27 febbraio 2019

LE NOVITA' MUSICALI DEL 2019.


Sembra che ci saranno gran belle novità musicali da cogliere al volo, per il 2019.

Eccole, in ordine sparso ma mica poi tanto.



LUCIANO LIGABUE, pubblicherà il nuovo album START il prossimo 8 marzo. E poi il tour. Non mancherò, oramai con i suoi concerti visti siamo a quota 22.













MADONNA, che ormai davamo per dispersa, pubblicherà il nuovo lavoro, pensato e prodotto a Lisbona dove vive da qualche anno, nella prima metà di quest'anno. Intanto, questo è il nuovo look con cui si è presentata su IG annunciando al mondo l'uscita del nuovo album.











THE CURE, dopo oltre dieci anni dall'ultimo album, sono pronti con la pubblicazione del nuovo di inediti. Robert Smith in persona ha dato l'annuncio, dicendo che il gruppo è preso da settimane da febbre d'ispirazione. Per intanto, i fan potranno applaudirli a Firenze il prossimo 16 giugno in occasione di FIRENZE ROCKS.








LIAM GALLAGHER sempre solo, nonostante noi fan degli OASIS attendiamo una reunion, sempre annunciata ma mai realizzata, pubblicherà entro il prossimo settembre. Sembra sia già in studio di registrazione. Con 20 canzoni che a suo dire cambieranno la nostra vita. Se lo dice lui...







BRUCE SPRINGSTEEN, è pronto ad uscire con un album di inediti, dopo quello realizzato   unplugged on Broadway. Dice che sarà un bel lavoro da cantautore (ma non abbiamo dubbi). Subito dopo partirà il nuovo tour. Manco a dirlo, sappiate che io sono già lì.








SIA, la cantante mistica, uscirà anche lei con un nuovo album e pare, un film. Scritto, diretto e interpretato da lei. Una favola vera :-)












Ma l'anno si concluderà con ADELE, pronta a stupirci ancora. Diciamo che sono parecchi mesi che se ne parla. I tempi si stanno allungando all'infinito. Dite che in ogni caso ne varrà la pena? Io dico di si. Sarebbe davvero un bel regalo di Natale.









Tenetevi pronti ai continui aggiornamenti, perché non finisce qui...

25 febbraio 2019

CATENA GIARDINA CI SCRIVE.


Una ventina di giorni fa vi avevo parlato della piéce teatrale che avevo visto a Milano.
Lo scopo era quello di affrontare con voi quell'argomento delicatissimo e orrendo, quale la VIOLENZA SULLE DONNE.
T'amo più della mia vita è  la storia  autobiografica di Catena Giardina che ha purtroppo, vissuto sulla propria pelle, la tragedia fisica e psicologica scaturita dal suo rapporto con l'ex marito, uomo violento.
Catena ci ha letto e ha voluto parlarci a cuore aperto approfondendo la sua storia e sciogliendo così alcuni dubbi che erano nati durante il confronto. Inoltre ci ha ringraziato per la partecipazione.
Ho pensato quindi, di riportare in capo a questo nuovo post i suoi commenti, affinché tutti possiate leggere. 
Le lascio la parola, non senza dirle che la ringrazio e l'abbraccio con tutto l'affetto e la stima che posso. Come ho già detto nel post precedente, non ho la risposta o la soluzione in tasca ma continuerò a tenere accesi i riflettori sulle vicende orribili di cui le donne sono vittime qui, a casa mia. Non una volta all'anno ma molto più spesso. Lo prometto.



