30 aprile 2012

IL PRIMO MAGGIO: FESTA DEI LAVORATORI SENZA LAVORO


La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori è una festività mondiale celebrata il 1º maggio di ogni anno che intende ricordare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. La festa del lavoro è riconosciuta in molte nazioni del mondo ma non in tutte. (Fonte Wikipedia)

                                       Costituzione Italiana:

  1. Art.1: L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro;
  2. Art.4: E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica economica e sociale del Paese;
  3. Art.5: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto;
  4. Art.35: La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. (...);
  5. Art.36:Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della sua giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto a riposo settimanale e a ferie annuali retribuite e non può rinunziarvi;
  6. Art.36: La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione;
  7. Art.54: Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.


Sugli articoli  che ho trascritto vorrei soffermarmi oggi, anche se la Costituzione Italiana ha su di me un fascino ipnotico, in successione riesco a leggerne tutte le parti trovandole ogni volta estremamente interessanti e esplicative.
I 12 articoli che fanno parte dei Principi fondamentali li rileggo quasi come un mantra.
Ultimamente lo faccio per convincermi che abbiano ancora un senso loro e la festa del 1° Maggio.

Senza dilungarmi sulle sue origini americane, parlo brevemente di quello che rappresenta per noi.

Sicuramente anche da noi si intendeva ricordare l'impegno sindacale e i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori.
Ma ora?
Le bandiere si sono sbiadite, non c'è più rabbia, orgoglio di lotta, unione e partecipazione.

Solo rassegnazione.

Da circa 20 anni il culmine della "festa" è rappresentato dal concerto del 1° Maggio in piazza San Giovanni a Roma.
Per la cronaca questi sono gli artisti che parteciperanno alla serata presentata da Francesco Pannofino e Virginia Raffaele:
Caparezza, Afterhours, Almamegretta, A Toys Orchestra, Dente, Alessandro Mannarino, Nobraino, l'Orchestra Roma Sinfonietta, Mauro Pagani, Marina Rei, Sud Sound System, Teatro degli orrori e Young The Giant.
Praticamente la sua forza si è ridotta anno dopo anno al solo evento mediatico.
Questo per i giovani.

Per tutti gli altri la cosa più importante è diventata cosa organizzare per quel giorno; se c'è un ponte con cui allungare la vacanza dal lavoro si parte già dall'anno prima alla ricerca di luoghi per un breve stacco.

Che cosa è rimasto delle lotte e dei morti?
Che cosa è rimasto dell'orgoglio dei lavoratori?
Che cosa è rimasto dei lavoratori?
Che cosa è rimasto del diritto al lavoro?
Che cosa è rimasto della libertà nostro primario diritto?







                                      

 LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE sono stata abbastanza provocatoria?

59 commenti:

  1. DorianGray1/5/12 1:38 AM

    Ottimo post Mariella e ottima scelta iconografica.
    Il Quarto Stato di Pelizza Da Volpedo (esposto al Museo del '900 di Milano) è perfetto per ricordare la festa dei lavoratori (o meglio, purtroppo, degli aspiranti).

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    1. Vabbè Dorian da che mondo è mondo quando pensi festa dei lavoratori pensi Quarto Stato, ossia pensi a quel quadro , è su tutti i libri di storia!
      é scontato, ma sempre efficace!

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    2. Grazie Dorian.
      Mi fa sempre piacere quando passi a trovarmi.
      Un abbraccio grande!

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  2. Arriviamo al dunque proprio in questi gg, con uno dei miei fanciulli, il + grande per la precisione, che frequenta la terza media, affrontiamo la fine dell'800. Le varie lotte, gli abusi di potere, come si veniva trattati sul lavoro.
    Su Marx ed Engel? 4 righe tanto che lui non le ha neanche sottolineate. NON é IMPORTANTE, mi dice. Ha sottolineato giusto 1 maggio rivolta dei lavoratori. Ma forse non lo diràall'interrogazione perchè il prof non lo ha spiegato quindi "non è importante" Capito? Non è importante se grazie a quella lotta sociale del 1 maggio 1890, dopo anni di "smazzamento di Marx ed Engel"(tra gli altri), noi abbiamo ottenuto dei frutti che conoscete tutti e che purtroppo sembra stiano andando a rotoli, come balle nel far west.
    Quando ai tempi lo studiai io l'argomento, riprendendolo poi all'università sapete cosa mi dispiacque di più? (è una cazzata lo so) che Marx era morto nel marzo del 1883 (sono date che mi sono rimaste impresse)...non aveva potuto partecipare a quella manifestazione!

    Oggi si potrebbe dire: sapete che cosa hanno ottenuto? Il CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO! hahahahahaha (sorriso triste e amaro)

    Cmq come sempre Brava Mary.

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    1. Già l'ultima considerazione molto amara la condivido.

      Nenache io ricordavo il particolare della morte di Marx poco prima della prima manifestazione dei lavoratori.
      Grazie Ai.

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    2. Brava Ai!
      Spero, comunque, che il pargolo abbia rivisto le sottolineature fatte in un primo momento...

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  3. Oggi sono un pò acida, sarà perchè come al solito in un giorno di festa i miei suoceri hanno telefonato alle 8 in punto, quando potevamo dormire tutti un pò di più. Sì lo so lo so, ho dimenticato di spostare la cornetta in occupato. Grave errore!


