31 marzo 2018

FERMARE IL TEMPO.


Avrei dovuto passare questi giorni assieme alla mia famiglia.
Dovevano venire a trovarci ma all'ultimo momento mia madre non è stata bene e hanno dovuto rinunciare alla vacanza e  noi alla loro compagnia.
I miei genitori sono anziani, hanno molti problemi di salute e il tempo ultimamente non è stato generoso.
Sono sempre felice quando riescono a sentirsi abbastanza bene da riuscire ad affrontare il viaggio.
E loro di stare con noi anche se per pochi giorni. Si divertono, si riposano e fanno lunghe passeggiate.
C'è tanto verde nella mia zona, un bel parco dove passare del tempo e mille eventi e incontri quando arriva questo periodo. Sarà per la prossima volta.

Certo il tempo a Milano resta ancora incerto, questa mattina e poi nel pomeriggio la pioggia l'ha fatta da padrona.
E allora ho approfittato per preparare la pastiera che secondo tradizione familiare è imprescindibile dalla Pasqua.
Che ci fosse mia mamma quest'anno era la novità, sono abituata a fare da sola.
Fatta e infornata pochi minuti fa.
Ora sono qui al mio pc a ricordare quando le pastiere non era l'unica tradizione di famiglia.

In realtà, con ricetta  tramandata dal nonno materno, di origine calabrese, per decenni a casa si è preparato il panettone pasquale. A capo della compagnia mia nonna Carmela e mamma Mimma, che si occupavano di ogni cosa. 
Per anni, da bambini, aspettavano con ansia l'inizio della festa. Ne venivano preparati una decina da distribuire poi a tutti i figli.
E noi piccoli, avevamo il permesso di sbattere l'impasto di uno con le mani.
Che poi ci scappava sempre un dito da inzuppare velocemente e succhiare di nascosto.
Dolce e con l'uvetta, non così lontano dal quello lombardo.
Una volta nelle teglie, si portava tutto al forno più vicino, che li cuoceva alla temperatura necessaria.
Il profumo rimaneva in casa per giorni, copriva ogni cosa anche quello della pastiera che per tradizione veniva preparata poi, sia di riso che di grano. E il buon dolce si manteneva per giorni e giorni finendo anche inzuppato nel latte.
La ricetta di nonno Ugo, scritta di suo pugno, è custodita gelosamente da mia madre.

Ci pensavo questo pomeriggio mentre ero indaffarata nel preparare il mio, di dolce.
Chiederò a mamma una copia della ricetta; vorrei provare a realizzarla, per ricordare quei giorni e provare a fermarli un po', con un pizzico di magia grazie ai ricordi.
Quelli che servono per andare con la memoria alle persone care che non ci sono più e per avere modo di ringraziarle per esserci state, e per darci la possibilità, almeno per poco, di tenerle ancora con noi.

Un abbraccio a tutti voi amici miei.
BUONA PASQUA.






27 marzo 2018

HOW?


Il 9 settembre del 1971 veniva pubblicato il quinto album da solista di John Lennon, il secondo dopo lo scioglimento dei Beatles: IMAGINE.
Fu inciso per la maggior parte nella casa di Lennon ad Ascot, in Inghilterra, e venne terminato a New York, dove John e Yoko si trasferirono nell'agosto del 1971.
La canzone che da il titolo all'intero lavoro, resta una ballata inarrivabile. l'artista si ispirò alla moglie prendendo spunto dal un libro che lei aveva pubblicato nel 1964 "Grapefruit". Era convinto che la gente potesse cambiare il mondo e scrisse un inno all'umanesimo universale.  Il brano, la più grande affermazione di Lennon, offriva la visione di un mondo di possibilità e segnava il culmine del suo credo, secondo il quale un progetto personale può generare un cambiamento sociale positivo.
Tutto perfetto e giusto, canzone mirabile, ma un'altra è la mia preferita in quel contesto: HOW? Questo piccolo gioiello, che ho ascoltato e riascoltato tantissime volte, mi sembra quanto mai attuale. E vi invito a leggerne il testo con attenzione.
All'album collaborò George Harrison ed è, a mio parere, il più rappresentativo del cantautore inglese.
Con canzoni manifesto, ballate d'amore e grandi scritti di protesta, soprattutto nei confronti di Paul McCartney, che  in quello stesso periodo, aveva denunciato i suoi ex compagni per ottenere il dissolvimento ufficiale della loro società. Oltre ad attaccare spesso e volentieri , sul piano personale, la coppia Lennon - Yoko Ono. Ma magari di questo vi parlerò un'altra volta.