  1. Ho letto l´articolo di Mariella e tutti i vostri commenti e il sostegno per una causa purtroppo oggi diventata "cronaca giornaliera" anche la sera della piéce teatrale di T´amo piu´della mia vita,ero nella prima fila del teatro Argomm e il regista Gianni Lamanna mi ha comunicato un ennesima violenza sulla donna bruciata in auto dal suo ex compagno,non replicai l´accaduto come se mi aspettassi cio´che stesse accadendo al di fuori di quel teatro,un copione che si ripete giornalmente,nulla di nuovo,mi sentivo impotente un brivido percorre il mio corpo ed inizia lo spettacolo ed in questo caso non pensavo che la protagonista della storia fossi proprio io...ma lei la donna bruciata dal ex compagno ho vissuto il suo dramma per piu´di un ora,l´unica differenza nel finale lei e´stata bruciata io colpita a sfioro(miracolata o fortunata) da 12 colpi di pistola.Da 20 anni a questa parte nulla e´cambiato,in tutti i sensi,anzi sembrerebbe che questi soggetti si accaniscano ancor di piu´nei confronti della donna,scrissi questo testo come una sorta sfogo terapeutico rivivendo con carta e penna i 12 anni vissuti con il mio carnefice con dettagli che vanno dall´amore alla follia,dal dolore fisico a quello morale,dalla vergogna dei miei lividi sul viso,alla paura dell´uomo che mi giuro´amore "finché morte non ci separi" parole che mi risuonavano ambigue e quando chiesi aiuto alle autorita´poco potevano fare o forse nulla eccetto delle formali denunce che servivano solo a far incazzare ancora di piu´il mio carnefice ed allora da vittima provai anche ad essere io la carnefice...ma vuoi la sorte o chissa´...non ci riusci´Scrivendo mi resi conto davvero di cio´che avevo vissuto in quegli anni ero arrivata pure alla follia della premeditazione oltre sentirmi psicologicamente devastata a volte calci e pugni erano meno dolorosi delle parole dette dal mio carnefice per non parlare dei miei bambini che assistevano alle scene impauriti fino alla nostra fuga e il tentato plurimo omicidio nei miei confronti e dei figli.Potevamo non raccontarlo mai cosa realmente fosse accaduto per 12 anni ed invece superata l´omerta´la paura e la vergogna oggi il mio obbiettivo e´documentare e cosa c´é di meglio in un teatro...? Dove tu senti il pubblico vibrare,sia donne che uomini, senti il loro respiro e poi guardi i loro occhi lucidi di commozione,come autrice ci sono sempre in mezzo al pubblico perche´ sia io che il pubblico,dopo la fantastica interpretazione di Vincenza Pastore,abbiamo bisogno di confrontarci e riflettere su cio´che sta´accadendo giornalmente in merito ai femminicidi e le violenze sulle donne,non vorrei essere presuntuosa o sbagliarmi ma so´che nel mio pubblico c´e´ stato qualche uomo,che in parte, si e´rivisto nella piéce teatrale,di certo non me l´hanno detto ma l´ho capito dalle domande e dai commenti critici del testo in alcuni frasi


    1. chissa´se davvero fosse cosi´come io penso quel qualcuno abbia coscienza di rifletterci sopra??
      Riguardo alla meta´del pubblico maschile sono felice perche´io credo molto nella galanteria e nel sentirsi protetta dal
      proprio compagno o marito e questo non e´un testo contro il maschio come magari qualcuno potrebbe pensare anzi lo ritengo un testo dove appunto anche l´uomo ci aiuti a capire e prevenire magari osservando di piu´i comportamenti gli atteggiamenti di un amico un parente nei confronti di una donna e chissa´riuscire ad evitare un eventuale tragedia? Naturalmente il pubblico femminile e´sempre in maggioranza c´e´chi si rivede anche lei e c´e´chi invece non sapeva che nelle quattro mura domestiche possono accadere queste cose,magari pensando ad una vicina di casa o un amica che non ha notizie da tempo.
      Da anni faccio parte di un associazione contro la violenza alle donne ed il progetto della piéce teatrale e´nato proprio da li´facciamo molta prevenzione abbiamo portato lo spettacolo nelle scuole medie e superiori con parecchio interesse da parte dei dirigenti scolastici ma ancor di piu´dai ragazzi perche´non e´la solita prevenzione di convegni leggi ecc. ecc no´e´teatro un teatro che documenta una vita in balia di un carnefice e naturalmente delle leggi abbraccia una cultura attuale e la solidarieta´che ho riscontrato nei ragazzi mi ha commossa e riempita di gioia,anche qualcuno di loro ha visto picchiare la propria madre e alcuni hanno avuto un gesto simbolico di protezione nei miei confronti ed e´ora di parlare e togliere questo velo di omerta´vergogna e paura.Grazie a tutti voi e spero magari di incontrarvi a teatro,per prevenire abbiamo bisogno di tutti voi uomini e donne chissa´su 1000 ne salveremo magari 100....noi e voi tutti.
      Baci Catena Giardina

23 febbraio 2019

SABATO DI POESIA: QUANDO SAREMO DUE.



Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso.
(Erri De Luca)



19 febbraio 2019

IL TWEET DELLA SETTIMANA:#COLLOVATI.