    E' saltato un commento di Ai lo riporto qui.

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  4. BUON PRIMO MAGGIO RAGAZZI!

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  5. Carissima Mary,

    Buon Primo Maggio anche a te (nonostante la levataccia...!) e a tutti gli altri.
    Il post è provocatorio al punto giusto, direi. Le domande alla fine del post portano a riflessioni di vario genere e di varia natura.

    Partirei dal Quarto Stato di Pelizza Da Volpedo. Oggi chi sfilerebbe come Quarto Stato? Riflettere su come è cambiata l'economia e con essa il lavoro e la società è di basilare importanza. Perchè guardare indietro serve, ma fino ad un certo punto.

    L'Italia come tutti i paesi economicamente avanzati non si regge più sull'agricoltura o sulla grande industria: oggi gli occupati italiani lavorano nel cosiddetto terziario, settore servizi. Di vario genere, certo, ma si tratta pur sempre di produrre qualcosa che non ha più la sostanza della merce. Tant'è che le fasi produttive sono per lo più decentrate nei Paesi in via di sviluppo: dall'Europa dell'Est all'Estremo Oriente. Chi produce ancora in Italia lo fa a livello artigianale o perchè richiede alta specializzazione. Resta il fatto che quasi tutti spendiamo le otto ore di lavoro in un ufficio e non su un campo agricolo o in una fabbrica. E anche le fabbriche non sono più quelle degli anni Sessanta: la multinazionale americana nella quale lavorava mio papà contava 6 mila dipendenti nel 1962. Oggi a Milano non esiste più; sopravvivono due stabilimenti in Italia per un totale di 400 persone.
    In 37 anni di lavoro mio papà ha scalato tutti i gradini della gerarchia interna: entrato come apprendista, è uscito dirigente. E anche con la sua poltrona comoda mio papà quando c'era bisogno andava a fare i collaudi, a "sporcarsi le mani": non era di quelli che si vedono oggi che non sanno una mazza di quello che fanno i loro sottoposti.
    Oggi una carriera come quella di mio padre è pura utopia: difficilmente si rimane nella stessa azienda per tutta la vita lavorativa a causa dei contratti a termine e chi ha un contratto a tempo indeterminato viene assunto con una mansione che resterà tale e quale sino alla pensione (o giù di lì). Oggi non c'è la mobilità di una volta: le aziende non investono più nel personale. Non investono per farti crescere dentro l'azienda una volta capito quello che sai fare e soprattutto quello che puoi fare. E questo è uno dei motivi per cui lavorare in Italia oggi è tanto difficile...
    (continua....)

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  6. E' cambiata la mentalità delle aziende, ma anche quella del lavoratore. Negli anni Sessanta, il lavoro nobilitava sempre e comunque: eravamo molto più semplici, molto più poveri, ci bastava uno stipendio a fine mese per essere felici di quello che facevamo.
    Oggi dal lavoro vogliamo di più: vogliamo che ci realizzi, che ci stimoli, che sia ben pagato, ma ci lasci il sabato libero e possibilmente non costi troppa fatica. Ne volete una prova? Nel film "La scuola" (1995) il prof. Mortillaro diceva: "i più nella mia classe sono nati per zappare, per cui se io li mandassi a vangare in cortile sarebbero più contenti loro e sarei più contento io". Braccia strappate all'agricoltura che pero' finiscono altrove, visto che nel cremonese (una realtà che conosco perchè sapete che lì c'è un pezzo della mia famiglia) mungono le vacche gli indiani e si piegano sui campi altri extracomunitari. Gli italiani se ci sono, sono pochi e per lo più in là con gli anni. Perchè? Perchè il lavoro oggi non deve sporcare, non deve interagire con il week end e deve essere un bel biglietto da visita.

    Se oggi le cose stanno andando male nel nostro Paese, non è solo colpa dell'imprenditore cattivo o della politica. Il mondo del lavoro deve cambiare, ricominciando da una carta dei doveri, prima ancora dei diritti, del lavoratore e del datore di lavoro. Io ne sono convinta.

    Un discorso a parte merita la disoccupazione giovanile.
    C’è un problema grave in Italia: una massa di laureati senza sbocchi lavorativi. Ai ragazzi bisognerebbe dire la verità, tutta la verità. Dovremmo dire: “ragazzi, le vostre lauree non valgono niente. Niente lacrime, così è: rimboccatevi le maniche e inventate percorsi nuovi. Studiate si, ma lavorate anche. Andate all’estero ad imparare bene una lingua che nelle vostre scuole le insegnano male. Girate il mondo. Insomma fate qualcosa di nuovo”. Perché è giusto che i giovani siano consapevoli così da poter fare delle scelte sensate. E' bene sapere che la Bocconi, la LUISS, la IULM contano molto più di un’altra laurea in una qualsiasi altra università statale: questo devono saperlo (anche perchè spesso sono le stesse università private ad accompagnare i loro laureati nel mondo del lavoro). Sapere che nascere figlio di un notabile o di un accademico conta di più che essere figlio di un operaio: questo devono saperlo. Perchè questa è la realtà di oggi come di un secolo fa. Non è cambiato nulla, nonostante i proclami. E’ giusto che gli studenti sappiano che le borse di studio hanno compensi ridicoli, che fare ricerca in università è impossibile se non si è raccomandati o non si ha alle spalle una famiglia disposta al mantenimento a vita, che per fare l’insegnate non è il momento, il giornalista peggio, l’archeologo non ne parliamo.... E se gli viene detto “fate gli istituti tecnici che è bello fare l’artigiano” gli si deve anche dire che gli istituti tecnici cadono in malora, che lo Stato spende poco più di un euro a studente, che è difficile imparare senza che ad un insegnante venga garantita la continuità del rapporto con gli alunni, che la scuola berlusconiana ha allargato ancora di più il divario tra la scuola dei bravi (i licei, gli istituti privati) e la scuola "di chi zappa" (i tecnici).

