, la puzza di retorica, o d' ipocrisia, per certe cose – non solo in questo caso – la sentiamo tutti.
RispondiEliminaTuttavia, come precedente commento, ritengo che per talune situazioni dobbiamo restare fermi sulle posizioni senza lasciarci distrarre da altri fattori.
Soprattutto quando non stiamo chiacchierando in un salotto, od in un bar, dove le parole dette a voce , il giorno dopo, possono aver meno peso rispetto le parole scritte.
Queste rimarranno testimonianza.
Sei proprio sicuro che tirare fuori la Chiesa Cattolica, al tuo primo commento al post, sia una scelta pertinente?
Per carità: ognuno vive le proprie sensazioni.
E le può elaborare come crede; o come più gli è congeniale.
E credimi, nessuna indignazione : preferisco approcciarmi con te rispetto ad un soggetto che tira fuori un compitino – non perché lo sente, lo sente davvero – ma per ragioni di opportunità.
Del resto rimaniamo pur sempre un gruppo di amici di blog.
Faccio un esempio che calza poco sul piano dell' analogia ( non fatemi poi il pelo ) ma per cercare di far capire meglio cosa intendo sul piano del ragionamento.
Se una donna viene violentata bisognerebbe stare fermi su di un netto no: NO.
Se invece iniziamo a dire che aveva la minigonna, che la dava via a tutti, che non doveva essere in giro a quell' ora, e altre cose di questo tipo, tendiamo a spostare l' attenzione dal fatto principale.
Inutile negare che la violenza ad una suora, nel nostro intimo, probabilmente ci colpisce di più rispetto ad una violenza su di una prostituta: tuttavia, sul piano formale, è la stessa cosa.
E soprattutto dovremmo esprimere la stessa ferma condanna.
Restare fermi sulla Shoah non significa assolutamente dimenticare altri crimini contro l' umanità.
Anzi.
Ma non dovrebbero sgomitare l' uno con l' altro come se fossero intrappolati in un contenitore di portata limitata.
Paolino Paperino
Nick concordo con il Papero.
RispondiEliminaNiente tentennamenti.
O confronti.
Un secco no.
In realtà quando ho sottolineato quello che di questa tragedia ne fa la particolarità come male assoluto intendevo dire proprio questo.
Mi ha sempre colpito questa analisi psicologica dei campi di concentramento.
Banalmente l'ho riassunta in poche righe.
Motivo per cui auspicavo il silenzio.
Perchè poi si rischiano come tu stesso dici banalità e retorica.
Ripeto Mariella è riuscita invece con il suo post a restare in equilibrio.
Primo Levi va letto.
Ed ogni tanto riletto.
Questo è.
Inutile aggiungere altro.
L'ho detto molte le barbarie che la storia ci ha fatto conoscere.
Ma qui è un'altro pianeta.
Necessario un secco NO.
veru
Veru, il tuo commento non era banale.
EliminaPaolino Paperino
Carissimi,
RispondiEliminaio non sono d'accordo sul celebrare il Giorno della Memoria con il silenzio. Deve esserci spazio per il raccoglimento, per il silenzio "interiore", ma il pericolo che si nasconde nel silenzio è l'indifferenza. E anche qualcosa di peggio. Incorrere nella retorica mi sembra il "male minore": i racconti dei superstiti e le immagini di repertorio rendono inadeguate le nostre parole, qualsiasi forma esse assumano. Ma bisogna parlarne e non solo il 27 Gennaio.
Se mi permettete, vorrei condividere con voi anche alcune riflessioni su quanto ho letto nei vostri interventi. A me piace il confronto dialettico.
Partirei dal commento di Nick. Citare la Chiesa Cattolica è un po' come sparare sulla Croce Rossa: ha attraversato secoli di storia in cui oscurantismo, superstizioni, torture, processi sommari, esecuzioni capitali erano il sostrato in cui andava ad esercitare un forte potere temporale, oltre che spirituale. Per certi versi, possiamo anche dire che l'antisemitismo è stato fomentato dal cattolicesimo: il popolo ebraico è stato a lungo accusato di "deicidio", ovvero di aver ucciso Dio innalzando alla croce Gesù.
Ma il paragone Nazismo-Chiesa cattolica non ha ragione di essere per quello che ho scritto poc'anzi. Tanto per restare ad un livello superficiale, il Terzo Reich ha fatto quello che ha fatto in un periodo di vita piuttosto ristretto (1933-1945)in un contesto storico in cui erano già stati formalizzati alcuni dei capisaldi della civiltà occidentale. Ovvero, dopo la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789) e la Dichiarazione di Indipendenza Americana, carte che avevano dichiarato solennemente il principio di UGUAGLIANZA tra tutti gli esseri umani (art. 1) ed elencato i diritti naturali ed imprescrittibili dell'uomo, dalla libertà della persona alla proprietà (diritto "inviolabile e sacro" secondo l'art. 17), dalla sicurezza alla resistenza all'oppressione.
Emanuela
(continua...)
