02 ottobre 2018

[ATTUALITÀ] AVREI VOLUTO PARLARVI DEL VENTO.





Volevo parlarvi del vento.
Poi ho letto questa storia che vorrei condividere con voi.

È successo a Modena, qualche giorno fa.
Un bimbo di quattro anni vorrebbe festeggiare il suo compleanno con gli amici della scuola materna.
La mamma manda gli inviti a tutta la classe tramite gruppo di whatsapp.
Ma il giorno della festa, dei 18 compagni,  all'appuntamento si presenta  un solo bimbo in compagnia dei genitori.
La delusione è forte, soprattutto per la madre che ha ricevuto quattro defezioni su 18 dei bimbi iscritti alla chat.
Nessun altro genitore ha ritenuto necessario avvisare.

Maria Giovanna Carlini, è questo il nome della mamma, racconta che suo figlio non si è reso conto dello sgarbo perché soffre di una malattia per la quale ha  una percezione distorta di quanto gli accade intorno.
Ha poi pubblicato su Facebook  un filmato con il quale spiegava l'accaduto e sui social è esplosa la polemica, visto che si parla tanto di integrazione per i portatori di disabilità ma qui stiamo ancora all' A B C.

Genitori bocciati, mentre il bimbo ha potuto festeggiare successivamente grazie al Kid Festival di Milano. 
Alcune scuse accampate successivamente, parlano di orario critico(le 18,00 di sera) e di donazione (piccolo contributo all'associazione a cui fa capo la mamma e per di più volontario) che forse non era stata gradita ai più.

La realtà è ben altro, come possiamo immaginare.
Solo quando saremo liberi dai pregiudizi, riusciremo a fare in modo che le parole siamo tutti uguali abbiano finalmente un senso.
Per adesso, la situazione è questa qua. Ipocrisia e indifferenza.

Eh sì, volevo parlarvi di quanto mi piace il vento.

(Fonte Corriere della Sera)

38 commenti:

  1. L'ignoranza è la peggior malattia.

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    1. Soprattutto ignoranza.
      Ci sta seppellendo.

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  2. Umh, sai che forse la questione della donazione non è così falsa? Magari a molti avrà urtato, perché hanno percepito la cosa non come un invito sincero ma come -magari- altro...
    Non sempre voglio pensare male delle persone, o per lo meno spero che sia come penso e non che la gente non ci è andata per motivi idioti...

    Moz-

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    1. Miki, era una piccola donazione volontaria per un'associazione che si occupa di bambini autistici, volendo si poteva portare il solito regalo...
      Non c'è giustificazione secondo me.

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  3. Mariella, la nostra società è alla deriva totale. Ai miei figli ogni giorno cerco d'insegnare tanti valori, iniziando dal rispetto verso gli altri. Il razzismo e le discriminazioni, nascono in primis dalle famiglie, inutile girarci intorno.
    Saluti a presto.

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    1. Concordo. La penso come te sulla famiglia e sul suo ruolo fondamentale.
      Quello che sta perdendo e i motivi sono tanti.

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  4. La nostra Mariè è in una profondissima crisi - temo irreversibile - di identità e non solo: si tende ad isolarsi il più possibile. I genitori sono i figli della mia generazione. Chi come me aveva inculcato dai miei alcuni valori di convivenza siamo stati in grado di elargire in chiaro questi valori ai nostri figli e questi ai nostri nipoti, gli altri gli altri sono rimasti border line. Ai tempi del Duce si tendeva a far credere che un portatore di handicap fosse un essere inferiore, come un omosessuale; un deficiente sozzo da evitare come un attacco di diarrea.
    Così si crea il più infimo razzismo.
    Ti ho spedito una mail dieci minuti fa. Spero che non ti ci addormenti sopra.

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    1. beh, ma mi pare che i tempi oscurantisti stiano tornando, o mi sbaglio?

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  5. Pregiudizi e ignoranza stanno dilagando, questi fatti nella scuola dell’infanzia sono all’ordine del giorno, purtroppo, e i gruppi dei genitori su whatsapp servono soprattutto per fare pettegolezzi. Buona serata Mariella e speriamo bene.
    sinforosa

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    1. Sui gruppi dei genitori creati su whatsapp dopo tutto quello che mi raccontano in famiglia e gli amici, non posso che essere d'accordo con te.
      Potrebbe essere uno strumento utile se utilizzato per scambiarsi informazioni utili ai ragazzi.
      Invece diventa un crogiolo di pettegolezzi e competizioni. C'è la leader e ci sono le sue accolite ( parlo di mamme eh) e poi ci sono quelle che, intelligentemente, si tengono ai margini.
      Speriamo bene sì.
      Un abbraccio.