Penso che lo abbiate letto (se non addirittura sentito in diretta come me) quel che è successo domenica pomeriggio durante il programma  "QUELLI CHE IL CALCIO".
Il commentatore sportivo FULVIO COLLOVATI ed ex-difensore di  MILAN-INTER-ROMA-GENOA, tanto per fare qualche nome di società sportiva del cui calcio è stato grande protagonista durante gli anni  '70 e '80 e uno dei miei miti personali, ha detto una delle più grandi castronerie della storia.
La frase è la seguente:

«Le donne non possono parlare di tattica, quando sento che lo fanno mi si rivolta lo stomaco.Se tu parli della partita, di come è andata e cose così, bene. Ma non puoi parlare di tattica perché la donna non capisce come un uomo, non c’è niente da fare».
Il polverone che si è alzato è stato enorme. Tale che, RAI 2, lo ha sospeso per due settimane dal programma domenicale di Luca e Paolo e non potrà più intervenire nemmeno all'interno del contenitore radio di RADIORAI.
Su twitter lui si è scusato ma gli son venute male pure le scuse. Quando qualcuno gli ha fatto notare che sua moglie Caterina, per anni è stata commentatrice in trasmissioni sportive e ora conduttrice a Telelombardia, lui ha aggiunto che, sua moglie, <non si è mai permessa di parlare di tattica>.
Ora, caro Fulvio, io mastico calcio da quando avevo dieci anni, e ho visto la mia prima partita sugli spalti dello stadio dell'Avellino assieme a mio papà e mio zio Agostino, negli anni ruggenti in cui, quella mitica squadra, militava in serie A. E ti ho adorato per una vita intera. Forse, e dico forse, qualcosa ne capisco, e vabbè mi fermo qua.
Lo scivolone ci sta, non la condivido la minchiata che hai detto, ma ci sta. Sai perché? Perché siamo e rimaniamo un mondo profondamente maschilista, da quello che sto leggendo pure a sto giro. Tutti a dire che hai fatto bene, che è la verità, che le donne in tele commentano il calcio senza avere alcuna esperienza e che mica tutti possono fare tutto a prescindere. Del resto in tele noi "fanciulle" andiamo ancora tette al vento e minigonne, per la vostra gioia. Per cui, continuiamo a parlare di doppie punti e smalti, di brodetto di pesce e di scarpe.Che di questo sì, che ce ne intendiamo.E voi di come si può salvare il mondo.A me ha fatto rivoltare lo stomaco quello che ho sentito su di un canale nazionale, in diretta TV. Vorrei non volerla scrivere sta cosa riportando  di rimando il commento di *Regina Baresi: <Il mio voltastomaco dura da ieri. Se volete vi spiego il fuorigioco, la var, il 4-3-3, la difesa a zona e quanto un uomo può essere limitato nel 2019. Ah ragazze, andate a giocarvi i mondiali ma non parlate di tattica...
*Regina Baresi:attaccante e capitano dell'Inter.Figlia di Giuseppe Baresi e nipote di Franco Baresi.WHAT'ELSE?

17 febbraio 2019

BRUNO GANZ: UN ANGELO TRA I TULIPANI.





Ieri a Zurigo si è spento l'attore Bruno Ganz.
Poeta mirabolante del cinema, funambolo delle emozioni, angelo caduto e amatissimo, giostraio luminoso. Eppure sempre così schivo, così timoroso, cosi umile.

Io lo amai soprattutto per  Fernando Girasole, il personaggio eccentrico e coltissimo di uno dei miei film preferiti, girato da Silvio Soldini nel 1999: Pane e Tulipani.
La magia di due anime disperse che ritrovano se stessi e la voglia di ricominciare tra le calli di Venezia e la sua laguna.
Un film che ho rivisto innumerevoli volte come a non volere mai vedere finire il bacio tra i due protagonisti, Ganz e una meravigliosa Licia Maglietta. Un film che spiega, attraverso il linguaggio dei fiori, come le persone possano essere molto diverse da come sembrano nel loro quotidiano. Se poste in situazioni differenti sono capaci di mostrare la loro vera essenza, di una bellezza sconvolgente. 

Per anni ho fatto mie alcune delle frasi che Fernando dedica a Rosalba.Così lontane dalla metrica moderna, così desuete e splendide. 














Se lo avete visto sapete bene di cosa parlo. Se non lo avete mai visto vi consiglio di farlo.

CIAO MAESTRO. Ti porterò nel cuore assieme al bicchierino di Strega che ti accompagnava durante le riflessioni notturne di quel personaggio indimenticabile. Assieme ai tormenti amorosi di un angelo caduto e innamorato. Tra le pagine di Terzani e l'orrore di Hitler. Tutti i personaggi che hai reso unici. Indimenticabili. GRAZIE PER LA POESIA.



