21 settembre 2017

VENTICINQUE.



Che io sia una abbastanza irascibile e lunatica è vero.
Che non riesca a perdonare facilmente chi mi ha deluso è altrettanto vero.
C'ho un caratteraccio e con l'età peggioro ogni giorno che passa.
Ma sono cose risapute.
A dirla tutta sono abbastanza incazzata con la vita; in questi ultimi mesi mi ha tolto abbastanza e regalato quasi zero.
A parte una ricorrenza importante.

I miei venticinque anni di matrimonio andavano festeggiati. E bene, dato che oramai vivo alla giornata. Mi sento come un animale in estinzione. In un mondo dove è molto più comodo scappare al primo problema che restare vicini per impegnarsi a risolverlo.
Dura eh.
Sarà un discorso cinico ma vi assicuro, per come la vedo io, ha molto senso.
No, la sdolcinatezza ve la risparmio.
E anche la perfezione che mi viene attribuita da gente stupida e superficiale, che non guarda oltre il proprio naso abituata a specchiarsi spesso e a trovarsi irresistibile.

Non c'è nulla di perfetto in me.
A parte, FORSE,  le mie unghie che stasera sono più affilate del solito.
Rosso giungla. Sono sempre pronta a colpire per difendermi e per difendere il mio mondo.
Che si fottano tutti.
Quello che sorridono ironici, quelli che non ci credono, quelli che in fondo lo desiderano un giardino tutto per loro, ma non sono stati capaci di impegnarsi strenuamente per renderlo splendido e hanno rinunciato. E ora si burlano di quelli che invece, hanno sudato lacrime e sangue per restare insieme.
Non è mica una passeggiata.
Sì andava festeggiato.
Anche per quelli come noi, che è una vita che vanno avanti, senza far il minimo rumore.
Accidenti.
E ci ho messo dentro tutto. La chiesa splendida, il pranzo, le bomboniere, le damigelle, il parentame.
La torta, soprattutto la torta.

Auguri Mari, per due o tre giorni, la vita agra l'abbiamo fregata.







04 settembre 2017

RECENSIONE: GOLIARDA SAPIENZA - L'ARTE DELLA GIOIA




AUTORE: GOLIARDA SAPIENZA
TITOLO: L'ARTE DELLA GIOIA
EDIZIONI: STAMPA ALTERNATIVA
PAGINE: 569
PREZZO: 19,00 



Uno dei momenti che preferisco è quando inizio un libro nuovo.


Specialmente se, ho impiegato un po' di tempo a cominciarlo.

Per convergenze astrali a volte, o impedimenti terreni, capita.

E' successo così con il romanzo più "disturbante" di Goliarda Sapienza.

Scrittrice scomoda e difficile da inquadrare che avevo conosciuto un paio di anni fa, quando lessi "Incontro a Positano".

Breve e intenso. Scrittura fluida e tematica interessante. Ma incapace di travolgermi con le parole e le intenzioni.



Finito,  mi ero domandata perché l'autrice era stata così snobbata e tenuta al bando dall'intera classe editoriale degli anni '80 e '90. Che si era sempre  rifiutata  di pubblicare il suo romanzo più importante, fino a quando nel 1994, due anni prima che morisse d'infarto, l'amico Angelo Pellegrino, che visse con lei per vent'anni,  era riuscito  pubblicare la prima parte.

Dopo la morte dell'autrice finalmente venne alla luce per intero, con tutte quattro le parti, grazie a Stampa Alternativa e a spese del suo caro amico.
Furono distribuite circa un migliaio di copie e la cosa sembrava destinata all'oblio. Pellegrino, nella prefazione della nuova edizione, ricorda che entrava tutti i giorni in una libreria Feltrinelli  dove c'erano due copie del romanzo, dietro altri libri  e su di una scansia nascosta da una colonna.
Ogni giorno si chiedeva chi mai le avrebbe acquistate. Fino a quando, misteriosamente, sparirono. La cosa gli sembrò stupefacente.