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  6. A proposito di vento, il vero vento che deve finalmente soffiare è quello di un cambiamento di mentalità e cultura, di sensibilità e rispetto. Siamo però ancora lontani nonostante molto si sia fatto per integrare i bambini disabili con i cosiddetti "normali".

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    1. Daniele, siamo lontani dall'integrazione.
      Che sia di razza, religione, amore e diversità.
      Sprofondiamo.
      Grazie!

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  7. Ho detto e scritto più volte che la nostra società, per quanto si siano fatti dei passi avanti e se ne parli di più e con maggiore consapevolezza, non è ancora realmente pronta ad accogliere e integrare e ancor di più includere bambini autistici o con qualsivoglia altro tipo di disabilità.
    Bambini che diventeranno adulti. E là ti voglio. Se si preferisce e si ritiene normale dissertare in massa una festicciola di compleanno all'asilo, proviamo ad immaginare in prospettiva tutto il resto, salendo di grado, per così dire. Che amarezza. Che delusione. Che rabbia.
    Ma tu hai forse letto nel mio pensiero a distanza, amica mia, e spero di riuscire a concretizzare presto il post che da tutto oggi ho in mente di scrivere e vedrai perché dico così (ma anzi già lo sai, essendone stata testimone... pur sempre a distanza)
    Perché c'è molto buio ancora ma per fortuna ogni tanto la luce filtra e ci porta un sorriso e una dose di speranza.
    Dobbiamo essere noi genitori e familiari (e amici) di bambini speciali in primis a educare la società. A cominciare dai genitori e familiari e amici degli amici dei nostri figli.
    Siamo troppo spesso ancora all'ABC, come hai scritto tu. E allora diamoci da fare!
    Grazie per questo post.
    Ti abbraccio forte.

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    1. Per ogni piccolo passo avanti fatto grazie all'intelligenza di alcuni, ce ne sono altri indietro.
      Se consideriamo ad esempio la questione degli insegnanti di sostegno di cui ci hai parlato più volte, vediamo come lo Stato in primis, che dovrebbe sostenere e supportare in ogni modo l'integrazione, abbandona i cittadini lasciandoli senza aiuto e senza difese.
      Il carico da novanta poi, ce lo mette questa società per la stragrande maggioranza indifferente, che non è mai stata educata al rispetto degli altri e a vedere negli altri, se stesso.
      Come dico spesso, dov' è che ci siamo persi?
      Ti abbraccio forte.

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  8. Le feste con i compagni di scuola mi mettono un po' ansia, ma di sicuro quantomeno avvisare della non partecipazione sarebbe il minimo.
    Comunque, mi spiace che la mamma non abbia chiesto un per uno l'eventuale conferma.
    Fortuna che il bimbo non ha capito cosa sia successo, risparmiandosi l'ennesima ferita..

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    1. Perché ti mettono ansia?
      Concordo con te che l'educazione imporrebbe avvisare in caso di defezione.
      Poi, che la mamma non abbia chiesto in tempo utile una conferma (magari bastava un messaggio generale) effettivamente ci può stare.
      Il bimbo non ha capito vero, ma che dolore per una madre.

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    2. Te lo spiego subito..
      L'ansia mi nasce dal dover partecipare "per educazione" alla festa di tutti, con annesso un consumismo esagerato che, per natura, non tollero.
      Oltretutto, queste abitudini costringono persino chi non vuole o non può festeggiare a farlo, altrimenti il proprio figlio diventa il diverso, e ne soffre.
      Insomma, è un circolo vizioso da cui starei alla larga molto volentieri, ma far parte di una comunità significa, ahimè, rispettarne anche le abitudini.
      Ho reso l'idea?

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    3. Sì perfettamente.
      Anche mia sorella ha le stesse difficoltà ma come dici tu, non ci si può tirare indietro.