Ecco HOW?

How can I go forward when I don’t know which way I’m Facing?
How can I go forward when I don’t know which way to Turn?
How can I go forward into something I’m not sure of?
Oh no, oh no 

How can I have feeling when I don’t know if it’s a Feeling?
How can I feel something if I just don’t know how to feel?
How can I have feelings when my feelings have always Been denied?
Oh no, oh no 

You know life can be long
And you got to be so strong
And the world is so tough
Sometimes I feel I’ve had enough 

How can I give love when I don’t know what it is I’m Giving?
How can I give love when I just don’t know how to give?
How can I give love when love is something I ain’t never Had?
Oh no, oh no 

You know life can be long
And you got to be so strong
And the world she is tough
Sometimes I feel I’ve had enough 

How can we go forward when we don’t know which way We’re facing?
How can we go forward when we don’t know which way To turn?
How can we go forward into something we’re not sure Of?
Oh no, oh no

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Come posso andare avanti quando non so quali vie ho di fronte?
Come posso andare avanti quando non so in che direzione voltarmi?
Come posso andare avanti in qualcosa di cui non sono sicuro?
Oh no, oh no

Come possono avere sentimenti quando non so se è un sentimento?
Come posso provare qualcosa se non so come sentire?
Come posso avere sentimenti quando i miei sentimenti mi sono sempre stati negati
Oh no, oh no,

Sai, la vita può essere lunga
E devi essere così forte
E il mondo è così duro
A volte sento di averne avuto abbastanza

Come posso dare amore quando non so cos’è che sto dando?
Come posso dare amore quando non so come dare?
Come posso dare amore quando l’amore è qualcosa che non ho mai avuto?
Oh no, Oh no

Sai, la vita può essere lunga
E devi essere così forte
E il mondo, lei è forte
A volte sento di averne avuto abbastanza

Come possiamo andare avanti quando non sappiamo quali vie abbiamo di fronte?
Come possiamo andare avanti quando non sappiamo in che direzione voltarci?
Come possiamo andare avanti in qualcosa di cui non siamo sicuri?
Oh no, oh no








Note bibliografiche
IMAGINE -  Album -  studio  pubblicato il 9 settembre 1971 
Fonti: John Lennon - Una rivoluzione in musica - Edizioni Whitestar

22 marzo 2018

MEGLIO GIOCARE A PALLONE FINCHÈ SI PUÒ.


Cercare di dare una spiegazione logica alle cose è impresa ardua.Ma necessaria.
Oggi però sono particolarmente stanca.
Seduta dall'altra parte dello schermo, penso.

Ad una bella frase letta in un libro qualche tempo fa:

"E' inutile temprare i bambini alle prove, tanto ci penserà la vita.
Meglio giocare a pallone, finché si può." (Lorenzo Marone - La tristezza ha il sonno leggero)

Siete stati tutti bambini e molti ora genitori, io sono stata una bambina  a zig zag (grazie David Grossman) per cui cosa ne pensate?





19 marzo 2018

UN TUFFO NEL MARE.