Come accade piuttosto spesso, (mi viene in mente Erri De Luca chissà perché...) la "scoperta" di una delle nostre migliori autrici italiane del novecento, la dobbiamo ad una berlinese,  geniale editor di testi sconosciuti,  Waltraud Schwarze. Così il romanzo esce in due parti, in Germania.
La Schwarze poi, telefona a Parigi a  Viviane Hamy, editrice nota per il suo coraggio,che lo fa tradurre e poi lo pubblica. Ottenendo un successo strepitoso.
Da lì in poi è storia fatta di passaparola e di "illuminazioni tardive" anche da parte degli editori italiani.
Da qualche anno Einaudi sta pubblicando gli inediti e ripubblicando tutta la sua bibliografia.

Finalmente a fine estate ho cominciato il romanzo.

Brevemente la sinossi:
si racconta la vita, le opere e gli amori di Modesta Brandiforti.
Nata poverissima il 1 gennaio del 1900, nella profonda provincia siciliana e  diventata poi principessa, per intelligenza e libertà di pensiero e di azioni.
L'intera esistenza della protagonista abbraccerà quasi tutta la storia della nostra penisola di quell'epoca, tra guerre e resistenze, trasformazioni economiche,  politiche e sociali senza mai perdere di vista la cosa più importante, la gioia della libertà.

Modesta (alter ego di Goliarda), racconta  la sua vita quasi sempre in prima persona, con un'energia e una forza ineguagliabile. Donna intelligentissima, controcorrente, assolutamente e indisponentemente all'avanguardia. Capace di creare un mondo o meglio una vera e propria "comune" nella sua villa sul mare, poco lontano da Catania, in cui ognuno si sentirà sempre libero di essere per prima cosa un essere umano senza vincoli sociali, privo di pregiudizi e incapace di giudizi.
Sarà mamma, padrona, assassina, amante passionale, donna senza confini e senza limiti. Sempre felice,portando con sé e donando agli altri quella "gioia" che prepotentemente tiene stretta in tutto il suo viaggio.

Un personaggio talmente fuori dagli schemi che di sicuro non poteva essere accettato dall'oscurantismo imperante dell'epoca in cui l'opera fu scritta. E direi che anche oggi qualcuno potrebbe faticare ad accettarlo.

Modesta come Goliarda.
Goliarda come Modesta.

La scrittrice non si negò niente e visse libera e "scandalosamente", fino al suo ultimo respiro. Fu attrice prima, scrittrice poi. 
Ebbe anche un esperienza in carcere per avere rubato gioielli a casa di un amica.
Disse che lo aveva fatto per rabbia; la sua amica era ricchissima e non esitava ad invitarla a cena nei migliori ristoranti ma le negava il prestito che  le chiedeva per la pubblicazione dei suoi scritti. Nel carcere di Rebibbia, dove fu rinchiusa, conobbe tante persone con le quali non dovette fingere di essere diversa da ciò che era;per questo motivo fu accettata e realizzò che le persone conosciute "dentro"  erano persone uguali a noi, non esisteva il diverso.

La meraviglia di non avere preconcetti e di fluttuare liberi. Di amarsi e accettarsi in piena consapevolezza.
Questo concetto di libertà assoluta è il suo manifesto.

Se solo uomini e donne riuscissero a guardare fino in fondo in quel mare di potenza che è la sua scrittura e trarne vero insegnamento, si potrebbe partire da qui, per un mondo migliore.


incipit

"Ed eccovi me a quattro, cinque anni in uno spazio fangoso che trascino un pezzo di legno immenso. Non ci sono nè alberi nè case intorno, solo il sudore per lo sforzo di trascinare quel corpo duro e il bruciore acuto delle palme ferite dal legno. Affondo nel fango sino alle caviglie ma devo tirare, non so perché, ma lo devo fare. Lasciamo questo mio primo ricordo così com’è: non mi va di fare supposizioni o d’inventare. Voglio dirvi quello che è stato senza alterare niente."