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  9. Certe denunce, e certi atteggiamenti ipocriti, se ne vanno via purtroppo, come quel vento di cui avresti voluto parlare, e che amo anche io. L'integrazione è bella ma che se occupino altri, i bambini disabili vanno rispettati ma non li mettete al banco col mio, il vento mi piace ma appena uscita dal parrucchiere preferirei calma piatta.. ;)
    Io credo che la colpa sia un po' di tutti, facciamo ancora poco perché le persone attorno a noi si rendano conto davvero...spero che i tempi cambino..

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    1. Ciao, non ti sei firmato ma benvenuto da me.
      Come hai ragione. Siamo così bravi a parole a mostrare il meglio di noi, a puntare il dito sul pessimo comportamento degli altri.
      Per poi sparire all'occorrenza.
      Facciamo poco, tutti. Grazie per avere detto una piccola e semplice verità.
      Un abbraccio.

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    2. Perdonami, ero io col pc d'ufficio che non mi riconosce....proprio vero che il lavoro abbrutisce e rende anonimi...ahahah

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    3. Manco il tuo pc ti riconosce ahahahah

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  10. Avete dato tutti un bel contributo alla discussione, io invece mi limito solo a sperare che il bimbo possa essere felice e trovarsi bene con i suoi compagni, sperando che l'eco di questa vicenda non produca effetti dannosi: famiglie che guarderanno quel bimbo con rabbia oppure che si sentiranno in dovere di avere i figli vicini a quel bimbo, forzandone determinati comportamenti.

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    1. Per un bimbo con quelle difficoltà penso sia difficile integrarsi con facilità.
      Il compleanno sicuramente avrebbe aiutato.
      La eco dell'evento ha prodotto più attenzione sulle problematiche dei portatori di disabilità
      Mi sembra un traguardo da non sottovalutare.
      Grazie Riccardo.

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  11. Mi permetto di segnalare il seguente link (che vi consiglio di leggere)

    Il compleanno del bimbo autistico
    e cito:
    La mamma del piccolo rientra nella nicchia di chi crede che i vaccini causino autismo, la mamma definisce suo figlio un danneggiato da vaccino, e l’associazione che ha fondato è tra quelle che la stampa potrebbe definire novax (anche se in realtà più che novax chiedono “vaccini puliti”, che non ho mai ben capito cosa voglia dire).

    Che nessuna delle testate nazionali abbia dato queste informazioni per me è la solita dimostrazione che andare a fondo alle notizie non interessa i giornalisti. L’unica cosa è spingere il lettore a leggere, invogliarlo a finire il pezzo, a restare qualche secondo di più. Non approfondire, non cercare di capire come mai le cose siano andate così male per questo povero bimbo.


    e


    E la mia tristezza iniziale diventa depressione. Depressione perché le mamme degli altri compagni di classe sicuramente sono state poco educate a non rispondere all’invito di compleanno, ma se non hanno portato i loro bambini ci saranno dei motivi. Io fossi stato al loro posto per educazione avrei risposto, ma la risposta sarebbe comunque stata un no grazie. Non porto i miei bimbi in una struttura che so essere contraria ai vaccini, col rischio che ci siano altri bambini che non sono stati vaccinati. Non vado alla festa di compleanno di un bimbo quando la sua mamma è convinta propagatrice di sciocchezze online, un mix tra razzismo e antiscienza. Ma questa è un’opinione mia.
    [...]
    Sia chiaro, il bimbo lasciato solo al compleanno fa immensa tristezza. Tuttavia, anche le mamme dei compagni di scuola che vengono accusate di essere delle insensibili forse hanno avuto le loro ragioni. Ad esempio l’orario: la festa pare che fosse in programma di lunedì, dopo le 18, un momento della giornata in cui forse non a tutti è comodo andare a un compleanno. O il fatto che la mamma avesse chiesto di non portare regali per il bambino, ma di fare semmai una donazione alla sua associazione.


    Secondo me, le cose vanno approfondite.