La memoria è il nostro tesoro. Racchiusi nel profondo della nostra anima come in un scrigno prezioso, ci sono tutti i nostri ricordi.
Belli e brutti, di sereno e tempesta.
Come pioggia improvvisa a volte ci inzuppano tutti senza che sia possibile trovare riparo.
Noi guardiamo in alto e poi proviamo a chiudere gli occhi: ma loro sono lì, impossibile fuggire.

Io li lascio scorrere random perché di tale bellezza vorrei morire.

Le conchiglie sulla spiaggia erano numerose,  passavamo intere mattinate a raccoglierle  e a posarle in quei bei secchielli colorati e splendenti.
Le palette e le formine a fare castelli.
Alcuni venivano su come la cattedrale di Barcellona; guglie improbabili che si allungavano fino al cielo.
E poi, come gioielli li arricchivamo con i tesori trovati al mattino presto lungo la battigia.
I colori più belli, le traslucenze misteriose, la madreperla improbabile.
Felici coinvolgevamo gli adulti che venissero ad applaudire i nostri piccoli sogni da futuri architetti.
Il mondo lo avremmo dovuto cambiare, saremmo bastati noi e la nostra fantasia.
Poi c'era il bagno, al quale anelavamo dal mattino presto.
Le ore della digestione subita come una condanna, ticchettavano lente. La colazione era smaltita intorno alle 11,00 se le nostre mamme erano clementi.
A quell'ora eravamo tutti in fila ad aspettare il via come fossimo alla maratona: in partenza.
Ci lanciavamo con urla ridicole, baruffe accese di schizzi d'acqua. Risate e rincorse goffe.
Tra tutti c'era qualcuno che non aveva ancora provato a lanciarsi senza braccioli.
Il mare in tutta la sua trasparenza poteva nascondere il male a pochi passi dalla spiaggia.
Eravamo combattuti, provare oppure no, la gioia era mista a sgomento. Fare quel passo?
Un papà colse il desiderio e allo stesso tempo il timore e allora prese in braccio il suo tesoro e lo condusse con sè.
Gli altri dietro a fare da sponda.

Per qualche giorno ci furono lezioni di nuoto a cui ci abituammo.
Poi venne il momento del tuffo nel mare, perché si era pronti.
Ingoiammo acqua che fece lacrimare occhi e stringere i polmoni. Ma come nella vita così nel mare la necessità ti fa dimenticare le difficoltà e le paure.
Qualche bracciata allontanò ogni remore. 
Divenimmo provetti pesciolini. Ci furono gare, vinte e perse e ancora tante risate. Tanti tuffi forti di spalle potenti.
Quel papà che decise il momento restò un eroe. Ma era il mio e ne fui persino gelosa.
Cosa che con il tempo non è passata mai. 
Di orgoglio e di amore è questo scritto.
Grazie papà lungo la striscia del tempo la tua bimba ti amerà sempre con forza e controvento.
Buona festa del papà agli eroi quotidiani dei bambini  di tutto mondo.



16 marzo 2018

STASERA È COSÌ.




Non vi capita mai di sentirvi particolarmente su di giri o allegri senza un vero e proprio motivo?

- Non avete partecipato ad un "apericena" (odio 'sto termine) e quindi nessun tipo di alcol in corpo a giustificare l'insolita euforia;
- Non avete concluso un affare particolarmente soddisfacente e quindi nessun riscontro economico;
- Non avete comprato quel paio di scarpe meravigliose viste in una vetrina in centro a causa del portafoglio piangente di cui sopra;

- Non siete riusciti a  portarvi a casa quella Triumph bonneville t100 di seconda mano ma in ottimo stato che avete coccolato per settimane (par condicio per le scarpe di prima);
- Non avete raggiunto il peso forma che vi eravate prefissati nonostante i tre mesi di lacrime e sangue in palestra;
 - Non state per partire per un bel fine settimana al mare con la vostra metà causa Buran che torna;
- Non avete mangiato quei tre quattro chili di Nutella che vi risolvono molte serate davanti alla tele;
- Non è prevista nessuna uscita durante il fine settimana;
- Non vi ha cercato quel bel ragazzo/ragazza che finalmente dopo quasi un mese vi ha rivolto la parola al bar che frequentante tutte le mattine;


Insomma, tutto come al solito.
La settimana lavorativa pesante.
La spesa del venerdì.
Le pulizie del sabato.
Il cinema alla sera.
La pioggia della domenica.