(continua)
RispondiEliminaDetto questo, sia Nick sia Veru concordano nel ritenere che i Nazisti furono il "male assoluto" per aver negato identità e dignità ad un popolo nell'inseguimento di un folle disegno nel segno del mito della razza "pura". Spesso si dimentica che non furono soltanto le camere a gas il mezzo con cui si perseguì questo scopo. I campi di concentramento consentirono esperimenti di ogni specie: i deportati erano considerati cavie da laboratorio per sperimentazioni su "materiale umano". Quando ho letto cio' che ha scritto Arnika sul fumetto "Maus" dove gli ebrei vengono raffigurati come topi non ho potuto fare a meno di pensare alle cavie dei laboratori, anche se naturalmente l'intento andava oltre poiché il ratto è l'animale che ripugna per antonomasia.
Persino la scelta del gas per la "soluzione finale" fu scelta con cognizione di causa: massima resa con minima spesa. Nulla del piano di sterminio nazista è lasciato al caso. Ed è questa pianificazione a renderlo "male assoluto". Senza contare che fu perseguito senza alcuna pietà o compassione.
Ecco perchè c'è qualcosa di peggio di quanto è accaduto: far finta che nulla sia successo. L'ho scritto nel mio precedente messaggio, lo ricordo ancora:
"Circa un tedesco su cinque tra i 18 e i 29 anni (non sono bambini, Mary) non sa che Auschwitz era un campo di concentramento. Lo rivela un sondaggio commissionato da Stern per la Giornata della memoria. Circa un terzo degli intervistati (31%), inoltre, non sa dire dove si trova Auschwitz. La ricerca, condotta dall'istituto Forsa tra il 19 e il 20 gennaio su un campione di mille persone circa, mostra inoltre che il 40% dei tedeschi vorrebbe poter tracciare una linea con il passato, una cifra in calo, in confronto al 1994, quando a voler dimenticare tutto era il 54% degli intervistati.
Anche se la maggioranza si dice interessata dal passato, il 65% dei tedeschi afferma di non sentire delle responsabilità particolari in merito alle altre persone a causa della storia. Dal 2000 il 27 gennaio si celebra la giornata della Memoria per ricordare la liberazione del campo di Auschwitz da parte dell'Armata rossa nel 1945"
(i dati qui riportati potete leggerli in quasi tutti i siti dei maggiori quotidiani italiani)
A questo, aggiungiamo il fatto che razzismo e antisemitismo sono correnti striscianti anche nella società di oggi. La storia ci insegna che l'odio per il diverso, lo straniero, l'ebreo è tanto più forte quando l'economia ristagna, perchè si avverte maggiore precarietà della propria posizione socio-economica. Se la Merkel nel discorso che ha fatto qualche giorno fa al congresso della CDU a Lipsia, ha sottolineato che l’Europa sta attraversando uno delle sue peggiori crisi, forse la peggiore dalla seconda guerra mondiale, allora mi viene spontaneo riservare qualche attenzione in più verso "certi" fatti di cronaca. Senza contare cio' che ha detto ieri il presidente della Repubblica riferendosi alla cancelliera tedesca: "Condivido e apprezzo ... la sua visione dell'Europa come unione politica. Senza l'Ue ci faremmo la guerra".
Siamo davvero sicuri che i nostri figli non debbano ricordare "per forza" quello che è successo?
Emanuela
Veru, banalmente?
RispondiEliminaLa tua richiesta di silenzio resterà per sempre su queste pagine.
Mio motivo di orgoglio riguardo a quanto il mio scritto piccolo piccolo può avere suscitato in voi.
E tutti, dico tutti state affrontando con i vostri commenti l'argomento mettendoci dentro la competenza, la sensibilità, l'emotività e l'intelligenza che vi riconosco.
Pensavo fosse un piccolo post da non trascurare, e chi sta intervenendo lo sta facendo mostrandosi nella sua interezza,di questo vi ringrazio.
CARI AMICI MIEI
Manu, riesci a scrivermi tramite mail?
RispondiEliminaIo la tua l'avevo sul vecchio blog ormai bloccato.
Grazie
Manu, condivido totalmente il tuo pensiero.
RispondiEliminaIl Silenzio era detto per lasciare un po' di spazio al pensiero e alla memoria, per questione di rispetto.
Ma se io ho scritto questo post era per parlarne e a lungo.
Con voi e con altri se magari volessero partecipare, quelli che talvolta ci leggono ma non intervengono, perchè è importantissimo il confronto.
Il confronto verbale, quello che tu preferisci ci aiuta ad essere migliori.
Ho scritto bambini perchè avevi parlato di ragazzi.
E' proprio questo il punto questo, la tua domanda che poi è anche la mia e quello che hai riportato dimostra che non possiamo ritenerci al sicuro, nessuno di noi.
E allora per ricordare meglio:
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Manu il silenzio a cui mi riferivo è tutt'altra cosa.
RispondiEliminaNon intendevo dire di non parlarne.
Il silenzio inteso come raccoglimento.
Il silenzio come memoria.
Il silenzio che le vittime meritano.
Parlarne ma senza mai perdere in fondo al nostro cuore quella necessità che è il silenzio.
Altrimenti su una questione così grande così drammatica per troppe vite umane,uomini donne bambini,si rischia di perdersi in un bla bla inutile.