    Ma al tempo stesso dico anche: basta con l'idea che tutti possano farcela a sedere sulla poltrona comoda di un ufficio ovale. Voglio, esigo che il merito venga riconosciuto, pagato e rispettato. Basta con l'idea che siamo tutti uguali, perchè a lavoro non è così. C'è quello che si imbosca e tu lavori il doppio, ma sei pagato uguale. Perchè?? Il merito è l'unico discrimine democratico che esista. Ma a nessuno pare interessare...

    Forse nel mio futuro ci sarà ancora la vanga, ragazzi, non lo so. Zappare la terra è comunque più onorevole che portare il taglio di capelli di Martone...

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    1. Perfetta visione Manu.
      Hai focalizzato tutto a 360 gradi.

      Io se rinasco faccio la contadina.

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    2. Io faccio in tempo in questa vita...

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    3. Hai ragione anche io.
      e se mi gira anche la libraia mia vecchia passione.
      ghghghghghgh

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    4. Io penso spesso ad un'attività in proprio. Sul serio. Mi piacerebbe creare qualcosa di mio. Ma poi penso: e se non va bene? E questo mi frena. Aprire un negozio di libri o una bottega di antiquariato: ci penso da... da sempre, a pensarci.
      Forse adesso sarebbe il momento di pensarci un po' più seriamente.

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    5. E' che a furia di pensarci non si fa nulla, ecco.

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  7. Oggi abbiamo festeggiato il 1° Maggio con un altro lavoratore morto mentre faceva il suo lavoro in questo giorno.
    E che dire di tutti i negozi che sono rimasti aperti?
    Il centro commerciale vicino casa mia, aveva lasciato cartelloni ovunque in giro in cui pubblicizzava la sua apertura in data odierna.

    Il problema è che i negozi sono aperti ma senza soldi da spendere restano desolatamente vuoti.

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  8. Ma per piacere ragazze: con tutte le cremine cremette cremotte su cui spesso disquisite siete davvero improponibili come mondine.

    Paolino Paperino

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    1. La visione di Libellula Emanuela sarà pure a 360 gradi: ma sembra il tema di un compito in classe.
      Con tanto di citazioni.
      Si è scordata solo di mettere la data e la scritta " svolgimento".

      Paolino Paperino

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Beh possiamo essere mondine molto ma molto curate...

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  10. Ma la mondina e' proprio un altro mestiere... E io per somigliare alla Mangano ho bisogno davvero di una reincarnazione...!
    Il primo maggio e' la festa del lavoro. Che non c'è. O che tragicamente uccide.
    Il mio tema, caro Papero, si riassume in questa riga.
    Ma e' vero che si prende 4 Mila euro al mese a fare il mungitore? Perché a questo punto piu che la zappa mi conviene il mungi-mucca.

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    1. Tragicamente uccide pure il piatto doccia: un sacco di gente si è spaccata il cranio scivolando in una tranquilla giornata di vacanza.
      Vero che pure mungitori sono stati seccati da zoccolate di mucche.
      Stipendi alti? Sembra più che altro leggenda metropolitana.
      Ma visto gli orari di lavoro e disponibilità settimanale manco ci sarebbe il tempo di godersi i guadagni.
      Tornando al tema di qualche post fa, una giornata perfetta inizia senza la sveglia che ti sbatte giù dal letto. E termina andando a letto senza necessità di puntarla.
      La giornata ideale non contempla il lavoro: né dipendente, né casalingo.
      Cazzeggio totale.
      E se per permettermi il ristorante devo farmi il culo preferisco farmelo di meno e mangiare una piadina al baretto del supermercato.
      Poca gente, oggi.
      E che facce che circolavano tra cassiere e banconisti.
      Festa del lavoro?
      In ogni caso ci si stressa troppo per tale causa.
      O meglio: si è indotti allo stress.
      Pura utopia: ma in una società perfetta nemmeno ci sarebbe bisogno del denaro.
      Uno va: e si piglia quello che gli serve.
      Dal pane, alla tv, ad un' automobile.: col buonsenso di ciò che gli è necessario.
      Od anche superfluo: ma senza abusi.
      Ma cosa - e chi - darebbe la forza di alzarsi dal letto per uscire a lavorare quando suona la sveglia??