Eppure vi sentite bene, avete un bel sorriso stampato in faccia, assaporate l'aria che vi circonda.
È L'ATTIMO FELICE. 
Un momento magico.

Non è da tutti. 
Non sciupatelo. IGNORATE.


Vivete, voi che sapete vivere, che sapete amare, che sapete distinguere.
Nessuno può togliervi questa consapevolezza.

Pensateci quando sarete stanchi, demoralizzati, sfiniti dalla stupidità altrui.

Ritroverete quel sorriso unico, esattamente quello che vi rende migliori tra tanti.






13 marzo 2018

RECENSIONE: LORENZO MARONE - UN RAGAZZO NORMALE








AUTORE: LORENZO MARONE
TITOLO: IN RAGAZZO NORMALE
EDIZIONI: FELTRINELLI
PAGINE: 281
PREZZO: EURO 16,50









Sinossi:
Mimì è un ragazzino dodicenne che vive a Napoli, nel quartiere Arenella, al Vomero. La parte "alta" della città.
Siamo nel 1985. È caduta tanta neve e per lui è la prima volta.
Suo padre è il custode di un palazzo e la  vita ruota intorno alla sua famiglia composta da papà mamma, nonni e sorella, i condomini del suo palazzo e l'amico Sasà, figlio del proprietario della salumeria di fronte casa sua, giovanissimo scugnizzo.

Ha una grandissima passione: la lettura. Non avendo molto spazio conserva i suoi pochi e preziosi libri sotto il letto. E alla sua età già conosce a memoria interi capitoli di quelli che possiamo definire i capolavori dell'infanzia. Mark Twain e Salgari per citarne un paio.
Ha una padronanza di linguaggio anomala per la sua età e sembra  un ragazzino del nord trapiantato al sud e da quel mondo non compreso fino in fondo. Un po' stonato e fuori tempo.
Si butta a capofitto in ricerche assurde come quella di volere praticare la trasmissione del pensiero e per farlo cerca di coinvolgere parenti, amici e vicini di casa.
Durante uno dei primi tentativi chiede consiglio e aiuto ad un giovane giornalista napoletano che abita lì: Giancarlo Siani, che quasi immediatamente diviene il suo personale supereroe.
Un eroe che non ha superpoteri ma una penna intrisa di verità. Che pagherà con un durissimo prezzo (la vita) il suo non essersi piegato all'omertà e al silenzio. Che firmerà la sua condanna a morte in breve tempo, con i suoi pezzi sul Il Mattino dedicati alle cosche camorristiche che si spartivano il potere nella città.
Ma il romanzo non è la storia di Siani. Anche se ringrazio l'autore per avere riacceso i riflettori su una figura valorosa  e un ottimo giornalista, troppo presto scomparso e dimenticato. 

È un anno della vita di Mimì, che attraverso gli episodi che la punteggeranno, crescerà, si innamorerà e comprenderà fin troppo presto cosa vogliano dire, violenza, terrore e abbandono.


Considerazioni:

Ho letto tutti i romanzi di Lorenzo Marone.
I suoi personaggi incantano, spiazzano, coinvolgono. La sua scrittura è vita vera e emozione, il tutto farcito da tantissima ironia.