Dovrei chiedere a mia mamma.
Non ricordo l'età.
Lei mi ha letto Primo Levi,forse saltando alcune pagine,forse altre modificandole per permettermi di capire.
Io ascoltavo.
Poi è venuto il giorno che ho potuto leggere ogni cosa per intero.
Ma come mi ha spiegato mia mamma fin da bambina i campi di concentramento non potrò mai dimenticarlo.
Oggi resto sconcertata quando ragazzini di 10/11 anni non sanno nemmeno cosa sia il giorno della memoria.
Insegniamolo ai nostri figli.
Ce ne saranno grati.
veru
Cara Veru,
Eliminail silenzio per te è rispetto, raccoglimento interiore: lo comprendo e lo condivido. Ma l'incipit del tuo precedente messaggio ("Sono sincera d’istinto non avrei scritto nulla in merito all’argomento") mi ha fatto pensare che alla fine si sceglie di non intervenire anche per l'inadeguatezza delle nostre parole. Tutti abbiamo paura di dire banalità su una simile tragedia. Penso di averne dette anch'io. Ma al tempo stesso ritengo sia peggio non dire nulla. Fosse anche una forma di rispetto, doveroso, per quelle vittime innocenti di un odio più che colpevole.
I miei genitori non mi hanno letto libri, come invece ha fatto la tua splendida mamma. Io ascoltavo i racconti dei miei nonni, Veru. Mio nonno è stato perseguitato per ragioni politiche: non ha mai condiviso l'ideologia fascista; rifiutando la tessera del fascio, è stato prima discriminato poi licenziato dal suo posto di lavoro. Quando ha capito che il passo successivo sarebbe stato il muro (la fucilazione), ha deciso che era ora di andarsene. Era il 1942: mio nonno aveva 29 anni, mia nonna 24, avevano un bambino (mio padre) di un anno. Sono fuggiti in una notte senza luna in bicicletta. Hanno percorso una cinquantina di km per raggiungere Esino Lario e una famiglia che ha ospitato mia nonna e il mio papà fino alla fine della guerra. Mio nonno si nascondeva in montagna tra i frusandee (contrabbandieri) e i partigiani. Hanno conosciuto anche disertori, naturalmente. C'erano anche soldati tedeschi. Ma lì, in montagna, avevano tutti un solo pensiero: vivere abbastanza per poter riavere la libertà. I miei nonni ce l'hanno fatta grazie ad una buona dose di fortuna (anche economica). Nulla a confronto della Shoah, naturalmente, ma anche nei loro ricordi c'erano paura, fame, dolore, morte. E' da qui che + nata la mia avversione per le tessere, si capisce, no?!
Cio' che è stato, non deve mai più essere: al NO di Paolino e Veru aggiungiamo anche il mio.
Emanuela
Concordo che non è facile parlare di certi argomenti.
RispondiEliminaE che a volte scegliere il silenzio è un modo per ammettere inadeguatezza.
Come di fronte alla morte.
Da parte mia avevo suggerito di limitarsi e attenersi; Veru aveva scritto “ silenzio “ in calce al commento come pausa di riflessione; Mariella aveva aggiunto al silenzio “ un po' “.
Probabilmente , spiegando male, siamo stati fraintesi.
Più che altro, nelle intenzioni, nella giornata dedicata , era uno stringere, concentrare , focalizzare sulla Shoah .
Del resto il post è stato scritto in modo adeguato, equilibrato, sobrio.
E Mari, come sempre succede, è riuscita a trasmettere il suo coinvolgimento emotivo.
Comunque siamo qua.
E come leggo , arrivano testimonianze.
Paolino Paperino
Cara Manu.Giusto.Hai interpretato in modo corretto la mia frase.
RispondiEliminaPerchè in parte silenzio è quello che ho descritto.
Dall'altra come tu stessa dici per paura di inadeguatezza di fronte ad un tema così importante.
Ti abbraccio
Concordo con Nick. Tante sono le cose che dovremmo ricordare, tante sono le cose che accadono nel mondo ancora oggi. cose che facciamo finta di non sentire, di non sapere, o che sono troppo lontane e perciò non ci riguardano.
RispondiEliminaNel mio intervento di ieri non avevo pensato alla Chiesa cattolica e per quanto io sia cristiana mi duole ammettere che anche lei con le Inquisizioni, le streghe, il silenzio, non ha avuto proprio un ruolo esemplare. anche se ci sono stati grandi maestri che hanno anche saputo chiedere scusa per gli errori passati.
Anche Hitler era un grande cattolico. Ricordo che rimasi di stucco nel leggere, durante lo studio dell'esame di storia delle dottrine politiche,ne "Il santo Reich" di Richard Steigmann-Gall "In un discorso tenuto di fronte ad un pubblico di nazisti nell'aprile del 1922 Hitler fece un riferimento più esplicito al cristianesimo, riferendosi a Gesù come "al vero Dio". Dichiarò espressamente di considerare la lotta di Cristo una diretta ispirazione per la propria. Gesù per Hitler non era un archetipo tra altri, ma "il nostro più grande capo ariano".