16 febbraio 2019

SABATO DI POESIA: ACCANTO A UN BICCHIERE DI VINO.

















Con uno sguardo mi ha reso più bella, 
e io questa bellezza l'ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.

Ho lasciato che mi immaginasse 
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.

Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.

Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d'amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta

Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un'invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell'abbraccio
che mi crea.

Eva della costola, Venere dall'onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.

Quando lui non mi guarda
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.




(Wislawa Szymborska - Amore a prima vista raccolta 1954 - 2001)

12 febbraio 2019

SILENZIO.







Immagine presa dal web







Vorrei provare quel tono e quel silenzio.
Il cuore che batte lentamente utilizzando tutti i suoi pesi.
Lo sguardo che non vaga
ma fissa un punto al centro,
specchio  dei suoi mesi.
Vivere questo istante ogni volta, ogni giorno.
Osservo il tuo silenzio così simile al mio.
Attraverso l'ombra dei tuoi occhi
alla ricerca del tuo mondo.
Sono arrivata.
Esattamente lì dove voglio stare.


2017 @Mariellaesseci tutti i diritti riservati









10 febbraio 2019

PERCHÈ SANREMO È SANREMO.









È un post breve. Con il quale desidero ringraziare tutti gli amici che in queste sere si sono divertiti a casa mia,  abbracciando la fissazione della padrona di casa, in modo semplice e divertendosi.
Senza alcuna presunzione di ergersi a giudici musicali e senza alcun snobismo.
Prendendo questa parentesi, durata quasi una settimana, per quello che è. Un momento di puro intrattenimento. 
Un bellissimo modo di bloggare. Il migliore secondo me. Casa mia è diventata un po' la casa di tutti voi. Ne sono davvero  orgogliosa. Come lo sono di voi.
Ora le luci si abbassano e si torna alla normalità.

Un abbraccio circolare.



69ESIMO FESTIVAL DI SANREMO: LA FINALE.




La quinta serata del Festival si celebra con Mariella infiltrata alla kermesse sanremese.
Poiché sono senza voce e non trovo le parole per raccontarvi quel che ho visto, cedo alla tentazione di farlo raccontare a voi.

Proviamo a dare i voti a tutti, presentatori e  partecipanti?

Claudio Baglioni:7 - la sua professionalità non si discute, ma il suo egocentrismo ha raggiunto la stratosfera. Certo, arrivateci voi a 68 anni in quel modo lì. E poi magari ne riparliamo della voce calante, del fisico gommoso, della sua aria da professorino dalla penna rossa;

Virginia Raffaele:7 - partita malissimo  e imbrigliata in un ruolo (quello della presentatrice) che le stava stretto, man mano, nel corso delle puntate, ha ripreso in mano tutte le sue anime. Dando prova che, quando le tira fuori, non ce n'è per nessuna. Nemmeno per la corazzata svizzera Hunziker.

Claudio Bisio:5  - non ha mai dato l'impressione di essere a proprio agio sul palco. Sempre troppo o troppo poco. Perfino nel monologo scritto dal suo autore preferito ( tale Michele Serra) non riesce a venire fuori. Non credo lo rivedremo mai più sul palco dell'Ariston. Meno male.

Daniele Silvestri,  voto 9 - Daniele ha il talento del grande autore e non è una scoperta di adesso. Ci colpisce sempre in pieno viso. Ma non mi spiego tutto il contorno. Sarebbe andato bene anche senza Rancore e senza Agnelli. Si merita tutti i premi: critica ecc... ecc... ecc... Ex equo con Cristicchi.

Anna Tatangelo, voto 4 -  la ciociara non si arrende. Noi invece, non ne possiamo più. 

Ghemon,  voto 4 - mi sono piaciute solo le viole. 

Negrita, voto 6 - da loro mi aspettavo molto di più. Non ho sentito il brivido che la loro musica è capace di farci provare. 

Ultimo, voto 5 - lo sapete che non mi piace la canzone. Ma è un papabile vincitore. Le ragazzine di Sanremo sono pazze di lui. E figuriamoci le altre.

Nek, voto 6 - canzone scritta da Paolo Antonacci ( figlio di Biagio e nipote di Gianni Morandi) ma non basta. Fa la sua bella figura sul palco. Ma domani ricorderemo la canzone?

Loredana Bertè, voto 10. Loredana è Loredana. Spero che Sanremo la celebri per tutto quello che le deve la musica. 