      Paolino Paperino

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    2. Caro Papero,

      le tue parole mi fanno venire in mente un fenomeno che in inglese si chiama "Downshifting" (in italiano dovrebbe essere una cosa del tipo "scalare la marcia") Da Wikipedia: "Scelta da parte di diverse figure di lavoratori di giungere a una libera, volontaria e consapevole riduzione del salario, bilanciata da un minore impegno in termini di ore dedicate alle attività professionali, in maniera tale da godere di maggiore tempo libero".

      Alla società senza denaro si arriverà, forse, un giorno. Ma non è detto che basti escludere la moneta per creare una società più giusta. Non basta quello, insomma. C'è qualcosa nell'uomo che porta a prevaricare l'altro uomo. Il senso di civiltà di un popolo ha poco a che fare con il denaro e molto con la cultura, a mio avviso. Ma è opinione personale... da libellula zappatrice.

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  11. Certo che a rileggerci... mi sa che sotto sotto sogniamo tutti la pensione per non lavorare più! ghghghghghghghgh

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  12. Ragazzi sapete che non sto a fare molti di giri di parole.Siamo nella merda.Il resto sono solo chiacchiere.
    Mari mi scuso se non sono potuta intervenire ieri direttamente qui sul tuo blog e sul tuo commento dal Dir ma sai benissimo che l'influenza mi ha messa ko.
    Ti ho però pensato.
    E ho pensato a tutti i miei lavoratori del blog.
    Perchè sinceramente io dovrei essere l'ultima a parlare.
    Non solo perchè non sto lavorando attualmente ma perchè in realtà non è che poi abbia mai lavorato un granchè.
    Quasi sempre in famiglia.
    Grande errore.
    Il mio dovere lo facevo ma facevo tanto anche i miei comodi.
    Insomma sacrificio non ne ho mai fatto.
    Poi ci sono state le parentesi con le cooperative sociali.
    Lavoravi molto ed eri pagata pochissimo.
    Il massimo l'ho raggiunto con un giornale locale in cui ho lavorato praticamente gratis per due anni perchè ogni giorno mi promettevano un contratto.
    Ho potuto permettermi queste esperienze umanamente gratificanti ma senza sbocco alcuno proprio perchè non lavoravo per necessità.
    Comunque.Riguardo gli stipendi.
    Non penso che una volta ci si accontentasse.Semplicemente gli stipendi e il caro vita erano allo stesso livello.
    Oggi invece il caro vita ha superato gli stipendi.
    Se solo di tasse e affitto/mutuo devi sborsare 1600/1700 euro al mese è varamente impensabile riuscire a barcamenarsi.
    Puoi rinunciare a tutto ma ancora non sarà sufficente.
    In uno stato civile ogni cittadino che lavora dovrebbe avere il diritto,si si,avete capito bene il diritto di mangiarsi una pizza al ristorante con la sua famiglia.
    Siamo alla frutta e la colpa è di chi ci ha governato.E degli italiani che in fondo gli è sempre andata bene così,fin da quando si sguazzava nella DC.
    Vi ricordate?
    Allora si stava proprio bene tutti.
    Via con le fette di salame sugli occhi.
    Comunque io la zappatrice e la mungi mucca non la faccio di sicuro.
    Piuttosto la mignotta,che è la mondina curata ma molto curata di cui sopra..

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    1. Cara Veru,

      Anch'io ho una famiglia economicamente molto solida alle spalle. Ma i miei genitori non mi avrebbero mai permesso di dormire sugli allori. O di farmi i comodi miei spendendo i soldi di una vita di lavoro (il loro). In verità, non lo concepisco io stessa per prima. Per me essere adulti significa badare a se stessi, essere autonomi anche economicamente. Per la stessa ragione non accetterei mai di vivere con il solo stipendio di mio marito, di qualsiasi entità fosse.
      Certo, il lavoro non e' l'unica possibilità di reddito che abbiamo. Ma non si lavora solo per il denaro. Si cerca una realizzazione di se', si partecipa alla vita sociale apportando il proprio contributo. A 37 anni desidero misurare le mie capacita, provare a realizzare qualcosa. Per vivere di rendita c'è sempre tempo... Personalmente non lo vedo un obiettivo particolarmente edificante. Ma l'ho già detto: non mi inorgoglisce vedere ciò che non ho costruito io. Ringrazio la sorte, ma spero di poter realizzare qualcosa io stessa. Al momento mi preme questo. Ho l'anima della zappatrice, l'ho già detto. Anche con il beauty case straripante!

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    2. Care donne,
      sinceramente io lavoro per denaro.
      Non ho aspirazioni a diventare la prima donna nello spazio di Monza.
      Ho sempre lavorato per questo.
      Per essere autonoma e provvedere a me stessa senza dovere chiedere nulla ai miei, che non navigavano nell'oro.
      Mi avrebbero mantenuta sicuramente, che sia chiaro, facendo sacrifici e senza rimproverare nulla ai figli.
      Come del resto hanno fatto con gli altri.
      Ma a 19 anni ero ribelle, volevo la mia vita, la mia indipendenza e non dovere rendere conto a nessuno.
      Lavoro da allora, e sono contenta.
      Contenta di quello che ho realizzato, senza aspirazioni particolari o voglia di diventare chissà cosa.
      Mi basta tutto quello che ho, il cammino fatto a piccoli passi.

      Mi realizzano altre cose, la mia famiglia, i miei interessi, le mie amicizie che sono sacre.
      Vi sembra un delitto dirvi che sono contenta così?