Hitler si proclamava "l'uomo scelto dal Cielo per proclamare la volontà razzista di Dio". Ho ripreso il mio vecchio quadernone e ci trovo sottolineata, da me ovviamente, una cosa che avevo rimosso:
Hitler a 15 anni era già orfano di entrambi i genitori,si trasferisce a Vienna, dove non viene accettato dalla scuola di belle arti, cerca invano di diventare architetto. Non gli piace Vienna perchè è una città che si mostra socialmarxista e rifiuta tt ciò che lui ha sempre accettato (viene anche minacciato di essere gettato dalle impalcature dove lavorava se non aderiva al sindacato)Inizia ad avere una sua morale: il successo in politica spetta solo a chi è brutale. Poi scopre che a capo della socialdemocrazia vi sono ...gli ebrei, loro scrivevano gli opuscoli, loro erano i responsabili, loro il male. TAN TAN TAN (cari psicologi fate due calcoli di questo profilo).
A Vienna cmq scopre 3 pericoli: il marxismo, il giudaismo ed il parlamentarismo. Così a 23 anni si trasferisce a Monaco che definisce "una città tedesca" (se doveste andarci consiglio una capatina alla HB, dove offrono birra buonissima, bretzel giganti, le cameriere sono vestite in abbigliamento bavarese , così come i musicisti che suonano dal vivo, il posto è molto bello e per poco non ti ritrovi a giocare a carte con i tedeschi accanto a te ed inoltre qui si sono tenuti i primi discorsi di un giovane Hitler e l'esposizione dei 25 punti del movimento. Piccola chicca Hitler andava anche in un'altra birreria, che però non ho visto, la Burgerbraukeller, dove scampa a un attentato dinamitardo per pochi minuti. Decide infatti di andarsene in anticipo a causa delle condizioni atmosferiche che gli impediscono di tornare a Berlino in aereo. Costretto a prendere il treno lascia la birreria poco prima delle 21:20 ora in cui scoppia la bomba. Verrebbe da dire.... che fortuna!).
Scusa, Ai se mi permetto, ma queste lezioni di storia sarebbe meglio evitarle. Perchè il mezzo ti obbliga ad essere tanto sintetica da risultare anche superficiale e molto scorretta. Mi limito a farti notare che già solo quanto hai scritto del Cristianesimo secondo Hitler si discosta (e non poco) dal Cristianesimo in sè e per sè. Ha rimaneggiato a suo uso e consumo la religione più diffusa nell'Europa che voleva dominare. Tra l'altro, ci sono studi che hanno messo in rilievo le importanti relazioni tra Nazismo ed Esoterismo e questi legami sono stati assai più rilevanti rispetto a quanto tu riporti. Hitler si sentiva un predestinato: ha "usato" gli elementi che la cultura occidentale gli offriva per legittimare il suo mandato. E per fare presa sulle masse. E non bisogna dimenticare che nei forni crematori ci finirono migliaia di sacerdoti cattolici, il che basta a mettere in evidenza come il rapporto tra Nazismo e Chiesa Cattolica fosse alquanto tormentato.
EliminaEmanuela
Ai, il tuo commento era ironico e amaro vero?
Eliminabuona giornata!
h.10.31
Già!
EliminaNei 25 punti del movimento ci sono:
RispondiEliminadistinzione uomini tedeschi /non tedeschi
protezione dei bambini maschi
obbligo dell'educazione fisica e sportiva
Ma non vi richiama alla mente gli studi fatti su Sparta?
Ricordate gli iloti come venivano trattati? in schiavitù, non avevano diritti, non potevano godere di nulla nè guadagnare ed erano considerate meno delle bestie. Il padrone aveva su di loro potere di vita e di morte.
Ogni anno studio Sparta ed Atene con i bimbi che seguo (ce n'è sempre uno che frequenta la quarta elementare) e mi domandano come mai 2 città così vicine siano poi così diverse!
Anche Mussolini si rifà ai fasti dell'Impero Romano. Hitler a quelli del Sacro Romano Impero. Gli ideali di Sparta e quelli di una moderna dittatura potranno anche rimandarsi, ma se permetti, quando leggo in una notizia di cronaca che un tizio massacra un altro non mi viene in mente l'uomo delle caverne che si faceva giustizia con la clava. Penso che si tratti solo di un assassino. A mio modesto parere, si intende...
EliminaEmanuela
touchè
EliminaDurante la 2 G.M. non tutti capivano ciò che stava accadendo. Mia nonna aveva 15 o 16 anni e mi ha raccontanto di aver capito solo che con la famiglia doveva abbandonare la casa dove aveva sempre vissuto per nascondersi in paese (Oliveto Citra per la precisione). Quando ci furono i controlli i suoi due fratelli furono ben nascosti in casa (uno nel camino) per evitare di dover partire e si travestirono da donne quando si trasferirono ad Oliveto. Conobbe il nonno poco prima dello spostamento e lui l'andò a trovare + volte al paesello. Mia nonna sapeva solo che c'era una guerra, ma dove, con chi, perchè, per cosa, non lo sapeva, e come lei tante altre persone che comunque erano state trasferite con la forza. Mio nonno, 19 anni, sapeva della guerra, lavorava per le Ferrovie delle Stato, ed ha rischiato + volte la vita, ha lottato con i partigiani, ma non ha mai detto nulla alla nonna per non farla preoccupare. Anni di paura. Eppure mio nonno è un mussoliniano convinto "quando c'era lui si stava meglio" "+ rigidità, + controlli, + buffettoni ai figli mica come adesso!". Eppure i miei nonni non avevano capito nulla di ciò che accadeva in Germania, sapevano della guerra ma non di quello che accadeva a milioni di persone per la follia dei nazisti.