Francesco Renga,  voto 7 - ma solo perché è un figo da paura e da vicino, ragazzi, è da sballo. La canzone è carina, la voce l'ha recuperata. Ma da lui voglio di più.

Mahmood, voto 8. E' bravo il ragazzo. Molto bravo. La canzone ti resta in testa e non va più via. Chissà se c'è speranza per la vittoria...

Ex Otago,  voto 5 - giovani, carini e molto fidanzati. Direi poco altro.

Paola Turci, voto 8 - bravissima, con una canzone meravigliosa. Un po' penalizzata le prime sere per una voce non al massimo. Ma ieri ha recuperato completamente, grazie anche a Beppe Fiorello.

Zen Circus, voto 7- Mi piacciono tanto. Mi sembra di avere già visto formazioni così arrivare in sordina e poi diventare Big. 

Patty Pravo e Briga, voto 3 - mi spiace Patty ma non ci siamo proprio. Non ci siamo più. Briga, canta da solo.

Arisa, Voto 8 - Ha iniziato malino. Perché lei è una che si emoziona tanto. Ma le altre sere è stata fantastica. Ed io canticchio la sua canzone da giorni.

Irama, voto 7. Anche lui ha una bella canzone. Mi è sembrato un gran bravo ragazzo, molto alla mano. Anche dal vivo. Semplice e modesto. Resta così.

Achille Lauro, voto 3 - Ecco il contrario di Irama, non è nessuno è già si comporta come se fosse una star di prima grandezza. Umiltà.

Nino D'Angelo e Cori, voto 6 - Nino D'Angelo è la storia della musica neomelodica italiana e merita rispetto. Il voto è sull'artista non su quello che si è visto a Sanremo. E devo ancora capire chi sia il ragazzo che ha accompagnato.

Francesca Carta e Shade, voto 2 - N.c. non classificabili. Nessuno merita zero, io sono una buona dentro.

Simone Cristicchi, voto 10 - ma non penso che per voi il mio voto sia una sorpresa, vero? Sui premi(critica, sala stampa, ecc...ecc...ecc...) vale ex equo con Silvestri. Poi vediamo chi ne vince di più. 

Enrico Nigiotti, voto 7 - sono sicura che il livornese andrà avanti e bene. Ha portato con se la malinconia degli amori familiari che sono il nostro patrimonio e che non ci abbandonano mai.

Boomdabash,  voto 6 - anche loro si meritano la sufficienza per la canzone senza fronzoli inutili che hanno presentato. Avete un bel sound, però bisogna crescere.

Einar, voto 5 - non so se dargli o meno fiducia. Canzone senza mordente, non merita la promozione.

Motta  voto 3 -  la canzone più furba del Festival. Se dovesse vincere, visto che ieri ha rubato il premio alla coppia Turci - Fiorello per me rimane un NO.

Il Volo voto 1 - ho detto che sono buona e nessuno merita zero. Anche se mi aspetto la vittoria. Purtroppo.



La classifica è stata preparata prima delle finale. In questo momento io non so ancora chi vincerà. Vediamo se il pubblico confermerà o meno le mie sensazioni.

Dite la vostra senza paura. Aspetto voti e critiche.



09 febbraio 2019

PILLOLE DI SANREMO - 1999 - SENZA PIETA'.










La quinta serata del Festival è celebrata con le Pillole dedicate alla scelta di Max.

La canzone di Anna Oxa, SENZA PIETÀ, vinse Sanremo nel 1999.

Scritta da Alberto Salerno e Claudio Guidetti, condusse per la seconda volta alla vittoria la cantante italo-albanese.
Era l'anno in cui, nella conduzione,  accanto a Fabio Fazio avrebbe dovuto esserci anche Claudio Baglioni che rinunciò, per "perplessità artistiche". Oggi rido di questa decisione visto che il "dittatore artistico" è, per la seconda volta nel giro di due anni, alla conduzione di Sanremo. Nessuna perplessità ora eh.

Sicuramente la OXA è  uno dei personaggi più difficili della discografia italiana, di un'antipatia unica. Allo stesso tempo è un'artista tra le  più intense e vibranti.
Io ero una ragazzina in pre-adolescenza quando la vidi per la prima volta sul palco dell'Ariston.
Era il 1978 e lei arrivò vestita da uomo e con un trucco in bianco e nero presentando la canzone Un'emozione da poco, che si classificò al secondo posto sortendo l'effetto di un uragano sul  panorama discografico italiano. Ed è anche  la sua canzone che mi piace di più.