Quest'ultimo lavoro è un po' diverso, a partire dal protagonista, un ragazzino che cresce e matura in un luogo che le cronache ci hanno descritto spesso e volentieri in maniera stereotipata.
Ma Napoli non è solo violenza e degrado. Brutture e ignoranza.
Napoli è una città complessa e bellissima. Tutta da vivere, senza preconcetti.
Mimì è un bambino molto solo. Più maturo di tanti altri, spiazza anche la sua famiglia. Fanno fatica a comprendere la sua ricerca di migliorarsi, sono abituati a che tutto non cambi mai.
Mi ha fatto tenerezza, mi ha ricordato come ero alla sua età.
Anche io leggevo tanto, non parlavo il dialetto (assolutamente vietato) vivevo un po' discosta dalla vita di allora, tutta presa a pensare che, fuori dalle mie quattro mura, c'era un intero mondo da conquistare. E per farlo, dovevo uscire dal lì, guardare avanti, essere oltre.
Ho perseguito questo mio progetto fin da quando ero bambina e ho raggiunto gli obiettivi che avevo chiari e ben stampati in mente.

Ma a differenza di Mimì non ho conosciuto alcun supereroe. Mi avrebbe fatto comodo.

"Ero in piedi davanti a lui, con la t-shirt rossa spiegazzata di Flash Gordon che spuntava da sotto il gubbino, le mani lungo i fianchi e il capo sollevato a cercare il suo sguardo. 
- tu combatti la criminalità,  è vero? - trovai il coraggio di chiedere infine.
Lui aggrottò la fronte e non rispose.
- Combatti o no contro i cattivi? -
- In un certo senso... - rispose.
- Già lo so. Sei una specie di supereroe - aggiunsi e stavolta lo vidi ridere di gusto.
- Non sei un po' grande per credere ai supereroi? Mi dispiace deluderti, ma non esistono supereroi, Mimì. -
rispose e si infilò lo stereo portatile sotto l'ascella.
- Io invece, credo che esistano, e sono in mezzo a noi. -
- Ah sì? -
- Sì e tu ne sei un esempio. -
Ci fu solo un istante di imbarazzante silenzio, poi lui replicò:
- Ma che dici, non ho nulla dell'eroe, guarda - 
e alzò il braccio a mostrarmi i bicipiti - non ho neanche i muscoli -
- Non c'è bisogno di muscoli per essere degli eroi... -
ribattei subito.
Giancarlo allora divenne serio e disse solo - devo andare, ti citofono quando ho la cassetta. -
Fece due passi e poi si girò e, nel vedere la mia faccia delusa tornò indietro. - Senti non so che i dea ti sei fatto di me, o se qualcuno ti abbia raccontato delle fesserie, io sono solo un giornalista abusivo che tenta di fare bene il suo lavoro. Ti assicuro che non ho superpoteri, altrimenti li userei per farmi assumere con un contratto definitivo dal giornale. - e tornò a sorridere.
Solo che io non ridevo per nulla, così mi poggiò di nuovo una mano sulla spalla e aggiunse - gli eroi sono altri, Mimì... -
- Gli eroi sono quelli che non hanno paura di niente - risposi io deciso.
- Faccio solo il mio dovere - ribadì e si diresse verso l'ascensore.





Bibliografia:
LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICI - (LONGANESI 2015)
LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO (LONGANESI 2016)
MAGARI DOMANI RESTO (FELTRINELLI 2017)







10 marzo 2018

CHE L'AMORE È TUTTO.


L’Amore è tutto

Che l’Amore è tutto
È tutto ciò che sappiamo dell’Amore,
È abbastanza, il carico dev’essere
Proporzionato al solco.
That Love is all there is
Is all we know of Love,
It is enough, the freight should be
Proportioned to the groove.
(Emily Dickinson)

07 marzo 2018

IL SENTIMENTO PIÙ POTENTE NON È LA PAURA MA L'AMORE.