      Dico inoltre che se avessi avuto una famiglia solida su cui contare ne avrei approfittato eccome...
      E senza tanti sensi di colpa.
      Magari mi sarei divertita anche un po' di più.
      Chissenefrega si vive una volta sola.
      Tanto il tempo per tornare con i piedi per terra arriva per tutti prima o poi...

      Certo veru che sei stata proprio sfruttata! ghghghghghhghghghghghgh
      E poi si dice ballerina di Burlesque!

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    3. Cara Mary,

      Evidentemente sono io che ho ricevuto un'educazione diversa, che dirvi, sarà così. Lavoro da 11 anni. Non credo di essere ancora riuscita a fare davvero quello che mi piace e mi interessa a livello professionale. E come voi non vedo solo il lavoro come terreno di realizzazione personale. Ma aborro l'idea di spendere soldi che non siano frutto della mia fatica. Questo lo dico serenamente.

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  13. Manu condivido pienamente.
    Purtroppo non riesco a dare una visione per intero di quello che penso.
    Scrivo fra un cambio e l'altro di pannolino...come sai la pistolina non ama dormire ;-)
    Quando ho scritto "grande errore" mi riferivo a quello di cui tu parli.
    Purtroppo in buona fede i miei genitori essendo la piccola di casa mi hanno viziato esageratamente.
    Insomma senza entrare nei particolari ho sempre fatto il brutto e cattivo tempo.
    Nel 2009 con la morte di mio papà si è concluso anche il mio lavoro.
    Ricominciare in altra sede non è stato facile.
    Avrei dovuto ripartire dalle cooperative.
    Impossibile visto la strada medica che dovevo intraprendere.
    Si tratta di lavorare con i bambini troppe assenze non sarebbero giustamente state gradite.
    Poi la gravidanza...figurati...proprio per il mondo lavorativo di oggi sono praticamente tagliata fuori.
    Non è che la filosofia ti porti lontano :-)
    Resto convinta che l'indipendenza di una donna sia fondamentale a prescindere dal redditto del proprio compagno.
    Tuttavia a volte le cose vanno diversamente.
    Sono comunque contenta.
    Fortunatamente non è mai esistito fra me e Ale il mio e il tuo.
    Abbiamo sempre gestito tutto insieme.
    Con la massima libertà.
    Esiste un conto.
    Due carte di credito e due bancomat.Punto.
    Oggi mi dedico alla mia bambina.Fra qualche anno vedremo.
    Anche se è inutile negare che nell'arte del cazzeggio sono una Star :-)

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  14. Aggiungo.
    Non ho mai detto che vivere di rendita sia un'obiettivo edificante.
    E mai lo insegnerei a mia figlia.
    Ho solo raccontato ciò che è stata la mia esperienza.
    Con la massima sincerità.
    Sottolineando proprio il fatto che restare "in famiglia" mi ha precluso delle possibilità,e certo,mi ha reso "adulta" un po'più tardi!
    Le mie ultime righe erano ovviamente una battuta.
    In effetti meglio zappatrice che mignotta...ghghghghgh.
    O magari no?
    Punti di vista.

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  15. Cara Veru,

    In effetti ognuno e' un po' un caso a se'. E raccontarsi così non e' per niente facile. Con la pistolina di mezzo, poi...!!! Hai perfettamente ragione nell'affermare che l'essere donna, avere una laurea umanistica e una bambina sono un mix esplosivo. Nel senso che bisogna faticare a trovarlo quel posto di lavoro. Massima indignazione per quel giornale che ti ha rubato due anni di lavoro, pero': ecco, gente che si approfitta così della buona fede e dell'impegno altrui mi fa girare le balle... Si può dire?!
    Per il resto posso dirti che viziata proprio non lo sono mai stata. Fatico a pensare cosa possa significare, ma leggendoti me ne sto facendo un'idea ghghghghghghghg scherzo, dai. Comunque, io non ti vedo mica come la star del cazzeggio. Ti vedo star, punto. Una stella davvero molto brillante...!
    Bacini a te e alla pelosetta!

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  16. Super Star...ghghghghgh
    Ciao Manu...e fatti viziare un po'...ogni tanto ci vuole ;-)
    Peccato che non abitiamo vicine,altrimenti ti insegnavo un po' di arte del cazzeggio.
    Perchè cara mia è arte pure quella.
    Bacio

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    1. Si, hai ragione Veru, la Manu avrebbe bisogno di istruzioni sull'arte del cazzeggio.
      Per non prendere tutto troppo sul serio.