La classifica finale fu la seguente:

1) posto: SENZA PIETA' - ANNA OXA;
2) posto: NON TI DIMENTICO - ANTONELLA RUGGIERO;
3) posto: COSÌ È LA VITA - MARIELLA NAVA.


Grazie a MAX per la condivisione.

IL VIDEO 



LE MIE IMPRESSIONI SULLA QUARTA SERATA DEL FESTIVAL.



È  diventata l'appuntamento irrinunciabile alla kermesse. Può farti schifo tutto il resto, ma gli ospiti d'onore che cantano (ballano o suonano) accompagnando gli artisti in gara, alzano il livello d'interesse perché non sai cosa ne verrà fuori.  Così è, tutte le volte.
Apre la diretta Acqua dalla luna, altro capolavoro sottostimato di Claudio Baglioni. Vestito di carta stagnola, il dirottatore del Festival  e i suoi compari imbrillantinati  e invellutati, vanno a cominciare. Serata di duetti e di super ospite: LUCIANO LIGABUE. Come accennavo, ci sono delle belle sorprese. La prima è legata a Cristina d'Avena, che si presenta sul palco con cappello nero e abito da fiaba color tuffo, cambiando la canzone di Carta e Shade così tanto, da farmi DUBITARE  sia la stessa che hanno cantato le sere precedenti. La figaggine della Regina dei cartoon è indiscutibile. Non potendo  elencarveli tutti, cercherò di indicarvi quelli che mi hanno più colpito. Come Irama e Noemi, semplicemente spettacolare. O quello di Arisa che canta con Tony Hadley (ex Spandau Ballet) ed è subito pop puro e "nostalgia canaglia" degli anni '80. Certo Tony sembra abbia ingoiato tutto il resto del suo gruppo, ma va bene lo stesso eh, ha sempre le sue guanciotte rosa... E poi Mahmoud e Gué Pequeno, bravissimi.  Fabrizio Moro e Ultimo. La canzone continua a non sembrarmi un capolavoro ma Moro ci fa la grazia di renderla speciale.  Ah scusate, mi stavo dimenticando del Superospite. Che da quando la Amoroso, ieri sera, lo è diventata pure lei, celebrando dieci anni di canzoni inutili, fossi stato in lui non mi sarei presentato. I riflettori si accendono, giochi di luce e Luciano Ligabue. Più allegro e meno musone del solito. Perfino divertente nello stacchetto (trito e ritrito) con Bisio.  Quasi simpatico. Chissà che canzoni canterà. Mah, ha un così vasto repertorio. Vuoi vedere che fa la nuova canzone? Quella che parla di sopravvivenza di Africa, America e Anima, i suoi soliti tormentoni? Tutte uguali, tutte monotone. Dai che mette su Bambolina e Barracuda, L'odore del sesso eh? Invece, Urlando contro il cielo. Ma che palle... Guarda come se la gode mentre rivolge lo sguardo al pubblico fin su al loggione, che lui lo fa sempre, ti guarda addosso ad ogni concerto. Ma che noia sto Liga,  come è vestito, il solito truzzo, perfino più sbirluccicoso del suo compagno di palco Claudiuccio, con il ritrovato look anni '80. Pure la sceneggiata con il trono di Uomini e Donne. Per gli Over andrà benissimo. Il trash senza fine di Sanremo. Meno male che alla fine si riscattano, cantando uno dei capolavori di Francesco Guccini: DIO È MORTO. Bene, via l'emiliano che ci ha stufato e si prosegue con la serata. (Che noia, che barba, che noia,LUCIANO LIGABUE). Tornando ai duetti, che i monologhi di Bisio si salvano solo perché ci rappa su Anastasio, vorrei brevemente puntare i riflettori sui Zen Circus. Fin dalla prima sera mi hanno colpito e cercavo di trovare l'assonanza e la familiarità a cui mi portavano. Però io non sono rock punk per cui... Poi la magia con Brunori Sas mi ha illuminato. Rino Gaetano. Sì, Rino. Bravi. Beppe Fiorello e Paola Turci. Lei canta meglio, lui dona la sua arte e la canzone acquista un valore aggiunto, da brividi. Anche la performance di Loredana Bertè accompagnata da Irene Grandi (ma che fine ha fatto lei?) mi convince. Convince anche il pubblico dell'Ariston. Daniele Silvestri invece viene penalizzato da Manuel Agnelli che urla dall'alto del trampolino. Ascolto rapita per la terza volta la canzone di Simone Cristicchi, accompagnato da Ermal Meta. A me pare che non si possa andare più in alto di così. Certo sarà un caso che i due vincitori dello scorso anno, abbiano accompagnato due papabili vincitori di quest'anno. Sarà un caso. La finale si avvicina, i giochi sono quasi fatti. Questo Festival se lo giocano Ultimo, Cristicchi, Bertè, e purtroppo, Il Volo. Aggiungo  gli outsider Mahmoud, Irama e purtroppo (RosRois) Achille Lauro. A domani per la sentenza.