RispondiEliminaSuggeristo di vedere Ausmerzen di Marco Paolini domani su la7 (per chi non l'avesse ancora visto. Personalmente Paolini non mi ha mai deluso)
Forse i tuoi nonni vivevano davvero in un paese "isolato": le voci correvano più in fretta e riportavano notizie più veritiere di quanto non facessero radio e giornali. Nessuno poteva immaginare cosa stesse accadendo ad Auschwitz. "Con gli ebrei i tedeschi ci fanno il sapone": questo è quello che la famiglia di mia madre, nata e cresciuta a Genivolta, in prov. di Cremona (magari Paolino lo conosce questo piccolo paesino non lontano da Soresina e da Soncino) era venuta a sapere. Credo che contasse mille abitanti, negli anni Quaranta. Un paese di campagna: erano tutti contadini, per lo più mezzadri. Eppure queste voci erano arrivate anche lì. E c'erano i soldati tedeschi, ovviamente, insieme alle camicie nere. Non so come si potesse "non sapere"...
EliminaCara Ai, tuo nonno era un ossimoro vivente: partigiano e mussoliniano! Io non so cosa mio nonno fece negli anni in cui era fuggiasco. Non ne ha mai voluto parlare. Immagino che si sia messo in spalla anche lui la "bricòla" dei contrabbandieri; non so dire se abbia fatto "resistenza" armata. Alla fine della guerra, i miei nonni hanno sempre evitato di parlare di politica. Non si sono schierati con nessun partito della Repubblica. L'unico "potere forte" che non li ha mai abbandonati è stato quello della loro coscienza. E la fede in Dio, che nonostante tutto, non hanno mai perso.
Emanuela
Mary ti ho inviato delle email
RispondiEliminaSì ho ricevuto tutto.
Eliminabaci
mari
C'è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo. ( cit. Primo Levi )
RispondiEliminaPer me, questa frase racchiude tutto il dolore, l'amarezza e la perdita di speranza di vita che ha provato in quel frangente doloroso della sua vita.
Impossibile dimenticare Dachau visitato quando andavo a scuola, il terrore che da un momento a l'altro il cancello alle mie spalle si chiudesse, per farci rivivere l'incubo fino in fondo.
Un abbraccio grandissimo Mary, hai un blog bellissimo che da oggi seguirò <3
Fede_ (la tua collega di brioches!)
Ciao Fede, Primo Levi perse la fede dopo la Shoah perchè non trovò la risposta.
EliminaO forse alla fine della sua vita qualcuno rispose alla sua domanda.
Ogni anno con mio marito ci facciamo la stessa domanda: te la senti, ci andiamo in Polonia?
Tutte le volte poi, guardandoci negli occhi ci rispondiamo: no, non ancora.
Forse il tempo per visitare quei luoghi non arriverà mai per noi.
Non abbiamo bisogno di varcare quel cancello, lo portiamo dentro.
Buona giornata e a domattina!
h.11.42
Cara Fede il blog è bellissimo, la blogger è super, a dirla come Veru tutti sono "interessanti". Ti faremo sentire in famiglia, con tutti i suoi pro e contro. La cosa positiva è che siamo in pochi e ci mostriamo così come siamo (spero valga per tutti!) senza finzioni e con tutte le contestazioni del caso.
RispondiEliminaDa parte mia non ho negato Dio per esperienza diretta di camere a gas e forni crematori.
RispondiEliminaMa in forma indiretta non sono più riuscito a capacitarmi di come il mondo sia stato creato in maniera così maldestra.
Se non perversa: che senso ha togliere un bambino – facendolo crepare – ai propri genitori?
Egoisticamente, e cinicamente, penso che la mia vita – non eterna – mi debba regalare qualche gioia, soddisfazione, piacere: e se è vero che intorno a me esistano ingiustizie e tragedie immani neppure posso farmi carico di tutto questo.
Certo: non tutto può scivolare via.
Ma necessito di benessere personale per tirare avanti.
Altrimenti crollerei.
Non posso dare tempo, denaro, attenzioni a tutti coloro che me lo chiedono ; o che senza chiederlo ne avrebbero bisogno.