      ghghghghhg

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  17. Per prima cosa, grazie Mari: la Costituzione Italiana non la conosco molto, a parte il primo articolo, e quindi mi ha interessata leggere anche i successivi. Così poi sono andata a leggere la Costituzione Svizzera, che è completamente diversa (come penso lo siano tutte, in realtà). L'accento sul lavoro non è così marcato, e l'articolo sul lavoro è in realtà dedicato alla Libertà economica, ed è il 27esimo. Segue tutti gli articoli sulla libertà di religione, coscienza, stampa, lingua, ecc ecc. Se può interessare: http://www.admin.ch/ch/i/rs/1/101.it.pdf
    In merito alla situazione del lavoro.
    Ragazzi, le cose non vanno benissimo nemmeno qui... La situazione è difficile e comincia a farsi tesa, soprattutto con la questione dei frontalieri (lavoratori, nel caso del Ticino, che vengono qui a lavorare dall'Italia la mattina e rientrano la sera a casa: ovviamente, al datore di lavoro costano meno di un ticinese o di un italiano domiciliato; e per un frontaliere prendere 2000 euro è una pacchia; il problema maggiore è che è tutta ricchezza che esce dalla Svizzera: non si tratta di persone che mettono in circolo il guadagnato).
    Ci sono molte discussioni in ballo, ma il numero dei lavoratori frontalieri cresce a dismisura, siamo oltre i 50000 (in Ticino, gli abitanti attivi residenti sono circa 160000, fate voi la proporzione).
    E in tempi di crisi la tensione sale, ovvio. E non parlo di lavori che magari un ticinese non vorrebbe fare, ma di posti in banca, quelli che sono considerati lavori di prestigio. Difficile uscirne senza demagogia... facile dire "ci rubano il lavoro", come sostiene, ovviamente con gioco facile al momento, il movimento della Lega dei Ticinesi.

    Non so se sono stata chiara, la questione è complessa e mi si complica nella testolina...

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    1. Ciao Arnika, mi hai incuriosito e andrò a fare un giro nel sito che hai lasciato.
      Pensa il controsenso, come la Costituzione punti sul lavoro con così tanti articoli e poi è quello che lo Stato italiano ci riconosce di meno in realtà!
      Anzi cerca anche di togliere quelle poche barriere che sono rimaste dopo la riforma Biagi!
      E da due anni non si parla d'altro che dell'art.18.
      Come se in quell'articolo fosse concentrato la causa principale dell'immobilità economica dell'Italia e successivamente alla sua abrogazione o modifica si potrà pensare al futuro del lavoro in Italia.

      Eccolo l'articolo 18 :
      L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori italiano implementa la cosiddetta tutela reale disciplinando il caso di licenziamento illegittimo (perché effettuato senza comunicazione dei motivi, perché ingiustificato o perché discriminatorio) di un singolo lavoratore:
      nelle unità produttive con più di 15 dipendenti (5 se agricole);
      nelle unità produttive con meno di 15 dipendenti (5 se agricole) se l'azienda occupa nello stesso comune più di 15 dipendenti (5 se agricola);
      nelle aziende con più di 60 dipendenti.
      A partire dall'inizio degli anni 2000, da vari governi italiani, sono stati fatti diversi tentativi di riformarlo. I sindacati si sono sempre opposti con decisione a ognuno di essi, temendo un allentamento della tutela dei lavoratori.

      E' evidente che si tratta di casi limite e non può essere certamente questo il motivo dell'immobilità del mondo del lavoro e che disincentiva le aziende italiane e estere ad investire nella produzione.
      Ma le grandi aziende italiane lo chiedono ad alta voce allo Stato e se ci siamo già chinati alle banche a maggior ragione possiamo chinarci alle aziende.

      La situazione dei frontalieri provoca discussioni anche in Italia, anche perchè sono persone che è tutta la vita che per lavoro ogni giorno si spostano e per tutto questo tempo è sempre andata bene.
      Del resto anche da noi si sentono argomentazioni del genere nei confronti degli extracomunitari che per anni hanno fatto il lavoro che gli italiani non avevano più voglia di fare.
      Per non parlare del fatto che prima di loro c'erano i meridionali.
      Siamo alle solite.
      Guerra tra poveri in Italia.
      E vedo anche oltre confine!

      Sei stata chiarissima, second me.

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    2. Anche tu sei stata chiarissima, Mary. Cristallina. E hai ragione da vendere, second me!

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  18. Caspita, Veru: sai che hai ragione? Non ho mai trovato nessuno che mi viziasse. Ad essere sincera, non e' del tutto vero: mio marito quando si mette e' proprio bravo. Quando si mette, questo e' il punto! Ma non mi lamento, dai. Sono io che dovrei imparare a mettere da parte il senso del dovere. Che invece incombe sempre. Devono avermelo messo nel DNA!
    Del resto, super Veru si nasce... Ma si può anche diventare?!!

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    1. Mi spiace ne devi fare di strada ;-)
      Ieri ho detto a mio marito "aborro l'idea di spendere i tuoi soldi che non sono frutto della mia fatica".
      Ti dico solo che ha riso per venti minuti.

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    2. Buon per lui. E soprattutto buon per te, Veru.

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    3. Mio marito si esprimerebbe in maniera molto ma molto colorita al riguardo se gli dicessi tale cosa.
      E poi riderebbe fino alle lacrime.
      Ma in realtà bimbe, non abbiamo due conti separati è tutto in uno e quindi cosa è mio e cosa è suo?
      Le mie borse sono mie, i trenini sono suoi!
      Fino a quando non li venderò per rifornirmi di nuovi accessori....

      ghghghghhghghghghgh

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    4. Noi abbiamo conti separati. Del resto, faticherei a spiegare l'importanza dell'acquisto dell'ennesima borsa a mio marito... e di molto altro, perchè sono un inno all'eccedenza e al superfluo. Il conto comune riguarda solo il patrimonio.