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    1. Mi trovi completamente d'accordo, su tutto: sulla stampa che non approfondisce perché i direttori sono gli schiavi deli editori cui interessa solo la notizia esplosiva per vendere più copie, non l'approfondimento, non la VERITÀ.
      Al posto di quei genitori ci sarei rimasto molto male pensando agli occhi tristi di quel bambino quella SUA sera. Avrei telefonato per educazione e detto senza livore ma chiaramente a quella mamma
      che io non ero d'accordo con la sua interpretazione della storia. Se suo figlio aveva avuto una menomazione non era colpa di vaccini scaduti -non scadono- nè impuri (che vuol dire? Ha visto mai come li fanno, in che ambiente? Sono generalmente sotto vuoto spinto e di solito li fa la Carlo Erba o Angelini o case farmaceutiche del genere).
      Vorrei ricordare a tutti che quando io nacqui il grave pericolo non era il morbillo, ma malattie come la difterite e soprattutto il Vaiolo, che ne ha ammazzati di bambini quanti nemmeno la TBC nel XIX secolo. Adesso non si fa più la antivaiolosa, anzi il vaiolo è scomparso dal pianeta Terra. Hanno solamente un campione all'Uni di Mosca e uno a New York per fare un nuovo vaccino in caso ricomparisse di nuovo, ma sono quasi settanta anni che non c'è un solo caso di vaiolo nel mondo ed in Africa, dove li ammazzava come le mosche, non se ne sente più parlare.
      Significherà qualcosa o no?

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    2. Ciao IO,benvenuta da me.
      Sono andata a leggere il link che mi hai lasciato. Butan è un sito che si definisce contro ogni bufala.
      Vero, nessuna testata nazionale e nemmeno regionale, ha dato rilevanza alla notizia che che la mamma è attiva sul fronte dei no vaccini e che l'associazione si occupa di questo, ma allo stesso tempo non ho trovato notizie a riguardo da nessuna altra parte e onestamente, non mi basta un link di un blog per dare per certa quest'ultima notizia.
      Ma non demordo e ora che ne hai accennato, cercherò di andare a fondo magari contattando l'associazione, perché non mi piace che si possa pensare che abbia parlato di una situazione in maniera superficiale.
      Invece, del resto che evidenzi, seppure brevemente ne ho parlato nel post.
      Le scuse sull'orario sono scuse come quelle sul regalo. Sono testimone di feste per bimbi a qualsiasi ora, perfino alle 20,oo di sera.
      E la donazione non era un obbligo. La cosa che non è stata fatta e su questo non ci piove è che (oltre al fatto dello sgarbo ad un bimbo) bisognava avere l'onestà di di informare della defezione.
      Buona serata.

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    3. @ Enzo, sull'informazione non siamo proprio d'accordo.
      Bisogna saper distinguere tra giornalisti e pennivendoli. C'è una bella differenza.
      Poi sui vaccini sono con te e sono con tutti i genitori che non baratterebbero mai la salute del proprio figlio con illazioni e false informazioni che circolano sul web.
      Mi sono già pronunciata su questo.
      Ti abbraccio amico mio.

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  12. Personalmente, ho sempre pensato che il pregiudizio derivi dall'ignoranza, dalla pigrizia mentale, dalla convinzione di essere sempre al di sopra dei pensieri altrui.

    Il 'mio Arthur' paragona il pregiudizio ad un vento contrario che respinge la nave dalla direzione nella quale soltanto si trova la terra; talché timone e vela sono invano operosi".
    Incuriosita, ho cercato altri dotti pensieri su questo argomento e, tra i tanti, ne riporto tre .

    È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.
    Albert Einstein)
    Il pregiudizio è un’opinione senza giudizio.
    (Voltaire)
    Se dovessimo svegliarci una mattina e scoprire che tutti sono della stessa razza, credo e colore, troveremmo qualche altra causa di pregiudizio entro mezzogiorno.
    (George David Aiken)

    Cri

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    1. Spinoza diceva che "il pregiudizio è dettato da un atteggiamento di ottusità, prevenzione e indisponibilità ad accogliere il vero."
      Ma il "tuo Arthur" crea il paragone perfetto. Visto che volevo parlare di vento.
      Grazie Cri, bacio grande.

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  13. Molto triste , sia perchè solo uno ha partecipato ma anche perchè gli altri non si sono degnati neanche di avvisare, come se non fosse importante. E qui è colpa, non dei bimbi che son troppo piccoli, quanto dei genitori che non hanno capito l'importanza di questa piccola festa per il piccolo disabile e la sua famiglia. E' l'insegnamento negativo che passa e si consolida. cari saluti.