Paolino Paperino
Credo che questo sia il pensiero di tutti noi, caro Papero. Ma credo anche che la gioia, la soddisfazione e il piacere siano perseguibili proprio nello spendersi per gli altri. Ognuno trova il suo modo per farlo. Non tutti siamo Madre Teresa di Calcutta o dei Bill Gates, ovviamente. Spiace ammetterlo, ma è così. Ma non per questo dobbiamo adagiarci su una vita chiusa soltanto su noi stessi. Ci sono gesti che nel quotidiano possono metterci al riparo dalla barbarie e sono quelli che dovrebbero contraddistinguere la società civile. Se vedi un anziano per terra tu non gli allunghi la mano per tirarsi su? Se il tuo vicino di casa ha dimenticato le chiavi non gli apri la porta di casa? Se un tizio che dimentica il portafogli al bancone del bar non glielo restituisci? Ecco, per me la civiltà inizia da queste piccole, grandi cose. Il senso di far parte di una comunità non va smarrito. E io sono convinta che tu, caro Papero, nel tuo piccolo non risparmi le tue piume e le tue zampotte palmate. Ne sono sicura. Ed è così anche per Mary, Veruskina, Ai. Ci sono cose che passano anche tra le parole. Senza bisogno che siano dette...
EliminaUn abbraccio
Emanuela
Non sono molto scolarizzato.
RispondiEliminaHo il diploma di terza media.
Poi ho tentato con la scuola Geometri: ma ho abbandonato dopo un paio d' anni.
Poi sono andato a lavorare in fabbrica passando per l' officina.
Tutto questo per dire che nei ricordi scolastici di Storia, riguardo la seconda guerra mondiale, si metteva molto l' accento sulle azioni partigiane.
Alleggerendo in parte il fatto che fossimo stati, come italiani, alleati del nazismo.
Per cui non mi stupisce se i giovani tedeschi non siano informatissimi sui campi di concentramento.
Anzi: mi stupirebbe il contrario.
La giornata della memoria serve a ricordare: e se denaro verrà speso in questa direzione non sarà in ogni caso denaro speso male. La salvezza passa anche attraverso i valori: non solo per mezzo di pezze economiche.
E se è vero che sono esistite, e che esistono, altre situazioni tragiche, non mi straccio le vesti, se questa – di proporzioni immani ed efferate – assurga, per certi versi , a simbolo.
NO.
Ovvio: nessuna persona sana di mente direbbe SI.
Ma trattasi di un no che non ammette tentennamenti, giustificazioni, spazi in cui entrare con malizia.
Un messaggio chiaro.
Chiaro.
Chiaro pure per un extraterrestre.
Paolino Paperino
Venerdì sera, alla fine de "Le invasioni barbariche", hanno proposto una breve lettura, con commento, di alcuni passi di "Se questo è un uomo" fatta da Marco Paolini. Mi sono venuti i brividi. E questa sera cercherò a tutti i costi di vedere Ausmerzen su La7.
RispondiEliminaCredo che la Shoah vada ricordata. Per cercare anche solo di impedire che qualcosa di simile possa accadere di nuovo.
Leggendo i vostri commenti sui ricordi dei vostri nonni, mi tornano alla memoria gli occhi di mia nonna. Quando ero da lei, in vacanza, ogni volta che capitavo su un documentario sulla seconda guerra mondiale lei mi pregava di spegnere la tv, con uno sguardo che mi faceva riflettere sulla sofferenza che doveva aver vissuto, che si scontrava con il mio interesse per la vicenda.
Bellissimi contributi,la testimonianza dei nonni di Manu mi ha fatto piangere (a proposito,ti ho sognata!),forse perchè i miei nonni furono dei privilegiati e vissero tutt'altro tipo di esperienze.
RispondiEliminaNon torno ancora sull'argomento,e non credo che parlare di Chiesa cattolica al primo commento sia stata una scelta scorretta,per quanto burrascoso fosse il rapporto Chiesa-Hitler,l'alleanza c è stata.
In Dio credo fortemente,così come credo nell'intero Nuovo Testamento,tuttavia dagli esseri umani ho smesso di pretendere qualcosa,troppo spreco di tutto.
Nick
Caro Nick, a modo loro, sono stati dei privilegiati anche i miei nonni: sono stati tra quelli che ce l'hanno fatta a salvarsi la pelle! Per quanto riguarda la fede in Dio, anche io credo di averne molta, anche se mi risulta difficile definirmi una buona cattolica. Ma anche qui il discorso sarebbe troppo lungo: attendiamo un post sul tema da parte della Mary! E per i tuoi sogni... Sicuro di non mangiare pesante la sera? Non e' che avrai ripreso qualche cattiva abitudine? Nick, ma come hai fatto a sognare delle parole sul video?! Ti sono apparsa in una abbagliante copertina blu Adelphi? Cara Mary, dovresti segnalare sulla nome page questi effetti collaterali... E' un allucinogeno il tuo blog! Buonanotte Nick, buonanotte a tutti. Per oggi stacco....
EliminaEmanuela
Nome page sta per home page, ovviamente...!
EliminaNick anche io non pretendo più nulla dagli altri esseri umani a parte il rispetto.
EliminaE da tanto tempo ho smesso di definirmi una buona cattolica, perchè spesso mi sovviene che non riesco più a dare una corretta definizione alla parola.
Non penso nemmeno che ne parlerò mai sul mio blog.
Per il resto hai espresso il tuo parere e quello che pensi, fuori dal coro ma nemmeno di molto visto che in parte è stato condiviso da Ai.
Ritengo che il bello sia proprio questo nel mio piccolo spazio, possiamo pensarla in maniera diversa e confrontarci.
Così come siamo.
