Sono la strega in cima al rogo
Una farfalla che imbraccia il fucile
Una regina senza trono
Una corona di arancio e di spine
Sono una fiamma tra le onde del mare
Sono una sposa sopra l’altare
Un grido nel silenzio che si perde nell’universo
Sono il coraggio che genera il mondo
Sono uno specchio che si è rotto
Sono l’amore, un canto, il corpo
Un vestito troppo corto
Una voglia un desiderio
Sono le quinte di un palcoscenico
Una città, un impero
Una metà sono l’intero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Ho vissuto in un diario, in un poema e poi in un campo
Ho amato in un bordello e mentito non sai quanto
Sono sincera sono bugiarda
Sono volubile, sono testarda
L’illusione che ti incanta
La risposta e la domanda
Sono la moda, l’amore e il vanto
Sono una madonna e il pianto
Sono stupore e meraviglia,
Sono negazione e orgasmo
Nascosta dietro a un velo
Profonda come un mistero
Sono la terra, sono il cielo
Valgo oro e meno di zero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E anche nel buio sono libera, orgogliosa e canto
Sono stata tua e di tutti di nessuno e di nessun altro
Con le scarpe e a piedi nudi
Nel deserto e anche nel fango
Una nessuna centomila
Madre figlia, luna nuova sorella, amica mia Io ti do la mia parola
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
Ma nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Mi chiamano con tutti i nomi
Con tutti quelli che mi hanno dato
E per sempre sarò libera, e orgogliosa canto
Scrivo perché mi scappa da scrivere...
10 febbraio 2024
[SABATO DI POESIA] Mariposa di F. Mannoia - Cheope - Di Francesco
04 marzo 2023
[SABATO DI POESIA] L'ultima luna di Lucio Dalla
Lo scimmione si aggirava
Dalla giostra al bar
Mentre l'angelo di Dio bestemmiava
Facendo sforzi di petto
Grandi muscoli e poca carne
Povero angelo benedetto.
Era il cuore di un disgraziato
Che, maledetto il giorno che era nato,
Ma rideva sempre
Da anni non vedeva le lenzuola
Con le mani sporche di carbone
Toccava il culo a una signora
E rideva e toccava
Sembrava lui il padrone.
Fece paura a tutti
Era la testa di un signore
Che con la morte vicino giocava a biliardino
Era grande ed elegante
Né giovane né vecchio
Forse malato
Sicuramente era malato
Perché perdeva sangue da un orecchio.
Era una fila di prigionieri
Che camminando
Seguivano le rotaie del treno
Avevano i piedi insanguinati
E le mani senza guanti
Ma non preoccupatevi
Il cielo è sereno
Oggi non ce ne sono più tanti.
Era così grande
Che più di uno pensò al Padre Eterno
Sospesero i giochi e si spensero le luci
Cominciò l'inferno
La gente corse a casa perché per quella notte
Ritornò l'inverno.
Portò la disperazione tra gli zingari
Qualcuno addirittura si amputò un dito
Andarono in banca a fare qualche operazione
Ma che confusione
La maggior parte prese cani e figli
E corse alla stazione.
La vide solo un bimbo appena nato,
Aveva occhi tondi e neri e fondi
E non piangeva
Con grandi ali prese la luna tra le mani, tra le mani
E volò via e volò via
Era l'uomo di domani l'uomo di domani
E volò via e volò via
Era l'uomo di domani l'uomo di domani
29 marzo 2022
[MUSICA] L'addio di Phil Collins alla musica
Quando lo scorso fine settimana ho visto su instagram un post di Lily Collins dedicato all'ultimo concerto dal vivo di suo papà, il mio cuore ha avuto un grosso scossone.
04 marzo 2022
[MUSICA] Dieci anni senza Lucio Dalla - Come è profondo il mare
(Lucio Dalla - Come è profondo il mare - 1977)
Grazie Lucio.
Cari amici, prendo una piccola pausa. A rileggerci presto!
22 novembre 2021
[MOSTRE] CLAUDE MONET AL PALAZZO REALE DI MILANO
![]() |
Monet - particolare Le Rose |
Con infinite precauzioni sono tornata al museo.
E ho scelto di visitare la mostra che si tiene in questi giorni al Palazzo Reale di Milano, dedicata alle opere di Claude Monet provenienti dal Musée Marmottan di Parigi.
06 marzo 2021
[SABATO DI POESIA] CHIAMAMI ANCORA AMORE DI ROBERTO VECCHIONI
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DAL WEB |
E per la barca che è volata in cielo
Che i bimbi ancora stavano a giocare
Che gli avrei regalato il mare intero
Pur di vedermeli arrivare
Per il poeta che non può cantare
Per l'operaio che ha perso il suo lavoro
Per chi ha vent'anni e se ne stà a morire
In un deserto come in un porcile
E per tutti i ragazzi e le ragazze
Che difendono un libro, un libro vero
Così belli a gridare nelle piazze
Perché stanno uccidendoci il pensiero
Per il bastardo che stà sempre al sole
Per il vigliacco che nasconde il cuore
Per la nostra memoria gettata al vento
Da questi signori del dolore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
Dovrà pur finire
Perché la riempiremo noi da qui
Di musica e di parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
Tra il silenzio e il tuono
Difendi questa umanità
Anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché le idee sono come farfalle
Che non puoi togliergli le ali
Perché le idee sono come le stelle
Che non le spengono i temporali
Perché le idee sono voci di madre
Che credevano di avere perso
E sono come il sorriso di Dio
In questo sputo di universo
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
Dovrà ben finire
Perché la riempiremo noi da qui
Di musica e parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Continua a scrivere la vita
Fra il silenzio e il tuono
Difendi questa umanità
Che è così vera in ogni uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
Dovrà pur finire
Perché la riempiremo noi da qui
Di musica e parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
Tra il silenzio e il tuono
Difendi questa umanità
Anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore
(Roberto Vecchioni - 2011)
Note sull'autore
Roberto Vecchioni è nato a Carate Brianza nel 1943. È cantautore, scrittore, paroliere, poeta e(ormai) ex professore di latino e greco. Ha origini napoletane e questo, oltre al fatto che è interista, è una ulteriore nota di merito che deve essere sempre messa in risalto! Un grandissimo della musica e della cultura italiana. Volendo rimanere in tema Festival ho pubblicato la canzone con la quale vinse Sanremo nel 2011. Una ballata in cui abbraccia il senso dell'amore universale, profonda e intensa. Dobbiamo ascoltarla e leggerla più volte per capire il significato profondo del suo messaggio. Roberto si rivolge agli altri, ai giovani, al futuro. Alla nostra amata Italia, sempre nell'occhio del ciclone. Ci chiede di riuscire a riconoscere l'amore, l'unica cosa in grado di salvarci, anche nel buio più profondo. Di saperlo accogliere, di renderlo speciale, di utilizzarlo per risollevare le sorti individuali e collettive. Ma parla di molto altro, sono certa che saprete scorgerlo tra le righe.