      Emanuela

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    5. Ho detto a mio marito: "Caro, d'ora in poi faccio shopping con la tua carta di credito". Si è messo a piangere...

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  19. Manu si sta a scherzà.
    Suvvia dovresti conoscermi un po'.

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  20. Mari tornando seriamente al tuo post.
    Parlavo proprio questa mattina con la ragazza titolare da una decina d'anni della piccola palestra in cui mi recavo a fare il corso annuale di Pilates.
    Due volte a settimano per 300 euro ogni sei mesi.
    Direi,considerando i costi medi di una palestra,prezzo più che dignitoso.
    Inoltre la sua passione la porta a non trascurare mai le esigenze di ognuno,pertanto l'ora a volte diventa qualcosina di più.
    Mi diceva che sta pensando di chiudere il tutto perchè purtroppo i guadagni non sono sufficenti a coprire le spese.
    Situazione che si è verificata negli ultimi 12 mesi.
    Considerando l'età dubita che potrà trovare come dipendente in un'altra palestra.
    Mi è dispiaciuta questa notizia e mi è spiaciuto vederla così triste.
    Da sostenatrice del governo Monti a forza di sentire di queste storie e di un primo Maggio che come tu stessa hai sottolineato sembrava non avere per molti più un senso,mi sono chiesta se è veramente giusta la linea che sta portando avanti.
    Certo abituati al "prima" inevitabile che molti di noi hanno visto in questo governo una via d'uscita.
    E se avesse rainvece ragione Joseph Stiglitz (spero di aver scritto correttamente),premio Nobel dell'economia che ha detto che l'austerità aggrava la crisi e invece di insistere sui tagli bisognerebbe fare il contrario aumentando i redditi.
    Che ne pensi?
    veru

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  21. Non sono un esperta di economia, ma non ci vuole un premio nobel per capire che per rilanciare un economia di mercato bisogna sostenere i redditi perché si possa comprare di più. Il problema e' come raggiungere questo obiettivo. A parer mio, guardando alla realtà italiana, bisognerebbe agire su piu fronti. Innanzitutto, ridistribuire in modo diverso i compensi tra vertici e base delle aziende: in Italia troviamo gli stipendi base piu bassi d'Europa e i manager meglio foraggiati del vecchio continente. C'e qualcosa che non va. Altro tassello: abbassare il costo del lavoro. Almeno un terzo dello stipendio lordo di un dipendente va in tasse. E' troppo. Abbassando gli oneri fiscali forse si creerebbe anche nuova occupazione. Perché altro dato negativo: in Italia si lavora troppo poco anche in relazione all'invecchiamento generale della popolazione. Il guaio e' paradossalmente questo: troppi pensionati e pochi lavoratori che pagano i contributi. Questo e' uno dei morivi per cui il lavoro andrebbe incentivato: ne va della tenuta dell'intero sistema. Ma incentivare il lavoro significa anche potenziare i servizi di assistenza: chi dice che le donne non fanno figli perché lavorano dice una cretinata. L'Italia ha un tasso di natalità bassissimo e una percentuale di lavoratrici tra le piu basse in Europa. E il perché sta tutto in quella voce: assenza di servizi. Alle donne spetta la cura di vecchi, bambini e malati. E questo cozza con la richiesta di continuità di servizio da parte del mondo del lavoro. Che dovrebbe essere piu flessibile per favorire l'accesso e la permanenza delle donne. Come vedi, cara Veru, il discorso del reddito e' giusto e doveroso, ma si porta appresso un sacco di altre spese. Oltre a rivedere il sistema di privilegi di cui godono tanti, troppi, della ns classe dirigente. Cmq e' Mariella la ns. Esperta!!

    Buona giornata
    Manu

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    1. Ragazze io questa realtà la vivo tutti i giorni per lavoro.
      E siamo veramente nella merda.
      Ma anche tra amici e parenti, senza bisogno di andare troppo lontano.
      Le alternative ci sarebbero, ad esempio vendere i beni dello Stato non utilizzati e fare cassa.
      Utilizzare i beni sequestrati alle mafie per fornire strutture di appoggio a famiglie e a persone in difficoltà, fornendo in parte quell'assistenza necessaria di cui parlava Manu.

      Ridurre i costi della macchina del governo che sono davvero troppo alti.
      Alzare il valore dei nostri redditi come giustamente dite.
      Certo abbiamo per troppo tempo fatto finta di non vedere perchè ci faceva comodo.
      Ci sembrava di stare bene.
      Facevamo politica di opposizione e poi?
      Niente. litigavamo tra di noi e coltivavamo ognuno il nostro orticello.
      Tante parole e nessun fatto.
      Nessuna parte politica ha fatto quanto doveva.
      Abbiamo concesso baby pensioni facendoci succhiare il nostro futuro.
      E badate sto dicendo abbiamo.
      Ma io non sono parte di questa merda, ci sono dentro perchè cittadina italiana.
      Ma come sapete non mi riconosco.
      Io non sono esperta in niente Manu,
      Solo incazzata nera.

      Adesso che soddisfazione poter entrare nel sito del governo e dare loro dei consigli utili.
      Tutto fa brodo.
      Ora sì che mi sento presa in considerazione.