Nel corso degli anni, più volte mi sono dovuta confrontare con la paura nel senso generale del termine.
E a parte ciò che mi riguarda personalmente, lo sguardo vaga all'esterno, tra gli altri, quando è visibile e chiara, effetto delle cronache quotidiane.
Credo profondamente, che ogni paura che ci assale sia possibile combatterla e vincerla.
Come il non farci  abbattere da nulla, per quanto difficile possa essere.
In qualità di donna e di persona, ho spesso paura che in questo mondo non ci sia spazio per le nostre libertà, per il nostro diritto alla vita e alla consapevolezza.
Per la nostra crescita, che ostinatamente cerchiamo di conseguire con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Ci capita di cadere fragorosamente e non sempre per colpa nostra.
Ci capita che la paura dell'altro ci blocchi.
E ci renda cieche, inopportune, deboli. Pronte a chinare la testa, ad accettare la violenza altrui quasi come se ce la meritassimo.
Abbassiamo lo sguardo, incrociamo le braccia e il cuore.
Ci rassegniamo a chi non ci ama e non ci rispetta.
A chi ci offende e ci uccide poco alla volta.

Credo che dipenda dal poco amore.
Se tutte noi scoprissimo quanto sia importante amarci di più, forse, non accetteremmo alcun  compromesso e scioglieremmo ogni catena.
Pretenderemmo rispetto da chi ci sottovaluta, ci relega in un angolo.


Ogni giorno un piccolo passo.
Ogni giorno la cura.
Ogni giorno insegnando ai nostri figli quanto sia importante rispettare e amare la propria compagna senza prevaricarla e senza pensare che sia solo un oggetto da possedere o da sfruttare per diletto.


Impariamo ad amarci, allora.


"Nel racconto ‘Nel profondo dell’oblio’ c’è una frase che vorrei cambiare, ma una volta che si è pubblicato non è più possibile ritrattare. La ragazza del racconto dice che ‘la paura è più forte del desiderio, dell’amore, dell’odio, della colpa, della rabbia, più forte della lealtà’. Ho scritto questo racconto nel 1987, pensando al terrore imposto dalla dittatura militare in Cile, ma col trascorrere degli anni, e in particolare con la morte di mia figlia Paula, ho imparato che il sentimento più potente non è la paura, ma l’amore.

(Amore -  Isabel Allende)

01 marzo 2018

#PROMETTICOMESILVIO

Su twitter impazza questo hashtag.
E dato che, come diceva un grandissimo attore che amo molto,  non ci resta che piangere,
facciamoci due risate sulle nostre disgrazie.

Ho selezionato alcuni tweet per voi e ve li posto in basso, spero che vi divertano un po'.


DIO: riporteremo i Jalisse a Sanremo #prometticomesilvio

BIONDA: ridarò le tette ai senzatetto #prometticomesilvio

ARSENALE K: aiutiamo i facebookiani a casa loro #prometticomesilvio

FRANCESCO ORSINI: più botox per tutti #prometticomesilvio

PECK: farò dire no all'uomo del monte #prometticomesilvio

C'EST MOI: la gente non arriva a fine mese? Faremo i mesi di 15 giorni #prometticomesilvio

MATTEO: vi restituirò i soldi spesi per comprare il flauto alle scuole medie #prometticomesilvio

IL MARZIANO: metterò qualche vocale nei nomi dei mobili all'Ikea #prometticomesilvio

BONNIE379: troverò chi pulisce più di Chante Clair #prometticomesilvio

ANDREW: vi restituirò giochi senza frontiere #prometticomesilvio

DIODEGLIZILLA: vi svelerò il coccodrillo come fa #prometticomesilvio

ARSENALE K: i comunisti potranno mangiare i bambini con la formula all you can eat  #prometticomesilvio


TARGARYEN: vieterò a san marino di votare all'eurofestival #prometticomesilvio

GABRIEL61: aboliremo i gruppi di whatsapps dei genitori #prometticomesilvio

KURTSNARAIN: daremo la champion league alla Juventus #prometticomesilvio

MARIELLAESSECI: Passo, chiudo e vado in pensione #prometticomesilvio.