PS: Pillole di Sanremo non si conclude qui. Continuerò a proporvelo ciclicamente, tediandovi ancora ahahah!

08 febbraio 2019

PILLOLE DI SANREMO: 1983 - VACANZE ROMANE.





Le Pillole di oggi sono dedicate alla canzone scelta da Daniele Verzetti.


Vacanze Romane fu scritta da Giancarlo Gozzi e Carlo Marrale, il brano fu presentato al Festival nel 1983 classificandosi al quarto posto e vincendo il premio della critica.
La voce di Antonella Ruggiero era la più indicata per cantare un pezzo come questo  che vanta tonalità altissima (La minore). Sfido chiunque a cantarla senza che la voce si rompa  immediatamente.
Ricordo che l'ascoltai senza fiatare anche se ero consapevole fosse in play back come ogni canzone presentata alla kermesse in quegli anni. 
La cosa divenne nota al pubblico proprio allora perché, il signor Vasco Rossi, classificatosi penultimo e in piena polemica con gli organizzatori , lasciò irritato il palco mentre ancora si sentivano le note di Vita Spericolata.

La classifica di quell'anno fu la seguente:

1) posto - SARÀ QUEL CHE SARÀ - TIZIANA RIVALE;
2) posto - VOLEVO DIRTI  - DONATELLA MILANI;
3) posto - MARGHERITA NON LO SA - DORI GHEZZI;



Ringrazio Daniele per la condivisione.

IL VIDEO





Le mie impressioni sulla terza serata del Festival:

Si migliora, sera dopo sera. Sdoganata Virginia Raffaele che fa il suo bel mestiere sul palco e ritorna ad essere perfetta. Le note dolenti dei siparietti "pseudocomici" le dovremo sopportare fino alla fine delle serate. Vabbè, basta cambiare canale, immaginate un bello spot pubblicitario sulla Liguria e il gioco è fatto. Le altre 12 canzoni (al secondo ascolto) mi danno ulteriori conferme rispetto alla prima serate. Le più belle, tra i giovani, sono quelle di Mahmoud e di Irama. Tralascio Ultimo che continua ad annoiarmi un po'. Anche i Boomdabash hanno un bel ritmo e la canzone è orecchiabile. Passando alle migliori, mi rendo conto che sarà difficile quest'anno assegnare  il premio Mia Martini, scelta ardua  tra il testo impegnato di Daniele Silvestri  e la poesia che celebra l'amore di Simone Cristicchi.  Alla voce ospiti tralascio il passaggio della Amoroso che è incomprensibile. Che strazio e poi piange sempre. Vestita da struzzo canta canzoni che non dicono nulla, ringrazia Baglioni definendolo il primo che ha creduto in lei. A questo punto: MARIA IO ESCO.Leccaculo e irriconoscente. 
Antonello Venditi arriva col suo cappello e canta canzoni storiche, non è tra i miei preferiti, ma è un gran bel pezzo di storia. Nel bel mezzo di un annuncio irrompe Ornella Vanoni di arancione vestita (cerino) che si prende tutto il palcoscenico e stravolge il Festival. PATRIMONIO DELL'UMANITA'.  Fa il verso a se stessa, massacra la Raffaele con un'autoironia meravigliosa, saluta Patty Pravo che sta per cantare anche se non potrebbe. Fa quello che vuole, dice pure una parolaccia. Ma le si perdona tutto, tutto. Siamo al momento Karaoke, salgono sul palco Raf e Umberto Tozzi. Ci si alza in piedi mentre fanno un medley di canzoni che sfido chiunque a non conoscere. Tra Battito Animale e Gloria, il pubblico dell'Ariston è tutto in piedi. Salgono sul palco i tre presentatori e insieme si canta Gente di Mare. Non sarà un caso. Nella parte finale arriva il ragazzino terribile Rovazzi e poi la commozione con Serena Rossi che canta Mia Martini (spot fiction ma lei è brava davvero). A questo punto per me, Baglioni ha già in mano il Festival del prossimo anno. La 70esima edizione sarà corale, ma non ho dubbi che se la proposta ventilata oggi,diverrà una cosa seria, accetterà. Eccome se accetterà. 