Veri.
Vi verrà noia che io dica sempre la stessa cosa, ma è un mio credo l'onestà nei confronti.
Ma davvero hai sognato la nostra Manu?
Seguirò il consiglio e stillerò un bugiardino con gli effetti collaterali del mio blog...
"Attenzione causa dipendenza"!
AUSCHWITZ ( Francesco Guccini )
RispondiEliminaSon morto con altri cento, son morto ch' ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento....
Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento
nel freddo giorno d' inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento...
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento...
Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento...
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento...
Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà...
Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà e il vento si poserà...
Paolino Paperino
Questa canzone la conosco e la amo.
RispondiEliminaVerrà il tempo di Guccini sul mio blog.
Grazie paolino.
Cara Manu, mio nonno ossimoro...
RispondiEliminaqui diciamo "pagnottista" (ossia dove c'è la pagnotta mi butto!)
Nel cuore mio nonno era ed è un mussoliniano, di fatto dovette comportarsi in altro modo per motivi vari che posso solo immaginare.
Per quanto riguarda il paesino ti assicuro "isolato" ai tempi isolato adesso. Oliveto Citra in vent'anni che la conosco non l'ho vista cambiare per nulla. Eccetto che per la chiusura dell'Ospedale con successiva perdita di lavoro per molti.
So che non c'entra nulla ma volevo dirvi che donna moderna regala i biglietti per andare a vedere il film la verità nascosta se vi interessa basta andare sul sito
RispondiEliminawww.moviemax.it/donnamoderna.php
e scegliere il cinema uci che vi interessa
Fa sempre comodo avere queste informazioni.
Eliminaadesso vado.
Baci a K2!
Grazie per i baci li accetta sempre volentieri
EliminaImmagino che dal “ Diario di Anna Frank “ ci siamo passati un po' tutti.
RispondiEliminaDa parte mia l' ho attraversato ai tempi delle scuole medie.
Ma in quel tempo ero ancora acerbo: giocavo ancora con i soldatini.
Ho “ sentito “ relativamente.
Come poco ho sentito ( ero ancora più bambino) qualche anno prima, sul divano di casa, con accanto la mia famiglia, nel guardare “ Kapò “, uno dei film che trasmettevano al lunedì sera , dopo Carosello , sulla Rai.
Un film ambientato in un campo di concentramento.
Neppure trovarmi faccia a faccia con Walter Reder, ex colonello delle SS ( strage di Marzabotto) al carcere militare di Gaeta ( servizio militare ) ha fatto molto effetto.
Si trattava solo di un uomo anziano, mutilato di un braccio, vicino al quale prendevo un caffè al bar della caserma: un vecchio castello roccaforte che da sul mare. O che vedevo passeggiare – dagli spalti e torrioni sui quali facevo guardia armata – all' interno del cortiletto dove prendeva ore d' aria.
Più inquietante – ma limitatamente – un espositore di Militaria, ai padiglioni di Novegro ( frequento in quanto collezionista di soldatini) sbucato improvvisamente da sotto al bancone su cui stavo curiosando tra reperti bellici esposti ( comprese svastiche e busti di Mussolini ) : era vestito da nazista ; e assomigliava in modo impressionate ad Himmler.
Mi ha fatto prendere un bel colpo.
Ma neppure in questo caso ho “ sentito “.
Tuttavia, qualche anno fa, in vacanza a Trieste, ho visitato la Risiera di S. Sabba.
Si tratta di un ex stabilimento per la pilatura del riso trasformato durante la guerra in un lager nazista : e utilizzato per il transito, la detenzione, l' eliminazione di detenuti; in prevalenza prigionieri politici ed ebrei.
Conteneva al suo interno una camera a gas e un forno crematorio: unico campo di deportazione di questo genere situato nell' Europa meridionale.
Trattasi attualmente di un luogo parecchio cementificato, ristrutturato e trasformato rispetto l' originale : è monumento nazionale. E contiene all' interno un piccolo museo.
Per quanto toccante, durante la visita , ancora non sentivo.
Fino a quando sono entrato nelle celle della morte: ultimo passaggio dei prigionieri prima di essere eliminati.
Ho vissuto una sensazione che mi riesce difficile spiegare.
Come se tutte quelle anime - sebbene non sia un credente - fossero ancora presenti.
Ero ghermito.
E per la prima volta ho “ sentito”.
Ho sentito davvero.
Paolino Paperino
Manu,hai i capelli ricci?ricordo solo il tuo viso nel sogno :D ma normalmente faccio sogni lunghi e dettagliati.
RispondiEliminaPer il discorso fede,per quanto io sia credente,la scelta di sbattezzarmi è stata una delle migliori che abbia mai fatto.Ora mi sento libero di credere negli insegnamenti di tutte la religioni.E mi spiace non poter condividere certe meraviglie.
Paolino,io non tornerei mai più in quei luoghi,e della Risiera di San Sabba,come per quanto riguarda altri luoghi di morte,ricordo bene l'odore.E per l'esperienza che ho,sono luoghi dove le anime legate alla terre rimangono,e si "sente".