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    1. Cara Mirtillo, che delusione queste persone che pensano di agire nel modo migliore possibile, secondo i loro parametri.
      Gente insignificante, piccola e gretta.
      Ti abbraccio forte.

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  14. Che tristezza, quando ho letto questa storia mi è scesa una lacrima, ho pensato allo strazio di questi genitori che sentono rifiutato il proprio bambino. Non ho parole.

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    1. Ciao Giulia,
      sono rimasta annichilita anche io, per l'orrore di questa mancanza di sensibilità nei confronti del bimbo e della sua famiglia.
      Un bacio.

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  15. Ho sentito di questa storia, e ho provato una profonda tristezza. Ma non per il bimbo, assolutamente incolpevole, quanto per i cosidetti "normali", e parliamo qui di famiglie perchè a 4 anni i bambini non è che possono declinare un invito con gran cognizione di causa, che hanno portato alla ribalta questa storia. Ci vuole veramente poco per dimostrarsi educati, prima ancora che sensibili, queste famiglie hanno perso l'occasione per farlo, per mostrare anche solamente "civiltà".
    E' un qualcosa che mi ha molto rattristato, quindi, per la nostra società in senso lato, per fortuna il bimb ha avuto una bella festa in questo parco giochi per bambini che lo ha, saggiamente, invitato, ma il problema è che lui è solo la punta di un iceberg di indifferenza e situazioni similari dove tanti altri bimbi con "problemi", diciamo così, vengono isolati, nessuno si presenta alle loro feste e i genitori, immagino, talvolta nemmeno pensano di organizzargliele, vedendo come funziona e va il mondo attorno a loro.

    Insomma, spero sia servito a qualcosa tutto questo, ad una presa di coscienza generale, anche se credo che purtroppo sia difficile vedere la gente cambiare.

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    1. Non credo che basti un episodio anche se grave come questo per portare ad una presa di coscienza generale, però parlarne un po' può servire a puntare un faro sulla questione dell'inclusione che spesso è una bella parola sulle labbra di molti ma che pochi comprendono e applicano sul serio.
      Anche io mi sono rattristata pensando a quanto sarà possibile che nella nostra "bella" società non si debba più parlare di differenze.
      Abbraccio.

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  16. Anche io ho letto questa storia e mi ha fatto una profonda tenerezza immaginare questo bimbo, tutto pronto, e poi un solo amichetto...e se magari lui non si è potuto rendere bene conto, immagina la madre come può essersi sentita.
    Hanno fatto un servizio alle iene in cui poi alcune mamme hanno criticato la signora che ha reso pubblica la questione, dicendo che se la potevano vedere in privato.
    Io penso che abbia fatto bene, perché mette in risalto una questione molto importante.
    Non sono ipocrita ed ammetto che io personalmente non mi sento molto brava a gestire questo tipo di situazioni; anzi forse è più appropriato dire che non sono abituata a rapportarmi con persone disabili e quindi credo che non sarei molto brava a farlo, magari risulterei anche insensibile (ed invece no, sarei solo di fronte a qualcosa che non conosco). Però in questo caso credo che mi sarei comunque comportata in modo diverso. Innanzitutto sarebbe anche solo bastato rispondere, fosse anche per un no, all'invito. In secondo luogo, almeno avrei portato mio figlio alla festa, avrei dato un regalino e gli auguri al bambino e mi sarei congedata educatamente (o magari sarei rimasta, per dire però che in ogni caso ci sarebbero state soluzioni ben più cortesi). Che magari non cambia il succo ma almeno avrei dimostrato che il problema non sarebbe stata la disabilità del bambino, ma il mio.

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    1. Il servizio alle Jene non l'ho visto. Mi spiace che ci siano stati altri attacchi invece che delle scuse pubbliche. Davvero triste.
      Non è facile in alcun modo gestire una situazione in cui ti senti estraneo per prima cosa e della quale conosci poco o nulla.
      A me personalmente è capitato e mi sono comportata come sempre succede, con la naturalezza e la semplicità che mi appartiene.
      Se siamo noi stessi in tutte le occasioni, niente può essere travisato dei nostri comportamenti.
      Sono d'accordo con le tue ipotesi. in ogni caso le soluzioni si potevano trovare.
      Un abbraccio ragazza bella.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)