07 febbraio 2019

PILLOLE DI SANREMO: 1987 - QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO.





La terza richiesta che propongo su Pillole è quella di Cristiana Mazzocchi. Quello che le donne non dicono.

Mi aveva detto della sua passione per Fiorella Mannoia senza indicarmi un titolo ed io ho scelto quella che, a mio parere, è la più significativa del suo percorso di interprete ed una delle canzoni più belle in assoluto della musica italiana.

Scritta da Enrico Ruggeri e Enrico Schiavone, vinse il premio della critica.
La classifica finale fu la seguente:

1) Si può dare di più - Morandi, Ruggeri, Tozzi;
2) Figli - Toto Cutugno;
3) Nostalgia canaglia - Al Bano e Romina;

Per me fu un Festival memorabile, per le belle canzoni, la partecipazione di Dori Ghezzi, Mango, Mario Castelnuovo, Sergio Caputo, Rossana Casale, la prima volta di Michele Zarrillo, per fare qualche esempio e  poi gli ospiti stranieri.
Tra tutti la mia cantante preferita: Whitney Houston. Colei che era l'usignolo del New Jersey. Unica, inimitabile. Nel momento di suo maggior splendore, cantò dal vivo e cedendo alle lusinghe di Pippo Baudo, ci regalò un bis che è rimasto nella storia della musica.
E poi, Paul Simon, i Duran Duran e gli Spandau Ballet, Bob Geldof. Patty Kensit e la sua spallina cascante e nude look. 
I ruggenti anni '80 con tutta la loro magia, carica di malinconia.
Infine il momento in cui Pippo nazionale diede in diretta la notizia della morte di Claudio Villa. 

È stato il Festival più visto della storia. Irripetibile, malgrado la buona volontà di Claudio Baglioni.

Grazie a Cristiana per la scelta ed ecco a voi la canzone.

IL VIDEO 






Considerazioni sulla serata di ieri:


La seconda serata del Festival è andata meglio della prima. Tra alti e bassi dei presentatori non sempre bene a fuoco. La più penalizzata resta Virginia Raffaele che ieri sera è andata a sbattere contro l'armata svizzera della Hunziker che in un quarto d'ora ha preso in mano la diretta tanto da farci pensare che sarebbe rimasta. Magari!!! Poi si riprende alle 23.30 con un pezzo dei suoi ed un vestito rosso spaziale, era ora. I tristi spettacolini tra Baglioni e Raffaele e tra Baglioni e Bisio mi hanno fatto rimpiangere perfino Fabio Fazio.  La tenerezza di Pippo Baudo ancora su quel palco a cui non riesce a rinunciare... del resto  si può rinunciare all'affetto di chi lo segue da sempre? Bellissimi i momenti degli ospiti. Fiorella Mannoia che con affetto aggiusta il microfono a Baglioni mi ha commosso sul serio. Meraviglioso duetto sulle note della canzone di questo post.  Come quello successivo,  Baglioni e Marco Mengoni che cantano Mogol- Battisti.  Ma pure Mengoni da solo. Ne ha fatta di strada da quando litigava con Morgan ad X-FACTOR. Da allora non si è più fermato, per fortuna sua e nostra. Da Ronciglione alla conquista del mondo.
Sulle canzoni sono rimasta in linea con ieri. Ho rivisto solo il parere su Arisa che continua a vestirsi da cani ma ha una musicalità rara. Solo Arisa può cantare Arisa e farlo da dio. E poi una la butto lì: e se la Loredana mi vince il Festival? A me non dispiacerebbe anche se preferisco la canzone di Paola Turci forse perché ci trovo la eco di Sylvia Plath. Anche se continua ad avere problemi di voce. La gara finisce poco prima di mezzanotte.  Arrivano due comici che non mi avevano mai fatto ridere, Pio e Amedeo, e per la prima volta su quel palco, dopo due sere in cui sembra che tutti abbiano timore anche di respirare, si fa della vera satira. Ultimo ospite Riccardo Cocciante. Sempre più somigliante ad una sfinge, riesce pure a sbagliare quel capolavoro di Margherita. Intorno all'una arriva il premio Città di Sanremo alla memoria di Pino Daniele. La cosa più triste di tutte, una cerimonia per ricordare uno degli artisti più grandi del panorama musicale italiano a quell'ora. Direi che è tutto. Ora a voi.