Nick
Caro Nick,
EliminaNon ero io quella del sogno! Ho i capelli lisci, si ondulano un po' quando li raccolgo, ma non ho chiome ricciute. Deve essersi trattato di un'omonima!
Un abbraccio
Emanuela
Buona giornata.
RispondiEliminaMi limito per ora ad un saluto.
Mi auguro di poter tornare in giornata perchè vorrei dire alcune cose riguardo al "Diario di Anna Frank" che ha ricordato Paolino.
Un abbraccio ad Ai a cui vorrei dire che tu non sei interessante sei SUPER interessante...ghghghgh
E per restare in famiglia un abbraccio alla SUPERMAMMA Dani che è un po' che non passa a trovarci.
veru
Veru a proposito di Anna Frank, con lei ho scoperto questa realtà orribile e avevo otto anni.
RispondiEliminaIo ero una bimba voracissima nelle letture e come dire, acchiappavo qualsiasi cosa pur di leggere.
La maggior parte delle volte le storie erano allegre e serene come me.
Questa mi aveva interessato dal titolo e pensavo ad un libro di avventure, quando lo presi in mano.
Invece la lettura mi fece un male inimmaginabile.
Quella ragazzina aveva solo qualche anno più di me e passo dopo passo le avevano tolto tutto.
La scuola, gli amici, la sua città. la libertà... la vita.
Era mostruoso.
E' stato mostruoso.
Sarebbe mostruoso se accadesse ancora.
I nostri NO sempre.
In questi gg c'era qualcosa che mi ribolliva dentro qualcosa da dover focalizzare. ora mi è più chiaro. Non è da me. Io scrivo di pancia. Perchè ho voluto scrivere di testa in questo post forse ancora non mi è chiaro. Probabilmente per alzare delle barriere protettiva tra noi, me e la mia famiglia, in particolar modo mio figlio, e la domanda del post. potrebbe succedere ancora e anche a noi visto che nessuno è al riparo da niente.
RispondiEliminaCavolo a me fa paura la possibilità di un forte terremoto e l'impossibilità di aiutare tutti figuriamoci l'idea di una guerra.
non so quante volte mi sono domandata e se un terremoto come quello dell'80 accadesse di notte che farei? io e mio marito unici adulti in casa con 8 bambini + mio figlio. Come considererei l'ordine di importanza? Chi e cosa prenderei al volo?
Ricordo quando un paio di anni prima del matrimonio volevo adottare un bambino che avevo in casa famiglia. Nessuno lo voleva. aveva un grave handicap: sindrome x fragile si chiama. Non parlava ma bastava che mi guardasse negli occhi per farmi capire cosa voleva, se era in difficoltà. In principio gridava soltanto, non camminava ma strisciava a terra. Abbiamo fatto molta ginnastica e tre volte a settimana lo portavo a psicomotricità. Quando non riusciva + a sopportare i rumori si sdraiava a terra e con le mani sulle orecchie si dondolava a destra e sinistra. La notte gridava e si toglieva il pannolino. (aveva 5 anni e defecava da 5 anni..vi lascio immaginare).
Ma gli volevo un bene dell'anima e mi voleva un bene dell'anima. Quando mi vedeva gli occhi suoi brillavano e faceva un sorriso, splendido si torceva completamente e faceva piccoli gridolini per farmi capire che era contento.
Quando mi mettevo il cappotto mi dava subito la mano e piangeva quando non potevo portarlo con me ...proprio come ora fa mio figlio.
Salivava spesso e non mi interessava se talvolta si puliva su di me o mi baciava "a modo suo"(cosa che non sopporto- la saliva non i baci quelli li adoro- e non ho mai sopportato con tt gli altri bambini).
Ho pianto per settimane quando se n'è andato. Siamo riusciti a trovare una coppia emiliana che dopo un paio di weekend in cui è venuta a trovarlo ha deciso di prenderlo in affidamento.
Non me l'hanno mai fatto sentire telefonicamente. Non hanno voluto che il bambino incontrasse gli altri 4 fratelli andati in adozione anche se gli spettava visto che lui è in AFFIDAMENTO. e perchè è in affidamento? Perchè la coppia non l'ha preso in adozione, come hanno fatto le altre coppie per gli altri 4 fratelli? allora l'hanno preso per motivi economici? (perchè con l'affidamento il comune ti passa una piccola quota mentre con l'adozione no, poi lui aveva anche la pensione di invalidità e tutti gli arretrati che gli avevamo fatto avere noi e avevamo tenuto tutto da parte senza toccare nulla)
Troppi perchè. ma al Tribunale interessava solo togliere da mezzo un altro fascicolo, un altro numero, ancor di + se quel numero era portatore di handicap, dunque una pratica difficile.
Ho saputo dall'assistente sociale che è andato a controllarlo che per mesi ha avuto un singhiozzo nervoso, per mesi non ha sorriso, ed ha sofferto di crisi epilettiche. La coppia non ci ha voluto + parlare perchè dice che gli abbiamo nascosto di queste crisi, ma da noi non le ha mai avute.
Chissà come sta ora. Speriamo bene.
Se su questo episodio non riesco a passarci su, figuriamoci quando mi domando e se accadesse qualche catastrofe naturale o causata da umani?