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  22. Si,condivido Manu.
    Quello su cui riflettevo è il mio entusiasmo iniziale nei confronti di questo governo tecnico.
    Continuo a pensare che la situazione trovata fosse allucinante,si rischiava davvero grosso,pertanto capisco che certe operazioni fossero quasi inevitabili.
    Tuttavia oggi certe mie certezze sul suo operato vacillano.
    Si,è vero,per dire che bisogna sostenere i redditi non è necessario essere un premio nobel,però per fortuna qualcuno l'ha detto.
    Mi pare che non sia proprio la teoria di Monti.
    Condivido il tuo pensiero riguardo le tasse (sopra lo facevo presente pure io) e riguardo la situazione lavorativa femminile in Italia.
    Combattere i privilegi.Concordo anche su questo.Ma non solo della nostra classe dirigente.
    Il discorso visto che siamo il Paese con maggiore evasione fiscale va ampliato.veru

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    1. Infatti, Veru: hai già detto tutto tu in una frase sola. I redditi da lavoro non riescono a stare al passo con il caro-vita. Per essere star del cazzeggio ne sai piu' di tanti altri! :)
      Bacini

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    2. Io l'entusiasmo per questo governo tecnico non ce l'ho mai avuto.
      Un governo diretto da economisti (quindi teorici) e da banchieri (causa primaria della crisi modiale) non mi sembrava un grande modo per ricominciare.
      Ma non è che avessimo alternativa.
      Chiaro.
      Nessun entusiasmo.
      Quindi cerchiamo di remare tutti nella stessa direzione ora, che Dio ce la mandi buona.

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  23. Off topic al post.
    Caro Nick come stai?
    E' qualche tempo che non ci dai notizie.
    Spero tutto bene, visto che questa notte ho sognato che scrivevi sul mio blog di una tua vacanza fatta a NYC.
    Magari non hai voglia di intervenire sul blog.
    Ma spero tu possa tornare presto.
    Ti abbraccio ragazzo.
    E ti aspetto.

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    1. Guarda che coincidenza,mi scrivi e arrivo!
      C'ho messo un ora a leggere gli altri due post e relativi commenti,anche con qualche emozione forte nel mezzo.
      Ne avrei dette di cose!
      Manco da una vita proprio dal web,saranno tre settimane?
      Il tempo vola e la vita pure..
      Finalmente torno tra le mie amiche ;)
      Comunque sto bene grazie,tu?voi?Grazie infinite per il post su il Laureato e S&G!
      Un bacio alla Veru eh!
      Martedì 1-5-2011 ho lavorato 13 ore.Praticamente ho fatto volontariato alla festa di un mio amico,per fortuna era in un altra regione :D
      Ho fatto il barista bar-man e ho ubriacato tutti a gratis.Non avevano molta voglia di fare altro.
      Rue,non tirarmi fuori la dinastia Onasiss,quel povero uomo come avrà fatto a mandare avanti una come Athina che finisce per sposarsi Doda (l'orso De Miranda Neto).
      L'altra famiglia jellata sono i Ligresti,terza generazione e tutto sarà dilapidato,meritatamente visti i componenti..
      Comunque,per quanto mi riguarda,all'ansia da superprestazioni ho risposto al contrario da tre anni a questa parte,ora qualcosa sta cambiando in me..
      Tanti baci,Nick

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    2. Ciao Nick!
      si chiamano vibrazioni no?
      Vedi il bar(girl) sarebbe la soluzione ideale anche per me, quando ho voglia di divertirmi guardando gli altri che si distruggono!
      Bravo!

      Ma Athina è ancora sposata con il cacciatore di dote?
      Se ne sono perse le tracce da tempo.
      Meno male vuol dire che la nipote di Aristotele ha più sale in zucca che quella poverina della mamma...

      I Ligresti? Se penso a quanto hanno rubato alle nostre spalle spero che più che dilapidare restituiscano.

      Bacio grande torna presto!

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  24. Nick anch'io ti bacio anzi ti Super Bacio ;-)

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  25. Mari una piccola parentesi.
    Anche il mio sogno è stato per molto tempo quello di aprire una piccola libreria.
    Anni fa la libreria storica del centro della città di proprietà di due fratelli è stata chiusa per via della grandi catene.
    Concorrenza spietata.
    Allora era un piacere comprare un libro.
    Non solo trovavi l'impensabile in pochissimi metri quadri ma potevi anche confrontarti con loro sulle letture.
    Era uno spazio e un'atmosfera che sfiorava il famigliare.
    Oggi il piscere di comprare un libro resta solo per la lettura personale,per il resto è sparita ogni emozione.
    veru
    Il bacio sopra per Nick è mio.

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  26. A Milano veru, c'è stata per anni una piccola libreria gestita da due amiche dove era un piacere passare del tempo, mangiare una fetta di torta o bere una cioccolata e parlare di libri.
    Come quella che hai ricordato tu ora non esiste più.
    Ma il mio sogno resta, chissà forse un giorno riuscirò a realizzarlo.
    Ci vuole un'amica però...che dici aspettiamo che cresca un po' Noa e ci proviamo?

    baci


    Super Bacio e Super veru, sei inconfondibile!

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    1. Era vicino a piazza Tricolore, vero

      Emanuela

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  27. Sarebbe fantastico!

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)